Disclaimers: I personaggi sono di Takehiko Inoue e della I.T. Planning. La storia è nostra.
e guai a chi ce la tocca!!! Xeno è pronta a suonargliele!!
The final cut
di Forbidden Angelus e Xeno
Parte 1/?
Una
partita in sospeso.
Yohei respirò a fondo. Era freddo e l'aria gelata penetrò nel suo naso
pungendolo come tanti piccoli aghi. Adorava l'inverno.
Certo, era freddo, ma era proprio quello che adorava dell'inverno. La neve,
il mare, il cielo grigio, il paesaggio spettrale, i tramonti, le albe, il
freddo.
Adesso che si era alzato anche il vento cominciavano a lacrimargli gli
occhi.
Si strinse ancora di più nel suo cappotto con le mani guantate.
Espirò ed il fiato venne fuori in nuvolette bianche davanti alla sua
faccia. Alzò la testa verso il cielo e chiuse gli occhi, mentre pedalava
lentamente.
Ormai sapeva la strada a memoria.
Quello era il suo posto segreto, lo aveva trovato una volta, in un caldo
pomeriggio d'estate, quando non sapeva cosa fare.
Era un parco abbandonato e non ci veniva quasi nessuno, era il suo rifugio.
In marzo e in aprile i ciliegi fiorivano e diventavano fantastici, mentre
d'inverno i loro rami erano carichi di neve.
Fermò la bicicletta e l'appoggiò ad un tronco, si voltò e stava per
dirigersi verso la panchina che sapeva avrebbe trovato lì, quando si bloccò.
C'era qualcuno seduto sulla panchina.
Da quello che poteva vedere era molto alto e stava fumando.
Vedeva il rosso della brace della sigaretta aumentare di intensità a
intervalli regolari e poi una nuvola di fumo grigio che veniva buttata
fuori.
Si avvicinò lentamente, senza far rumore.
Intanto la persona seduta cominciava ad acquistare una fisionomia precisa.
Pelle pallida che sembrava brillare alla luce della luna, capelli del color
dell'ebano e occhi chiusi.
Rukawa.
Era proprio Rukawa.
Lo osservò per qualche secondo. Non sapeva che Rukawa fumasse. Certo,
questo spiegava la sua mancanza di fiato durante le partite.
"Ehi, ciao Rukawa!" esclamò, raggiungendo il suo fianco.
L'altro ragazzo si voltò verso di lui e lo degnò solo di un'occhiata
veloce, poi tornò con lo sguardo fisso davanti a sé.
Solo in quel momento Yohei notò che non indossava affatto un cappotto e che
stava tremando dal freddo.
"Ma sei pazzo ad uscire con questo freddo senza niente addosso?"
"Tienimela."
"Eh?"
Rukawa gli porse la sigaretta e Mito la prese, poi tornò ad osservare il
ragazzo più alto che si portò le mani alla bocca e buttò fuori tutto il
fumo, riscaldandosele.
Dopodiché si voltò di nuovo verso di lui e ripresa la sigaretta.
"Tu sei davvero pazzo!!" esclamò Yohei, togliendosi il cappotto e
appoggiandoglielo sulle spalle.
Il volpino si voltò a guardarlo, stupito.
Yohei lo prese per un braccio e lo trascinò via. Forse era più basso, ma
aveva la stessa forza, se non maggiore, dell'altro.
"Ti porto a casa, andiamo. Monta dietro."
Rukawa era sempre un po' stupito, ma, dopo aver spento la sigaretta, salì
sul portapacchi della bicicletta.
"Entra, forza." gli disse Yohei, scossandosi la neve di dosso.
Rukawa attraversò la soglia di casa Mito e si tolse il cappotto che era di
Yohei (come gli era fatto ad entrare non lo so neanche io. NdAngie).
"Siediti sulla poltrona, ti porto qualcosa di caldo."
Kaede annuì impercettibilmente e si sistemò nel salotto.
Era una bella casa. Calda e accogliente.
Ma non c'era nessuno?
"Ecco qua."
Yohei gli porse una tazza di cioccolata fumante.
"Vado a prepararti la vasca."
"Vasca?"
"Sei mezzo congelato, ti ci vuole un bagno caldo."
Rukawa lo fissò per un secondo, ma non replicò e cominciò a bere la sua
cioccolata.
"Hanamichi, sono Yohei."
'Ehi ciao!!!'
"Senti, potresti portarmi un Una tua tuta e due magliette?"
'Perché?'
"Perché mi servono."
'Okay. Sarò lì da te in un batter d'occhio!!'
"A dopo."
Yohei rimise la cornetta a posto e si sedette sul divano.
Solo allora si accorse di avere la maglia completamente bagnata.
Aveva prestato il suo cappotto a Rukawa e aveva pedalato nella neve con solo
la maglia.
Doveva ammettere che probabilmente era lui il più congelato dei due.
Si strinse nelle spalle e andò in camera sua per cambiarsi.
Si stava mettendo la camicia quando suonarono al campanello.
Sarà sicuramente Hanamichi.
Scese di nuovo le scale e andò ad aprire, con la camicia mezza aperta.
Inutile dire che si prese quasi un accidente appena aprì la porta.
Il rossino entrò, insieme alla tormenta.
"Ecco qua i vestiti, ma a cosa ti servono, scusa?" esclamò
Hanamichi, consegnandogli una borsa.
"Be'."
"Ehi."
Sia il rossino che Yohei si voltarono nelle direzione della voce per
scoprire una Rukawa in accappatoio e con un asciugamano in testa.
"Sì?"
Yohei con la camicia tutta di fuori e sbottonata.
Rukawa con l'accappatoio.
Sakuragi ci mise un secondo a fare due più due.
Sbagliando.
"Yohei!!!" Hanamichi esclamò.
Poi lo prese da parte e gli sussurrò "Vabbe' che è bello. Ma non ti
sembra un po' troppo freddo? Dai retta a me, Yohei. Non è tipo per te,
quello." dopo un secondo aggiunse, maliziosamente "Spero che
almeno a letto se la cavi e non si addormenti durante."
"Hanamichi!!!" esclamò Yohei, arrossendo impercettibilmente
"Ma che dici?!"
"Ah, vuoi dire che tu e lui non."
"No."
"Ah."
Ci fu silenzio per un attimo, durante il quale Hanamichi arrossì
violentemente.
"Allora che diavolo è successo?!"
"Do'aho."
Rukawa riportò l'attenzione dei due su di lui.
"TEME!!"
"Tieni, Rukawa, vestiti con questi. I tuoi vestiti erano tutti
bagnati."
Yohei porse la borsa con i vestiti al volpino.
Hanamichi ci rimase di merda.
"M-M-M-Ma. I miei vestiti." riuscì a balbettare, mentre il
volpino si dileguava su per le scale.
Yohei finì di abbottonarsi la camicia e indossò anche una felpa sopra di
essa.
"Vuoi qualcosa da bere, Hanamichi?"
"Eh?"
"Vuoi qualcosa da bere?"
"No, grazie. Vado via subito. Sai, mia madre è tornata da poco."
"Davvero? Allora non farla aspettare!!!" Yohei esclamò.
"Okay, ciao!!"
E così Hanamichi si dileguò.
"Allora, Rukawa. Perché?"
"Uh?"
Il volpino si voltò verso di lui. Adesso erano entrambi seduti in salotto,
Yohei sul divano e Rukawa di fronte, sulla poltrona.
"Perché eri fuori senza niente con questo freddo?"
Mito attese la sua risposta a lungo, ma questa non arrivò mai. Rukawa si
era limitato a fissarlo per qualche secondo e poi si era addormentato sul
divano.
(tanto per cambiare. NdXeno)
Yohei si strinse nelle spalle e si preparò a svegliarlo.
Lo scosse un poco, ma con sua immensa sorpresa, nessun pugno lo colpì.
Sospirò, sollevato.
"Vieni, ti faccio vedere la stanza degli ospiti."
"Hn?"
"Dormi qui, stanotte."
Rukawa lo seguì in silenzio.
"Perché?"
La domanda uscì dalle labbra di Rukawa in un sussurro che però, nel
silenzio della casa e nel frusciare dei loro passi, si sentì perfettamente.
"Se tu non rispondi alla mia domanda, io non rispondo alla tua."
Come risposta ebbe il silenzio di Rukawa. Di nuovo.
Si strinse nelle spalle e aprì la porta davanti a sé.
"Prego. Sistemati come vuoi. C'è anche un pigiama di mio padre,
dovrebbe entrarti."
Rukawa annuì.
Lo superò in un frusciare di abiti, poi però si voltò verso di lui e lo
guardò negli occhi.
"Grazie."
Fu un secondo e poi la porta fu chiusa.
Yohei non sarebbe stato capace di dire se fosse stata soltanto la sua
immaginazione oppure.
Rukawa lo aveva ringraziato.
Yohei si strinse nelle spalle.
Solo perché fa lo stronzo questo non vuol dire che lo debba essere.
Si massaggiò la schiena e si diresse verso la sua camera.
Certe volte il buio lo opprimeva.
Ma adesso era mattina.
Poteva dirlo dal raggio di luce che illuminava la stanza, squarciando la sua
oscurità e riducendola ad una mera penombra.
Il buio lo opprimeva, a volte.
Ma lo preferiva alla luce.
Si raggomitolò contro il muro, come faceva sempre quando non voleva
alzarsi.
Si stringeva sempre al muro.
Lo faceva sentire protetto avere una barriera solida dietro a sé a cui
potersi appoggiare, senza paura che crollasse.
Solo che lì non c'era il muro. Dov'era finito? Cos'era quel vuoto?
Sentì di cadere.
I suoi occhi si spalancarono, il suo fisico improvvisamente sveglio, pronto
all'azione, pronto a reagire.
Ma fu troppo tardi.
Rukawa Kaede cadde dal letto con un tonfo sordo, in un groviglio di gambe e
lenzuola, battendo la testa e imprecando.
Si era dimenticato di essere a casa di Mito.
Il letto nella camera degli ospiti di Mito non aveva il muro dalla parte
sinistra, come a casa sua.
Si massaggiò la testa dolorante e si stropicciò gli occhi.
Come uno zombie si diresse verso il bagno e si lavò la faccia.
"Ben svegliato!!" esclamò una voce, ferendogli le orecchie.
"Ho sentito un po' di rumore, è successo qualcosa?"
Mugugnò qualcosa, senza preoccuparsi se l'altro ragazzo avesse capito.
"Andiamo. Cerca di essere meno scontroso!!" ridacchiò l'altro
"Come pensi che le persone ti possano sopportare se continui ad agire
così?!"
"Non mi interessa se le altre persone mi sopportano o no."
"Perché, scusa?"
"Rispondi prima alla mia domanda e poi io risponderò alla tua."
il volpino ribatté.
"Non prima che tu mi abbia detto perché ti trovavi là, ieri
sera."
Il silenzio calò tra loro.
Era come un circolo vizioso e tutto dipendeva da Rukawa.
Certo Mito avrebbe potuto cedere e rispondergli, ma non avrebbe mai mollato
l'osso.
Così come lui non avrebbe mai ceduto.
Per adesso.
"Che ne dici di andare a fare due tiri al campetto qui vicino?"
La proposta di Mito arrivò inaspettata e lui lo guardò con aria stupita.
"Perché mi guardi così? Guarda che io sono il capitano della squadra
di Street Basket del quartiere. cosa credi. A dire la verità sono stato io
a convincere Hanamichi ad entrare nel Club di Basket."
"Volevo ben dire."
"Cosa?"
"Forse è un idiota, ma non credo che lo sia a tal punto da giocare per
una gallina svampita."
"Ah! Ah! Già!!"
Rukawa si lavò la faccia e poi tornò verso la stanza barcollando e
stropicciandosi gli occhi.
Certo che è davvero un tipo strano. Un attimo prima è sveglissimo, poi si
addormenta di nuovo. Mah!!
Yohei fece spallucce e andò in camera sua per recuperare il pallone.
Fuori era una bella giornata. Aveva smesso di nevicare e la strada era
coperta di neve. Era caldo e il sole splendeva.
Rukawa scese le scale con addosso la tuta rossa, bianca e nera di Hanamichi.
Era una taglia sopra ma gli stava comunque bene.
"Andiamo."
"Ma, Rukawa. Non fai colazione?"
"Non mangio mai la mattina."
"Allora."
Mito uscì e Rukawa lo seguì. (Ecco a voi la rima. NdXeno Sei pazza.
NdAngie Forse. NdXeno)
"Eccoci qua, non è un granché, ma se la cava, come campino!!"
Yohei esclamò, appena furono arrivati.
In effetti non era nelle migliori condizioni: la retina del canestro non
c'era più; qua e là, attraverso il cemento, spuntava dell'erba e le righe
tracciate per terra, che una volta dovevano essere di un colore rosso
accesso, si intravedevano appena, tanto erano sbiadite.
"A trenta punti si vince. Morra cinese per chi comincia."
La palla toccò a Yohei che si portò verso il canestro, palleggiando molto
basso, veloce come un furetto.
Forse veloce quanto Ryota o Sakuragi.
Rukawa si stupì della sua bravura e della sua velocità e tentò invano di
rubargli la palla. Mito corse al canestra e 'appoggiò la palla sul
canestro', segnando due punti.
"Tieni, Rukawa!" Yohei gli lanciò la palla.
Adesso era l'ora di partire al contrattacco.
Venti minuti dopo erano a ventinove pari.
"Cosa ne dici di riposarci un secondo prima del match finale?"
propose Yohei.
Rukawa annuì e si sedette accanto a lui.
"Tieni."
Mito gli porse un Gatorade e Rukawa lo bevve avidamente.
"Oggi è proprio una bella giornata. Sono contento non ci sia
scuola."
"Perché?"
"Perché altrimenti avremmo dovuto stare in classe tutto il
giorno."
"Perché mai? Avremmo potuto non andarci e venire qui al campino."
"Hai ragione anche tu."
"Il Tensai ha sempre ragione!" esclamò Rukawa, in una perfetta
imitazione di Hanamichi, facendo ridere Yohei.
Poi il ragazzo più basso si fece serio.
"Non lo devi prendere in giro, però."
"Uh?"
"Non è un idiota. Anzi è un ragazzo molto intelligente e sensibile.
Solo un po' ingenuo a volte."
"Non ho mai pensato che fosse un idiota."
"Eh?"
"Non te ne sei accorto? Tutti i nostri litigi sono finti. Ci divertiamo
un mondo."
Yohei lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
Rukawa sta parlando. Rukawa sta dicendo che Hanamichi non è idiota. Rukawa
sta dicendo che si diverte un mondo a litigare con Hanamichi.
"Non ti avevo mai sentito parlare così. tanto." ammise Yohei.
"Questo perché in genere non ho niente da dire."
"Be', però. Non so, mi sembri diverso."
"Faccio quello che gli altri si aspettano da me."
"Per questo a scuola sei così freddo?"
"Per questo sono così freddo la maggior parte del tempo, sì."
Rukawa si alzò in piedi, mentre Mito lo osservava con un'espressione
perplessa.
"Ci vediamo."
Si voltò e se andò.
Lasciando quella partita in sospeso, così come quella domanda.
Perché?
FINE CAPITOLO 1
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