Prima
di tutto ero molto indecisa se scrivere qualcosa di serio (come molto raramente
faccio) o qualche altra mia solita cavolata^^;;… però stranamente la mia
serietà ha avuto la meglio (E questo mi stupisce non poco O_o!) e così ecco
qui la mia prima ff FuumaXKamui, quasi mi viene da piangere ç__ç!!! Sigh, era
da tanto che volevo scriverla ç__ç!!
In
ogni caso vorrei dedicarla ad una delle amiche più fantastiche che ho, che con
coraggio combatte ogni giorno senza tregua per la salvaguardia di una specie in
via d’estinzione: Kamui! No, in realtà volevo solo chiedere scusa per tutti i
soprusi che ha dovuto subire da parte mia, mi dispiace Scricciolo e mi dispiace
Kamuino^^’’…
Kamui:
Chi se ne frega delle tue scuse! Ormai è tardi>__<!!!
Io:
Nooo, ti prego perdonami ç__ç, lo sai che infondo ti voglio bene ç__ç!!!
(Ma
che sto scrivendo O__o?!? Sempre a perdere tempo sto-__-…) Vabbè, lasciamo
perdere i miei deliri^^’’… comunque so che come ff non è un granché e la
fine è ancora più pietosa (Chiedo umilmente scusa T__T…) però è il
pensiero che conta, spero ti piaccia Scry, è tutta per te^-^!!! Evvaiii^__-!!!
Ah,
un’ultima cosa, i personaggi sono tutti miei è__é!!!! Ah, ah, ah,
ah^____^!!! No, non è vero ç____ç… sigh, purtroppo sono solo delle Clamp…
ma io li volevo tanto, ecco ç____ç…
The End di
Aya-chan
È
finita…
Il rumore della
battaglia che da tempo continuava a rimbombare in ogni dove era cessato e
ora ne aveva preso il posto l’assoluto silenzio. Dappertutto non c’era
altro che il verde delle piante che dopo secoli si erano ripresi il loro
posto sulla terra circondata da una distesa illimitata d’acqua.
La
terra, la stesa terra che gli uomini stavano pian, piano distruggendo
portandola alla rovina, era rinata. E l’umanità intera era scomparsa
lasciandosi dietro soltanto l’eco di un urlo di dolore e un pianto di
disperazione…
-
…Fuuma… - un ragazzo piangeva inginocchiato a terra e tra le mani
teneva la testa di colui che un tempo era stato il suo migliore amico. La
stringeva forte a sé confidando forse che prima o poi avrebbe riaperto
gli occhi, forse sperando che tutto quello fosse un sogno e che tra pochi
secondi sua madre lo avrebbe risvegliato e avrebbe potuto ricominciare con
accanto il suo amato Fuuma…
Ma
nessuno lo avrebbe potuto svegliare, era rimasto da solo. Solo in quel
luogo che aveva voluto proteggere perché un giorno le due persone a cui
teneva di più potessero viverci finalmente felici.
In
tutta quell’immensità si sentiva soltanto il singhiozzare di un ragazzo
trasportato dallo scroscio costante delle foglie e degli oceani ormai
riuniti. Questo era il rumore della sua solitudine, unico sopravvissuto in
una guerra per il Giudizio universale…
Rimase
lì per molto tempo, ma ormai nemmeno il tempo esisteva più…
Cosa
ne sarebbe stato di lui? Chi poteva dirlo? Forse sarebbe morto dimenticato
in quel paradiso terrestre, forse piano, piano sarebbe diventato una
splendida statua che avrebbe resistito al passare degli anni, uno dopo
l’altro e avrebbe visto nascere il futuro di una nuova umanità.
Forse…
Chiuse
gli occhi pregando di essere trascinato via dalla corrente che senza pietà
aveva spazzato via i cadaveri delle due fazioni che si erano combattute
colorando per un istante il mondo di rosso, il colore del loro sangue che
ora veniva spazzato via, cancellato come se nessuno mai fosse esistito in
quello che ora appariva come un nuovo Eden.
Sarebbe
stata una lunga e dolorosa agonia la sua sopravvivenza. Troppo lunga.
Troppo dolorosa…
Lentamente
si fece ingoiare dal tepore di un sonno senza sogni cullato dalle onde che
dolcemente lo trasportavano lontano, dove nessuno lo avrebbe più trovato.
“Forse
tra poco morirò anch’io…” le onde lo portavano sempre più distante
mentre il suo corpo cominciava ad affondare e in pochi secondi era già
completamente sott’acqua.
Aveva
deciso, quella sarebbe stata la sua tomba. Sarebbe morto in quell’acqua
così pura e fresca tenendo tra le braccia la testa di Fuuma che con gli
occhi ancora chiusi sembrava aspettare di poter riposare per sempre
insieme al suo Kamui.
Ormai
aveva quasi finito l’aria nei polmoni e si sentiva trascinare sempre più
in basso fino nelle profondità del mare delle sue lacrime che ancora
uscivano copiose dal suo etereo viso confondendosi e mischiandosi con
l’acqua salata.
Il
suo corpo si adagiò lievemente sul fondo di quel mare immenso e, come se
fosse stato una sirena dagli splendidi occhi ametista, si mise ad
aspettare la fine che presto sarebbe sopraggiunta anche per lui.
Sentiva
finalmente di potersi lasciare andare.
“Fuuma…”
era sempre e solo questo il suo pensiero e ora se lo sarebbe portato con sé
nel viaggio senza ritorno che tra non molto avrebbe affrontato.
Stava
morendo…
Così
anche questa storia si sarebbe avviata per una fine seppure così crudele.
Guardando
verso l’alto, verso la superficie di tutta quell’acqua che aveva
velocemente ricoperto la terra, poteva scorgere la sagoma di un’ombra
avvicinarsi sempre di più a lui circondata da un fascio di luce intensa
come se fosse stato un angelo. Forse era l’angelo della morte venuto per
portarlo via con sé. Forse era proprio Fuuma…
Sentì
il suo corpo venir circondato da quello di quell’ombra e lentamente
veniva trasportato verso la superficie sempre più in alto, finché non
senti di nuovo il vento soffiargli sulla pelle e l’aria entrare nei
polmoni brucianti.
Tossì
sputando tutta l’acqua che aveva ingoiato e cercando di capire cosa mai
fosse successo. Perché fosse ancora vivo…
Una
leggera pacca sulla spalla lo aiutò a respirare meglio, finalmente si era
liberato di tutta quell’acqua che lo stava soffocando, ma ora non capiva
più niente. Chi poteva averlo aiutato se era rimasto solo?
Cercò
il suo salvatore che ancora affianco a lui lo teneva stretto nuotando
verso la riva e borbottando qualcosa.
Il
sole gli abbagliò gli occhi per un istante, se li stropicciò e quando li
riaprì, una volta tornato ancora sulla terra ferma costituita dalla Tokyo
Tower
unico edificio rimasto intatto, poté vedere in faccia il suo
salvatore.
I
caldi raggi del sole continuavano a circondare il suo corpo quasi
volessero farlo risaltare maggiormente in quello splendore mentre i suoi
occhi dorati erano posati su Kamui e lo guardavano con severità, si mise
una mano tra i capelli corvini per far notare volutamente al ragazzo che
erano tutti bagnati e finalmente dopo attimi interminabili di un sogno ad
occhi aperti parlò.
La
sua voce era proprio come Kamui se la ricordava, non era cambiata di una
virgola e sebbene fossero passate solo un paio d’ore dal momento in cui
la sua spada gli aveva tranciato la testa, gli era mancata. Lo guardò per
qualche attimo come se lo avesse appena notato e sul suo volto comparve un
sorriso. Quasi impossibile, il suo desiderio era stato avverato. Era
davvero Fuuma…
-
Ehy, ma mi stai ad ascoltare??? – urlò il ragazzo che continuava a
parlare senza però essere ascoltato – Kamui, sto parlando con te, ci
sei?? – Kamui si scosse e il suo cervello cominciò a connettere e con
assoluta calma chiese – Fu… Fuuma… tu sei vivo? – l’altro lo
guardò come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo e un po’
perplesso gli posò una mano sulla fronte per sentire se avesse la febbre,
ma non era affatto caldo perciò doveva aver preso un botta in testa o
altro pensò – Ma che stai dicendo Kamui? – il ragazzo più giovane
starnutì e senza capire tornò a guardarlo come se fosse stato un
fantasma.
-
Kamui ma sei proprio sicuro di sentirti bene…? – chiese un Fuuma
preoccupatissimo – Tu… tu stai bene Fuuma? – il suo tono poco
convinto lasciò l’altro ancora più perplesso, si sedette di fronte a
lui e con tutta calma gli disse – Certo che sto bene, sei tu caso mai
che devi aver battuto la testa… fammi vedere và. – e senza aggiungere
altro prese fra le mani la testa del ragazzo per controllare se avesse
qualche bernoccolo, ma non trovò proprio niente.
Un
po’ perplesso lo liberò dalla sua stretta mentre dagli occhi del più
giovane cominciarono a scendere calde lacrime che lo lasciarono stupito,
rimase qualche secondo ad osservarlo mentre con una mano Kamui lo teneva
stretto per la giacca della divisa scura ancora bagnata e posava la testa
sul suo petto. Fuuma lo strinse leggermente con una mano avvicinando il
suo capo a quello dell’altro i cui capelli profumavano di un dolce aroma
che lo inebriava e con la mano libera cominciò ad accarezzare quei
capelli vellutati.
Era
passato tanto tempo dall’ultima volta che aveva stretto a sé Kamui con
tanta dolcezza, cercò di ricordare quanto fosse passato, ma nella sua
mente non riusciva a trovare risposta, era come se per tutto quel tempo
avesse fatto un lungo sonno, fatto di draghi, di sigilli e di
messaggeri… il sogno della loro vita…
Ma
non voleva ricordare, non ancora…
…Non
era quello il momento…
Avvicinò
il viso alla testa di Kamui, che ancora tra le sue braccia singhiozzava, e
vi posò sopra un bacio, poi con lentezza come se avesse paura di rompere
qual ragazzo che sembrava fatto di cristallo lo liberò dal suo abbraccio
guardandolo in faccia – Perché piangi Kamui…? – gli chiese
gentilmente accarezzandogli la guancia – Io… tu… sei qui… - Fuuma
si fermò ancora a guardarlo senza riuscire a capire le sue parole –
Certo che sono qui… Kamui… - disse infine sorridendo.
Il
sole li illuminava sfiorandoli con i suoi caldi raggi dorati che si
riflettevano negli occhi del ragazzo più grande che cominciò ad
asciugare le lacrime di Kamui con la mano sostituendola poi con la sua
bocca che le leccava deliziato da quel sapore, scese lungo il contorno del
suo viso arrivando finalmente alle sue labbra che assaggiò con un lieve
bacio. Kamui chiuse gli occhi un istante per riuscire a cogliere tutte le
emozioni che quel bacio a lungo atteso gli donava. Un contatto che cercò
di allungare sporgendosi leggermente in avanti mentre Fuuma si ritraeva e
cominciava a baciarlo sul sottile collo dalla pelle marmorea.
Fuuma
aveva la sensazione di essere mancato da tanto tempo sebbene nella sua
mente fosse ancora scolpito ogni particolare del corpo di Kamui che con
passione si ritrovò ad esplorare con i suoi baci e le sue carezze. Passò
una mano sotto la divisa del giovane che intanto aveva cominciato ad
arrossire lievemente e non aveva smesso di stringere la giacca
dell’amico ritrovato con il timore, forse, che da un momento all’altro
sarebbe sparito lasciandolo di nuovo nella solitudine del suo dolore
dettato dalla sua mancanza, dalla sua morte…
Dopo
qualche secondo Fuuma stava armeggiando con i bottoni della divisa
aprendoli uno per uno per poi poter godere della vista del bianco torace
del ragazzo che finalmente aveva preso anche lui a baciarlo arrivando di
nuovo al contatto con le sue labbra tanto cercate, cominciò a
giocherellare con la sua bocca e quando trovò uno spiraglio la sua lingua
vi si insinuò incontrando quella dell’altro mentre le sue labbra
sembravano divorarlo in ogni loro movimento.
Fu
ancora Fuuma a staccarsi da quel contatto tanto piacevole per dedicarsi a
leccare l’incavo del collo di Kamui e poi scendere più in basso fino ad
arrivare al suo ombelico su cui faceva ruotare la sua lingua quasi
divertito dal ritmo affannato del respiro del più piccolo che ansimava e
gemeva ad ogni gesto dell’amico. Kamui cercava di sbottonare a sua volta
la divisa dell’altro che con avidità aveva cominciato a leccargli i
capezzoli e a morderli, un altro gemito di piacere gli sfuggi dalle labbra
quando Fuuma cominciò a slacciargli i pantaloni accarezzandogli la
virilità attraverso gli slip.
Poco
dopo anche gli ultimi indumenti del più giovane, che accarezzava con
dolcezza la schiena del messaggero cercando di memorizzare con il tatto
ogni suo particolare, erano posati a terra e il ragazzo più grande aveva
iniziato a succhiare con desiderio il membro di Kamui che urlava ancora
dal piacere e quando Kamui venne Fuuma ritornò a baciargli con bramosia
le labbra facendogli assaggiare il gusto del suo frutto misto al sapore
della sua bocca ardente di desiderio.
Solo
le onde dell’oceano che si perdevano all’orizzonte senza più trovare
ostacoli sul loro cammino, senza più trovare barriere, ascoltavano il
loro silenzio, il loro amore senza parole che servissero per descrivere
tutte le sensazioni che provavano in quel momento atteso da un’eternità.
Abbracciati
in un sospiro di felicità tanto ricercata da entrambi la mente di Fuuma
aveva iniziato a vagare nelle profondità della sua anima in cui era
rimasto il ricordo di quello che era stato, di quello che aveva fatto, di
quello che aveva amato e distrutto…
La
morte di Kotori…
Vivido
come un quadro esposto davanti ai suoi occhi poteva vedere il ragazzo dal
crudele sorriso e dal gelido sguardo uccidere sua sorella, poteva vedere sé
stesso riflesso negli occhi spaventati di Kamui mentre urlava il suo nome
e quello di Kotori…
La
morte di un ragazzo di cui nemmeno conosceva il nome… vedeva solo la sua
testa staccarsi di netto dal resto del corpo e sempre lui a sorridere
indifferente del dolore degli altri, indifferente alle preghiere di Kamui
che lo implorava di tornare come un tempo…
La
morte… solo questo rimaneva al suo passaggio…
Solo
morte e sofferenza, e lui per tanto tempo, troppo, ne era stato la
principale causa…
-
Fuuma…? – il ragazzo dagli occhi viola si era accorto del suo sguardo
triste e ora lo guardava con aria interrogativa, gli passò una mano fra i
capelli sorridendogli amaramente senza parlare, limitandosi solo ad un
altro soffice bacio in cui l’altro, però, poteva sentire tutta la sua
frustrazione.
Fuuma
era davvero tornato ma ora doveva pagare il duro prezzo per le sue
azioni…
Per
quanto avesse dovuto sopportare il peso della coscienza ora aveva
ritrovato il suo Kamui che per tutto quel tempo imprigionato nel limbo
della sua anima aveva cercato, sebbene la vita avesse deciso di punirlo in
quel modo, il destino era stato magnanimo a concedergli quell’ultimo
bagliore di gioia….
Era
insieme al suo Kamui, questo bastava… tutto il resto veniva dopo…
-
Kamui… - mormorò guardandolo fisso negli occhi dal colore impossibile -
Sì…? – l’altro accoccolato tra le sue braccia lo fissava a sua
volta con il solito sguardo del bambino di un tempo che ricordava nei loro
giochi d’infanzia - Ti amo… -
Era
insieme a Kamui… insieme e per sempre… bastava solo questo, solo il
loro amore eterno in un sogno senza fine che il destino crudele aveva
voluto concedergli in un ultimo gesto di gentilezza.
-
Ti amo… -
Intorno
a loro solo il rumore calmo e rilassante dell’acqua assisteva in
silenzio, unico testimone dell’amore dei due che poteva finalmente
completarsi. Due ragazzi che in un ultima battaglia avevano finalmente
ritrovato il modo di poter ricominciare una nuova vita insieme in un sogno
effimero in cui nessuno dei due si sarebbe più risvegliato.
-
Kamui… ora il tuo desiderio è stato avverato… -
Un
ragazzo dal gelido e penetrante sguardo dorato osservava il sonno profondo
di un ragazzo dalla pelle nivea che adagiato sulle onde dell’oceano si
perdeva nell’infinito della sua enormità tenendo stretto tra le mani la
testa di un amico per cui aveva vissuto, per cui aveva combattuto e per
cui ora moriva abbandonato nel sogno che gli era stato concesso.
Con
un sorriso crudele misto di rimpianto anche il ragazzo si sdraiò accanto
al corpo del giovane e chiudendo gli occhi incominciò il sogno che presto
sarebbe diventato la sua e la loro realtà, un sogno dal quale non si
sarebbero mai più svegliati ma in cui avrebbero potuto vivere felici nel
loro amore senza tempo…
Il
sole ancora alto nel cielo illuminava i loro volti posati l’uno vicino
all’altro nel loro ultimo infinito abbraccio.
>FINE<
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