The Best Pairing 

parte II

di Anny


Quel tipo, l'aveva chiamato Sakuragi! Lui! Come aveva potuto scambiarlo per quella testa rossa?
 
- Ehi tu! Non è che state salvando la persona sbagliata? -
Il ragazzo lo guardò sospettoso. - Ne parliamo dopo -
Fu nuovamente spinto per un braccio e scaraventato in un'altra macchina.

Ma cos'è oggi? La gara a chi mi rapisce meglio? Non dovevano salvarmi? - Ehi voi! Non dovevate salvarmi? A me sembra che voi stiate solo facendo concorrenza agli altri -

Nessuno gli rispose. In compenso si accorse che la portiera era aperta, e fuori i due uomini stavano interrogando i suoi rapitori. O meglio, l'uomo che diceva di chiamarsi Sasaki era vicino a un altro uomo con gli occhiali, probabilmente il suo collega, che stava scotendo lo straniero in maniera poco gentile, sbraitandogli contro frasi incomprensibili in una lingua straniera; forse inglese, ma dati i suoi voti scolastici, non era in grado di poterlo assicurare.

- Guarda che è svenuto - Sasaki si era girato di spalle e si stava riavvicinando alla macchina con dentro Kaede.
- Eh? Oh, è vero. Cos’è? Perizia medica? Dai non arrabbiarti. Lo sai che stavo scherzando. - Sasakio si era girato su se stesso sbuffando esasperato dalle parole del collega.
- Sakuragi-san, mi spiace per l'accaduto. Mi ripresento, sono Keiji Sasaki mentre questo è il mio collega Shigemitsu Hashiba. -
- Collega? -
- Si, occhi di volpe. Noi due siamo poliziotti. - Hashiba stava facendo sfoggio della sua faccia più sorridente.
- Occhi di volpe? -
Sasaki si schiaffeggiò la fronte rassegnato. - Non c'è più niente da fare, ormai non smetterà più di chiamarti in quel modo. -
- Cosa ci posso fare se i tuoi occhi sono come quelli di un tenero volpacchiotto? -
- Uff....un altro do'aho. -
- Hum? Che dici? Non sei contento del tuo nuovo soprannome? -
- Grazie di avermi salvato. Arrivederci -
- Aspetta Sakuragi-san. Ti prometto che non ti chiamo più in quel modo. Ti dobbiamo parlare. -

Kaede si fermò di botto.
E' vero. Mi devono dire di Sakuragi. - Mi chiamo Kaede Rukawa. Perché continuate a chiamarmi Sakuragi? -

I due poliziotti si guardarono in faccia a vicenda, stupiti. Poi Hashiba chiese serio. - Se non sei Sakuragi, sai perché ti volevano rapire? -
- Non ne sono certo. Probabilmente volevano soldi da mio padre, o forse erano stati assoldati da qualche suo nemico politico. -
- Politico? Tuo padre è nella politica? Aspetta....non è forse...?-
- ....Satoru Rukawa. Il ministro del tesoro. - Sasaki aveva completato la frase. Rukawa annuì.
- Ma allora...quello è stato un rapimento in piena regola. Non quello che cercavamo noi? O forse...si saranno sbagliati loro? -
- E' possibile. Loro non sanno che come si chiama il loro obiettivo, e probabilmente hanno attaccato Rukawa-san solo perché essendo il figlio di un politico importante in Giappone potrebbe essere il candidato numero uno. Poi il fatto che il figlio di un ministro vive in una città in periferia come questa, e frequenta una scuola pubblica è già una certezza del fatto che si sta nascondendo. -
- Già. Allora dobbiamo ricominciare la ricerca. Dove sarà questo Sakuragi?-
- La persona che state cercando, si chiama per caso Hanamichi Sakuragi e ha la mia età? -
- Cosa? Ehi volpacchiotto. Lo conosci per caso? -
- Uff...mi chiamo Rukawa. E la persona che cercate è un mio compagno di scuola. -
- Devi portarci da lui allora. E' in pericolo. - L'uomo castano di poco più basso era davvero serio, e imperturbabile. Kaede non sapeva se fidarsi, ma doveva rischiare.
- Ma chi sono tutte queste persone che lo stanno cercando? Sono stranieri? E chi è lui in realtà? -
- Mi spiace, sarà lui stesso a decidere se dirtelo o meno. -
- Ho capito. Venite, tra poco cominciano le lezioni, ma lui deve essere ancora per la strada. -

I tre presero l'auto, dirigendosi verso lo Shohoku. Rukawa guardava attentamente i passanti in cerca di una testa rossa che spiccasse tra la folla. Nella sua testa si affollavano pensieri e domande. Chi è in realtà Sakuragi? Perché si trova in pericolo?

Ormai giravano da un po' di tempo, avevano perso le speranze di trovarlo. Magari era già a lezione o forse lo avevano rapito altri terroristi?
Quando passarono vicino al parco e Rukawa ebbe un'idea. - Fermate la macchina. Vado a controllare. -
S'addentro nel parco con i due poliziotti alle calcagna. Doveva essere lì, se lo sentiva.
C'aveva visto giusto.
Nel campetto da basket il rossino stava provando ad andare a canestro con un tiro dal dischetto, ma la palla era stata tirata con troppa forza.

Do'aho. La mano, sbagli il movimento. Guardandolo aveva già scordato il motivo per cui l'aveva cercato tutto quel tempo. Si sentì toccare una spalla.
- E' lui Kacchan? -
- Cosa? Kacchan? -
- E' il tuo nome no? Comunque, è lui Hanamichi? -
- Si. -
- Bene. Hashiba, avviciniamolo. Rukawa-san, vieni anche tu magari se vede te non si spaventa. -
- Penso proprio il contrario. - Kaede aveva bisbigliato con espressione pensierosa.
Forse anche triste.

Hashiba riacquistò subito la sua espressione seria.
Sakuragi sentendo i passi si girò, e vide gli uomini accompagnati da Rukawa. - Kitsune. Cosa ci fai qui? Chi sono questi tizi? -
- Kitsune? Ma allora ho ragione io. -
- Do'aho -
- Teme!! Ora basta, cosa volete? -
- Tu sei Sakuragi? - Sasaki decise di prendere in mano la situazione. - Noi siamo due poliziotti. - Io sono Keiji Sasaki, lui è Shigemitsu Hashiba. Siamo qui per proteggerti. -
- Ah. Ho capito. - Sakuragi smise subito di comportarsi come suo solito, e divenne serio come Kaede non l'aveva mai visto. Sembrava consapevole e preparato all'arrivo di questo momento. - Vengo con voi. Ma prima vorrei prendere delle cose da casa mia. -
- Certo. Sai già perché siamo qui vero Hana-chan? - Hashiba ricevè un'occhiataccia da Rukawa e totale indifferenza da Sasaki.
- Si. So tutto. Ma Rukawa che centra? -
- Lui è stato coinvolto in questa storia, ed ora non può rifiutarsi di venire con noi. -
- Cosa? Non mi avevate detto niente del genere. - Kaede nonostante le parole appena pronunciate era felice, perché avrebbe potuto andare a fondo a questa storia, e poi...
- E tu poi saresti venuto? - Hashiba era nervoso. Stranamente frustrato per qualche ragione (che neanche io conosco NdA^^).
- Hmm -
- Ho capito. Visto che è figlio di un ministro l'hanno scambiato per me. Ma siete sicuri che possa venire? Dopotutto non centra niente, e potrebbe essere pericoloso. -

Come sa di mio padre? Non l'ho mai detto a nessuno.

- Questa questione è troppo importante, non possiamo lasciare testimoni dietro di noi. E poi, dopo quello che gli è successo sarebbe ugualmente in pericolo senza di noi. -
- Capisco. Andiamo? -

Dopo il dialogo tra il poliziotto e la testa rossa, si diressero a casa di Hanamichi. Differentemente da come avevano pensato i rapitori, la casa di Sakuragi era un appartamento dimesso, all'interno di un palazzo, e privo d'ogni comodità.

- Molto appropriato. Vive in un posto impensabile per uno come lui. 
Kacchan, ascolta, tu non sei obbligato a venire con noi. Sakuragi aveva ragione, potrebbe essere molto pericoloso. Vuoi ancora seguirci? -
- Ormai sono stato coinvolto come hai detto prima. E poi vorrei sapere cosa nasconde Sakuragi. Perché è così in pericolo, come mai sembra che sia sempre stato pronto a venire con voi nel momento che vi foste presentati, lasciando tutti i suoi amici, la scuola, e la squadra. - E me..
- La squadra? Che...-
- Allo Shohoku noi due siamo nella squadra di basket. Ahah! Ma non c'è paragone, io sono MOLTO più bravo di lui. - Hanamichi era tornato affacciandosi dal finestrino di Hashiba.
- Do'aho -
- Ah, Kitsune, ora ti riconosco. Stavi cominciando a parlare troppo. -
- Ma voi due non siete amici? -
- Cosa?? Io suo amico? Non scherziamo. Lui è la mia nemesi. -

Mentre erano in viaggio verso Tokyo, Sasaki notò la somiglianza straordinaria tra Sakuragi e Hashiba; entrambi burloni in apparenza, ma poi pronti a tornare seri e pericolosi in ogni momento.

Arrivati alla periferia di Tokyo, si trovarono dinanzi al cancello di un grande centro, all'interno vi era un giardino immenso e curatissimo; una fontana era posta al centro del giardino, l'edificio era esternamente costituito da vetrate e aveva tutta l'aria di un centro di ricerca all'avanguardia. Costruzione di tutto rispetto per appartenere a un privato. Uomini in camice bianco camminavano avanti e indietro per i corridoi. Al portone centrale furono identificati da due guardie che salutarono cordialmente Hashiba e con un po' di soggezione Sasaki.
- Do'aho. Vorrei sapere cosa centri tu con questo posto, e perché tutti ti danno la caccia. - Rukawa si era avvicinato al rossino e aveva bisbigliato la frase nel suo orecchio.
- Ora non è il momento Kitsune. Forse capirai da solo, altrimenti te lo spiegherò più tardi. -

Il corteo si fermò davanti una stanza. Sasaki a questo punto si girò: - Immagino che tu sappia chi ti aspetta qui dentro. Desideri entrare da solo? -
Hanamichi pensò per qualche secondo, poi scosse la testa. - No, preferisco entrare tutti insieme. -

La porta fu aperta. Rukawa che era al fianco di Hanamichi, si stupì nel vedere la sua reazione. Lacrime.
Stava piangendo.
Ma perché piange?
Poi volse lo sguardo a chi occupava la stanza. Quattro persone. Tre uomini e una ragazza. Guardavano seri, ma ansiosi l'uscio liberarsi. 

Poi presero a fissare il rossino che intanto si era ricomposto.
La porta si chiuse alle loro spalle, e...

- Hana-chan!! Come stai? Da quanto tempo! - Il ragazzo dai lunghi capelli ricci era corso ad abbracciare il do'aho.
Subito anche gli altri tre si fecero vicini. Lo abbracciavano, lo stringevano, lo baciavano sulle guance, sulla fronte, il ragazzo più giovane gli stava tirando le guance ora.

Ma chi sono quei quattro? Come mai si prendono così tante confidenze.
E poi...ha detto "Quanto tempo" vuol dire che si conoscono?
Anche se fosse, come osano prendersi tutte quelle confidenze col mio do'aho?
Rukawa stava per dire qualcosa che li facesse smettere quando sentì il ragazzo più vecchio dire: - Fratellino, ora che ci siamo ritrovati non ci lasceremo più. La famiglia Imonoyama è finalmente al completo.-

Fine Capitolo 2

Ok, lo ammetto anche stavolta. Non si capisce niente, ma alla fine si capisce comunque qualcosa sull'identità di Hana.
Spero.
Per quanto riguarda Kacchan, bhè, lui come avrete capito è già innamorato! *___*
Ma il casino deve ancora venire.
Alla prossima!^^
Anny



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