The Black
Angel parte
II
di Neko
Aprì gli occhi lentamente.
I raggi del sole che si posavano sul suo viso, sembravano volerlo
svegliare con una certa insistenza. Senza muoversi o fare altro guardò il
soffitto, si sentiva totalmente indolenzito. Come se fosse stato investito
da un camion.
-Dove sono? Cos'è successo?-
Il raggi del sole che ancora si posavano di lui, gli stavano dando un
certo fastidio. Non aveva nessuna intenzione di alzarsi, ma nonostante
tutto doveva farlo. Stare a letto a rimuginare su cose che non sapeva
neanche lui non avrebbe fatto altro che renderlo maggiormente confuso.
Si mise a sedere sul bordo del letto, le mani sulla testa. Gli scoppiava e
non ne capiva il motivo. La brezza fresca dell'aria investì il suo corpo
nudo. Si sentì invadere da leggeri brividi. L'aria era leggermente
gelida.
Gelida... Come gli occhi di Rukawa...
Scosse la testa a quel pensiero. Perchè gli era venuto in mente il
compagno di squadra non lo sapeva nemmeno lui. Non si ricordava nulla di
quello che era accaduto la notte precedente.
Forse lo avrò sognato... Ma perchè non ricordo nulla...
Nonostante i dolori che sentiva invadergli tutto il corpo, si alzò. Senza
mettersi nulla indosso si diresse fuori dalla stanza con tutta
l'intenzione di farsi una doccia calda, sperando che fosse rigenerasse il
suo corpo indolenzito.
Nessuna presenza di anima viva per la casa, cosa che gli avrebbe permesso
di girare per casa nudo senza sentirsi sgridare ogni secondo.
Aprì la porta del bagno e senza pensare altro si infilò sotto il getto
d'acqua calda. L'acqua scorreva per tutto il suo corpo. Alzò il viso
facendo sì che l'acqua scivolasse per tutto il suo volto. Si stava
rilassando, sentiva che i dolori che aveva fino a pochi attimi prima
stavano sparendo come anche i pensieri o brevi ricordi che tornarono a
farsi spazio nella sua mente.
Un'immagine di Rukawa nudo su di lui, lo spiazzò. Chiuse di colpo l'acqua
e poggiò la fronte al marmo freddo della doccia.
Che cosa sono questi ricordi???
Più cercava di non pensarci e più pezzetti di quello che era accaduto la
notte prima si fecero spazio con prepotenza nella sua mente.
Ho sognato di fare l'amore con Rukawa???
Questo pensiero lo eccitava. Ora, anche se lentamente, stava ricostruendo
quello che credeva essere stato tutto un sogno. Sentiva crescere dentro di
lui qualcosa, era troppo stressante avere quei ricordi senza aver il modo
di sfogarsi con nessuno.
Scese con la mano destra sul proprio membro, constatando quanto fosse
eccitato solo per essersi ricordato di un sogno. Mosse la mano, mentre il
volto di un Rukawa caldo ed eccitato si faceva sempre più vivo, era come
se lo avesse dinnanzi a sè.
Perchè mi fai questo Rukawa... Perchè mi eccita il solo pensiero di
averti sognato... Di aver condiviso con te il mio letto...
La mano continuava a muoversi, mentre il suo respiro si faceva sempre più
pesante. Non riusciva a capirsi più, a capire come avesse fatto Rukawa ad
entrare in quel modo prepotente dentro di lui.
Un bussare insistente alla porta lo distrasse dai propri pensieri. La mano
ferma, gli occhi spalancati di colpo si voltarono verso la porta bianca.
-Hisashi sei qui dentro?-
Era la voce di una donna.
Aprì senza pensare altro il getto dell'acqua fredda, doveva calmare i
bollenti spiriti che si erano impadroniti di lui. Doveva al più presto
togliersi il pensiero del corpo e del viso del volpino se voleva
cancellare da lui tutta quella eccitazione. Magari pensare a qualcuno che
non riusciva a sopportare lo avrebbe aiutato.
-Hisashi tesoro sei lì dentro? Rispondimi-
Nella sua mente apparve il volto della persona che più detestava in quel
periodo. Haruko Akagi. Sì nonostante fosse la sorella del capitano, lui
non riusciva a sopportarla. Doveva fingere in una maniera spropositata
ogni volta che se la trovava di fronte. Odiava il suo modo di sbavare
dietro a Rukawa ma la cosa che più detestava era il suo modo di imporre
la sua presenza.
-Se non mi aprì butto giù la porta-
La voce della donna si faceva sempre più alta. Si poteva sentire con
certezza quanto fosse preoccupata e Mitsui non rispondendole stava
aumentando queste preoccupazioni.
-Stò arrivando-
La voce di Mitsui era calma, normale. Non sembrava nemmeno più il ragazzo
di pochi attimi prima che non riusciva a controllarsi.
-Bè potevi anche rispondermi prima-
-Mi stavo facendo la doccia-
-Se stai tentando di far morire tua madre ci stai riuscendo troppo bene-
La porta si aprì, dinnanzi a lei c'era Mitsui. I capelli fradici che
aderivano al viso, continuando a gocciolare da loro alcune piccole gocce
d'acqua. Il corpo leggermente bagnato e a coprirlo solamente un
asciugamano bianco legato alla vita.
La donna lo stava guardando con un' aria piena di domande, che avrebbe
voluto rivolgergli, ma che non osava. Potava vedere con chiarezza qualcosa
di strano negli occhi del ragazzo. Non riusciva a dirlo con chiarezza, ma
qualcosa di oscuro stava ballando nelle profondità dei suoi occhi scuri,
e quel qualcosa non preannunciava nulla di buono.
-Hisashi sicuro di stare bene?-
Mitsui si trovò a fissare lo sguardo preoccupato della donna. Non capiva
a cosa si dovesse tutta quella preoccupazione, lui stava bene, non aveva
nulla. In lui cresceva solo la voglia di realizzare quel sogno.
-Stò bene-
La sua voce era troppo fredda per appartenere ad un ragazzo che la mattina
se non la vedeva in casa era in uno stato puri di apprensione. Non si
capiva neppure lui, non riusciva a spiegarsi cosa gli stesse accadendo, ma
dentro lui cresceva una voglia irrefrenabile di andare a scuola.
Passò oltre la madre, dirigendosi ancora una volta verso la propria
stanza. Doveva pensare, riflettere, trovare una situazione a questo suo
stato.
-Se ti senti male... per oggi puoi pure restare a casa-
A quelle parole Mitsui si girò come una furia verso di lei. Un'ombra
scura lo spalleggiò guardando verso al donna con un sorriso maligno.
Si portò le mani alla bocca, mentre il terrore si stava impadronendo via
via di lei. Quella ombra le stava sorridendo con un sorriso troppo
spaventoso mentre passava le braccia sottili e nere attorno al corpo di
suo figlio. E poi Hisashi, anche lui faceva una certa paura. Le aveva
urlato contro, per la prima volta in tutta la sua vita.
Stava forse impazzendo? Questa era la domanda per quello che i suoi occhi
el stavano mostrando. No, non poteva essere, che quello che stava vedendo
potesse essere la realtà.
Abbassò lo sguardo. Non riusciva a sostenere ne quello della strana
figura ne quello di suo figlio. Stava cominciando a tremare come una
foglia, se la sarebbe fatta addirittura addosso se non fosse stato per la
voce dolce di Mitsui che chiamava il suo nome.
Alzò lo sguardo. Sgranò gli occhi sorpresa. Dinnanzi a lei c'era ancora
lui, suo figlio. Nessun altro. La stava fissando con una certa
preoccupazione.
-Ti senti male?-
La voce di Mitsui era tornata normale. Non era più quella gelida di pochi
attimi prima. Forse era stato tutto frutto della sua mente. Forse
dipendeva dal fatto che aveva lavorato siano a tardi. Certo, aveva solo
bisogno di un po di riposo.
-No... sono solo stanca-
Detto questo gli diede le spalle e sparì nella stanza proprio accanto a
quella del bagno. Lasciando Hisashi pieno di domande.
Rimase alcuni istanti ad osservare il vuoto corridoio. Cosa stava
succedendo non riusciva nemmeno a capirlo o a spiegarselo lui stesso.
__________________
La mattina era passata velocemente. Era uscito di casa, arrivato a scuola
come suo solito. Sembrava stesse andando tutto come al solito, ma non era
così. No, perchè quando quella mattina aveva incrociato la figura di
Rukawa, aveva avuto come un tuffo al cuore. E ancora una volta aveva fatto
ricorso al suo autocontrollo per contenersi.
E ora era in palestra. Non solo, che senso avrebbe stare lì tutto solo
quando poteva far vagare il proprio sguardo sul corpo di Kaede Rukawa. Il
suo sogno ed il suo incubo. Vedeva il suo corpo muoversi in campo
contrapporsi con i ricordi del suo "sogno".
Non riusciva proprio a togliersi di dosso tutti quei pensieri. Non era da
lui. Certo non era la prima volta che aveva pensieri sul suo compagno di
squadra, ma da lì a immaginarsi di fare l'amore con lui durante gli
allenamenti era una cosa totalmente diversa.
-Mitsui ti senti bene-
La voce di Kogure entrava in un orecchio e usciva dall'altro. Era come se
fosse un sottile lamento che lui non riusciva in pieno a sentire. Vedeva
solo il corpo sudato di Rukawa mentre andava a canestro, tutto l'altro era
come svanito attorno a lui.
Rukawa invece sembrava molto compiaciuto da tutto quello. Sentiva gli
occhi vogliosi di Mitsui su di sè. Poteva sentire il desiderio del
compagno percorrere tutto il suo corpo.
Il pallone tra le mani, il canestro riflesso nei suoi occhi. Le braccia
alzate ed un nuovo elegante e perfetto canestro andato a segno.
Sorrise. Era un sorriso che prometteva nulla di buono. Aveva qualcosa di
maligno in sè. E forse in tutto quello aveva qualcosa a che fare con
Mitsui.
-Hey Mitchy ti vuoi svegliare-
La voce di Sakuragi era entrata con prepotenza nelle orecchie di Mitsui e
di Rukawa. Aveva avuto come il potere di infrangere le barriere più
oscure e di riportare alla ragione Mitsui.
Ora tutta l'attenzione dei presenti in palestra era incentrata su Mitsui e
Sakuragi. Il numero dieci dello Shohoku era posizionato proprio di fronte
al compagno di squadra. Lo stava fissando con il solito sorriso da ebete
pronto a sparare una cavolata delle sue.
-Hey Mitchy che eri vecchio lo si sapeva già ma... che avevi bisogno
dell'apparecchio acustico questa mi giunge nuova-
E dopo quella frase era scoppiato a ridere. La solita risata, ma che alle
orecchie del volpino giungeva come un suono forte e molto fastidioso.
Odiava quella risata rumorosa, detestava quel comportamento di Sakuragi. E
più di tutto detestava quel rossino che aveva distrutto il suo momento.
Lo avrebbe distrutto con le sue stesse mani, giurò a se stesso che questa
l'avrebbe pagata molto ma molto cara.
Strinse forte i pugni ai lati del corpo per contenersi. Non doveva
reagire, non proprio lì davanti a tutti. La vendetta è un piatto che va
consumato freddo, e lui la sua l'avrebbe consumata ghiacciata.
Volse lo sguardo verso il gruppetto che si era formato al centro della
palestra. Quel rossino casinista aveva attirato su di sè l'attenzione
generale. Non riusciva più nemmeno a percepire le sensazioni di Mitsui. E
questo era male molto male, non per lui, ma principalmente per il rossino.
Non sapeva in quale terribile guaio si fosse cacciato.
______________________
Gli allenamenti erano ripresi. I ragazzi erano stati divisi in due squadre
e la partita di allenamento aveva avuto inizio sotto gli occhi vigili ed
attenti di Ayako e dell'allenatore Anzai.
Il destino aveva voluto che Mitsui e Rukawa giocassero in due squadre
differenti. Ma qualcosa di strano aleggiava nell'aria. Mitsui stranamente
ogni volta che si trovava dinnanzi al volpino cercava di cambiare
direzione. Non riusciva a sostenere il suo sguardo di fuoco senza che la
gran voglia di baciare quelle sue labbra sensuali o di toccare quel
pallido corpo si facesse sempre più grande in lui.
Ed ora era in posizione di tiro, avrebbe effettuato uno dei suoi precisi
tiri da tre punti. Ma stranamente alla visione del canestro si
sovrapponeva qualcos'altro. Sentiva le gambe tremare, qualcosa all'interno
del pantaloncini cominciare a svegliarsi.
Aveva il respiro affannato. Le braccia non riuscivano a sostenere neppure
il pallone mentre uno strano dolore all'interno della coscia destra si
faceva sempre più forte.
Alle sue orecchie le altre voci giungevano solo come flebili lamenti di
anime dannate. Non sentiva altro, le vista non gli mostrava altro che il
corpo di Rukawa nudo.
Il piacere saliva vertiginoso. Venne con urlo all'interno dei boxer,
ricadendo a terra svenuto. Tutto attorno a lui si era fatto nero e
silenzioso.
Non sentiva nemmeno le voci del compagni che lo richiamavano, che
cercavano di riportarlo alla realtà. Era come caduto in un buco nero dal
quale non riusciva più a salire. Lunghe mani nere lo afferravano e lo
trascinavano sempre più in fondo senza dargli la minima possibilità di
fuggire.
-Mitchy... mi senti... su apri gli occhi...-
Una voce sottile e calda. Una voce che non riusciva a distinguere, ma che
aveva la certezza di conoscere. Qualcosa di caldo e bianco...una mano...
aveva afferrato la sua e lo trascinava verso una luce, verso la salvezza.
Aprì gli occhi di colpo. Li richiuse. Non riusciva a distinguere quello
che lo circondava, ora sentiva solo tante voci che chiamavano il suo nome.
Ma si sentiva come al sicuro, ma non ostante tutto non riusciva a capire
cosa gli fosse successo.
-Mitchy-
Ancora quella voce... Chi è che mi chiama con tutto questo calore...
Aprì gli occhi. Era seduto, con la testa appoggiata contro un petto
caldo, un cuore che batteva. Alzò la testa per incontrare due occhi color
nocciola che lo guardavano con infinita preoccupazione. Due pozzi nocciola
di infinita bontà che sembravano trasmettergli tanta sicurezza.
-Mitsui... ti senti bene?-
Allontanò lo sguardo da quello di Sakuragi, rivolgendo tutta la propria
attenzione agli altri che attendevano qualche suo movimento, per sapere
che fosse ancora vivo. In tutto quel gruppetto la sua attenzione venne
catturata da una figura pallida appoggiata con gli occhi chiusi e le
braccia incrociate alla parete.
Rukawa...
Gli occhi di Rukawa si aprirono lentamente, i due pozzi neri fissarono
Mitsui. Un breve sorriso, quello era davvero troppo. Lo stava provocando,
stava cercando ancora una volta di farlo impazzire. Ma gli era impossibile
resistere a quella creatura, gli era entrata sino al sangue e ora era come
se fosse suo prigioniero.
-Mitsui se non ti senti bene puoi pure smettere... per oggi-
Le parole di Ayako, erano state trasportate via dal vento. Era come se non
sentisse nulla attorno a sè, ancora una volta. i suoi pensieri erano solo
per Rukawa. Era così eccitante lo sguardo che gli stava offrendo. E
quella lingua che si passava lento sulle labbra non faceva altro che
"risvegliarlo" ancora una volta.
-Mitsui hai sentito?-
Parole senza senso per uno che non vedeva altro che la meravigliosa
creatura appoggiata contro la parete, nessuno sarebbe riuscito a
distoglierlo da quella splendida figura. E ancora una volta stava
rischiando di cadere in quel vortice nero da quale quella creatura bianca,
innocente...
Sakuragi...
Ancora una volta il pensiero del rossino era riuscito a trasportarlo via
da qualcosa che irrimediabilmente rischiava di incatenarlo in una gabbia
di passione, dietro cui si celava però una grande paura. Rivolse lo
sguardo al rossino. I suoi occhi erano così dolci da infondergli ancora
una volta quella sicurezza che ormai non aveva più.
-Stò bene-
Si alzò dalla panca. Lo sguardo basso. Non voleva vedere quale fosse
l'espressione sul volto di Rukawa, aveva paura di vedere cosa mostrasse il
suo volto. Ma più di tutto aveva paura di se stesso di quello che avrebbe
provocato il suo rispecchiarsi in quegli occhi neri come la notte. Si
diresse senza dire nulla, ancora una volta in palestra. Aveva lo sguardo
preoccupato di tutti puntato addosso.
Il suo passo era incerto, sapeva solamente che giocare lo avrebbe potuto
aiutare a distrarsi dagli strani pensieri che aveva avuto su Rukawa. A
continuare a convincersi, inutilmente, che era stato tutto un sogno. Un
bellissimo sogno/incubo dove lui aveva fatto solo sesso con quello stupido
esaltato di Rukawa.
Si avvicinò ai bordi del campo e prese un pallone tra le mani. Respirò
profondamente.
Forza Hisashi è il momento di far vedere a tutti chi sei... Riprenditi
non è da te mollare così solo per una stupidaggine...
Chiuse gli occhi. Respirò profondamente ancora una volta, tentando e
riuscendo a cacciare via quel brutti pensieri. Li riaprì e si girò verso
gli altri con un sorriso tipico del grande campione dei tre punti.
-Che aspettate... abbiamo ancora tempo-
La squadra riprese le proprie posizioni, la preoccupazione per quello
accaduto a Mitsui era sparita, grazie anche all'ottimo gioco del ragazzo.
Sembrava veramente che la sua mente fosse sgombra da tutti i pensieri che
lo avevano terrorizzato. Giocava contro Rukawa come se nulla fosse
successo, come se la sua presenza non lo influenzasse minimamente.
Nello stesso momento e ben nascosta nell'ombra, una figura osservava
divertita tutta la scena.
Il suo sguardo si spostava da Rukawa a Sakuragi. Dopo varie incertezze,
soffermò i propri occhi sul rossino.
Poteva constatare con chiarezza l'odio che Rukawa provasse nei confronti
del rossino, lo vedeva chiaramente dallo sguardo che a volte gli lanciava,
pensando di non essere visto. Questa constatazione lo divertiva molto, si
a lui piacevano da impazzire le cose o le persone che Kaede odiava. Lo
eccitava da impazzire l'idea di possedere quel rossino.
Chissà se sarà focoso anche tra le lenzuola...
Si passò la lingua sulle labbra. Già si immaginava la scena. Assaporare
il suo sangue caldo nello stesso momento in cui lo penetrava, era un'idea
che lo mandava in estasi.
Già pregusto il sapore del suo dolce sangue... caldo...
I suoi pensieri si interruppero di colpo quando notò una piccola
infrazione nel campo da gioco.
Era stata da parte di Rukawa, che nel tentativo di fermare un'azione di
Mitsui gli era caduto, involontariamente, sopra.
Osservò con molto piacere la scena che veniva offerta gratuitamente ai
suoi occhi. Rukawa era praticamente seduto sopra l'altro ragazzo, con le
ginocchia ai lati del corpo.
-Ti eccito... vero?-
Nessuno sembrava essersi accorto delle lievi parole uscite dalle sensuali
labbra del volpino. Solo le orecchie di Mitsui erano riuscite a percepire
quello che aveva detto, proprio come voleva Rukawa. Non voleva le
avvertisse nessun altro, solo la sua vittima era destinata a sentirle.
Il volpino spostò la mano sulla caviglia destra del ragazzo sotto di sè,
con le dita fece leggere carezze. Le dita fredde sembravano appartenere ad
una creatura non umana tanto il contatto ghiacciato che avevano con la
pelle calda di Mitsui.
Mitsui lo guardava incredulo, non aveva la minima forza per fare una
mossa, era completamente paralizzato di fronte allo sguardo affamato di
Rukawa. Ancora una volta stava perdendo il controllo di se stesso e la
cosa peggiore era che anche se continuava a chiedere un muto aiuto con lo
sguardo sembrava che gli altri non notassero nulla, come se loro non
fossero minimamente in quella palestra.
Spostò le braccia lateralmente cercando di sfuggire alla morsa del
volpino. Spalancò gli occhi terrorizzato. Non poteva essere vero, non
aveva nessuna via di fuga. Infatti, il suo braccio aveva bloccato la sua
corsa contro una parete di vetro, questo quello che sembrava al primo
contatto.
-Co..cosa?-
Volse lo sguardo verso quello di Rukawa, trovando solo un piccolo sorriso
maligno fare capolino nel bel volto del volpino. I suoi occhi erano
diventati più scuri, mentre fissavano e catturavano quelli dell'altro
ragazzo.
-Ora sei mio-
La voce bassa e sensuale, metteva brividi non solo di eccitazione ma allo
stesso tempo di terrore. Era terrificante il suo sguardo penetrante, la
sua lingua che serpeggiava su quelle labbra così sensuali da non sembrare
reali. Le mani ghiacciate che avevano cominciato a muoversi sotto la
maglietta di Mitsui. Non sapeva come fare per salvarsi, era terrorizzato.
-Cosa...cosa..-
-Vuoi sapere cos'è-
Nonostante fosse terrorizzato, riuscì ad annuire con la testa. Provocando
solo il divertimento del volpino.
-Stupidamente viene chiamata barriera mentale-
Mitsui non capiva più nulla. L'unica soluzione che veniva alla sua mente
per quello che gli stava succedendo era la pazzia. Forse era diventato
pazzo, si non riusciva a pensare ad un'altra soluzione che non fosse
quella. Poi però un'altra domanda si fece lentamente spazio nella sua
mente.
-Tu..tu..chi sei?-
C'era riuscito. Era riuscito a far uscire dalla sua gola un'altro suono.
Una piccola domanda che forse gli avrebbe chiarito una volta per tutto
quello che gli stava accadendo. Nonostante il terrore che aveva addosso
per quello che succedeva e per la risposta che avrebbe ricevuto, lui
voleva sapere. Non ce la faceva ad andare avanti così.
-Un normalissimo ragazzo-
La voce di Rukawa era troppo bassa, ma eccitante senza misura per questo.
I bassi istinti di Mitsui stavano già prendendo il controllo sul suo
corpo. Ormai non sapeva resistere a quel bellissimo ragazzo sopra di lui.
Lo eccitava a tal punto che i pantaloni si sarebbero strappati se un
piccolo aiuto della mano dell'altro ragazzo non lo avesse aiutato a
"calmarsi".
-Tu mi vuoi, vero?-
Mitsui chiuse istintivamente gli occhi. Quella mano che lo accarezzava in
mezzo alle gambe, sopra il tessuto dei pantaloncini, era una sensazione
fortissima. Un qualcosa di già vissuto. E come un potente masso che gli
cadde addosso si rese conto di quale era stata la realtà. Le immagini,
quelle che aveva cancellato dalla sua mente erano tornate con prepotenza a
farsi spazio nella sua mente.
Non è stato un sogno? No, non può essere vero... Sì deve essere tutto
frutto della mia immaginazione... Lui non può essere un vampiro...
-Non sono un vampiro-
La voce del volpino l'aveva scosso dai suoi pensieri. La sua mano
lentamente si era insinuata all'interno dei pantaloncini e stava
stuzzicando il suo membro attraverso il tessuto delle mutande. Movimenti
lenti e leggeri erano quelli che stava usando Rukawa per farlo impazzire
di piacere.
Mitsui getto la testa all'indietro, tutti i suoi propositi di resistenza
di respingerlo svanirono nel giusto momento in cui la voglia di avere
ancora una volta quelle mani su di sè si appropriò del suo corpo e della
sua mente.
Ancora una volta un sorriso malvagio si fece sul viso di porcellana di
Kaede. Era molto soddisfatto della reazione che riusciva a suscitare sulla
sua "vittima". Vederlo così eccitato sotto di lui, non poteva
che renderlo orgoglioso di se stesso, di avere sotto il suo immenso potere
anche lo sfregiato che si credeva superiore a tutti. Quello che si
reputava il grande campione da tre punti, ma che sotto sotto era più
docile di un agnellino.
Le labbra semi aperte lasciavano sfuggire alcuni gemiti di piacere.
L'altra mano del volpino si era infiltrata sotto la maglietta solo per
venire a contatto con la pelle calda e sudata dell'altro ragazzo. Le sue
dita fresche accarezzarono tutto il petto soffermandosi a delineare i
pettorali ben definiti dalle numerose risse a cui aveva partecipato
nell'ultimo periodo.
Nonostante la notte prima avesse avuto il piacere di controllare ogni
particolare di quel corpo, gli piaceva far scorrere le proprie dita su
quel corpo. Lo trovava molto eccitante segnare con le proprie dita ogni
singolo muscolo, sentire ogni membra, ogni piccolo osso attraverso quella
pelle bollente. Era come possedere quel corpo, anche se ormai già gli
apparteneva.
Ti diverti vero?
Ancora quella voce... Sembrava che ci provasse un certo gusto ad
interromperlo ogni volta che si trovava con Mitsui. Non sopportava di
essere disturbato durante la giornata, figuriamoci che lo facessero quando
lui era occupato in certe cose.
Vuoi che la morte venga a prenderti prima del tempo
Come siamo cattivi oggi... E pensare che volevo solo condividere con te
questa bella esperienza...
Akira sarebbe ora che ti togliessi dai piedi...
Sei arrabbiato Kaede... Forse la causa è un certo rossino...
Perchè non te ne vai e la smetti di rompere...
Mhpf... Allora visto che a te non interessa potrei anche giocarci
assieme...
Fa come ti pare basta che ti togli dai piedi...
I dialogo si interruppe in quel momento. Ma nonostante tutto la risata di
Sendo poteva riecheggiare nella sua mente per altri pochi ed interminabili
secondi. Come una musica odiata che si impegnava a farti impazzire.
Rivolse tutta la sua attenzione ancora una volta alla "vittima"
che continuava ad ansimare ed elemosinare le sue attenzioni. Ancora una
volta uno dei suoi più tetri sorrisi si fece spazio nel viso.
Agghiacciante. Questo era quello che la mente di Mitsui riusciva ad
interpretare dal viso del volpino. Nonostante fosse eccitato
all'inverosimile, aveva paura. Una tremenda paura di quello che gli
avrebbe fatto, anche se non attendeva altro che darsi completamente
all'altro ragazzo.
Voglia e paura...Paura e voglia... Ora si stavano mescolando per diventare
un'unica cosa. Aveva paura di volere troppo e non riuscire a tornare in sè.
-Non devi aver paura...-
-Io..io..non ho..paura-
-Non può mentirmi... ormai io sò quello che provi..quello che pensi-
Finì la frase proprio sopra le labbra separate di Mitsui. Il suo respiro
caldo le sfiorava, come una leggera carezza. La sua lingua avanzò verso
quelle sottili labbra, tanto invitanti che erano come un piccolo richiamo.
Le inumidì. Le accarezzo con leggeri tocchi assaporando il sapore altrui.
Volse lo sguardo per notare con immenso piacere che tutti gli altri si
stavano dirigendo verso gli spogliatoi. Sorrise. Tutto poteva finalmente
riprendere secondo i suoi piani.
Fine 2° capitolo.....
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|