The best pairing

parte V

di Anny


Non ci posso credere.
I miei sospetti erano fondati, non sono stato io ad uccidere quei due. E' stato un qualcosa, o qualcuno che è dentro di me, che minaccia di uscire da un momento all'altro. Lo sapevo. Ecco cosa è successo quel giorno. Quel maledetto giorno, in cui sono rimasto solo, in cui nessuno mi ha aiutato.
Solo lui ha reagito, ha avuto la forza di prendere il sopravvento.
Forse sarebbe stato meglio che quel giorno fossi morto. ( Pensieri macabri. -___- NdT)

Kaede si aggirava per il salotto del centro come un tarantolato.
Seduti sul divano c'erano Hashiba Tsuzuku e Hajime. Sasaki non era da nessuna parte in vista, Owaru guardava fuori della finestra, con uno sguardo vuoto. La sua mente era altrove, era ornata all'indietro nel tempo. Cercando di ricostruire i particolari della vicenda. Al suo fianco, appoggiata al suo braccio c'era Shuko.
Hanamichi era tornato nella sua stanza scusandosi.

Nessuno era più riuscito a parlare. Da una parte sconcertati dalle immagini di quel giorno, da una parte per paura che esternare un qualsiasi pensiero sulla vicenda sarebbe stato superfluo.

Improvvisamente fu Rukawa a parlare. Inchiodandosi al centro della stanza; chiese in direzione dei due fratelli maggiori: " Ma Sakuragi, non aveva una famiglia? Sanno che è qui? A me non sembra che ne parli mai."

Tsuzuku aprì la bocca per parlare ma il braccio del fratello accanto a lui lo fece desistere dal suo intento. Hajime scosse la testa. "E' meglio fare chiarezza nella situazione. Chissà che tutti insieme non si riesca a venirne a capo." Probabilmente aveva capito che Tsuzuku stava per tirar fuori chissà quale bugia. Poi rivolgendosi a Kaede "Hai ragione. La famiglia di Hanamichi è morta da tempo. Ufficialmente suo padre è stato vittima d'un infarto e sua madre presa dalla disperazione si è suicidata. Ma....in realtà Hanamichi fu ritrovato svenuto dalla squadra di controllo, e al posto dei genitori, in casa, c'erano due mucchi d'ossa. I due studiosi che accudivano nostro fratello sono stati arsi vivi."

Kaede sgranò gli occhi. Non c'era bisogno d'ulteriori chiarimenti. 
Era stata opera di quell'essere. Ma per quale ragione si era manifestato? La prima volta era apparso per via della paura e del pericolo. La seconda?

" So che ti stai chiedendo. Come mai apparso di nuovo? Per due anni abbiamo accatastao ipotesi sul decesso molto..... particolare, e direi anche sadico dei due. Ma ora è chiaro. Quell'uomo. Ammesso che si tratti di un essere umano, li ha uccisi. Resta da chiarire la ragione. "

" E se..." Shuko aveva preso parola. " Se avessero tentato di fare del male ad Hanamichi? Non siamo sicuri di quel che può essere accaduto finché non ce lo dirà Hana."

" Spero che lui si decida allora. Perché tutto questo mistero non mi piace. " Hashiba era molto inquieto. Non riusciva a capire, e non era un bene.  Affondò le mani nelle tasche, ora aveva proprio bisogno di una sigaretta.
"A proposito...dov'è Sasaki?"

Non ci fu bisogno di risposta. Sasaki stava entrando ora nella stanza con un'enorme libro tra le mani.
"Sono qui. E ho scoperto qualcosa."

Tutti si voltarono ansiosi in direzione dell'uomo, fissando il libro come se in quel modo riuscissero a carpire i segreti nascosti in quel volume e leggere attraverso la copertina di cartone rigido.

Sasaki prese posto su una sedia e appoggiò il libro sul tavolo in modo che tutti potessero vederlo. Owaru avvicinandosi alzò il lato destro della copertina, e lesse il titolo: "'Religioni antiche e affini' ma che diavolo centra questo Sasaki?"

"Yasha" fu l'unica risposta del ragazzo seduto.

"Yasha?" ripeterono confusi i presenti. Poi un lampo di genio.

"Eh si che sei un poliziotto Kenji, ma non pensavo fossi così tanto acuto. Yasha è il nome pronunciato dall'essere sulla cassetta. Ben fatto. Hai trovato niente d'interessante?"
Tsuzuku scompigliò i capelli di Sasaki che gli sorrise di rimando. A questo punto Hashiba era già MOLTO infastidito perché si fece avanti, e cercando di leggere il libro si appoggiò al compagno seduto, praticamente sdraiandosi sulla sua schiena. Lo spettacolino fu gradito al giovane Imonoyama che si passò la mano tra i capelli pigramente e sorrise, sbuffando appena delle parole " Ah, l'amour."

Sasaki aveva una gran gocciolina di sudore sulla fronte, ma ormai rassegnato prese a spiegare le sue ultime scoperte.

In realtà avevo già un'idea su cosa potesse significare la parola Yasha, perciò sono andato a colpo sicuro..."

"Oh, il signorino decanta le sue doti. Lo sappiamo che sei bravo Fido, non c'è bisogno che ti metti in mostra."

Un'altra gocciolina di sudore apparve sulla sua fronte. La cosa si stava facendo seria. "DICEVO...questa parola probabilmente è un nome. Corrisponde ad un dio guerriero molto forte proprio della religione vedica. Guardate qui è riportata una sua antica raffigurazione. Il problema è che qui dice che gli dei erano a capo d'un clan, e che questi si susseguivano di padre in figlio, ereditando ognuno il nome del clan, come ad esempio Yasha-o con la lettera aggiuntiva che designava il capo.. Per questo, hanno tutti lo stesso nome e non sappiamo a chi di essi si riferisse. La spada che tiene al lato si chiama Yama, pare che sia stata donata al clan degli Yasha da un essere con le ali nere"

Stettero per un po' in silenzio, osservando l'immagine del dio. Aveva un aspetto giovane, ma lo sguardo della statua sembrava triste e severo. La mano destra era posata sull'elsa della sua spada appesa al fianco. L'altra scendeva lungo il corpo morbidamente. Ben oltre le spalle, fin sotto le caviglie erano scolpiti lunghi capelli lisci.
Il silenzio si stava prolungando da minuti, poi qualcuno parlò. " Hai provato a cercare tra le figure quella dell'essere che abbiamo visto?"

"Hanamichi?" Il ragazzo dai capelli rossi era fermo sulla porta che osservava da lontano le pagine lucenti. Aveva corrugato la fronte fino ad unire le sopracciglia, forse meditando ed aspettando contemporaneamente una risposta. Che non tardò ad arrivare.

"In effetti, ho cercato. Ma non sono sicuro del risultato."

"Che significa che non sei convinto?"

Due paia d'occhi nocciola s'incontrarono. I due ragazzi si fissavano con preoccupazione. "Ora ti mostro. Sarà più facile se vedi da te."

Fece scorrere veloce le dita sull'orlo delle pagine, lasciando intravedere solo lo spigolo con i numeri. Quando ad un tratto si bloccò, e quasi con lentezza scenica, aprì il volume alla pagina voluta.

La pagina destra era occupata da un'altra raffigurazione, mentre quella sinistra era totalmente riempita da fitta scrittura.
L'attenzione generale fu catturata dal titolo di entrambe le pagine. 
ASHURA.

"Ma questo." Owaru non ebbe il fiato sufficiente a finire la frase, che invece fu terminata da Kaede "....è identico. Solo che...." Ancora un'altra interruzione. Sembrava che tutti fossero troppo confusi per formulare un'intera affermazione.

Hanamichi era il più pensieroso di tutti. Fissava la statua e non vedeva più niente. L'immagine del libro e quella nella sua mente si sovrapponevano in una sola.

Kaede grazie alla sua infallibile maschera si riprese dall'improvviso torpore. Guardò prima Hanamichi che fissava rapito quella rappresentazione, con occhi vacui, come se la sua mente fosse altrove. Poi passò nuovamente ad osservare l'Ashura. Con maggiore attenzione questa volta. Era identico a come l'aveva visto nella registrazione. Solo che aveva tre teste, o almeno tre ne erano visibili in quella foto. Per il resto era tutto come ricordava. Lo sguardo scese dai lunghi capelli, agli occhi lunghi, e le orecchie da elfo. Indugiò prima sull'esile figura poi, più a lungo sulle mani. In quella sinistra c'era una fiamma crepitante, mentre dall'altra fuoriusciva completamente la spada che era riuscita a fendere persino i muri con il solo spostamento d'aria.

Kaede si riscosse nuovamente, e chiese  a Sasaki che stava massaggiando le tempie, forse nel tentativo di ricomporre una qualche ipotesi. " Cosa dice di questo tizio? Questo è senz'altro quello che abbiamo visto poco fa. A meno che oltre al nome avessero anche aspetto identico. La spada è la stessa e anche il viso."

"Anche io sono convinto che sia lui quel che cercavamo. Ho letto attentamente, ed ho scoperto che la spada, si chiama Shura, che è un essere vivente dotato di volontà propria e che possa essere usata solamente dagli Ashura. Anche gli Ashura erano divinità guerriere, ma tra le più potenti. La loro forza era tale da far paura a chiunque ed erano imbattibili. Erano seguaci dell'imperatore celeste e lo proteggevano. In seguito il libro parla di cose superflue come i riti eseguiti in passato per ottenere il perdono e la protezione del potente clan, o parla profusamente della loro dimora che sembra fosse il riflesso del castello dell'imperatore, ma che solo agli appartenenti al clan era valicabile, perché protetto da una invisibile sostanza simile all'acqua. Purtroppo, secondo quanto riportato qui, la discendenza degli Ashura fu interrotta quando uno dei capo clan fu sconfitto da un usurpatore di nome Taishaku." 

" E tu credi a tutte queste cose? Come può essere vero?" Shuko alzò il viso fissare gli occhi in quelli di Sasaki, il ragazzo non batteva ciglio, era consapevole forse che la ragazza si sentiva turbata da tutte quelle scoperte, e poi non erano argomenti normali, non quelli di cui di solito si parla tanto seriamente.

"Fino a ieri sera, non avrei mai creduto a qualcosa del genere, ma ora sono sicuro che tutto ciò è vero, o comunque ha un fondo di verità!" Rukawa aveva interrotto il silenzio, senza alzare gli occhi dall'immagine del libro aveva esposto quello praticamente tutti i presenti stavano pensando.

Hanamichi guardava attentamente Rukawa, poi riprese a leggere dalla pagina che aveva di fronte.

" Allora, che relazione c'è tra questi due dei? " il giovane poliziotto aveva appeso mollemente un braccio dalla spalla del compagno. Ora erano praticamente guancia a guancia.

" Nessuna." Sasaki scostò  il braccio intruso con un leggero colpo di mano.

"Come nessuna? Come è possibile che neanche si conoscessero?" il braccio intruso cominciò a punire la spalla su cui faceva leva, premendo il gomito con insistenza nella giuntura tra il collo e la spalla.

Tutti guadavano perplessi i due, chiedendosi come due persone adulte potessero comportarsi in un modo simile.

" Questo è solo un libro, deve essere successo qualcosa di cui nessuno è a conoscenza. Qualcosa che un normale libro non può dirci." 

"Già. Come ha detto Rukawa, non lo sapremo mai finchè non chiederemo al diretto interessato." Hajime prese a fissare il fratello più giovane per poi spostare lo sguardo su Tsuzuku ed infine si rivolse a Toshiro. "Con l'aiuto di occhi da cerbiatto qui.." e si guadagnò un pugno non andato a segno da Toshiro "..cercheremo di stimolare la mente di Hanamichi e di far apparire questo Ashura!"

Hanamichi aveva la bocca spalancata, Rukawa non disse niente ma alzò un sopracciglio confuso. Tutti gli altri a parte Sasaki e Hashiba sembravano essere d'accordo.

"Ma...avete visto anche voi. E' pericoloso. Cosa faremmo se diventasse violento, anzi, togli il se, lui diverrà violento, e .. si ripeterà la stessa storia dell'altra volta. E io non voglio."
Hanamichi aveva preso a piangere sommessamente, cercando di controllarsi, ma si accorse presto di non riuscirci e quindi scappò via seguito a ruota da Rukawa, che era pallido come un lenzuolo.

Anche Shuko tentò di seguirlo, ma fu fermata prontamente da Hashiba che la prese per un polso e quando lei lo guardò preoccupata spaesata; lui scosse la testa e lasciò il polso di lei.

La ragazza riacquistò presto la calma solita della famiglia Imonoyama e chiese ai fratelli: " Quando comincerete ad agire su Hanamichi?"

"Non appena si sarà calmato, e ci avrà dato il suo consenso."


Intanto Hanamichi era scappato nel giardino e si era appoggiato ad un albero lasciando che calde lacrime rigassero il suo volto. Era troppo preso dai suoi tristi pensieri per accorgersi della presenza di Kaede a pochi passi di distanza.
Il moro aveva ancora un'espressione preoccupata, ma ora stava meglio, perché sapeva che in fondo piangere era il modo migliore perché Hanamichi potesse sfogarsi.
Questo almeno era quel che la sua mente aveva deciso, ma il suo corpo probabilmente, guidato dal suo cuore aveva deciso che voleva consolare il rossino. Perciò Kaede si accostò inconsciamente e abbracciò Hanamichi, facendo scivolare le braccia attorno al corpo del rossino; il quale preso alla sprovvista sobbalzò ed aspirò una grossa quantità d'aria.

"Ch-che fai? Rukawa.."

"Non lo so."
"Come non lo sai? Abbracci le persone, e non sai dare neanche una spiegazione?" La mancanza di spiegazioni da Rukawa stava facendo innervosire Hanamichi che si era momentaneamente scordato delle lacrime e dei pensieri tristi.

"Non so. Avevo deciso di lasciarti sfogare senza farmi vedere, ma il mio corpo si è mosso da solo. Mi dispiace. Non sopporto l'idea che tu soffra."

La bocca della testa rossa rimase aperta per qualche secondo, lo sguardo fisso dinanzi a sé, vuoto, guardava senza poter vedere nulla.
Quelle parole non se le aspettava affatto. Equivalevano quasi ad una dichiarazione d'amore. Rukawa gli voleva forse bene? Se già lo teneva in considerazione un decimo di quel che lo teneva lui in considerazione, allora lo amava già follemente.

Forse non ho capito bene. Avrà pena di me.

Quando Hanamichi riacquistò l'uso della vista, vide gli occhi blu come la notte di Kaede a qualche centimetro di distanza, per poi vederli chiudersi e sentire le sue labbra posarsi sulle sue.

Prima la bocca di Kaede accarezzava timidamente la sua, poi si fece spazio tra le labbra ancora parzialmente aperte e cominciò ad esplorare con la lingua all'interno; sfiorando il palato, i denti  la sua lingua.

In tutto questo Hanamichi era rimasto immobile come pietrificato.
Kaede se n'era accorto, ma non aveva voluto interrompere il contatto.
All'improvviso si fece coraggio, lasciò la presa sul rossino e fece per andarsene, quando sentì la mano di Hanamichi prenderlo per il braccio.
Si girò per guardarlo in viso, non poteva crederci.
Ma in fondo non era morto.
L'aveva lasciato in vita.
E questo era sufficiente...per ora.

Sentì la presa sul braccio allentarsi, per poi stringere con maggiore fermezza la sua mano.
Le loro dita s'intrecciavano emanando un calore confortante per tutto il corpo.
Alla fine ci fu un ultimo strattone, e Kaede si ritrovò letteralmente tra le braccia di Hanamichi, che rideva come un matto, le lacrime agli occhi, lacrime d'ilarità, o forse, di felicità.


Fine Capitolo 5

Anny - Uff...ma come si fa? Questi due non si accorgono nemmeno di certe cose. E poi, mi scuso con tutti se non avete capito un cavolo della spiegazione sugli Ashura. Soprattutto chi non ha letto Rg Veda, temo che stà trovando tutto molto incasinato. Sorry!!
Toru - Che mal di testa. Ma devi per forza scrivere tutti quei particolari inutili? E poi non mi avevi promesso che ci sarei stato anche io in questa fic? Non vedo sbocchi futuri.
Anny - Non preoccuparti. Non sembra ma la fic sarà ancora MOLTOOOOOOOOOOO lunga. Soffrirete ancora per molto.
Toru - Ma io che parte farò?
Anny - Sono ancora indecisa tra te e qualcun'altro. Dovrei rileggere bene Rg Veda per decidere. Oggi vado a recuperare. Speriamo in bene. Altrimenti Dany sarà così gentile da restare.^^
Toru - Non mi convinci. Speriamo in bene, non vorrei finire con l'essere una donna, magari la madre di Ashura, farei una bruttissima fine.
Anny - Perchè, quanti sono i personaggi che sopravvivono in Rg Veda? - ___- A parte i protagonisti... tre. E nessuno dei tre sarà presente nella fic. -___-
Toru - O___O

 


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