A dispetto di quel che gli dico ogni giorno, lo so
benissimo che la mia testa rossa non è davvero un do’aho. Non nel senso
negativo del termine, almeno.
È un po’ imbranato, pasticcione, confusionario,
casinista, attaccabrighe, irascibile e mille altre cose, è vero, ma è
anche sensibile, di una gentilezza un po’ burbera, come se temesse di
apparire debole per questo. Ed osserva più di quanto non sembri, il mio
do’aho, mi ha studiato tanto da conoscermi bene ormai. Ok, abbastanza
bene: meglio abbassare i toni, non voglio che si monti ulteriormente
quella sua testa da autoproclamato tensai!
Questa è la notte dell’ultimo dell’anno: molte
persone in Giappone si riuniranno fra amici, andranno al tempio e
festeggeranno.
Ma questa è anche la notte del mio compleanno e a me
non piace la confusione.
Quando ero piccolo non mi faceva particolarmente
piacere essere nato il 1° gennaio, proprio per questa coincidenza con il
Capodanno: mi sembrava che non fosse davvero la mia giornata, avevo
l’impressione di doverla dividere con un’altra, più ingombrante,
festa. Ora non la penso più così: continuo a non amare il Capodanno, ma
so di poterlo ignorare, so che trascorrerò il mio compleanno come se non
ci fosse altro.
Hanamichi mi conosce, come dicevo, e ha capito tutto
questo: non mi ha proposto di andare con lui ad uno dei templi
(probabilmente anche perché aveva previsto una risposta negativa), né di
vedere i nostri compagni di squadra; in compenso, ha organizzato una
serata per noi due soli, a casa mia: aspetteremo la mezzanotte ma non per
l’anno nuovo… per festeggiare il mio compleanno già dal suo scoccare,
mi ha detto.
E la mezzanotte è vicinissima.
Abbiamo finito di cenare già da un bel po’ e adesso
io me ne sto seduto sul pavimento del salotto, con la schiena appoggiata
al divano, esattamente davanti al tavolino basso, mentre lui sta
trafficando in cucina.
"Penso io al dolce, kitsune!" mi ha
assicurato, e ha mantenuto la promessa. Ma non avevo dubbi: lui mantiene
sempre quel che promette.
"Kaede, chiudi gli occhi!" esclama, facendo
capolino dalla soglia.
"Hn? Perché?".
"Non fare storie, volpaccia, e chiudi gli
occhi!" insiste lui, deciso.
"Ecco, li ho chiusi" lo rassicuro; forse è
meglio tagliar corto sulla faccenda, altrimenti all’alba saremo ancora
qui a discutere…
"Non aprirli, eh! Aprili solo quando lo dirò
io!".
"Parli come un prestigiatore" lo prendo in
giro, restando però ad occhi chiusi.
"Ah ah, ma quanto siamo spiritosi stasera"
borbotta lui, fingendosi offeso; la sua voce è vicina a me, sento che sta
appoggiando qualcosa sul tavolino.
"Ancora un attimo di pazienza…sì, ma non
addormentarti, kitsune!" aggiunge Hana, a voce più alta.
"Non sto dormendo" gli faccio notare; va bene
che mi addormento in pochi secondi, ma insomma…
"Aspetta ancora un attimo…".
Sento il ‘click’ dell’interruttore e poi avverto
il buio intorno a me; percepisco il suono di un fiammifero che viene
acceso, respiro quel tipico, particolare odore di bruciato.
"Oi do’aho, vedi di non dare fuoco alla
casa" lo avverto, usando proprio il tono che lo indispone di più. E
infatti…
"Darò fuoco direttamente a te, se non la smetti
di darmi dell’idiota!!!" reagisce, come prevedevo.
"Do’aho!".
"Stupida volpe!".
Pochi istanti di silenzio e poi di nuovo la sua voce,
stavolta niente affatto alterata, ma affettuosa e calda.
"Ora puoi guardare, Kaede".
Apro gli occhi.
Lì per lì provo a dirmi che tutto questo è
terribilmente infantile ed assurdo, che non sto compiendo cinque anni e un
sacco di cose simili… La verità è che forse non ero poi così
preparato a rivedere per il mio compleanno una grande torta ricoperta di
panna montata, con tutte le candeline celesti ben disposte a circolo,
accese, che brillano nel buio della stanza. No, non ero decisamente
preparato. E forse il Kaede Rukawa di qualche mese fa avrebbe trovato
sicuramente qualche commento ironico da fare, ma ora invece sento solo un
gran calore dentro, così intenso che un semplice fuoco non potrà mai
generarlo, e non posso trattenere un sorriso…
"Ti piace, Kaede? - mi chiede Hanamichi,
mormorandomi la sua domanda all’orecchio- Cioè, a me piacerebbe e ho
pensato che magari sarebbe stato lo stesso per te, anche se non ero sicuro
che una volpe artica potesse apprezzare le stesse cose del tensai! Ah, non
c’è nessun suggerimento subliminale per il 1° aprile, eh! Beh, magari
giusto un filo… Ma la torta è come piace a te, kitsune: c’è il
ripieno di cioccolata con le scagliette di cioccolato al latte! Allora…
ti piace?" domanda per la seconda volta il mio Hana. E in questo caso
la sua voce suona più emozionata.
"Sì, mi piace" lo rassicuro, sfiorandogli la
mano con le dita; lo vedo fare un gran sorriso, contento ed orgoglioso di
aver organizzato tutto perfettamente.
"Ora dovrei soffiare sulle candeline,
suppongo" osservo, avvicinandomi appena alla torta.
"Noooo! Aspetta, manca qualcosa!" mi blocca
lui, stringendomi un braccio.
Hn? Di cosa sta parlando?
"Il tensai fa le cose per bene, che ti credi,
stupida volpetta?" aggiunge sorridendo, poi avvicina ancora di più
il suo viso al mio e inizia:
"Happy birthday to you…Happy birthday to you…".
Forse non è completamente intonato e la pronuncia
lascia a desiderare, ma in questo momento non vorrei sentire altro…
Gli sorrido apertamente adesso: è giusto che capisca
quanto sono contento quando sto con lui. Hanamichi mi passa un braccio
intorno alle spalle e prosegue:
"Happy birthday to yoouuu…".
Poi le sue labbra sfiorano il mio orecchio per la
strofa finale:
"Happy birthday, dear Ru…".
Volto il mio viso verso il suo.
"Ecco, ora puoi soffiare sulle candeline, Kaede"
mi dice lui, passandomi una mano fra i capelli, ma io scuoto il capo e mi
avvicino ancora di più: spegnerò dopo le candele… ora devo baciare te,
amore mio…