Che commozione ç___ç. E' taaaaaaaaanto tempo che non postavo qualcosa di questa fic. E ora.....finalmente.....^^
E' tanto tempo che non la posto che molti di voi si saranno dimenticati di questa fic.
Bhe...non vi anticipo nulla, solo che si scopre qualcosa in più, e che c'è la sorpresina.^_____________________________^
Vabbè, buona lettura...e buona fortuna.
The Best
Pairing parte
VIII
di Anny
- Sendohhhh! Ehi!!! Aspettami un momento, devo parlarti! -
Akira Sendoh, terzo anno del liceo Ryonan, capitano della squadra maschile di basket.
Era una bellissima giornata d'aprile; il sole splendeva luminoso e l'aria era fin troppo calda per una giornata primaverile. Questa mattina però era DAVVERO speciale, perché per la prima volta in tre anni di liceo Sendoh sarebbe arrivato in orario.
Stava per raggiungere i cancelli della scuola quando si sentì chiamare da dietro. A chiamarlo era stato il suo migliore amico, nonché fidanzato, Hiroaki Koshino, anche lui al terzo anno e membro effettivo della squadra di basket.
Il soggetto in questione correva a perdifiato verso il ragazzo più alto.
- Hiro-kun!! -
La faccia sorridente di Sendoh divenne se possibile ancora più sorridente quando girandosi vide il suo koibito, allora allargò le braccia e fece per corrergli incontro ma l'altro frenò bruscamente per non essere stretto nella sua morsa. Le braccia di Sendoh si strinsero a vuoto afferrando solo l'aria.
- Hiro....cattivo. Prima mio chiami e poi mi sfuggi? -
L'espressione finta imbronciata di Sendoh non fu nemmeno considerata da Koshino, che intanto era intento a riprendere fiato dopo la corsa e l'ultima frenata. La paura di finire tra gli aculei del porcospino era stata shockante.
Quando finalmente si fu ripreso guardò Akira e disse:
- Akira, sai, oggi in treno ho incontrato come al solito Mitsui e lui mi ha detto una cosa stranissima. Sakuragi e Rukawa, sono scomparsi da qualche giorno ormai. Lo sapevi? -
- COSA?! -
L'espressione del capitano divenne ancora più enigmatica del normale. Stupore allo stato naturale sul suo volto.
- Scomparsi? Vuoi dire che non si trovano più da nessuna parte? -
L'altro si limitò ad annuire.
- Bhe....è già strano che un tipo come Sakuragi o Rukawa sia scomparso, ma ENTRAMBI? Questa si che è una coincidenza! -
- E se non lo fosse? -
- Cosa? ....oh....ho capito cosa intendi! -
Koshino lo guadò facendo un segno d'intesa.
- Intendi che hanno fatto una fuga d'amore! -
Il ragazzo più basso cadde a gambe all'aria, poi quando si fu rialzato tentò una morsa stritolante sul suo ragazzo(ahh, l'amour...NdToru).
- Scemo! Non intendevo quello! Volevo dire che magari li hanno rapiti per far si che non giocassero a basket o forse qualche teppista li ha beccati e ridotti male. -
L'espressione di Sendoh si fece d'un tratto seria. - Ehi, che ne dici se oggi andiamo a dare un'occhiata allo Shohoku?-
- Cosa? Ma...e gli allenamenti? -
- Ma daiiii...anche se li saltiamo per una volta non succede nulla. -
- Cos...Akira, ormai sei il capitano, non dovresti fare certe cose!! -
Ma era troppo tardi, la decisione era stata presa e Sendoh prendendo Koshino sotto braccio si stava avviando verso scuola. La seconda campanella stava già suonando. Inutile, nemmeno oggi Sendoh Akira sarebbe arrivato in orario, e per la prima volta in tre anni anche Koshino avrebbe fatto tardi.
Presto si concluse la giornata scolastica e tutti i ragazzi si diressero verso i rispettivi club. Solo Sendoh e Koshino si incamminarono verso l'uscita.
- Ehi, Akira, cosa ti fa pensare che scopriremo qualcosa allo Shohoku? Se sono scomparsi vuol dire che non sono lì, e nemmeno gli altri devono saperne qualcosa.
- Già, ma se andiamo lì magari avremo qualche informazione utile, tipo l'indirizzo di quei due. -
- Bhe...ma Rukawa non abita qui vicino? -
Sendoh lo guardò obliquamente, come se avesse appena detto un'eresia. - E tu che ne sai? -
- Stupido! L'anno scorso siamo andatio da lui quando si è ammalato, non ti ricordi già più? -
Improvvisamente il ricordo della visita a casa Rukawa riaffiorò nella mente del porcospino. Come non ricordare quell'immensa dimora?
- Ehm....me l'ero scordato... -
- .....il gel ti ha ricoperto anche il cervello ormai. -
La mattina a casa Rukawa la servitù era in fermento. Cosa gli era preso al signorino? Perché improvvisamente aveva congedato tutti loro? Non aveva permesso di restare nemmeno al maggiordomo e alla cuoca.
Si era portato a casa quello strano ragazzo coi capelli rossi e i due uomini distinti che sembravano agenti dell'FBI, se solo non fossero stati giapponesi.
Improvvisamente era tornato dopo giorni d'assenza, come se nulla fosse stato. Era piombato a casa con quelle strane persone a seguito e aveva radunato tutti, dicendo di fare le valigie e lasciare la casa.
Poi si era diretto al telefono e aveva chiamato suo padre, rassicurandolo che stava bene e non gli era successo nulla. - Sono stato da un mio amico - aveva detto, e poi aveva attaccato.
Hashiba era rimasto estasiato dall'immensità della casa. Aveva girato parte delle stanze principali e poi si era fermato nel salotto a contemplare l'ammasso di libri contenuti negli scaffali.
Sasaki invece era subito andato in camera per mettere a posto le sue cose. Aveva fatto in modo di mettersi in contatto con Tsuzuku per ragguagliarlo sui loro ultimi spostamenti.
Hanamichi invece era stato accompagnato in una stanza dal maggiordomo, per poi essere lasciato solo. Aveva aperto la porta come se stesse violando un luogo sacro, nemmeno in un tempio avrebbe avuto tanto rispetto. La camera gli si presentò dinanzi. Non era proprio come se l'era immaginata: classica sobria e impersonale. Tipico di Kaede, non c'era nulla in quella stanza che facesse pensare al suo ragazzo, a parte forse il colore blu delle pareti e delle tende. E forse le riviste di basket sistemate nella libreria. Nonostante qualche piccolo particolare, l'ambiente era troppo ordinato per appartenergli, Kaede nelle vesti della brava lavanderina non era proprio accettabile.
Sorrise al solo pensiero. Poi si fece avanti con maggiore disinvoltura. Appoggiò la valigia in un angolo poi si gettò sul letto a due piazze. Sprofondò la testa nei cuscini ricoperti di seta e ispirò profondamente. Ecco l'unica traccia personale del suo amore; a distanza di giorni il letto era rimasto impregnato del suo particolare profumo, e poi .... una gocciolina di sudore scese dalla testa del rosso.
- Ma le tiene anche sotto il cuscino queste riviste dio basket? -
Si rigettò tra le fresche lenzuola, poi chiuse gli occhi e in un batter di ciglia fu nel mondo dei sogni.
Kaede aveva appena finito di congedare tutti e dare spiegazioni a chi ne doveva. Ora voleva solo che il rossino lo coccolasse un po', dopotutto se lo meritava, aveva fatto un buon lavoro.
Salì le scale a tre a tre, felice per la prima volta di non avere attorno nessuno degli innumerevoli inservienti che lo ammonisse. Arrivò davanti la sua camera, già emozionato che al suo interno ci fosse Hanamichi, poi spalancò la porta e rimase impietrito.
Nel suo letto, tra le sue lenzuola, sul suo cuscino, Hanamichi giaceva abbandonato tra le lenzuola, con le braccia lasciate molli attorno al corpo e il viso sprofondato nel guanciale. Le labbra accarezzavano lentamente e ritmicamente la stoffa soffice, mentre i capelli sembravano fiamme su in una notte stellata.
Kaede si avvicinò lentamente al letto per poi sdraiarsi silenziosamente al fianco dell'altro. Non fece nulla, rimase solo a contatto con il suo corpo, in modo da sentire tutto il suo calore.
In poco istanti aveva raggiunto Hanamichi nel mondo dei sogni.
Qualche ora dopo, la casa era nel silenzio più assoluto. Hashiba era uscito mentre Sasaki ora leggeva nella libreria.
Avrebbe continuato così ancora per molto se non fosse stato destato dal suono del campanello. Poggiò il libro sulla scrivania ed andò alla porta. Istintivamente portò la mano sotto la giacca e guardò dallo spioncino. Contemporaneamente fece girare la maniglia della porta, spalancandola.
- Buonasera....siamo due amici di Rukawa, lui è in casa? -
Sasaki li guardò con la sua solita espressione, anche solo per quella avrebbe potuto essere scambiato per un parente di Kaede.
- Cercate Kaede? -
- Si, esatto. Sa, ci è giunta voce che il nostro amico è scomparso dalla circolazione, perciò siamo venuti qui per sapere come sta. -
- Capisco. -
Kenji si fece da parte per lasciare loro spazio. - Accomodatevi, lo vado a chiamare. Chi devo annunciare? -
- Io sono Koshino, lui invece... - così dicendo indicò il compagno al suo fianco - ...lui è Sendoh.-
- Bene. -
Nel frattempo al piano superiore Hanamichi si era svegliato, non appena al piano di sotto i due avevano messo piede in casa una strana sensazione di tristezza, frustrazione e nostalgia si era impossessata di Hanamichi.
Il ragazzo si strofinò gli occhi con il palmo della mano, poi si guardò attorno, notando appena il ragazzo quasi del tutto disteso sul suo corpo.
Sorrise guardandolo, poi lo scostò dolcemente.
Si sentiva troppo frastornato e non ne capiva la ragione. Quei sentimenti apparsi improvvisamente e senza motivo lo mettevano a disagio.
Uscì dalla stanza e scese le scale, trovandosi faccia a faccia con Kenji che nel frattempo stava salendo. (La casa è in stile vittoriano, quindi le scale sono di fronte all'entrata. NdA)
- Sasaki... -
Non fece in tempo a formulare una frase di senso compiuto.
- Sakuragi? Tu cosa ci fai qui? -
Il ragazzo guardò alla porta. Fermi nell'ingresso c'erano i due giocatori del Ryonan che si combattevano l'impulso di togliersi le scarpe in casa (se la casa è stile occidentale non è detto che si debba girare in pantofole).
Il rossino sbiancò, sorreggendosi sulla ringhiera delle scale. \E ora che gli dico?\
- Ecco...in verità.... -
Per fortuna Sasaki tagliò sul nascere qualsiasi cavolata stesse per inventarsi il rossino.
- Hanamichi, andresti a chiamare tu Rukawa? -
- Ah, si certo. Lo sveglio subito. -
Il ragazzo rifece le scale verso il piano superiore.
- Ma, cosa ci fa Sakuragi a casa di Rukawa? Lei ce lo sa dire? -
Sasaki tirò un sospiro di rassegnazione. - Sakuragi è venuto a trovare mio fratello Kaede. Loro sono amici da tanto tempo non lo sapete? -
I due ragazzi sgranarono gli occhi fino quasi a farli uscire dalle loro orbite. - Amici? - Sendoh non riusciva a credere a quel che avevano sentito le sue orecchie. Qui c'era qualcosa che non andava.
\Prima gira la notizia che sono scomparsi, poi troviamo Rukawa a casa, oltre a lui troviamo Sakuragi e come se non bastasse conosciamo il fratello di Rukawa che ci dice che lui e Sakuragi sono vecchi amici. Cosa diavolo sta succedendo qui?\
Il corso dei pensieri di Akira fu interrotto dalla venuta di Kaede, che da sopra le scale li guardava con espressione assonnata. Dietro di lui c'era un Sakuragi un po' spaesato.
- Fratellino, ti sei svegliato! -
Rukawa alzò un sopracciglio, come massima espressione facciale. \Cosa diavolo sta dicendo?\
Hanamichi da parte sua aveva dovuto mantenersi sulla ringhiera per non cadere dalle scale. \Fratellino?! Che vuol dire?\
- Stavo giusto dicendo ai tuoi amici qui.. - intanto indicava Sendoh e Koshino - ..che Hanamichi viene spesso a trovarci come oggi, solo che loro mi sono parsi un po' sorpresi. -
\Lo credo bene....\
- Ehm...si, loro non sanno che io e Sakuragi siamo molto amici, perché in campo litighiamo sempre. -
- Già... -
Ora Hanamichi si sforzava di dar credito alla farsa inscenata dagli altri due.
- Ecco, perché non vi sedete nel salotto? Io intanto vi preparo il thè. -
Così dicendo Kenji si era tolto d'impiccio.
- Aspetta Kenji. Ti do una mano. -
Rukawa li guardò sgattaiolare verso la cugina come due fuggiaschi. \Maledetti, hanno lasciato a me questa gatta da pelare.\
- Andiamo. -
\ Prima o poi desisteranno, e andranno via. /
Ora sedevano nel salotto, su di un divano c'erano Hiroaki e Akira, mentre sull'altro dalla parte opposta c'era Kaede.
- Allora? -
- Bhe..Rukawa, questa visita a casa tua è stata sorprendente. -
- Akira ha ragione. Eravamo venuti perché avevamo sentito da Mitsui che tu e Sakuragi, invece vi troviamo entrambi sotto lo stesso tetto. Forse Akira non aveva tutti i torti riguardo la fuga d'amore. -
Kaede arrossì lievemente, tanto da poter essere visto dagli altri due. - Ehm...coff...non dite stupidaggini. Piuttosto, ora che avete visto che io e il do'aho stiamo bene potete andare via no? -
- Ospitale come al solito vero? -
- Hn.. -
Sarebbero andati via come gli aveva detto Rukawa se Hanamichi con le tazze di te fumante non li avesse trattenuti.
Fecero un po' di conversazione, ma stranamente quello più silenzioso fu Hanamichi.
Non appena aveva visto Akira aveva sentito uno strano calore all'altezza del petto e una tristezza infinita, ma quello che più lo aveva sorpreso era stato il sentimento provato dal solo stare accanto a Koshino.
Un sentimento misto di angoscia, tristezza e dolore. Da qualche parte aveva anche sentito affiorare risentimento; per quale ragione poi?
Ora tutto questo miscuglio di sensazioni imprecisate gli stava dando alla testa. Non riusciva a focalizzare una ragione per cui stava così.
- Bene, io e Koshino andiamo ora. Ci vediamo alla prossima amichevole ragazzi. -
Era andato tutto liscio, non avevano sospettato nulla, ma la fortuna continuava ad essergli avversa perché in quel momento dall'entrata principale si sentì un armeggiare di chiavi e la porta si aprì.
- Sono tornato! Ho scoperto qualcosa di molto interessante, circa le sei stelle e le divinità che stiamo cercando. -
- Cosa? Ma chi è? -
Hanamichi corse verso Hashiba che era appena entrato in casa, subito raggiunto da Sasaki.
- Ehi, Sasaki...Hanachan, che sono quelle facce. -
La vista di Shigemitsu fu attirata dai due al fianco di Kaede.
- Oh cavoli. -
- Cosa....Rukawa che cosa sono le sei stelle? E poi, .. quell'uomo ha chiamato tuo fratello Sasaki. -
Kaede sospirò profondamente. Hashiba aveva combinato un altro guaio.
Puntò il pollice verso i due ragazzi, rivolgendosi al suo 'caro fratellino'.
- Ehi Sasaki, a questo punto penso sia meglio dire loro la verità, tu che ne pensi? -
- Penso che non abbiamo altra scelta. -
I due del Ryonan si guardarono stupefatti, poi Akira prese la parola. - Inutile dire che a questo punto pretendiamo spiegazioni. -
- Si, si. Ecco, allora, da dove comincio? Avete presente l'azienda multinazionale Imonoyama? -
- Si, mio padre lavora per la filiale di Tokyo. -
- Ecco, Koshino. Hanamichi è uno degli eredi e proprietario della società. -
- COSA?! -
- Ehm...è vero, anche se sembra strano. -
- Incredibile. -
- Aspettate a dirlo. Questa è la parte più credibile di tutta la storia. Perciò è meglio che vi mettiate seduti. Oh, a proposito....il mio nome è Shigemitsu Hashiba e sono un investigatore della squadra speciale, una specie di poliziotto. Invece questo è Kenji Sasaki il mio collega. -
Sasaki si profuse in un largo inchino, in segno di scusa. - Mi dispiace avervi ingannato prima. Io non sono il fratello di Kaede. -
- Ah, non importa, avrete avuto le vostre ragioni. -
Il gruppo si spostò prontamente nella libreria. Appena si furono messi a sedere Hanamichi prese la parola, anche se un po' titubante.
- Sin da quando ero piccolo ho riscontrato degli avvenimenti anomali attorno a me. Una volta quando ero ancora molto piccolo hanno tentato di rapirmi ed .... ecco, come dire.....mi sono trasformato in uno strano essere e ho ucciso in modo cruento quelle persone. -
Koshino inarcò un sopracciglio valutando con attenzione la possibilità che da qualche parte ci fosse una telecamera nascosta e che quella fosse una candid-camera. Sendoh invece rimase totalmente immobile.
- Lo so che può sembrare una stupidaggine, ma loro hanno visto la registrazione e l'altro giorno hanno assistito a una mia trasformazione...dal vivo. -
I tre in questione annuirono.
- Ammettendo che questo non sia uno stupido scherzo, in cosa ti trasformeresti? -
- Nel dio indiano Ashura-o. -
- Ashura? Vuoi dire la divinità della guerra? -
- Esatto, secondo quanto ha detto Ashura l'altra volta io dovrei radunare le sei stelle, delle persone, anche loro divinità, che mi aiuteranno nella mia missione. -
I due sembrarono meditare a lungo sulle parole del rosso. Poi Akira espresse un dubbio: - ma come farai a riconoscere le sei stelle? -
- Ehm...non lo so. Il fatto è che oggi è il primo giorno da quando abbiamo lasciato il laboratorio di mio fratello e non saprei proprio come fare. L'unica informazione che abbiamo che sono sicuramente delle persone che conosco. -
- Wow, sai che comincio a crederci Sakuragi? -
- E tu sai che sono stufo di essere chiamato Sakuragi? Perché non mi chiami per nome? Per favore, anche tu Koshino, al massimo quando non c'è nessuno intorno, chiamatemi Imonoyama se preferite, ma non Sakuragi. -
- D'accordo, anche se non capisco bene perché. -
Hanamichi sorrise, poi poggiò la testa sullo schienale del divano.
- Ancora un'ultima cosa, non capisco cosa centri con tutta questa storia Rukawa. -
- Lui è una delle sei stelle, Yasha-o. -
- Wow... -
Qualche secondo di silenzio riempì la stanza.
- Hashiba, quando sei entrato hai detto di aver trovato delle informazioni interessanti, di che parlavi? -
- Oh, giusto! Oggi ho scoperto la storia delle sei stelle; o almeno una parte. -
- Davvero? -
- Già...a volte anche le biblioteche servono a qualcosa. Comunque la cosa interessante è questa: secondo la leggenda il dio del tuono Taishakuten un giorno si era ribellato al buon imperatore del regno celeste per poi uccidere lui e il supremo dio guerriero Ashura-o. -
- Io? -
- No, tuo padre. -
- Koshino...che hai? Ti senti male? -
- No, nulla...nulla davvero. Ho solo avuto un giramento di testa ma ora sto bene. -
- Sicuro? -
- Si Rukawa, non preoccuparti. -
- Bene, vado avanti allora. Dopo trecento anni della tirannia del nuovo imperatore Taishakuten, la sacerdotessa Kuyo, rimasta fedele al precedente imperatore, scappò dalla sua prigione per poi incontrarsi in qualche modo col nostro caro Yasha-o e rivelargli la sua ultima profezia, giustappunto quella che abbiamo sentito noi da tuo fratello Tsuzuku. -
- Ma Tsuzuku non era un certo Kujaku? O sbaglio? -
- Un momento, ci arriviamo subito. Subito dopo l'incontro con Yasha, la profetessa Kuyo venne uccisa da Bishamonten il capo di Yasha e quindi uno scagnozzo dell'imperatore. Intanto Yasha-o era andato in una foresta dove avrebbe trovato un piccolo della stirpe ormai estinta degli Ashura. Così successe. Prendere in custodia un Ashura però significava insorgere nelle ire di Taishakuten, che ordinò la distruzione del clan degli Yasha, che avvenne prontamente in assenza del loro capo e re. Yasha fu colpito profondamente da questo avvenimento e così anche il piccolo Ashura, convinto di essere stato la causa di tante morti. -
- Vuoi dire che Taishakuten fece estinguere un intero clan solo per via di un piccolo bambino? -
- Pare proprio di si. -
- Koshino che hai? Cos'è quell'aria grave? Sei sicuro di stare bene? -
- Si Akira. Sto bene. -
- Nel frattempo pare che i due si fossero messi in cammino per trovare le sei stelle della leggenda con cui avrebbero ucciso l'imperatore celeste. Durante il viaggio incontrarono uno strano personaggio, il libro da cui ho preso questa storia non lo descriveva benissimo; diceva solo che questo tipo non era connesso direttamente con le sei stelle, che era a conoscenza della profezia di Kuyo perché a sua volta un profeta. Per il resto era molto amico di Ashura, ma tutti diffidavano di lui per i suoi occhi viola come quelli dei demoni e per il fatto di conoscere sempre troppo di tutto. -
- Ma chi era in realtà? Non lo diceva il libro? -
- Pare fosse il figlio del precedente imperatore e di sua sorella, la profetessa di corte. Questo personaggio doveva avere sofferto molto, perché era stato rinchiuso con sua madre dal padre, e in seguito alla morte di sua madre (che era impazzita) aveva acquisito delle ali nere e un terzo occhio sulla fronte, pare fosse un segno d'empietà ma non so dire con precisione cosa significasse. -
- Un momento...calma...mi sto confondendo...che connessione aveva lui con la storia? -
- Non lo so. -
- Ma come?! -
- Lo nomina solo di sfuggita qua e là. Comunque la cosa importante è che il suo nome era Kujaku... -
- Cioè Tsuzuku? -
- Esatto! Era anche lui un profeta, e noi abbiamo sentito la sua profezia. -
- Perché non va avanti sign.Hashiba? -
- Oh, si. A patto che tu mi dia del tu però. Ok?^^ -
- Ehm...ok. -
- Ehi Kosh! Perché sei arrossito? è__é -
- Bhe...dicevo....ah si. La prima delle sei stelle ad apparire è una certa Soma, insieme poi a Kendappa-o.
- La prima si unisce subito a loro, la seconda invece solo alla fine scopre di essere una delle sei stelle. -
- Soma...e Kendappa. Che strano, mi fanno uno strano effetto questi nomi... -
- Anche a te? Che dici Kenji, secondo te potremmo essere io e te? -
- Non scherzare Hashiba. -
- Haha...ehm...continuo ho capito. Per ordine di Kisshoten, figlia del precedente imperatore, Soma si unisce al gruppo. Il viaggio continua e i nostri incontrano Ryu-o, vivace re del clan dei Ryu, protettori delle acque. Anche Ryu-o è una delle sei stelle che si unisce a loro da subito. Per ultima viene menzionata Karura-o, regina dell'azzurro, del clan degli abitanti del cielo. Sapete, tutte le sei stelle (tranne Ryu) avevano una ragione per odiare Taishakuten, ma quella che a me è parsa più triste è quella di Karura. Soma aveva visto uccidere i suoi genitori, Kendappa suo padre, Yasha il suo intero clan e lo stesso per Ashura. Karura invece, lei aveva una sorellina di nome....ecco...aspetta...era ... -
- Kariobinga, ed aveva una voce meravigliosa, come quella di un uccellino. Taishakuten fece rapire la piccola che era gravemente malata e non poteva sopravvivere fuori dal castello dell'aria. La fece cantare dinanzi a tutti, accompagnata dall'arpa di Kendappa-o, lei morì, invocando sua sorella. -
- Sendoh...e tu come diavolo le sai queste cose? -
- ...non so. -
- Ehi...perché piangi Akira? -
Sendoh aveva il volto rigato di lacrime. Neanche lui sapeva spiegarselo, ma sentiva un dolore profondo emergere dalla sua anima.
- E sai anche quel che viene dopo? -
Il ragazzo annuì. - Karura tornò per reclamare le spoglie di sua sorella, ma quando lo fece Taishakuten le confessò di averle date in pasto alle sue belve. -
Tutti rimasero ammutoliti. Ora Sendoh aveva portato le mani al viso per coprirsi dagli sguardi degli altri.
- Ehi Akira, cos'hai? Perché piangi? -
- Sendoh, tu allora.... -
- Penso... ecco...non so perché, ma ricordo tutto benissimo, soprattutto il dolore e la sofferenza di Karura. La ricordo chiaramente. -
- Ma... allora... -
Hanamichi si alzò di scatto. - Ecco perché...era questa la sensazione di tristezza e nostalgia. Era perché stavo per incontrare una delle sei stelle? -
Rimasero ammutoliti, il rossino aveva detto quel che tutti stavano pensando.
Passò qualche minuto in cui Sendoh si calmò. Koshino l'aveva abbracciato per tutto il tempo, incurante dei pensieri dei presenti.
- Sendoh, te la senti di restare? Vorrei che rimanessi con noi in questa casa. Ti va? -
Il ragazzo rimase spaesato, poi annuì. - Dovrei solo avvertire a casa. -
- Allora vieni, ti accompagno al telefono. -
- Ok, ma....può rimanere anche Koshino? -
- Bhe....non penso ci siano problemi vero Ken? -
L'altro annuì sorridendo. Anche Hanamichi diede un segno d'assenso.
Fuori della casa intanto, una figura scendeva giù dal tetto sinuosa come un gatto. Aveva stampate sulle labbra un sorriso malizioso e ambiguo. Si dileguò in un attimo, come sparendo nel nulla.
Arrivata la notte ognuno si era diretto verso la sua stanza. Hanamichi e Kaede erano in camera insieme.
- Hana...secondo te com'è possibile? Fino a qualche giorno fa non avrei mai detto possibile una cosa del genere ma....oggi sento stranamente vicini Sendoh e Koshino, quasi come vecchi amici. -
- Bhe...detto da te kitsune...eheh. -
- Hn...cambiando argomento. Lo sai che la mia camera è diversa oggi? -
- Perché è in disordine? -
- Anche... sai, penso che da quando è qui, questa stanza non sia mai stata fuori posto e che non ci sia mai stato nulla così .... vivo... e personale come questo momento. -
- Davvero? Allora bisogna rimediare. -
Così dicendo il rossino fuse le loro labbra, stringendo le braccia attorno al collo dell'altro. Le dita abbronzate si perdevano tra i capelli neri morbidi e sotto la maglietta del compagno.
Le labbra calde e umide si posarono prima sul mento e poi scesero sul collo, mentre dalle labbra socchiuse di Kaede fuoriuscivano sospiri sempre più profondi.
Le mani di Hanamichi ora erano sguinzagliate sopra il corpo del compagno, che inarcava la schiena per lasciargli accesso completo, in un silenzioso invito.
Le mani del rosso strinsero con vigore i fianchi di Kaede che ormai gemeva in visibilio. L'intera visione di Hanamichi era sfocata e i sensi erano focalizzati sul tocco delle sue mani lisce e bollenti.
- Hana....muoviti! -
- E se ora ... se mi fermassi? -
Ogni parola era intercalata da un ansimo, ogni pensiero sconnesso.
Le mani del rossino per un attimo bloccarono la loro esplorazione per stuzzicare l'ombelico ormai scoperto di Rukawa. Non contento di poter utilizzare solo le dita, Hanamichi le sostituì con la lingua, che prese a scendere fino all'elastico dei pantaloni, per poi risalire fino ai capezzoli del moro.
- Allora....mi fermo? -
Kaede spalancò gli occhi per vedere il sorriso beffardo rivoltogli dal rosso.
- Provaci e sei finito! -
- Ohhh....è una minaccia? -
- Proprio così... -
- Sei proprio un ricattatore Kaede, vedrai che te la farò pagare. -
Così dicendo Hanamichi afferrò i pantaloni, ormai unico indumento rimasto addosso al suo compagno e li fece scendere lentamente fin oltre le caviglie, sfilandoli e gettandoli lontano.
I suoi calcoli però erano sbagliati, un altro indumento lo separava dalla sua meta.
Sorrise malizioso. Ormai l'eccitazione del suo volpino bramava attenzione, e lui non gliel'avrebbe negata.
Premette le labbra contro il ventre di Kaede, provocando un gemito improvviso. Le labbra carnose scorrevano perfettamente lungo la pelle morbida, che non aspettava altro che essere divorata dai suoi baci.
Presto incontro l'elastico dei boxer, lo addentò, stringendolo tra le labbra. Per un momento si fermò ad ascoltare gli ansiti del suo ragazzo. Ma gli faceva davvero quell'effetto?
Rukawa intanto non era affatto intenzionato a smettere di gemere. La sua testa aveva chiuso l'accesso a qualsiasi cosa. Sentiva però perfettamente la bocca del rossino avvicinarsi al suo inguine, l'alito caldo che gli provocava brividi lungo tutta la schiena e poi il tocco della pelle calda del rossino contro la sua virilità.
Aspettava solo di essere appagato, e di dare piacere al suo amore.
Finalmente si sentì libero dall'ultimo indumento, e di nuovo tra le braccia di Hanamichi.
- Hana, fai presto. -
- Allora...spogliami tu... -
Kaede riaprì gli occhi, il rosso non scherzava affatto, fin'ora lui era stato piuttosto passivo, ma aveva tanta voglia di dare piacere al suo do'aho.
Prese tra le mani i lembi inferiori della maglia del do'aho e la fece scorrere fin sopra la sua testa.
Rimase abbagliato nel guardare il petto abbronzato del rosso alzarsi e abbassarsi ritmicamente, la sola visione di quel petto accogliente così sudato e lucente gli diede una scossa fin giù alla schiena.
Devo andare avanti, o verrò così davanti ad Hanamichi.
Afferrò l'elastico dei pantaloni insieme a quello dei boxer, chiuse gli occhi per poi riaprirli subito dopo. Avvicinò il suo viso all'orecchio del rosso, prendendo a sospirare qualche parola all'orecchio del compagno, che arrossì di colpo.
Approfittando del momento d'imbarazzo Kaede sfilò definitivamente i fastidiosi indumenti che ricoprivano la pelle d'angelo del suo ragazzo.
- Hana....lo sai....ho sempre pensato che tu fossi molto più bello di me, ma ora ne ho proprio la conferma. -
Il giovane Imonoyama s'imbarazzò entro i limiti dell'umana concezione. Non aveva mai sentito parole del genere da nessuno, e ora avrebbe quasi voluto mettersi a piangere per la commozione, se non fosse stato per la leggera pressione della virilità di Kaede a contatto con la sua che lo fece gemere di colpo. Ora era lui che stava sotto Kaede, e poteva vedere alla perfezione tutte le mosse della volpe.
La mano di Kaede ora stava accarezzando il suo interno coscia con tocchi decisi che lo mandavano in visibilio, mentre l'altra sua mano aveva afferrato la sua e ora l'aveva portata sulla sua bocca.
Le labbra del moro sfiorarono ognuna delle dita di Hana, baciandole e poi leccandole fino a inumidirle. Provocando con gli occhi il rosso. La kitsune lasciò ricadere la mano di Hanamichi che si poggiò sul suo fondoschiena, scendendo fino ad insinuarsi al suo interno.
Per un attimo le mani di Kaede s'interruppero, e il suo viso si contrasse. Poi piano piano ricominciò a gemere, sempre più forte.
Ben presto le dita di Hanamichi vennero sostituite dalla sua erezione ormai pulsante e desiderosa di appagamento.
In poco tempo le spinte aumentarono, lasciando posto al piacere, mentre i gemiti dei due compagni si facevano sempre più forti.
Intanto Sendoh nella sua stanza non riusciva a dormire, i ricordi di Karura-o stavano riaffiorando lentamente, l'uno più doloroso dell'altro.
Aveva deciso di raggiungere Koshino nella sua stanza, almeno lui gli sarebbe stato vicino in quel momento.
Aprì la porta della sua camera, aprendola di colpo e trovando dietro di essa Sasaki, il poliziotto che questo pomeriggio aveva detto di essere fratello di Rukawa.
- Come pensavo, sei sveglio. Tutto bene? -
L'altro ragazzo annuì, abbassando lo sguardo a terra.
- Capisco, allora non ti va di parlare un po'? -
Akira alzò lo sguardo per vedere l'espressione dell'altro, dopotutto poteva fidarsi di lui. Lo sentiva. Qualcosa gli diceva che poteva fidarsi, di lui più che di Hiroaki.
- D'accordo! -
Fine Capitolo .....otto....aspè che ricontrollo....
....si otto!
Anny - bhe, posso capire che questo è un capitolo strano. Per chi non ha letto il manga la storia di Hashiba può essere difficile da ricordare, ma vi assicuro che sul manga è molto bella.
Toru - Ma come ti è venuto in mente di scrivere una lemon?
Anny - Bhe, ma....snif....mi facevano così tenerezza...sob...io non volevo fare nulla di male....SIGH!!
Toru - Su, dai...non piangere. Vedrai che prima o poi riuscirai scrivere qualcosa di decente.
Anny tira fuori la katana da sotto la maglietta.
Toru - O__O
Anny - ^,,^ sono giusto un po' affamata, che ne dici di uno spuntino?
Toru - Ma...per questo non c'è Pam?
Anny - Si, ma ultimamente è diventata anemica ... quindi....^,,^
Toru - O cavoli....
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