Laran: potere mentale
Laranzu: chi possiede talenti mentali, cioè i telepati, o più ristretto chi lavora in una torre.
Tenerezu: custode semplicemente, al maschile.
Vai dom: signore
La matrice è la pietra che posseggono tutti i telepati ed amplifica i poteri mentali, ogni matrice è sintonizzata con la mente del suo possessore, solo un custode, e non sempre, può toccare la matrice di un'altra persona senza conseguenze.

 

 

Questa fic prende spunto dal mondo di Darkover creato da M.Z.Bradley, alcune parole che utilizzerò sono direttamente riprese dai suoi libri, proprio come il sistema delle torri e dei laranzu. È che mi piaceva molto l’idea di fare un’AU fantasy riprendendo l’universo da lei descritto e quando ho pensato alla figura del Tenerezu, anche se come l'ho scritto ricorda molto più il suo corrispettivo al femminile, immediatamente mi è venuto in mente Hiro. Forse i personaggi potranno essere un po’ OOC, più che altro Akira, mi pare un po’ troppo serio^^’’’, ma spero che vi piaccia. Critiche e commenti sono come sempre graditi ^__^

Tra: -…..- ci sono i dialoghi fatti con la mente.

 

Tenerezu.

 

di Isarma

 

Prologo.

 

La stanza era molto diversa da come se la ricordava, in pochi mesi aveva assorbito completamente la personalità del suo nuovo occupante, abbandonando quella del vecchio. Beh, rifletté, in fondo così andavano le cose. E la maggior parte di coloro che fino a poco tempo prima aveva ossequiato suo padre ora faceva la stessa cosa con suo fratello, tramando forse alle sue spalle, sperando che Hisashi fosse troppo giovane e stolto per reggere il peso del potere.

Ripassò mentalmente per l’ennesima volta il discorso che si stava preparando da giorni, sperando che Hisashi soddisfacesse la sua richiesta.

Gli intrighi di corte non facevano per lui, ed aveva invece scoperto di essere molto portato per il lavoro di Custode nelle torri.

Era dotato di un notevole laran, e poi gli piaceva molto come occupazione, certo comportava numerose privazioni, ma nessuna di esse aveva importanza.

Il peso maggiore per un Guardiano era rinunziare all’intimità con un’altra persona ed all’amore, ma lui a dir la verità, cresciuto in una società in cui i matrimoni erano combinati ed erano stipulati solo per rafforzare il potere delle varie famiglie e conservare i doni del laran, non credeva molto all’esistenza di questo sentimento.

A nessuno di loro veniva concesso di scegliere con chi trascorrere le proprie vite e benché sua madre avesse voluto bene a suo padre, non lo aveva mai amato e lui aveva sempre scorto un’espressione malinconica nei suoi occhi. Perciò aveva deciso non avrebbe accettato di soggiacere alle leggi del suo popolo, e ritirarsi in una torre, dopotutto, era un’ottima soluzione.

“Hiroaki, fratellino, benvenuto, scusa se ti ho fatto aspettare, ma…… oramai non ho più un attimo di tregua. Come stai? So di non esserti venuto a trovare in questi mesi, perdonami, ma… dimmi, volevi parlarmi di qualcosa?”

Suo fratello l’aveva abbracciato e fatto accomodare sulla sedia di fronte alla scrivania. Lo osservò più attentamente, in questi ultimi mesi era ancora cresciuto in altezza, le sue spalle erano più larghe ed una nuova cicatrice solcava il suo mento. La indicò con fare interrogativo.

“Non è nulla” lo vide accarezzarsela “solo il ricordo di una scaramuccia. Sei cresciuto Hiro in questo periodo, sei stato bene nella torre?”

Koshino tirò mentalmente un sospiro di sollievo se entrava lui in argomento sarebbe stato molto più facile esporgli i suoi desideri.

“Sì, veramente molto bene, Hisashi, era proprio di questo che volevo parlarti. Hanno detto che sono dotato di un grande laran e di un’ottima capacità di controllo, che sarei un ottimo tenerezu.” disse tutto di un fiato.

“Sì” Hisashi sorrise con orgoglio “mi è stato riferito, ma perché mi dici questo Hiro?”

“Ecco… io vorrei che tu mi permettessi di diventare un guardiano, per sempre. Io preferisco vivere nelle torri che essere costretto a tutto questo!”

Hisashi ascoltò in silenzio ogni sua parola, sembrava che stesse cercando di capire se si trattava di una sua seria convinzione o solo del capriccio di un ragazzino.

“Sei sicuro che sia quello che vuoi? Sai a quali rinunce vai incontro?”

“Sì, e per me non è un problema. Davvero” e fece un gesto noncurante con la mano “è quello che io desidero, non questa vita”

Hisashi sospirò “Sai che per tutta la durata del tuo addestramento noi non avremo mai la possibilità di vederci o parlarci, vero Hiro?”

“Sì, lo so.” E questa era l’unica cosa per cui provava dispiacere.

Voleva bene a suo fratello e sapeva che Hisashi ne voleva a lui e benché fossero diversissimi come carattere erano sempre stati molto uniti.

“Avrei desiderato che una volta stato un po’ più grande tu diventassi il mio consigliere, ma……. Eppure sei così giovane, sei sicuro che questa sia la via per te?”

Ma vedendo la determinazione nei suoi occhi decise di acconsentire. Voleva che almeno a lui fosse concessa la possibilità di scegliere la vita per sé.

“Va bene, Hiro, hai il mio permesso. Fa ciò che desideri.”

E con queste parole ed un abbraccio fuggevole si salutarono.

Le porte della torre di Ryonan si chiusero dietro Hiroaki, e si sarebbero riaperte solo dieci anni dopo e non per un suo desiderio, ma proprio per obbedire a quelle leggi dalle quali era voluto fuggire.

 

Capitolo1

 

POV DI HIROAKI.

 

È sempre difficile abbandonare le proprie abitudini ed iniziare una nuova vita ed ora io sono obbligato a farlo per obbedire a leggi alle quali mi ero sottratto, e non perché costretto ma solo perché è il mio dovere.

Quando decisi di diventare un Guardiano pensai che comunque anche così avrei servito Kanagawa e che, nello stesso tempo, avrei potuto esaudire il mio desiderio, ma da ragazzini si ritiene che la propria volontà sia la cosa più importante e ci si illude di essere liberi dalle catene del dovere e del sangue. Purtroppo non è mai così ed ora io cerco di imprimere nella mia memoria il più possibile di questo posto, perché so già che mi mancherà terribilmente.

“Vai dom, è arrivato il re, vostro fratello.”

Con un cenno del capo ringrazio il mio valletto e lo congedo, nessuno si aspetta contatti con un Guardiano e per me non è mai stato un problema una simile rinuncia.

Io ho smesso di essere Hiroaki Koshino-Mitsui molto tempo fa. Per gran parte della mia esistenza sono semplicemente stato Hiroaki di Ryonan, e sono stato contento così. In effetti, non so se si possa parlare di gioia perché un tenerezu impara da subito a non provare emozioni o, per lo meno, a non mostrarle, assumendo un atteggiamento freddo e distaccato che serve da perfetto scudo col mondo intero. Ed è un abito al quale io ormai sono talmente abituato che il doverne fare a meno sarà impossibile.

“Hisashi”

“Ciao Hiro.”
È invecchiato in questi anni, le responsabilità lo hanno affaticato eppure ha governato saggiamente il nostro regno ed è riuscito a proteggerlo dagli attacchi di Gea per molto tempo, ma ora… abbiamo bisogno del loro appoggio ed un matrimonio politico ancora una volta è la soluzione migliore.

Il figlio del governatore di Gea ha chiesto di sposarmi ed ora Hisashi è qui per questo, eppure so che non me lo chiederà, perché in tutto lui ha servito fedelmente il nostro popolo tranne che nelle scelte del cuore. Il re, infatti, ha sposato un uomo, cosa impensabile, e come eredi ha adottato i figli nati al di fuori del matrimonio, inoltre Kiminobu non appartiene neanche ad una delle famiglie più in vista del regno, però si è dimostrato un ottimo consigliere ed uomo politico ed il suo aiuto è stato fondamentale per Hisashi e per Kanagawa.

“Sai perché sono qui vero?”

“Sì” non gli è mai piaciuto tergiversare e credo che odi con tutto se stesso questo dialogo.

In questi dieci anni ci siamo allontanati tantissimo, credo che l’affetto sia rimasto immutato, ma ormai è come se fossimo due estranei e non so se sarà mai più possibile recuperare il nostro vecchio legame. Oramai coloro che lavorano nella torre sono la mia famiglia, ma un Custode, in fondo, non è legato a nessuno.

“Non sei costretto ad accettare, Hiro.”

“Ma rifiutare sarebbe una pazzia”

Lo vedo sorridermi spavaldo ed è come se il suo viso ringiovanisse, mi pare di nuovo il fratello della mia fanciullezza.

“Beh…vedrai ce la caveremo lo stesso, finché io sarò il vostro signore.”

“Hn, non credo proprio. Farò ciò che devo.” ma un timido sorriso compare sul mio volto.

“Ma non è ciò che vuoi.”

Scuoto la testa ma non rispondo, a che pro? Sa benissimo che non è ciò che desidero, ma questo non cambia i fatti. Sposerò questo Sendo, in fondo, il nostro matrimonio sarà soltanto una finzione, l’unico dispiacere e che non potrò mai più tornare qui alla torre di Ryonan.

Stiamo dirigendoci verso la casa di mio padre e non provo assolutamente nulla, quel luogo non mi è mai appartenuto e nostro padre ha sempre preferito Hisashi a me, lui è sempre stato un guerriero, io no. Eppure nelle torri lavorando con le matrici si combattono duelli molto più duri che con le spade ed un tempo i veri guerrieri di Kanagawa eravamo noi laranzu, ma non importa.

La voce di Hisashi mi distoglie dai miei pensieri.

“Non mi hai neanche chiesto come è questo Sendo.”

“Non mi interessa, questo matrimonio è solo un patto politico, non credo che tra noi potrà mai esserci qualcosa. Lui è un abitante di Gea, noi di Kanagawa: i nostri modi di vivere sono agli antipodi. Ti ha detto dove vuole che abitiamo?”

“Qui. L’alternativa non era possibile, sei pur sempre il fratello minore del re, se succedesse qualcosa a me od ai miei figli saresti tu a succedermi.”

“Hn” questa era un ipotesi a cui non avevo mai pensato. Ed ora mi domando se Hisashi sia stato in pericolo in questi anni senza neanche io lo sapessi.

“Hanno cercato di ucciderti?”

Mi sorride scrollando le spalle come se la cosa non avesse nessuna importanza “E' successo, ma non ci sono riusciti” e per lui il discorso è concluso. Ed io mi chiedo quanto in questo mondo il mio controllo continuerà ad essere così ferreo, perché questa notizia mi ha sconvolto e preoccupato, anche se ancora una volta dal mio volto trapela solo indifferenza.

“Eccoci a casa!” ed il suo sguardo è brillante, deve pensare al fatto che rivedrà Kogure e lo riavrà tra le braccia. Un matrimonio d’amore, ecco una cosa che non credevo possibile per noi, non che abbia importanza, perché il mio non lo sarà.

“Domani Sendo verrà e sarà celebrata la cerimonia.”

 Annuisco col capo. Per me la cosa non ha il benché minimo interesse, eppure provo un fitta al cuore quando vedo Hisashi abbracciare Kiminobu e baciarlo con passione, perché la loro intesa e felicità è evidente, ed io non riesco neanche a capire cosa questo voglia dire.

 

Sono nella mia vecchia stanza, nulla è cambiato. Kimi mi ha detto che è stato Hisashi a decidere così, nel caso fossi voluto tornare dalla torre, per poter riprendere una vita normale.

Ma oramai Ryonan è troppo dentro di me perché io possa allontanarla. Ma Hisashi è stato in una torre solo il tempo di addestrare il suo potere per non stare male, lui non può capirmi, forse Kogure, non so….

Mi sdraio sul letto e ripenso a tutti questi anni, non avrei mai creduto di abbandonare Ryonan, ed invece… e mi sposerò per dovere, proprio come fu per mia madre. E come io non avrei mai voluto che fosse.

 

Oggi vestirò i panni di tenerezu per l’ultima volta, dopodiché rinuncerò per sempre al mio ruolo. Spero che questo Sendo conosca in minima parte le nostre usanze, forse tutto questo sarà difficile anche per lui, in fondo, il loro sistema di governo e di vita è molto diverso dal nostro, ma…….

La cosa che più mi spaventa è la possibilità di un contatto fisico tra noi. Accarezzo le cicatrici che costellano i miei polsi e che sono un ricordo del mio primo anno di addestramento. Un Custode non deve avere contatti con nessuno, è inviolabile ed intoccabile poiché deve manovrare un grandissimo potere, ma questo è ottenuto a prezzo di grandissimi sacrifici, eppure solo così Kanagawa può sopravvivere.

Non ero mai stato turbato dal non poter avvicinare nessuno ma dopo aver visto Hisashi abbracciare Kimi e sfiorare me solo fuggevolmente nel saluto di rito, per la prima volta dopo anni ho provato tristezza ed una sensazione di vuoto, e forse anche invidia perché loro hanno ciò che io non possiederò mai, non che io lo cercassi.
Sospiro e mi aggiusto la veste cremisi, ora sono pronto.

La sala delle udienze è come sempre maestosa, ogni oggetto in essa richiama l’idea della regalità ed i ritratti dei nostri antenati, raffigurati come divinità, sono un’ottima propaganda, ed un voluto sfoggio di potere.

Un ragazzo molto alto e dagli impossibili capelli è seduto di fronte a Hisashi, si volta a guardarmi e noto uno scintillio nel suo sguardo che non comprendo.

“Hiro, lui è il tuo sposo: Akira Sendo.”

Faccio un cenno del capo per far capire loro che ho inteso e fortunatamente Sendo deve essere stato informato che non è saggio toccare un tenerezu senza il suo consenso.

“Piacere” e mi sorride.

“Hn”

“Logorroico, eh?”
Sospiro, penso che il sopportarlo anche solo questa sera richiederà tutta la mia pazienza.

Mi allontano voltandogli le spalle, senza rispondergli, non ho alcuna intenzione di dargli soddisfazione, e poi io non sopporto chi vuol essere spiritoso a tutti i costi. Sendo continua a fissarmi ed a sorridermi, ma che vorrà poi? Scrollo mentalmente le spalle e lascio perdere, porgendo la mia attenzione a ciò che mi circonda. Sono arrivati tutti gli ospiti e finalmente la cerimonia ha inizio.

Siamo arrivati alla fase cruciale del matrimonio, che è stato celebrato proprio da Hisashi.
Per l’ultima volta pronuncerò la formula che mi identifica come tenerezu e per un attimo la mia voce trema, ma fortunatamente nessuno se ne è accorto Sento Sendo proferire le sue promesse ed infine i braccialetti vengono chiusi sui nostri polsi, solo la morte potrà separarci. Assisto alla festa di nozze come uno spettatore disinteressato, volti noti e sconosciuti sfilano davanti a me porgendomi i loro omaggi e forse chiedendosi se attraverso me sia possibile conquistare i favori di mio fratello.

Sono stato in mezzo a questa confusione per fin troppo tempo ed io odio la folla ed il caos, li odio come qualsiasi telepate. E poi sono stanco. Vorrei potermene andare, ma temo che sarò costretto a restare fino alla fine, in fondo sono l’ospite d’onore e le mie labbra si increspano in un sorriso ironico.

“Hiroaki?” la voce gentile di Kogure mi richiama a sé.

“Sì?”

“Vuoi che dica ad Hisashi di far terminare tutto questo? Deve essere dura da sopportare per te!”

Lui è stato per lungo tempo in una torre ed è l’unico che possa realmente capire, proprio come avevo immaginato, sfioro il suo polso in un muto ringraziamento, proprio come avrei fatto con un membro del mio cerchio.

“Sì, per favore, sono stanco.”

Annuisce sorridendomi comprensivo e lo vedo parlare con Sashi che si volta verso di me chiedendomi mentalmente scusa, scuoto la testa come per dirgli che non mi importa ed un senso di vertigine mi assale, devo essere più esausto di quanto credessi. Mi siedo aspettando che tutti gli invitati se ne vadano e finalmente rimaniamo solo noi quattro.

Sendo si siede vicino a me ed inizia a parlare.

“Non siamo mai riusciti a stare insieme stasera, sembrava che facessero di tutto per allontanarci!”

“E’ l’usanza”

“Ah!!” lo vedo esclamare sorpreso “non so ancora molto dei vostri costumi ma imparerò”

“Sì, ma non stasera.” è la risposta di Hisashi ed accompagna Sendo nella sua stanza.

Alzo un sopracciglio sorpreso e Kimi comprende la mia perplessità.

“L’ho consigliato io ad Hisashi, ti ci vorrà del tempo per riabituarti ad avere contatti con le altre persone. Sendo è un telepate proprio come noi, molto rudimentale, ma forse renderà più facile sopportare tutto questo. È un bravo ragazzo Hiro, ed anche lui è frastornato da tutti questi cambiamenti. Imparate a conoscervi, è la cosa migliore.” e mi saluta.

Da solo mi dirigo verso la mia stanza e solo ora mi rendo conto che la mia vita cambierà per sempre.

Il mio ultimo pensiero cosciente è che non conosco neanche il nome della persona con cui dividerò tutta la mia esistenza.

 

Stamani, quando mi sono svegliato, la prima cosa che ho percepito è stato il freddo contatto del braccialetto di rame sul mio polso, è strano ma questo gioiello è il segno tangibile del mio legame con Sendo. Mi fa uno strano effetto vederlo al mio braccio, avevo desiderato che questo non succedesse mai ed i cambiamenti si sono verificati nella mia vita ad una velocità sconvolgente, ha ragione Kiminobu, avrò bisogno di tempo e forse neanche quello basterà.

Scendo per far colazione, e non sono più abituato a tutte queste persone che mi salutano reverenti. Nella torre tutti sanno che il Custode è un laranzu ad altissimo livello dotato di grande potere e che lo riesce a sfruttare al meglio solo grazie ad un severissimo addestramento, ma è e resta un essere umano. Al di fuori delle torri invece si tende a pensare alla figura del tenerezu come un essere fuori dal comune, ma non è così dopotutto. E poi…nelle torri non ha importanza la famiglia di provenienza, le persone vengono scelte solo in base ai loro talenti mentali ed alle loro capacità.

Sono giunto in sala da pranzo, questa casa è enorme e per me è un inutile spreco di spazio, non sono più abituato ai lussi, ma in fondo neanche Hisashi pare apprezzarli molto, come ama sempre ripetere lui è solo un guerriero, il vero regnante è Kimi.

“Ben svegliato Hiro” è il saluto di mio fratello.

“Buongiorno”

“Hn.”

“Ciao” e Sendo si alza per venirmi incontro, io lo fermo con un gesto della mano, e gli faccio cenno di risedersi, ma decido di accomodarmi accanto a lui.

“Io non so neanche il tuo nome”

“Akira” mi guarda stupito ma non mi pare offeso.

“Akira, bene.”

“Io…” Lo vedo sbuffare e passarsi nervosamente una mano tra i capelli, è in imbarazzo, ma io non so cosa fare per alleviarlo “… beh, senti io non so come funzioni da voi, o tra sposi, non sono mai stato sposato…” e mi sorride divertito “… ma se mi aiuterai credo che ce la caveremo, davanti agli altri. E poi mi piacerebbe conoscerti… ecco… ” mi guarda un po’ intimidito aspettando una mia risposta.

Sospiro perché lui, pur sapendo che tutto questo è una finzione, desidera davvero potermi essere amico, io non ci avevo pensato ma credo che sia ragionevole e poi vivere tutta la vita accanto ad un estraneo deve essere molto triste, e lui non credo sia abituato alla solitudine.

“Va bene”

E mi sorride grato. Uhm… da quando l’ho visto non fa altro che sorridere, ma ha un bel sorriso, allegro e scanzonato, se mi preoccupassi delle personalità altrui direi che in esso è possibile riconoscere il suo carattere, ma io non do mai giudizi affrettati.

“Hiro…” è il richiamo di Hisashi ed è impacciato quando si rivolge a me, come se non avesse idea di come comportarsi e forse è proprio così. Solo è molto triste tutto questo, ed ora lontano dalla torre io mi sento ancora più solo di quanto prima già non fossi.

“Dimmi…”

“Vorrei che tu assistessi all’udienza di oggi. Penso sia un bene tu inizi ad imparare……”

“Hisashi sono stato il tenerezu della torre principale per dieci anni, so cosa devo fare, ma verrò se è quello che desideri.”

“Sì. Akira è bene che venga anche tu”

“Ok” è la sua risposta allegra e noto curiosità ed interesse nel suo sguardo.

 

Usciamo insieme per fare una passeggiata e lui mi segue affascinato da tutto quello che lo circonda. Il suo mondo si basa sull’utilizzo della tecnologia più estrema, noi di Kanagawa, invece, rifuggiamo il suo impiego forse perché fin ora, con la tecnica delle matrici, non ne abbiamo mai avuto bisogno, ma ora che sono sempre meno i telepati che lavorano nelle torri un accordo con gli abitanti di Gea è stato necessario, e la persona che cammina al mio fianco ne è la prova tangibile. Chissà come si sente strappato da tutto quello che ha sempre conosciuto, per la prima volta da quando ho saputo di doverlo sposare, provo un moto spontaneo di simpatia nei suoi confronti.

Inizia a parlare incessantemente illustrandomi le differenze col suo mondo, chiedendomi informazioni, cercando di apprendere sempre di più sulla terra che ora è diventata la sua patria Non si lamenta di questo cambiamento, cerca di adattarsi il più velocemente possibile a questa realtà, e non si lascia scoraggiare dai miei monosillabi e dalla mia scontrosità, mi sembra di essere avvolto dalla sua persona, dalla sua considerazione nei miei riguardi. Sta realmente cercando di conoscermi e di farsi conoscere. Benché io risponda poco lo ascolto attentamente e sembra che questo per ora gli basti.

“Non sei un chiacchierone” osserva divertito.

“Hn”

“Va beh… senti cos’è di preciso un tenerezu? Tutti dicono che tu lo sei e ti guardano in maniera strana, mi è stato detto che non avrei mai dovuto toccarti senza il tuo permesso, ma…” mi guarda un po’ stranito.

“Tu sai che tutto il nostro sistema si basa sulla scienza delle matrici?”

“Sì”

“Il tenerezu è un tecnico di altissimo livello che convoglia attraverso il suo corpo il laran degli altri membri del cerchio per fare l’operazione necessaria.”

“Oh! Credo di aver capito. Ma perché non devo toccarti? È una cosa rituale?”

“Sì e no. I Custodi vivono separati dalle altre persone, hanno bisogno di un’altissima concentrazione e dell’isolamento per svolgere il loro compito, noi non abbiamo mai contatti con gli altri.”

“Neanche con i vostri familiari?”

Scuoto la testa “Non contatti fisici”

“Non potete avere amanti?” mi chiede molto sorpreso, e mi sembra che questa nuova notizia lo turbi, bah…. Chissà poi perché.

“No, ovviamente.”

“E… non ti sei sentito solo?” e mi sembra dispiaciuto per me.

Io mi stringo nelle spalle, non so cosa rispondergli. Avevo scelto di diventare un Guardiano proprio per evitare tutto questo ed invece… e nella torre raramente mi sono sentito solo, c’era sempre la possibilità di un contatto mentale. Qui beh…. È molto diverso e temo che con lui lo sarà ancora di più, ma ho fatto solamente ciò che era necessario, e forse saremo in due a pagare le conseguenze delle mie azioni.

“Noi abbiamo il laran e permette un rapporto molto più profondo del contatto dei corpi”

Mi guarda perplesso e malinconico “E' bello fare l’amore” e se la conoscessi direi che c’è dolcezza nel suo sguardo.

“Non lo so”

Lo vedo scuotere la testa, non riesce a comprendere e non potrebbe essere diversamente.

“Lo trovo strano, ma… mi ci vorrà più tempo del previsto per capirvi.” e mi sorride, mi ero stupito che non lo avesse ancora fatto.

“Tu non hai mai desiderato sapere come fosse…..”

“Giacere con qualcuno?” non riesco a capire perché tutto questo interesse.

“No, fare l’amore: è diverso. Uno scambio profondo di emozioni, un’unione totale, questo.”

“Ma lo so” sospiro, forse è giusto che lui possa comprendere cosa vuol dire vivere in una società di telepati, visto che anche lui lo è, anche se sembra ignorarlo.

“Ti fidi di me?” lo vedo scrutarmi un po’ preoccupato ma annuire deciso.

“Hn”

E permetto alle mie emozioni più superficiali di sfiorarlo, ed io colgo le sue, e sono sorpreso, mi trova bello e trova triste che io non desideri l’amore, come se fosse stato privato di qualcosa, interrompo il contatto, per me durato anche troppo.

“Wow, ora capisco. Bello posso farlo anch’io?”

“Sì, sei un telepate non lo sapevi?”

“No” scuote le spalle “non è che su Gea questa sia una cosa usuale, non me ne sono mai accorto.”

“Potrei insegnarti.”

“Mi piacerebbe moltissimo” e mi sorride felice.

 

Ed è così che tutto è iniziato tra noi.

Oramai trascorriamo quasi tutto il nostro tempo assieme, ha imparato ad usare il suo laran e la spada, se io non sapessi che proviene da Gea, non lo capirei mai. Si è integrato alla perfezione e mi ha detto di aver scoperto di amare questo mondo molto più di quanto abbia mai fatto col suo. Quello che lo ha colpito più di tutto sono gli spazi. Su Gea sono molto limitati, a causa delle sovrappopolazione, è per questo che hanno iniziato ad espandersi in nuovi mondi. Anche il loro quartier generale che è qui a Kanagawa ha gli appartamenti molto piccoli ed ambienti molto ristretti, ed io mi sentirei soffocare se dovessi vivere così. Un giorno gliel’ho detto e mi è sembrato che capisse. Dopo il primo giorno non abbiamo più discusso del fare l’amore o di argomenti così intimi: stiamo però poco per volta imparando a conoscerci. E come persona mi piace, mi sento a mio agio con lui, e superato l’imbarazzo iniziale ho in parte recuperato il rapporto con mio fratello, anche se l’unico che riesce a comprendermi pienamente è Kimi.

Ho ancora bisogno di astrarmi e di non stare in ambienti troppo affollati, ma poco per volta assomiglio sempre meno ad un orso scorbutico, come mi ha ribattezzato Akira.

Ma visto che è stato lui non mi sono sentito infastidito da questo, anzi ne ho sorriso.

È piacevole per me la sua presenza al mio fianco, è gentile e non invadente, mi fa sentire in pace e la solitudine che ho provato i primi giorni poco per volta sta diminuendo. Ma mi manca non poter più lavorare con le matrici, sentire quel potere scorrere in me. Non mi sento molto utile, qui, ed a volte provo malinconia per Ryonan, ma invero questo mi accade sempre più raramente.

Non riesco ancora a capire cosa voglia dire amare, no forse è sbagliato, non riesco a capire cosa voglia dire desiderare un altro corpo, anche se Akira mi ha detto che non è possibile scindere le due cose, se uno è realmente innamorato. Allora io gli ho chiesto se lo sia mai stato ma mi ha borbottato in risposta qualcosa di incomprensibile ed io non ho voluto insistere.

Sto rallentando la corsa del mio cavallo, mi piace lanciarmi al galoppo e sentire il vento sul viso, ma Akira non sa ancora cavalcare così bene, perciò è rimasto indietro, troppo, dovrò fermarmi per aspettarlo.

Uhm… quella è la guardia reale, come mai Hisashi non è con loro? C’erano problemi in uno dei regni e lui è dovuto recarsi velocemente lì perché essi non si aggravassero, ieri sera avevamo parlato ai relè con lui ed aveva detto che sarebbe tornato perché tutto si era risolto. Decido di avvicinarmi per avere notizie.

Il capitano delle guardie se ne accorge e mi guarda dispiaciuto e colpevole.

“Dom, non siamo riusciti ad evitarlo…”

“Ad evitare cosa?” domando calmo, ma un improvviso terrore si impadronisce di me, lui mi fa cenno col capo e su una lettiga giace Hisashi, ferito e sofferente. Io mi chino di fianco a lui e proprio in questo momento Akira ci raggiunge.

“Sashi?” lo chiamo ed il mio è solo un sussurro, solo io riesco a scorgere in esso la paura?

Lo vedo aprire gli occhi a fatica e tentare di sorridermi, ma quella che compare su suo volto è solo una smorfia stanca.

“Non sono stato abbastanza attento” mi dice ironico.

“Perché non sei andato in una torre?”

“Perché… è… successo… poco… distante… da… qui” e parla a fatica “i guaritori… più… vicini… sono… al… castello.”

“Va bene, andiamo” e sono preoccupato, non ho mai visto Hisashi così debole.

Percepisco tutta la confusione delle guardie ed anche il loro stupore per il mio atteggiamento: si chiedono perché io non faccia una ‘magia’ che lo guarisca e se i tenerezu siano privi di sentimenti, perché ho mantenuto il controllo e l’indifferenza di fronte al mio re ferito. Sospiro e all’improvviso mi sento stanchissimo, Akira si avvicina al mio fianco come per sorreggermi anche se non lo fa.

“Non ascoltarli, loro non possono sapere, ma Hisashi sì, ed anch’io. Andrà tutto bene. Kimi mi ha detto che è già successo e per questo Gea gli aveva offerto anni fa una scorta armata ma lui aveva rifiutato.  Lui è molto forte…… vieni Hiro andiamo avanti. Sarà meglio avvisare Kogure prima che lo veda così”

Ed annuisco, ha ragione lui ma io non ci avrei mai pensato.

Mi chino su Sashi e lo informo.

“Digli che sarò ancora più sexy con una nuova cicatrice” ed io sorrido, forse non sta poi così male. Lo spero con tutto il cuore.

 

Una volta giunti al castello abbiamo preparato la stanza ed i guaritori il necessario per curarlo. Kimi è pallidissimo al mio fianco ed io… voglio bene a mio fratello, non voglio che muoia, ma è mio fratello, l’amore che lo lega a Kogure io non riesco a capirlo, mentre Akira lo comprende perfettamente, e mi sento un estraneo tra tutti loro, diverso, ed ancora una volta condannato a questa diversità.

I guaritori sono scomparsi nella sua stanza, ma dopo un po’ riescono e l’espressione del loro volto è preoccupatissima.

“La ferita è troppo profonda Vai dom, ed è troppo vicina al cuore, potrebbe averlo danneggiato, non possiamo fare nulla.”

“Chiamate i medici di Gea” è il commento di Akira.

Kimi scuote la testa sconfitto “Ci metterebbero troppo, non arriverebbero mai in tempo.”

Un’idea prende forma nella mia mente. Quante volte abbiamo curato le ferite all’interno di una torre? Tantissime, perché io non dovrei farlo con lui? Non lo lascerò morire, dovessi sfidare tutte le leggi di Kanagawa, e poi un Custode deve rispondere solo alla sua coscienza, ed essa mi urla di salvarlo, o forse è il mio cuore? Non so, non è il momento di chiedermelo.

“Kogure sei in grado di svolgere il ruolo di un controllore?”

“Sì certo, perché?”

“Vieni”

“Vuoi usare un simile laran al di fuori di una torre?” mi chiede sconvolto.

“Sì, Sashi sta morendo. Kimi non vuoi fare nulla per impedirlo?” vedo i suoi lineamenti indurirsi per la determinazione.

“Cosa devo fare?”

“Akira resta qui e non permettere a nessuno di entrare.” annuisce, ma non comprende cosa stia per succedere.
Io sono intimorito e spaventato... riuscirò a farlo al di fuori di una torre? Spero di sì, troppo grave sarebbe la mia perdita, e solo ora lo comprendo.

Mi immergo nella sua coscienza e la prima cosa che provo è il dolore bruciante della ferita, riesco a ‘vedere’ i tessuti danneggiati, e poco per volta li curo, fino a quando il sangue scorre molto più lentamente e la lesione più profonda scompare, resta solo un segno superficiale. Sono riuscito a far rimarginare quasi completamente la ferita. Certo ha perso moltissimo sangue ed il suo respiro è debole ed affannato, ma sopravvivrà. Vedo Kimi controllare le sue condizioni e poi voltarsi preoccupato verso di me.

“Come ti senti?”

Faccio un gesto nervoso con la mano, come per scacciare ogni suo timore, ma anche parlare mi costa fatica.

“Non era necessario tutto quello che hai fatto, Hiro. Sei pallido, hai bisogno di riposarti e mangiare.” ed ora il suo è il parere di un controllore e non accetterà obbiezioni o proteste.

“Akira, vieni.” Sendo è nel frattempo entrato “portalo in camera, assicurati che mangi e si riposi.”

Lo vedo annuire e sollevarmi tra le braccia. Io sono troppo esausto per opporre resistenza, ma il suo calore ed il suo abbraccio mi cullano e mi fanno provare un tepore mai sperimentato prima, mi sento bene tra le sue braccia, al sicuro. Ed è una sciocchezza, io non ho certo bisogno di protezione, ma… sensazioni che non credevo esistessero mi invadono e questo solo perché lui mi stringe a sé. Che fine ha fatto il mio autocontrollo? Cosa mi sta succedendo? Sono spaventato da quello che lui mi fa provare. Il velo sottile che mi separava dal resto del mondo oramai non esiste più, ma non so se sono pronto per tutto questo. È come se io avessi riscoperto l’esistenza del mio corpo e del fatto di avere un cuore. Non sono più solamente un veicolo per il laran, ma una persona le cui emozioni ora stanno risvegliandosi dal letargo al quale erano state costrette, ed io sono terrorizzato dall’idea di perdere il controllo. Soprattutto con Akira, perché la maggior parte delle emozioni che provo mi riconducono a lui, non mi era mai successo di essere dipendente da qualcuno ed ora io lo sono da lui, lo sento in maniera quasi sconvolgente. Ci sono volte in cui desidererei toccarlo, anche solo per sapere che è realmente al mio fianco, mi piacerebbe che… non so neanche io, non capisco bene, ma…… sospiro sfinito, forse lo stanchezza mi ha portato a questi pensieri, non so, e non sono sicuro di volerlo scoprire.

 

POV DI AKIRA.

 

Avere Hiroaki tra le braccia così arrendevole e dolcemente abbandonato contro di me è meraviglioso, è da quando l’ho incontrato che lo desidero, ma… Kami ti prego dimmi cosa ti ho fatto di male, perché tu mi tenti così e poi sottoforma della mia coscienza mi impedisci di agire. Hiro ora è stanco e si fida di me, non capisce cosa significhi desiderare un’altra persona, un altro corpo, volersi scambiare l’odore e con esso marchiarsi reciprocamente, da questo punto di vista è come un bambino, innocente, lontanissimo dai desideri e dai bisogni del corpo, ma io….

A volte credo che impazzirò, se continuo così, ma lo amo, una realtà così semplice, in fondo, lo amo e lo desidero, e per me nient’altro conta se non la sua felicità.

Non ho mai creduto nei colpi di fulmini, negli innamoramenti improvvisi, non pensavo neanche all’amore, in verità, quando mio padre mi ha obbligato a stringere questo matrimonio. Ho ritenuto che fosse solo l’occasione per una nuova avventura, in un nuovo mondo, che da sempre avevo trovato affascinante. Il mio sposo era un uomo, sarebbe stato solo una finzione, anche se nulla impediva che noi diventassimo amici, e magari compagni di letto, non mi sono mai posto problemi a riguardo, né ho mai creduto che fosse sbagliato ricevere un po’ di piacere ovunque fosse possibile. Non ero mai stato realmente innamorato finora, cotte passeggere, infatuazioni, certo ho voluto bene alle persone con cui sono stato, ma nulla più.

E poi….l’ho visto.

Il viso imbronciato, serio e remoto, avvolto nella veste cremisi del tenerezu.

Bellissimo.

Una creatura fatata, quelle dei libri che leggevo da bambino, ed era di fronte a me. Mio.

Per tutta la sera ho cercato di avvicinarmi a lui, ma mi è stato impossibile, finalmente il giorno dopo abbiamo parlato, ma….. lui è un Custode, non sa e non capisce cosa voglia dire amare, non sa come sia far l’amore, né prova interesse per questo. Quel giorno mi sentii molto triste, per lui e per me.

Ho chiesto a Kogure se i tenerezu non siano in grado di amare, lui mi ha guardato sorridendo ed ha scosso la testa, dicendomi che imparano a nascondere la realtà dei sentimenti che provano anche a se stessi, ma nessuno è incapace di amare, soprattutto Hiroaki. Mi ha sorriso ed incoraggiato, dicendo di avere pazienza, e lui aveva compreso già da allora che io ero innamorato di Hiro.

Buffo come la vita percorra strane strade e scelga per noi: ho trovato un mondo da amare.

Kanagawa è bellissima con i suoi spazi sconfinati, con il sole carminio che insanguina le montagne.

La sua natura è selvaggia e pericolosa, come gli uomini che la abitano, come il suo re. Ed il suo guardiano più potente. Il mio amore.

Hiro mi sembra un maestoso vulcano addormentato che aspetta solo di essere destato.

Il calore che riposa sotto il ghiaccio più puro e bello, così lui mi appare.

Ed imparando ad amare e capire questo mondo mi sembra di riuscire ad avvicinarmi a lui.

Sono un telepate, anche se non lo sapevo; Hisashi ha detto che hanno acconsentito al matrimonio solo per questo, se non lo fossi stato non avrebbe mai costretto suo fratello a passare la vita con un atelepate. Non riesco ancora bene a capire come funzioni questo laran, so che il loro sistema si basa su questo e sul suo sfruttamento all’interno delle torri, ma la mia conoscenza è molto rudimentale.

Hiro mi sta insegnando a controllare ed esercitare le mie capacità, ed ho voluto imparare a cavalcare ed usare la spada. Mio padre probabilmente riderebbe di me, li chiama barbari, e non riesce a comprendere il loro modo di vivere, in più il fatto che il loro signore sia sposato con un uomo, ah orrore!! Ma non possono certo mettersi contro Kanagawa ed ha sfruttato me, per ottenere un accordo vantaggioso per tutti. Certo non pensando a me ed Hiro che siamo le vittime di una politica che non pensa a nessuno.

Ma alla fine sono stato fortunato, mi trovo molto meglio con tutti loro che su Gea, e qui mi sento felice.

Vorrei solo veder Hiro sorridere di più, ed esserne io la causa.

Per questo a volte faccio un po’ il buffone e lo prendo in giro, e lui mi risponde sempre per le rime. Non crediate che non abbia la risposta pronta, ed i nostri battibecchi sono per me una delle parti più divertenti della giornata.

Mi piace cavalcare con lui, il suo volto, solitamente pallido, si colora di un tenue rossore ed io penso che sia lo stesso che avrebbe facendo l’amore! Ahhh sono davvero un hentai, ma cosa c’è di male a desiderare chi si ama?  Sono taaanto contento che Hiro non legga nella mia mente, non credo che sarebbe felice di sapere che penso a lui in questa maniera, solo che…… non è mica facile imparare l’etichetta tra telepati! A volte mi capita di captare i pensieri altrui ed è una cosa imbarazzante, oppure di essere io ad emanarli e questo è ancora peggio.

Alcuni giorni fa Hisashi mi ha guardato sorridendo sornione e dicendo di stare attento che Hiro non avrebbe proprio gradito le mie fantasie ed io mi sono sentito come un ragazzino scoperto a fare il guardone. E' stato molto, molto imbarazzante. Stanno cercando di insegnarmi un maggior controllo in modo che io non renda in alcuni momenti i miei pensieri manifesti a tutti, ma è faticoso, comunque devo ammettere che tutto questo mi piace proprio.

E così ora è iniziata la mia nuova vita su questo mondo.

È aspro, è duro, il freddo persiste per quasi tutto l’anno, e la neve sembra coprire ogni cosa. Ma……. i suoi odori, i suoi suoni sono così diversi, tutto questo su Gea è andato perduto. In ogni casa viene sempre bruciato l’incenso, nel camino arde la legna ed è buono l’odore che essa emana, i vestiti sono caldi e morbidi, ogni cosa ha il sapore della leggenda, di come forse noi siamo stati tanto tempo fa. Eppure sbaglia mio padre a considerarli dei barbari, perché, pur non avendo la tecnologia, così come noi la intendiamo, sono comunque una società avanzata; ciò che Hiro e Kimi hanno fatto in pochissimo tempo con la ferita di Hisashi forse per noi sarebbe stato possibile solo grazie ad un’equipe medica, dopo ore di intervento, e le loro armi… Hiro me ne ha parlato, mi ha descritto quelle che loro chiamano le era del caos,  ed il potere che delle matrici di grosse dimensioni sprigionano è terrificante, potrebbe distruggere un mondo intero. Loro ci sono andati vicini, eppure sono sopravvissuti.

Non vorrei mai che diventassero una colonia di Gea, e sento che la mia fedeltà appartiene a questa gente. Come è possibile che tutto questo mi sia successo in così poco tempo io non so, eppure Kanagawa cambia le persone, o forse il mio amore per Hiro, perché io ho visto questa terra attraverso i suoi occhi e lui la ama, anche se non lo sa. Come ama Hisashi e Kimi ed io farò in modo che ami anche me, perché è lui che desidero con tutto il cuore, tutto di lui, come mai prima d’ora.

Ma Kogure mi ha detto che è una strada tutta in salita la nostra, per Hiro ed anche per me. Mi hanno spiegato qualcosa riguardo al rituale isolamento del Custode, ed io non comprendo come si possa costringere qualcuno a rimanere solo per tutta la vita, ma è necessario per la loro stessa sopravvivenza, perciò…….

Vorrei che Hiro mi parlasse più di sé, del perché della sua scelta, di cosa prova. A volte mi sembra che cerchi di essere distante da me, come se mi temesse, ma io lo amo non potrei mai fargli del male.

Ed oggi quando Kogure mi ha chiamato e l’ho visto così pallido mi è sembrato fragilissimo, ma la sua, so, essere una falsa fragilità, eppure ho desiderato proteggerlo, soprattutto da se stesso.

Ed ora in camera mia io osservo le lune che illuminano il loro cielo ed auguro la buona notte al mio amore addormentato. Le nostre stanze sono vicine, perché tutti possano credere alla nostra finzione, solo una porta separa l’uno dall’altro, eppure quella sembra il vessillo della nostra lontananza, del fatto che non siamo realmente sposi.

Ed a volte sentendo l’amore di Hisashi e Kogure, io desidererei che esso esistesse anche per Hiro e me.

 

Finalmente dopo due giorni di dormiveglia Hisashi si è ripreso, è riuscito anche ad alzarsi ed a camminare un po’.

E solo ora mi rendo conto di quanto il suo popolo sia affezionato a questo suo re, e del rapporto che esiste tra loro.

È il loro signore, questo è indubbio, eppure, nello stesso tempo, egli è anche il loro servitore, ogni sua azione è rivolta al loro bene, od almeno a quello che egli ritiene tale, perché è un uomo e può sbagliare.

Durante questi due giorni le udienze sono state tenute da Hiro ed ho notato reverenza nel modo in cui le persone si rivolgevano a lui, e questo è dovuto al fatto che è stato Custode della torre principale per moltissimi anni. Io vengo ancora guardato con un po’ di diffidenza, sono pur sempre lo straniero, ma sto imparando ed Hiro dice che mi sono ambientato davvero bene. Sembra quasi che io sia nato qui e questo per me è un bellissimo complimento.

Kogure non ha mai lasciato il capezzale di Hisashi e deve davvero essere difficile avere a che fare con un paziente cocciuto che afferma di stare benissimo, quando è più che evidente che non si regge in piedi. È tenace, e forte, ma non toglie che si comporti in maniera un po’ stupida, quasi da irresponsabile, davvero Kogure ha avuto il suo daffare, ma mi è piaciuto sostituirli in questi giorni nella cura di Kanagawa ed è bello sentire di avere un luogo a cui appartenere.

Tutti i giorni mi reco in caserma e nessuno nutre particolari riguardi per il genero del re, ma io preferisco così, e poi il mio istruttore afferma che sono portato per la scherma ed io sono orgoglioso di questo. Mi piacciono molto le sfide, mi diverte trovarmi di fronte avversari validi, è eccitante.

Hiro non capisce perché io voglia imparare ad usare le armi, a lui non è mai piaciuto, ed è una cosa che neanche io so spiegarmi bene però sento che è giusto così, e poi sono felice quando lui viene a cercarmi per uscire insieme o affinché io perfezioni l’utilizzo del mio laran. Mi ha regalato una pietra matrice molto bella, incastonata in un ciondolo di rame (per loro è un materiale preziosissimo, perché ve ne è molto poco sul pianeta) ed io sono stato felice perché ha pensato a me, ha detto che lo ha fatto fare su un disegno fatto da lui, e questo mi ha inorgoglito moltissimo e fatto sperare. Sono tante le piccole gentilezze che lui ha nei miei confronti e lentamente se io persevererò forse lui inizierà ad amarmi.

E poco per volta anche i contatti mentali tra noi aumentano, diventando sempre più frequenti. La prima volta è stato stranissimo, ho provato una sensazione che non so descrivere, prima un turbinio di colori, poi… ho sentito la sua mente che sfiorava la mia, ed ho visto un mondo insolito dove ogni cosa era illuminata da una luce azzurrina, Hiro l’ha chiamato supramondo ma io non capisco molto bene cosa sia. A volte lo faccio arrabbiare, ed ho scoperto che è piuttosto facile fargli perdere la pazienza, ma a me piace quando mette il broncio, dicendogli che noi facciamo delle specie di magie, pensiamo a quello che vogliamo si realizzi e puff, e per me così è molto più facile considerarlo piuttosto che immaginare una complicatissima scienza, chiamata meccanica delle matrici.

E sono molto più frequenti le volte in cui lui sfiora il mio polso permettendomi di sentire cosa pensa, cercando la mia presenza e la mia mente, la nostra intimità poco per volta sta aumentando ed io temo che tutti si siano accorti che sono innamorato alla follia di lui tranne Hiro. Il mio modo di sorridergli, di parlargli, è intriso di una dolcezza che non credevo mi appartenesse, ma… mi fa piacere essere così con lui.

Solo ogni giorno diventa più difficile resistergli, vorrei abbracciarlo, baciarlo fino a non avere più fiato, dirgli che lo amo e lo desidero ma non so come prenderebbe tutto questo, eppure penso che sia inevitabile che prima o poi sia in grado di dare una nome al sentimento che proviene da me.

E così trascorrono i miei giorni in questa terra che mi appartiene sempre più.

Sono molti i possedimenti che le famiglie Koshino e Mitsui hanno, ma Hisashi non si può allontanare dalla capitale, può farlo solo in casi di necessità. Dopo quasi due mesi da quando è stato ferito oramai sta bene anche se ancora permane in lui una certa debolezza, ma quasi subito ha iniziato ad assolvere i suoi compiti, sapeva fin dall’infanzia che questo sarebbe stato il suo destino, ed Hiro….

Non era questo quello che desiderava per sé, non un matrimonio, non la vita di corte, mi ha detto che avrebbe ambito rimanere per sempre a Ryonan, ma….. i desideri non sempre si realizzano. Gli ho chiesto se fosse infelice, non vorrei mai esserne la causa, lo amo troppo per causargli dolore, ma lui mi ha rassicurato, non infelice, solo confuso….ed io non so cosa possa fare per aiutarlo. Kogure e Mitsui mi hanno detto che questa è una battaglia che deve combattere da sé, noi possiamo solo rimanere al suo fianco, ma io vorrei davvero soccorrerlo, fare qualcosa per alleviare la sua pena, eppure temo di essere io l’origine della sua confusione. Se lui comprendesse di amarmi e che io amo lui sarebbe poi così terribile?  È così spaventoso per un Custode amare?

“A cosa pensi Akira?”

“Oh! Niente Hirokun, perché?”

“Hn, così. Eri assorto, è un po’ che ti chiamo” e la sua mente timidamente si protende a cercare la mia. Oramai questa è diventata un’abitudine tra noi, e non vi rinuncerei mai, mi piace molto è come se lui mi accarezzasse, e lo sento vicino.

E pensare che fino a mesi fa non credevo neanche che questo fosse possibile. Devo ammettere di essere stato superficiale nell’interessarmi della politica di Kanagawa, ma tutto questo non mi ha mai attratto fino ad adesso, perché ora, invece, mi rendo conto di essere portato per l’amministrazione delle terre di Hiro e mi piace molto parlare con i suoi abitanti, assisterli ed aiutarli come posso. Se io ed Hiro avessimo un figlio, cosa impossibile a meno che qui non compiano i miracoli, tutto questo apparterebbe a lui ed io avrei qualcosa da tramandargli, un suo luogo dove stare E' bello come pensiero, e nuovissimo per me, ma con Hiro al mio fianco il futuro ed il presente sono i tempi che mi appartengono.

Quella che sto per compiere è una mossa azzardata, ma voglio che condivida con me l’emozione che ho provato pensando al nostro futuro, in cui potessimo essere veramente noi, una coppia, due amanti, non so come lui reagirà, ma io non riesco più a fingere. E chissà forse Hisashi ha voluto che intraprendessimo questo viaggio, nelle proprietà di Hiro, da soli, proprio per questo.

Lo vedo arrossire lievemente e sospirare un “Akira” ma la sua mente non abbandona la mia e la sua mano si muove e copre dolcemente la mia, e mi sorride, ed io credo che questa sia la promessa per il vero inizio tra noi.

“Non sarà facile Akira”

Annuisco, non riesco a capire il perché di tutta questa preoccupazione ma…… lui sa ed io mi fido di lui, cercherò di fare del mio meglio….

“Non dipende da te, ma da me. È colpa dell’addestramento che ho ricevuto.” sento che ha interrotto il contatto mentale tra noi, lo vedo andare a tentoni cercando le parole adatte a descrivere la sua preparazione di Guardiano, spiegandosi affinché io possa capire.

“Mi è stato insegnato che un Custode non deve mai avere contatti con nessuno, deve essere distaccato dal mondo che lo circonda e dalle emozioni altrui che lo sfiorano. Credi che io sia così ignorante in fatto di sesso? Non sai quante volte ho percepito, quando ero più stanco e le mie barriere meno resistenti, i miei compagni fare l’amore. E' successo anche a te all’inizio, no?”

Dico di sì. Sì mi è capitato i primi giorni del nostro matrimonio, quando poco per volta iniziavo ad imparare ad usare i miei talenti mentali. Ho sentito Kiminobu ed Hisashi fare l’amore, più che altro ho percepito le loro sensazioni, i loro sentimenti e mi sono vergognato tantissimo, mi sembrava di essere un maniaco, che violava qualcosa di sacro. Per giorni non ho avuto il coraggio di guardarli in faccia, poi sono riuscito a parlargliene, non riuscivo più a fare finta di niente perché mi sentivo in colpa. Kimi è arrossito un po’ ma non si è arrabbiato, e lo stesso Hisashi anche se mi ha preso un po’ in giro. Dicono che può succedere se una persona non è ben addestrata, mi hanno dato una macchinetta da usare e mi hanno detto che l’avrebbero usata anche loro, e penso che così sia stato, perché dopo non mi è più successo nulla di simile.

Comunque… cosa sta cercando di dirmi Hiro?

“So che tutti abbiamo dei bisogni del corpo, credi che io non senta il tuo e non ne soffra?”

Arrossisco, allora lui sa cosa penso di lui? Kamikamikami!!

Mi sorride triste “Non vergognarti, Akira, lo so, ma non mi da fastidio, solo… io non lo riesco a comprendere, io non provo una simile necessità. L’addestramento a cui mi sono sottoposto ha fatto in modo che io non potessi provarla, perché il laran passa attraverso i canali sessuali ed un Custode deve averli liberi per poter manovrare un così grande potere, il rischio che corre, se così non fosse, è la sua morte. Queste cicatrici sono aiuti alla memoria, servivano a ricordarmi chi ero e quale era il mio dovere. Ma non mi era mai importato prima di ora. Mia madre aveva sposato un uomo che non aveva mai amato ed era stata infelice, e forse anche mio padre lo era stato. Io non volevo essere come loro, perciò accettai di diventare Tenerezu, era una buona via di fuga dopotutto. Aveva ragione Hisashi, ero troppo giovane per capire a cosa rinunciavo. Solo ora me ne rendo conto e sono spaventato.”

Ha parlato come sempre con voce calma e distaccata, eppure mi è parso di percepire un tremito. Dunque sono io a sconvolgere il suo mondo? Sono anche io spaventato, perché anche lui ha messo in subbuglio il mio.

“Hiro… io, non capisco bene, non so quale sia il tuo condizionamento, ma insieme, io credo che potremo farcela. Cosa devo fare?”

“Avere pazienza, andare poco per volta. Io mi fido di te Akira, solo abbiamo bisogno di tempo.”

Acconsento, non posso fare nient’altro, ma io sono un ottimista, e sento che andrà tutto per il meglio.

Finalmente potrò stringere Hiroaki fra le braccia ed amarlo per davvero.

 

Sono passati alcuni giorni da questa nostra conversazione, ma grossi cambiamenti tra noi, purtroppo, non ve ne sono stati. Hiro mi aveva avvisato che non avremmo potuto fare subito l’amore, ma io credevo, che una volta riconosciuto il fatto di essere innamorati, avremmo potuto baciarci, avrei potuto stringerlo forte, in modo da non lasciarlo più fuggire via ed invece…… niente di niente.

Ahhhh!!! Devo ammettere che è un po’ deprimente, ma… non voglio essere impaziente o rovinare tutto e poi sento che poco per volta lui si avvicina sempre più a me col contatto mentale ed ho scoperto che è questa la vera nudità: non aver più nessun pensiero per sé, ma essere disposto a condividere i più intensi ed emozionanti od importanti con la persona che si ama. È parecchio singolare, singolare ma bellissimo.

E poi… la loro idea del pudore è decisamente diversa dalla nostra.

Io credevo che, avendo tutti questi problemi ad avere contatti fisici con le persone, si vergognasse anche della propria nudità, cosa che invece non è.  I problemi purtroppo li ho io!! Hiro è bellissimo, la sua pelle è diafana, il corpo piccolo, ma ben proporzionato, ed ha un culetto strepitoso…… ehm… ecco, questo è il mio problema maggiore. Perché il vederlo mi provoca effetti devastanti nella parte bassa del corpo, cosa che a lui invece non succede per niente. È completamente privo di malizia, in questo davvero è come un bambino, ed anche per questo benché io lo desideri, sento che forzarlo non sarebbe giusto, mi sembrerebbe quasi di compiere una violenza, anche se mi hanno detto che chi rischia è chi tocca il Custode senza il suo consenso, perché mette a repentaglio la propria vita e la propria ragione, ma, in verità, io non capisco bene il significato di questa frase.

“Akira siamo arrivati!”

La torre dove Hiro ha trascorso gran parte della sua vita, e che tanto condiziona la nostra esistenza, si erge ora davanti a noi. Ho chiesto io ad Hiro di portarmi qui. Essa non è tanto lontana dalle terre della sua famiglia ed io desideravo vederla. È minacciosa o questa è solo una mia impressione? Sarà sempre la mia rivale nel cuore di Hiro? Rimpiangerà sempre ciò che ha dovuto lasciare? Benché io mi avvicini sempre più a lui, non mi parla quasi mai del tempo trascorso a Ryonan, e non lo fa neanche con Hisashi e Kiminobu, è come se quella parte della sua vita volesse tenerla solo per sé. Ed io quando questo accade mi sento escluso dalla sua esistenza. Io non ho avuto problemi a raccontargli tutto di me, della mia vita su Gea, invece per lui questo ancora non è completamente possibile.

Beh… io non mi arrendo facilmente, prima o poi supereremo anche questa barriera tra noi.

“Dom Hiroaki?”

Vedo Hiro voltarsi verso le persone che l’hanno chiamato, stanno uscendo dalla torre, dovevano appartenere al suo cerchio.

Improvvisamente lo sento irrigidirsi, come se questo incontro gli fosse sgradito, o forse… a volte ho sempre paura che possa vergognarsi di avermi dovuto sposare, di aver lasciato il suo posto a Ryonan e di essere il consorte di un abitante di Gea che loro tanto disprezzano. Per loro non ha importanza che io sia il figlio del governatore della mia terra, l’unica cosa che conta è che sarò sempre lo straniero, tranne forse per coloro che mi conosceranno, e qualunque cosa io faccia non cambierà la realtà purtroppo.

Hiroaki allunga la sua mano e stringe le mie dita, la sua mente entra in contatto con la mia:

-Non pensare mai io possa vergognarmi di te, ti amo Akira, ho solo bisogno di tempo, non dubitare di questo-

Ed io non desidero nient’altro, null’altro conta per me.

Ed… ehi!!! E’ la prima volta che dice di amarmi ed è così bella come frase pronunciata da lui, beh… non proprio pronunciata, pensata ecco.

-Anch’io ti amo Hiro, pazzamente- e rafforzo la stretta delle mie dita, ora non fuggirai più da me!!!

-Non ho alcuna intenzione di farlo Akira-

Argh!! Eravamo ancora in contatto telepatico!! Ma è arrossito: che carino!! Ed io devo aver assunto la mia migliore espressione da ebete, sì, lo so che così non gli faccio fare una gran figura, ma che posso farci se lo amo?

“Dunque è questo il…….”

Non capisco la parola che hanno pronunciato, ma non penso proprio sia un complimento, mi sa che mi hanno insultato, vedo Hiro sbiancare improvvisamente, ma cosa possono aver detto?

È furioso e loro ora sono molto spaventati, sanno benissimo che non bisogna mai provocare la collera di un Custode, chi lo fa rischia la propria vita, è per questo che Hiro è sempre perfettamente controllato e distaccato.

Sfioro il suo braccio per calmarlo, non mi importa assolutamente di cosa degli idioti possano pensare di me e volutamente permetto che questo mio pensiero li raggiunga, in fondo come loro hanno insultato me… beh posso farlo anch’io, no?

Il più anziano dei due mi guarda collerico e porta la mano all’elsa della spada, ma io non ho paura, vuole sfidarmi? E sia.

Percepisco l’ansia di Hiro, teme che io non sia in grado di difendermi. Una voce cristallina eppure autorevole ordina a quest’uomo di smetterla.

“Taoka, piantala immediatamente, è lo sposo del tuo signore e dunque è il tuo signore”

Vedo questo Taoka e l’altro ragazzo inchinarsi immediatamente di fronte a lui e poi a noi, ed allontanarsi velocemente, su Gea diremmo che si ritira con la coda tra le gambe ed un sorriso di scherno compare sul mio volto.

“Akira sei stato un irresponsabile non fare mai più una cosa simile!!” ed Hiro era preoccupato per me.

“Va bene.” e gli sorrido dolcemente, come solo con lui so fare.

“Dunque è lui il tuo sposo Hiro-kun!” ma non c’è ironia nel modo in cui ha pronunciato il termine sposo, solo gentilezza. Accanto a lui compare un altro ragazzo, molto più alto, deve esserlo anche più di me, e con gli occhiali, il suo aspetto è serio e rassicurante, ed una strana atmosfera si percepisce tra loro.

Uhm, penso che sia corretto che io mi presenti: “Akira Sendo per servirvi!”

E faccio un inchino. Ho sbagliato qualcosa? Guardo Hiro interrogativo, perché stanno sorridendo? Non avrò mica infranto qualche altra etichetta, vero?

“Io sono Kenji Fujima e lui è Toru Hanagata, no, non proprio, solo non ci si inchina mai di fronte ad un proprio pari, su Kanagawa non usa.”

“Oh capisco!!”

“Io sono il cugino di Hiro ed Hisashi “ ed a parlare è stato il ragazzo più alto. Io cerco di ricordare se ho già visto il suo volto, deve essere così, se è loro cugino era sicuramente al matrimonio, ma… porca miseria, quella sera mi sono state presentate troppe persone, sorrido loro imbarazzato, grattandomi la nuca come a volermi scusare.

“Non preoccuparti, è logico che tu non possa ricordarti di tutti.” Mi giustifica comprensivamente il ragazzo più basso, è proprio bello! Beh… Hiro lo è di più!!

“Akira!!” mi riprende Hiro-kun, scandalizzato.

Beh… che ho fatto?

“Sono felice che per te il tuo sposo sia il più bello, per me è lo stesso per il mio” mi risponde divertito Toru, guardando Kenji con occhi adoranti. Ecco cos’era quell’atmosfera che sentivo tra loro!! E solo ora noto che i loro polsi sono cinti dagli stessi bracciali che uniscono per tutta la vita me ed Hiro. Lo accarezzo delicatamente, perché così facendo mi sembra di sfiorare l’anima stessa di Hiroaki.

“Hn, come mai siete qui?”

“Stiamo andando nella capitale per la stagione del Consiglio, avrete bisogno di alleati, Hiro. Facendovi sposare Hisashi ha fatto una cosa fuori del comune ed i più conservatori ed isolazionisti erano contrari, Taoka è solo il primo di una lunga lista, se il matrimonio non è stato consumato, beh… potrebbero farlo annullare.”

Io non ci sto capendo niente, io ero convinto che tutti fossero d’accordo su Kanagawa. I membri del senato di Gea erano tutti entusiasti di questa decisione, hanno addirittura lodato mio padre per la sua sagacia politica!

“Alcuni di noi non si rendono conto che le cose sono cambiate, e che noi abbiamo bisogno di voi proprio come voi ne avete di noi. Hisashi e Kimi hanno perfettamente compreso la situazione, questo era l’unico modo perché Kanagawa sopravvivesse senza sottomettersi o combattere contro Gea. Ma non tutti purtroppo hanno la loro lungimiranza. E tu sei e resterai sempre uno straniero Akira! Alcuni non accetteranno mai che il tenerezu più potente abbia rinunciato al suo ruolo per sposare te. Sanno del condizionamento del Guardiano e lo useranno per invalidare il matrimonio. Penseranno che in così poco tempo tu non sia riuscito a liberarti dai vincoli del Custode, Hiro, saranno pronti ad esaminarti per saperlo. ” è il commento preoccupato di Kenji

“Non oseranno!!” ed Hiro è angosciato “Hisashi non lo permetterà, io non lo permetterò!” ed il suo volto è duro e senza espressione.

“E noi faremo di tutto per aiutarvi.”

Vedo Hiro annuire e sospirare, eppure è ancora teso, e triste. Non ho capito molto bene la situazione, ma so una cosa: non consentirò a nessuno di allontanare Hiro da me!

 

Oggi è stata davvero una giornata faticosa, dopo aver salutato Kenji e Toru siamo tornati al castello ed abbiamo sistemato gli ultimi affari, domani potremo tornare nella capitale, ma ciò che ho appreso mi impensierisce molto, davvero possono separare Hiro da me?

Hiroaki entra silenziosamente nella mia stanza, e si siede accanto a me, tutto il suo corpo si appoggia contro il mio eppure io sento che è a disagio.

“Cosa c’è Hiro?” desidero che parli con me e che si sfoghi, non può continuare a tenersi tutto dentro, non può sopportare tutto da solo.

“Non sei più solo Hiro, ci sono io con te, parlami, io ti ascolterò!”

“Non voglio stare senza di te Akira. Se mi avessero offerto questa possibilità pochi giorni dopo il nostro matrimonio, forse io l’avrei accettata felice, ma ora… so di non dimostrare mai di tenere a te, ma io… non so come si fa, non con i gesti. Insegnami Akira, voglio sapere cosa significa appartenerti!”

“E’ per via di quello che ti hanno detto Kenji e Toru, vero?”

“Io… non mi sono mai interessato alla politica di Kanagawa, ho sempre detestato tutto questo, ma non voglio perderti!”

“Né io voglio perdere te Hiro, ma andremo per gradi come abbiamo fatto finora, vedrai tutto si risolverà.”

E mi chino su di lui, sollevando il suo volto verso il mio.

Le mie labbra sfiorano le sue in una delicata carezza, dolcemente lui dischiude la bocca e timidamente inizia a ricambiare il mio bacio, poco per volta lo sento abbandonarsi tra le mie braccia e non mi è mai parso più bello, con il volto arrossato, le labbra tumide per i baci ed il respiro un po’ affannato.

“Dunque è questo un bacio.” lo sento affermare sorpreso.

“Sì” sussurro.

Lo vedo accarezzarsi le labbra “Baciami ancora Akira”

Ed io lo accontento più che volentieri, sono morbide le sue labbra, è dolce il suo sapore.

Non so da quanto tempo siamo qui sdraiati uno accanto all’altro impegnati solo a baciarci, ma mi piace tutto questo: è intriso di tenerezza, non ricordo neanche più quando è stato che ho avuto così qualcuno accanto senza desiderare rotolarmi con lei nel letto. Oh non che non lo desideri anche ora, solo non è la cosa più importante.

 “E’ bello baciarsi.” ed è così innocente il mio amore mentre lo dice! Mi sembra un ragazzino ed io non devo dimenticare che da questo punto di vista lui lo è.

Si stringe di più a me e poggia il capo sul mio petto “Possiamo rimanere solo così Akira?”

“Sì, Hiro, per tutto il tempo che vuoi”
Mi piace sentire il suo peso delicato contro di me ed il suo calore. La sua presenza mi abbraccia ed accoglie ed io sento di amarlo sempre più.

È incredibile come dopo aver conosciuto lui tutto sia cambiato per me, prima non avrebbe avuto senso stare accanto a qualcuno solo abbracciati, non avrei provato il benché minimo appagamento, ora invece sono soddisfatto così, perché credo di comprendere gli sforzi che lui sta facendo per avvicinarsi sempre di più a me anche fisicamente.

Non posso negare di aspettare con ansia il momento in cui noi faremo l’amore, ma questa volta considero l’unione dei corpi non più come possibilità di avere un po’ di piacere, quanto piuttosto come un’unione più profonda, una fusione totale, qualcosa quasi di spirituale, un rito antico e sacro di cui noi saremo gli unici officianti.

Ahhhh!!! Sono proprio partito!! Credo di essere arrossito dopo essermi reso conto di cosa ho pensato, ma…. Stringo più forte Hiro e spero che nessuno davvero possa separarci. Gli ho detto che non lo avrei permesso, e questa davvero è la mia intenzione, solo mi chiedo se sia possibile. Sacrificherei la pace di due mondi solamente per avere lui?

Guardo il suo volto addormentato sul mio petto, i suoi capelli d’ebano, le lunghe ciglia che ombreggiano le gote, la sua pelle alabastrina. Penso alla sua forza ed al coraggio che l’addestramento di Custode richiede, al suo portamento fiero ed aggraziato e trovo la mia risposta: sì, sarei disposto a tutto pur di rimanere con lui.

Ma Hiro? Il senso del dovere in lui è fortissimo, è stato pronto a rinunciare a tutto per servire Kanagawa, sarebbe disposto a rinunciare anche a me?

So cosa mi ha detto prima, solo… non lo so, non è da me essere così timoroso.

Vorrei addormentarmi ma non ci riesco proprio, non riesco a smettere di guardarlo: la prima notte che trascorriamo insieme… mio, soltanto mio. Vorrei lo fosse per sempre.

“Akira?”

“Hiro non dormivi?”

“Umph è impossibile con te che ti contorci come un’anguilla!!” è la sua risposta divertita.

“Oh grazie tante!” ma sorrido. Questo è il mio Hiro-kun!

“Sei turbato?”

Ed io maledico mentalmente la telepatia e l'empatia e la sua maledetta perspicacia.

“Un po’….”

“Per una volta in vita mia Akira voglio fare qualcosa solo per me. Amarti è solo per me.”

“Grazie” ed ora mi sento più sereno e finalmente anch’io scivolo tra le braccia di Morfeo.