Salve salve!!! Questa è la mia prima ficcina e, anche se vorrei..i personaggi non sono miei..(ho fatto la rimaaaa ^^). I magnifici ragazzuoli, ovvero Seregil e Alec..sono i protagonisti della splendida saga fatta di 3 volumi(spero che ne uscirà un altro..anche se ho un po’ di dubbi..)de ‘L’ARCERE DI KERRY’. Chi non la conoscesse..si affretti a comprarla!! Ne vale la pena!!! Adesso vi lascio leggere..mi raccomando commentate!

AH..che sbadata..non mi sono neppure presentata!

Io sono Ireya..baci baci!!

 


Terra e luce

di Ireya


 

Immersa oltre il bosco di un piccolo villaggio montano, si poteva scorgere una piccola casa di legno, circondata da un pascolo attraversato da un ruscello. Adiacente alla porta d’ingresso, vi era un orto. Addossata ad un recinto c’era una stalla, nella quale erano sistemati sei cavalli, due dei quali erano Aurènfaie, uno stallone roano e due giumente.

Con l’arrivo dell’inverno era scesa la prima neve, che con il suo manto aveva imbiancato tutto il paesaggio, calando su di esso, oltre al freddo, anche un senso di pace, quasi irreale.

 

Seregil era affacciato alla finestra respirando a pieni polmoni l’aria gelida. Dalla sua bocca fuoriuscivano volute di vapore, che si disperdevano immediatamente.

Fissando l’orizzonte, cercava di svuotare la mente, come aveva fatto tante volte ormai da quando lui e Alec si trovavano in quel magico spazio di terra, riservato esclusivamente a loro.

Quest’ultimo era andato a prendere della legna, preparata durante l’estate e riposta in un ampio spazio all’interno della stalla. Il giovane sopportava il freddo molto più del suo compagno, essendo nato al nord di quelle lande.

Stava tornando verso la ‘casa’, quando scorse Seregil affacciato alla finestra; notando che il giovane Aurènfaie non lo aveva visto né sentito, si avvicinò quatto quatto. Posando, senza far rumore, la legna a terra, prese una grossa manciata di neve, appallottolandola prese la mira e, lanciò la palla cristallina contro il ragazzo, centrandolo in pieno volto. Seregil si riscosse a quell’improvviso impatto rabbrividendo per il freddo contatto con la neve. Sentiva le risa del giovane biondo, che si stava contorcendo su se stesso, tanto erano potenti. Il moro lo squadrò con aria irritata, poi asciugandosi il viso si mise un giaccone rivestito di pelo di lupo e, uscì dirigendosi a passo deciso verso l’altro.

 

< Cos’è che ti diverte tanto? >

 

Disse con finta irritazione. L’altro aveva le lacrime agli occhi, per il tanto ridere, poi riuscì a smettere ed a rispondergli con voce divertita.

 

< Avanti Talì…insomma..ti ho beccato in pieno e, sembravi uno spaventapasseri..con tutta la neve sul viso e sui capelli!..E poi.. >

 

Si fermò un attimo per ridere nuovamente, poi continuò.

 

< E poi..dovevi vedere la tua espressione!..Assomigliavi a Thero quando era ancora uno stoccafisso!! Eh..Eh.. >

 

Seregil assunse un’aria minacciosa, poi si avvicinò maggiormente al giovane e, con una mossa decisa, lo fece capitombolare a terra. L’altro, seppur infreddolito, continuava a ridere senza sosta. Poi, vedendo l’altro che iniziava ad incamminarsi verso la casa, si sporse in avanti e, gli si aggrappò ad una caviglia facendolo rovinare a terra, con un balzo gli si gettò addosso schiacciandolo maggiormente sulla fredda neve.

 

< E adesso?! Cosa fai?..ti ho fregato un’altra volta..eh..eh.. >

 

Seregil non rispose, rimase fermo sotto il corpo di Alec, sentendolo ridere rumorosamente e facendogli credere di essere sotto il suo ‘potere’. Di scatto invertì le posizioni, sorprendendolo. Il ragazzo smise di ridere, vedendo l’espressione cinerea nel volto dell’altro.

 

< Questa volta me la paghi..piccolo cucciolo! >

 

L’altro stava per ribattere, quando d’improvviso le sue labbra vennero catturate da quelle dell’Aurènfaie, sigillandole in un violento quanto passionale bacio. ‘èh no..bastardo figlio di Aura..non mi fermerai tanto facilmente!’ così pensando Alec lo strinse forte a sé, mentre cercava di girarlo nuovamente, per ottenere il controllo su di lui, presero, però, a rotolare lungo una discesina che portava all’imboccatura del bosco, fino a farli cozzare violentemente in un grosso tronco disteso a terra. Gridarono all’unisono per il dolore. Ancora avvolti nell’abbracci, Seregil e Alec imprecarono l’uno contro l’altro.

 

< Per le interiora di Bilairy Alec!..Avremmo potuto ammazzarci! >

 

< Abbiamo la testa troppo dura, perché questo avvenga! E poi..se non ti fossi sbilanciato in quel modo..non sarebbe successo tutto questo! >

 

< AH!..e così è colpa mia?! >

 

Sghignazzando Alec rispose con finta riverenza.

 

< Sì..mio caro Lord Seregil ì Korit Solun Meringil Bòkthersa!..è colpa tua! >

 

Seregil lo guardò con i profondi occhi grigi, cercando di intimidirlo, senza però riuscirci.

Si abbassò verso di lui e, questa volta le sue labbra premettero con più dolcezza su quelle di Alec. Quest’ultimo accettò e ricambiò il bacio. Poco dopo sentì fra le proprie braccia, il corpo snello di Seregil tremare con violenza.

Staccandosi con riluttanza dalle labbra dolci dell’amante lo guardò con fare protettivo.

 

< Propongo di proseguire in casa..che ne pensi? Stai tremando come una foglia >

 

L’altro gli sorrise dolcemente e con un cenno d’assenso si alzò aiutandolo ad alzarsi.

Arrivati in casa, quest’ultimo non ebbe il tempo per fiatare, che subito Seregil lo aveva inchiodato al muro con il proprio corpo, cospargendogli il volto di baci. Preso alla sprovvista, Alec si riscosse poco dopo. Con le braccia circondò la vita del suo talìmenios, per poi iniziare a togliergli i vestiti zuppi per la neve, l’altro fece lo stesso. Si trovarono ben presto nudi, con i propri corpi che aderivano come fossero  stati uno solo. Il corpo di Alec emanava un caldo tepore, nonostante il contatto prolungato con la neve, Seregil si sentì invadere da quel calore, contro il proprio corpo gelido. Ad un tratto una mano fina ma piena di calli di Alec, prese la sua, senza dire cosa alcuna lo trascinò lentamente verso il loro giaciglio, coperto di pelli di animali, che recavano loro molto calore e conforto.

Seregil lo spinse lentamente sul letto, sdraiandosi poi sopra. Continuando a coprirlo di baci e piccoli morsi. D’un tratto alzò la testa andando ad incontrare con i propri occhi i laghi azzurri e pieni di desiderio di Alec. Piegando la bocca in quello che era il suo solito sorriso, sussurrò piano, senza distogliere lo sguardo.

 

< Ti ho mai detto quanto Ti Amo..Talì?! >

 

L’altro spalancò gli occhi splendenti, poi contorse la bocca in una buffa smorfia e rispose..

 

< ..Vediamo..vediamo..NO, non me lo hai mai detto! >

 

Seregil spalancò gli occhi e, portandosi una mano sul cuore, rispose con tono drammatico..teatrale.

 

< Per Aura!..come ho potuto compiere un gesto tanto scortese nei tuoi confronti..mio giovane Sir Alec!..ma non angosciarti..rimedierò al più presto! >

 

Così dicendo, carezzò dolcemente la liscia e abbronzata guancia del giovane, accostandosi poi al suo orecchio, sussurrò ancora..

 

< ..TI AMO..TALI’..Credo di averti amato da subito! >

 

Senza ricevere risposta di sorta, continuò sempre in tono sommesso, questa volta incrociando i suoi occhi.

 

< Ricordati..’finché avrò un posto nel tuo cuore..sarò soddisfatto!’ >

 

Alec gli sorrise, poco dopo lo attirò a sé, in modo da avere le labbra dell’altro vicine alle proprie, quasi a sfiorarsi.

 

< Allora..lo sarai per molto..molto tempo!..TALI’..Anche io TI AMO..con tutto me stesso.. >

 

Detto questo lo baciò, all’inizio con un lieve e casto poggiarsi di labbra,poi pian piano le loro bocche iniziarono a muoversi in una sensuale danza, accompagnate dalle lingue impazienti d’incontrarsi, per giocare a rincorrersi a vicenda. Le loro dita s’intrecciarono fino a far sbiancare le nocche.

Seregil lasciò respirare l’altro staccandosi dalla sua bocca, scivolando lungo la guancia tempestandola di baci, fino ad arrivare alla sottile linea della mascella, soffermandosi con cura su di essa, per poi scendere al disotto facendosi strada verso il collo e, seguire la lunga linea che lo portava all’incavo formato dalla clavicola affusolata, introducendovi al lingua per assaporare meglio il sapore di quella che era una pozza vuota, come a volerla riempire della propria saliva. Risalendo lentamente, andò ad esplorare dietro l’orecchio, per poi dare qualche morsetto nel lobo tenero e succhiarlo, facendo sospirare forte Alec. Le mani di quest’ultimo divincolatesi da quelle dell’amante, erano andate a poggiarsi sul petto dell’Aurènfaie, per disegnare le linee dei pettorali, scendendo lungo gli addominali torniti. Un corpo che conosceva bene, che dava lui emozioni sempre più forti ogni volta che lo sfiorava. Seregil sempre preso da quel tenero bocciolo, gli aveva inconsciamente posato la mano sulla testa, iniziando a giocherellare con le ciocche dorate. Quel gesto rilassava ed al contempo, eccitava entrambi in un modo disarmante. Alec cominciò ad accarezzare delicatamente il collo dell’amante fino ad arrivare a toccargli il volto minuto e, raggiungere le labbra ancora impegnate con il suo lobo ormai arrossato. Cogliendo la tacita richiesta, Seregil si divise da questo per andare ad incontrare le sue labbra morbide. Baciandolo con passione, l’Aurènfie si alzò mettendosi in ginocchio circondando le gambe tornite dell’altro.

Porgendogli la mano, l’aiutò ad alzarsi in modo da poterlo stringere in un tenero abbraccio, così da poterlo guardare nelle polle turchesi.

 

< Ah..Talì..>

 

Il giovane lo guardò senza dire parola alcuna, sapendo che il proprio amante avrebbe continuato a proferire verbo.

Infatti…

 

< Sei il dono più prezioso che Aura mi abbia fatto..sei l’essere che mi ha fatto rinascere…vorrei un giorno, portarti nelle mia terra..nella NOSTRA terra, per farti vedere la bellezza che la avvolge. Alec..io.. >

 

Il ragazzo venne interrotto dalla pressione di un dito, poggiatosi sulle proprie labbra. Un sorriso in tralice spuntò su di esse, che venne immediatamente ricambiato. Il metà ‘faie lo trasse a sé, facendogli passare le proprie dita nella chioma scura, inabissandosi nelle profonde pozze cenerine con le proprie iridi. Lo baciò, per poi dividersi, un istante dopo da quelle labbra dolci, per sussurrargli..

 

< Ci andremo Talì..ci andremo. >

 

Quelle parole fecero battere maggiormente il cuore di Seregil. Quest’ultimo lo strinse ancor più forte, tempestandolo di baci, carezze, fino a che crollarono nuovamente sul letto. Seregil percorse tutto il corpo snello dell’amante con le labbra, segnandolo in alcuni punti con piccoli succhiotti. Alec s’inarcava e gemeva senza controllo, quando infine Seregli si avvicinò con le labbra sul suo membro, un urlo soffocato fuoriuscì dalla bocca del giovane. L’altro lo avviluppò in tutta la sua lunghezza iniziando a spingere su e giù e, con la lingua ci giocherellava inumidendolo ancor di più. Alec si stava contorcendo per il piacere, si morse un dito per non urlare, o almeno per trattenersi quanto poteva. Seregil allungò il proprio braccio verso quello dell’amante, tirandolo dolcemente, in modo da liberargli le dita dalla stretta delle labbra. Non voleva che smettesse di urlare. Non voleva che cessassero di gridare il suo nome.

 

< AAH…mmmh..Ser.. >

 

Seregil si divise dal pene di Alec, quando questo si fu svuotato all’interno della propria bocca. Gli allargò le gambe sode per prepararlo alla penetrazione.

 

< Ser..aaahhh..SEREGIL… >

 

< Talì…>

 

Con una spinta decisa entrò in lui, fermandosi per un istante. Poi iniziò la lenta danza della passione..dell’amore. gemiti d’entrambi si disperdevano nella stanza, i corpi sudati si strofinavano l’uno contro l’altro con forza e, allo stesso tempo dolcezza, dita intrecciate si stringevano spasmodicamente, ciocche nere si mescevano a quelle dorate. Si sciolsero all’unisono in un orgasmo feroce e voluttuoso, crollando sfibrati l’uno sopra all’altro.

I respiri affannati erano l’unica cosa percepibile all’interno del rifugio. Pian piano si placarono, le loro mani rimaste allacciate, adesso erano poggiate sul torace di Alec, dove si poteva sentire il battere efferato del suo cuore, come se volesse uscirne e gridare la propria estasi. Seregil aprì gli occhi, che fino a quell’istante aveva tenuto chiusi, guardava il giovane che stava lentamente assopendosi.

Un volto d’angelo.

Un angelo innocente, che LUI..aveva mutato troppo velocemente, trasformandolo in un uomo.

Quel giorno nel quale lo aveva tratto in salvo dalla prigione di Asengai, aveva avuto paura di vedere solo ciò che voleva vedere. Invece, finalmente, dopo tanti..troppi anni, quello non era un sogno..un’illusione..ma una realtà.

Dopo la morte del suo maestro..suo secondo padre, Nysander..aveva passato un lungo periodo senza provare sentimento alcuno..pur sapendo di averlo, rinchiuso da qualche parte nel proprio cuore. Ma poi, grazie a quella creatura, figlia di Dalna e Aura, aveva ripreso a vivere. Il suo cuore aveva ricominciato a battere e, con l’aiuto del suo piccolo Talì, era riuscito, non a dimenticare..ma a far affievolire il dolore che provava, con l’amore che gli veniva elargito e, che poteva donare a sua volta.

Passò lentamente un dito sulle labbra rosa, socchiuse del suo adorato, disegnandone il contorno con estrema rilassatezza, seguì poi, la linea del naso, dello zigomo..fino a quando non incontrò i due laghi azzurri, che lo fissavano con immensa dolcezza. Seregil non si era accorto che il giovane si era destato. I suoi occhi languidi lo avevano colto di sorpresa, tanto da fargli perdere un battito.

 

< Seregil..c’è qualcosa che non va?.. >

 

La sua voce era poco più di un sussurro. L’Aurènfaie sorrise scuotendo la testa in segno di diniego.

 

< ..No Talì..è tutto a posto..>

 

Rispose anch’egli con tono sommesso.

Lo baciò sulla fronte, sfiorandolo appena, poi continuò.

 

<..Dormiamo adesso..>

 

L’altro annuì, ma prima di chiudere gli occhi, si avvicinò all’orecchio del compagno e, gli sussurrò..

 

< Ti Amo..Seregil..Ti Amo con tutto me stesso. E lo farò finché la Creatrice e Aura me lo permetteranno. >

 

L’altro ricambiò quelle parole con un dolce sorriso, poi, stringendosi ancor di più, s’addormentarono.

 

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Un timido raggio lunare andò a poggiarsi sulle palpebre abbassate di Alec, che si destò a fatica. Dalla posizione della luna, poteva vedere che non era ancora arrivata la mezzanotte. Seregil era addormentato accanto a lui, stringendolo in un tiepido abbraccio. Alec cercò di alzarsi senza svegliarlo. Dirigendosi verso la piccola finestra, vi guardò fuori, osservando la neve cristallina illuminata dalla timida luce della luna. Stava per chiudere le imposte, in modo da non far destare l’amante da quei lievi bagliori, quando avvertì un tocco sulla propria spalla. Quel tocco che conosceva bene e, che poco dopo si trasformò in un abbraccio, circondandogli la vita sottile. Labbra tiepide gli sfiorarono il collo. Seregil lo fece voltare, in modo da incrociare le polle turchesi con le proprie grigie.

 

< Cosa fai?..>

 

Sussurrò.

 

< Scusa..non volevo svegliarti..>

 

< Non lo hai fatto..è stata lei..>

 

Così dicendo indicò la luna con un dito sottile, sfoggiando il suo solito sorriso in tralice e poggiandogli delicatamente le labbra sulle sue.

Rimasero per qualche istante ad osservare il satellite, poi chiusero le imposte e tornarono a letto.

Abbracciandosi nuovamente, ritrovarono ben presto quel dolce tepore che li aveva avvolti, fino a qualche momento prima. Dopo essersi sussurrate altre affettuose parole, sprofondarono in meravigliosi sogni, dove erano protagonisti e, percorrevano in lungo e in largo una splendida terra.

Aurènen.

 

 

Fine (?)