The Black Angel

parte I

di Neko

Il cielo scuro, troppo scuro annunciava che anche quella notte "lui" avrebbe concesso una delle sue preziose visite. La luna splendeva e sembrava volesse fondersi con la figura che, agilmente saltava di tetto in tetto.

La corsa della misteriosa figura si fermò di colpo. I capelli scuri che danzavano assieme alla leggera brezza del vento. I suoi occhi scuri e penetranti guardavano gelidi l'enorme palazzo che si ritrovava di fronte.

-Sono arrivato-

La freddezza con cui aveva detto quelle due parole era tanto gelida che avrebbe potuto congelate anche un vulcano in eruzione. I suoi occhi guardarono le varie finestre, come se riuscisse a vedervi attraverso, fin quando non si bloccò su una di loro.

Un tetro sorriso si fece spazio sul suo viso. Aveva trovato anche per quella sera un nuovo amichetto con cui trascorrere ore calde di buia passione. Aveva fame e quando questo accadeva lui doveva soddisfare il suo desiderio, che quello con cui passasse la notte fosse d'accordo o pure no.

Spiccò un lungo salto, la finestra era lontana, troppo, non ci sarebbe mai arrivato, sarebbe caduto prima sfracellandosi a terra. Estese entrambe le braccia lateralmente, come se volesse volare. Ma sembrava che nulla stesse accadendo e che la sua fine fosse molto vicina, quando tutto d'un tratto delle ali nere spuntarono dalla sua schiena. Ali sottili che sembravano quasi trasparenti tanto si confondevano con il buio della notte.

Ora il problema rimaneva soltanto la finestra chiusa. Avrebbe potuto sbatterci addosso e romperla, ma questo avrebbe attirato solo l'attenzione degli abitanti del palazzo e lui non voleva sguardi curiosi a rovinargli la notte.

Estese il braccio destro davanti a sè, aprì la mano lentamente, come se lì stesse concentrando le sue forze, lasciando che una sfera rossa uscisse e si diresse verso l'ostacolo che lo divideva dalla sua ambita preda.

La finestra si spalancò lentamente, lasciando che un tornado di petali rossi fece capolino nella stanza, spargendosi sul pavimento. Un forte profumo di rose annunciava come al solito il suo arrivo, era il suo simbolo.

La figura scura era ferma sulla finestra, osservando l'interno della stanza. I suoi occhi vagavano curiosi per la stanza in cerca di qualcosa e quel qualcosa stava beatamente dormendo nel letto.

Bene anche questa sera non mi annoierò di certo...

Entrò all'interno della stanza. Chiuse gli occhi e cominciò a sentire un profumo, quello stesso che aveva portato lui e che amava avere attorno a sè mentre si perdeva in una delle notti più calde degli ultimi tempi.

Quel solo pensiero bastò ad eccitarlo. Ma non aveva fretta, no non ne avrebbe potuto avere quando aveva tutta la notte calda e giovane da consumare con il nuovo compagno, per quella notte.

Aprì gli occhi. Li focalizzò sulla figura che tranquillamente stava riposando sul letto.

Era un ragazzo. Il corpo rilassato tra le lenzuola. Il respiro regolare, il petto che saliva e scendeva, le labbra semi aperte lasciavano che un dolce respiro potesse uscire e che arrivasse alle orecchie dell'altro ragazzo. E quella piccola cicatrice nel lato sinistro del mento.

Lo sguardo della figura continuava a vagare su quel corpo, solo coperto da un leggero lenzuolo blu notte. Nessun indumento copriva il corpo della sua "vittima". Questo non poteva essere altro che uno stimolo in più per la sua sempre più crescente fame.

Sì avvicinò lentamente al letto, accompagnato da movimenti felini. Si fermò prima di essere troppo vicino. Voleva prima osservare, vedere cosa si nascondeva sotto il lenzuolo, a suo parere un enorme fastidio.

Avvicinò la mano destra al lenzuolo. Le sue dita fredde sfiorarono la pelle calda dell'altro ragazzo. Leggermente scostò il lenzuolo per perdersi nella vista di tutto quello che gli si stava offrendo.

Era completamente nudo davanti agli occhi del "cacciatore". Un corpo perfetto, questo era il parere dopo averlo visto in totale nudità. I suoi occhi che non lasciavano un solo piccolo frammento di pelle privo del suo sguardo indagatore.

Il ragazzo si mosse nel letto, la leggera brezza dell'aria gli aveva procurato dei leggeri brividi. Cosa che aveva notato con molto piacere il misterioso ragazzo.

Si passò la lingua tra i denti varie volte. La sua fame che cresceva, e un desiderio irrefrenabile che andava al più presto colmato.

Cominciò a sbottonarsi lentamente la camicia, con eleganza e lentezza fin quando una buona parte della sua pelle bianca venne esposta alla "luce" della stanza.

Il leggero soffiare dell'aria, che era penetrato tutto d'improvviso nella stanza, aveva fatto sì che i petali sparsi per la stanza si radunassero attorno al letto. Il loro profumo si era concentrato tutti attorno a quel letto che a breve sarebbe stato l'unico testimone di una notte indimenticabile per il suo padrone.

Si avvicinò al letto, vi salì sopra, inizialmente con un ginocchio. Sembrava che il materasso non risentisse minimamente del suo peso. Non si era minimamente scomposto come non avesse peso.

Salì completamente sul letto, i suoi movimenti erano stati leggeri e silenziosi, tanto che il ragazzo addormentato nel letto non si era reso conto di avere un altro ragazzo su di sè. Che lo stava osservando o meglio che lo stava mangiando solo con lo sguardo.

-Mitsui-

La voce era fredda, come lo erano le sue dita che ora viaggiavano indagatrici sul petto del ragazzo semi addormentato. Le dita sembravano serpeggiare mentre continuavano a viaggiare su quel corpo, su quella pelle calda.

Avvicinò la bocca all'orecchio di Mitsui. Vi respirò contro. Sentiva l'altro corpo muoversi contro il suo, sentiva che a breve si sarebbe risvegliato. Cominciò a pronunciare alcune parole così vicine all'orecchio che era impossibile non sentirle, nonostante la sua voce fosse di una tonalità così bassa da essere quasi inumana.

Mitsui aprì lentamente gli occhi. Non capiva quello che stava succedendo. Sentiva qualcosa di umido insinuarsi all'interno del suo orecchio e qualcosa di gelido muoversi sul suo petto. Non riuscì a distinguere con chiarezza le immagini. Sentiva un forte profumo di rose circondarlo, entrargli completamente nelle narici.

Richiuse gli occhi. La sua mente che fantasticava su cosa gli stesse succedendo. Provò a riaprirli ma niente, la testa gli girava. Quel profumo era talmente forte che ogni suo tentativo risultava invano.

Gli uscì dalle labbra un respiro forzato.

Le sensazioni che aveva provato sino a quel momento svanirono di colpo.

Cercò di muovere le mani ma erano completamente inchiodate sul materasso. Aprì gli occhi di scatto, sperando che questa volta fosse quella buona. Di fronte a lui, in tutta la sua bellezza c'era il ragazzo che tante volte aveva sognato di avere tra le braccia: Kaede Rukawa.

-Rukawa-

Quella parola di uscì tutta d'un fiato. Non poteva credere a quello che i suoi occhi gli stessero mostrando. Proprio lui. No, doveva essere sicuramente frutto della sua fantasia. Sì certo quell'insensibile di Rukawa non si sarebbe mai scomodato ad andare da lui.

Forse a forse di immaginare di sognare di passare qualche minuto assieme a lui, di condividere un letto con lui, i suoi desideri si stavano materializzando in forma di sogno.

-Alla fine ti sei svegliato-

La sua voce cupa e ghiacciata allo stesso istante, gli metteva i brividi. Non sembrava più lo stesso ragazzo con cui si incontrava a scuola, no aveva qualcosa di insolito. Un insolita indole diabolica mal celata dietro quegli occhi neri, profondi pozzi di ghiaccio.
-Rukawa... sei proprio tu-

La sua voce tremava. Non riusciva a capirsi, l'unica cosa di cui era sicuro era la forte paura che cresceva dentro di lui. Sì lui aveva paura di quel ragazzo. Non era semplice paura. Il suo terrore nasceva e cresceva dal fatto che si trovava immobilizzato sotto di lui, sotto quel corpo pallido e sensuale allo stesso tempo.

Rimase a fissare a fissare il volto di Rukawa, rimase rapito da quel piccolo gesto. Seguiva come ipnotizzato il passarsi la lingua sulle labbra. Come se si stesse preparando ad assaggiare una pietanza di alta qualità.

Che diavolo ci fa nella mia stanza...

-Sono qui per colmare il tuo desiderio-

Aveva detto quelle parole con le labbra quasi a sfiorare quelle del ragazzo sotto di lui. I suoi occhi che sembravano oltrepassare l'intero essere di Mitsui tanto erano scuri e profondi. Le dita scesero piano attraversando tutto il corpo sino ad insinuarsi tra le gambe del ragazzo.

Devo pensare ad altro... Devo pensare ad altro...

Non si era nemmeno reso conto di aver le man libere tanto cercava di auto convincersi a controllare le sue bassi parti di non reagire ai tocchi dell'altro ragazzo. Quelle dita fresche percorrevano tutto il suo membro con leggeri tocchi, ma allo stesso tempo infuocati. Quella tortura era paragonabile ad una piuma di fuoco.

-Non devi cercare di resistere... non puoi-

La lingua di Rukawa stava percorrendo lenta e sensuale le labbra dell'altro ragazzo. I suoi occhi fissi su quello dell'altro sembravano, ora, emanare vortici di fiamme.

Devo cercare di togliermelo di dosso... Altrimenti io...

La mano del volpino, che fino a quel momento era stata sul membro dell'altro, aveva cominciato a rifare il cammino all'indietro. Risaliva piano piano fermandosi a tratti sul petto, accarezzando con lenta tortura quella pelle calda e sudata.

La lingua prese a vagare per tutto il viso di Mitsui fermandosi quasi all'interno dell'orecchio. Lì la voce di Rukawa riprese a torturarlo.

-Lo sò che ti piace... Non è per caso un tuo sogno erotico più grande fare sesso con me...-

Mitsui sentiva che le forze per resistergli via via lo stavano abbandonando. Che non avrebbe resistito ancora per molto perchè quello che aveva detto l'altro era la pura e semplice verità.

La sua mente stava cominciando ad annebbiasi dal desiderio. La lingua che si insinuava nel suo orecchio, quella mano gelida che vagava curiosa nel suo petto. E la sua voglia di essere posseduto da quel ragazzo freddo come il ghiaccio all'esterno e caldo come il fuoco all'interno.

Chiuse gli occhi per concentrare le proprie forse e riuscire a respingere quel desiderio irrefrenabile di essere suo. Lì riaprì di scatto, poi, quando si sentì di colpo vuoto. Aveva perso ogni contatto con il corpo dell'altro ragazzo.

Ma... ma che stà facendo...

Rukawa si stava togliendo la camicia, con molto eleganza e lentezza. Nello stesso istante lo fissava, lo inebriava quella sensazione che riusciva a suscitare sulla sua vittima. L'odore della paura unito a quello del desiderio, erano sensazioni di puro piacere per lui.

-Mi stò spogliando... non vuoi per caso vedere il mio corpo nudo-

La voce era di una tonalità ancora più bassa, forse troppo per non suscitare sensazioni vertiginose all'interno di Mitsui. Sentiva l'eccitazione crescere dentro di lui. Aveva bisogno ancora di contatto con quella pelle fredda, con quel corpo sognato. Ma sembrava che Rukawa ci tenesse proprio a farlo soffrire nei modi più crudeli.

Infatti, aveva appena lanciato la camicia in un angolo della stanza e si stava apprestando a slacciare i pantaloni. Quei pantaloni neri che Mitsui stava cominciando ad odiare. Che gli impedivano di vedere quali enormi "qualità" Rukawa nascondesse al suo interno.

Si alzò in piedi, il corpo di Rukawa che sovrastava quello dell'altro ragazzo. I pantaloni che si strusciavano contro quella pelle bianca ed invitante mentre scendevano giù e si poggiavano sul lenzuolo. Li spostò completamente da sè con un leggero colpo del piede sinistro, mandandoli contro la parete.

Ora lo aveva davanti a lui, in tutto il suo splendore. Solo un paio di mutande riuscivano a rovinargli il bel panorama che si mostrava totalmente ai suoi occhi. Una pelle bianca e pallida che richiamava i suoi più bassi istinti al risveglio. Poteva notare con piacere l'ingrossarsi attraverso le mutande.

Respirava già a fatica solo a quella vista figuriamoci averlo nudo su di lui. Non era da lui, quante volte aveva fatto sesso con una persona, ma quello che aveva dinnanzi a sè non era una persona normale. Era la raffigurazione fatta a persona della sensualità e passione.

Ho voglia di divertirmi un po'... Vediamo di cosa è capace lo sfregiato...

Rukawa cominciò a far vagare le proprie mani sul suo stesso petto. Lente come solo lui sapeva fare. Le faceva muovere per tutto il petto mentre lo osservava con occhi colmi di passione. Voleva fargli perdere il controllo solo alla sua vista e forse ci stava riuscendo un po' troppo bene.

Mitsui si alzò di colpo. Ora erano tutti e due in piedi, l'uno di fronte all'altro. Lo sguardo predatore di Rukawa che fissava tutto il corpo di Mitsui. I suoi occhi che si fermarono e con sguardo famelico sul membro dell'altro ragazzo.

Le mani che scesero più giù fino a strusciare la stoffa che nascondeva il suo membro. Tocchi lenti che avevano catturato lo sguardo di Mitsui.

Senza dire nulla Mitsui si avvicinò maggiormente verso di lui poggiando una mano sulla mano di Kaede e muovendola assieme alla sua. Non riusciva a sentire nulla, si stava innervosendo.

Allontanò la mano di Rukawa permettendo che l'altra sua mano entrasse all'interno delle mutande del volpino. Gli mancò quasi il fiato quando si rese conto di quanto fosse dotato il compagno di squadra.

-Ho voglia di fare l'amore con te-

La voce di Mitsui era accelerata, tremava. Ormai l'eccitazione si era completamente impadronita di lui. Ma Rukawa non era di certo disposto a soccombere, era lui il predatore e non di certo la preda.

-Sono solo qui per questo-
-Cosa?-
-Non sono qui per parlare... ma per mostrarti qualcosa di molto speciale-

Gli occhi di Mitsui si allargarono, non per lo stupore, ma per la straordinaria sensualità con cui aveva pronunciato quelle poche parole. La suo voce ogni secondo che passava diventava sempre più bassa e sensuale.

Come può solo la voce eccitarmi in quel modo...

-Ti eccita solo sentire la mia voce vero?-

Non si era minimamente scomposto, nonostante la mano di Mitsui, Rukawa era riuscito a mantenere il controllo. Non era facile che lo perdesse, nonostante sembrasse eccitato anche la prova ne era quello che nascondevano le sue mutande.

Rukawa lo allontanò da sè sbattendolo di colpo sul letto. Ora lo sovrastava ancora una volta. Un sorriso maligno fece capolino sul bel volto del volpino, mentre lentamente si toglieva le mutande e le teneva strette nella mano destra.

Si abbassò mettendo le ginocchia tra le gambe di Mitsui, facendo in modo di allargare le gambe. Strofinò alcune volte le mutande sul membro eccitato del ragazzo sotto di lui.

Mitsui gemette a quel contatto. Nello stesso momento Rukawa avvicinò la bocca all'orecchio del compagno. Soffiando al suo interno. Il corpo di Hisashi era percorso da brividi, era eccitato, troppo e continuando in quel modo il volpino non faceva altro che far continuare la sua tortura.

-Ah... basta... ti prego...-
-Povero piccolo... dillo... urlalo...cos'è che vuoi?-
-Dammelo... ti prego...-
-Cos'è che vuoi?-
-Aaaaaaaaaah...-

Rukawa aveva gettato via le mutande facendo prendere il loro posto alla sua mano. Una presa di ferro. La sua mano si muoveva velocemente togliendo il respiro a Mitsui. Che ormai era sul punto di venire. Tutto questo divertiva Rukawa, lo divertiva troppo. Avere un così grande potere sulle persone non poteva non eccitarlo ancora di più.

-Allora Mitsui... cosa... vuoi?-
-Ah..vo...voglio..te..ti..prego-
-Me? E cosa vuoi da me?-

La tortura di Rukawa continuava, più forte e incessante. La mano sul membro, la voce sensuale nell'orecchio e il suo petto freddo che si strusciava contro quello caldo dell'altro ragazzo.

-Ti prego..prendimi-

Il volpino si allontanò da lui. Lo osservava con uno sguardo curioso e allo stesso tempo soddisfatto per la sua opera. Anche per quella sera avrebbe avuto una nuova vittima e sapeva bene quali sarebbero stati i guadagni per tutto quello.

Anche stasera ci divertiamo, vero Kaede?

Una voce cupa e cristallina allo stesso tempo si era prepotentemente inserita nella sua mente. Uno sguardo di protesta si fece spazio sul volto del volpino. Sotto di lui Mitsui continuava a gemere perchè la mano di Rukawa aveva ripreso il ritmo sul suo membro.

Che cavolo vuoi... Non hai di meglio da fare che rompermi...

Su Kaede non fare l'ostile, tanto lo sappiamo entrambi che per te quello è solo un corpo inutile che poi getti via...

E tu che ne sai?

Lo sò perchè tu hai solo voglia di colmare la fame che hai...

Senti adesso hai scocciato perchè non torni a casa...

Ma Kaede... Lo sai che mi annoio se non me ne faccio almeno uno a notte...

Allora vai e cercatene uno... Qui ci sono già io...

La voce smise di torturare la sua mente così che Rukawa potesse ancora una volta riportare la propria attenzione sull'altro ragazzo.

Rimase alquanto compiaciuto all'immagine che si offriva ai suoi occhi. Mitsui era completamente perso nell'oblio dell'eccitazione. Muoveva il bacino accompagnando le spinte della mano di Rukawa.

-Ah...aaaaaaaah-

Rukawa chiuse gli occhi per assaporare l'aroma che si poteva respirare attorno a loro. Il profumo delle rose primeggiava sugli altri odori. Aprì gli occhi, notando con piacere e grande soddisfazione il liquido bianco che ora aveva sparso per la mano e per buona parte del torace di Mitsui.

Si portò la mano alla bocca. Inserì una ad una le dita all'interno della propria bocca. Cancellò via con gusto quelle tracce che si mischiavano al colore pallido della sua pelle. Gli occhi aperti per osservare quanto fosse stremato l'altro ragazzo, faceva pure fatica a respirare.

-Sei già stanco?-

La voce di Kaede era ancora bassa, nessuna emozione, come se quello che avesse fatto fin ora non lo avesse minimamente toccato. Certo, non poteva essere come passare le notti con l'uomo che occupava la sua mente, ma non era poi stato male, fino ad ora.

-..............-
-Sai puoi anche non rispondere... ma io ho fame-

Mitsui, nonostante si sentisse debole, aprì gli occhi di colpo. Non riusciva a interpretare completamente la parola "fame".

Rukawa sentiva l'eccitazione crescere, la paura che riusciva ad emanare nelle altre persone gli riscaldava il sangue. Gli toglieva tutti i freni, era troppo eccitante per lui avere dinnanzi a sè un corpo nudo ed impaurito.

Scese con la testa sino alla spalla destra. Vi depositò un leggero morso, alcune gocce di sangue uscirono da quel piccolo segno che gli aveva procurato. La lingua che giocava attorno alla ferita e raccoglieva tutto quel "nettare" prezioso, metteva strani brividi per il corpo di Mitsui.

-Che..mi..fai..-
-Non devi aver paura... ho solo fame...-

La lingua riprese a lavorare attorno alla ferita, intraprese un lungo cammino giù verso il petto. Non lasciava nessuna parte di quella calda pelle senza essere accarezzata e inumidita.

-Ah..lo voglio..-

Una nuvoletta di fumo uscì dalla bocca di Mitsui. Il corpo tremava di piacere e paura allo stesso tempo. Aveva paura di quello sguardo maligno che ogni tanto intravedeva negli occhi scuri di Rukawa, ma nello stesso tempo bramava di sentirlo dentro di sè.

La lingua del volpino si era fermata sull'addome, leccava e rileccava tutta la carne ove si era andato ad appoggiare quel liquido, dolce e amaro, prezioso che sembrava aumentare le forze del volpino.

La lingua scese ancora più giù, sempre più in basso sino ad incontrare il membro caldo e ancora bagnato dal liquido bianco. Percorse tutta la lunghezza succhiando a tratti la carne calda. Lo sentiva pulsare sotto le sue carezze, sentiva ancora una volta il suo risveglio.

La bocca si mosse a tratti sulla carne, alternando le sue labbra fresche e i suoi denti ben affilati, provocando sensazioni estreme al povero Mitsui che non riusciva a far altro altro che gemere.

-Ah..smetti..la..fal..lo..pre..di..lo..-

La bocca di Rukawa si allontanò dal suo membro provocando un immenso vuoto all'interno dell'altro ragazzo. I suoi occhi scuri, nere pietre di passione, osservarono il viso di Mitsui e in particolare quella bocca che continuava a pronunciare parole inutili e senza senso.

-Cosa dovrei prendermi?-

Aveva detto quelle parole così vicino alle labbra dell'altro che Mitsui aveva potuto respirare la sua stessa aria, sentire il suo respiro sulle sue labbra.

La lingua di Rukawa scese ad accarezzare le labbra, ormai asciutte di Mitsui. Una danza sensuale giocava su quelle labbra che si separarono lentamente per accogliere il serpente del peccato nel paradiso.

Non se lo fece ripetere due volte, il volpino premette le labbra con violenza contro quelle dell'altro inserendo la lingua che danzava ipnotica all'interno della bocca dell'altro. Una delle sue mani scese senza troppi avvisi tra le gambe di Hisashi, afferrò con una forte presa quella virilità pulsante, facendo sì che aprisse ancora di più la bocca e che emettesse gemiti sempre più forti all'interno di quella di Kaede.

Abbandonò la bocca della sua "vittima", senza però staccarla dal corpo, dalla pelle calda, Percorse la strada verso il "banchetto" che a breve lo avrebbe saziato. Morse a tratti quella pelle così calda da potervi sentire attraverso il caldo sangue che scorreva nelle vene. Senza che Mitsui lo potesse notare si passò la lingua sulle labbra. Aveva fame, una fame incredibile, nata anche dal desiderio di possedere quel corpo abbandonato a lui.

La bocca bloccò il suo cammino sopra l'ombelico. Soffiò alcune volte al suo interno, sentendo con piacere i brividi che provocava in quel corpo. Tutto di colpo la lingua all'interno di quel "pozzo" profondo. Abbandonando subito dopo il suo interno, alzando di poco il viso e lasciando cadere alcune gocce di saliva.

-Ah..da..me..lo..-
-Cosa vuoi?-
-Sei un figlio...-

Non fece in tempo neppure di dire quella frase, le parole gli morirono in bocca. Rukawa lo aveva penetrato con una spinta decisiva, di colpo. Poteva sentire dentro di sè quel corpo estraneo muoversi ad un ritmo violento.

Gli faceva male, gli stava procurando un dolore immenso. Eppure quel dolore lo stava eccitando, gli piaceva. Sì questo era quello che veramente stava accadendo più il dolore aumentava più lui voleva che quelle spinte divenissero più forti, più violente. Tutto quel dolore si stava trasformando in piacere, un piacere estremo.

-Ah..ti..prego..di..più..-

Gli stava piacendo questo elemosinare da parte di Mitsui. Lui che sia a scuole che in campo si dimostrava forte e non aveva bisogno di chiedere mai ora lo stava supplicando. Lo riempiva di soddisfazione tutto questo.

Le mani di Rukawa sui lati del corpo dell'altro lo tenevano stretto a sè, bloccandolo. Il sudore che scendeva dal suo viso andava a mischiarsi con quello che già ricopriva il corpo di Mitsui.

Accelerò il passo, il bacino di Mitsui oscillava sotto le sue spinte. Rukawa sentiva il membro dell'altro contro il proprio ventre. Apposta si avvicinò maggiormente al corpo dell'altro, ora il membro era intrappolato tra i due corpi.

Il volpino raggiunse il culmine con un urlo adatto più ad un lupo nelle notti d caccia che ad un essere umano. Sentendo quella presenza calda al suo interno anche Mitsui venne facendo sì che gli stomaci di entrambi furono "macchiati" dal liquido bianco.

Il corpo sfinito di Mitsui sotto il suo tremava. Lo stava fissando con occhi gelidi. Osservava ogni muscolo di quel corpo sudato e stremato. I suoi occhi scuri si fermarono in un punto ben preciso di quel corpo. Un punto sul quale lasciava sempre il suo marchio.

Abbassò la testa sino ad appoggiare la bocca nell'interno della coscia destra. Passò la lingua sul punto prestabilito affondandoci subito dopo i denti. Mitsui sentiva un leggero dolore, poteva sentire i canini del volpino lacerare la sua carne.

Sentiva come se il suo essere fosse risucchiato dal suo corpo, come la sua stessa energia. Si sentiva debole, troppo persino per far ragionare la sua mente su quello che stava succedendo. Poi il vuoto.

Rukawa si allontanò da quel corpo. Si leccò le labbra, osservando il corpo molle e abbandonato sotto di sè. Ora Mitsui avrebbe ricordato questa notte per sempre, non avrebbe potuto dimenticarsi di lui tanto facilmente.

                                               Fine 1° capitolo





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