Prima parte (che sarebbe un mezzo seguito di "With Or Without You")...essendo SenRu avviso già le fans delle HanaRu di starci alla larga :P
I personaggi sono naturalmente di Inoue Sensei (non è che mi presterebbe Akira?^^;;;); grasie a Rinoachan che l'ha letta ed approvata!:***
Dedicata a tutte le SenRu fans...buona lettura ^_^


The first month

parte I

di Dodoria


E' quasi passato un mese da quando ci siamo rimessi insieme...non mi sembra ancora vero che lui sia qui con me. Il suo respiro regolare, i suoi occhi chiusi...le guance pallide. Gli passo un dito tra i capelli corvini, poi scendo seguendo i lineamenti del suo viso addormentato. Lui si muove un attimo, poi riprende a dormire tranquillo. Mi abbasso verso di lui e gli dò un bacio sulla punta del naso (cosa che l'ha sempre infastidito); non vedendo nessuna reazione gli addento il labbro superiore, per poi baciarlo con delicatezza.
Lui apre un occhio e mi squadra; dopodichè mi molla un pugno sulla testa, facendomi per altro un male cane.


"Ahia...ma quanto sei esagerato!" esclamo massaggiandomi la nuca dolorante.
"Hai finito di rompere?" farfuglia sogghignando. Poi mi abbraccia forte attirandomi verso di sè. Io lo lascio fare, visto che la cosa non mi dispiace affatto. 
"Posso chiederti una cosa?" sussurro piano.
"Cosa...?"
"Che si fa domani?"; lo dico in modo volutamente provocatorio...voglio proprio vedere se quest'uomo iceberg ha in mente qualcosa di particolare.
Deludendo invece le mie aspettative Kaede si limita a stare in silenzio ...tace e basta. Senza nulla chiedere né proferire. Sta a vedere che si è dimenticato che domani è un mese che stiamo insieme... giuro che se è così lo ammazzo!


Mi metto cavalcioni sopra di lui; Kaede si stropiccia gli occhi, sbadiglia e poi mi guarda incuriosito: "Che c'è?" mi dice scontrosamente.
"Niente" rispondo in tono amareggiato; scendo dal letto cercando i miei vestiti e mi rifugio nel bagno. Faccio una veloce doccia, aspettando di vedermelo comparire dietro la schiena...ma sperando vivamente che non lo faccia. Mi ha fatto davvero incazzare...esco dal box afferrando una salvietta che, dopo una rapida passata sul petto, annodo intorno ai fianchi; con un'altra prendo ad asciugarmi i lunghi capelli scuri: "Dovrei tagliarli un pò..." penso tenendo sotto controllo la porta. Quest'ultima finalmente si apre e Kaede fa il suo ingresso; indossa solo i boxer neri (bel contrasto con la sua pelle diafana) e mentre dà un'occhiata ai vetri del box appannati esclama: "Hai già fatto la doccia? Perchè non mi hai aspettato?"


Non rispondo. Mi limito a fare spallucce, nascondendo la faccia nella salvietta azzurrognola. Lui deve essersi irritato alquanto a giudicare dall'espressione che vedo riflessa allo specchio; mi dà un pizzicotto al fianco e approfittando del momento mi strappa la salvietta dalle mani, incrociando le braccia: "Si può sapere che hai? Sei incazzato per qualcosa?"
"Arrivaci da solo" sussurro contrariato.
"Allora sarò scemo ma non ci arrivo...dimmelo un pò tu..."; la sua voce è salita di un tono.
Sospiro girando lo sguardo verso la finestra. 
"Ehi, non fare il bambino..." esclama; poi vedendo che non ho la benchè minima intenzione di rispondergli mi tira un lieve calcio nell'incavo delle ginocchia; le gambe mi cedono e cado pesantemente col fondoschiena a terra. "Ma sei cretino??" gli urlo. 
Lui si siede a cavalcioni sopra di me, afferra il mio mento e mi guarda fisso negli occhi: "Non avevamo deciso insieme di non nasconderci più niente? Non avevamo deciso che se avessimo avuto dei problemi ne avremmo parlato tranquillamente?"
"Sì...hai ragione" ammetto vergognandomi...dopo essere tornati insieme abbiamo giurato di parlare dei nostri problemi, se ve ne fossero stati. In fondo era questo il motivo che ci aveva separato...


"E allora vuoi dirmi che c'è? ...non ti è piaciuto...?" afferma arrossendo vistosamente e abbassando per un attimo gli occhi.
Sorrido. Sembra lui il bambino in questo momento. "No, non è per quello..." gli dico accarezzandogli i capelli "Sono rimasto...un pò deluso".
"Da me?" domanda titubante.
"...ti ricordi cosa succede domani?" 
Lui sorride; appoggia le sue labbra alle mie: "E' un mese che siamo ritornati insieme..."
Io arrossisco sentendomi un perfetto imbecille. Lui ride di gusto, baciandomi nuovamente: "Avevo già progettato tutto e non volevo anticiparti niente. Ma se ti arrabbi così ti spiego, ok?"
Annuisco con la testa; a questo punto, rovinata la sorpresa che Kaede aveva preparato per me, voglio sapere tutto quello che aveva in mente. "Però prima facciamo la doccia assieme..." sussurra maliziosamente il mio amante...e non me lo faccio certo ripetere due volte!


A tavola, davanti a una frittata di riso (è riuscito anche a fare i polipi coi wurstel?!?) Kaede mi spiega con calma serafica i suoi progetti per l'indomani, senza però scendere nei particolari. Lo svolgimento della giornata è quello di un classico incontro tra fidanzati: pranzetto sul lago, passeggiata romantica e fine serata da destinarsi...la cosa mi stuzzica alquanto. Lo ringrazio timidamente e mi riscuso ancora per la figuraccia...lui sorride: "Non è colpa di nessuno se sei così passionale e focoso"; mi prende anche in giro sto scemo!!


...


La mattina dopo mi sveglio calmo e rilassato, pronto per godermi la giornata col volpino. Indosso una maglietta chiara e un paio di jeans, niente di particolarmente elegante o vistoso...in fondo per i miei genitori e per tutti è una "cena con un amico". Questa frase mi intristisce un pò...però cerco di non pensarci.
Perfino mia madre, mentre esco dalla camera, si stupisce: "Akira...come sei solare oggi" esclama ridendo. Avrà preso uno dei suoi soliti psicofarmaci? Oppure l'ingegner Sendoh questa notte è tornato a dormire a casa? Sta di fatto che non voglio rovinarmi la giornata pensando alla famiglia...non oggi.


Esco immergendomi nella luce del sole...guardo il cielo: anche il tempo è favorevole...mi stiracchio soddisfatto e mi avvio verso la metropolitana. Ma non faccio neanche in tempo a varcare la soglia del cancello che sento un clacson rimbombare nel silenzio dell'isolato; mi giro verso la macchina, un Pegeout verde scuro lucente (so che in Japan il Pegeout non c'è, però è una macchina che adoro ^o^ n.d.A.), vedo il finestrino abbassarsi silenzioso e Kaede fare capolino: "Pensavi di andare a piedi fino al lago?" 
Sorrido. Mai visto Kaede alla guida e la cosa mi spaventa un pò. Salgo titubante sull'autovettura; un forte odore di nuovo, plastica e tessuto insieme, mi colpisce: "Ma è nuova?" domando.
"E' di mio padre...ma lui non la usa mai" esclama controvoglia Kaede.


Silenzio.


Lui mi guarda di traverso: "Buongiorno Kaede! Tutto bene? Auguri per oggi!" dice facedomi il verso: "Ti interessa solo la macchina?".
"Ah, scusa! Davvero è che...non ti ho mai visto guidare e..."
Kaede si gratta la testa "...e hai paura di finire nel lago alla prima curva? Alla faccia della fiducia..." esclama spegnendo la macchina e guardandomi fisso negli occhi "Sono due anni che ho la patente, SENPAI...non ho mai fatto un incidente"
La cosa non mi tranquillizza molto...comunque gli sorrido e dopo essermi avvicinato lo bacio; dapprima teneramente, poi con crescente passione...tanto è presto e per strada non c'è nessuno. E anche se qualcuno ci fosse non me ne potrebbe fregare di meno.
"Auguri Kacchan" gli sussurro dopo esserci staccati.
"Auguri anche a te Akira..." mi risponde arrossendo un poco.


...


Il posto scelto da Kaede è davvero caratteristico; il ristorante in questione si erge per più piani (probabilmente è adibito anche a motel) le cui pareti sono costituite da grossi blocchi di pietra grezza; noto con piacere anche file e file di vivaci gerani che sporgono dalle finestre e dalle balconate in ferro battuto. Dietro al fabbricato c'è un ampio prato che si stende e che poco più avanti termina in un piccolo lago dalle calme acque verdognole. Un saporito aroma si spande nel circondario..."Un ristorante italiano?" domando con uno strano luccichìo negli occhi.
Lui annuisce sorridendo; come diavolo fa a sapere della mia passione per la cucina mediterranea?? "Ma è ancora presto" afferma Kaede "Ti va di fare un giretto prima di mangiare?"


Sorrido. Ci incamminiamo per una stradicciola che circonda interamente il laghetto e che è leggermente ombreggiata da una fila di alberi a grosso fusto da una parte, mentre dall'altra sfocia in una spiaggetta sabbiosa e sassosa. Il sole che filtra tra le fronde dà un senso di calma apparente...infatti poco dopo una squadriglia di bambini in costume (non avevo notato che a qualche metro di distanza c'è anche un campeggio!) ci taglia la strada gettandosi nella calda acqua facendo un gran baccano.
Io e Kaede di guardiamo sorridendo: "Ma dove l'hai trovato questo paradiso?" domando.
"Mio padre e mia madre mi portavano spesso qui...da piccolo" mi spiega: "A me è sempre piaciuto questo posto...rispecchia un pò la mia natura, il mio modo di essere".
Annuisco. Effettivamente è vero...tranquillo, solitario, ma anche pulsante ed energico...


Dopo un primo chilometro il panorama cambia: ci troviamo adesso a costeggiare una grossa distesa di alti e slanciati giunchi che ondeggiano alla fresca brezza lacustre. Più in là si notano una decina di windsurf e un uomo che, dalla riva, ne da la disposizione.
Mi giro a guardare il mio amante; sta osservando incuriosito un altro gruppo di bambini che, strappati alcuni giunchi, ne utilizzano gli steli come improbabili "armi da combattimento".
"Io non ho mai avuto tutta sta fantasia!" esclama in modo un pò deluso.
Mi avvicino a lui e gli stropiccio i capelli: "Tutta la fantasia l'hai impegnata nel basket" gli dico "E soprattutto nello sconfiggere me".
Lui mi tira un leggero pugno nello stomaco e, dopo essersi guardato attentamente attorno, mi dà un casto bacio sulle labbra. Poi riprende a camminare come niente fosse lasciandomi solo, col cuore a mille e totalmente imbarazzato. Mi incammino anche io, lasciando però qualche passo di distanza da lui.


Terminiamo la passeggiata sedendoci su un basso muretto a dirimpetto sul lago...una leggera brezza scompiglia i suoi capelli color ebano e il sole già alto nel cielo lo costringe a tenere socchiusi gli occhi...è davvero bellissimo in questo momento. Non posso evitare di fissarlo.
"Mi piacerebbe" dice tutt'ad un tratto, facendomi sussultare.
"Cosa?" 
Gira il viso verso di me: "Mi piacerebbe prenderti per mano quando camminiamo insieme e poterti baciare quando ne ho voglia..."; poi sospira girando lo sguardo verso la sponda opposta del lago.
Credo di essere arrossito e di essere rimasto a fissarlo per qualche minuto come un cretino. E' la medesima cosa che pensavo io stamattina...ed era la prima volta che mi ponevo il problema. La nostra storia sta diventando così importante per entrambi?
"Anche a me...piacerebbe..." sussurro.
Kaede mi guarda serio e mi sfiora la mano. Ho davvero una gran voglia di baciarlo ma...delle grida irrompono nel silenzio, rompendo il "magico momento". Lui sospira di nuovo, poi scende saltando dal muretto e mi consiglia di avviarci verso il ristorante, visto che ormai è mezzogiorno passato da un pezzo.


All'interno il fabbricato è ancora più bello e caratteristico; le pareti bianche e rosee, le finestre aperte e luminose, il personale cordiale e sorridente. Ci fanno accomodare ad un tavolo posizionato su una balconata che si affaccia sul grande prato retrostante: una posizione dalla quale si sente una forte aria salmastra.
Il pranzo è più che stuzzicante: un antipasto di pesce e verdure, un primo di lasagne e ravioli, un secondo di carne e pesce con abbondanti contorni di verdure alla griglia, ottimo vino rosso e bianco e, per finire, frutta e torta gelato.
Inutile dire che non ho rinunciato a nessuna portata; arrivo al caffè con almeno un paio di chili in più ma tanta soddisfazione.


"Dovrebbe vedermi il coach adesso!" sogghigno.
"Beh, effettivamente sei una fogna!" esclama ridendo Kaede; e non ha tutti i torti...ho mangiato il doppio di lui.
"Mentre aspettiamo il caffè vado in bagno" pronuncio sofferente; "Vengo anche io" esclama lui, seguendomi silenziosamente.
Ma non faccio neanche in tempo ad entrare nell'antibagno che, dopo aver accostato la porta, mi spinge contro il muro e mi bacia con passione. Rispondo al suo bacio nonostante la paura di possibili "guardoni"...Kaede sembra addirittura più esplicito del solito; devo ringraziare il vino?!?
"Kaede basta" dico staccandomi da lui "Se entra qualcuno è un casino!"
"Hai ragione..." esclama evidentemente accaldato "Ma non ce la facevo più. Sarà il caldo, sarà il vino..." Termina la frase arrossendo vistosamente e abbassando lo sguardo verso terra.
Rido accarezzandogli la testa: "Anche per me è lo stesso...ma non voglio che tutto si rovini. E poi oggi è la prima volta che usciamo insieme da...fidanzati..."
Lui annuisce abbozzando un mezzo sorriso; poi pronuncia qualcosa che non riesco a capire: "Cosa?".
"..."
"Kaede non riesco a sentire...ti sei mangiato la lingua?"
"Ti amo..."
La frase mi lascia senza parole...anche perchè effettivamente non me l'aspettavo. Certo me l'aveva già detta, ma erano solo casi isolati...il volpino non è mai stato molto emancipato sotto l'aspetto "sentimentale"; è infatti toccato a me dichiararmi, tempo prima, insicuro (o quasi) di ciò che lui provava. 
Sento il cuore sciogliersi ed aumentare al tempo stesso di battiti...lo abbraccio così forte da fargli male. Lui zittisce, forse aspetta una mia risposta ma non riesco a pronunciare niente; ho un groppo in gola che mi blocca i sensi. 


"Anche io ti amo" riesco a pronunciare poco dopo.
Lo bacio con dolcezza e, dopo aver usufruito della toilette (molto fine, Akira...davvero molto fine! O_o' n.d.A.) ci riavviamo nel salone. 
Kaede mi costringe a non pagare..."Questo è il mio regalo per te..." pronuncia "Ma stasera ce ne sarà uno di gran lunga migliore..." sussurra poco dopo. Questa frase mi preoccupa un pò, soprattutto perchè è seguita da uno sguardo alquanto malizioso del mio amante. Sorrido incerto...che diavolo avrà in mente per la serata?
Usciamo dal ristorante che sono le 14 passate. Lui mi spinge piano verso la macchina: "Dove andiamo adesso?" gli domando.
"In un posto..." mi risponde superficiale.


Dopo una mezz'oretta di viaggio si ferma, parcheggiando la macchina. Mi invita ad abbandonare l'autovettura; scendo curioso, e guardo davanti a me: lo spettacolo è da togliere il fiato. Siamo ancora sul lago, ma questo luogo è molto diverso da prima. Sembra un quadro d'autore...i colori si mescolano, le luci si fanno vive e splendenti.
Sospiro, rimanendo abbagliato. Kaede si abbraccia da dietro: "Ti piace?" mi domanda.
Io incrocio le mani con le sue: "E' splendido...ma venivi davvero qui da bambino?"
"Quando ancora si ritenevano marito e moglie, i miei genitori mi portavano spesso qui. E' come ripercorrere una parte della mia infanzia..." I suoi occhi sono brillanti. Sta per piangere...dimenticavo che anche lui ha avuto un'infanzia tutt'altro che facile.
Mi giro verso di lui e l'abbraccio forte: gli passo una mano tra i capelli, mentre lui affonda il viso sulla mia spalla, tremando leggermente.
"Kaede...va tutto bene?". Assumo un tono involontariamente preoccupato.
"Sì...va tutto bene" mi esclama alzando lo sguardo "Ti ringrazio".
Si stacca da me camminando verso il lago...sembra così indifeso. Mani in tasca e passo deciso...a vederlo non si direbbe che soffra così tanto. 
Mi avvio seguendo la sue orme: ci sediamo sulla rivetta del lago, uno accanto all'altro, ognuno coi propri pensieri. La calda brezza primaverile scuote i suoi ciuffi corvini.
Dopo poco appoggia le testa sulla mia spalla e intreccia una mano nella mia; il suo sguardo è ancora perso nel vuoto.
"Kaede, se ti fa così male rimanere qui...forse è meglio che ce ne andiamo"
Squote la testa: "No...qui ho dei bei ricordi. Non voglio rovinarli. E voglio costruirne di nuovi con te"
Oggi mi sta davvero stupendo...gli scocco un bacio sulla testa, poi riprendo ad osservare le increspature che il vento disegna sulla liscia superficie lacustre. Alcune papere, in combutta tra loro, si rubano dei pezzi di pane. Altre si crogiolano al sole, coricate poco distanti da noi. E' tremendamente rilassante questo posto...il mio amante osserva incessantemente l'orizzonte, torturandomi le dita della mano...è nervoso e teso al massimo.


Rimaniamo così, in silenzio, per circa mezz'ora. Poi Kaede prende la parola: "Dimmi la verità, Akira...ti sei pentito di essere tornato con me?"
Giro la testa verso la sua cresta bruna: "Perchè mi domandi questo?"
"Non lo so...ho paura di stufarti. Ho un carattere difficile...indomabile...ma con te mi sento bene"
Gli passo un dito sul mento, alzandogli il viso verso di me: scruto con foga nei suoi grandi occhi blu..."Non dire che mi stanchi...io ti amo. Mi piace tutto di te...anche questo carattere che tu giudichi 'difficile ed indomabile'. Mi spiace soltanto che tu soffra così tanto" rispondo tutto d'un fiato. 
Lui sorride. Apertamente, senza sotterfugi. Sorride e mi abbraccia; il suo cuore batte forte...Kami, sento che sto per commuovermi. E non posso certo guardarlo con gli occhi annebbiati..."Torniamo a casa" mi dice con calma; sembra avere ripreso tutto il suo autocontrollo, anche se so che dentro ha il cuore a pezzi.


...


Mi porta a casa sua; come al solito i suoi non ci sono...molte volte mi domando che abbiano da fare di tanto importante da lasciare sempre il figlio solo.
Lui chiude la porta a chiave e mi invita a sedermi: "Vado a prendere qualcosa da bere" esclama allontanandosi verso la cucina e tornando con una grossa bottiglia di champagne (crepi l'avariziaaaaaaaaa^^ n.d.A.).
La stappa e versa il contenuto in due costosi bicchieri in cristallo, proprietà tangibile di sua madre; poi me ne porge uno, invitandomi a brindare.
Lo guardo sorridendo e alzandomi in piedi: "A noi due" esclamo bevendo un goccio di liquido dorato e passandoglielo nella bocca dopo un fugace bacio: "A noi due" risponde lui, facendo la stessa cosa. Abbandoniamo poi i bicchieri sul tavolo e mi avvento con passione sulle sue labbra rosee. Non prima di avergli passato in mano una scatolina color oro: "Cos'è?" mi domanda.
"Tu mi hai offerto il pranzo...io rimedio con questo" esclamo sogghignando.
Kaede si siede sul divano e con fare curioso scarta il presente; i suoi occhi si illuminano quando ne scopre il contenuto: "Un bracciale...?"
"Ti piace? Non conosco ancora i tuoi gusti in fatto di gioielli" gli dico schernendolo.
"Certo..." la sua voce trema "Ti ringrazio" esclama indossandolo sul polso destro. Crea un certo contrasto con la sua pelle bianca...
"Auguri" gli sussurro all'orecchio prima di morsicarglielo piano. Poi scendo verso il collo, lasciando una serie di piccoli baci bollenti...la sua pelle è così fredda. Lui mi abbraccia cercando di togliermi la maglietta, mentre io passo a sganciare i bottoni della camicia scura che indossa.
Ora che ho libero accesso al suo petto, gli tormento per un pò i capezzoli turgidi con la bocca, mentre con le mani gli graffio leggermente la schiena liscia; trema...trema e comincia a gemere. Però si riprende subito: "Aspetta...andiamo in camera" mi dice piano.


Lo seguo in camera sua: è sempre fredda e malinconica come me la ricordavo. Le mura bianche e il copriletto azzurro, scrivania bianca e sedia azzurra. Tremendamente gelido.
Mentre osservo spudoratamente la sua stanza, lui mi toglie la maglietta e mi spinge sul letto; poi lo vedo arrotolare l'indumento tolto e legarmi le mani allo stipite in ferro.
"Kaede...?" domando inquietato. Lui sogghigna e finisce la sua opera stringendo un bel nodo: "Non preoccuparti".
"Ma..." tento di replicare, mentre lui mi slaccia i jeans lasciandomi coi soli boxer: "Hai messo quelli che ti ho regalato io tempo fa" osserva soddisfatto.
"Sì, ma..."
"Silenzio" mi interrompe lui mettendomi l'indice davanti alla bocca: "E lasciami fare..."
Lo vedo aprire un contenitore cilindrico che c'è sul comodino, estraendone un pezzo di ghiaccio che prontamente mette in bocca, lasciandone uscire un'estremità. I suoi occhi brillanti mi eccitano in maniera spaventosa. Comincia a passare il cubetto di ghiaccio sulle mie labbra, con veloci toccate e movimenti circolari, facendo cadere le piccole gocce lungo il collo...poi scende, malizioso, sull'incavo della spalla, strofinando più volte il cubetto fino a lasciare una scia umidiccia.
Sento il sangue bollire, e il cuore comincia a battermi forte..."Kaede..." Il freddo del ghiaccio sul mio corpo accaldato fa quasi male...è tagliente e bruciante, come la lama di un coltello.
Il mio amante passa poi al petto: gira vorticosamente attorno ai capezzoli, facendomi davvero male...poi segue la linea degli addominali e si ferma all'ombelico. Lì abbandona il freddo pezzetto, giocandoci poi con la lingua: alternanza di caldo e freddo, lingua e ghiaccio, mi provocano dei brividi insopportabili che mi percorrono la schiena mozzandomi il fiato. Squoto forte le mani legate, ma non riesco a liberarmi: ha fatto un nodo da maestro, non c'è che dire.
Finalmente la tortura finisce: Kaede afferra con le mani il cubetto ormai sciolto e lo rimette nel contenitore, risalendo poi sul mio corpo e ripercorrendo, con la bocca stavolta, il tragitto fatto prima. Intanto le sue mani giocherellano con l'elastico dei boxer, accarezzando la mia erezione sopra la stoffa. Sudo; mi agito in preda a convulsioni quasi esagerate. Mi sembra di impazzire...ma proprio i giochini turchi doveva mettere in pratica?? Anche se la cosa, effettivamente, non mi da poi molto fastidio...


Quando la sua bocca vorace arriva alla pancia, Kaede intinge la lingua in quelle goccie che, in seguito allo sciogliersi del ghiaccio, avevano trovato sosta nel mio ombelico. Il cuore mi sta davvero battendo all'impazzata, mentre lui sembra controllarsi perfettamente. 
Staccatosi, mi guarda; il suo sguardo voglioso mi preoccupa davvero: lo vedo slacciarsi i pantaloni e abbandonarli sul pavimento. Poi mi toglie con calma serafica i boxer, strofinandoli contro il mio sesso...i suoi fanno la medesima fine poco dopo. Si sdraia provocante su di me: il contatto tra le nostre erezioni fa sussultare entrambi e mi accorgo finalmente che anche Kaede sta gemendo. 
"Ben...ti sta, iceman..." riesco a pronunciare sorridendo. Lui mi osserva torvo e inarca un angolo della bocca. Ahia. Mi ero dimenticato di essere in balìa di questa volpe maniaca.
Il mio sguardo preoccupato lo fa ridere soddisfatto; mi bacia, infilando la lingua nella mia bocca, mentre con una mano passa a sfiorare il mio sesso. Poi si stacca, scendendo nuovamente verso il basso; piega le mie gambe, sistemandosi nel mezzo. Oddio...lo vedo succhiarsi beato l'indice della mano destra! "Kaede...non dovrò mica prenderlo io???" grido con tutta la voce che ho in gola (so che questa scena ricorda quella apparsa sul n°3 di Kizuna...non me ne voglia, Kodacha sensei! Mi piaceva vedere la reazione di Akira alla paura di ritrovarsi ute...ehehehe^^;;; n.d.A.).
Lui rialza ancora l'angolo della bocca, assumendo un'aria da perfetto stupratore: "Ti darebbe fastidio la cosa...?"
Paura. Panico. Terrore. Non che non mi fidi, ma...abituato ad essere seme...l'idea di "stare sotto" non mi piace neanche un pò. Mi agito: "Kaede...ok, lezione imparata. Ma ti prego fermati!"
Lui si fa serio: allunga una mano coprendomi la bocca, mentre tenta con ogni mezzo di tenere aperte le mie gambe...Kami, non vorrà farlo sul serio! Kaede...seme??? 
Osserva con tranquillità le mie reazioni...devo proprio essere arrossito come un imbecille! E mentre mi fissa, sento il suo dito stimolare delicatamente il piccolo foro...mi irrigidisco con violenza, inarcando la schiena. Chiudo gli occhi: non posso sopportare il suo sguardo in questo momento...ho paura, lo ammetto. Stringo forte le natiche senza volerlo...classico gesto incondizionato che spero gli faccia capire che non sono assolutamente d'accordo con quello che sta facendo.


Poco dopo però la sua mano mi libera la bocca, e il dito che poco prima mi stava penetrando non c'è più; apro un occhio per accertarmi della situazione: il mio amante si è messo cavalcioni sopra di me e mi guarda sogghignando: "Cagasotto" mi sussurra.
Sospiro. Mi sta quasi venendo da piangere...slega la maglietta che mi teneva legate le mani, liberandomi dalla prigionia. Mi massaggio i polsi dolenti, mentre lui continua a fissarmi imperterrito: "Ben ti sta...smileman" mi dice tutt'ad un tratto.
"Sei proprio un bastardo!" gli dico tirandogli un pugnetto sulla guancia "Mi hai fatto preoccupare davvero!"
"Cretino...non ti farei mai una cosa del genere contro la tua volontà" mi dice piano avvicinando il suo volto al mio: "Ti amo" conclude baciandomi nuovamente. Lo abbraccio forte, tentando di invertire la posizione dei nostri corpi. "No, stai così" mi sussurra all'orecchio.
Si allontana di qualche centimetro fissandomi dritto negli occhi: poi si alza sulle gambe e si fa penetrare velocemente, facendosi sfuggire un gemito di dolore.
"Kaede..." gli dico asciugandogli le lacrime: "Fermati se ti fa così male..."
"No...sto bene" sussurra sbuffando; poi comincia a muoversi su e giù, rapidamente, facendo presa sulla mia pancia e sulle gambe...lo vedo arrossire e i muscoli delle sue gambe si contraggono dannatamente per riuscire a mantenere il ritmo. Non è certo una posizione facile. Tento di aiutarlo mettendogli le mani sui fianchi: "Metti le mani sul letto, accanto a me" gli dico afferrandogli le braccia. Le sue gocce di sudore cadono pesanti sul mio petto, mescolandosi alle mie...il suo fiato caldo mi fa impazzire. So di non poter resistere a lungo, così cerco di stimolarlo maggiormente prendendo il suo sesso nella mano e muovendomi veloce.


...


Siamo venuti quasi in contemporanea. Kaede si è accasciato, esausto, sopra di me...i tuoi capelli bagnati si sono sparsi sul mio viso. L'ho abbracciato forte, mentre i nostri cuori battevano lo stesso ritmo. 
Ci siamo addormentati, uno nelle braccia dell'altro...al risveglio l'ho trovato a fissarmi divertito: "Buongiorno" gli dico.
"Buongiorno" mi risponde dandomi un casto bacio. Poi appoggia la testa sul mio stomaco, mentre giocherella con le dita della mia mano destra. In questi momenti sembra davvero un bambino capriccioso.
"Da dove ti è saltato fuori il giochetto col ghiaccio?"
"Mmmmh...non lo so..." risponde svogliato (legge Cosmopolitaaaaaaan! XD n.d.A.) "Però è un pò che ci pensavo. Non ti è piaciuto?"
"Beh, direi che è stato alquanto pericoloso, ma...eccitante" rispondo guardando verso il soffitto. Lui sorride, poi guarda l'orologio: "Sono quasi le 20...ti va di mangiare qualcosa?"
Annuisco...effettivamente devo aver già consumato le calorie ingerite a pranzo. Kaede si riveste e abbandona la stanza, lasciandomi solo. Mi alzo poco dopo e rindosso boxer e jeans...la maglietta è effettivamente da stirare...come spiego a mia madre la causa di questo stropicciamento??
Sento il campanello della porta suonare più volte; indosso una delle magliette di Kaede che trovo nel cassetto e mi affaccio timoroso alla porta della camera; la voce che risponde a Kaede mi sembra famigliare...


* FINE PARTE I *

  


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