Nuova AU,  questa volta l’ambientazione è quella di una favola, una delle mie preferite: La bella e la bestia. Non c’è bisogno di specificare chi ricopre i ruoli, vero? ^_-

Questa volta, oltre  a non essere miei né Kaede né Hanamichi ( Inoue me li ha ceduti, ma non vuole che si sappia in giro ^^ ) non lo sono neanche i protagonisti della favola e la favola stessa…..

Questa fic è in ricordo dei bellissimi giorni passati a casa di Ria insieme anche a Nausicaa, quindi una dedica speciale spetta  a loro, ovviamente un bacio a Greta e Dream.

Un saluto speciale va anche a Sabry!

HanaRu forever©


 

 

The Beauty and the  Beast     

 

di Calipso

 

Tanto tempo fa in un paese lontano, un principe viveva nel suo grande castello circondato dagli alberi. Non era una persona malvagia, però aveva la cattiva abitudine di giudicare le persone dalle apparenze, la sua nobile nascita e il fatto che fosse figlio unico e erede del regno, lo avevano reso un po’ borioso e certo che tutto gli fosse dovuto. Una notte però, una vecchina bussò al portone del bel castello e chiese di essere ospitata per la notte, visto che fuori imperversava la tempesta. Fu portata al cospetto del principe e rinnovò a lui la sua richiesta, offrendo in cambio dell’ospitalità una bellissima rosa che teneva in mano; questi però, si prese gioco del suo aspetto ricurvo e del suo viso rugoso, ridendo della sua decadenza fisica. La vecchina lo pregò nuovamente di essere ospitata, ma davanti al dileggio del giovane, si trasformò davanti ai suoi occhi, in una splendida fata, dai riccioli scuri che le ricadevano sulle spalle, gli occhi scuri e  splendenti.

"Io sono la fata del bosco ed ero venuta qui per mettere alla prova la tua risaputa superficialità, volevo darti la possibilità di dimostrarmi che non è vero quello che raccontano su di te, ma tu hai continuato con il tuo atteggiamento infantile e verrai punito per questo, Hanamichi Sakuragi!"

Il principe cercò allora di rimediare, mostrandosi gentile e pentito per il comportamento precedente, ma la maga sapeva bene che voleva solo evitare la punizione, così lanciò il suo incantesimo, trasformando il principe in un’orrida bestia, ma solo nell’aspetto, non intaccando le sue percezioni umane.  L’incantesimo, che cadde su tutto il castello, trasformando i suoi abitanti in cose animate, sarebbe perdurato fin quando non fosse stato capace di far innamorare di sè qualcuno, fin quando non avesse imparato a suscitare amore…aveva tempo fino al suo ventunesimo compleanno, se non fosse riuscito, sarebbe rimasto una bestia per sempre……

La Bestia si rinchiuse nel suo castello, con soltanto uno specchio magico come finestra sul mondo….col passare del tempo, il principe perse ogni speranza: chi avrebbe mai potuto amare una bestia?

 

 

Cammino per le vie di questo piccolo villaggio facendo mente locale sulle cose che mio padre mi ha chiesto di comprargli, si tratta più che altro di materiali per le sue invenzioni, quindi andrò alla solita bottega, dal solito venditore….che noia!! Ancora non ho capito perché mio padre abbia voluto fermarsi proprio qui…ok, è vero che considerando che ci cacciano praticamente dopo poche settimane di soggiorno da qualsiasi parte,  il fatto che ora abitiamo in una casa isolata, dove non può fare danni agli altri con  i suoi tentativi di scoperta sensazionale, ha i suoi vantaggi, però…..io vorrei andare da un'altra parte, magari in una città, un posto dove ci sia qualcosa di interessante da vedere, da fare….mi guardo intorno: sempre le solite facce, che fanno le stesse cose, ma come resistono a questa ripetitività?! Cosa si prova nel ripetere all’infinito la stessa vita giorno dopo giorno?! Rispondo con i miei soliti monosillabi ai pochi saluti che mi vengono rivolti, qui mi considerano strano, lo so benissimo…i ragazzi di questo posto passano il proprio tempo andando a caccia, vantandosi delle prede che hanno preso e bevendo birra alla locanda del paese…che tristezza! Io mi sono rifiutato di adeguarmi e allora hanno cominciato a guardarmi strano e spesso al mio passaggio ho colto mormorii del tipo ‘non è come noi’, come se non fosse comprensibile che non voglia abbrutirmi nei loro usi e costumi! Il fatto poi che mio padre sia un inventore non facilita le cose, qui il lavoro più affascinante è il cacciatore!!

Passo davanti a quella che più assomiglia a una libreria, magari è arrivato qualcosa di nuovo…almeno quando leggo posso immaginare di essere da tutt’altra parte….girovago un po’ tra gli scaffali, ma ho già letto tutto quello che poteva interessarmi….esco nuovamente sulla strada e finisco di fare gli acquisti previsti, incamminandomi piano verso casa, ma arrivato alla piazza, vedo qualcuno venirmi incontro con un gran sorriso stampato sulla faccia….no, Akira Sendoh no!! Sono già abbastanza di cattivo umore oggi, non ho proprio voglia di cominciare la solita gara: io che cerco di liberarmi di lui e lui che mi tormenta con le sue imprese di caccia…che incubo! Cammina a grandi passi verso di me, con il fucile a tracolla ( a quale animale sarà dovuto andare a rompere le scatole oggi?! ) e i suoi capelli a punta alla moda del porcospino sulla testa! Sorride ancora di più non appena mi è più vicino, uffa!!!

"Kaede, che bello incontrarti!"

"Hn." Chiunque sano di mente capirebbe che, se neanche ti rispondo ma mugugno, non ho voglia di parlare. Be’, lui no!!

"Senti, io stavo andando alla locanda a prendermi una birra...sai, sono appena stato a caccia e ho preso un cervo enorme, con un palco di corna mai visto…..perché non vieni con me così ti racconto come è andata?!"

Fossi matto! E poi, povera bestia, non poteva lasciarla libera nel bosco?

"Mio padre mi aspetta." Rispondo asciutto, ma lui niente, non si arrende! Mi propone, nel giro di pochi  secondi, tutta una serie di cose che potremmo fare insieme, una peggiore dell’altra! E il bello è che ha la presunzione di credere che quello che piace fare a lui sia universalmente riconosciuto come passatempo dell’anno! Io odio la caccia, odio fare bisboccia insieme a gente cretina e non ho nessuna voglia di stare con lui!

Al mio ennesimo no, il suo sorriso sempre raggiante perde un po’ di smalto e atteggiandosi a mortalmente offeso, mi fa notare che c’è gente che farebbe follie per avere le attenzioni che lui mi rivolge e mi viene da chiedere che male ho fatto per meritarle proprio io! Non ho mai dato spago ai suoi approcci, neanche tanto fini tra l’altro, perché non mi lascia in pace? Sembra essere diventata un’ossessione ormai!

Approfitto del momento di silenzio che segue queste sue parole, per incamminarmi piuttosto velocemente verso l’uscita del villaggio,  contento di abitare in un posto appartato, anche se  so che, prima o poi, questo non basterà a fermare Sendoh!

Mi volto giusto un attimo per riuscire a vederlo mentre entra nella locanda dando un calcio alla porta…..

La casa che mio padre ed io abbiamo preso in affitto sorge ai margini di un boschetto ed è la tipica casa di campagna; il fatto che sia isolata dal centro abitato è un vantaggio per gli esperimenti di mio padre, almeno così non spaventiamo nessuno con esplosioni casuali e non rischiamo di distruggere le case sei vicini! Non finisco di pensare questa frase che un boato e una colonna di fumo si innalzano dal punto in cui sorge la casa….o magari sorgeva! Mi precipito  nella sua direzione sperando di avere ancora  un tetto sopra la testa e soprattutto un padre! È un po’ particolare come genitore, ma è tutto quello che rimane della mia famiglia da quando mia madre è morta e gli voglio bene……

Quando volto l’angolo della casa, lo vedo uscire dalla cantina che usa come laboratorio, ricoperto di fuliggine, tossisce cercando di riguadagnare il respiro e ovviamente impreca contro la sua ultima invenzione: una macchina spaccalegna. Teoricamente dovrebbe funzionare, ma è evidente che ha ancora qualche problemino….

Il tempo di riprendersi un attimo, far posare la coltre di fumo che fuoriesce dal sottosuolo e scende nuovamente le scalette; non si è neanche accorto di me……lo seguo per vedere che altro vuole combinare…..

"Maledettissimo marchingegno, perché non ti decidi a funzionare?!"

Non ci posso credere…ci sta parlando…e minaccia la cosa con una chiave inglese!!! Però poi sbuffa e si siede su un panchetto improvvisamente silenzioso e pensieroso.

"Non funzionerà mai……" lo sento bisbigliare abbattuto come mai prima d’ora e mi dispiace, so quanto tiene a quello che fa. Decido che è il caso di provare a fare qualcosa.

"Hai provato a stringere tutte le viti? Le lasci sempre troppo lente, ci credo che poi volano da tutte le parti…" un mare di viti ricoprono le assi del pavimento. Mio padre alza la testa e mi fissa sorpreso per l’interesse  che dimostro  per le sue invenzioni, solitamente non è così…almeno in apparenza. Il mio interessamento sembra dargli nuove energie, salta su dal panchetto su cui si era accasciato e prende con rinnovata energia la chiave inglese che gli porgo. Comincia a girare intorno alla macchina, raccogliendo e riavvitando tutti i pezzi sparsi sul pavimento. Pochi minuti e si volta verso di me sorridendo.

"Sta indietro, Kaede, provo a metterla in moto."

Mi addosso contro la parete di fronte, sperando che funzioni e che non ci ritroveremo con la casa sbriciolata sopra la testa, mentre guardo mio padre accendere il piccolo fuoco che dovrebbe dare il via al processo di accensione della spaccalegna. Con sbuffi e scricchiolii che sembrano presagire il peggio, la cosa comincia veramente a fare il lavoro per cui è stata creata, un ciocco di legno tagliato vola sopra le nostre teste depositandosi nell’apposita cesta…funziona!!!!!

"Ce l’ho fatta, Kaede, ce l’ho fatta!!!!" mio padre si agita felicissimo e comincia a radunare gli attrezzi, fermando poi la macchina.

"Se mi sbrigo faccio in tempo a raggiungere il villaggio dove si tiene la fiera dell’invenzione…devo fare in fretta…Kaede, aiutami, prepara Philippe, attaccalo al carro, devo andare!!!!!!!!"

Sorrido tra me e me, contento di vedere mio padre felice e soddisfatto. Pochi minuti e agita la mano in segno di saluto mentre sparisce dietro la collina, diretto al successo e alla fama…….

 

 

 

Nel bosco davanti a un bivio, un  uomo di una certa età scrutava attentamente una cartina sbiadita, scuotendo la testa. Davanti a lui si aprivano due strade: una, era dritta e spaziosa, gli uccellini volavano da un ramo all’altro e il sole filtrava lieve tra le foglie verdi, l’altra era tortuosa, buia e un silenzio irreale sembrava avvolgerla, una leggera nebbiolina saliva dal basso. L’uomo cercò di leggere le frecce di legno consumate su cui un tempo dovevano essere scritte le destinazioni a cui portavano le due strade così diverse; guardò nuovamente la cartina tra le sue mani e decise. Tirò le briglia del cavallo ( Philippe, l’eroe mio e di Nausicaa ^^ ) verso la strada alla sua destra, quella cupa e nebbiosa, ma la bestia non ne volle sapere, il suo istinto non gli diceva niente di buono e con il muso cercò di far capire al padrone di non andare in quella direzione.

"Avanti, Philippe, per di qua faremo prima, siamo in ritardo, avanti!"

Strattonò le briglia e obbligò il cavallo ad andare dove lui voleva, inoltrandosi nella foresta buia e cupa.

Percorsa non molta strada, l’uomo capì di aver sbagliato a scegliere quella direzione, avrebbe dovuto dar retta all’istinto del suo cavallo…intorno a lui si muovevano ombre silenti, strani suoni provenivano dal folto della foresta e un’aria gelida lo faceva raggelare nel suo mantello. Arrivato ad una radura, l’uomo decise che era meglio tornare indietro, non gli piaceva l’atmosfera che si respirava, era paura allo stato puro; era meglio arrivare in ritardo alla fiera, ma arrivarci, cosa che non era sicuro avvenisse se fosse andato avanti per di lì!

Non ebbe il tempo di finire di pensare questo che avvertì un latrato  che lo fece girare, vedendo una diecina di lupi con le zanne sfoderate guardarlo famelico. Deglutì spaventato e strattonò le briglie di Philippe che spaventato anche esso, cominciò a correre a perdifiato nella foresta, sballottando l’uomo da una parte all’altra del carro, fermandosi proprio sull’orlo di un precipizio, appena in tempo per non finire al di là…..i lupi li circondarono e Philippe ricominciò a correre, facendo cadere l’uomo dal carro  e rotolare sul terreno polveroso. Il cavallo continuò a correre, troppo spaventato per ascoltare i richiami del padrone che, trovatosi solo in mezzo ai lupi, cercò di sfuggire loro cominciando a correre più velocemente che poteva. Quando pensava di essere ormai spacciato, si parò dinanzi a lui un cancello in ferro battuto e con un ultimo sforzo, sferzato dal vento gelido e da grosse gocce che cominciavano a cadere dal cielo, lo afferrò, aprendolo e oltrepassandolo, appena in tempo, perché un lupo gli strappò un brandello del mantello e un altro, provò ad afferrarlo per il bordo dei pantaloni. Tirò ad entrambi il cancello sul muso. Solo allora alzò lo sguardo verso il castello che aveva davanti: un largo spiazzo lastricato portava ad una scalinata in marmo che conduceva ad un maestoso portone di legno intagliato. La costruzione era sormontata da delle torri dalla linea elegante che svettavano verso il cielo, alcune delle quali avevano delle statue sulla cima, la facciata sembrava essere coperta da delle pitture, ma non era possibile esserne sicuri, tutto l’insieme sembrava essere ricoperto da una patina sottile e impalpabile, ma che avvolgeva i particolari in una mutevole nebbiolina.

L’uomo cominciò a camminare verso il portone, stringendosi addosso il mantello; era al sicuro dai lupi, rimasti oltre il cancello, ma non si sentiva tranquillo, quel posto incuteva timore.

Una folata di vento gli fece volare il cappello a terra, ma non si voltò a raccoglierlo…..

Il portone si aprì con un cigolio su un vasto ingresso, tutto era ricoperto di polvere, a malapena si riconosceva una guida rossa che conduceva a una vasta scala.

"E’ permesso? -  chiese titubante – sono stato attaccato dai lupi e il mio cavallo è fuggito…"

Il silenzio rispose alla sua domanda.

"Ma…c’è nessuno?" continuò.

La curiosità ebbe la meglio sul timore che quel posto un po’ lugubre incuteva e si fece avanti guardandosi attorno. Parole bisbigliate lo fecero girare più volte, ma non vedendo niente si convinse che fosse il vento, ad un mormorio più evidente però si girò chiedendo ad alta voce chi avesse parlato.

"Io." rispose una vocina divertita alla sua destra. L’inventore si voltò verso una nicchia del muro e si accorse di un candelabro acceso, lo afferrò portandolo in alto per avere maggiore visibilità.

"Chi ha parlato?" chiese nuovamente.

"Io!" fu ripetuto.

"Dove?!" chiese un po’ alterato l’uomo

"Sono io che parlo, qui!!"

In quel momento il candelabro si piegò su stesso mostrando due occhietti furbi che scrutarono il visitatore.

"AHHHHHHH!!!!" gridò l’uomo facendolo rotolare in terra, ma fu solo un attimo di spavento, quando si rese conto che anche un orologio da tavolo lo guardava, invitando a non fare troppo rumore, la curiosità tipica dell'inventore prese il sopravvento e, afferratolo, cominciò a rigirarlo tra le mani chiedendosi cosa li facesse parlare, pensando che fosse una nuova invenzione. Dopo un accurato esame rimise gli oggetti animati al suo posto pensieroso.

"Io sono Yohei." si presentò il candelabro con un piccolo inchino

"E questi è Akagi, benvenuto al castello, prego accomodatevi."

"Yohei, cosa fai?! Il padrone si arrabbierà se lo facciamo entrare, deve andare via!!"

"Avanti, solo per qualche attimo…sono anni che non viene nessuno qui!"

L’ospite fu fatto accomodare in una sala adiacente, più piccola ma anche essa cupa, però qui un bel focherello ardeva nel caminetto. L’uomo fu invitato a sedere sulla poltrona davanti al calore del fuoco, mentre l’orologio Akagi continuava a ripetere ‘no, sulla sedia del padrone no!’ un poggiapiedi arrivò con le frange che svolazzavano e si sistemò sotto i suoi piedi, mentre una teiera fumante fece il suo ingresso su un carrello che si fermò stridendo davanti a lui. Quella casa era proprio strana, pensava l’uomo, però molto divertente. Sorseggiò la tazza di tè che gli venne offerta, scoprendo che anche quella era animata, una voce divertita affermò che i suoi baffi  gli facevano il solletico e la teiera rise. L’atmosfera era decisamente allegra, ma la porta fu spalancata di colpo, una folata di vento spense le fiamme nel camino e fu un fuggi fuggi generale, solo il candelabro e l’orologio restarono. La paura congelò l’aria e chi aveva pensato di aver trovato un rifugio accogliente per la notte, si rese conto che qualcosa di terribile aveva appena fatto ingresso nella stanza; si rannicchiò sulla poltrona cercando di rendersi invisibile, ma la cosa venne dritta verso di lui con un terribile GROARRRRR che lo inchiodò contro lo schienale immobile. Una bestia spaventosa gli si parò davanti: era ricoperta di peli rossicci e aveva delle zanne enormi, tutto il suo aspetto era animalesco, eppure era capace di camminare solo sulle zampe posteriori e portava qualcosa di molto simile a dei pantaloni e un mantello, ormai lacero in più punti, gli ricopriva le spalle possenti.

"CHI SEI?! COSA CI FAI QUI?! – tuonò con voce potente e profonda – COSA STAI GUARDANDO?! ERI CURIOSO DI VEDERE LA BESTIA, EH?!"

"Cercavo….cercavo… solo un posto dove stare…per la notte." Balbettò l’altro, ma ottenne solo di essere afferrato per il mantello e trascinato via.

"Te lo do io un posto dove stare!!!"

La bestia salì varie scale  fino a una delle torri dove sbattè con malagrazia l’uomo dentro una cella, richiudendo poi la porta.

 

 

 

 

Alcuni colpi violenti dati contro la porta di casa mi fanno svegliare di soprassalto, dopo aver risistemato il laboratorio di mio padre, mi sono sdraiato un attimo sul divano e devo essermi appisolato…chi può essere? Mio padre non è di certo, è andato via da poche ore…mi alzo di malavoglia e di cattivo umore, non mi piace essere svegliato!

Guardo dallo spioncino della porta e mi trovo davanti il sorriso di Sendoh, lo sapevo che prima o poi sarebbe venuto qui, che noia! Ho la tentazione di far finta di non essere in casa, ma altri colpi contro la porta mi fanno cambiare idea, cos’è vuole buttarla giù?! Apro poco la porta per invitarlo ad andarsene, ma lui con 'grazia' da cacciatore la spalanca di colpo facendomi quasi rotolare all’indietro.

"Ciao, Kaede, sono qui per una cosa importante…..oggi è il giorno in cui…."

Non ci posso credere! Si è interrotto per fissare la sua immagine riflessa in uno specchio e sorridersi!!

"Oggi è il giorno – riprende – in cui si avvereranno tutti i tuoi sogni!"

"Hn, tu cosa ne sai di quali siano i miei sogni?!"

"So tutto – dice lui tutto tronfio togliendosi gli stivali e mettendo i piedi sul tavolo! – senti, immagino già la scena: un casino di caccia, la mia ultima preda che gira sul fuoco, un compagno da stringere tra le braccia…."

"Immagino..." mormoro e...un attimo...che vuole fare, questo?! Si è alzato e viene verso di me con uno dei suoi odiosissimi sorrisi stampati sulla faccia, io svicolo intorno a un tavolo, odio essere toccato e lui ha tutte le intenzioni di farlo, visto che allunga le mani verso di me!

"Non immagini chi sarà questa persona, Kaede?"

"Sinceramente non mi importa nulla!" rispondo spostandomi verso la porta.

"Non essere timido, chiunque vorrebbe essere al tuo posto." Con uno scatto mi è addosso e osa pretendere di baciarmi! Allungo una mano e afferro la maniglia girandola, mi scanso di lato facendo perdere l’equilibrio a Sendoh che caracolla di fuori rotolando dentro lo stagno in compagnia dei porcellini! Con soddisfazione recupero i suoi stivali e glie li lancio dietro, richiudendo la porta e tirando il catenaccio!

"Sarai mio, in un modo o nell’altro!" lo sento urlare prima di vederlo allontanarsi bagnato e meno sorridente del suo solito!

 Quel Sendoh è veramente insopportabile, viene qui a dirmi di sapere quali siano i miei sogni! Be’, certamente non essere il compagno di uno zotico senza cervello come lui!

Esco all’aperto sdraiandomi sotto un albero a pensare:

vorrei andarmene di qui e fare qualcosa di interessante, di avventuroso e….un nitrito mi fa girare verso il bosco da cui emerge Philippe con ancora attaccato dietro il carretto, ma mio padre dov’è?! Corro verso di lui cercando di calmarlo, è molto agitato e nitrisce allarmato: che diavolo è successo?! Slaccio i legacci di cuoio che tengono il carretto e salto in groppa al cavallo, esortandolo a portarmi da mio padre, perché è ovvio che qualcosa di grave è avvenuto, Philippe non lo  avrebbe mai lasciato da solo!

Il cavallo corre attraverso una foresta tetra e buia, latrati di lupi si sentono in lontananza…come gli è venuto in mente di passare per di qua?! Devo continuamente esortare Philippe ad andare avanti, lui lo fa a malincuore e non posso dargli torto questo posto mette i brividi e sta anche cominciando a tuonare minacciando di piovere da un momento all’altro…devo trovarlo e presto! La corsa si arresta davanti a un grande cancello al di là del quale vedo il cappello di mio padre, smonto da Philippe ed entro nello spiazzo antistante il castello e faccio entrare anche lui per essere sicuro che non venga attaccato dai lupi. Prendo il cappello rigirandolo tra le mani e guardando in alto verso la costruzione imponente che ho davanti, che posto è questo?!

Be’, non ho tempo di pensare troppo devo vedere dove è finito mio padre. Salgo le scale e apro il portone entrando. Mi guardo intorno, ma il posto sembra disabitato….

"Papà?" provo a chiamare, la mia voce torna indietro senza alcuna risposta. Continuo a girare per le stanze di questo castello, salgo numerose scale….dove può essere?! Provo a chiamarlo altre volte e alla fine, sento la sua voce chiamarmi: "Kaede, sono qui:"

Afferro una torcia accesa lungo il corridoio che sale verso una torre e seguo la voce fino ad una porta con delle sbarre da cui spunta un braccio.

"Papà!"

"Kaede, come hai fatto a trovarmi?"

Prendo la mano che mi porge trovandola gelata.

"Devo tirarti fuori di qui!"

"No, ascolta, devi andartene subito via!"

"Chi ti ha rinchiuso qui dentro?!"

"Non c’è tempo per le spiegazioni, devi andartene subito!!"

Non fa in tempo a finire di esortarmi ad andarmene che mi sento afferrare per le spalle e tirare indietro

"Che ci fai qui?!" una voce somigliante a un ringhio mi pone la domanda, mentre la torcia che avevo in mano finisce a terra spegnendosi e tutto torna avvolto dalle tenebre.

"Chi è?" chiedo mentre mio padre mi invita a scappare, ma non lo lascerei mai qui!

"Il padrone del castello, tu che vuoi?"

"Sono venuto per mio padre, devi liberarlo!"

"Non sarebbe mai dovuto venire qui!"

"Ma è un uomo anziano, perché vuoi tenerlo rinchiuso?!"

"Ha osato entrare dove non avrebbe dovuto, ora resterà dov’è!" l’ombra appartenente al padrone di questo posto, fa per andarsene, ma non posso permetterlo!

"Ma perché?! Ci sarà pure un modo per….- penso velocemente e c’è solo una cosa che mi viene in mente, in fondo io sono in buona salute….- prendi me al suo posto!"

Si ferma voltandosi verso di me o almeno credo, la poca luce che c’è qui dentro proviene da una sorta di lucernaio che proietta un cono sul pavimento, ma lui sta bene attento a non finirci dentro.

"Tu?! Tu prenderesti il suo posto?!"

Sento mio padre gridarmi qualcosa come: "Non sai quello che dici, vattene!"

Non lo ascolto, perché la cosa importante è tirarlo fuori di lì!

"Se io resto, lo lascerai andare?"

"Sì, ma….. devi promettere che resterai qui per sempre!"

Resto un attimo in silenzio prima di chiedergli di venire avanti sotto la luce, perché continua ad evitarla? Voglio vedere con chi sto parlando! Lui esita un attimo, poi fa un passo fino dentro il cono di luce e istintivamente faccio un salto indietro addossandomi alla parete: che cos’è?! Sembra un bestia, ma parla come  un umano! Un pelo ispido ricopre il suo corpo possente e muscoloso, ha delle zanne enormi e artigli terribili….

"Non ti permetterò di farlo!" la voce di mio padre è decisa, ma sono io che non permetterò che resti in quella prigione umida, ne morirebbe.

Torno verso il cono di luce deciso ad andare fino in fondo: "Hai la mia parola."

"E sia!" dice lui aprendo la porta della cella di mio padre e afferrarlo per la camicia: mentre mi passa accanto per un attimo riusciamo a parlarci.

"Kaede, io sono vecchio, tu hai tutta la vita davanti a te, non puoi buttarla così!" non riesce a dire altro, perché viene nuovamente afferrato e portato via. Vorrei chiedere di poterlo salutare, ma credo che non otterrei niente; mentre viene trascinato via sento mio padre che invoca la libertà per me, ma l’unica cosa che ottiene è un ‘tuo figlio non ti appartiene più!’

Resto solo per un po’ e ne approfitto per dare un’occhiata alla cella….be’, mi lamentavo di non avere abbastanza spazio vitale al villaggio, ma qui temo che sarà peggio…molto peggio. Non c’è  niente al suo interno, solo della paglia ricopre il pavimento e  una piccola finestra con le sbarre è rivolta  verso l’esterno.

Sobbalzo quando sento nuovamente la voce di chi ha preteso la mia prigionia in cambio della libertà di mio padre.

"Ti mostro la tua stanza."

Eh?! Io pensavo di dover rimanere qui…..non rispondo e non mi muovo subito per la sorpresa e lui si arrabbia.

"Cos’è, vuoi rimanere nella torre?!"

"No."

"Allora seguimi!"

Scendiamo dalla torre e cominciamo a camminare lungo corridoi bui, rischiarati solo dalla luce del candelabro che tiene in mano e che parla! Che posto strano……

 

 

Quando l’ho visto entrare, non credevo ai miei occhi: un ragazzo, uno splendido ragazzo, stava girando per il mio castello! Quanti anni sono passati dall’ultima volta che i miei occhi si sono potuti posare su qualcosa di così bello?! Anche al buio ho scorto i suoi lineamenti puri, la pelle chiara e gli occhi blu…..solo dopo però ho collegato la cosa all’incantesimo, quando si è proposto di prendere lui in cambio  della libertà del padre: se lui resta qui con me forse......Quando sono tornato alla torre, dopo aver ordinato alla carrozza di riportare quell'uomo al villaggio, Yohei mi ha suggerito di dargli una stanza un po’ più calda della cella che occupava prima suo padre; ovviamente ci avevo già pensato io, non potrei mai lasciarlo lì dentro!

Ora stiamo camminando per i corridoi e  per permettergli di vedere dove mette i piedi, visto che io vedo bene anche in questa penombra, ho in mano Yohei che mi sta invitando a considerare che questo ragazzo potrebbe rompere l’incantesimo.

"Già...." mi limito a dire, mentre mi guardo alle spalle per osservarlo seguirmi un po’ spaesato in quello che deve sembrargli un posto assai strano, ed  è anche un po’ triste, lo vedo bene anche se cerca di non darlo a vedere…

"Digli qualcosa di carino, avanti!"

"Ehm, spero che ti troverai bene qui…."

Yohei mi esorta nuovamente a parlare, ma io mi sento a disagio davanti a lui, non so come comportarmi, sono troppi anni che non ho rapporti con comuni essere umani, però mi faccio coraggio e riprendo: " il castello è la tua casa adesso, puoi andare dove vuoi tranne che nell’ala ovest!"

Lui alza la testa, fissandomi: "perché, che c’è nell’ala ovest?"

"E’ PROIBITO!!!!!!" ringhio per fargli capire che non gli conviene disubbidire, lui alza un sopracciglio stringendosi nelle spalle e replicando con un ‘hn’ che mi lascia perplesso. Questo ragazzo non reagisce come tutti gli altri davanti a me, mi innervosisce!

Continuo a camminare fino alla stanza che ho deciso di destinargli e apro la porta facendolo entrare: "Se hai bisogno di qualcosa chiedilo ai domestici."

"Invitalo a cena, avanti, gentilmente!" mi suggerisce Yohei

"Stasera cenerai con me e non si tratta di un invito!"

Sbatto la porta con non molto delicatezza, lo ammetto, ma non avrei tollerato una parola di rifiuto al mio invito….do disposizioni per la cena e mi metto ad aspettarlo davanti al camino della sala, facendo avanti indietro sul tappeto, nervoso.

"Perché non arriva?! Gli ho fatto dire di scendere!"

Guardo i miei amici trasformati in candelabro e teiera, cercando da loro una risposta.

"Sii paziente, non credi che possa essere difficile questa nuova situazione per lui?"

"Ayako ha ragione e poi ricorda, lui potrebbe essere la persona che ci libererà!!"

"Lo so, lo so ci sto pensando dal momento in cui lo visto, che credete? Non sono uno stupido…"

"Perfetto! Allora, lui si innamora di te, tu di lui…..uhm, qui forse siamo già un passo avanti, no? – mi strizza un occhio – e puff, l’incantesimo si scioglie!"

"Non è così facile, Yohei, ci vuole tempo per queste cose." Ayako calma il mio amico già lanciato nell'ottica della nostra prossima liberazione dall'incantesimo.

"Ma la rosa sta cominciando ad appassire, non ci rimane moltissimo tempo!" gli fa notare lui con una punta di paura nella voce....ha ragione, il tempo passa troppo velocemente e la rosa sta perdendo lentamente ed inesorabilmente i suo i petali…..mi lascio andare sul tappeto un po’ sconsolato.

"E’ tutto inutile – ammetto anche a voce alta – lui è così bello, mentre io….GUARDATEMI!!" come posso sperare anche solo che mi guardi senza trasalire alla mia vista?!

"Dovrai  aiutarlo a  vedere quello che hai dentro…." suggerisce Ayako.

"E come?!" io non lo so come sia possibile farlo andare al di là di questo mio aspetto mostruoso.

"Comincia a stare diritto, non stare sempre curvo!"

"Comportati da persona civile!"

"Non ringhiare in continuazione e non avere il tuo solito comportamento megalomane!"

"Fagli dei complimenti!"

"Ma sii sincero e soprattutto…."

"CONTROLLA IL TUO CARATTERACCIO!"

Caspita, mi hanno fatto il coro!!!! Mi volto di scatto sentendo la maniglia che viene abbassata: è lui! No, è Akagi…grrrr!!!!

"DOVE E’ LUI?!"

"Ecco….lui doveva…..aveva da fare….insomma…..ha deciso di non venire…"

"CHE COSA??????!!!!!!!!"

Ma chi cavolo si pensa di essere?! Ora mi sente….

"Non essere precipitoso!!" mi gridano i miei amici, cercando inutilmente di calmarmi.

"GROAAAARRRRRRRRRR!" esco come una furia dalla sala, salendo i gradini due a due. Arrivo davanti alla porta e ci batto i pugni con violenza contro.

"Mi sembrava di averti detto di venire a cena!"

"Non ho fame!"

"Esci subito di lì, altrimenti…..altrimenti butto giù la porta!!!"

"Ehm…"

"Che c’è, Yohei?!"

"Non credo che questo sia il sistema migliore per cercare di fare amicizia con lui….ti ricordi cosa devi fare, no? Deve innamorarsi di te, ma così….."

"Ma queeeeelllllllooooo fa il difficile!" gli ho detto di scendere a mangiare, cos’è che non ha capito?!

"Con gentilezza." dice Ayako……la fa facile lei!!!

E va bene…..con gentilezza…..

"Scenderesti per la cena?"

"No!"

Indico la porta come a dire ‘lo vedete? È colpa sua!’

" Sii garbato, cortese…" interviene Akagi

Uhhhh, questa storia si preannuncia stressante…

"Mi faresti un grande piacere se tu venissi a cena con me." va bene così, no?!

"Chiedi per favore" continuano i miei amici.

Uffa!!!!!!!!!

"Per favore" aggiungo a mezza bocca.

"No!"

Adesso basta, non starò qui a farmi trattare così!!!!!

"NON PUOI RIMANERE LI’ PER SEMPRE!!!!!!"

"Sì che posso!"

"BENE, FAI COME TI PARE……SE NON VUOI MANGIARE CON ME, NON MANGERAI AFFATTO!!!!" me ne vado arrabbiatissimo: mi fa male che lui non voglia neanche fare qualcosa di così normale  come mangiare con me! Glie l’ho chiesto con gentilezza e lui rifiuta! Ma che cavolo vuole da me?! Che glie lo chieda in ginocchio?! No, credo che non servirebbe neanche questo, ha proprio il rifiuto di avere a che fare con me….afferro lo specchio vicino alla teca di cristallo che copre la rosa custode dell’incantesimo.

"Fammi vedere il ragazzo!" gli ordino: la superficie si increspa, poi mi mostra lui ( Kaede l’ha chiamato il padre….che nome dolce e melodioso….) seduto sul bordo della finestra, vicino a lui quello che un tempo era il mio segretario, Kogure, che dopo l’incantesimo ha assunto le sembianze di un armadio. Stanno parlando di me.

"Non è così terribile come sembra, ha un carattere un po’ così, ma se lo conoscessi meglio….perchè non gli concedi una possibilità?"

"Hn….non voglio avere a che fare con lui….."

Poso nuovamente lo specchio, mi basta quello che ho sentito….è inutile….è inutile illudersi, questo ragazzo non vedrà mai niente in me se non un mostro….è inutile….

Un altro petalo si stacca dalla rosa posandosi lievemente sulla superficie del tavolo…….

 

 

 

Qualcuno mi aiuti! Ho bisogno del vostro aiuto!!!"

L’anziano inventore si precipitò nella locanda del villaggio dove sapeva che si riunivano tutti gli uomini di lì a quell’ora; doveva trovare qualcuno che tornasse indietro con lui in quello strano castello dove era capitato, per liberare suo figlio.

"Lo tiene prigioniero e noi dobbiamo liberarlo!!!"

La reazione fu uno scambio di occhiate che andavano dal compatimento al divertito, tutti avevano sempre pensato che fosse un tipo strano, come il figlio del resto, e credevano che quello che stava dicendo fosse solo una sua visione.

"Chi tiene chi prigioniero?"

"La bestia, un’orrida bestia ha rinchiuso Kaede nella torre del castello, dobbiamo andare a salvarlo!"

"Una bestia?!"

"Sì!"

"E come sarebbe questa bestia?"

"E’ mostruosa e…"

"Ha un muso lungo."

"Sì!"

"E una bocca piena di zanne."

"Esattamente! Ed è enorme, con degli artigli spaventosi e…"

"Certo, vecchio, è terribile e noi ti aiuteremo."

L’uomo contento e sollevato nell’aver trovato l’aiuto che cercava, cominciò a ringraziare, ma per tutta risposta, chi gli aveva offerto sostegno, lo afferrò gettandolo per la strada in mezzo alle raffiche di neve che turbinavano nell’aria e una sonora risata accompagnò il tutto. Lo avevano preso in giro, nessuno gli credeva…

"Non c’è nessuno che mi voglia aiutare?!" urlò nel vento, frustrato e deluso.

Intanto nella locanda qualcuno aveva seguito il tutto con molto interesse, soprattutto la sua mente aveva recepito qualcosa che gli sembrava potesse tornargli utile, un tizio aveva detto che il vecchio era divertente perché raccontava sempre un sacco di storie strampalate e un altro gli aveva risposto che aveva sempre sospettato che fosse un po’ pazzo. Fu quel ‘pazzo’ a fargli venire in mente che la situazione poteva tornargli favorevole. Lui voleva il figlio del vecchio e sapeva che Kaede era molto legato a suo padre, al punto forse di fare qualsiasi cosa per lui…..sì, la cosa era decisamente interessante…….

 

 

Non so che ore siano né da quanto tempo sia qui a guardare fuori dalla finestra: sta nevicando e spero tanto che mio padre sia riuscito a tornare sano e salvo a casa. Con  un sospiro abbandono la finestra e mi decido ad uscire dalla camera che  mi è stata assegnata, apro la porta sperando che non cigoli e mi affaccio nel corridoio: vuoto e silenzioso. Raggiungo le scale e comincio a scenderle, apro qualche porta a caso curiosando, finchè non mi ritrovo in quella che sembra la cucina: il forno si sta lamentando che tutto il suo lavoro, la cena, è stato sprecato perché nessuno ha mangiato e una teiera gli risponde che è stata una giornata faticosa per tutti! Certo che questo posto è veramente particolare: le cose parlano, il padrone è una bestia….mah!

"Sono contento che tu abbia cambiato idea!"

Hn?! Mi giro alle mie spalle e il candelabro che ho già visto, mi sorride contento. È un attimo e arrivano anche la teiera e l’orologio da tavola.

"Possiamo esserti utili? Il mio nome è Ayako." Dice la teiera.

"Il mio Yohei." Si presenta il candelabro.

"E il mio è Takenori Akagi." Dice l’orologio con un lieve inchino.

"Avrei un po’ fame." Ammetto di controvoglia, ma il mio stomaco continua a borbottare e non posso ignorarlo se voglio provare a dormire.

"Benissimo – esulta quasi Ayako la teiera – avete sentito? Ha fame, al lavoro…."

È tutto un muoversi di stoviglie, la tavola viene preparata in gran fretta.

"Non ricordate cosa ha detto il padrone?" fa notare l’orologio.

"Non ho certo intenzione di farlo morire di fame!" è la ferma replica dell’altra.

"Comunque non mangio molto…." Mi affretto a dire, perché da quello che vedo portare in tavola, sembra che i commensali siano una decina!!! Sbocconcello come al mio solito e comincio a guardarmi intorno mentre ascolto le chiacchiere di Yohei.

"Vedi, per noi è bello che tu sia qui, è così tanto tempo che non abbiamo ospiti, che non ci sono feste…una volta avveniva molto spesso e ne sentiamo un po’ nostalgia, soprattutto della vita che avevamo allora…..ora non facciamo altro che andare a zonzo nel castello senza avere niente da fare….."

"Ehm….non è ora di ritirarsi?"

"Akagi, sei veramente noioso!!! Cos’è tutta questa fretta?! Non ti ricordi la buona educazione? Gli ospiti vanno assecondati:cosa vorresti fare?"

"Bè…vorrei fare un giro nel castello."

"No!"

"Perché no?" chiede spazientito Yohei all’altro.

"Perché non può andare a curiosare in giro."

Perché no, mi chiedo anche io? Che cosa si nasconde in questo castello oltre al suo bizzarro proprietario? Tra l’alto…dove sarà finito? Mentre i due discutono animatamente, io ne approfitto per alzarmi da tavola e uscire dalla cucina, cominciando a camminare per i corridoi: una fila di armature si gira a guardarmi mentre gli passo davanti e piccoli passi dietro di me, mi fanno capire che Yohei e Akagi si sono accorti che non ero più lì con loro.

"Aspettaci, se vuoi ti facciamo da guida!"

Già…immaginavo…un modo per impedirmi di andare dove voglio…..continuo a camminare facendo finta di essere solo, ma quando sto per salire una scala, entrambi mi si parano davanti, impedendomi di continuare.

"Qui non c’è niente di interessante, solo polvere e sporcizia! Meglio andare da un'altra parte."

"Cosa c’è lì su?"

"Niente!" dicono in coro.

"Non c’è  nulla di interessante nell’ala ovest." Si lascia scappare Akagi prendendosi una gomitata da Yohei.

"Così è questa l’ala ovest…-  mormoro- chissà cosa si nasconde qui…"

"Perché non andiamo nei giardini? O nella sala degli arazzi, ce ne sono di bellissimi…"

"O la biblioteca, abbiamo una bellissima biblioteca stracolma di libri…."

Vediamo se riesco a liberarmi di questi due…

"Veramente? Ed è grande?" mi fingo interessato.

"Certamente! – annuisce vigorosamente – vieni, ti ci accompagniamo."

Comincio a seguirli, ma li faccio andare avanti  quel tanto che mi basta per voltarmi e ricominciare a salire verso questa misteriosa ala ovest: effettivamente questo posto è molto polveroso ed è pieno di mobili andati in rovina, in certi casi sembrano essere stati scagliati con violenza contro il muro……gli specchi sono tutti velati o infranti e le tende sono strappate in più punti….arrivo davanti a una porta con una testa di leone bronzeo scolpita come maniglia. Sono un po’ incerto se entrare o meno, ma la curiosità è troppo forte, se devo rimanere qui che almeno possa andare dove voglia! Entro in una stanza dove c’è ancora più caos….ho difficoltà a trovare pavimento libero per posare i piedi, urto un tavolino che fa per cadere, ma che riesco ad afferrare in tempo…..quello che un tempo era un letto, ma che ora assomiglia più a una cuccia, mi si staglia davanti, ma la mia attenzione è calamitata da qualcosa d’altro….alla parete una cornice intagliata nel legno con un motivo di grandi foglie, contiene un dipinto, un ritratto precisamente: sembra essere stato strappato da dei potenti artigli, si riesce a vedere solo la parte superiore del viso, la fronte e gli occhi….quegli occhi….dove li ho già visti? Occhi scuri, profondi….faccio per sollevare il lembo cadente per ricomporre il viso mentre continuo a chiedermi perché mi sembrano così familiari, quando la mia attenzione si sposta su un alone di luce che vedo provenire da un tavolo vicino alla porta finestra che dà su un terrazzo circolare, che cos’è? Mi avvicino per guardare meglio: una teca di cristallo custodisce una rosa sospesa a mezz’aria che è  quasi appassita, numerosi petali giacciono sul tavolo. Allungo una mano, sollevo il coperchio per toccarla, scoprire se ha una consistenza oppure no, quando un’ombra mi fa alzare gli occhi e ritrovarmi davanti al padrone del castello…oh oh…..

Con un balzo si mette tra me e la rosa, afferra la teca e la copre nuovamente, per poi voltarsi furioso verso di me.

"CHE COSA STAI FACENDO?! TI AVEVO DETTO DI NON VENIRE QUI!!!"

Ma perché urla?! Non sono mica sordo….

"Non stavo facendo niente di male, volevo solo guardare e…."

"TI AVEVO DETTO DI STARE ALLA LARGA DALL’ALA OVEST!!!"

"Ma…."

TU NON SAI COSA POTEVA SUCCEDERE, NON PUOI CAPIRLO!!!!!"

Comincia a distruggere i  mobili intorno a sé, facendomi arretrare verso la porta.

"VATTENE VIA, VA’ FUORI DI QUI!!!"

Esito un attimo, non voglio dargliela vinta….

"FUORIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!"

"Benissimo, ma ricordati che se stato tu a chiedermelo!!!"

Esco sbattendo la porta e correndo lungo le scale: mi ha chiesto di andarmene, bene, è quello che ho intenzione di fare!!!!! Quasi inciampo in Yohei e Akagi, ma non mi fermo, afferro il mantello che avevo lasciato su una sedia e mi dirigo velocemente alla porta di entrata.

"Ehi, aspetta, cosa è successo, dove vai?!"

Lo so cosa avevo promesso, ma…

"Non resterò un minuto di più in questo posto!!!"

"Aspetta, ti prego, aspetta!"

Oh no, non ne ho nessuna intenzione!! Recupero Philippe e mi lancio al galoppo nel bosco sotto la neve che cade copiosa, rendendo sdrucciolevole il terreno sotto gli zoccoli del cavallo. Arrivati su uno spiazzo Philippe si blocca e mi domando perché, ma mi basta un’occhiata intorno a noi per avere la risposta: da dietro gli alberi spuntano dei lupi, un intero branco! Tiro le redini, faccio dietro front e cerco di seminarli quando si lanciano all’inseguimento. Corro tra gli alberi per non dargli modo di acquistare maggiore velocità, attraverso un torrente, la lastra gelata che lo ricopre cede sotto il nostro peso, ma fortunatamente Philippe riesce a portami fuori, ma non a liberarmi dei lupi, ne arrivano anche altri che ci si parano davanti. Non riesco ad impedire al cavallo di alzarsi sulle zampe posteriori e a me di rotolare in mezzo alla neve: le briglie si sono attorcigliate ad un ramo e Philippe scalcia per tenere lontani i lupi che cercano di azzannarlo, io afferro un bastone per difendermi, ma non mi serve a molto contro queste bestie assatanate. Uno di loro riesce a strapparmelo di mano, mentre un altro azzanna il mio mantello.  Cado a terra, consapevole che questa sarà la fine, quando un ringhio potente risuona nel bosco: la bestia, il proprietario del castello è qui, si frappone tra me e loro e quando questi si slanciano contro di noi, balza in avanti cominciando a combattere contro i lupi! Ne afferra uno ringhiandogli sul muso quasi a voler stabilire una supremazia, ma non serve, perché gli altri gli si avventano contro, lui è forte e li affronta con coraggio, ma riceve numerosi morsi.

È uno scontro duro e cruento, molti lupi cadono morti  o feriti e alla fine, si danno alla fuga quando si rendono conto di non poterla avere vinta con un avversario così forte.

Solo adesso la bestia sembra rendersi conto delle ferite che gli sono state inferte e si accascia tra la neve. Il mio primo istinto è saltare in groppa a Philippe e andarmene prima che i lupi tornino, ma mi blocco con un piede nella staffa:non posso andarmene. Non posso lasciarlo qui indifeso e ferito dopo che ha lottato per salvare la mia vita, non sarebbe giusto. Mi avvicino a lui per assicurarmi che respiri ancora e per rendermi conto che è ferito in più punti, ma non sono stati morsi letali. Con fatica riesco ad issarlo su Philippe e prendendolo per le briglie, torno indietro verso il castello da cui sono appena fuggito.

Quando riprende conoscenza si sistema sulla sua poltrona davanti al camino e comincia a leccarsi una ferita su un braccio e mi tocca intervenire, questo idiota non capisce che così la farà infettare?! Chiedo ad Ayako un catino di acqua calda e un panno, per poi cercare di convincere questo testone a stare fermo un attimo e lasciarmi fare. Lui risponde con ringhi bassi e rancorosi.

"Se non stai fermo, non riesco a finire!"

"MA FA MALE!!!"

"E certo, se non mi lasci fare! Se stessi fermo…"

"Se tu non te ne fossi andato, questo non sarebbe successo!" mi dice indicandomi la ferita sulla zampa.

"Se tu prima non mi avessi aggredito non lo avrei fatto!"

Noto solo ora che mentre noi ci scambiamo reciproche accuse, Ayako, Akagi e Yohei sono arretrati fino a dietro il divano: credo di capire che qui non c’è l’abitudine a contraddirlo….be’, è ora di cambiare!

"Tu non dovevi andare nell’ala ovest, te lo avevo detto!"

"Impara a controllarti, piuttosto e…comunque…..volevo dirti….grazie per avermi aiutato con i lupi." Ok, lo so che in realtà mi ha proprio salvato, ma non mi va di ammetterlo, ho un orgoglio piuttosto accentuato. Noto che il mio ringraziamento lo ha colpito, forse non se lo aspettava e ora mi guarda in un modo strano, che mi fa involontariamente distogliere lo sguardo.

"Dovere." Gli sento poi mormorare con un tono di voce che non ha niente in comune con i ringhi con cui si è espresso fino ad ora.

 

 

La locanda era pressoché deserta a quell’ora, l’ideale per parlare di ‘affari’ considerò Sawakita avvicinandosi al tavolo nell’angolo dove un Sendoh sorridente lo stava aspettando. Ordinarono due boccali di birra, poi il cacciatore dalla foggia dei capelli a mo’ di porcospino tirò fuori un sacchetto contenente delle monete d’oro, molte monete d’oro…almeno il viaggio che aveva affrontato con il buio si profilava proficuo.

"Dimmi tutto, Akira, di cosa hai bisogno?"

"Hai presente Kaede?"

"Il figlio dell’inventore? Sì." Quel ragazzo non era certo tipo da passare inosservato, era molto bello anche se aveva spesso un’aria assorta, quasi assente.

"Deve essere mio, ma vedi…ha bisogno di un aiutino per accettare la cosa, così ho pensato che….insomma, il padre è matto da legare, lo sanno tutti! Stasera è venuto qui a blaterare di una fantomatica bestia e di un castello, assurdo, non trovi?! Ecco, Kaede è molto attaccato a suo padre, farebbe qualunque cosa pur di salvarlo…e qui entri in gioco tu!"

"Perché?" indagò il figlio del direttore del manicomio.

"Rinchiudilo!"

"Ma è innocuo!"

"Ahhh, lo so anche io! Ma cosa pensi che farebbe Kaede se gli dicessi che sono tuo amico e che potrei farti cambiare idea in proposito se lui si dimostrasse…come dire…maggiormente accondiscendente con me?"

Un ghigno divertito si dipinse sul volto dell’altro: "Direi che accetterebbe, ma….è un piano spregevole, Akira…… mi piace!!!! Affare fatto!"

I due si strinsero la mano e di comune accordo decisero che non c’era nessun motivo per cui non avrebbero dovuto agire subito, così salirono sul carro su cui Sawakita prelevava i ‘pazienti’, ma quando arrivarono alla casa dei Rukawa, la trovarono vuota. Non potevano sapere che solo pochi minuti prima il padre di Kaede ne era uscito deciso ad andare a salvare il figlio da solo visto che nessuno era disposto ad aiutarlo. Lasciarono un uomo di guardia, convinti che padre e figlio prima o poi sarebbero tornati ……

  

 

Mi piace molto guardare Kaede e non soltanto per ammirarne la bellezza, anche se è uno splendido ragazzo, no, mi piace vedere la mutevolezza dei suoi occhi che paiono sempre distanti e imperscrutabili, ma che diventano scintillanti dopo una galoppata o quando gioca con il gatto che gironzola per il castello….ora sono qui ad osservarlo mentre si prende cura di Philippe ( che nome strano per un cavallo!! ) dopo la sua passeggiata quotidiana nel parco. Vicino a me c’è Yohei che al mio ennesimo sospiro, mi fissa: " Che cosa hai?! Mi sembra di essere vicino a un mantice!"

"E’ che…..- istintivamente mi tocco il braccio ferito che Kaede mi ha fasciato e curato – non mi sono mai sentito così prima d’ora….."

Vedo il mio amico fare un gran sorriso.

"Be’, è una bella cosa, no? Non è una sensazione piacevole?"

"Sì, ma…."

"Ma….."

"Vorrei fare qualcosa per lui, ma cosa?!"

Ci conosciamo ancora poco e non voglio sbagliare, non con lui…..è un ragazzo fuori dal comune, questo è certo, nessuno avrebbe accettato così facilmente, per affetto verso un’altra persona poi, di restare a vivere qui….con me. Lui ha fatto molto per me, da quando  è qui la mia vita è cambiata, riesco quasi a dimenticarmi, anche se per pochi minuti, la mia condizione. Quando lo guardo, provo qualcosa di meraviglioso dentro e vorrei ricambiare in qualche modo…

"Oh bè, ci sono le solite cose: regali, promesse che poi non manterrai…"

E’ arrivato anche Akagi.

"No, questo non va bene, non per lui – Yohei indica con un gesto Kaede che per un attimo guarda verso di noi e il cuore mi batte un po’ più forte  - ci vuole qualcosa di speciale…trovato!!! Ti ricordi quando ci ha seminati andando poi nell’ala ovest?"

Un silenzio imbarazzante segue le sue parole: sono stato veramente una bestia quella sera! Non c’era motivo di aggredirlo in quel modo, ora lo so, ma in quel momento….il terrore che inavvertitamente avrebbe potuto distruggere la rosa condannandomi per sempre a questa mia condizione, mi ha fatto perdere la testa....ora almeno  ho ancora una speranza.

"Ehm, insomma, volevo dire….che al di là del fatto che era uno stratagemma, ho colto del vero interesse quando gli ho parlato della biblioteca, magari puoi portarlo lì….."

Sì, credo che possa essere una buona idea, in fondo da qualche parte dovrò pur cominciare, no?!

Lo faccio chiamare da Ayako e lui arriva pochi minuti dopo stropicciandosi un occhio: sicuramente stava facendo un sonnellino, l’ho sorpreso spesso appisolato in qualche posto e io sono rimasto a guardarlo, ammirando ogni singolo dettaglio della sua figura. Lo invito a seguirmi per il lungo corridoio fin davanti alla porta della biblioteca che ho fatto ripulire e sistemare per lui….

"Puoi chiudere gli occhi?"

Mi guarda perplesso, alzando un sopracciglio.

"E’ una sorpresa….."

"Hn" non è convinto, però lo fa. Io apro la porta lo conduco all’interno, dopo aver passato una mano davanti al suo viso per assicurarmi che non veda niente davvero, e lo faccio sistemare proprio al centro della stanza.

"Posso aprirli?"

"Aspetta, aspetta ancora un attimo! - apro le tende facendo entrare nuovamente la luce dopo tanto tempo – ecco, ora puoi guardare."

Le lunghe ciglia si sollevano e i suoi occhi scintillano di meraviglia di fronte alle centinaia di libri sistemati sugli scaffali che ricoprono le pareti.

"Ti piace?" indago, troppo curioso per aspettare che si decida a dirmi qualcosa, cosa che non fa, tra l’altro, perché si limita a un cenno del capo e a un timido sorriso che mi rende molto contento; sono riuscito a vedere un briciolo di contentezza in lui da quando è qui e decido che questo deve avvenire molto più spesso……..

Iniziano così giorni  di reciproca compagnia in cui ci conosciamo un po’ meglio, giorni spensierati dopo tanti anni; certo, ci sono momenti un po’ imbarazzanti, per me ovviamente, come ieri, quando abbiamo pranzato insieme nella sala da pranzo e io non sapevo come regolarmi con tutte le forchette e bicchieri che, sono sicuro, ha fatto mettere quel testone di Akagi che pensa sempre all’etichetta e mai alla comodità. È andata a finire che davanti al mio disastro ( avevo la minestra dovunque tranne che in bocca! ), dopo un’iniziale sconvolgimento, Kaede abbia deciso di assecondare le mie difficoltà, bevendo il brodo direttamente dalla scodella, dando così la possibilità a me di cavarmi di impiccio. Mi sono ripromesso di ripassare il comportamento a tavola, non voglio che pensi a me solo come a una bestia, perché non sono solo questo!!! Ora capisco quello che cercava di dirmi Ayako....

Oggi siamo in giardino a goderci lo spettacolo della natura ricoperta dalla neve e mentre stiamo passeggiando, ci viene incontro il gatto con cui Kaede gioca spesso; vedo che da una tasca estrae delle briciole di biscotti che offre al felino che, dopo un’occhiata titubante a me, si avvicina a mangiare direttamente dalle sue mani. Vorrei tanto farlo anche io, ma come  mi avvicino, la bestiola si allontana spaventata. Prendo il biscotto che Kaede mi porge, lo sbriciolo e lo offro al micio che però non si muove dalla sua posizione lontana da me. Ci resto un po’ male e con sorpresa Kaede mi dice come fare per conquistare la fiducia della bestiolina diffidente: mi fa abbassare fino alla sua altezza, mi mette i biscotti tra le mani e mi dice di pazientare e ha ragione!! Dopo un po’ il gatto si avvicina, mi annusa e alla fine mangia con piccole lappate.

Sono felicissimo, alzo gli occhi e incontro quelli di Kaede….potrei sbagliarmi, magari mi sto solo illudendo, ma….non  mi aveva mai guardato così…vedo qualcosa di completamente nuovo in quelle pupille blu notte e voglio credere che sia perché anche lui sente quello che ho io nel cuore quando sono vicino a lui.

Perso nei miei pensieri, non mi accorgo che Kaede ha preso delle neve e la sta appallottolando, fin quando non vengo colpito: cominciamo a rincorrerci tirandoci la neve addosso ed è bellissimo fare anche queste piccole cose con lui…….

Alla fine ci lasciamo cadere stanchi su una panchina di marmo, cercando di riprendere fiato.

"Tu ce lo  hai un nome?"

Eh?! Questa domanda non me l’aspettavo, ma ne sono veramente felice, perchè erano giorni che mi strizzavo il cervello per trovare un modo per dirglielo, vorrei sentirne il suono dalla sua voce bellissima.

"Sì, certo…Hanamichi, ma se vuoi Hana va bene lo stesso."

"Hn" annuisce, ma non lo ripete; sono un po’ deluso, ma non mi lascio abbattere, so che prima o poi lo userà.

Su suggerimento di Yohei, organizzo una serata speciale per Kaede, una cena ufficiale per così dire, con bei vestiti e cibi raffinati, qualcosa di adatto a lui insomma….

Sono immerso nella tinozza di legno, vengo lavato e strigliato mentre il mio amico ed io parliamo.

"Stasera è il momento giusto, Hana, devi parlargli!"

"Dici?" io non lo so,  non sono convinto che sia il caso.

"Ma certo! Hai organizzato una serata romantica, buona musica, cena a  lume di candela…..a questo ci penso io ovviamente!.....devi semplicemente parlargli di quello che hai nel cuore…sii audace, temerario….puoi farcela, sono sicuro!"

Dopo vari tentativi in fatto di abiti e acconciature ( mi avevano fatto i boccoli sulla testa con tanto di fiocchetto, sembravo un pechinese…il cane!!! ) esco dalla mia stanza e sulle scale incontro Kaede vestito nei toni del blu: un incanto! Sono emozionato come mai in vita mia, ma la cena procede meravigliosamente, siamo rilassati ( almeno apparentemente, mi sono accorto che anche lui ha un atteggiamento meno distaccato del solito ) e dopo aver gustato il dolce, siamo venuti sul terrazzo circolare che dà sui giardini alla luce tenue della luna. Sono momenti un po’ imbarazzanti in verità, so che dovrei parlare, ho organizzato la cena proprio per questo, devo parlargli dei miei sentimenti per lui….avanti, Hana ce la puoi fare…

"Pensi di essere felice qui con me?"

Ho il cuore che batte forte mentre aspetto la sua risposta.

"Sì"

Sì, ha detto sì!!!!! Però…cos’è quell’ombra di tristezza nei suoi occhi? Non stava mentendo, non ci sarebbe motivo, allora?

"Sì, ma…." dico per indurlo a dirmi cosa c'è che non va.

Kaede si mordicchia un labbro, poi parla: " Vorrei sapere come sta mio padre, se va tutto bene."

Ora capisco: cosa possa fare? Come.…LO SPECCHIO!!!

"C’è  un modo!- esclamo saltando in piedi – vieni con me!" lo porto nella mia camera e gli porgo l’oggetto in questione.

"Cosa dovrei farci?"

"E’ uno specchio magico, può farti vedere tutto quello che vuoi."

Kaede lo prende e chiede di vedere suo padre, ma quello che gli appare non deve essere rassicurante, lo vedo scurirsi in volto e un velo di preoccupazione gli oscura gli occhi.

"Che succede?"

"E’ in pericolo, sta cercando di tornare qui, ne sono sicuro…..chissà dove si è perso….dovrei essere con lui, ha bisogno di me ed io….." non finisce la frase, ma so benissimo che vuol dire: la verità è che lui è qui perché mi ha fatto una promessa, non certo per scelta….guardo la rosa nella sua teca, mancano così pochi petali ormai…….Kaede stringe forte il manico dello specchio, non cerca neanche di nascondere la tristezza e la preoccupazione. Non posso fargli questo anche se significa perdere l’ultima occasione per tornare umano e perdere lui…..

"Vai da lui!"

"Cosa hai detto?"

"Che puoi andare, non sei più vincolato alla promessa…"

"Sono libero?" chiede per avere la conferma di aver capito bene.

Annuisco con il capo stancamente e tristemente.

Kaede fa per posare lo specchio sul tavolo, ma io lo trattengo dal farlo:

"No, tienilo con te….avrai sempre un modo per guardare indietro e ricordarti di me." concludo azzardando quello che ho tanto sognato in questi giorni, una carezza tra i suoi capelli morbidi e sorprendentemente ricevo in cambio il tocco di una sua mano sulla spalla, come se volesse ringraziarmi per aver capito. Lo seguo con lo sguardo mentre varca la soglia, per poi volgerlo al cielo stellato.

"Bene, vedo che procede tutto alla meraviglia! Ero sicuro che ne fossi capace e …."

E’ di Akagi la voce che si congratula con me….mi dispiace dargli questa notizia, so che la mia decisione non riguarda solo la mia vita….

"L’ho lasciato andare…"mormoro.

"Ah, perfetto lo hai….che cosa hai fatto?!"

"Gli ho detto che può tornare a casa, da suo padre." Gli spiego.

"Come hai potuto?!"

"Ho dovuto farlo…"

"Ma perché?!"

"Perché lo amo, ecco perché…." E questo avvera solo una parte di quello che mi libererebbe dall’incantesimo: ho imparato ad amare, ma non sono riuscito a suscitarlo…..non mi resta che vedere uscire per sempre Kaede dal mio castello in sella al suo cavallo…..

 

 

Il pensiero principale non appena varco il cancello è di ritrovare mio padre nel minor tempo possibile e  in questo sono aiutato dalla fortuna, perché non ci impiego molto a trovarlo febbricitante sotto un albero del fitto bosco che circonda il castello. Lo isso in sella con me e sprono Philippe verso la nostra casa al villaggio, dove lo faccio sdraiare sul letto, sotto le coperte. Solo dopo aver svolto tutte queste cose, lascio che i miei pensieri prendano una direzione diversa da quella che riguarda la preoccupazione per mio padre e la mia ritrovata libertà; ecco questa è una delle deviazioni che la mia mente sta seguendo: la verità è che non mi sentivo così prigioniero, non più almeno….ammetto che i primi tempi è stata dura, sapere che non avrei mai potuto lasciare quel luogo mi angosciava un po’, ma poi…..

Un mormorio mi fa abbandonare le mie considerazioni, mio padre si sta svegliando.

"Kaede, sei veramente tu?" ha una voce stentata, ma sono sicuro che alcuni giorni di riposo lo faranno tornare in piena salute.

"Sì, papà, sono tornato."

"Ma come è possibile?! Come sei riuscito a fuggire da quel luogo orribile?!"

"Hanamichi, il proprietario del castello, mi ha lasciato andare."

"Quella bestia spaventosa?!"

"Ora è decisamente diverso da come lo hai visto tu, è cambiato e…." un rumore proveniente dalla sacca che ho portato via con me ci fa voltare entrambi, rivelando la presenza di un clandestino: la tazza Miyagi.

"Tu che ci fai qui?" gli chiedo subito, mentre mio padre si dimostra contento di rivederlo.

"Volevo sapere se avessi intenzione di tornare al castello, da Hanamichi…"

"Io non…." Non riesco a finire di rispondergli che non ho ancora preso in considerazione la cosa, perché qualcuno bussa alla porta: mi trovo davanti un ragazzo che ho già intravisto al villaggio, ma non capisco cosa voglia da noi.

"Buonasera, sono venuto a prendere tuo padre."

"Mio padre?! Che vuol dire?!"

"Avanti, non preoccuparti, con noi starà benissimo!" E nel parlare si sposta quel tanto per permettermi di vedere che molti abitanti del villaggio sono fermi vicino a un carro che reca sul fianco una scritta con il nome del manicomio!

"Mio padre non è pazzo, lasciateci in pace!"

"Ah, non è pazzo?! Ma se lo abbiamo sentito tutti che andava in giro a parlare di  una fantomatica bestia enorme e di un castello fatato nella foresta!!!" sento dire da qualcuno.

"Sì, ha ragione!!!"

"Io l’ho vista!! È enorme, altissima e ha delle zanne e…." cerco di far tacere mio padre, ma non ci riesco, si è lanciato nella descrizione di Hanamichi nei minimi particolari e l’unica cosa che ottiene sono le risate di scherno di tutti i presenti!

"Solo un pazzo può inventarsi una cosa simile,  no? Portatelo via!"

Due uomini si avvicinano afferrandolo, cerco di impedirlo, ma trovano man forte in altre persone che mi bloccano e io non posso che guardare mentre lo trascinano verso il carro; con la coda dell’occhio mi accorgo che c’è anche Akira Sendoh tra i presenti e cerco di attirare la sua attenzione: "Akira, diglielo tu, lo sai che mio padre non è pericoloso!"

Lui si avvicina con un gran sorriso.

"Oh be’, io potrei farlo, se…."

"Se?" chiedo perché si sbrighi a parlare.

"Se tu accettassi di venire a vivere con me, come il mio compagno!"

"Questo mai!" urlo oltraggiato: questo è un ricatto!

"Allora, puoi dire addio a tuo padre!"

Mi divincolo dalle braccia che mi tengono e mi precipito in casa afferrando lo specchio: ora gli dimostrerò che mio padre dice la verità! Torno all’esterno e chiedo allo specchio di farmi vedere Hanamichi, rivolgendolo poi verso le persone che non vogliono credere alla sua esistenza.

"Questa è la prova che mio padre non è pazzo!" dico quando ho finalmente la loro attenzione: mio padre viene lasciato stare, è tutto un gran parlare di quello che ho appena mostrato loro e la vicenda sta prendendo una piega altrettanto terribile del voler rinchiudere mio padre!

"E’ pericoloso!" si comincia a mormorare e la paura serpeggia rapida tra chi era pronto a rinchiudere un uomo solo perché diverso da loro.

"No, non farebbe del male a nessuno – mi affretto a dire, ho come la sensazione di sapere come andrà a finire – sembra cattivo, ma in realtà….è buono e generoso e…" mi sento afferrare per le spalle e girare.

"Che stai dicendo, Kaede? A sentirti parlare si direbbe quasi che tu provi qualcosa per quell’orrido mostro!"

"Non è un mostro!" puntualizzo liberandomi dalla stretta di Sendoh.

"Ah no?! allora tu sei pazzo come tuo padre! Gente, il villaggio non è più al sicuro con quel mostro! Potrebbe venire a sbranarci nel sonno, a rapire i vostri figli, dobbiamo fare qualcosa per difenderci! Io dico che dobbiamo ucciderlo!"

"Sìììììììììììì!" è il grido della folla.

"Non potete farlo!" cerco di farli ragionare, anche se so che è una speranza vana. Quando si è accecati dalla paura e dall’avversione contro chi è diverso, non si ascolta la voce della ragione!

"Bè, Kaede, se non sei con noi, sei contro di noi! Prendete il vecchio!"

Aprono la porta che dal sul seminterrato e ci rinchiudono per impedirci di andare ad avvisare Hanamichi, accidenti!

"Andiamo a liberare il villaggio dalla bestia, chi viene con me?"

"NOI!!"

Con un grande clamore, armati di forconi e utensili vari, gli abitanti del villaggio si uniscono a Sendoh in un corteo rischiarato dalle torce: che ho fatto?!

"Kaede? Cosa è successo in quel castello? Perché lo stai difendendo?"

"Non è quello che sembra…" mi limito a dire, so che mio padre può capire cosa vuole dire essere etichettati al primo sguardo, è capitato a noi ogni volta che cambiavamo posto in cui abitare, seguiti sempre da occhi sospettosi, solo perché non viviamo come gli altri…..

All’inizio  ho fatto anche io lo stesso con Hanamichi, ma poi…qualcosa in lui si è trasformato, era scontroso, irritabile, ma ora….ora riesco a vedere tante altre cose in lui.

"Devo riuscire ad avvertirlo!" già, ma come?! Un ticchettio alla finestra mi fa girare: è Miyagi!

"Ci penso io a farvi uscire, state indietro!"

Facciamo come dice e, dopo pochi minuti, sentiamo il rumore della macchina spaccalegna messa in funzione e capisco che Miyagi la sta puntando contro la porta. Con un gran fragore di legno e assi spezzati, la macchina entra andando a schiantarsi contro la parete: siamo liberi!

Esco fuori, prendo Philippe e mi lancio all’inseguimento del corteo, sperando di fare in tempo: arrivo velocemente conoscendo ormai la strada, intravedo già il castello, ma….cosa succede?! Gli abitanti del villaggio corrono verso di me, mi superano e spariscono nella foresta, alcuni di loro sono proprio malmessi, ma cosa…alzo gli occhi verso la scalinata dove tutto il mobilio del castello è schierato capeggiato da Yohei e Akagi.

"TORNATEVENE DA DOVE SIETE VENUTI!!!!" stanno urlando, li hanno messi in fuga, bravi! Ma Sendoh? Lui dove è?! E Hana?

Mi basta alzare gli occhi per vedere entrambi su una delle guglie del castello: Sendoh brandisce una specie di pezzo di marmo e sta per colpire Hanamichi che non fa niente per impedirglielo, perché?!

"Fermati, Akira, non lo fare!" urlo nel vento che si è alzato e Hanamichi sembra sentirmi, mi sembra anche di vederlo rivolgermi uno sguardo, ma non ne sono sicuro….finalmente però lo vedo reagire, alzarsi in piedi e fronteggiarlo. Per un po’ seguo lo scontro da quaggiù, osservo i due affrontarsi, poi decido di salire anche io. Faccio le scale di corsa e arrivo al terrazzo in tempo per assistere all’epilogo della lotta, dopo che Sendoh gli urla che io sarò suo e che non sceglierei mai un’orrida bestia potendo avere lui ( bella presunzione! Oltretutto dimostra di non aver capito proprio niente di me! ) Hanamichi con uno slancio lo atterra, lo afferra per il collo e lo tiene sospeso nel vuoto.

"No, ti prego, non uccidermi!" piagnucola Sendoh a questo punto per aver salva la vita. Riesco a leggere la lotta che alberga in Hanamichi, la voglia di lasciarlo andare e vendicarsi, ma anche il desiderio di mostrarsi incline al perdono…con uno sbuffo lo riporta sul tetto e lo lascia andare dopo avergli sibilato ‘vattene’.

"Sono qui.." gli dico per avere la sua attenzione.

"Kaede…."

Allungo una mano verso di lui, per invitarlo a tornare al sicuro sul terrazzo e lui comincia ad arrampicarsi sul tetto fino a raggiungermi, mi sfiora una guancia mentre mi sussurra. "Allora sei tornato!"

Non ho il tempo di rispondere nulla, perché Hana lancia un urlo terribile di dolore e solo allora mi rendo conto della presenza di Sendoh dietro di lui e del pugnale insanguinato che ha in mano: lo ha colpito a tradimento, che vigliacco! Il suo gesto spregevole però gli costa caro, perché per ferire Hanamichi perde la presa sulla balaustra e finisce per cadere nel vuoto. Evito di far fare la stessa fine ad Hanamichi sorreggendolo e cercando di portarlo sul terrazzo, è pesante, ma con un po’ di fatica riesco nell’intento. Lo adagio piano sul pavimento: ha una brutta ferita su un fianco e fatica a respirare, apre gli occhi con un enorme sforzo e mi fissa con un' espressione dolcissima, continua a ripetere ‘sei tornato’ come se avesse dato per scontato che non lo avrei mai più fatto….

"Certo che sono tornato e….mi dispiace, è tutta colpa mia." Mormoro mentre stringo la sua possente zampa tra le mani. Arrivano trafelati Yohei, Akagi e Ayako, fermandosi poco lontano a guardarci.

"Forse è meglio così." Mi dice Hana con voce ormai debolissima e io ho una fitta al cuore.

"Non dire sciocchezze – gli rispondo cercando di darmi un tono, ma non sono molto convincente, me ne rendo conto – ora che ci sono qua io andrà tutto bene…..ora siamo insieme, no?" non può mica lasciarmi adesso, non può proprio….Hana fa un debole sorriso e allunga una zampa passandomela tra i capelli.

"Almeno ti ho visto un’ultima volta…" sospira mentre i suoi occhi si chiudono.

No, no…..non può farmi questo….non può lasciarmi da solo…non ora…non ora che io…..

"Ti amo….non andartene, per favore!" mi ritrovo a mormorare mentre stringo forte la stoffa della sua camicia tra le dita e cerco impedire alla lacrime che sento pungermi gli occhi di scendere lungo le guance.

"La rosa ha perso l’ultimo petalo…" sento mormorare da Ayako e non capisco, cosa le importa di quella stupida rosa?! Alzo il viso pronto a scagliare parole taglienti, ma intorno a me vedo scendere raggi di luce, come piccole meteore che si infrangono sulle piastrelle del terrazzo, cosa succede?! Il corpo di Hana viene sollevato nell’aria in un turbinio di luci e vento, gira su stesso e….non riesco a credere ai miei occhi! Le sue zampe si trasformano in braccia e gambe, il suo corpo assume forma umana con uno scintillio accecante e viene nuovamente adagiato sul terrazzo: si alza osservandosi quasi più stupito lui di me, poi mi guarda. Quella che prima era una bestia ora è un giovane uomo dai lineamenti decisi e con lunghi capelli rossi che gli accarezzano  le spalle.

"Kaede – mi chiama – sono io!" deve aver intuito tutta la confusione che ho dentro e mi si avvicina sorridendo.

"Io….."

Mi abbraccia, sento il calore della sua pelle mentre mi sfiora i capelli, le guance….alzo una mano ad accarezzare una ciocca dei suoi capelli, poi mi concentro sui suoi occhi: caldi, profondi, rassicuranti…

"Sì, sei proprio tu!" esclamo sorridendo, i suoi occhi li riconoscerei tra mille! Hana mi stringe contro il suo petto, posando le labbra tra i miei capelli, poi mi solleva il mento e si china a baciarmi sulla bocca. Una bolla di luce sembra scaturire proprio da noi e con un piccolo scoppio si dilata su tutto il castello, trasformando il posto tetro che finora ho conosciuto, in uno splendido maniero dai marmi chiari, le delicate colonne e le torri svettanti verso il cielo, ma non è finita qui! Davanti ai miei occhi quelli che prima erano un orologio, una teiera e un candelabro, si trasformano anche loro in umani, due ragazzi e una giovane donna dai lunghi capelli scuri.

"Yohei, Ayako, Akagi! -  Hana va loro incontro lasciandomi per un attimo – Amici miei!"

Arriva correndo anche la tazzina Miyagi che si trasforma proprio mentre li raggiunge unendosi alle loro grida gioiose. Si abbracciano ancora increduli e terribilmente felici….io credo di aver bisogno di una spiegazione, ma magari più tardi…. 

 

 

È un miracolo, un meraviglioso miracolo……

Ho nuovamente il mio aspetto umano, la mia vita, i miei amici e ho trovato Kaede…..

Dopo quanto avvenuto sul terrazzo  era un po’ confuso e lo capisco, mi sono praticamente trasformato davanti ai suoi occhi e anche gli altri….abbiamo passato la notte a parlare: gli ho spiegato tutto dal principio senza tralasciare nessun particolare: il mio modo di essere precedente, l’incantesimo, la rosa…..e ho capito che non avrò vita facile con questo ragazzo, la sua conclusione è stata che ero proprio un idiota prima di conoscere lui, vi paiono cose da dirsi a chi ha corso il rischio di passare tutta la vita con le sembianze di una bestia?! Be’, non mi importa granchè, mi basta sapere che resterà con me per sempre, che importa del resto?! Posso anche concedergli di chiamarmi idiota ogni tanto, no? Anche se credo che lui non avesse intenzione di chiedermi il permesso…..

La verità è che sono felice, come mai credevo di poterlo essere. Quando avevo perduto ogni speranza, ogni sogno è arrivato lui e mi sono sentito nuovamente vivo…con lui ho scoperto il significato della parola amore e quando ormai pensavo che tutto fosse perduto, che non succedesse più, la felicità mi ha preso e mi ha portato via, come la marea del mare……

The end

      

  

 


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