DISCLAIMERS :I
personaggi non sono di mia invenzione Ma appartengono a Rando Ayame e Yuya
Aoki
Storia: La fine che non dovrebbe mai esserci in un manga,la fine più bella e
più dolorosa...
The End
di Midnight89
Senza che avessero potuto accorgersi era crollato tutto. Ogni spiraglio d’aria
era stato soffocato dalla polvere tossica e il gesso aleggiava a mezz’aria
mozzando il respiro già faticoso.
Macerie ricoprivano ogni cosa, e la struttura non aveva intenzione di fermare
la sua decadenza, lasciando che muri si sgretolassero lenti ed
inesorabili,distruggendo quel poco che era sopravvissuto.
Lui era sopravvissuto.
Sotto un cumulo di macerie era sopravvissuto a morte certa. Con le ultime
forze distrusse l’ultimo macigno che gli oscurava la vista e finalmente si
ritrovò libero.
Una fioca e lontana luce illuminava gli angoli della stanza, non definendo
nemmeno i suoi confini e lasciando all’immaginazione il compito di crearsi
delle minime certezze.
Il corpo ricoperto di tumefazioni impediva anche i movimenti più semplici e il
proiettile conficcato nella spalla destra non accennava a dolore.
**...Bastardi...**sibilò strisciando fuori dalle macerie.
Quella missione era stata complicata e difficile sin dall’inizio, ma
nonostante tutto erano riusciti,avevano recuperato quel dischetto maledetto.
Il compenso era alto e gli aveva fatto piuttosto gola, come poter beffarsi di
due milioni di yen?
Avrebbero saldati tutti i debiti....
Avrebbero comprato una casa...
Avrebbero fatto festa...
Avrebbero vissuto nell’agiatezza...
Avrebbero vissuto insieme...
Come appariva lontano quel sogno, ora più che mai...
Ma voleva trovarlo, doveva...Era vivo, n’era certo, n’era sicuro!
L’aveva visto combattere e atterrare due nemici l’ultima volta, poi si erano
scambiati uno sguardo d’intesa...Sguardo di cui però non poterono mai
mostrarne il significato poiché la trappola a loro danno era scattata prima
d’ogni prospettiva.
Tentò s’alzarsi ma le gambe cedettero immediatamente facendolo sbattere sul
pavimento.
**...Dannazione...**
Gli occhialetti incrinati gli davano solamente fastidio, così li tolse e
l’infilò nella taschina della camicia.
Ora avrebbe sfruttato al massimo le potenzialità dei suoi occhi diabolici.
Niente gli sarebbe sfuggito, perfino nel nulla lui riconosceva sagome e
figure.
Camminando carponi raggiunse quello che doveva essere l’unico muro rimasto. Si
alzò a forza e sostenendosi a quello avanzò.
Ingannati, beffati, traditi, raggirati, imbrogliati...Si vergognava di questa
situazione, gli faceva disgusto!
Era stato un sognatore sino alla fine, e trascinato in quel mondo di piaceri e
desideri aveva dimenticato di osservare con occhio più critico la realtà. Per
la prima volta si diede dello stupido in tutta la sua vita, per la prima volta
qualcosa era sfuggito alla predizione dei suoi occhi, sopraffatti dalla più
dolce delle visioni...
**...Ginji...**
Pronunciò quel nome tanto caro con estrema fatica. Gli costava uno sforzo
immenso imporre alla sua mente che il compagno fosse ancora vivo.
**...Ginji!**.
Poi tossì violentemente, l’aria portava ben poco ossigeno ai polmoni e li
comprimeva con polveri sottili che laceravano la voce ad ogni sua invocazione.
In quel momento solo nei suoi occhi fluiva il massimo del potere. E fu grazie
a quelli che lo vide.
Oppresso per metà da un cumulo di macerie, solamente il suo volto e le sue
braccia erano riuscite a catturare quella poco e deforme aria.
**Ginji!**disse ad alta voce. La parola rimbombò per diversi istanti e lo
avvolgeva lei stessa mentre, il più rapidamente possibile, si avvicinava alla
figura del compagno.
Cadde rumorosamente a terra, ma si rialzò subito, raggiungendo carponi
l’amico. Gli sollevò il viso e un peso gli si levò dal cuore, i suoi occhi
erano aperti e un piccolo sorriso solcò le sue labbra nel vederlo.
**...Ban...chan...**
Il moro sorrise,sentire quella parola era la conferma assoluta del fatto che
lui fosse vivo.
**...Ci...ci hanno tirato un bello scherzo...**disse sghignazzando tentando in
qualche modo di rassicurare il compagno e sè stesso. Aveva avuto paura di
morire senza nemmeno rivederlo, ma quella volta le sue preghiere erano state
ascoltate...forse Dio esisteva davvero...
**Non parlare...Ora ti libero da qui...**disse con il tono più sicuro che in
quel momento poteva permettersi.
Con un colpo ben assestato, lo Snake Bite sbriciolò ogni macigno che stava
infierendo sul corpo di Ginji. Il boato fu enorme e il ragazzo finì sbalzato
contro il suo compagno.
Rimasero immobili sino a quando il padrone non ritornò ad essere il silenzio.
**Ban-chan...**disse piano ascoltando il battito incostante del cuore del
compagno.
**Siamo vivi...**rispose serio,come se quelle fosse l’unica e massima certezze
che sapesse dare in quel momento. Per risposta Ginji lo strinse a sè, come se
le parole da sole non bastassero a rassicurarlo. Ban ricambiò la stretta
possessivamente, temendo che qualcuno potesse dividerlo ancora da lui.
**Ban-chan...**lacrime copiose sgorgavano dai suoi occhi e bagnavano la
camicia di Ban che si limitava ad accarezzagli il capo con gli occhi chiusi.
Sapeva che avevano poco tempo, la struttura sarebbe crollata tra massimo
un’ora.
Gli sfrigolii silenziosi tra le pareti rappresentavano solo una cosa, le
fondamenta stavano cedendo per sempre.
**Abbiamo poco tempo....se vogliamo salvarci dobbiamo andar via da qui...subito...**disse
con tono calmo schiudendo lentamente gli occhi. Ginji annuì un poco con il
capo e fece rialzarsi ma il compagno lo tenne stretto a sè.
Sapevano che le possibilità di salvarsi erano ridotte al minimo, nessuno pur
con tutta la buona volontà, sarebbe riuscito a liberarli. Gli sembrava di
vederli...
Hevn...
...Kazuki
Shido...
...Himiko
Akabane...si, anche lui.
Cercare...
Invano.
Distruggere macerie...
Invano.
Chiamare i loro nomi...
Invano.
Senza accorgersene si erano alzati, sostenendosi l’un l’altro.
** Ce la faremo...Ban-chan...come sempre...**disse con un sorriso che sembrò
donare un poco di vita al compagno che annuì.
************************************
Avanzavano lenti. Ban appoggiandosi alle pareti. Ginji appoggiandosi a Ban.
Nel silenzio più assoluto, rotto solo da pestanti respiri e tentavi di
inspirare ossigeno.
Quanto tempo era passato?
Infinito secondo i loro corpi.
Poco da quando si erano rivisti.
Molto per le mura che ormai crollavano frequentemente.
Non gli era rimasta che la speranza di star seguendo la via giusta e vedere
prima o poi qualche filtro di luce solare,dato che ormai erano avvolti dal
buio più nero.
Ad ogni passo la speranza di salvarsi sfioriva, e i suoi petali bianchi
cadevano lentamente nel buio. Tanto lenti quanto abbaglianti per i loro occhi.
Significava che del tempo era nuovamente trascorso senza che l’uscita si
mostrasse a loro.
**Mi chiedo se ormai credere nel salvarsi sia troppo pretenzioso...**disse
piano. Il suo passo si era notevolmente appesantito e aveva contagiato anche
il compagno con una sempre più inesorabile lentezza.
Ban non disse nulla, il respiro ormai era costantemente interrotto da colpi di
tosse che graffivano in profondo la gola. Dovette fermarsi quando questi si
fecero così insistenti da non permettergli nemmeno di respirare. Cadde sulle
ginocchia mantenendo le mani davanti alla bocca.
**Ban-chan!**il compagno si inginocchiò davanti a lui e fece per prendergli le
mani quando queste vennero inumidite da sangue. Il terrore si dipinse nei suoi
occhi, non poteva finire davvero così...
**Sto...bene...**disse piano riprendendo a respirare correttamente pulendosi
la bocca con il dorso della mano,che a sua volta sfregò sui pantaloni.
Il compagno abbassò il capo e iniziò a piangere...
La certezza di veder morire davanti a lui Ban era ormai così tangibile che gli
faceva mancare l’ossigeno.
Il compagno sembrò quasi intuire i suoi pensieri e gli sollevò il capo
sorridendo davanti a quello sguardo tanto disperato.
**Io morirò solo se vedrò i tuoi occhi chiudersi,il tuo cuore fermarsi e la
voce spegnersi...Solo allora io morirò. Non prima, non dopo...**disse con la
sua proverbiale sicurezza.
Ginji si strinse a lui.
**Perché...perchè Ban-chan?Io...io avrei voluto fare tante cose...con te...**
**Anch’io avrei voluto...non sai quante...**.
***************************************
Avevano ripreso quella marcia con uno spirito diverso, non importava più
raggiungere l’uscita, l’importante era arrivare insieme sino alla fine.
Il dolore ormai li attraversava come il sangue scorre nelle vene. Il silenzio
rotto costantemente dai fragori delle pareti che s’infrangevano a terra
circondava quella camminata libera da ogni peso materiale.
Il respiro iniziò a mancare, l’ossigeno era insufficiente. Era come quando si
ha un attacco d’asma.
Era quello il segno. Ormai era questione di minuti.
Il compagno lo fece sedere e osservò quel volto preoccupato, impaurito.
La morte fa paura quando sai che l’incontrerai tra poco. Solo in quel momento
vedi quanto amore provavi per la vita!
Le dita del compagno di sfiorarono la fronte e gli scostarono i capelli.
**Non temere la morte,perchè io sarò con te,non aver paura di rimanere solo...Ginji...**disse
sorridendo ,nonostante le lacrime iniziarono a scendergli dagli occhi.
Ginji non era più nemmeno in grado di aiutarsi con la sua elettricità, ormai
non la sentiva nemmeno più...forse era già morta...
**Io ti dono la mai vita,e ti giuro che quando aprirai gli occhi tu mi
vedrai...ma prima voglio donarti quel poco di energia che mi è
rimasta...**disse imponendo ai suoi occhi di non piangere.
Gli diede un bacio.
Un bacio...simbolo dell’amore...ora sanciva la morte di entrambi. Infondo che
importava per questa connotazione fuori dal normale?
Loro stessi erano fuori dal normale...
Sentirsi così vicini cancellò la paura dalla sua mente. Che importava se la
morte ora gli era accanto e pazientemente attendeva che anche quest’ultima
luce vitale si spegnesse.
“...Ti amo...”
“...Anch’io...”
**
Quando si staccò da lui vide che i suoi occhi chiusi non si aprivano e che il
suo corpo perdeva calore.
Ginji era morto.
Le lacrime che avevano continuato a bagnargli il volto anche durante quell’unico
e prezioso bacio si fermarono.
Si alzò. Chiuse gli occhi. Eccola la fine di tutto. Così facile da prendere
ora. come mai lo era stata. Ma ancora l’amore per la vita si faceva sentire...
“L’uscita è vicina...lo sai...i tuoi amici ormai ti stanno per aprire un
varco...vai!”
Ban osservò quel piccolo raggio di sole fioco illuminava uno stretto
corridoio. E poi...
E poi l’uscita!
E poi la vita!
I suoi occhi si posarono su Ginji. Sospirò. Sorrise e si staccò da lui con un
poco di dispiacere...
**Una promessa...è una promessa...**
Invocò la sua costellazione.
Rapida quanto potente la forza lo circondò, l’energia tanto sognata scorreva
come sangue nelle vene.
“...Snake Bite...”
La parete crollò.
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Cadde sulle sue stesse gambe. Il rumore assordante lo circondava
completamente. Il muro davanti a lui si disintegrava e le fondamenta erano
squarciate dai piani superiori.
Strinse a sè il corpo freddo di Ginji e disse piano.
**Sto arrivando....**
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Non avevano potuto fare nulla...
Quando finalmente l’uscita fu spalancata non rimanevano che macerie.
Attesero fuori sperando che le unità di soccorso riuscissero ad infondergli
vita...
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Una barella doppia uscì da quell’inferno. Un telo bianco copriva i corpi senza
vita.
Le lacrime che subito sgorgarono non furono sufficienti per richiamarli in
vita, erano già troppo lontani quando chiamavano i loro nomi...
**Non sono riusciti nemmeno a staccarli,avevano le mani strette una
nell’altro, avrebbero dovuto segarle,ma alla fine non ce l’hanno fatta,gli
infermieri non hanno avuto il coraggio...**
Che sia questa la fine dei Get Backers di Shinjuku, quelli che erano capaci di
portare a termine una missione al 100% ?
Forse....
“Questo accade quando l’amore per qualcuno è più grande dell’amore per la
propria vita”
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