Bene…avendo perso la sfida con dany ….. (per chi non lo sapesse è arrivata in anticipo per la prima volta nella sua vita!!!!! O__o) ….mi vedo costretta a perpetuare questo strazio….soprattutto per voi!! -___-

Quindi, io non ho colpe, e se volete lamentarvi con qualcuno c’è Dany apposta per questo…..




The Best Pairing

parte IX

di Anny


 

Sendoh era seduto al tavolo della cucina, guardava con espressione triste le sue mani intrecciate l’una nell’altra.

I suoi pensieri vagabondavano tra un ricordo e l’altro, la maggior parte dei quali non era affatto piacevole.

 

Una mano si tese dinanzi gli occhi offrendogli una tazza di thè fumante. Il suo sguardo risalì fino al possessore del suddetto arto.

Kenji Sasaki lo guardava con la sua solita espressione indecifrabile, molto simile a quella di Rukawa, tanto simile da poter davvero essere scambiato per un suo parente.

 

La sua testa si mosse in un tacito segno di ringraziamento mentre avvolgeva le dita attorno alla porcellana bollente.

 

Tirò un sospiro e guardò di nuovo il poliziotto, che nel frattempo gli si era seduto di fronte, sorseggiando dalla propria tazza, ed evidentemente, aspettando una spiegazione.

 

Akira sapeva di dover parlare con qualcuno, di doversi sfogare e doversi togliere da dentro tutti i cattivi pensieri e i brutti ricordi che aveva inaspettatamente riportato alla memoria. Ma proprio a causa di queste memorie lontane, troppo dolorose e troppo sue, anche se di un’altra persona, di una donna, di una dea, non potevano essere dette con leggerezza.

 

Dolore, rabbia, vendetta, tristezza, amore, tradimento, sofferenza e orrore. Poi….infine….tanta solitudine e voglia di libertà, di seguire il proprio cuore e di rompere le catene.

Queste erano tutte le sensazioni che Karura-o gli trasmetteva, come un turbine di voci e immagini sfocate.

 

Doveva parlare.

Voleva parlare.

 

Stava per aprire bocca, “ Sasaki-san…. ”

 

Akira si portò immediatamente la mano alla gola, barrando gli occhi. La voce non era uscita come avrebbe dovuto.

 

“ Non sforzarti di parlare se non ti senti pronto, se vuoi, sarò io a parlare. ”

 

Akira guardò l’uomo che aveva dinanzi e sorrise malinconicamente.

 

“ Grazie, ora mi sento meglio. ”

 

Vide Sasaki annuire, e riprendere in mano la tazza di thè, per portarsela di nuovo alle labbra.

 

Prese anche lui un sorso della bevanda ormai non più bollente. Poi parlò:

 

“ E’ stato tutto troppo improvviso, non riesco a farmene capace, ma è successo. Ho ricordato, e non posso farci nulla. Anche se non è la mia vita, e anche se cerco di dirmi che in fondo quella donna è vissuta migliaia di anni fa, non posso sottrarmi alle emozioni che riempiono il mio cuore. ”

 

Prese un grosso respiro. “ Queste sensazioni mi stanno portando troppe incertezze. Ho persino dubitato del mio ragazzo, prima ho avuto quasi paura di parlare con Koshino, e …..ed è come se lui mi avesse fatto qualcosa, e io non me lo ricordassi. Una diffidenza spontanea. Come se mi avesse portato via qualcosa d’importante, ed avesse tradito i miei sentimenti. ”

 

Per la seconda volta si ritrovò la mano di Sasaki davanti al viso; questa volta gli stava offrendo un fazzoletto di stoffa celeste.

 

Akira lo guardò in viso, senza capire. “ Le lacrime….asciugale. ”

 

Stava piangendo, e non se n’era nemmeno accorto. Che diavolo gli succedeva?!

 

“ Grazie….”

 

“ Nulla. ”

 

“ Bhe, forse mi sbaglio, ma non penso sia sbagliato quel che dico. Karura doveva soffrire di un amore non corrisposto, o almeno, è lo stesso sentimento che conosco io… che conoscevo. ”

 

“ Posso capire..” Sasaki annuì, mentre Akira si bloccò sbalordito, guardando il ragazzo più grande, che adesso si stava alzando per poggiare le tazze vuote nel lavandino.

 

“ Bene, ora è meglio tu vada a letto, sono sicuro che ti aiuterà a smaltire le preoccupazioni. Buonanotte Sendoh. ”

 

Più che un consiglio era stato un ordine. Quel tipo sapeva certamente come farsi obbedire.

 

“ Buonanotte. ”

 

Kenji (Sasaki) lavò velocemente le tazze rimettendole a posto, poi, si girò verso la porta con sguardo truce.

 

“ Puoi uscire adesso, razza di spione impiccione. ”

 

Da dietro una porta apparve sorridente Hashiba. “ Allora mi avevi visto? ”

 

“ No, ho sentito il tuo odore. ”

 

“ Ohoh! Dimenticavo che tu sei il mio cagnolone! Ahahah! ”

Kenji sbuffò, cercando in tutto i modi di trattenere un sorriso. Riaprì glòi occhi semichiusi quando sentì la mano del compagno afferrarlo per la vita. “ Bene….andiamo a letto ora? ”

 

Questa volta non si trattenne, sorrise malizioso mentre sfilava via gli occhiali del suo ragazzo. “ Perché? Hai sonno? ”

 

Qualunque risposta ironica, ma comunque superflua, fu ingoiata dalle labbra di Sasaki, che s’impegnarono in una bacio, non proprio casto.

 

Le braccia del moro cominciarono a scorrere veloci sul corpo del compagno, mentre due labbra bollenti gli accarezzavano il collo.

“ In realtà …. Pensavo fossi tu ad essere stanco. ”

 

Una semplice risposta sussurrata direttamente all’orecchio. “ Illuso! ”

 

 

Il mattino seguente a casa Rukawa.

Kaede aprì gli occhi lentamente strusciando il palmo della mano sul lenzuolo fresco. Anche nel dormiveglia si aspettava di trovare un ostacolo al cammino della mano, ma quando incontrò solo il vuoto i suoi occhi si spalancarono. Ora era completamente sveglio e si girava furiosamente per la stanza in cerca di Hanamichi.

 

Che sia stato tutto un sogno? Una mia fantasia perversa??

 

Le dita candide alzarono appena le coperte di sottile cotone. Poi chiuse gli occhi e inghiottì.

 

Non è stato un sogno….

 

La prova concreta era la sua più completa nudità, il dolore tragico che lo colpiva in fitte alla schiena ad ogni più piccolo movimento e le macchie bianco-trasparenti sparse qua e là.

 

Il ragazzo si alzò in piedi chiedendosi dove potesse essere allora il suo ragazzo. Sorridendo istintivamente al pensiero di aver chiamato qualcuno ‘suo’.

 

Dopo aver gettato uno sguardo veloce alla sveglia sul comodino, si avvicinò all’armadio per prendere qualcosa da mettersi addosso, e poi entrò nel bagno.

 

Una cappa di vapore lo avvolse appena entrato. Il rumore distintivo della doccia che batte sulle mattonelle riempiva la stanza, e il profumo fruttato di un doccia-schiuma arrivava alle sue narici.

 

Vaniglia….

 

La sua mente registrò quest’ultima informazione per poi accantonarla velocemente insieme a tutte le altre. Ora vedeva solo Hanamichi. Sotto la doccia chino per prendere qualcosa da terra. Un barattolo, shampoo forse.

Questo però non era importante. La cosa fondamentale ora era cercare di respirare e far calare la pressione sanguigna.

 

Facendo appello a tutta la sua volontà Kaede uscì dalla stanza da bagno; sbattendola con forza e appoggiandosi dietro di essa, chiuse di nuovo gli occhi.

Sulla sua retina erano ancora impresse indelebili, come marchiate a fuoco le immagini di Hanamichi nella doccia. L’acqua accarezzava il suo corpo possessiva, non lasciandolo mai andare, quasi volesse abbracciarlo. I capelli bagnati rilucevano nelle mille sfumature come fiamme ardenti.

Infine, il colpo di grazia. Quando il ragazzo si era chinato, mostrandogli il fondoschiena come in un tacito invito.

 

La sua mente per un attimo aveva urlato: PRENDILO!

 

Il suo cuore, ne era sicuro aveva smesso di battere, poi era impazzito, quasi desideroso di uscire dal petto e per raggiungere l’altro sotto la doccia.

 

Come dargli torto….

 

Kaede si toccò il petto all’altezza del cuore, sentendolo tornare al battito normale. Poi fece scorrere la mano fino alla virilità tra le sue gambe. Abbassando gli occhi gemé rassegnato.

 

Ora ho bisogno anche io di una doccia. Ma fredda, MOLTO fredda.

 

 

Più tardi entrambi riuscirono a scendere, insieme e vestiti finalmente.

 

Hanamichi notò subito che situazione era molto più rilassata rispetto al giorno prima. Al tavolo da pranzo c’erano Hashiba e Sendoh. Il primo sembrava avere un aria stanca, quasi non avesse potuto dormire (^__^), seppur sorrideva come al solito parlando con il ragazzo dai capelli a punta. Il rossino notò con stupore la gara di sorrisi che i due sembravano aver intrapreso, lui stesso non riusciva a eguagliare quello sfoggio di perfette dentature, tanto che per un attimo pensò persino di coprirsi gli occhi per proteggerli dalla luce emanata dai loro sorrisi.

 

Guardò Kaede sorridendo a sua volta, felice nel vedere l’aria rilassata che sembrava aver ritrovato il capitano del Ryonan.

 

Koshino intanto era entrato al seguito di Sasaki, con in mano un vassoio con delle bevande.

 

Le ex-matricole dello Shohoku si sedettero al tavolo, salutando tutti.

 

Kaede dal canto suo era felice di vedere Hanamichi sollevato. Per un secondo era stato geloso di Sendoh, poi si era schiaffeggiato mentalmente ricordandosi del carattere autolesionista del rossino. Probabilmente se avesse visto Sendoh soffrire e interrogarsi come il giorno precedente, allora si sarebbe lasciato prendere dai sensi di colpa, inutilmente d’altronde, visto che era Taishakuten il fautore di tutte le sue sventure.

Fece prendere una tazza di caffè, poi ricordandosi la reazione avuta prima, pensò fosse meglio non prendere qualcosa che lo eccitasse ulteriormente, così optò per del succo di frutta.

 

“ Allora….oggi andiamo allo Shohoku? ”

 

Kaede si riebbe dalle sue elucubrazioni, guardando all’improvviso Sendoh che aveva parlato.

 

“ Già, se è vero che attiro le sei stelle, come abbiamo constatato ieri con te, allora lo Shohoku mi sembra il posto più logico dove cercare. ”

 

Sendoh annuì alle parole di Hanamichi.

 

“ Akira, ma oggi non c’era l’amichevole con lo Shoyo? ”

 

“ Hm? ”

 

Akira guardò interdetto il suo ragazzo, che lo guardò rassegnato portandosi le mani ai fianchi.

 

“ Che razza di capitano sei che non ricordi nemmeno queste cose?! Oggi c’è l’amichevole Shohoku-Shoyo! ”

 

Gli occhi di Sendoh si allargarono come quelli di un protagonista di un manga, le palpebre andarono su e giù dandogli un’aria sempre più confusa. Poi…. “ Non lo sapevo. ”

 

SBONK

 

Koshino e Sakuragi caddero a gambe all’aria, Rukawa inarcò un sopracciglio. “ Stupido!! ”

 

“ Bhe, ma per queste cose c’è il vice-capitano Kosh, cioè tu! ^___^ ”

 

Koshino strinse il pugno cercando di contenere la rabbia, poi si girò e sbattè il pugno sul muro.

 

“ Non devo ucciderlo, non devo ucciderlo, non devo ucciderlo, non devo ucciderlo, non devo ucciderlo…. ”

 

^__________^;; Che ho fatto di male?

 

Sendoh s’interrogò a fondo cercando di darsi una risposta. Senza un buon esito purtroppo.

 

“ …non devo ucciderlo, non devo ucciderlo, non devo ucciderlo, non devo ucciderlo, non devo ucciderlo, non devo ucciderlo!!!!!!! ”

 

 

Kaede osservò per l’ennesima volta Hanamichi camminare al suo fianco; non potendo fare a meno di notare come dei semplici vestiti: una felpa marrone e dei jeans neri, si adattassero alla perfezione sul suo corpo atletico.

 

Sospirò inconsciamente, poi guardò davanti a sé gli altri che si dirigevano verso la palestra dello Shohoku.

Una mano afferrò le sue dita sottili stringendole con dolce forza, poi, Hanamichi gli sorrise con altrettanta dolcezza.

 

“ Tutto bene? ”

 

Kaede si sentì rinascere, avvolto da un tepore rassicurante. Sollevò la mano di Hanamichi sfiorando le dita sulle sue labbra. “ Tutto bene ”

 

 

Arrivati alle porte della palestra furono accolti da uno scroscio di voci fragorose. I ragazzi dello Shohoku erano in campo contro i giganti dello Shoyo. Ora che Hanamichi e Kaede erano al secondo anno anche la squadra dello Shoyo era totalmente cambiata. Tutti i giocatori che lui conosceva erano del terzo anno, quindi ora si erano diplomati e la squadra aveva cambiato formazione. Avevano anche un vero e proprio coach!

 

Kaede guardò subito il punteggio, non appena entrato in palestra. Tirò poi un sospiro di solievo. Anche senza lui e il do’aho la squadra stava andando bene. Mitsui e Miyagi ci stavano dando davvero dentro, seppure la nuova formazione non sembrava avere la marcia in più che aveva quella precedente.

 

Hanamichi intanto aveva già ispezionato la palestra con lo sguardo. Nel momento esatto in cui aveva messo piede sul parquè, aveva avvertito quella strana sensazione nostalgica del giorno precedente. La stessa che aveva avvertito parlando con Akira.

 

“ Dannazione! ”

 

Non serviva un genio per capire che la sua era un’impresa disperata. Nella palestra c’erano decine di persone, esclusi i giocatori in campo.

 

Sugli spalti aveva visto Maki e Kiyota. Dietro la panchina dello Shoyo, c’erano Fujima, Hanagata e Hasegawa.

 

Vicino all’allenatore Anzai c’erano Ayako, e Haruko tutta intenta dal prendere i punti.

 

Camminò verso di loro, facendo segno a Kaede di avvicinarsi.

Giunto alle loro spalle, poggiò la mano sulla spalla della prima manager, che si girò infastidita.

I suoi occhi castani s’allargarono sorpresi, mentre attirava l’attenzione dell’allenatore e della ragazza al suo fianco.

 

“ Sakuragi! Rukawa! ”

 

“ Salve. Buongiorno allenatore. ”

Hanamichi salutò prima le due ragazze poi l’anziano signore, mentre Kaede si limitò ad annuire con il capo.

 

“ Sakuragi-kun! Rukawa-kun! Dov’eravate finiti? Vi abbiamo cercato ovunque! ”

 

Haruko saltò su in lacrime, abbracciando il rosso.

 

Kaede gli s’avvicinò infastidito, mentre cercava di trattenersi dallo strozzare la ragazzina. “ Abbiamo avuto dei problemi, e forse ne avremo ancora, ma non c’è di che preoccuparsi, da domani torneremo a scuola. ”

Hanamichi intanto aveva delicatamente allontanato Haruko, facendola sedere.

“ Ma che significa problemi? State bene? ”

Ayako come al solito era sospettosa, e cercava d’indagare.

 

“ Stiamo bene sempai. ”

Hanamichi si girò verso Rukawa che annuì. Tutto ciò non fece che insospettire ulteriormente la manager.

 

“ Chi sono quegli uomini? ”

 

Sasaki avanzò velocemente, facendo capire di essere in ascolto, tanto da captare la voce di Haruko in mezzo alla confusione.

Fece un inchino verso i tre, e si presentò. “ Piacere, sono Kenji Rukawa, fratello maggiore di Kaede.”

Il poliziotto ignorò lo sguardo assassino di Kaede, e la risatina ironica di Hashiba alle sue spalle.

 

“ Fratello? ”

 

Ayako lo guardò sorpresa, passando lo sguardo da lui al ‘fratello minore’. “ Piacere, sono Ayako, manager della squadra e sempai di tuo fratello. ”

 

 

Hanamichi si guardò intorno ancora una volta. La partita andava avanti, anche se era ormai già decisa, presto sarebbe fischiata fine dell’incontro.

 

Maki e Kiyota erano scesi dagli spalti, venendo nella loro direzione, mentre Fujima, Hanagata e Hasegawa sembravano avere le stesse intenzioni. Sendoh e Koshino erano alle loro spalle e stavano salutando Anzai.

 

Per un attimo Hanamici si sentì girare la testa. Sarebbe successo qualcosa. Qualcosa non andava.

 

 

Fine Cap 9

 







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