Quello che segue è il risultato dei miei sforzi per postare qualcosina per il compleanno di Nami-kun.
Tantissimi Auguri di Buon Compleanno al rossino più famoso del basket e a Naika... anche se in ritardo!


Tesori o immondizie? II (la vendetta!)

di Koibito8

 

 

Il tappo della vasca piena d’acqua venne tolto, e la stessa iniziò a svuotarsi con il familiare gorgoglio. Avvolgendosi un asciugamano  blu intorno alla vita ed uno sui capelli, Kaede Rukawa aprì la porta del bagno e, percorso il corridoio, entrò nel salotto.                                                

 

Venne accolto dalla vista di Hanamichi che gli dava le spalle.

 

Kaede aggrottò leggermente le sopracciglia. Il suo ragazzo era in quella posizione, seduto di fronte al tavolo, da prima che lui andasse a fare il bagno. Si accigliò ancora di più quando, ancora una volta,  Hanamichi non fece nessun movimento od un cenno per accoglierlo, atteggiamento decisamente inusuale per il suo rossino sempre così espansivo.

 

Da quando lo aveva costretto a liberarsi delle ‘eccedenze’ nel suo armadio sembravano essersi allontanati; dopo l’incidente al tempio Kaede aveva punito il rossino confinandosi nel sacco a pelo per tre settimane, legarlo al letto e violentarlo non sarebbe stato abbastanza e soprattutto non sarebbe stata una punizione. Ma invece di protestare… e pregare, come si era aspettato,  Hanamichi aveva reagito diversamente, era come se l’essersi dovuto separare da quelli che considerava dei tesori, ma che lui continuava a definire solo  immondizia lo avesse defraudato di qualcosa di davvero importante.

Per Hanamichi l’aver dovuto buttare quella ‘robaccia’ era stato come gettare via una parte della loro storia. Kaede aveva come l’impressione che, pur non ammettendolo apertamente, Hana nutrisse un sentimento simile all’astio verso di lui per quello che lo aveva obbligato a fare.

 

E a quel punto, il giovane dai capelli neri iniziò a chiedersi cosa diamine stesse facendo il suo Hana-kun. Decise però di non chiedergli nulla e si limitò a tossire per comunicargli la sua presenza.

 

 Il suo ragazzo sembrava però molto preso dalla sua attività e non sembrò sentirlo, così Rukawa tossì di nuovo, questa volta più forte.

Il do’aho non era l’unico ad irritarsi quando veniva ignorato.

 

“Ciao” finalmente era riuscito ad avere l’attenzione di Hanamichi.  Il rossino voltandosi lo salutò con un raggiante sorriso. “Pensavo che fossi affogato nella vasca kitsune” lo punzecchiò.

 

Beh! In effetti si era leggermente appisolato nella vasca, forse per via dell’acqua calda, ma decise di non replicare ed andò in camera da letto per cambiarsi.

 

La sua curiosità riguardo l’attività del do’aho aumentò a dismisura quando si accorse che Hanamichi non sembrava intenzionato a fare il bagno dopo di lui. Si vestì e gettò gli asciugamani bagnati nel portabiancheria.

 

Tornato in salotto, trovò ancora  Hanamichi che sembrava occupato a scarabocchiare qualcosa su un foglio di carta, ed occasionalmente si poteva sentire il rumore del foglio appallottolato e lanciato dentro il cestino, con somma irritazione del rossino, che poi, prendendo un altro foglio bianco dalla pila sul tavolo al suo fianco, cominciava nuovamente a scrivere.

 

Kaede alzò un sopracciglio.

 

Andò in cucina e tornò con due bicchieri di latte. Iniziò a bere dal suo bicchiere e posò l’altro sul tavolo di fronte ad Hanamichi.

 

“Grazie” fu la semplice risposta. Il rossino non aveva nemmeno  alzato lo sguardo.

 

Kaede si sedette su una sedia di fronte ad Hanamichi e rimase a fissarlo per diversi minuti. Prese poi una rivista di basket ed iniziò a sfogliarla, finché stanco, non la posò sul tavolo con un rumore secco.

 

 “Accidenti!”  imprecò Hanamichi mentre strappava un altro foglio di carta.

 

Prendendo il telecomando, Kaede decise di guardare la televisione, e cambiando vari canali, si accorse che gli unici programmi trasmessi erano documentari, cartoni animati o notiziari e non essendo particolarmente interessato decise di spegnere l’apparecchio.

 

Cambiò posizione un paio di volte, quindi, appoggiando la testa sulle braccia a loro volta appoggiate sul tavolo, fissò di nuovo Hanamichi per qualche minuto prima di chiedergli: “Cosa stai facendo?” il suo tono tradiva appena una nota di fastidio.

 

Hanamichi sembrò ignorarlo, e Rukawa iniziò a sentirsi davvero infastidito.

 

Ma Hanamichi lo aveva sentito benissimo, solo non sapeva come rispondergli: sapeva per certo che la volpe non avrebbe gradito la sua risposta,  si prospettava il rischio di ‘confinamento in sacco a pelo’ e ‘astinenza’ a tempo indeterminato!

Involontariamente coprì con entrambe le mani il foglio che stava scrivendo “Hem.. ecco Ede, io sto solo… hem” balbettò “beh! Vedi sto…” le sue guance si tinsero di un rosa acceso ed a quella vista Kaede si sentì divertito ed allo stesso tempo eccitato.

 

Tuttavia un leggero sospetto iniziò a farsi largo nella sua mente. “Cosa stai facendo Hana?” gli chiese di nuovo con tono più deciso.

 

Il rossino non osò alzare lo sguardo per incrociare quello del suo ragazzo, ma continuò a fissare  assorto i fogli di carta che stava scrivendo. “Sto solo scrivendo una lettera. Ecco tutto” rispose in tono evasivo.

 

“E allora perché sei arrossito così?” insistette Rukawa.

 

Dopo l’ultima domanda di Rukawa, Hanamichi divenne ancora più rosso e si alzò velocemente dalla sedia. “È una lettera per Haruko,  non impicciarti” lo informò.

 

Haruko? Kaede cercò di fare mente locale. Chi…? Poi un’improvvisa illuminazione gli schiarì la mente. Haruko… la sorella di Akagi, quella che si era trasferita a Tokyo… che un tempo era innamorata di lui… che poi era rinsavita, no questo no! … Che poi si era innamorata del do’aho e … l’ex cotta di Hana???  Si perché anche Hana un tempo diceva di esserne innamorato…

 

Quest’ultimo pensiero gli fece suonare un campanello di allarme.  Si alzò dalla sedia ed andò al fianco di Hanamichi, impedendogli di fuggire nel bagno con la lettera in mano. Kaede tirò Hanamichi verso il suo petto, cercando con una mano di strappare la misteriosa lettera al rossino.

 

Hanamichi quasi urlò per la sorpresa. Cercò di allontanare Kaede che invece aveva stretto un braccio intorno alla sua vita per impedirgli di allontanarsi. “Kitsune!” disse cercando  di divincolarsi dalla stretta “Lasciami andare, non è niente di importante!”

 

“Allora lasciami vedere!”

 

“NO!” balbettò Hanamichi, il cui viso aveva raggiunto la tonalità dei suoi capelli.

 

I due continuarono a lottare per il possesso della lettera.

 

“Lasciami vedere” Kaede sapeva essere molto insistente quando decideva di esserlo.

 

 "No!"

 

Quel loro contendersi il foglio di carta provocò a Kaede un deja-vu (si scrive così? Boh! N.di K8), era successa la stessa cosa, qualche settimana prima, con lo scatolone pieno di ‘immondizia’, ed i risultati erano stati nefasti!

 

Decise quindi di cambiare tattica e … all’improvviso Hanamichi iniziò a ridere, allentando la presa sui fogli di carta, cadde quindi sul pavimento senza riuscire a smettere di ridere. Una volta ripreso fiato fissò Kaede con sguardo accusatorio: il moro per convincerlo alla resa gli aveva fatto il solletico. “Mi hai imbrogliato!” lo accusò veemente.

 

Kaede sorrise furbescamente mentre teneva in mano i fogli di carta, guadagnati in seguito alla loro piccola lotta.  Spiegò e lisciò i fogli leggermente stropicciati. Le prime parole che gli saltarono all’occhio furono ‘Cara Haruko-chan’ nell’inconfondibile e goffa scrittura di Hanamichi.

 

“Hei! Non leggerla!!!”  Hanamichi venne colto dal panico e cercò di nuovo di recuperare la lettera. Kaede però evitò facilmente il suo tentativo.

 

Le sue labbra si incurvarono, una volta, due volte, poi tre volte.  Kaede non poté evitare di sghignazzare  quando analizzò attentamente la lettera da cima  a fondo.  Hanamichi era seduto imbronciatamente, mentre silenziose nuvolette di fumo sembravano uscire dalle sue orecchie ed il suo viso si infiammava.

 

 

"Do'aho..."  mormorò Kaede, più a se stesso che al rossino. I suoi begli occhi blu luccicarono di tenerezza ed amore. L’astio che pensava Hana nutrisse nei suoi confronti era sicuramente stato frutto della suo immaginazione, perché nulla del genere traspariva dalle righe che il do’aho aveva scritto nella lettera.

 

“Che c’è?” esordì Hanamichi. “Non ti azzardare a ridere, Kitsune!”

 

“Beh…” Kaede lo guardò regalandogli uno di quei ghigni che lo facevano infuriare, ed effettivamente era così che si sentiva: infuriato. La volpe continuava a violare il suo spazio, non era affatto giusto!

 

“Stupida volpe, non potevi continuare a guardare la tv anziché ficcare il naso nelle faccende del tensai?”

“Il documentario sull’accoppiamento delle vongole non mi interessava, do’aho”

“Così hai pensato male di leggere la mia corrispondenza! Ma che cos’hai nella testa: i criceti che girano sulle rotelle?”

Hanamichi si sentiva tremendamente in imbarazzo, andò quindi a chiudersi in bagno per evitare ulteriore vergogna di fronte al suo ragazzo.

 

Quando si decise ad uscire dal bagno, dopo una doccia fredda, trovò Kaede seduto sul divano. Il ragazzo aveva ancora in mano la sua lettera.

 

Hanamichi si lasciò cadere a peso morto al suo fianco ed afferrò la sua lettera dalle mani di Kaede. Gli occhi di quest’ultimo brillarono divertiti quando si fissarono sul rossino.

 

“Che stai guardando?” borbottò Hanamichi.

 

“Questo” disse puntando una frase della lettera. “Perché le hai scritto di noi?”

 

“Haruko-chan mi ha scritto una lettera per il mio compleanno, LEI se ne è ricordata, non come una stupida kitsune fredda, scontrosa e con la fobia del ‘Mastro Lindo’ che dorme nel sacco a pelo per punirmi. Ed allo stesso tempo voleva sapere come vanno le cose tra noi, okay?” ammise Hanamichi con un grugnito.

 

“Do’aho! Mi hai detto di essere nato alle otto e otto minuti di sera, adesso sono le sei; tecnicamente non è ancora il tuo compleanno!”

“Teme kitsune! E solo perché sono nato di sera non posso festeggiare un’intera giornata?”

“Davvero pensavi che avessi dimenticato il tuo compleanno?”

“No!”

“Sei arrabbiato con me?”

“No!”

“Pensi davvero che ho nella testa i criceti che girano sulle rotelle?”

“No!”

“La smetti di rispondere sempre no?”

“No!”

“Me lo dai un bacio?”

“No!”

“Vuoi fare l’amore con me?”

“No!”

 

Kaede sbuffò, Hanamichi avrebbe senz’altro cambiato idea, tempo un paio d’ore.

“Ok! Ancora una cosa do’aho: se volevi dire a ‘quella lì’ come vanno le cose tra noi, potevi almeno dirle la ‘verità’” gli suggerì “Noi non ci dividiamo i lavori domestici, o mi sbaglio? Sono sempre io quello che fa il bucato, lava i piatti, stira e pulisce. TU non lo hai mai fatto! Anzi devo forse rammentarti che anziché riordinare, tu alimenti il caos e collezioni abiti logori e sudici?”

 

“Hey! Non ti aspetterai mica che un tensai come me faccia i lavori domestici vero? E riguardo il contenuto del mio armadio, Kitsune, non sono affari tuoi!” Hanamichi lo fissava con sguardo incredulo e oltraggiato.

Prese poi la lettera stropicciata, la appallottolò, e la gettò nel cestino.

Raggiungendo nuovamente il tavolo, prese un altro foglio di carta. “Stupida volpe, ora devo scriverla di nuovo daccapo. Grazie tante!” borbottò Hanamichi mentre si chinava contro la spalla di Kaede e ricominciava a scrivere: ‘Cara Haruko-chan…’

 

Improvvisamente, Rukawa gli afferrò il mento e lo costrinse a voltarsi. Gli occhi di Hanamichi si spalancarono e lui cominciò a protestare. 

Ma qualunque cosa  stava per dire venne ingoiata dalla gola di Kaede quando il moro gli divorò le labbra.

 

Quando si separarono, erano entrambi in carenza d’aria.

“Kitsune… perché questo bacio?” chiese Hanamichi arrossendo leggermente.

 

Kaede, colto da un improvviso impulso, abbracciò il rossino possessivamente. “Hana, non ti azzardare mai a lasciarmi, capito?”  Era una richiesta improvvisa e strana da parte di Kaede, ed Hanamichi capì  che la volpe aveva forse bisogno di qualche piccola rassicurazione, ma oggi era la sua giornata ed aveva in mente qualcosa di diverso per la volpe.

 

“Certo che non ti lascerò mai, stupida volpe!” Hanamichi fissò i suoi occhi nei profondi zaffiri di Kaede. “IO – TI – AMO.” Gli disse  senza incertezze.

“Ora lasciami finire di scrivere, ma prima vado a prendere qualcosa da mangiare. Ho fame!”

 

Kaede si rilassò, poi vide Hanamichi riassumere la posizione originale e scarabocchiare furiosamente per alcuni minuti per poi alzarsi e dirigersi verso la cucina e tornare subito dopo con dei biscotti al burro.

Hanamichi ne divorò un paio mentre continuava a scrivere, anche Kaede ne mangiò qualcuno.

“Buoni do’aho! Dove li hai comprati?”

“Non li ho comprati. Li ha fatti Haruko per il mio compleanno!”

Poco ci mancò che il moretto non si strozzasse.

“Do’aho! Sei forse impazzito? Come hai potuto lasciarmi mangiare dei biscotti preparati da quella cretina!”

“Hahaha, era uno scherzo kitsune! Hai forse dimenticato che Haruko non abita più qui a Kanagawa? Me li ha regalati Akira stamattina, li ha preparati lui ieri sera, sai?”

L’espressione della volpe cambio dallo scandalizzato all’ inorridito.

“Do’aho! Di male in peggio, si può sapere perché hai accettato un regalo da quel maiale? Questa è solo una delle sue tante tattiche per provarci con te!”

“E cosa c’è di male Kitsune? Nessuno è insensibile al fascino del grande Tensai, nemmeno il porcospino! E a proposito di animali… ho sentito che all’acquario di Kyoto stanno cercando un merluzzo da mettere in mostra, dovresti offrirti volontario visto che te le bevi proprio tutte!”

“Do’aho, dimmi immediatamente da dove arrivano quei biscotti e smettila di scrivere quella stramaledetta lettera!”

“Non ci penso nemmeno Kitsune. Mi hai fatto dormire da solo per tre lunghe settimane, mi hai ignorato, mi hai obbligato a cremare i miei vestiti preferiti: ora è venuto il momento del Tensai di farti stare un po’ sulle spine! Tutto quello che posso e voglio dirti è che quei biscotti li ha preparati qualcuno che mi ama, forse più di te!”

“Che stai farneticando Hana,  nessuno ti ama più di me!”

 

Sghignazzando Hanamichi continuò a scrivere la sua lettera, ignorando di proposito l’ultima frase di Kaede, poi, girandosi verso il suo amante con un sorriso, gli mostrò la sua opera.

 

Hanamichi aveva scritto: ‘Kaede è sempre il solito vecchio Kaede…’

 

In qualche modo, il suo Hana sembrava riuscire a capirlo più di quando non facesse lui, lo rimproverava sempre per la sua infantilità, ma tenere il muso e dormire nel sacco a pelo per tre lunghe settimane non era certo stato un comportamento adulto.

 

‘… hai capito vero? Espressione indecifrabile, freddezza e tutto il resto. Ma ormai riesco a capire quello a cui sta pensando, anche se lui non lascia trasparire nulla…’

 

Forse era vero che il do’aho riusciva a prevedere le sue mosse, ma il regalo che aveva in serbo per lui sarebbe stata sicuramente una sorpresa, in fondo non era vero quello che tutti pensavano: lui ed Hanamichi avevano delle caratteristiche in comune!

 

‘…Haruko-chan hai trovato il tuo vero amore? Io ho trovato il mio.’

 

Kaede sorrise. “Grazie Hana…” 

 

Hanamichi gli mordicchiò leggermente le labbra prima di sorridergli, una delle tante cose di lui che affascinavano Kaede. 

 

"Ede, ti devi sempre fidare del tensai. Lo farai vero?"

 

Rukawa sospirò.

 

"Beh! Anche una volpe scaltra come te deve inchinarsi alle abilità del Tensai!"  Hanamichi rise e riprese a scrivere.

 

Un altro sospiro "Aho..."

 

"Hahaha..."

 

"Do'aho."

 

‘Ma… il MIO do’aho.’ Pensò la volpe.

 

“Ohi Kitsune, hai visto che ore sono?”

“Hn” l’orologio del salotto segnava le otto e otto minuti.

“E allora?”

“Allora…” gli rispose la volpe avvicinandosi alle sue labbra “Buon Compleanno Hana” gli soffiò sulle labbra prima di chinarsi a baciarlo.

Una volta staccatisi Kaede si alzò ed uscì dal salotto, tornò qualche istante dopo con in mano un pacchetto che depose nelle mani del rossino.

Hanamichi non stava più nella pelle, era curioso di vedere cosa la volpe gli avesse comprato per il suo compleanno.

Scartò il pacchetto con frenesia e ne tirò fuori due paia di boxer.

Un paio era del tipo aderente, a costine, di colore blu scuro; l’altro era più largo con stampate delle margherite.

Hanamichi non riuscì a mascherare la delusione: per il suo compleanno la volpe gli aveva regalato delle mutande! Che sforzo.

“Qualcosa non va, do’aho?” gli chiese Kaede.

“Certo che qualcosa non va, Kitsune! Perché mi hai regalato delle mutande, ti sembra un regalo adatto al Tensai?”

“Hn, direi di si, Hana. Guardale bene, non sono delle semplici mutande.”

Ad un secondo esame Hanamichi dovette ammettere che qualcosa di strano effettivamente c’era: dov’erano le scatole che solitamente confezionano la biancheria?

Non è che la volpe…

“Kitsune! Ma le hai comprate al mercato dell’usato?” disse Hanamichi dando voce ai suoi pensieri.

“Do’aho! È mai possibile che tu ancora non capisca?”

 

Hanamichi sembrava effettivamente non capire finché non sembrò colto da illuminazione.

“Kaede… sono i boxer che indossavamo la nostra prima volta, sulla spiaggia…”

“Hn, finalmente do’aho!”

“Finalmente? Finalmente un corno! Mi hai fatto buttare i miei tesori ed ora scopro che TU hai conservato le mutande della nostra prima volta!”

“Do’aho, io almeno le ho lavate! Ora…” gli sussurrò avvicinandosi  “invece di stare qui a litigare, che ne diresti di indossarle e andare sulla spiaggia per riviverla quella nostra prima volta? Ho anche preparato un cestino per fare un picnic.”

Hanamichi fece finta di pensarci.

 

“Dico che per una volta hai avuto un’idea geniale Kitsune!”

“Buon Compleanno Hana!”

“Grazie Ede… e per il picnic, non ho voglia di cibo adesso, solo di te!”

“Ancora una cosa do’aho…”

“Cosa c’è Ede?”

“Dimmi chi ti ha regalato quei biscotti”

“Ahahah, se sulla spiaggia sarai un volpino buono forse te lo dirò!”

 

 

 

Fine?

 

 

Note: l’idea di Nami che scrive una lettera a ‘quella lì’ non è mia, ne ho preso spunto da una fic in inglese letta qualche anno fa.



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