Nedestro: figlio illegittimo, ma riconosciuto.
Le terre aride e le sacre cose di Hali, sono nomi presi direttamente dai libri di Darkover, così come le formule usate da Akira per il suo giuramento.
Questa ficcina è dedicata a Sky per il suo compleanno!!!!
Tenerezu
Capitolo 2
di Isarma
Tutto cambia e nulla cambia, e così, anche adesso che sto ripercorrendo la strada che mi porterà a quella che ora chiamo casa, osservo il paesaggio della mia terra, sempre uguale a sé.
Non mi sono mai soffermato a pensare come questo mondo possa apparire agli occhi degli abitanti di Gea.
Alieno, senz’altro, così come i nostri costumi e le nostre abitudini, se solo sapessero la reale portata dei nostri poteri…
Ma Hisashi e Kiminobu hanno fatto di tutto perché non li scoprissero mai, forse, temevano che le mire espansionistiche del Senato sarebbero diventate maggiori nei nostri confronti.
Alcuni di noi, adeguatamente addestrati e sufficientemente dotati, possono diventare un’arma vivente, ed allora una guerra sarebbe divenuta inevitabile.
La nostra gente sfruttata, resa schiava, impazzirebbe in un mondo di atelepati, soprattutto i più ‘sensibili’ tra noi, ed è quello che vogliamo evitare.
Se scoppiasse un conflitto potremmo intimorirli e scacciarli da Kanagawa ne sono sicuro, basterebbe un cerchio composto dai più potenti, ed un matrice di dimensioni abbastanza grosse per spazzarli via, ma tutto questo innescherebbe una faida che noi forse potremmo vincere, tuttavia potrebbe causare la distruzione della nostra terra così come la conosciamo.
Ed io sono preoccupatissimo per le parole di Toru e Kenji, possibile che alcuni Comyn non capiscano in che situazione di delicato equilibrio ci troviamo?
Anch’io voglio che il mio mondo resti libero, proprio per questo accettai il matrimonio con Akira, ma se il matrimonio verrà sciolto allora nulla impedirà ai Geoti di usare l’annullamento come scusa per attaccarci.
E poi… non voglio separarmi da lui, per la prima volta in vita mia provo delle emozioni che io non sono in grado di controllare e che solo lui sa provocarmi. Quando ieri ci siamo baciati io… non mi ero mai sentito così.
Una sensazione strana, di vertigine, uno sfarfallio nello stomaco, ma… era bello e molto piacevole. Diverso e spaventoso al contempo, perché non comprendo nulla di quello che mi sta accadendo, ed ora vorrei tanto che Ryonan non gettasse un’ombra così forte su di me.
Oscura l’uomo che potrei essere, per troppo tempo ho vissuto solo come un canale per il potere.
È terribile ciò che chiediamo ai nostri tenerezu per poter sopravvivere, se solo avessi realmente compreso il prezzo da pagare…
Ed ora capisco Kaede, ed intendo il suo rifiuto, già allora lui sapeva. Vorrei che lui e Sakuragi fossero al mio fianco, che anche loro combattessero con noi, in Consiglio, ed aiutassero me ed Akira.
Ieri è stato tutto molto dolce e tenero.
Il rimanere semplicemente abbracciati, baciandoci: mi sono sentito felice per la prima volta in vita mia, eppure ho percepito in lui una tensione inconscia che so non ammetterà neanche a se stesso.
Mi desidera, per quanto tempo potrà accontentarsi dei semplici abbracci e dei soli baci senza soffrirne?
Mi volto verso di lui ed osservo il suo profilo, credo che possa essere considerato bello, non so, non ho mai realmente guardato la presenza fisica di una persona né mi è mai realmente interessata.
Il viso di Akira, però, è sempre luminoso, un sorriso scanzonato spesso tende le sue labbra, ed a volte esso è meravigliato come quello di un bambino davanti ad una nuova scoperta, proprio come adesso.
“Cos’è quello Hiro?”
“Un prato di fiori Akira, non li avevi mai visti?”
Lo vedo scuotere il capo ammirato. “Mai così tanti e mai all’aperto, nati spontaneamente”
Dirige il cavallo verso il prato e scende dalla groppa velocemente: è semplicemente estasiato “Come profumano!”
Ride felice ed una morsa strazia il mio petto. Se davvero mi esamineranno sapranno che sono ancora vergine e forse riusciranno ad allontanarlo per sempre da me e da Kanagawa e so che ne soffrirebbe terribilmente, eppure ho paura che, amandomi, io non sarò in grado di renderlo felice.
“Hiro…” la sua voce è dolce e calda quando si rivolge a me, il suo sorriso è talmente innamorato che mi spezza il cuore.
“Cosa c’è?”
“Nulla”
“Non mentire, non con me.”
Smonto anch’io da cavallo e mi siedo accanto a lui.
“Stavo ripensando a quello che mi hanno detto Toru e Kenji”
Lo vedo riflettere “Uhm…in effetti, non capisco. Su Gea erano tutti entusiasti di poter stringere questa alleanza con voi, di poter rimanere in rapporti amichevoli e di continuare a mantenere lo Spazioporto. Siete uno snodo importante per altre rotte e per la conquista di eventuali nuovi pianeti.”
“Lo so. Ma a noi non piacciono gli stranieri e finora non abbiamo mai avuto bisogno di nessuno. Molti di noi vorrebbero fare finta che voi non siate mai esistiti, ma la tua presenza è impossibile da ignorare.”
“Ma Hisashi è il re!!”
“Il re, non un tiranno. Lui governa questa terra ed il Consiglio, eppure ha bisogno anche dell’appoggio degli altri membri, per lo meno della maggior parte. Dobbiamo evitare le lotte intestine, lo capisci Akira? Non sopravvivremmo ad un’altra guerra civile.”
“Sì lo capisco.” sospira sconsolato “Io, però, credevo davvero a quello che ti ho detto ieri, Hiro, non voglio rinunciare a te.”
“Lo so, neanch’io.”
“E poi, Hiro, come potrebbero accorgersi che il matrimonio non è stato consumato?”
“Esaminandomi”
“Sì, sì ho sentito quello che dicevate ieri, ma… insomma… mica…”
E’ imbarazzato, non credevo fosse possibile, mi è parso abbastanza disinvolto, se così si può dire.
“Possono esaminarmi col laran o fisicamente” lo vedo sbarrare gli occhi “Sì, potrebbero farlo, a loro rischio e pericolo. So che Hisashi farà di tutto per impedirlo, ed anch’io” ed il mio sguardo è duro, non permetterò a nessuno di trattarmi come… non voglio pensarci!
Ma io sono stato Hiroaki di Ryonan, e sono figlio di re, nessuno può permettersi di umiliarmi, ed un simile trattamento lo sarebbe, non sono una giovenca da dare al miglior offerente!
Odio tutto questo! Gli intrighi, la smania di potere di alcuni di noi, sperano così facendo di scalzare Hisashi dal trono!
Idioti! Così riusciranno solo ad indebolirci ed a consegnarci nelle mani di Gea.
Ed il padre di Akira non accetterà che nessun altro diventi lo sposo di suo figlio, lo considererebbe un affronto, e poi… se dovesse succedere qualcosa ad Hisashi od ai suoi figli, secondo lui, io gli succederei e di conseguenza Akira……
Sospiro scuotendo il capo, vorrei fuggire da tutto questo, ed ora capisco cosa mio fratello sia stato costretto ad affrontare in questi dieci anni, e le riunioni del Consiglio… le ho sempre detestate quando ero Tenerezu, ed ora… sarà ancora peggio.
“Hiro… ascolta credi che sia un problema solo il fatto che sono di Gea?”
“No, il problema sono io…”
“…… perché sposando te chiunque si avvicina al trono, in fondo. Hisashi si espone ai pericoli, non si tira mai indietro, una scaramuccia più pericolosa, una situazione che sfugge di mano: due mesi fa, è stato molto vicino a morire, e poi… la vita dei bambini piccoli è ben fragile cosa.”
Come me è arrivato alle mie stesse conclusioni, buffo avere una mente politica così acuta per una persona che ha detto sempre di disinteressarsi degli affari di stato.
“In un certo senso Akira tu sei la nostra assicurazione sulla vita perché non hai nessun interesse per il potere, e finché sono sposato con te…”
“…… nessun altro può reclamare diritti.”
“Sì”
“Sei una specie di Elena di Troia.”
“Hn?” sollevo un sopracciglio interrogativo, non capisco, lui mi osserva divertito.
“Una regina leggendaria, molto bella, il cui rapimento (tra l’altro proprio di ratto non si poteva parlare) fu la causa scatenante della guerra tra due nazioni. Ovviamente, lei fu solo una scusa”
“Hn” grugnisco in risposta, che paragone! Anche se temo che non sia completamente sbagliato.
“Se potessi, Hiro, ti rapirei davvero e ti porterei lontano da tutti, in modo che nessuno ti trovi e possa separarti da me” e mentre parla si è avvicina a me, appoggia il suo corpo sul mio, un suo braccio circonda le mie spalle, e mi attira a sé. Il suo volto si fa sempre più vicino, e le sua labbra accarezzano il mio collo. Io mi irrigidisco, provando un contatto così intimo con lui. E' diverso dai baci di ieri sera, questo è più… sensuale. Mi alzo di scatto e mi allontano da lui.
Akira mi guarda stranito e mortificato. “Scusami”
“No, nulla, solo… dammi tempo Akira.” anche se ho paura che di tempo noi non ne avremo molto.
“E’ tardi, andiamo” e mi dirigo verso i cavalli.
La verità è che ho paura della possibilità di un altro contatto intimo tra noi. Kami, Kami! Io non sono ancora pronto, ed a volte ho timore che non lo sarò mai, eppure… quanto Hisashi riuscirà a resistere in Consiglio senza che cerchino di sciogliere il matrimonio? E quanto tempo Akira potrà sopportare questa tensione tra noi? Non chiede nulla, lascia che sia io ad avvicinarmi a lui, tuttavia in alcuni momenti, come questi, io sento il suo bisogno di me.
L’ho ferito, ma non volevo, ho solo il terrore di… di cosa? Di scatenare il mio potere contro di lui se mi sentissi minacciato? E come potrei sentirmi minacciato da lui ? Io…… sospiro disperato, vorrei solo essere felice con lui, solo questo…
“Hiro, va tutto bene”
“No, non è vero! Non va tutto bene!” urlo, come è possibile che io perda così il controllo con lui? È questo che mi terrorizza, io sono un Guardiano! No lo ero… ma i miei poteri sono gli stessi, devo esercitare un dominio ferreo su di me. Ora credo di capire perché non possiamo avere contatti con le altre persone, perché non possiamo innamorarci: sono le emozioni che ora mi guidano e inesorabilmente mi conducono a lui.
“Hiroaki ascoltami” la suo voce è seria e calma, mi volto e lo osservo, mi sembra forte ed incrollabile e con i nostri vestiti è ancora più imponente.
“Continueremo come abbiamo fatto finora”
“Ma tu soffri!”
Lo vedo sospirare. “Sì, perché ti amo e ti desidero, le due cose non sono scindibili per me, ma tu credi che io sia un animale che non riesce a controllare i propri desideri? Quando tu sarai pronto, allora, e soltanto allora, faremo l’amore. Per il resto…beh affronteremo gli altri problemi di volta in volta. Di cosa hai paura, cosa ti spaventa maggiormente quando io approfondisco il contatto fisico con te?”
Accarezzo il collo del mio cavallo e mi allontano da lui, riavvicinandomi ad Akira, non so come potrò spiegargli il condizionamento del Guardiano, ma forse questo potrebbe aiutarci…
“Quando decisi di affrontare l’addestramento di Tenerezu credevo di sapere a cosa andavo incontro ed a cosa stavo rinunciando. Mio padre era appena morto lasciando soli me ed Hisashi. Io ero il figlio minore, il meno dotato, il meno forte, ma… non aveva importanza, il mio carattere era troppo diverso da quello del re, non siamo mai riusciti a capirci, tuttavia allora dovevo scegliere cosa fare. Ero da poco stato in una torre ed avevo trovato qualcosa che mi riusciva bene: controllare il laran. A Shohoku non contava di chi tu fossi figlio e lì io non ero il fratello di Hisashi Mitsui, il monarca, semplicemente ero Hiroaki, e valevo soltanto per me stesso.” mi osserva interrogativo.
“Le torri principali sono quattro: Shohoku, Ryonan, Kainan, Shoyo. La torre di Ryonan è per tradizione la più importante perché è nelle terre dei Mitsui che sono sempre stati i signori di questo mondo. In realtà, ora come ora, da quando me ne sono andato da Ryonan è la torre di Shohoku la più potente. Io ho studiato lì con il tenerezu Anzai. Comunque… mi piaceva l’atmosfera di una Torre, quel senso di comunanza con chi vi abita, per questo desiderai vivere lì. Per la prima volta sentivo di far parte di una famiglia. Oh non fraintendermi! Io volevo molto bene ad Hisashi e lui ne voleva a me, lo sapevo, ma un fratello non può da solo costruire una famiglia, e poi… cinque anni sono tanti e lui non poteva trascorrere il suo tempo dietro ad un ragazzino. Così quando Anzai mi disse che ero potente e che sarei stato un ottimo tenerezu, decisi di accettare la sua proposta, pensai che sarebbe stata la scelta migliore. Il primo anno di addestramento fu terribile, io dovevo imparare ad essere distante da tutti, a non cercare contatti fisici con nessuno, perché rammentassi sempre il mio ruolo avevo…” mi accarezzo nervosamente le cicatrici che costellano i miei polsi, ed Akira se ne accorge, alza la mano, quasi come se volesse sfiorarle gentilmente, ma si ritrae avvilito “… aiuti alla memoria, queste cicatrici lo sono, se avessi toccato qualcuno, beh…”
“E’ terribile!” lo vedo esclamare inorridito.
Scuoto lo testa “Era necessario, e nessuno mi ha mai costretto ad un simile ruolo, sono stato io ad averlo deciso.”
“Sì ma…”
“Comunque poco per volta imparai a rimanere distante da tutti, a mantenere il controllo sulle mie emozioni, anche perché mi ero quasi convito di non averne, e soprattutto ero in grado di far confluire il potere del cerchio in me e di usarlo per i nostri scopi. Non sono molto cambiato fisicamente da quando ho concluso il mio addestramento”
“Sì, è come se tu fossi sospeso fra l’adolescenza e l’età adulta, non dimostri davvero ventitre anni, forse sedici, non di più” mi accarezza gentilmente la gota ed io appoggio il mio viso tra le sue mani, sono così grandi, mi piacciono molto.
“Non hai barba”
“Lo so, credo che in qualche modo l’essere Guardiano abbia rallentato il mio sviluppo fisico. Io… non ho mai provato quei desideri di cui parli tu, non… ho mai reagito fisicamente di fronte ad un’altra persona.”
“Capisco. Ma ora quando io ti tocco non ti ferisci più vero?” è angosciato, l’ha molto turbato sapere la provenienza delle mie cicatrici.
“No, dopo il primo anno non ne ho più avuto bisogno, io stesso rifuggivo il contatto fisico e poi… non mi turbava più sfiorare le altre persone.”
“Ed Hisashi te lo ha permesso.”
“Non biasimarlo Akira, glielo chiesto io. E poi… lui non è mai stato in una torre, solo il tempo necessario per preparare il suo laran, non sapeva davvero come era l’addestramento di un Guardiano”
“Quando io ti accarezzo o ti bacio, cosa provi Hiro? Ti da fastidio o ti lascia indifferente?” e la sua voce trema, deve essergli costato molto pormi una simile domanda, penso che si senta rifiutato e non deve essere una sensazione piacevole.
“No, nessuna di queste due, non credo di provare il tuo trasporto, ma non ti sono indifferente, è bello quando tu mi baci, mi piace quando mi accarezzi, ma mi spaventa anche.”
“Perché?”
“Non lo so, ma… per questo prima mi sono allontanato da te Akira, avevo timore di poter reagire”
“Ed è un male?”
E’ molto sorpreso.
“Sì, a meno che tu non voglia diventare arrosto.” rispondo acido.
Mi guarda sbarrando gli occhi, ehm… sì, in effetti, non sono stato molto diplomatico. “Chi tocca un Guardiano rischia la vita e la ragione, ricordi? Affinché rimanessimo vergini siamo stati condizionati a reagire contro chiunque tenti di usarci violenza”
È allibito e ferito: “Tu credi che io potrei farti una cosa simile? Io voglio fare l’amore con te, non scoparti!” è furioso, non gli ho mai sentito usare un simile linguaggio, non è da lui. “Tu pensi davvero che io sarei capace di una simile azione? Io disprezzo chiunque agisca così!” sta gridando, e si è allontanato da me.
“Lo so Akira!”
La mia calma lo fa infuriare ancora di più.
“Lo sai? Ed allora come puoi anche solo avere un simile pensiero!?”
“Non è così, Akira” è la mia flebile protesta “per favore!”
Si volta verso di me ed io leggo dolore nel suo sguardo; lo sto rendendo infelice, sarà sempre infelice con me, come posso fargli questo? Sento che i miei occhi si stanno riempiendo di lacrime, ma con rabbia le ricaccio indietro. Il mio corpo trema. E' terribile essere così vulnerabile alla sua sofferenza e lui non è assolutamente in grado di schermarsi, ma è quello che merito per aver averlo ferito.
“Ed allora com’è Hiro?” si è di nuovo avvicinato a me, la sua voce si è addolcita, solo è un po’ triste.
“Io… io sono stato condizionato così” non oso guardarlo in faccia “Mi ci vorrà del tempo perché riesca a liberarmi da tutto questo”
“Va bene” mi abbraccia, ma non mi stringe a sé, aspetta una mia mossa, ed io mi stringo a lui nascondendo il volto nel suo petto, respirando a fondo il suo profumo, lasciandomi cullare dalla sua voce.
Eppure provo ancora una sensazione di disagio, come l’eco lontana di un avvertimento importantissimo.
La stagione del Consiglio è iniziata e la nostra Capitale si è animata, sono molti i mercanti giunti in città sperando così di incrementare le vendite delle loro merci.
Il Consiglio è, dopotutto, l’organo di governo di Kanagawa e ogni anno, per alcuni mesi, si radunano qui tutti i rappresentanti più importanti delle famiglie dei domini per decidere alcune cose sull’amministrazione del nostro mondo, anche se ovviamente la risoluzione finale spetta ad Hisashi.
Non sono ancora arrivati tutti naturalmente, ma ieri sera quando io ed Akira siamo tornati abbiamo incontrato Toru e Kenji ed abbiamo cenato con loro, e poco dopo sono arrivati anche Jin e Fukuda.
Le torri, ogni anno, devono mandare due rappresentanti per discutere dei problemi che sono sorti. Di solito sono il Guardiano ed il Vice-guardiano, ma nel caso di Shohoku, Anzai è oramai troppo vecchio per viaggiare e così sono alcuni anni che questo ruolo è ricoperto da Kaede ed Hanamichi, che tra l’altro sarebbe anche il signore di uno dei domini più importanti, anche se ha rinunciato a tutti i suoi diritti di successione a favore del suo scudiero e figlio nedestro di suo padre, Yohei Mito.
Yohei mi piace molto come persona, è pacata ed acuta, è un buon osservatore e molto spesso i suoi consigli sono stati utilissimi ad Hisashi.
Mentalmente ripasso i nomi delle persone che parteciperanno al Consiglio, contando coloro che potranno essere nostri alleati e coloro che, invece, saranno nostri nemici.
Il problema principale di questa sessione sarà probabilmente proprio il mio matrimonio, e ciò che questo comporta: un’alleanza con i Geoti. Alcuni non la accetteranno mai, ha ragione Kenji, ed ora mi chiedo se Akira sia in pericolo, se potrebbero tentare di ucciderlo per liberarsi di lui.
“Buongiorno” è entrato Kimi nella stanza da pranzo.
“’Ao”
“Eloquente come sempre, eh Hiro?” è arrivato anche mio fratello che si china a scompigliarmi gentilmente i capelli.
“Dov’è Akira?”
“Sta ancora dormendo” e sospiro.
Ieri è rimasta, per tutto il tempo, una notevole tensione tra noi. Non era più arrabbiato con me, comunque difficilmente dimenticherà quello che ci siamo detti, e la sera, una volta rimasti soli, Akira è riandato a dormire nella sua stanza, non è voluto rimanere nel letto a fianco a me. Mi ha detto che era meglio così.
Ed io che credevo che parlare del mio addestramento, cercare di fargli capire come fossi stato condizionato sarebbe stato meglio! Era ovvio che non potesse comprenderlo fino in fondo, che in qualche modo si sentisse rifiutato. Chiunque non viva nelle torri ha delle difficoltà, figuriamoci un Geota, solo pensavo che con lui sarebbe stato diverso.
“Hiraoki?” la voce gentile di Kogure mi distoglie dai miei pensieri.
Faccio un gesto vago con la mano come a dire che non è niente, come se fosse possibile mentire tra telepati!
Gli occhi cupi di Hisashi mi scrutano con attenzione.
“Cosa è successo fratellino?” e la dolcezza nella sua voce mi commuove, sto per rispondergli, quando la causa di tutti i miei problemi varca la soglia della stanza.
“Buongiorno” Akira si avvicina al tavolo assonnato e con un aspetto terribile, non deve aver chiuso occhio.
“Dormito bene?” è la domanda gentile di Kimi.
“No” secco, quasi scortese, e senza l’ombra di un sorriso. Kami, cosa ho fatto?
Lo vedo arrossire imbarazzato. “Scusa, non volevo essere scorbutico, è che davvero ho dormito malissimo.”
Kiminobu gli sorride scusandolo, ma Hisashi… lo osserva attento e vorrei tanto capire cosa gli passa per la testa, ma è perfettamente schermato, nessuno dei suoi pensieri giunge fino a noi.
“Akira è bene che io parli chiaramente: quando vi ho fatto sposare accettando la proposta di tuo padre ho ritenuto che questa fosse la cosa migliore da fare. Ho dovuto affrontare una dura ostruzione da parte di alcuni membri del consiglio, ma loro non conoscevano ciò che sapevo io: Gea era pronta a muoverci guerra.”
Fa una pausa come se desiderasse farci assorbire la notizia, Kami, ma sono folli! Cosa potrebbero ricavarne?
“Ovviamente loro non conoscono la reale portata dei nostri poteri. Vinceremmo noi, ma con danni notevoli e forse il nostro mondo faticherebbe a riprendersi, ed è questo che io ho voluto evitare. Ora tuo padre avanza dei diritti, dicendo che se accadesse qualcosa a me od ai miei figli, sarebbe giusto che fossi tu a succedermi” lo vedo sorridere ironico “di te Hiro non tiene proprio conto.”
Già, ho notato. Si vede che non conosce bene la nostra terra e le sue tradizioni, io succederei ad Hisashi, non certo Akira, lui non avrebbe il benché minimo potere decisionale, anzi forse sarei anche costretto a ripudiarlo…
“Ora quello che io ti chiedo è che tu giuri fedeltà a Kanagawa, rinunciando alla tua cittadinanza geota, diventeresti a tutti gli effetti un abitante di Kanagawa. E vorrei che facessi questo davanti al Consiglio. Oh! Non credo che basti a mettere il cuore in pace a tutti, alcuni saranno ancora convinti che tu trami alle nostre spalle, ma penso che chi era indeciso, solo per il fatto che tu fossi uno straniero e perché non ti conosce, si sentirà tranquillizzato, e noi in questo momento abbiamo bisogno di essere uniti. Tuo padre non ha rispettato i patti Akira, e non ha mai rinunciato alle mire espansionistiche su di noi, lo sapevo, a dir la verità, ma credevo di avere un po’ più di tempo. Così non è stato.”
Vedo Akira abbassare il capo, mi sembra piuttosto avvilito, io mi avvicino lentamente a lui e prendo la sua mano tra le mie, non mi interessa quello che farà suo padre, io so che lui non è così.
“Non giudico un uomo dai lombi da cui è stato generato, alcuni di noi, per esempio, non sono figli degni dei loro antenati. A me interessi tu come persona e so che sei incapace di tradire. Sono telepate quanto basta per comprenderlo. Ho solo bisogno che tu convinca i membri del Consiglio indecisi su di te.” e la tranquilla risposta di Hisashi.
Le dita di Akira si stringono maggiormente alle mie, ma i suoi occhi si sono induriti.
“Va bene” è calma e determinata la sua voce, ed ancora una volta io percepisco tutta la sua forza e sicurezza.
“Buongiorno. Hisashi vi ha coinvolto nei suoi intrighi già di primo mattino?” la voce amichevole di Toru attira la nostra attenzione.
“Non sei divertente cugino” è la risposta di Hisashi, ma il suo tono non riesce a risultare arrabbiato come avrebbe voluto.
“Buongiorno a tutti”
“Buongiorno Kenji” è la cordiale risposta di Kimi
Sorrido a loro ed anche Akira finalmente oggi sorride, ora lo sento rilassarsi ed inizia a mangiare di gusto. Come riesca ad ingurgitare così tanto cibo, non so. Io di solito sbocconcello solo, non ho mai molto appetito, tranne dopo aver lavorato in un cerchio, anche se quello che riuscivo a mangiare non era paragonabile a quello che trangugiava Hanamichi.
Chissà se sono ancora alla torre o sono sulla strada che li porterà qui.
Shohoku non è molto lontana, non è tanto lungo il viaggio che sono costretti ad affrontare. Loro non conoscono ancora Akira, non erano potuti venire al matrimonio, e per me allora fu meglio così, tuttavia ora vorrei davvero che mi dicessero cosa ne pensano di lui.
Per ben due anni, prima che io diventassi Guardiano a tutti gli effetti, abbiamo condiviso l’intimità che si stabilisce lavorando nello stesso cerchio e loro mi mancano tantissimo.
“E comunque io non coinvolgo nessuno nei miei intrighi, lo sai Toru, cerco solo di mandare avanti questo mondo, ti lascerei volentieri l’incombenza!”
“No, grazie. Cosa vuoi fare, Hisa, vuoi di nuovo fuggire nelle terre Aride?”
“Hn, molto spiritoso, anche se scommetto che se lo chiedessi a Ryota mi seguirebbe di corsa!” è la sua risposta divertita e nostalgica.
“Riuscire a staccarlo da Ayako? Noo non credo sia possibile!” è la risposta allegra di Toru.
Kimi e Kenji osservano sorridenti i loro compagni, ma entrambi sanno che, forse, tra poco, non avremo più momenti così tranquilli.
Akira mi guarda non riuscendo a capire questo scambio di battute.
“Devi sapere…” inizia a spiegare Toru “… che Hisashi da ragazzo era un vero scavezzacollo, voi Geoti lo definireste una specie di teppista. Una volta quando aveva… uhm mi pare quindici, sedici anni… decise che sarebbe fuggito, diventando un mercenario e rifiutandosi di seguire la strada che era prestabilita per lui prima ancora della sua nascita. Con Ryota Miyagi, ora un responsabile signore dei Comyn, organizzarono la fuga. Ovviamente l’assenza di due eredi dei dominii non poteva passare inosservata, quindi la loro evasione durò solo pochi giorni…”
Kimi sorride al ricordo, ad Hisashi ha fatto bene la sua presenza.
Mio fratello è un impulsivo ed a volte tende ad essere collerico, Kimi stempera questi lati del suo carattere. Io credo che lo renda felice, forse è per questo che Hisa non è più tormentato come io me lo ricordavo nella mia infanzia, a volte mi sembra un uomo che è sceso a patti coi propri demoni.
“Nostro padre era furioso, fu una delle poche volte in cui trovò qualcosa di positivo in me, rispetto ad Hisashi” lo dico senza tristezza o rimpianto, non ha più importanza oramai. La mia vita prima della torre, in verità, mi sembra vissuta da un’altra persona.
“Hiro…”
Sorrido a mio fratello per rassicurarlo, non sto male, non per questo.
-Ti voglio bene, Hiro, sei il mio adorato fratellino. Ti vorrò sempre bene e sarò dalla tua parte qualunque cosa succeda- e nel contatto mentale è impossibile nascondere le proprie emozioni, ed io posso sentire tutto il suo amore per me.
-Grazie- e sono stupito e commosso, non sono da lui simili manifestazioni di affetto.
Akira guarda prima me, poi Hisashi “Succede Akira, se sei in una stanza tra telepati, stanno parlando tra loro, lo hai fatto anche tu con Hiro, no?” gli spiega gentilmente Kenji.
Annuisce tutto soddisfatto, credo che gli piaccia comunicare telepaticamente, in fondo è tutto molto nuovo per lui.
Kenji ora parla seriamente “ Chi credete che si opporrà maggiormente al loro matrimonio?”
“Sawakita” è la risposta sicura di Kiminobu “purtroppo la sua ostilità sarà un problema. In questi anni, Hiro, non ha fatto altro che contrastare tutte le decisioni prese da tuo fratello, in un ostruzionismo stupido e meschino”
“Sawakita è un nome che conosco, credo di averlo visto qualche volta al QG geota”
“E’ possibile”
“Hanamici non lo sopporta” è il commento di Toru.
“No, ma la scimmia rossa non sopporta chiunque tenti di avvicinarsi a Kaede”
“Chi sarebbe la scimmia rossa, sfregiato?” è la domanda provocatoria di Hana.
Sono qui. Imponenti e forti come sempre.
Hisashi sorride loro e si alza per abbracciarli e così fanno anche gli altri.
Akira è spaesato perché non sa chi siano.
“Sono Hanamichi Sakuragi e Kaede Rukawa”
Akira sorride loro, e si presenta.
Entrambi sfiorano il mio polso in una delicata carezza e sento la voce mentale di Kaede raggiungermi.
-Sei felice Hiro?-
-No, ma credo che potrei esserlo con lui, lo sento-
-Ed allora noi faremo di tutto perché tu possa esserlo!-
-Grazie-
-Figurati! Il tensai è sempre stato un uomo generoso- e percepisco la sua risata mentale.
-Dohao!- ma sento il divertimento nella mente di Kaede.
“Teme Kitsune!” è l’avvertimento di Hana.
“Per favore… non ricominciate, ne avrò abbastanza di litigi, oggi, in Consiglio. Viene tuo fratello Hana?”
“Sì” lo vedo sorridere divertito ad Hisashi “ è negli appartamenti del nostro dominio e sta sistemando con Cassandra i bambini.”
Scuote la testa allegro.
“Erano entusiasti del viaggio in carrozza, e poi volevano rivedere gli zii Sashi e Mimi (Soffiooo, perdona il furto!) ed i loro cugini”
“Ci sarà solo Bran, lo riconoscerò come mio erede, gli altri… voglio tenerli il più lontano possibile”
“Temete per loro?”
“Sì.” è la risposta addolorata di Kiminobu. Lui ama profondamente i figli di Hisashi e se uno di loro morisse so che sarebbe un dolore straziante anche per lui.
“Conoscerai tuo nipote Akira” è la gentile osservazione di Kenji.
Vedo il modo in cui lo guardano e gli parlano e so che lo hanno accettato, ma con gli altri non sarà così facile. E quando arriveranno anche Jin e Fukuda io mi sentirò meglio. Sono gli uomini di cui Hisashi si può più fidare.
Su una cosa aveva ragione nostro padre: scegliti bene chi ti sarà fedele, perché la tua durata come re, e la tua forza, dipende anche da loro.
Oggi la stagione del Consiglio è cominciata. Sono arrivati tutti i signori dei domini ed i rappresentanti delle torri. La prima riunione sarà nel pomeriggio.
Vorrei tanto riuscire a trovare una scusa per non parteciparvi, ma non credo che sarà possibile, in più, temo che non essendo più un Custode, nessuno di loro avrà rispetto per me e per la mia scelta.
La cosa divertente è che se io mi fossi ribellato alla decisione di mio fratello, forse avrei avuto il loro appoggio, perché sarei stato considerato come una vittima sacrificale, così invece, credo ritengano io sia un traditore delle loro stupidissime tradizioni.
Non riescono a comprendere che per sopravvivere dovremo mutare parzialmente il nostro modo di vivere.
Hisashi sta gradualmente introducendo delle riforme, e lo stesso siamo stati costretti a fare io ed anche Anzai nelle torri, perché il laran non è più solo una prerogativa dei Comyn ma anche delle persone normali, forse discendenti proprio dei Comyn.
I signori dei vari dominii, per troppo tempo e con troppa generosità, in passato, hanno distribuito i loro favori, e questa è una realtà.
Indosso l’abito cerimoniale blu, colore rappresentativo del mio dominio, e guardandomi allo specchio, anche dal modo di vestire, mi rendo conto di quanto apparentemente sia cambiata la mia condizione.
Ho sempre partecipato al Consiglio come rappresentante di una torre.
Prima come vice-guardiano e poi come Tenerezu.
Ho sempre indossato la veste cremisi, ed ancora adesso mi rendo conto che quando penso a me, mi vedo vestito con essa.
È così strano per me tutto ciò, non sono più un Guardiano, ma non sono neanche una persona come tutte le altre.
L’addestramento condiziona ancora tutta la mia esistenza e, quel che è peggio, anche quella di Akira.
È triste e tormentato, ed ha bisogno di me, di un contatto più profondo.
Sento che i contatti telepatici non gli bastano, sento la sua esigenza e la sua… fame, ma non le comprendo né posso soddisfarle.
Io in questo non posso aiutarlo, ma a volte la sua sofferenza diventa per me intollerabile. Vorrei dargli quello di cui ha bisogno, vorrei poterlo lasciar fare, ma mi rendo conto che quando lui si avvicina più a me, io devo costringermi ad uno sforzo terrificante per non fuggire, proprio come è successo pochi giorni fa. Ed il timore di non essere in grado di controllare il mio laran e di poter reagire istintivamente se facessi l’amore con lui è grande.
Eppure… non capisco… mi piace che lui mi tenga tra le braccia e mi baci, i problemi iniziano nel momento in cui cerca di approfondire il contatto.
Akira è una persona molto sensuale, la sua sessualità è marcata e mentre all’inizio riesce a tenerla sotto controllo, dopo un po’ che sono tra le sua braccia sento la prepotenza del suo desiderio e in quel momento io mi allontano da lui spaventato.
Mi chiedo se sarebbe così terribile fare l’amore con lui. Non lo credo, anzi… tuttavia non riesco ad abbandonarmi completamente.
Non sono libero di amarlo, ma… sentire la sua necessità così straziante nei miei confronti mi tormenta… forse se io gli consigliassi di cercare altrove quello di cui ha bisogno, solo per il tempo in cui io non sarò in grado di concederglielo…
Tuttavia so di non poterlo fare. I Geoti, non avendo la telepatia, ritengono che la fedeltà sia un modo di dimostrare amore e rispetto nei confronti del proprio compagno, perciò chiedergli di soddisfare i suoi bisogni altrove… sarebbe come dirgli che in fondo poco mi importa di lui. Non è così, ovviamente, Kami! Se lo fosse sarebbe tutto infinitamente più facile… ma… non posso provocargli anche un ulteriore shock culturale.
Ripenso agli occhi di Akira, ed a volte mi appaiono così tristi e stanchi… sono mesi che siamo in questa condizione e comprendo che, dal suo punto di vista, non vi sia stato nessun cambiamento.
Ed, in verità, anch’io mi rendo conto che non è mutato molto.
Io mi sforzo eppure rifuggo ancora i contatti più intimi con lui, sento il mio potere fremere quando il suo tocco è più sensuale, tuttavia, quella sera che io mi sono abbandonato tra le sue braccia, la prima sera che ci siamo baciati, quando sono andato da lui, per dormire nello stesso letto… credevo davvero che presto avremmo potuto fare l’amore, poi, invece, i vecchi condizionamenti sono tornati più forti che mai, già dalla mattina successiva.
Ma era stato così bello abbandonarsi tra le sue braccia.
Ed ora, invece, dovremmo lottare anche solo per rimanere insieme, perché la maggior parte di loro saprà che il matrimonio non può essere stato consumato e vorranno allontanarmi da lui, reclamandomi per sé, od addirittura rimandarmi a Ryonan.
Sospiro esausto, stanco di oppormi a quello che sono, ma… devo farmi forza, in Consiglio dovrò essere pronto a combattere, per Akira e per me, per il futuro che, spero con tutto il cuore, forse un giorno, potremo avere.
POV DI AKIRA
Oggi ci sarà la prima riunione del Consiglio, ma da un po’ di giorni la capitale è in fermento, ed a me piace tantissimo come clima.
Sembra di essere ad una fiera, o perlomeno come essa viene descritta nei libri che ho letto.
Una volte queste cose accadevano per avvenimenti particolari anche su Gea, era un momento di festa e di gioia, si accantonavano i problemi della vita quotidiana e queste occasioni rappresentavano una possibilità di svago, di riscoprire tradizioni.
Ma oramai su Gea nulla di tutto questo esiste più.
Su Kanagawa mi sembra di vivere davvero per la prima volta in vita mia, come se fino ad ora avessi abitato in un ambiente falso ed artificiale e purtroppo in parte questa mia impressione si avvicina alla realtà.
I Geoti sono una società con una tecnologia molto avanzata, ma il progresso ha comportato molti sacrifici.
Per esempio, pochi giorni fa, per la prima volta in vita mia, ho sentito il profumo di un prato fiorito e mi è piaciuto molto, non avevo mai visto tanti fiori tutti insieme. Da noi oramai vengono coltivati in serra. Non abbiamo la possibilità, per via della sovrappopolazione e quindi della perenne carenza di spazi, di adibire un’area che può essere edificabile solamente a giardino, sarebbe uno spreco inconcepibile, ma così facendo, mi chiedo quanto gli abitanti di Gea perdano della vita.
Tuttavia quel prato mi porta anche alla mente ricordi niente affatto piacevoli.
Ho capito poco di quel che Hiro mi ha spiegato del suo addestramento di Guardiano, se non che deve aver terribilmente sofferto e che ha paura di me.
Ed è una cosa che mi ferisce.
E poi… se non riesce ad accettare che io lo baci in una maniera più sensuale, come potremmo mai fare l’amore?
So che la mia decisione di non dormire con lui lo ha amareggiato, ma a dispetto di quello che gli ho detto, e cioè che posso perfettamente tenere a bada i miei istinti, non credo proprio di riuscirci ancora per molto.
Hiro ha bisogno di un graduale avvicinamento sul piano fisico, per non provare paura, e non sentirsi minacciato proprio come mi ha detto, ma per me, una volta che lo ho arrendevole e bellissimo tra le braccia, fermarmi ad un certo punto è un vero problema. E' anche vero, però, che non voglio che soffra per causa mia o per me, perché sente la mia frustrazione.
Ah!!!!! Ma che razza di situazione! E le cose mi sembrano dannatamente complicate.
L’unica consolazione in tutta questa faccenda è che mi sento accettato da loro come mai mi era capitato in vita mia. Oh! Io non ho mai avuto problemi di socializzazione, anche se temo che a volte molto abbia influito la posizione di mio padre, ma con tutti loro è diverso.
Toru e Kenji mi conoscono solo da pochi giorni.
Fukuda e Jin come Rukawa e Sakuragi ancora da meno, eppure tutti loro, da subito, hanno cercato di mettermi a mio agio, di dimostrare di fidarsi di me, nonostante mio padre.
Detesto quello che ha cercato di fare servendosi di me, e non gli permetterò di trattarmi come un suo burattino, per questo ho accettato di prestare il giuramento di cui mi ha parlato Hisashi e di rinunciare completamente alla mia cittadinanza geota.
Ma ora che il momento è giunto mi sento parecchio nervoso.
Amo questo mondo e soprattutto amo Hiroaki, ma ciò che sto per fare è un azzardo assoluto, perché forse i membri del consiglio potrebbero davvero allontanarmi da Hiro, e di conseguenza da Kanagawa, e se questo succedesse come potrei fare poi? Però so che non riuscirei più a tornare su Gea, a vivere in quel modo. Non mi appartiene più, non mi è mai appartenuto probabilmente.
Tutto quello che ho sempre cercato, ora lo so, è in questa terra, nelle sue tradizioni, nei suoi profumi.
La sala dove il Consiglio si raduna è veramente stupefacente. Finora non l’avevo mai vista, ma è molto bella: ampie vetrate ricoprono le pareti, ovunque i cristalli del lampadario rifrangono i raggi di questo strano astro carminio, creando incredibili giochi di luce, inondando la sala di arcobaleni multicolore.
I seggi sono posti come in un anfiteatro, divisi in sezioni, ognuna di un colore diverso, i colori dei vari dominii, con il proprio simbolo intagliato negli scranni.
La casata dei Mitsui è rappresentata da un bellissimo lupo argentato dagli occhi di ghiaccio. L’azzurro e l’argento sono i colori della sua stirpe.
I Koshino, invece, sono effigiati da un cervo maestoso, dai profondi occhi scuri, blu sono i nostri abiti.
I Sakuragi dalla fenice, simbolo di forza e rinascita, il rosso ed oro i loro elementi cromatici.
I Rukawa, da un bellissimo unicorno bianco, come bianco e blu sono i colori della sua stirpe.
L’edera simboleggia i Fukuda, il grigio ed il verde il loro colore.
L’aquila è l’animale simbolo della casata degli Hanagata, per ricordare sempre che loro sono la famiglia più vicina al trono, ed infatti i suoi colori sono gli stessi dei Mitsui.
Ed infine i Sawakita, il dominio rinnegato.
Per secoli i suoi rappresentanti sono stati banditi dalla sala del Consiglio, perché durante le ere del caos furono loro i primi a ribellarsi ai Mitsui ed a portare la distruzione nel loro mondo.
Il padre di Hisashi decise che, per controllarli, sarebbe stato molto più saggio averli in Consiglio, anche se la loro presenza provoca non pochi problemi a Mitsui.
Il basilisco è il simbolo della casata così come il nero ed il rosso sono i suoi toni.
Uhm… non è che mi piaccia molto come cosa il dovermi vestire di un determinato colore, in modo da poter essere subito identificato come appartenente ad una determinata dinastia, ma Hiro e Hisashi mi hanno detto di avere pazienza, anche se questi abiti sono scomodissimi, che anche questo è necessario perché nessuno metta in dubbio la legittimità del mio matrimonio con Hiro.
Dicono che devo far in modo di impedire anche la più piccola critica nei miei confronti, ed io ho accettato tutto questo. Anche se a volte mi pesa l’essere costretto ad agire così, come se fossi sempre il protagonista di una farsa.
Mi hanno detto che sarà solo per ora, e che poi le cose dovrebbero migliorare, ed io lo spero proprio perché vivere in questo modo è parecchio faticoso.
Inoltre in questa sala c’è qualcosa che mi infastidisce ed io non capisco cosa sia.
Mi sembra di essere sottacqua, ho come l’impressione di essere sordo e cieco, ed è strano perché in realtà vedo e sento benissimo, non riesco a capire, scuoto ripetutamente la testa come a voler allontanare la sensazione di disagio che provo, ma…
“Akira non ti senti bene?”
Sono arrivati Sakuragi e Rukawa, ma non sono vestiti con i colori dei loro dominii, perché?
“Insomma…”
“Sono gli attenuatori telepatici che ti provocano questa sensazione, impediscono l’utilizzo del laran, in modo che nessun membro del Consiglio possa spiare nelle menti altrui. Un'utile precauzione con certe persone”
“E’ come se mi sentissi privato della vista e dell’udito”
“Beh… sì è normale per un telepate che ha il laran bloccato, ma non preoccuparti, ti ci abituerai.”
“Hn, ci sono troppe cose a cui mi devo abituare”
Sakuragi inizia a ridacchiare e noto una luce divertita anche nello sguardo di Rukawa. Che ho combinato stavolta?
“Non te ne sei reso conto, ma hai iniziato a parlare come Hiro!”
Eh? Ha ragione lui! Ho detto hn proprio come fa Hirokun, ohhh questo è un ulteriore segno che io e lui dobbiamo stare insieme!!
“Forza Akira riassumi un’espressione intelligente se no nessuno ti presterà credito!”
E’ la sua esclamazione divertita alla mia faccia estasiata.
“Ok. Come mai siete vestiti così? Non sono i colori delle vostre casate!”
“Io e Kacchan abbiamo rinunciato alla nostra eredità. Ora il signore del mio dominio è il mio fratellastro, e per quanto riguarda Kaede ha rinunciato ai suoi diritti in favore di sua sorella Ayako. Noi siamo semplicemente due appartenenti alla torre di Shohoku.”
“Io sono il vice-guardiano, per questo indosso una veste cremisi”
“E’ uguale a quella di Hiroaki”
Kaede annuisce. “Sì, ma io non ho dovuto sottopormi al suo stesso addestramento. La veste di Hana, invece, lo identifica come meccanico delle matrici, per questo è blu. Ad ogni ruolo corrisponde una tinta, che è come il nostro potere viene visto nel Sopramondo. Siamo vestiti così solo per utilità.”
“Capisco, grazie”
Sono tutti molto gentili, cercano di spiegarmi le loro usanze in modo che io possa comprenderli più velocemente, così che nessuno possa più considerarmi uno straniero.
“Akira eri qui! Ero preoccupato!”
“Ciao Hiro, volevo vedere come
era la sala del consiglio prima che si riempisse di gente.”
Cavoli come è bello! Anche il blu gli sta benissimo, e sembra accendere di
riflessi violetti i suoi occhi.
Credo che lo sguardo che gli sto rivolgendo sia completamente innamorato ed adorante, ma non mi interessa, sono con persone che mi comprendono e forse conoscono meglio di me le difficoltà che io e lui dovremo ancora affrontare. Sono pronti ad aiutarci e quindi non vedo perché dovrei fingere di fronte a loro.
Mi alzo come ipnotizzato e mi dirigo verso Hiro e con un po’ di timore che, dopo la nostra conversazione, ho sempre nel momento in cui lo tocco, mi chino per sfiorare con le labbra la sua fronte candida. Lo sento prima irrigidirsi e poi, finalmente, rilassarsi tra le mie braccia ed abbandonarsi contro di me. Darei ogni cosa perché momenti così si ripetessero sempre. E mi chiedo come sia possibile che Hiro intenda questa tenerezza che provo nei suoi confronti, e che, a volte, mi sembra intossicante, come una seppur lontana forma di violenza.
“Se solo vi vedessero ora, capirebbero quanto siete innamorati!” è l’osservazione affettuosa ed un po’ triste di Hana.
“Ma non servirebbe a nulla” è la sensata considerazione di Kaede.
“Serve a tutti noi, invece, per sapere quale sia la cosa migliore da fare”
Una melodiosa voce femminile che non conosco ci raggiunge.
È una giovane donna, molto bella, con lunghi capelli riccioli che le incorniciano il volto dolce e deciso e che ci osserva comprensiva ed amichevole.
“Mia sorella, Akira: Ayako Rukawa, ed il suo sposo, Ryota Miyagi.”
“E quello che sta arrivando è mio fratello, Yohei, con sua moglie Cassandra.”
Vengo presentato a tutti loro ed Ayako sfiora con affetto la tempia di Hiro, mentre Ryota e Yohei si inchinano di fronte a lui e, sono sconvolto, anche di fronte a me.
E non posso fare a meno di chiedere perché.
“Sei il cognato del re, sei il nostro signore. Su serva vai dom”
Mi volto verso Hiro, stupitissimo per tutto questo, ed una strana luce brilla nei suoi occhi, la sua persona sembra emanare potere.
“Grazie” è l’unica cosa che posso dire perché non credo che esistano parole per esprimere loro la mia gratitudine.
“Ma che scena commovente! Dunque sei tu il figlio del governatore di Gea!”
Chi diavolo è questo tipo? Mi sta già antipatico.
Gli sorrido falsissimo e mi presento.
“Sì, sono Akira Sendo, e tu chi saresti?” il mio tono è gelido.
“Ejii Sawakita”
“Oh capisco!”
“Kaede, sei sempre bellissimo” e lo sguardo che rivolge a Rukawa è pieno di bramosia.
“Non osare Sawakita” è il ringhio sommesso di Hana, ed osservando i suoi occhi improvvisamente duri e furiosi provo paura.
Se Gea li sfidasse e loro si unissero per combatterla la mia antica patria non potrebbe mai vincere.
Nessuno di loro sembra dotato di una forza particolare, è come se tenessero le loro capacità sempre celate, ma nel momento in cui permettono di riconoscere la loro vera essenza ogni cosa in loro grida che sono potenti. Questa è la sensazione che provo osservandoli.
“BASTA!!!” è un richiamo imperioso che nessuno può ignorare. È Hisashi, ed è regale.
Tutti chinano la fronte in segno di deferenza di fronte al suo passaggio, lo stesso Sawakita lo fa perché non si opporrà mai a lui in maniera manifesta.
È diverso, ora, il modo in cui ognuno di loro si rivolge a lui, adesso che siamo in consiglio e non in una stanza privata. Distinguono nettamente il ruolo del re, dal ruolo dell’amico e fratello.
Deferenza, rispetto, nell’atteggiamento della maggior parte di noi, timore in quello di alcuni altri.
E mi rendo conto della reale diversità del sistema di Kanagawa da quello di Gea.
Non si tratta solo del fatto che su Gea manteniamo un’apparenza di democrazia, con la presenza del senato (retto però, alla fine, dal potere di pochi) e che qui su Kanagawa il governo è una monarchia oligarchica.
I governanti geoti sono solo burocrati, politicanti che tentano di conseguire per sé maggiore potere, senza il minimo rispetto per il loro superiore, desiderando ottenere il suo posto che probabilmente ritengono più adatto a sé.
Hisashi, invece, è il re.
I Mitsui hanno governato su questa terra per generazioni precedenti a noi, e lo continueranno a fare anche dopo che noi ce ne saremo andati.
La maggior parte della popolazione, ed anche dei Comyn, prova rispetto ed affetto per il loro signore, così come gli abitanti di Kanagawa lo provano per ogni signore del loro dominio.
È una fedeltà profonda e radicata, una fiducia nei propri governanti che noi non abbiamo mai avuto.
Vedo Hisashi recarsi al suo scranno, sovrastato dal simbolo del suo dominio, ed ognuno di noi imita le sue azioni, rapidamente la sala inizia a popolarsi.
La seduta può cominciare, sono proprio curioso di vedere come si svolgerà.
Per adesso, sono passate alcune ore da quando tutto è iniziato, non si è ancora discusso del mio matrimonio con Hiro, ed Hisashi non ha più accennato a farmi prestare il mio giuramento di fedeltà.
Questa non mi sembra diversa da una normale udienza tenuta dal re ogni giorno, solo sono stati introdotti i problemi di alcune torri e delle persone che vi abitano, e della cattiva amministrazione di alcune tenute, per cui si richiede il parere e giudizio imparziale del sovrano.
Sto iniziando veramente ad annoiarmi e noto con grandissimo divertimento che Kaede sta sonnecchiando con la testa appoggiata sulla spalla di Hana, do una gomitata ad Hiro perché lo veda anche lui, e Hiroaki sbuffa divertito ed esasperato.
“Succede tutte le volte. Kaede non è proprio fatto per questo genere di cose!”
Oramai sono quasi convinto che almeno questa riunione si concluderà in calma e serenità, quando si leva sgradevole e forte la voce di Sawakita.
“Com’iin non abbiamo discusso la questione più importante. Tu mi perdonerai, signore, ma ritengo che aver fatto sposare Hiroaki con quel Geota sia stato un grosso sbaglio”
Il tono usato da Sawakita è stucchevolmente gentile, parla da persona ragionevole, mostrando deferenza per il suo re. Ma non esiste nulla di più falso, e percepisco la sua ipocrisia, e la sua collera anche con gli attenuatori telepatici attivati.
Hiro, al mio fianco, è mortalmente pallido, e Kaede è diventato improvvisamente vigile, dall’espressione dei loro volti capisco che attendevano questo momento.
Non avevano commesso la mia stessa ingenuità.
“Hai deciso del matrimonio di un principe ereditario senza discuterne in consiglio.”
“Io sono ancora vivo, Sawakita, come lo sono i miei figli. Ed a meno che tu non preveda la nostra morte, Hiro è lontano dal succedermi.”
“Il consiglio non può disporre di me, Sawakita, hai dimenticato? Io ero Hiroaki di Ryonan, il mio stesso fratello e signore aveva rinunciato ad ogni diritto su di me.”
La voce di Hiro si leva cristallina e decisa, accolta da un silenzio assoluto.
“Ma adesso che non sei più un Guardiano il tuo matrimonio può essere discusso in Consiglio… e sciolto.”
“Il loro è stato un matrimonio di catenas, è indissolubile.” calma e sicura la voce di Toru attira l’attenzione su di sé.
“No, se non è stato consumato. Come puoi permettere, mio re, che un geota sieda così vicino al tuo trono?”
“Come ti ho detto, Sawakita, sono ancora vivo e non ho intenzione di morire, o vuoi essere tu a sedere vicino al mio trono, od addirittura su di esso?” ed ora dalla voce di Hisashi traspare tutta la sua collera, ed il rombo di un tuono lontano sembra sottolinearla.
Un brusio sconvolto si leva per tutta la sala.
Eppure so che non tutti sono contrari a Sawakita, ed a quello che ha detto.
Negli occhi di molti scorgo la perplessità nei miei riguardi.
“Non possiamo dimenticarci che Gea esista. Chiudere gli occhi e gli usci delle nostre dimore e sperare che sia tutto come prima del loro arrivo. I Geoti hanno una base sul nostro pianeta, da quasi un secolo ormai, e questo è un dato di fatto che ci piaccia, oppure no. La realtà non può mutare solo perché tu, Sawakita, desideri che sia diversa, e poi mi sembra che nel tuo dominio tu intrattenga rapporti più che amichevoli con i Geoti.” è la dura osservazione di Hisashi. La sua voce è calma, fin troppo, sembra il preludio di una tempesta.
“I Geoti tramano alle nostre spalle, e tu hai permesso loro un controllo nei nostri confronti, facendo sposare Hiroaki col figlio del Governatore.”
“Se lui giurasse fedeltà a Kanagawa, sulle sacre cose di Hali, e rinunciasse alla sua cittadinanza geota, le cose per te cambierebbero?”
“Sì, certo. Anche se continuerei a non fidarmi di lui. Gli abitanti di Gea sono infidi.”
“Ed è per questo che tu ti circondi della loro presenza, fra simili vi capite?” è il commento ironico di Fukuda.
Sawakita ha assunto una sgradevole tinta amaranto, sa di aver perso, almeno per oggi, la sua battaglia.
“Akira Sendo” la voce di Hisashi, imperiosa, reclama l’attenzione di questo consesso: “Vieni!”
Io mi alzo titubante e mi pongo di fronte a lui.
Hisashi sguaina la spada e mi porge l’elsa, “Giuri fedeltà ai Mitsui ed a Kanagawa e di rinunciare a Gea? Giuri di servirmi fedelmente? Lo giuri sulle sacre cose di Hali?”
“Su serva vai dom” ripeto le stesse parole che Yohei e Ryota hanno rivolto a me in segno di fedeltà “a veis ordenes emprèzi” ed è il modo in cui io mi pongo al suo servizio in vita ed in morte per sempre.
Impugno la spada e con questa mi impegno a consacrare la mia vita a lui e a Kanagawa.
Non so se questo sarà sufficiente perché alcuni di loro si fidino di me, ma non mi importa.
So di aver fatto la cosa più giusta ed ora mi sento bene, in pace con me stesso.
La paura e l’angoscia di prima non attanagliano più il mio petto in una morsa soffocante, ed è strano.
Ora davvero ho rinunciato a tutto per rimanere con Hiroaki, ma è come se fossi libero da un peso.
Ora appartengo davvero a questo mondo, nulla più potrà cambiare questa realtà; non potrò più essere allontanato da Kanagawa, adesso capisco perché Hisashi ha voluto che prestassi questo tipo di giuramento.
Perlomeno così facendo ha risolto un problema; per quanto riguarda la possibilità di annullare il matrimonio mio e di Hiro…. Beh, Sawakita non si arrenderà così facilmente.
E così con il mio giuramento si è conclusa la prima giornata del Consiglio, ed è stata alla fine una seduta abbastanza movimentata. Quando l’ho fatto notare loro, lo sguardo che mi hanno rivolto era compassionevole, e mi hanno rassicurato che il meglio doveva ancora venire, che gentili vero?
Comunque… perlomeno per oggi il mio dovere l’ho fatto.
Prestando il giuramento Hisashi mi ha vincolato a sé, qualsiasi cosa succeda.
Alcuni Comyn, apprendendo la fiducia che il loro signore ripone nei miei confronti, mi sono sembrati meno ostili, ed è un bene.
Aveva ragione Hisashi: coloro che erano indecisi sulla mia fedeltà, solo perché non mi conoscevano, con questo giuramento sono stati rassicurati.
È quasi ora di cena, ed io ho una fame incredibile, e poi i cibi di Kanagawa mi piacciono tantissimo.
Su Gea tutti gli alimenti sembrano avere un identico sapore, non c’è una grossa diversificazione, l’unica cosa che conta è che siano sufficientemente nutrienti e dotati di tutte le sostanze che servono per l’organismo.
Qui, invece, ha importanza il loro gusto. Il cibo non è solo necessario per il sostentamento ma anche per il piacere che si può provare a mangiare, ed è un piacere quasi sensuale.
Hiro si è stupito di quanto io riesca a divorare, ma… per me è strano e piacevole provare questi sapori sconosciuti, e poi mi sono reso conto che il mio organismo in questo clima freddo e con l’utilizzo della telepatia consuma molte più energie. In fondo su Gea la mia vita era abbastanza sedentaria, quasi tutto era affidato alle macchine, qui invece al lavoro dell’uomo, ma a me piace più così. È piacevole andare a letto la sera con la stanchezza fisica che pervade le membra, mi sembra così di riposare anche meglio.
E poi… è bello passare davanti alle cucine e sentire aromi diversi che si confondono ed armonizzano tra loro.
È come se Gea fosse un mondo finto, in cui le persone non vivono davvero ed io scoprissi la realtà soltanto adesso.
Mi chiedo se i miei antenati, quando hanno rinvenuto questo pianeta più di cento anni fa, ed hanno iniziato a viverci, abbiano provato quello che provo io adesso.
“Akira ti spicci, sono tutti arrivati!” la voce di Hiro mi distoglie dai miei pensieri.
Finalmente abbiamo potuto indossare dei vestiti decenti, senza essere costretti a portare quegli scomodissimi abiti tradizionali.
Mi piace la sensazione della lana sulla mia pelle, anche se mi provoca un po’ un’ impressione di pizzicore.
“Allora… ti sei addormentato?”
“No, scusa, pensavo” e mi avvio con lui nell’altra stanza.
“Hn, ma davvero sei capace anche tu di farlo?” mi chiede divertito.
Il dom Koshino-Mitsui, in questi giorni, mi ha dimostrato di avere un senso dell’umorismo molto particolare, e, quando è sereno e rilassato, pare che prendermi in giro sia una attività che lo diverte molto. Ma a me va bene così, è bello vedere il sorriso sul volto di Hiro e sono felice di esserne io la causa, anche se preferirei che non ridesse di me, ma con me.
“Non sei spiritoso Hiro” e cerco di assumere un’espressione di persona molto, molto offesa, ma ovviamente è inutile, potendo lui leggere le mie emozioni.
“Oh, ma io sto ridendo con te Akira, non te ne sei accorto?”
Gli sorrido e timidamente le sue dita si intrecciano alle mie ed io le stringo con più forza.
Sono rari i contatti fisici tra noi, ed ancora incerti, ma dopo la nostra discussione di qualche giorno fa, gli sforzi di Hiro aumentano sempre più.
Spero sia un bene, non voglio forzare la situazione, ma…
“Oh alla buon’ora. Che era successo troppe emozioni?” ed Hisashi mi sorride ironico.
“Umph!” è la mia risposta.
“Eh sì sono sempre più uguali, avete notato? Di’, kitsune, io e te non ci assomigliamo così vero?” è la domanda fintamente preoccupata di Hana.
Kaede gli sorride dolcemente, ma il luccichio malizioso dei suoi occhi è molto poco rassicurante.
“No, certo. Io non sono un doaho!”
Hana ha assunto una tinta violacea, se per l’imbarazzo o per la collera non so, ma tutti scoppiamo a ridere e dopo un attimo anche lui si unisce alle nostre risate.
Uno scalpiccio di piedi richiama la nostra attenzione, mi volto verso Hisashi e vedo il suo viso illuminarsi.
Si china in ginocchio sul tappeto ed allarga le braccia ed una piccola furia si getta sul suo petto.
“Tata, tata!” è una vocetta
infantile, quella che grida gioiosa queste parole.
Hisashi si alza ed inizia a
far volteggiare il ragazzino nel cielo. Deve essere Bran, osservandolo bene non
possono esserci dubbi sulla sua paternità. Sembra una copia di Sashi in
miniatura.
Guardo Kiminobu ed è bellissimo il suo volto ora. Un sorriso di pura gioia distende le sue labbra. Tenerezza, dolcezza, amore sono le emozioni che si riflettono sul suo viso. Si avvicina al suo compagno e Bran gli getta le braccine al collo passando dall’abbraccio di suo padre a quello del patrigno e ricoprendo il suo volto di tanti bacetti, è una scena che fa bene al cuore e se ripenso a Sawakita mi sento furioso, come può anche solo pensare di ottenere il trono stroncando un simile frutto?
Hiro osserva il tutto ma sembra distaccato, negli occhi di tutti i presenti posso leggere tenerezza, sul suo volto, invece, solo dolore, e non capisco perché.
Ancora una volta mi sembra che lui si sia allontanato da tutti noi, da me, e pensare che fino a poco fa eravamo stati così vicini! E questa distanza ora non può che rattristarmi ulteriormente.
Kimi si avvicina a noi sempre tenendo Bran tra le braccia, le sue spalle circondate da un braccio di Hisashi, come a voler proteggere i suoi beni più preziosi.
“Questo è lo zio Akira.”
Bran piega di lato il suo visetto e lo vedo osservarmi attentamente con i suoi occhioni azzurri. Pare stia cercando di decidere se io gli piaccia o meno, poi mi rivolge un gran sorriso ed io gli rispondo di rimando, sembra che abbia superato l’esame.
“Ciao!”
“Ciao Bran” tendo le braccia e lui viene tra le mie, è bello tenere stretto a sé un corpicino così delicato e caldo, ha un buon odore, profuma come tutti i bambini.
Gli bacio la fronte ed accarezzo i capelli un gesto spontaneo e lui ride divertito.
“Mi hai fatto il solletico!”
Lo poggio a terra e va verso Hiro, si inchina di fronte a lui osservando l’atteggiamento di deferenza che tutti hanno nei suoi confronti.
Hicchan si piega su un ginocchio per essere all’altezza del nipote ma non ci sono abbracci tra loro, né baci.
“Ciao Bran” e la sua voce è dolce e triste, tuttavia è solo una sfumatura che non credo un bimbo sia in grado di cogliere.
Ed ora capisco il perché del suo dolore.
È stato condizionato a tal punto da dover tenere lontano da sé anche un bambino, da non potersi permettere neanche questo tipo di affetto.
Kami come deve essersi sentito solo!
La serata scorre molto
piacevolmente. È bellissimo trascorrere il tempo così, chiacchierando
tranquillamente con persone che sono affini, riscaldati dal fuoco del camino,
che spande un piacevole profumo di pino, ed illuminati dalla luce soffusa delle
torce.
Stasera non ci sono né intrighi né piani per difendere questo mondo.
Tutti loro stanno cercando di conoscermi, facendomi domande discrete, ascoltando i miei racconti, rispondendo alle mie domande, narrandomi la storia del loro mondo e cercando soprattutto di capire le difficoltà che io devo affrontare per questo cambiamento così repentino di modo di vivere.
L’hanno chiamato shock culturale e penso che sia abbastanza adeguato come termine per descrivere come a volte io mi sento.
Le loro voci talvolta si confondono ed armonizzano e sempre più spesso, forse perché sono anche un po’ stanco, io ‘sento’ la loro presenza mentale, tanto che credo che sarei in grado di riconoscerli anche se non li vedessi e fossero abbastanza lontano da me.
Mi sono reso conto che ognuno di noi ne possiede una particolare e diversissima, inconfondibile.
E così io che sono sempre stato a mio agio con chiunque, adesso inizio a trovare molto fastidiosa la vicinanza di alcune persone, come Sawakita per esempio, ed invece molto piacevole quella di altre, come tutti loro.
Mi sembra di essere protetto e confortato dalla loro vicinanza.
Ed è proprio per questo che sono felice di raccontargli di me, perché percepisco la loro partecipazione, ed interesse reale.
E poi Bran è molto affascinato da Gea e dalla diversità dei suoi usi. È curiosissimo e desidera che io gli parli diffusamente della mia terra. Mi si è seduto in braccio per potermi meglio porgere alcune domande, dopo aver aspettato l’assenso del padre, ed io sono molto felice di poter parlare con lui e di poterlo stringere a me. Sento già di essermi affezionato a lui, perché è veramente un bambino adorabile e molto sveglio per la sua età e capisco per quale ragione Hisashi sia così fiero di lui.
Tuttavia qualcosa turba questa atmosfera di pace e serenità da cui mi sento avvolto: l’ombra che ho scorto negli occhi di Hiro all’arrivo del nipote è ancora presente.
Ed io… pavento il momento in cui dovremo andare a letto, perché stanotte vorrei dormire con lui, come conferma della mia appartenenza a lui ed a questo mondo, vorrei poterlo stringere fra le braccia e fargli capire che ora non è più solo, io sono con lui e so che tutti lotteremo perché possa rimanerci per sempre, ma… sono anche preoccupato da mie possibili reazioni, da eventuali pensieri.
L’etichetta tra telepati è complicatissima, ed io quando sono stanco, proprio come questa sera, fatico a tenere a bada le mie emozioni.
In ogni modo, dopo esserci augurati la buonanotte, raccolgo tutto il mio coraggio e decido di seguire Hiro in camera sua.
Lui avverte la mia presenza e si gira affondando nel mio abbraccio, sembra quasi che desideri annullarsi in esso, ed è così grande la sua disperazione che io provo un’infinita tristezza.
“Andrà tutto bene Hiro” siamo sdraiati sul suo letto, lui si accoccola contro di me eppure lo sento tremare a questo semplice contatto.
“Lo spero, Akira, lo spero” ma ho paura che non creda alle sue parole.
E mi chiedo come sia possibile che la vista di Bran gli abbia provocato un così grande sconforto e sono addolorato, perché ogni volta che sembra noi si faccia un passo avanti, avvicinandoci sempre più l’uno all’altro, poi… non so perché… accade subito qualcosa che pare riallontanarci.
So che dovrei accontentarmi del poco che abbiamo ed avere pazienza, ma… non sempre ci riesco.
“Perché vedere Bran ti ha turbato così tanto?”
“Perché i bambini sono sinceri, Akira, e non mentono. Il suo atteggiamento nei miei confronti è solo lo specchio del comportamento di tutti gli altri, solo lui lo dimostra in maniera palese. Era a disagio con me, Aki, ed aveva paura. Perché io sono un Tenerezu, lontano da tutti e potente. E, tranne voi, è così per tutti. Hai visto come sono ammutoliti quando ho parlato oggi in consiglio.”
“Sì. Credevo che fosse per rispetto nei tuoi confronti.”
“In parte, forse, è così, ma è anche un rispetto basato sul timore reverenziale. Sarò sempre diverso, noi Guardiani siamo condannati alla solitudine. È una cosa a cui non avevo mai dato peso, prima di te. Non era un modo di vivere che potesse turbarmi, nulla poteva in verità, ma ora… E poi… il tuo volto era radioso con Bran in braccio, ed io non posso darti figli.” sospira tristemente.
“Beh… lo stesso vale per me, Hiro.”
“Sì, lo so, ma a me non importa, a me basti tu.”
Kami e mi dice cose simili così?
Non comprende quanto queste sue parole siano importanti per me, di come io mi senta amato da lui in questa maniera, come proprio grazie a questi attimi di profonda intimità, diversa da quella cui io ero solitamente abituato, io riesca a sopportare la distanza fisica tra noi senza sentirmi abbandonato? E' per questo che io resisto e che porto pazienza, perché sono convinto che lui davvero mi ami quanto lo amo io, solo non possa ancora dimostrarmelo.
“Hiro cosa ti fa credere che per me non sia lo stesso? Io amo te, Hiroaki Koshino-Mitsui, e che tu fossi un maschio e quindi non potessi avere figli, beh… era palese dal nostro primo incontro” e gli sorrido divertito.
Anche le sue labbra si tendono in un sorriso scherzoso “Idiota!” e mi da un pugnetto leggero sulla spalla come a voler rimarcare questo concetto, poi si stringe maggiormente a me.
Sento che si sta abbandonando al sonno, ora più rilassato, ma le ultime parole da lui pronunciate prima di cedere a Morfeo, mi inteneriscono profondamente.
“Eppure mi piacerebbe tanto vederti con un figlio tuo tra le braccia.”
Resto per un po’ abbracciato a lui, ad osservalo, e come ogni volta resto stupito dalla sua bellezza e dalla sua inconsapevole sensualità, quando è abbandonato al sonno e la durezza ha lasciato i tratti del suo volto.
E non posso non pensare che anche a me piacerebbe avere un figlio, e fino ad ora non avevo mai considerato una simile eventualità, ma vorrei fosse nostro.
So che Kimi ama profondamente i figli di Hisashi, e so che essendo lui il re, doveva avere eredi del suo sangue, ma… non ti farò mai una cosa simile, Hiro, mi sembrerebbe di tradirti e di provocarti un’ulteriore sofferenza, e se riusciremo a superare tutte le difficoltà che si parano sul nostro cammino, per stare insieme, beh… insieme potremmo sopportare anche questa rinuncia.
Sfioro la sua fronte con le labbra ed il mio ultimo pensiero cosciente, prima di cedere al sonno, è di amore per lui.