Iscriversi ad un club delle superiori può rivelarsi
anche una fregatura se non si hanno le giuste motivazioni!!!
Mi spiego meglio: certo, è una bellissima esperienza e
può portare a scegliere la strada di una vita e per capirlo basta
guardare il sottoscritto e il rapporto che si è instaurato fra me e il
basket proprio grazie al club dello Shohoku, però ha un inconveniente e
cioè che bisogna presentarsi agli allenamenti anche quando la mattina non
c’è scuola, anche durante le vacanze!!!!
Voi capite che può essere una seccatura, soprattutto
se si ha un ragazzo bellissimo e si vorrebbe avere sempre tanto tempo
libero da passare con lui…
Per questo dicevo che bisogna essere davvero motivati,
altrimenti diventa un impegno troppo pesante!!!!!
Non per niente, quando ero uno studente delle medie,
non mi è mai venuto in mente di iscrivermi ad un club; precisiamo, non è
che il grande tensai non fosse richiesto: io e Yohei eravamo stati
contattati dal club di boxe, ma ovviamente non se ne era fatto niente. Un
po’ perché so fare a pugni di mio e non avevo certo bisogno che
qualcuno me lo insegnasse, un po’ perché non volevo essere ‘inquadrato’…insomma,
la boxe ha delle regole, invece volete mettere sferrare un destro o dare
una testata senza dover badare a simili particolari?! Tutto un altro
sapore…
Be’ , poi la storia è nota, c’è tutto un manga su
questo: lo Shohoku , il club di basket, la mia adorata kitsune..
Risultato: ho rivalutato i club liceali!!!
Comunque, tutto questo bla bla perché ormai siamo in
vacanza (le tanto sospirate vacanze estive), e NON abbiamo gli
allenamenti!!! Il nonnetto è stato umano e ha deciso che la squadra
campione del Giappone poteva anche stare una settimana senza ammazzarsi in
palestra…io ho già pianificato sette giorni mooooolto impegnativi,
incentrati sul riposarsi, divertirsi e, soprattutto, fare l’amore,
quando Kaede decide di sorprendermi proponendo a sua volta qualcosa!!!
Stiamo bevendo una spremuta d’arancia, seduti sotto l’albero
del giardino per ripararci dal sole, quando lui d’improvviso mi dice:
"Do’aho, che ne dici di andare a Tokyo?" lasciandomi un po’interdetto.
Tokyo?
Uhm…sicuramente non vuole vedere suo padre, questo è
ovvio, ma allora cosa cavolo deve fare a Tokyo?!
No, perché arrivare lì significa dover uscire di casa
e prendere un treno e, insomma, tra andata e ritorno più i vari giri in
città il risultato sarà che avremo meno tempo per stare mici-mici o per
fare i coniglietti!!!
"Che devi fare a Tokyo, kitsune?" decido di
indagare prima di rispondere.
"Voglio vedere l’Acquario. Sono ancora indeciso
se frequentare veterinaria o biologia marina all’università e forse una
visita all’Acquario potrebbe aiutarmi a capire cosa sia meglio per
me".
Guardo Kaede, che se ne sta ben riparato dal sole, all’ombra,
e noto che ha un musino imbronciato e non potrebbe essere altrimenti:
Kaede Rukawa indeciso su qualcosa…praticamente un avvenimento da prima
pagina dei giornali!!!
Vabbe’, a me sarebbe piaciuto passare la prima parte
del pomeriggio giocando a basket (giocando, non allenandoci!) e preparando
qualche bello schema da applicare durante le selezioni invernali…e poi
la seconda parte…come dire? A letto con Kaede, no?!
Però la kitsune sembra tenerci davvero tanto e poi in
fondo l’idea di una gita fuori programma mi piace…dopotutto, potremo
fare i coniglietti stasera!
"Va bene, stupida volpe, andiamo a Tokyo! Ti
mostrerò il mio immenso sapere sui pesci: da bambino ho avuto un pesce
rosso" gli spiego.
Me lo ricordo ancora, il mio povero Shark…
Sì, lo so!!! Non commentate in alcun modo il nome che
gli avevo dato!! Mia madre ancora mi prende in giro per quella scelta, se
viene fuori il discorso, e non ho alcuna intenzione di rivelarlo alla
volpaccia o dovrò subire le sue frecciatine ogni volta che vedremo un
pesce!
"E questo pesce rosso ti ha reso competente in
ittiologia, suppongo…" mi dice il mio Kaede, con quel tono
dolcemente canzonatorio che mi fa impazzire. Comunque…
"Sì!- qualsiasi cosa sia, io sono competente-
Vedrai, volpaccia, ti spiegherò anche perché i pesci boccheggiano!"
proclamo, alzandomi dall’erba mentre lui fa altrettanto.
"Non vedo l’ora…" mormora lui, che deve
aver proprio voglia di ricevere una capocciata oggi!
Vabbe’, sorvoliamo…
Il viaggio a Tokyo tutto sommato è breve e
raggiungiamo la capitale in breve tempo e, grazie alla metropolitana, dopo
poco ci ritroviamo nell’Acquario.
Però è carino!!!
Le stanze sono spaziose e le vasche colme d’acqua
creano riflessi azzurrini sulle pareti…e poi oggi Kaede indossa una
maglietta azzurra e dei jeans chiari, quindi si può dire che sia in tinta
con l’ambiente!!
Non ero mai stato all’Acquario, prima d’ora, e
forse il particolare che mi piace di più è proprio quello che vi ho
detto, che ci sono questi bei riflessi…ci si può illudere di essere
sott’acqua anche noi…
Percorriamo le prime stanze e la vetrina davanti alla
quale mi fermo più a lungo è quella del granchio gigante del Giappone,
che fa davvero impressione e mi porta a domandarmi, così, per sbaglio,
come mai non se ne sia mai impigliato uno alla canna da pesca di Sendoh,
trascinandoselo negli abissi…
Quando arriviamo alle vasche per i mammiferi marini mi
esalto: sono bellissimi!!! Però…
"Che squali strani, kitsune!" esclamo,
rimpiangendo di non aver portato la macchina fotografica.
"Sono delfini, do’aho…" commenta la mia
volpe, lanciandomi un’occhiataccia.
Ehm…ma la targhetta diceva…no, dice ‘delfini’
in effetti…e sicuramente la stupida volpe deve averlo capito leggendo la
suddetta targhetta!
"Ma certo che è un delfino, vuoi che non
riconosca un delfino?! E non dire mezza parola o ti getto in pasto agli
squali!!!" che ovviamente staranno nella prossima stanza; ho capito
come è andata: il cervello super-veloce del tensai ha anticipato il
contenuto delle prossime vasche…così suona meglio!
Il mio Kaede, però, non dice niente, anzi accenna un
sorriso che diventa ancora più bello quando io gli faccio notare una
cosa: "Guarda, kitsune! Esiste un pesce-volpe!!!".
"Chissà se esiste un pesce-do’aho…".
"Ricorda sempre la vasca degli squali, volpaccia!".
Anche se naturalmente scherzo: o pensate che
permetterei ad uno squalo di mettere le pinne addosso a Kaede?!
Alla fine, comunque, li vediamo davvero gli squali e
restiamo senza parole: sono impressionanti, maestosi, ma i loro occhi
freddi e vuoti sono inquietanti e dopo un po’ devo distogliere lo
sguardo. Per fortuna che adesso c’è un settore divertente…
Questi pesci piccoli e coloratissimi sono stupendi. Mi
piacciono molto quelli cinesi dalla lunga coda trasparente o quelle specie
dalle scagliette quasi iridescenti…
In questa sala poi le vasche sono sistemate
diversamente, alcune sono centrali in mezzo alla stanza e io e il mio do’aho
ci divertiamo a guardarci attraverso le pareti trasparenti, stando ognuno
da una parte dell’acquario, per vedere le nostre immagini come se
stessimo anche noi nell’acqua.
"Però non c’è neanche un semplice pesce rosso!
Forse lo hanno ritenuto troppo banale per essere esposto, ma anche lui ha
la sua dignità…" nota Hana dopo un po’, scuotendo la testa con
disapprovazione.
"Il tuo pesce come si chiamava?" gli chiedo a
bruciapelo. Non mi è sfuggito che prima non me ne ha parlato.
"Ovviamente Shark!" risponde lui,
spontaneamente.
"Ovviamente…" dico io, in tono leggermente
ironico.
Solo Hanamichi potrebbe dare questo nome ad un comune
pesciolino rosso! Per questo lo amo…
Lo vedo mordersi il labbro e lo sento borbottare
qualcosa sul film di Spielberg che lo avrebbe ispirato e sul fatto che lui
e Yohei lo avevano visto molte volte e poi mugugnare contro il suo istinto
di sincerità.
Ma non abbiamo tempo di battibbeccare sull’argomento
perché la nostra attenzione viene attirata da un’altra vetrina.
Pinguini.
Sono buffi, i pinguini…e allegri, simpatici e tanto
teneri…mi ricordano il do’aho, ma evito di dirglielo perché credo che
non capirebbe che lo intendo come un complimento.
"CHECCARINI!!!! Vero?!" si entusiasma lui,
osservandoli con curiosità.
Io annuisco e, d’un tratto, mi ricordo di una cosa
che avevo letto diverso tempo fa.
"I pinguini sono monogami, sai? Passano tutta la
vita con il compagno che si sono scelti… Non sono moltissime le specie
animali in cui questo avviene" mormoro io.
Hanamichi volta la testa di scatto: "Davvero? Ma
è fantastico!!!" e poi mi si avvicina e, incurante delle poche altre
persone che hanno scelto questa giornata per visitare l’Acquario, mi
cinge alla vita e mi mormora: "Allora mi sento un po’ un
pinguino!" con voce affettuosa e innamorata.
Io poso la mia mano sulla sua e a questo punto gli
dico: "Stavo pensando proprio la stessa cosa…" e gli rivolgo
un rapido sorriso.
"Ah, ben…eh?! GRRRRR…appena torniamo a casa
facciamo i conti!!!" mi ringhia.
Hn.
Dopotutto, il percorso visita è finito…
"Torniamoci subito, Hana…".
Il treno partirà tra poco più di venti minuti e il do’aho
è sparito!!! Mi ha chiesto di aspettarlo davanti alla stazione e si è
allontanato, ma non capisco cosa dovesse fare e poi lui non conosce bene
Tokyo…tra cinque minuti inizierò a preoccuparmi…
"KAAAAEDEEEEEEE!!!!!!!!!".
Come non detto. Il suo grido fa capire a me e a tutta
la stazione che sta arrivando; mi volto verso di lui e mi sorprende che
tenga le mani dietro la schiena…cosa starà nascondendo?!
Quando Hanamichi mi raggiunge, con il respiro appena un
po’ affannato, gli chiedo subito dove fosse andato a finire.
Lui mi sorride e mi dice: "Sai, Kaede, mi era
piaciuta quella cosa della monogamia, quindi avrei voluto comprarti un
pinguino, ma mi rendo conto che non è possibile…".
Oddio…
"Così sono tornato all’Acquario e ho optato per
qualcosa d’altro…e non so se sia monogamo, ma ce lo faremo diventare
noi. Per te, kitsune!" e, da dietro la schiena, Hanamichi fa sbucare
un sacchettino trasparente, di plastica, colmo d’acqua, con dentro un
pesciolino cinese rosso, di quelli con la coda lunga e impalpabile.
"Oh!".
"Eheheheheh…quando siamo usciti, ho notato un
negozio di animali proprio vicino all’Acquario! E non è finita qui,
Kaede…".
Altro sacchettino e altro pesciolino, stavolta scuro.
Hn…
"Non sono simpatici, kitsune? Ok, niente a che
vedere con un pinguino, ma fanno la loro figura" si entusiasma la mia
testa rossa; io guardo alternativamente le due bustine che regge, ognuna
in una mano, e poi gli faccio notare:
"Due pesciolini…i miei gatti ne saranno felici…".
Il mio do’aho sbianca, non ci aveva pensato.
"ARGH! Dannate bestiacce!!! Ok, sistemeremo Red e
Black in modo tale che non possano correre pericoli, il tensai troverà
una soluzione!" si riprende subito Hana.
Io gli sorrido, mentre tendo la mano per prendere una
delle bustine: "Red e Black?".
"Sì, come noi due…compreremo un bell’acquario
perché stiano sempre insieme!".
Già.
Come noi due.
Fine (per ora? ^^)
Nota: preciso che io non so niente dell’Acquario di
Tokyo, quindi potrei aver scritto delle sciocchezze. Questa fic è stata
scritta principalmente per ricordare un bel momento passato con le mie
amiche! ^^