Naturalmente tutti i pg sono del maestro Inoue... sperando che prima o poi prenda spunto da tutto quello che si può leggere in Internet... Non sarebbe bello?! ;P
[] indica i pensieri
DISCLAIMERS: non sono miei. Ma a questo punto dubito anche che siano di Inoue... cmq io intanto li uso, finchè non mi dicono qualcosa! ;P


Tempo d'estate

di Seleines Bran

parte IV


Correvano. Sempre avanti, in fretta, come se non ci fosse stato altro... Sakuragi lo stava trascinando, tenendolo per mano.
All'inizio, quella stretta gli aveva dato fastidio. Lo aveva preso per il polso, stringendo forte, quasi senza accorgersene, ma poi era scivolato alla mano.
All'inizio, aveva avuto per un attimo l'impulso violento di fermarsi, di fermarlo, di chiedere o fare qualcosa.
Arrivati a quel punto, non sapeva più cosa voleva.
Di certo non voleva fermarsi, e scoprire che era tutta una sua illusione... che il calore nella sua mano, la vicinanza che sentiva non erano che fole... apparenze menzognere. Oh, con ogni probabilità lo erano... ma non voleva saperlo. Non voleva pensarci... non in quel momento.
Correva, con lui. Pochi attimi d'eternità sospesi tra inferno e paradiso...
...E anche se Sakuragi sembrava essere inconscio della sua presenza, non gli sembrava di poter desiderare di più. Se si fosse voltato e gli avesse sorriso, era certo che gli sarebbe venuto un infarto.
Sbuffò leggermente. Che sciocchezze.
Ma era così che si sentiva.
...Ormai era completamente andato, da ricovero.
Che magra fine per quella che sarebbe dovuta essere una stella del basket...
Finalmente il rossino frenò quella pazza corsa, e si appoggiò ansimando pesantemente ad un albero. Rukawa respirò profondamente per calmarsi, il calore che si sentiva addosso bilanciato dal freddo al palmo della mano, come se gli mancasse la presenza confortante della mano del rossino.
Strano.
Triste.
Dolce.
Forse era quella sensazione, che lo spinse ad avvicinarsi ancora di più a lui.
Si era rialzato (prima era piegato in avanti), sempre con una mano appoggiata all'albero, e gli voltava le spalle, ansimando pesantemente.
Do'aho... Do'aho... corri tanto e poi ti stanchi... troppo...
Non sapeva neppure se era cosciente della sua presenza.
Non sapeva come poteva prenderla.
Non gli interessava.
Voleva solo stringerlo, stringerlo e perdersi in lui. 
Ora, non più ieri o domani.
Solo ora, per sempre.
Lo abbracciò da dietro, fermamente, con delicatezza, estasiato nel sentire sotto all'orecchio che poggiava sulla sua schiena il ritmo veloce e profondo del battito del suo cuore. Era un suono che lo riempiva di pace, e che lo faceva sentire leggermente su di giri... che lo commuoveva.
Tra ragione e sensazioni avevano vinto le sensazioni... non pensava più...
"Corso in fretta, eh, Do'aho?"
Non seppe come riuscì a cacciarsi quelle parole fuori dalla gola... anche se comunque gli uscirono roche, più incerte di quanto avrebbe mai ammesso.
Come se le dicesse un'altro, lontano.
Forse si era costretto a farlo perchè lo sentiva troppo rigido, chiuso sotto di sè.
Lui stava così bene... DOVEVA essere così anche per il rossino.
...ma la realtà non lo illuse, neppure per un attimo.
"Ru..Rukawa?! Che ci fai qui?!! Mollami, mi hai fatto venire un colpo!" sbottò infatti senza esitazioni l'oggetto dei suoi desideri, rivoltandoglisi tra le braccia e scostandolo bruscamente.
Poteva avere il suo solito contegno di sempre? Poteva nascondere l'orgoglio ferito, e ancora di più il dolore del rigetto? Sul serio, poteva?
...stupida scimmia, che non capisce niente...
E infatti Sakuragi non sembrò rendersi conto del suo turbamento.
Fu solo un attimo d'altronde, e poi ricompose la sua solita maschera... fredda porcellana bianca sul volto, anche se in realtà ribolliva, e rischiava sempre di spezzarsi irreparabilmente.
Non voleva... non DOVEVA capitare. Non in quel momento.
No.
"Be', do'aho? Sei stato tu a trascinarmi fin qui, dovresti darmi tu una spiegazione..." gelido e strafottente, sì, ci stava riuscendo anche se lo feriva... ancora un poco, e poi lontano da quegli occhi si sarebbe ricomposto.
Ancora un poco, e poi avrebbe potuto riprendere a fingere di odiarlo.
Con sua somma sorpresa, vide Sakuragi arrossire, abbassando gli occhi.
'Carino...' non potè fare a meno di pensare '...sembra così innocente...'
Fece un passo verso di lui, senza riuscire a trattenersi. Il corpo in preda ai suoi desideri ('pulsioni, forse?' ironizzò la parte ancora razionale della sua mente) gli si avvicinò con fermezza. Gli sembrava di guardarlo dall'alto, da lontano... doveva avvicinarsi, per poterlo capire... toccare...
Quando si rese conto di cosa stava succedendo, era troppo tardi.
Le sue mani all'altezza delle spalle di Hanamichi, sul tronco dell'albero. Poteva sentire la corteccia, ruvida e fredda.
Il suo corpo che lo bloccava, saldo. Poteva sentire il calore intossicante dell'altro... il viso di quella tenera scimmia a pochi centimetri, gli occhi spalancati ed indifesi, per una volta... innocenti... il respiro quasi bloccato... e quelle labbra... chiuse gli occhi e si lasciò andare, premendo leggermente le sue labbra su quelle del do'aho.
Tenero, morbido, caldo.
Se lo sarebbe mangiato.
Gli passò le mani dietro il capo, stringendolo a sè prima di leccargli il labbro inferiore, mordicchiarlo per approfondire il bacio... un permesso che non gli fu negato ma...
Freddo.
Bloccato.
Non rispondeva.
L'immobilità del ragazzo tra le sue braccia lo gelò, piantandoglisi come una scheggia gelata nel cuore.
Si staccò, lentamente, indeciso.
Paura.
Aveva paura di vedere quegli occhi, ma doveva sapere.
Ne aveva bisogno.
E quando li incontrò, seppe che aveva fatto la cosa giusta.
Anche se gli avrebbe rovinato la memoria di quell'attimo ogni giorno, per sempre.
Incredulità.
Disgusto.
Paura.
Erano così espressivi, gli occhi di Hanamichi. Così caldi, quando voleva... anche se a volte lo rendevano troppo impulsivo, diretto, esagitato. Lo avevano attirato subito, gli erano... piaciuti.
Normale, prevedibile quasi che ora gli si rivoltassero contro.
Atrocemente.
Indietreggiò, quasi spaventato.
"Scusami" disse, chiudendosi di nuovo nella sua personale freddezza.
Solo una parola, ma sapeva di non poter dire altro.
"Scusa"
Indietreggiò ancora, e si voltò per andarsene.
In fretta, voleva scomparire in fretta da quel luogo assurdo, dimenticare che fosse mai avvenuto, dimenticare quegli occhi accusatori... via! 
Dimenticare anche che fosse successo!
Ma Sakuragi lo afferrò per un braccio, voltandolo di nuovo.
"Hei, si può sapere perchè l'hai fatto?!" lo investì, accusatore, rabbia e odio che sprizzavano da tutti i pori.
Non lo reggeva, non lo reggeva, non lo reggeva...
"Lasciami..." merda, anche il nodo alla gola ora... ma non doveva lasciarsi andare, doveva resistere... non alzò lo sguardo, non voleva guardarlo di nuovo... e gli occhi umidi...
"Che schifo! Vuoi spiegarmi che cazzo ti è passato per quella tua testaccia dura, maledizione, stupida kitsune!"
"Lasciami andare!"
"Non ti lascio andare finchè non mi dai delle spiegazioni! Volevi prendermi in giro? Ti divertiva tanto l'idea? Ehi, rispondimi, se ne hai il coraggio!"
Troppo. Era troppo.
Rialzò gli occhi, puntandoglieli contro. Non gli interessava se stava piangendo o meno, non gli importava più di niente.
"L-a-s-c-i-a-m-i", scandì, con il tono più gelido che riuscì a trovare.
Sentì appena la mano dell'altro che lasciava la stretta, vide appena lo sguardo perso, ad un tratto incerto.
Poi, più nulla se non il bosco, e la maledetta memoria che lo tormentava, trasformando la gioia in dolore, e nulla più.

***

Restò fermo, senza quasi respirare.
Non capiva.
All'inizio era stato tutto così semplice, e ora quella stupida kitsune... Rukawa... veniva a complicare le cose.
Non gli piaceva, non gli era simpatico, non erano amici... e avrebbe voluto picchiarlo per quello che gli aveva fatto... baciarlo, che schifo.
Però, in un angolino, non poteva odiarlo, nonostante tutto.
Gli aveva fatto troppa tristezza, aveva gli occhi umidi... e poi quella lacrima che era scivolata sul suo viso... mentre gli occhi gli rigettavano in gola tutto quello che aveva detto e che avrebbe voluto dirgli... non poteva che chiedersi se aveva fatto bene, a comportarsi così.
Doveva aver sbagliato, in qualche modo.
Rukawa non era il tipo che andava in giro a farsi compagni di squadra... doveva averlo frainteso. 
Forse l'aveva fatto per ferirlo.
Anzi, sicuramente lo aveva fatto per questo.
Forse era invidioso del fatto che lui riusciva a parlare con Haruko-chan, mentre nonostante tutta la sua altezzosità e il fatto che tutte gli morivano dietro a Mr. Ghiacciolo non riusciva.
Sogghignò.
Certo, era quello. E piangeva perchè evidentemente stava pensando al suo fallimento, quando... be'... sì... in quel momento, ecco. In fondo gli dispiaceva per lui.
Però, non avrebbe mollato... a lui Haruko piaceva veramente.
E poi, lui era il Tensai. Non si sarebbe fatto battere! Neanche dalla kitsune!
Ripensò un attimo a quello sguardo ferito.
Forse avrebbe dovuto parlargli, spiegargli che aveva capito... ma forse era meglio di no. Erano rivali, e sicuramente anche quel bacio... glommm... no, non era stato un bacio, non gli era piaciuto minimamente (anche se arrossiva e sentiva caldo solo a pensarci... no, non era caldo, era il tempo...), e Rukawa lo aveva fatto solo per prenderlo in giro.
Certo, perchè era il suo primo bacio.
Be', il secondo l'avrebbe avuto da Haruko!
E non si sarebbe più chiamato Tensai, se non ce l'avesse fatta!
Una piccola parte della sua mente (la migliore, potremmo dire) mise da parte il piano: "Tallonare la volpe" sotto la voce "Piani falliti". Spiace dire che avrebbe dovuto occuparsi di ben altri argomenti... ma al Tensai, si sa, non si comanda.

***

"...e se restassimo qui ancora un po'?"
Un sussurro deliziosamente intimo al suo orecchio, un sussurro leggero e caldo, che lo fece rabbrividire.
"Humm... cosa intendi per un po'? Io non avevo intenzione di muovermi almeno per un paio d'ore..." ridacchiò Kogure, accomodandosi con fare sornione nell'abbraccio dell'altro.
'Qui non esiste nulla... null'altro che noi...'
Mitsui ridacchiò, e lo strinse ancora più fermamente, mordicchiandogli scherzosamente il lobo di un orecchio.
"Ma se fai così mi viene voglia di ricominciare daccapo!"
Il suo Kimi-chan si rotolò nel suo abbraccio, premendoglisi contro. Lo baciò, fermamente, passionalmente.
"Ricominciare cosa?" gli chiese, sorridendo malizioso, a meno di un respiro dalle sue labbra, mentre gli baciava tra una parola e l'altra il viso.
"Mah, non so...- sorrise, raggiante, avvicinando ancora di più i loro volti -...magari se continui mi viene in mente qualcosa..."
"Hmm, hai ra...hmpf!"
Lo zittì, coprendogli le labbra con le sue.
Ogni volta che lo baciava, gli sembrava di cadere... scivolare morbidamente verso quel punto caldo e confortevole, quel luogo che esisteva solo tra loro due, dove non aveva più bisogno di lottare, dove poteva essere liberamente se stesso.
Lo voleva, anima e corpo, più di quanto gli sembrava possibile credere... e questo solo dopo pochi giorni. 
Aveva quasi paura a sapere cosa sarebbe successo, tra un altro po'.
Forse sarebbe anche riuscito a darglielo... pensò, ridacchiando. Si staccò da Kiminobu, sorridendo ancora.
Non subito... per ora l'idea gli era un po' ostica. Ma magari, col tempo...
Kiminobu lo guardò, sorridendo anche lui. Chissà perchè non riuscivano a smettere... dovevano sembrare due idioti... ma non gliene poteva fregare di meno.
"Be'?- gli disse il suo megane-kun, gli occhi caldi e raggianti -A cosa stai pensando, con quell'aria maliziosa?"
Non rispose, ma fece scivolare una mano leggera sul suo petto, seguendo il profilo dei muscoli, stuzzicando la pelle ancora un po' umida.
"Mi sa tanto che mi sono ricordato cosa volevo fare..." sussurrò, con l'aria un po' contrita.
"Aaah..."
"E mi sa tanto che lo farò, che ti piaccia o no!" disse, iniziando a fargli il solletico.

***

...e l'abbraccio, allora? Perchè era stato un abbraccio, non poteva negarlo.
Magari si sentiva male, e quindi si era appoggiato a lui e poi non era stato un bacio ma gli era semplicemente scivolato addosso e... no, non ci stava. Non tornava neppure un po'.
Hanamichi si passò una mano tra i capelli, scompigliandoseli e tirandoseli, senza riuscire a trovare una soluzione.
Stava tornando indietro -o quello che pensava fosse indietro-, ma visto che non aveva nulla per tenersi occupato mentre camminava, pensava. Non capiva assolutamente il comportamento di Rukawa, e più ci pensava più si rendeva conto che ogni tentativo di capirlo lo portava più lontano dall'effettiva soluzione.
Almeno credeva.
Non era nulla a cui avesse mai pensato, di questo era certo.
Perchè a quel punto le aveva pensate tutte, eppure nulla quadrava.
Maledì tra sè e sè Mitsui e Kogure, perchè era successo tutto a causa loro.
Se non li avesse visti... oddio, Mitsui e Kogure! se n'era quasi dimenticato, dopo quello che era successo.
E ora cosa doveva fare? Come doveva comportarsi, con loro? Appena li vedeva sarebbe diventato paonazzo, lo sapeva... e poi se gli scappava qualcosa? 
Se qualcun'altro se ne accorgeva e veniva a chiedere qualcosa proprio a lui?
No, non poteva accadere.
Magari avrebbe dovuto parlargli... già... ma dov'era adesso la cascata? E dove il villaggio? E se loro stavano ancora... no, niente discorso in luoghi troppo lontani, pensò scuotendo la testa.
Il problema più importante era un'altro, in quel momento: dove cavolo si trovava?

***

Be', e adesso?
Era passato tutto in fretta, un temporale estivo veloce che aveva rinfrescato l'aria, nulla più.
Non per niente lui era Rukawa... il gelido, insensibile Rukawa, indifferente a tutto ciò che non fosse il basket. Sogghignò tra sè e sè, scuotendo il capo. 
Eppure a volte crederlo lo aiutava a sopportare la vita... non sempre. Non in quel momento. Non quando aveva stracciato con le sue mani anche l'ultima illusione che poteva sperare di avere... l'ultima speranza... 
Il perchè poi, perchè avesse voluto cedere al desiderio proprio quando era così evidente che era  sbagliato... che era inutile, e dannoso... be', quello lo sapevano solo gli Dei.
Lui ce l'aveva messa tutta per farsi del male.
Senza volerlo, va bene, ma c'era riuscito perfettamente.
Ed ora non gli restava altro che raccogliere i cocci rotti del suo cuore (non voleva avere un cuore! Non aveva un cuore!), apprestarsi al prossimo colpo che avrebbe probabilmente distrutto anche la sua reputazione (se l'aveva, una reputazione di cui preoccuparsi...), e prepararsi al peggio.
Non voleva star male... non per lui, non per quello.
Ma non c'era nulla da fare, se non andare avanti come aveva sempre fatto.
E tollerare gli insulti che sarebbero presto arrivati dal rossino e dai suoi.
Poteva farcela... fisicamente.
In quanto a quello che provava... be', come al solito ne avrebbe fatto a meno. Poteva portare quella maschera gelida finchè non gli avrebbe gelato il cuore, e anche dopo.
Perchè lui era Kaede Rukawa... e non poteva perdere.
Non poteva mollare.
Semplice, no?
Sarebbe andato avanti... con quel dolore... e prima o poi sarebbe finito anche quello, e sarebbe tornato il solito, orrido compagno di sempre... il vuoto. Scrollò le spalle.
In quel momento, gli andava più che bene anche quello.

Di certo, non avrebbe più ceduto ad effimeri sentimenti del genere... mai più.
Sorrise, o meglio sorrise la sua maschera per lui. 
Una cosa gelida, minacciosa quasi... e assolutamente priva di felicità.
Ma tanto, in fondo, a lui non interessava... no...?

***

Ihihih, e adesso vi lascio qui! E conoscendo i miei ritmi... oooh... chissà quanto ancora aspetterete il resto.
Curiosi? Anch'io! ^^ So che sono sadica, e che non dovrei permettermelo visto lo standard bassissimo di quello che scrivo, ma visto il caos che è la mai vita tanto vale fare di necessità virtù!
A presto... sperate!
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Graditissimi comments... chissà che non mi ispirino...



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