Naturalmente tutti i pg
sono del maestro Inoue... sperando che prima o poi prenda spunto da tutto
quello che si può leggere in Internet... Non sarebbe bello?! ;P
[] indica i pensieri
Tempo
d'estate
di Seleines Bran
parte III
"Kiminobu, dove stiamo
andando?" sussurrò Mitsui, stringendo la sua mano.
Il bosco dietro al paese era diventato il loro rifugio.
Dopo la loro reciproca ammissione, erano rimasti a parlare in palestra.
Mitsui si era seduto su una panca, e Kogure accanto a lui, per terra, con
un braccio appoggiato sulla sua gamba... quell'ingenuità lo aveva
frustrato: era così vicino eppure intoccabile.
Aveva appoggiato un gomito su un ginocchio, ed era rimasto fermo a
guardarlo, passando ogni tanto le mani tra i suoi capelli.
Kogure aveva sorriso, sussurrandogli frasi che non si sarebbe mai
aspettato neppure nei suoi sogni più rosei.
No, be', a dire la verità non aveva accennato neppure per una volta a
qualcosa di più spinto di un semplice bacio, ma gli andava benissimo così.
Quello era Kogure, e stava con lui... era lì, mente e corpo, ed era
felice di esserci, quanto lui.
Non sapeva quanto erano rimasti così, quando avevano sentito gli altri
fare irruzione in palestra. Erano scattati entrambi in piedi, e con
un'occhiata di tacita intesa avevano ripreso a fare ciò che stavano
facendo prima... ancora un po' fuori squadra.
Kogure era andato sotto la doccia (e lui non era riuscito a non lanciare
qualche occhiata), e lui aveva finito di cambiarsi.
"Ehi, che mattiniero Micchy!" l'aveva apostrofato Sakuragi,
mentre la forma scura di Akagi si delineava dietro di lui.
"Il fatto che tu non prenda sul serio la cosa non vuol dire che gli
altri non si possano comportare più coscienziosamente di te!" ringhiò
il gorilla da dietro alle sue spalle.
"Ehi, cosa vorresti dire con questo?!" il rossino si voltò,
sbraitando infuriato.
Mitsui si cambiò velocemente, e corse di nuovo in palestra, sperando che
gli altri non si accorgessero di quanto era in realtà agitato.
Non aveva dormito per nulla, ma si sentiva caricato.
Aveva passato la mattina a pensare a come fare per stare assieme senza
trovarsi gli altri della squadra tra i piedi.
Questo lo stava distraendo dal gioco, e non era piacevole... poi,
finalmente, l'illuminazione.
Il bosco, ovviamente.
Con un sorriso smagliante stampato sul viso riprese a giocare, e riuscì a
far chiudere il becco perfino a quella scimmia del rossino.
Ed ora, stavano camminando da un po' nel bosco dietro il paese, a quanto
pareva diretti verso una precisa destinazione... che soltanto il suo
Megane-kun sapeva.
Sorrise.
Il SUO megane-kun, il SUO Kogure, il SUO... cosa? Amico? Amante?... non
era nessuno dei due, eppure al contempo tutti e due... o quasi.
Si fermò di scatto, e lo trascinò su di un albero.
Si appoggiò su di lui, i corpi che aderivano l'uno all'altro, guardando
in quegli occhi dolcissimi. "Perché devi sempre essere così
misterioso?" gli sussurrò sulle labbra, prima di baciarlo
dolcemente.
Sentì l'altro rispondere al suo abbraccio, passargli le mani tra i
capelli, e poi schiudere le labbra, e scorrere la lingua sulle sue.
Aprì la bocca a quel tocco gentile, felice che una volta tanto fosse
l'altro a prendere l'iniziativa.
Lo sentì tracciare il contorno delle sue labbra, con lentezza, e poi
finalmente entrare e torturarlo di piacere.
Gemette per quell'intrusione, premendolo ancora di più contro il tronco.
Poi sentì le sue mani sul volto, e si staccò.
"Be'?" chiese, quasi imbronciato.
L'altro gli sorrise - perché non riusciva a non sciogliersi quando
sorrideva così? - e lo prese di nuovo per mano. "Prima, vieni a
vedere una cosa!", disse, riprendendo a trascinarlo verso un punto
non ben precisato.
"Insomma, non vuoi proprio spiegarmi cosa..." rimase a bocca
aperta.
Già da un po' aveva sentito rumore di acque correnti, ma non ci aveva
fatto caso... arrossì. Be', ovvio, era preso da qualcos'altro.
Uno stretto ruscello passava tra gli alberi, e un po' più in giù
rispetto a loro si apriva in un delizioso laghetto, un posto perfetto.
"Pfeeew!" si lasciò sfuggire.
Era abbastanza profondo, e contornato di pietre. Sprofondava quasi subito,
ma vicino alla riva l'acqua non era più alta del metro e mezzo.
Kogure si voltò verso di lui, con un sorriso smagliante ed un'espressione
maliziosa negli occhi: "Visto perché ti ho detto di portarti un
asciugamano?".
In un attimo, erano entrambi nell'acqua.
Era gelida, ovviamente, e se era stupendo per rinfrescarsi dall'afa estiva
era anche una buona scusa per schizzarsi... farsi il solletico... e
restare mooolto vicini.
Erano lì, abbracciati, e le carezze stavano diventando un po' più serie
quando Kogure si sciolse dalla sua stretta. "Aspetta..." sospirò,
con un'espressione seria.
"Aspetta cosa?" chiese lui, un attimo seccato, cercando di
avvicinarsi nuovamente.
"Io..." il suo megane-kun diventò rosso, e abbassò lo sguardo.
Questa sì che era una novità... non riuscì a trattenersi: "Non
starai mica pensando di propormi di fare cose ancora più spinte in questo
dolce innocente laghetto, no?!", rise. Ma la risata gli morì in
gola, seccandogliela completamente, quando vide l'espressione negli occhi
dell'altro.
Sì.
Si sentì arrossire, sotto a quello sguardo limpido e un po' triste.
Questo... era qualcosa più grande di quel che pensava. Non che non lo
volesse... anzi... ma si sentiva sempre un aggressore sessuale a
chiederglielo... non ne trovava mai il coraggio. Perchè poi, non lo
sapeva proprio... forse perchè era la prima volta con un altro ragazzo, o
forse perchè teneva tanto a lui... sotto ad ogni punto di vista.
"Scusa..." disse Kogure, sciogliendosi completamente dalle sue
braccia, ed iniziando a voltarsi "... non avrei dovuto..."
[Tutto o niente...] pensò, prima di tornare a stringerlo.
Gli passò un dito sotto il mento, voltando di nuovo quel volto stupendo
verso il suo. "Dici sul serio? Lo sai che lo voglio, ma non vorrei
che tu lo facessi... non vorrei... ehm... spingerti troppo. In fondo...
possiamo andare avanti così per un po', per farti abituare
all'idea..." disse, cercando di auto-convincersi.
Fisicamente, doveva ammettere che avrebbe voluto invece prenderlo subito,
ma non voleva forzare il suo Megane-kun... era quasi riuscito a tenere un
ritmo lento e costante, e invece Kogure se ne usciva con quella... glom...
impennata...
"Io... certo, è meglio andare avanti così... senza impegno..."
disse, sciogliendosi dall'abbraccio e spostandosi di lato.
Senza impegno? Come senza impegno?! E poi, se gli andava bene perché
quello sguardo abbattuto? Perché quella rassegnazione nella voce?
Tornò a bloccarlo, e a voltarlo verso di sè. Fece in modo di guardarlo
di nuovo negli occhi... eccola, ben visibile, quella tristezza...
"Kiminobu...". Abbassò gli occhi. Cosa poteva dirgli? cosa, che
ogni suo gesto non avesse già dimostrato? Solo... solo...
"Kiminobu... non fraintendere, ti prego... io... ti desidero".
Fece una pausa, prendendo fiato. Non sapeva se aveva ancora il coraggio di
guardarlo in faccia, aveva paura di rovinare tutto continuando... era così
nuovo per lui, non sapeva se era giusto andare avanti...
Dopo tutto il tempo che aveva passato a corrergli dietro, era ancora
spaventato da quello che provava... figurarsi per Kogure, che aveva
realizzato della loro attrazione reciproca solo da pochi giorni...
Sospirò, e lo strinse più forte.
"Ma la cosa più importante, è che ti amo... non voglio metterti
fretta, sei troppo importante per me!"
Ma l'altro non reagì, così si decise a guardarlo in faccia. Non poteva
rimangiarsi tutto, ma poteva almeno tranquillizzarlo...
... Kogure aveva l'espressione più radiosa che gli avesse mai visto.
Gli accarezzò dolcemente una guancia, seguendo poi a ritroso la scia
delle gocce d'acqua che scendevano dai capelli bagnati... e appoggiò la
fronte sulla sua. "Hisashi... non sai quanto volevo sentirtelo
dire..." gli sussurrò a pochi millimetri dalle labbra, il suo fiato
caldo che lo faceva rabbrividire. Lui chiuse gli occhi, lasciandosi
cullare da quelle sensazioni... l'acqua sulla pelle, il suo profumo
addosso, come un qualche incantesimo, e il suo corpo... tra le braccia...
così concreto... così forte, eppure morbido... tornò a baciarlo, con
dolcezza, sfiorando le sue labbra in un tocco che era poco più di una
carezza.
"Quindi... neanche a te dispiacerebbe..." disse, staccandosi un
attimo e guardandolo negli occhi.
"Secondo te?" sorrise imbarazzato Kogure, allungandosi verso i
loro vestiti, che avevano lasciato proprio attaccati alla riva, e tirando
fuori un tubetto di... interessante...
Tornò a guardarlo negli occhi, e poi sorridendo lo abbracciò più forte.
"Porcello" gli sussurrò nell'orecchio, prima di morderlo
dolcemente.
Kogure inarcò leggermente la schiena, con un sospiro. Lui sorrise, e
continuò a mordicchiarlo... per poi scendere a posare baci leggeri sul
collo... sulle spalle... sul petto.
Non ci credeva ancora, a quello che stava facendo.
Si fermò su di un capezzolo, e poi dopo un attimo di riflessione lo morse
con leggerezza.
Kogure gemette, e lui prese a succhiarlo con entusiasmo. Chi l'avrebbe mai
detto che una cosa così semplice potesse mandare ko l'autocontrollo del
suo... del suo cosa? In fondo, non erano ancora amanti... sorrise attorno
alla pelle dell'altro. Be', se ancora non lo erano meglio porvi rimedio al
più presto...
Passò a mordicchiare distrattamente anche l'altro bottone scuro, mentre
la sua mano scivolava leggera sugli addominali, e poi più giù...
Kogure era già eccitato, ma quel contatto lo rese ancora più duro sotto
la sua mano.
Mitsui seguì con leggerezza i contorni dell'organo dell'altro,
accarezzandolo senza stringerlo, torturandolo senza soddisfarlo... passò
languide carezze sulla sua pelle, scendendo fino a solleticare i testicoli
e poi risalendo per avvolgerne completamente la base nella sua mano...
quando lo sentì rispondere, premendo i fianchi in avanti, si concentrò
solo sul suo pene, accarezzandolo con leggerezza, tormentando senza
soddisfare... finchè Kogure non spalancò gli occhi e gli strinse una
mano sul polso, mentre con l'altra si aggrappava alla sua schiena:
"Insomma, fallo e basta!" sibilò, fuori di sè dalla passione.
Mitsui sorrise, e baciandolo profondamente prese a pompare con entusiasmo,
inghiottendo i gemiti di piacere dell'altro. Era vicino... così vicino...
finalmente, Kogure si staccò dalla sua bocca e con un urlo strozzato
venne nella sua mano, sospirando il suo nome.
Vederlo così, con la testa rovesciata all'indietro e il corpo arrossato
dal piacere non fece che eccitarlo di più. Riprese a scendere con la
mano, più lentamente.
"Kiminobu..." sussurrò.
***
Piano "scoprire i punti deboli della volpe" n.4.
Tallonamento.
Nonostante il motivo principale della scontentezza di Rukawa fosse
scomparso, non si sentiva sereno.
Hanamichi aveva avuto per tutti i quattro giorni che erano passati (la metà
del tempo che sarebbe rimasto! E dopo, sarebbe di nuovo tornata quella
atroce angoscia?) un atteggiamento... strano. Non reagiva come al solito
alle sue punzecchiature, e spesso si era trovato con i suoi occhi puntati
addosso, ed un'espressione decisamente ostile, ed al contempo curiosa in
quelle pupille.
E poi era terribilmente silenzioso, per il suo solito... non che gli altri
se ne fossero accorti, ma lui ormai lo conosceva fin troppo bene.
Il do'aho stava rimurginando su qualcosa.
Cosa, però, lo sapevano solo gli dei.
Erano tante le cose che lui notava, senza che gli altri se ne
accorgessero... soprattutto riguardo al do'aho. Aveva poche passioni, ma
quelle le coltivava bene...
Quello che invece non sopportava era la silenziosa (mica tanto!)
adorazione delle ragazzine che gli ronzavano attorno, come detestava la
tifoseria di Haruko. Non glielo diceva in faccia chiaro e tondo solo perchè
in un certo senso davano la carica ad Hanamichi... strano, come fin
dall'inizio avesse sempre prestato attenzione soprattutto a lui.
Guardava il rossino che guardava Haruko che guardava lui.
Deprimente a dir poco.
Sospirò, e si perse l'ombra che lo seguiva mentre prendeva la sua solita
strada verso il bosco.
Quella stupida volpe sembrava girare senza un perchè.
Stava semplicemente posando senza alcun motivo un passo dopo l'altro,
apparentemente perso nei suoi pensieri.
Insomma, dormiva in piedi come sempre.
Ma cosa ci poteva provare la sua Haruko in uno così?
Va bene, era bello... perché era bello, la pelle diafana che sembrava
morbida come seta, i capelli scuri e quello sguardo... allo stesso tempo
gelido e fiammeggiante, che poteva farti ammutolire in un secondo, se solo
glielo permettevi.
E poi, tra le ombre degli alberi, la sua pelle assumeva una sfumatura
ancora più conturbante, come se veramente la stupida volpe fosse stata un
qualche essere meraviglioso uscito dai racconti del passato... per
stregare chiunque gli si avvicinasse... ma cosa stava pensando?!
Hanamichi scosse più volte la testa, come per farsi uscire quei pensieri
dalla mente e scrollarseli di torno. (Autrice: evvai così!!! Dai che ci
siamo!!! ^^)
Poi si guardò attorno.
A quel punto, si era proprio perso, e l'unica certezza che aveva era
quella di seguire muso duro finchè non si fosse deciso a tornare
indietro. Sperando che non avesse deciso di pernottare all'esterno...
Infatti, si fermò in una radura e si sdraiò per terra, chiudendo gli
occhi.
Ad Hanamichi non rimase che sedersi, ed aspettare, fumando di rabbia.
Non era da lui, avrebbe dovuto uscirsene fuori urlando contro di lui per
essersi allontanato tanto dal paese, ma allora tutta la storia dello
spionaggio sarebbe andata a farsi fottere, no?
...Lo guardava da dietro un basso cespuglio, seduto a gambe incrociate,
pregando perchè si alzasse presto e tornasse verso il paese. Non si era
mai spinto così lontano...
Ma Rukawa continuava a dormire.
Un venticello fresco gli muoveva appena i capelli neri - neri come la
notte... - mentre ombre e luci giocavano sulla sua pelle. Aveva le labbra
appena socchiuse, e perso in altri mondi il suo viso era bello in maniera
angosciante... troppo bello per essere vero, come una maschera senza
vita... represse l'istinto di alzarsi a vedere se andava tutto bene, non
poteva farsi scoprire così... digrignò i denti... maledetta volpe...
Ad un tratto, qualcosa lo distrasse.
Erano... gemiti?! ...forse qualcuno stava male... si alzò senza fare un
rumore, ma dopo qualche passo inciampò in una radice, con un grido
soffocato. Si voltò di scatto, ma Rukawa non si era neppure mosso, quindi
proseguì nella direzione di quei flebili rumori.
Qualcosa lo svegliò. Rimase per un attimo fermo, ad ascoltare.
Si sentiva qualcosa, dei rumori... forse verso di là...
***
"Kiminobu..." la voce sembrava venire da un'altro mondo...
lontano...
"Kiminobu..." poi sentì qualcosa sfiorarlo, in basso...
"Hisashi..." gemette piano "oh, Hisashi..." si strinse
a lui, aderendo completamente al suo corpo, le gambe attorno a quelle di
Mitsui e il bacino che strusciava contro... la sua eccitazione. Sorrise...
anche a lui era piaciuto, allora... allungò senza voltarsi la mano sul
tubetto, per poi guardarlo negli occhi.
Mitsui aveva un'espressione... quasi solenne. I suoi occhi erano lucidi,
eccitati, ma nello stesso tempo terribilmente teneri... oscuri come
sempre, magnetici come sempre. Non avrebbe mai potuto negargli nulla, e
invece era lui quello a cui non era negato niente...
Sentì le sue mani sfiorargli l'interno delle cosce in una carezza che lo
fece rabbrividire, e poi un'altra ondata di calore e piacere quando sfregò
il membro contro il suo.
E finalmente sentì un dito penetrarlo. Si irrigidì un attimo, non era
una sensazione esattamente piacevole, ma il fatto che a procurarla fosse
Mitsui la rendeva... accettabile.
Mitsui uscì da lui, procurandogli un gemito di fastidio... si stava
abituando ad averlo in sè... voleva averlo in sè, per quanto tutto ciò
lo spaventasse.
Poi inserì dentro di lui due dita.
Questa volta, più dolore, ma anche una sensazione più forte... non era
esattamente piacere, ma... forse era solo perchè era lui, e nessun altro,
a toccarlo. Avrebbe potuto essere degradante, e invece era come un dono...
"Kiminobu" sussurrò Mitsui, e lo guardò negli occhi
"dammi il tubetto..."
Lo vide sbattere un attimo le palpebre, e poi registrare le sue parole.
Si staccò da lui, ed allungò ancora una volta la mano indietro...
"Non sarebbe meglio... be', uscire?" gli chiese voltandosi
nuovamente verso di lui.
"Humm..." disse Mitsui, aderendo a lui per baciarlo
profondamente. Gli fece aprire di nuovo le gambe, passandosele attorno ai
fianchi, e afferratolo per la vita lo portò fuori dall'acqua. "Così?"
gli sorrise, il volto vicinissimo, mentre sbandava un po' a causa delle
pietre bagnare e la posizione squilibrata.
"Ehi... attent..." si appoggiò velocemente con i piedi a terra,
per evitare di finire tutti e due sdraiati... be', no, quello non sarebbe
stato poi male... rise tra sè e sè, ancora stretto a lui.
"Be', adesso ti metti anche a ridere?! Io che cerco di fare il
cavaliere..." lo interruppe la voce dell'altro, da sopra la sua
testa, scherzosamente irritato.
"No scusa...- continuò a ridere -...è che se per te fare da
cavaliere significa farmi finire a terra..."
"Non dicevi così prima" rispose il suo ex teppista, staccandosi
dolcemente con uno sguardo tanto malizioso da fargli scendere un dolce
brivido di piacere giù per la schiena.
Non seppe rispondergli, la gola improvvisamente secca.
In quell'attimo di esitazione, Mitsui si abbassò a prendere
l'asciugamano, e lo stese a terra.
Poi gli tese la mano, e lo fece sdraiare accanto a sè.
"Ora- disse scivolandogli tra le gambe -possiamo riprendere da dove
avevamo lasciato..."
Kogure si distese completamente, chiuse gli occhi e si perse nel suo
mondo.
Sentiva i baci di Mitsui su tutto il corpo, le sue mani che scendevano...
scendevano... quando raggiunsero l'ombelico, iniziò a respirare più
affannosamente, e poi gemette contorcendosi quando la sua bocca scese ad
accarezzargli il pene.
Baci leggerissimi, sospiri che lo facevano vibrare dall'interno e che non
gli lasciavano molto spazio per occuparsi di quello che stavano
continuando a fare le mani dell'altro.
Questa volta, con la vasellina, entrare era stato anche più semplice di
prima.
Tuttavia, mano a mano che il tempo passava trovava sempre più difficile
trattenersi.
Il sapore di Kogure, la sua eccitazione sotto alla sua bocca e i suoi
gemiti, il suo contorcersi, il suo calore, tutto lo stava mandando oltre
la linea del controllo.
Se non si fosse sbrigato a prepararlo, lo avrebbe preso così, subito,
senza far caso a null'altro che non fosse il suo desiderio. E non lo
voleva... non voleva rischiare di fargli troppo male. Perciò si concentrò
sul corpo sotto il suo, e sul lavoro che stava compiendo.
Continuò ad entrare ed uscire, distribuendo il gel ed allargando il foro,
finchè Kogure non iniziò a rispondere, seppure inconsciamente, alle sue
spinte.
Allora si alzò.
L'altro gemette con disappunto, fissando gli occhi nei suoi.
Mitsui prese il tubetto, e cosparse altro gel sul suo pene, senza staccare
lo sguardo da quello dell'altro. Poi si passò nervosamente la lingua
sulle labbra, secche, e si chinò su di lui per un bacio... per quello che
avrebbe dovuto essere un bacio leggero.
Ma Kogure gli afferrò la nuca e lo attirò violentemente a sè, unendo le
loro labbra ed entrando nella sua bocca con furia. Succhiò la sua lingua
e poi iniziò a mordergli dolcemente le labbra, sfregandosi su di lui...
...se non si fermava, presto avrebbe cominciato a vedere le stelle, anche
senza fare altro...
Lo bloccò per terra, poi si posizionò di nuovo tra le sue gambe.
Alzò le sue ginocchia fino a farle passare sopra alle sue spalle, e poi
si fermò, la punta del suo pene che sfiorava appena l'entrata, facendoli
rabbrividire entrambi, facendolo impazzire.
"Sei... sicuro?"
Non sapeva dove aveva trovato la forza per bloccarsi, anche solo quel
respiro... aveva un bisogno tremendo di farlo e basta, di entrare in quel
corpo caldo e piegarlo al suo desiderio.
Evidentemente anche Kogure era nello stesso stato, perchè si limitò a
chinare il capo, attirandolo ancora di più su di sè.
Era quanto gli bastava.
Il più lentamente possibile, cominciò ad entrare.
All'inizio, trovò una certa resistenza. Non doveva essere piacevole,
perchè per un attimo il suo amore si fermò, raggelato, irrigidendosi
attorno a lui. Non poteva tornare in dietro, era già tanto se riusciva a
rallentare per un attimo, quindi iniziò a mordicchiarlo e baciarlo
nell'incavo del collo, stimolando con la mano i suoi capezzoli, per
rilassarlo.
Lentamente le sue attenzioni ebbero effetto, e quindi con un'ultima spinta
si immerse completamente in lui.
...paradiso... estasi...
Prese ad entrare ed uscire lentamente, quasi senza rendersene conto,
mentre Kogure gemeva leggermente sotto di lui, cercando di trattenersi.
Sentiva che non era rilassato, ma poteva soltanto sperare di non stare
facendogli troppo male... allungò la mano tra di loro, e iniziò ad
accarezzare il suo pene, cambiando nel contempo angolazione.
Evidentemente, doveva aver toccato il punto giusto, perchè i gemiti si
fecero sempre più forti, e da dolore passarono a gemiti di piacere.
Kogure iniziò a muoversi in risposta, incontrando con forza le sue
spinte, come a farlo entrare ancora di più in lui... e infine venne, con
il suo nome sulle labbra, e dopo poche spinte Mitsui lo baciò
violentemente, mentre raggiungeva anche lui l'orgasmo.
***
Hanamichi Sakuragi era arrivato fino alla sua veneranda età in maniera
burrascosa.
Ne aveva viste e passate tante, e tra risse e casini si era messo nei guai
più di una volta.
Aveva attaccato briga con i ceffi peggiori che trovava.
Si era messo contro chiunque gli si parasse davanti.
Un paio di volte aveva persino trasgredito ad un ordine diretto di sua
madre, in sua presenza (quello era stato un tentativo di suicidio, sussurrò
una vocina nella sua testa).
Ma quel giorno sentì veramente che era giunta la sua ora... che aveva
raggiunto il punto di non ritorno.
Infarto, coma e fine.
Mitsui e Kogure stavano inequivocabilmente facendo l'amore.
E NON era la 'solita cosa'. Forse non avrebbe potuto reggere neppure un
semplice bacio, non lo sapeva, ma lì quei due ci stavano dando dentro!
Quello era veramente sesso spinto!
Per lui che non aveva neppure mai baciato una ragazza... glomm...
Sprofondò in un incubo nero, senza riuscire a muoversi o almeno a
chiudere gli occhi.
E il bello è che... che ci stavano prendendo gusto!
Diodiodio...
Quasi non sentì i fruscii dietro di sè. Ma sentì la mano che si chiuse
sulla sua spalla.
"Ehi, scimmione... che ci fai tu qui?"
Merda merda merda... salivazione zero, colorito rosso fuoco, terrore nelle
pupille.
Si voltò bruscamente, sbilanciando per un attimo il volpino.
"Rukawa!" sbottò, cercando nel contempo di coprire ed
allontanarsi il più possibile dalla scena.
...sperava che l'acqua corrente coprisse almeno un po' i gemiti... anche
se non lo aveva fatto prima...
Non lo faceva.
Senza ragionare, prese Rukawa per il polso e lo trascinò via.
continua...
Rukawa: visto, che ti avevo detto?
Seilenes: mah, veramente mi sembra che abbiano fatto tutto Kogure e Mitsui...
Kogure: *blush*
Mitsui: <sogghigna>
S.: sono carini, veeero?!
K.: *blush* *blush*
S.: che vergogna, prima fan-fic e già va sul lemon... ok, è una cosa
banale banale, certo che anche 'sti due non si fanno poi tanti problemi...
non che mi dia fastidio... Grazie di avermi seguita!
Vittorio: ecco, sì, appunto, ringrazia perchè dopo 'sto strazio...
S.: ;_; Ok, hai ragione, ma... che pg bastardo... figlio ingrato... e
pensare che sai anche un doppiogiochista senza salvezza... ti avevo
offerto tutto e tu invece per un po' di fama...
V.: oh, ma è diverso: quelle sono scelte di lavoro... questo lo faccio
solo per divertirmi!
S.: ;_; Dovrò occuparlo con qualcosa... anche se non so ancora cosa...
Come sempre, graditissimi C&C! Tutto tranne insulti (dite che altro
dopo 'sto strazio non mi merito? Però, mi sa che avete ragione...)!
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