Tesori o immondizie

di Koibito8

 

Rukawa lasciò cadere la scatola di cartone vuota sul pavimento, rimase in piedi a fissare il  guardaroba con sguardo deciso.

* Questo è troppo! * sbottò tra se e se mentre guardava in cagnesco il guardaroba di Hanamichi. Il povero armadio stava letteralmente scoppiando. Pezzi di vestiti  sbucavano dai lati delle porte scorrevoli un po’ incurvate – la manica di una maglietta qui, il fondo di una camicia  hawaiana di là,  pantaloni e bermuda sparsi sul fondo

Rukawa sposto il pannello della porta scorrevole con uno strattone, ed un cumulo di vestiti gli cadde ai piedi, li tirò fuori silenziosamente dal guardaroba e li sparse sul pavimento moquettato dell'appartamento - studio che divideva con Hanamichi. Disapprovava questo suo fare la   chioccia ma si tirò su le maniche della sua maglietta dei Chicago Bulls, si chinò e cominciò ad riordinare tutta quella confusione, lanciando alcuni indumenti nella scatola di cartone, ed altri sopra il futon matrimoniale messo vicino al guardaroba.  

Okay questa è ancora nuova si può tenere…sul  letto. Quest’altra ha le maniche lacerate perché la tiene ancora?!! E… Ehi, questa è  la camicia di cotone blu che non riuscivo più a trovare  e questi non sono i miei pantaloni cachi?? Pensavo di averli buttati via e … merda! questa maglietta ha della sabbia appiccicata e puzza…di…di…  *

Il rumore delle chiavi nella serratura ed il cigolare della porta di casa distrassero Rukawa dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo ed incrociò quello del suo rossino che gli sorrideva, di ritorno dall’allenamento extra con il Signor Anzai. Da quando era stato dimesso dall’ospedale, completamente ristabilito dal suo infortunio alla schiena, Hanamichi si allenava tre ore in più tutti i giorni sotto lo sguardo vigile del simpatico allenatore.

“Ciao Ede” lo salutò Hanamichi sbattendo la porta, con gran fastidio di Rukawa.

“Sei andato a fare spese? .. Hei! Maledetto! Quelli non sono i miei vestiti?” gridò Hanamichi lasciando cadere a terra la sacca e le chiavi.  

Rukawa sbuffò in replica e ricominciò a tirare fuori dall’armadio i vestiti, deciso a vedere finalmente l’armadio di Hanamichi  ordinato e meno pieno. Ne aveva abbastanza di ricordare a quella testa vuota di fare pulizia tra le sue cose, erano più di due mesi che lo pressava ma non aveva ottenuto risultati, così si era risolto a fare da solo.

Era la soluzione migliore se voleva che anche quella parte di casa fosse in ordine, come piaceva a lui.

"Baka Kitsune! Non osare toccare le cose del Tensai… "  

* A volte mi chiedo cosa ci trovo in lui… * fu il pensiero Rukawa mentre, ignorando Hanamichi, continuava a buttare vestiti nella scatola di  cartone  o sopra il letto, * Lui è così disorganizzato…ed incredibilmente disordinato, non porta neanche i calzini con le scarpe… "  

Di nuovo, Rukawa fu distratto dai suoi pensieri quando un Hanamichi arrabbiatissimo gli strappò di mano la sua uniforme dello Shohoku e gridò "Chi dice che le  mani di una Kitsune possono toccare i vestiti del Tensai! "  

In quel momento, Hanamichi notò la scatola di cartone al fianco di Rukawa ed i vestiti buttati dentro. Immediatamente riconobbe alcuni capi di abbigliamento e la sua faccia si colorì di rosso per l’imbarazzo e la rabbia.  

"Kitsune! Tu…tu…Baka! Cosa hai intenzione di fare con questi? " chiese Hanamichi agitato,   lasciando cadere la sua uniforme di scuola e tirando fuori i vestiti dalla scatola di cartone, abbracciandoli protettivamente contro il suo torace.  

"Li butto." Rispose Rukawa deciso, storcendo  il  naso in segno di disgusto per il modo in cui il suo amante abbracciava quelli che lui riteneva dei pezzi di immondizia.  

"Non puoi farlo! " obiettò Hanamichi  abbracciando i vestiti ancora di più.

"Perché no? " gli chiese Rukawa  fissando con curiosità Hanamichi.  

"Perché… perché  loro  hanno …uhmm…erh… " balbettò  Hanamichi diventando sempre più rosso man mano che il tempo passava, gli occhi che si rifiutavano di incontrare lo sguardo fisso di  Rukawa.

"Cosa? " chiese Rukawa  mentre prendeva un altro indumento dalla pila sul pavimento e lo gettava con noncuranza nella scatola di cartone, solo per vedere come il suo rossino avrebbe reagito. Ma prima che l’indumento potesse cadere nella scatola, Hanamichi, con velocità sorprendente lo afferrò e se lo portò al petto insieme agli altri.. Rukawa alzò le sopracciglia in sorpresa.  

"BAKA! " gridò Hanamichi dandogli le spalle "Questi vestiti hanno un valore sentimentale per me. Ecco perché! "  

*???? sentimentale… * si chiese Rukawa confuso alzandosi da terra, saltando con grazia la pila di vestiti e fermandosi appena dietro  Hanamichi. Dolcemente, Rukawa appoggiò le  mani sulle spalle del rossino - il suo modo di chiedere  perdono e chiedere anche una tregua quando sentiva di aver esagerato o offeso Hanamichi durante le varie discussioni che sempre scoppiavano tra lui ed il suo ragazzo.  

Dopo un momento di silenzio, Hanamichi finalmente si voltò ad affrontare Rukawa,  accettando le sue scuse non dette. L’intera situazione però aveva  lasciato Hanamichi profondamente imbarazzato così evitò gli occhi di Rukawa fissando  la moquette sul pavimento.  

Rukawa usò due dita per sollevare gentilmente il viso di Hanamichi, fino a che non incatenò il suo sguardo al proprio.  

"Dimmi." Gli chiese con calma.  

Hanamichi arrossì e si chiese se dire o no al suo amante della particolarità di quegli indumenti, che aveva cominciato a tenere sin da quando lui e Rukawa erano diventati una coppia.  

La sincera richiesta negli occhi di Rukawa vinsero la sua diffidenza. Chinandosi sul letto e tirando Rukawa con se, Hanamichi iniziò a parlare. Per prima indicò la maglietta con una manica lacerata, "due marzo, subito dopo l’allenamento, abbiamo avuto una delle nostre solite discussioni… ricordi cosa è successo dopo… "  

* Come potrei dimenticare… * fu il pensiero Rukawa con un leggero sorriso prima di rispondere, "ti ho baciato. La nostra prima volta."  

Hanamichi arrossì ma cercò di non darlo a vedere continuando.  

"E questo… " Hanamichi indicò una camicia nera, "30 aprile la nostra prima cena a lume di candela… e tu… "  

Hanamichi guardò la pila di vestiti sul pavimento, si inclinò oltrepassando Rukawa e prese una camicia blu di seta. La guardò con espressione trasognata, i suoi occhi scuri persi in ricordi lontani, poi disse "Indossavi questa a quella cena…  sexy non trovi… "  

Hanamichi arrossì furiosamente quando  si rese conto di quello che aveva appena detto. Sbirciò in su timidamente, per vedere l’espressione sul viso di Rukawa, e fu colpito da una vista insolita. Il solito freddo Rukawa stava fissando incredulo i vestiti sul pavimento, per poi guardare Hanamichi, poi di nuovo i  vestiti sul pavimento, poi Hanamichi come se non avesse ancora realizzato appieno quello che il suo ragazzo gli aveva detto.

"Mi stai dicendo che hai conservato ogni singolo indumento che abbiamo indossato per ogni evento significativo… " disse Rukawa, con gli occhi che luccicavano per lo stupore continuando a fissare, questa volta a bocca aperta, i vestiti sul pavimento,  Hanamichi, i vestiti sul pavimento,  Hanamichi.   

Guardando all'espressione ridicola del suo innamorato, Hanamichi non poté fare a meno di scoppiare a ridere, "HAHAHAaaa…sembri una mucca Kitsune…HAHAaaaa…solo il Tensai poteva  fare …sembrare una kitsune  come una mucca…haaaha…mmmff!!! ???? "  

Hanamichi fissò shockato il suo ragazzo appiccicato a se, la sua risata ormai ingoiata dalla bocca fermamente pressata di Rukawa sulla sua. Emise un gemito e cercò disperatamente di allontanare la volpe ma solo per ritrovarsi sdraiato sul futon con Rukawa sopra di se che intensificava ancora di più il bacio. Hanamichi cercò di dibattersi più forte contro la stretta possessiva di Rukawa, ma fu un futile tentativo, perché Rukawa, riuscì abilmente ad evitare ogni sua mossa, continuando a baciarlo, leccarlo, mordicchiarlo.

Quando Rukawa sentì che i suoi polmoni stavano quasi per scoppiare, lasciò di malavoglia la bocca di Hanamichi, che respirava a fatica e teneva ancora gli occhi chiusi, perso nella profondità del bacio appena ricevuto.

Lasciò la presa sui polsi di Hanamichi, e tracciò dolcemente i contorni del suo viso. Gli piaceva  sempre farlo dopo un lungo bacio, lasciando scivolare le dita sulle sopracciglia diritte, sugli zigomi alti per poi scendere alle sue labbra, continuando ad accarezzarlo mentre aspettava che il suo amante si riprendesse.  

* Lui è così…. come descriverlo…vulnerabile ma anche così forte… dolce ma anche maldestro…lui è… lui è il mio do'aho... * Rukawa rise dentro di se guardando Hanamichi che gemette ed aprì lentamente gli occhi.  

Hanamichi arrossì quando si rese conto di quanto Rukawa fosse vicino, mentre incontrava timidamente lo sguardo fisso ed intenso dei suoi occhi blu e chiedeva in un bisbiglio, “Perché questo bacio? "  

Rukawa sorrise dolcemente, continuando ad accarezzare le labbra di Hanamichi con le dita e gli rispose, "Per tutti i tuoi dolci ricordi. E tutti i tuoi sentimentali tesori che ti rendono… " fece una pausa, sbottonando con noncuranza la divisa scolastica di Hanamichi, "… semplicemente delizioso... " detto questo tornò a concentrarsi sul petto di Hanamichi.  

"Teme Kitsune! È solo che… “ rise sguaiatamente  “Fermati! Lo sai che soffro il solletico…” ancora risate “ Kae… Ede… Ru…* risate “ smettila… "  

Delle risa soffocate furono l’unica risposta che Hanamichi riuscì a sentire mentre si perdeva nelle piacevoli sensazioni che solo la sua volpe, il suo Ede avrebbe potuto procurargli.  

 

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Dopo una lunga cena consumata a sera tardi.  

Un temporale di proporzioni gigantesche stava per abbattersi sull’appartamento che Rukawa ed Hanamichi dividevano.  

"Non voglio. Mi hai sentito Kitsune, non voglio!” gridò Hanamichi rosso di rabbia a Rukawa, appoggiato alla porta a vetri del piccolo balcone, mentre guardava fuori con le mani in tasca..  

"Non posso più tollerare che tu tenga quell’immondizia in casa nostra", rispose Rukawa determinato, girandosi a guardare il suo amante con un indecifrabile espressione sul viso.  

Hanamichi sussultò e fulminò Rukawa con lo sguardo, rifiutando di cedere, "BAKA! Tu tu hai detto che erano Tesori. Quindi era tutta una bugia vero? Bugiardo, bugiardo, BUGIARDO! "  

"Si Hanamichi, sono dei tesori ma non ho detto che potevi tenerli. Specialmente questo! "  

Rukawa si diresse deciso verso la scatola di cartone piena di  vestiti, appoggiata sulla scrivania della camera da letto. Ne tirò fuori una vecchia maglietta con della sabbia appiccicata ed un odore sospetto, sventolandola pericolosamente di fronte al viso di Hanamichi.  

Hanamichi strappò la maglietta dalle mani di Rukawa e gridò, "Questa la tengo! È ancora  più preziosa di tutto il resto! È la nostra prima volta… " Hanamichi arrossì e fulminò Rukawa con lo sguardo. 

"Non l’hai nemmeno lavata! E l’hai lasciata nell’armadio insieme a tutti i vestiti… E per tutto questo tempo io ho dormito e sono uscito con te vestito con degli abiti che erano mescolati con con…. "  

Rukawa rabbrividì e si fece più piccolo come se qualcuno avesse graffiato le unghie sulla lavagna, * Tra tutte le cose possibili, ha scelto proprio i vestiti per essere sentimentale! Arrghhhhhh…….. *  

Hanamichi si rifiutava ancora di cedere ed invece di rispondere verbalmente, caparbiamente tirò la scatola di vestiti verso di se. Rukawa ribatté con un sguardo gelido, afferrò la scatola e la tirò di nuovo nella sua direzione. Hanamichi ringhiò e la tirò di nuovo. Rukawa  diede uno strattone alla scatola e la tirò verso se. Hanamichi strinse entrambe le mani sulla scatola e la tirò di nuovo. Rukawa aumento la presa sulla scatola con entrambe le mani e la strappò di nuovo nella sua direzione...  

Presa tra due fuochi che non volevano saperne di arrendersi, la scatola fece l'unica cosa possibile: si strappò in due parti spargendo i vestiti dappertutto.  

Rukawa fissò rabbiosamente di sottecchi il pezzo di cartone nelle sue mani e guardò la confusione di vestiti sparsi ovunque sul pavimento, * Ne ho abbastanza! *  

Hanamichi alzò lo sguardo, ancora sorpreso per quanto appena accaduto, e vide Rukawa lasciar cadere il suo pezzo rotto di cartone e dirigersi verso il suo armadio che stava proprio vicino ad Hanamichi. Silenziosamente, Rukawa ne aprì un’anta, si inclinò e ne estrasse quietamente un sacco a pelo arrotolato..  

Vedendo il sacco a pelo, ad Hanamichi mancò il fiato.

* NO. Il sacco a pelo no! Ede lo usa solo quando è arrabbiato. No molto, molto arrabbiato! E ora cosa faccio!??!! *  i pensieri spaventati di Hanamichi correvano veloci mentre guardava Rukawa srotolare dolcemente il sacco a pelo di poliestere nero nell’angolo più lontano rispetto al loro  futon, stendendolo attentamente sulla moquette e facendo attenzione che non rimanessero pieghe.  

"Kitsune… " disse timidamente Hanamichi, torcendosi  nervosamente le mani.   

L'unica replica che Hanamichi ricevette fu il lungo suono di una zip, sembrò quasi rimbombare nell’appartamento ormai silenzioso, mentre Rukawa continuava ad abbassare la cerniera del suo sacco a pelo.

"Ru. Mi dispiace… " si scusò Hanamichi con un leggero tremito nella voce, mentre afferrava nervosamente il bordo della scrivania.

Rukawa non degnò Hanamichi di uno sguardo, come se non esistesse, si infilò nel sacco a pelo ed iniziò a coprirsi.  

"Kae! Per favore! " pregò Hanamichi  passandosi le mani tra i capelli.

Rukawa continuò a non dargli retta ed iniziò a chiudere la cerniera lampo, lentamente.  

*MERDA. Sta tirando su la cerniera. Devo trovare il modo di fermarlo prima che finisca o…* Hanamichi rabbrividì inconsapevolmente al ricordo dell’ultima volta in cui Rukawa aveva chiuso completamente la lampo del suo sacco a pelo: avevano finito col farsi la guerra fredda, lui e la sua volpe, e non si erano rivolti la parola per un mese intero.

*Devo fare qualche cosa, ma cosa? Pregare l’ho già fatto e non è servito, strisciare ai suoi piedi è fuori discussione, pensa Hanamichi, pensa*

Varie idee si affacciarono alla mente del rossino ma furono tutte scartate rapidamente, guardando Rukawa notò che aveva già chiuso metà del sacco a pelo e la cerniera lampo ora gli arrivava alla vita.

*è meglio se mi arrendo a quella stupida volpe! Arrendermi? Arrendermi?*

“VA BENE! Farò come vuoi!” gridò Hanamichi alzando le mani in segno di resa.

“Non terrò più tutti quei vestiti, okay Ede?”

Rukawa smise di chiudere la lampo e diede un’occhiata inespressiva ad Hanamichi, dedicandogli finalmente la sua attenzione.

Nel vedere l’espressione triste di Hanamichi fu preso dal rimorso, forse era stato troppo duro con lui; ma quella stessa espressione si tramutò presto nel famoso ‘ghigno di cospirazione’ che fece aggrottare le sopracciglia a Rukawa che si chiese: *che diamine ha intenzione di fare il do’hao?*

Hanamichi si avvicinò al sacco a pelo con noncuranza e, una volta inginocchiatosi vicino a Rukawa gli disse: “Kitsune, non terrò più i miei tesori ad una condizione…” si avvicino all’orecchio del suo ragazzo e gli sussurrò la sua idea.

*Cosa?* fu l’unico pensiero di Rukawa, mentre fissava incredulo Hanamichi che lo guardava serio ed assentiva con il capo.

La sua bocca si spalancò dalla sorpresa per la seconda volta  quel giorno.

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Il giorno seguente, i due ragazzi erano nascosti dietro uno dei tanti cespugli all’interno del tempio di Kanakawa.

Dopo aver verificato che neanche un anima fosse nei dintorni  uscirono dal loro nascondiglio, era già sera tardi ed erano rimasti nascosti fino alla chiusura del tempio per più di tre ore.

Il buio gli permetteva di agire indisturbati, vista la difficoltà nel distinguere le figure distanti.

“Sbrigati!” chiese Rukawa impazientemente, mentre cercava di scacciare le zanzare che sembravano gradire le sue braccia come cena.

Hanamichi lo fulminò con il suo sguardo da ‘non osare dare ordini al Tensai’, mentre usciva dal cespuglio con una sacca sulle spalle, per poi andare ad acquattarsi dietro un grande albero.

*Avrei dovuto mettere una maglia dalle maniche lunghe, avrei dovuto portare una giacca, non avrei mai dovuto ascoltare questo stupido, maldestro, irritante…* borbottava Rukawa tra se, mentre rabbrividiva leggermente per il freddo della sera, e si strofinava le mani sulle braccia.

Uscì anche lui dal cespuglio ed andò ad affiancarsi ad Hanamichi.

Si chinarono insieme sotto l’albero, e lavorando rapidamente e silenziosamente, raccolsero parecchie foglie e ramoscelli secchi, facendone una piccola montagnola.

“Lo hai portato vero?” chiese Hanamichi con i nervi tesi, la calma che li circondava lo rendeva ancora più irritabile, per non parlare del fatto che nelle ultime tre ore, fino alla chiusura del tempio, la volpe non aveva fatto altro che sbuffare e lamentarsi della sua idea, dicendogli che solo un do’hao avrebbe potuto averne una simile.

Rukawa gli rispose sbuffando e messosi la mano in tasca ne estrasse un accendino di plastica.

*Aspetta di tornare a casa do’hao, e te la farò pagare cara quest’idea, molto cara* pensò Rukawa mentre si chinava e dava fuoco alle foglie secche ed ai ramoscelli.

Una volta acceso il piccolo falò Hanamichi si inchino ed aprì la sacca che ancora aveva in spalla, cominciando ad estrarre i vecchi capi di abbigliamento che per tanto tempo aveva conservato: una maglietta con la manica lacerata, una camicia nera, una camicia di seta blu… ed una maglietta con della sabbia incrostata…

“Bruciali!” ordinò Rukawa in un tono che non ammetteva repliche, indicando il fuoco con un dito.

Hanamichi gli lanciò uno sguardo tipo: ‘non osare darmi ordini, so perfettamente quello che devo fare’, ma ubbidì al comando ed iniziò a gettare gli indumenti nel fuoco.

“Ora preghiamo” bisbigliò Hanamichi in tono solenne.

“Pregare?”  Rukawa lo guardò di storto. “Pensavo dovessimo solo bruciarli, do’hao!”

“Bruciarli equivale a cremarli Ede!” rispose Hanamichi, “quindi dobbiamo pregare!”

Ma prima che Rukawa potesse rispondergli, il silenzio del tempio venne violato dal penetrante rumore di un fischietto, che fece sobbalzare i due ragazzi. Girandosi, ebbero la sgradita sorpresa di avere un testimone alla loro piccola ‘funzione religiosa’: una delle guardie di sicurezza del tempio, con in una mano un fischietto e nell’altra un manganello puntato pericolosamente verso di loro.

“SCAPPIAMO!” gridarono insieme i due ragazzi, correndo a rotta di collo attraverso il prato del tempio, saltando i cespugli dietro i quali si erano nascosti precedentemente e arrampicandosi sul muro di cinta.

“Fermi, fiiiiiiiiiiiiiii! Fiiiiiiiiiiiii! DELINQUENTI FERMATEVI!”

“So… solo un… idiota si …. fer  … fermerebbe!” disse Hanamichi correndo più forte che poteva.

“Solo un idiota ti avrebbe dato retta…” ringhiò furiosamente Rukawa, usando tutta la sua abilità nel correre. “La pagherai molto cara per questo… MOLTO, non so ancora come ma troverò un sistema do’aho, stanne certo!”.

Hanamichi sussultò ed impallidì paurosamente. “Kitsune… Kae… Ede … Ru… TI PREGO…”

“Non chiamarmi Kitsune, Kae,  Ede o Ru, DO’AHO!”

  

FINE?


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