Questa è la prima fic che scrivo (lemon, per giunta!), quindi non vogliatemene se non è il massimo... I protagonisti sono Goku e Vegeta, e la storia è ambientata appena dopo la fine del manga. Logicamente questi personaggi non li ho creati io (altrimenti sarei famosissima e ricchissima) ma papà Toriyama! Spero che sia di vostro gradimento!


TELETRASPORTO

by Enjouji-kun

 

Maledizione!

Doveva riuscirci a qualsiasi costo!

Non importava quanti giorni, settimane, mesi avrebbe impiegato, ce l’avrebbe fatta!

Non poteva sopportare di essere ancora inferiore a lui, né a nessun altro... era il principe dei Saiyan, e nessuno doveva osare superare la sua forza. E soprattutto LUI.

Per questo aveva deciso di mettere da parte un briciolo del suo orgoglio e chiedergli di insegnargli quella maledetta tecnica del teletrasporto. Quale non era stata la sorpresa di Kaharot quando se lo era visto sulla soglia di casa, le mani infilate nelle tasche dei jeans, il viso rivolto altrove e l’aria imbarazzata...

"Vegeta!" Era chiaramente stupito, in fondo non capitava spesso che l’andasse a trovare... anzi a dir la verità dall’ultimo torneo Tenkaichi non si erano più visti... già otto mesi... e in effetti Goku era tornato a casa da pochissime ore, dopo essersi portato via quello strano ragazzino ed essere sparito per mesi ad allenarsi con lui. "Che sorpresa! Come mai da queste parti?"

Non sapeva come dirglielo, non era abituato a chiedere... soprattutto a Kaharot.

"Allora, che fai, entri o stai lì sulla porta?"

"Insegnami... " Coraggio, ancora uno sforzo...

"Eh?!"

"Insegnami... la tecnica del teletrasporto!"

Ecco, l’aveva detto.

Gli ci era voluto tempo per ammettere che non sarebbe mai riuscito a battere quel dannato senza il teletrasporto. Tutte le volte che Kaharot l’aveva usato si era ritrovato a fissare il vuoto come un salame, mentre il suo rivale si scontrava con i più forti ad armi pari, prima con Cell, poi con Majin Bu... insomma, con quella dannata tecnica poteva sparire sotto i suoi occhi in qualsiasi momento. E non dimenticava che era grazie a quella che combattendo contro Cell gli aveva salvato la vita. Che umiliazione... ma non era quello il momento di tergiversare. L’unico rimedio era impararla e il modo migliore era proprio farsela insegnare dal Saiyan che ormai la conosceva alla perfezione, anche se gli seccava in modo incredibile il solo pensiero di abbassarsi a chiederlo.

E ora era li, lo sguardo rivolto ovunque tranne che sull’uomo che lo fissava sbalordito, le mani ancora più sprofondate nelle tasche e una sensazione di disagio allarmante. Come l’avrebbe presa Kaharot? Era li che lo fissava quasi sconvolto! Ma in fondo era comprensibile, era stato un gesto azzardato da parte sua. Kaharot non aveva nessun motivo per accettare: non gli doveva nulla, anzi, era lui ad essere in debito e non c’era ragione perché perdesse il suo tempo ad insegnare a lui una tecnica che aveva già perfezionato abbastanza e che come ripeteva spesso non amava usare...

Intanto Kaharot continuava a rimanere in silenzio.

Brutto segno, evidentemente. Aveva immaginato che sarebbe andata così. Era già preparato al suo rifiuto e pronto a partire per Yardrat, ma aveva voluto fare un tentativo. Però, dato che era chiaro che a Goku non sembrava neppure passare per la mente l’idea di accontentarlo, mormorò un: "Nulla, nulla... ci vediamo..." e girò sui tacchi.

"A-aspetta Vegeta! Dove vai?" Goku si era finalmente ripreso dallo stupore. Vegeta che gli chiedeva di insegnargli il teletrasporto! Non ci avrebbe creduto neppure se glielo avessero raccontato. La richiesta l’aveva colto del tutto impreparato. Ma era tipico di Vegeta, non l’aveva nemmeno salutato e aveva subito buttato lì la domanda. Non aveva chiesto neppure per favore, nemmeno l’aveva guardato in faccia... era orgoglioso come sempre, e Goku riusciva ad immaginare che sforzo gli fosse costato fare quella semplice richiesta a lui, il suo peggior nemico! Ma lo stupore era stato forte comunque, e per qualche secondo era rimasto interdetto a fissare il principe dei Saiyan che evitava il suo sguardo e stava lì in attesa. Solo quando lo vide andarsene cupo in volto si riscosse e si teletrasportò davanti all’ormai lontano guerriero Saiyan per bloccarne il cammino.

"Mi hai sorpreso... non pensavo che ti interessasse una tecnica come questa!"

Vegeta se lo trovò improvvisamente davanti e quasi andò a sbatterci contro.

"Che fai, idiota? Sta più attento!"

"E’ questo il modo di rivolgerti al tuo nuovo maestro?" lo prese in giro.

Vegeta lo guardò meravigliato e ad un tratto comprese il significato delle sue parole. Ancora una volta girò lo sguardo, ancora una volta pronunciò a fatica e con imbarazzo poche parole.

"A-allora me lo insegnerai?"

"Non vedo perché no, in fondo ora non ho nessuno con cui allenarmi, visto che Gohan è al lavoro e Goten a scuola e se mi farai da sparring partner in cambio avrai quello che vuoi! Allora d’accordo?" gli tese una mano.

Vegeta la colpì leggermente allontanandola da sé. Tranne che in combattimento non voleva toccare Kaharot, lo faceva sentire stranamente a disagio. Non riusciva ancora a dimenticare le emozioni contrastanti che aveva provato quando si era unito a lui con i potara, e ora voleva evitare qualsiasi contatto fisico con lui.

"D’accordo, d’accordo! Ci vediamo domani all’alba. Fatti trovare pronto, non accetto scuse né ritardi." Salì sulla navetta e con un cenno del capo a mo’ di saluto se ne andò.

Goku rimase a fissare la navetta che saliva nel cielo sorridendo compiaciuto.

"Sempre il solito, non cambierà mai! Ma stavolta mi ha davvero stupito! Forse potrò... ."

 

Il mattino dopo al sorgere del sole Vegeta atterrò davanti alla casa del suo nuovo "maestro", come aveva osato definirsi quel combattente di livello inferiore. Aveva indossato la sua solita tuta blu attillata con guanti e scarpe bianchi ed aveva raggiunto la casa di Kaharot in volo, pensando che un po’ di riscaldamento prima di iniziare non gli avrebbe fatto male. Ma Kaharot non si vedeva.

Stava già per andare a buttarlo giù dal letto, quando la porta di casa si aprì e Kaharot comparve con dietro la sua adorata mogliettina. Che strana coppia, pensò.

"Ciao Vegeta." lo salutò tra uno sbadiglio e l’altro. "Ciao Vegeta" gli fece eco Chichi mentre si chinava sull’orecchio del marito a sussurrargli: "Torna presto, sei tornato appena ieri dopo tanto tempo e già mi lasci sola... .mi sei mancato tanto... ."

"Non preoccuparti tesoro, tornerò il prima possibile." le mormorò abbracciandola. Vegeta si girò stizzito. Non li sopportava, soprattutto non sopportava quella donnetta isterica e moralista che si stringeva al suo più grande rivale con tanta confidenza e non lo lasciava solo un attimo. Chissà cosa avevano da condividere due persone così diverse... se avesse potuto passare con Kaharot tutto il tempo che ci passava lei sicuramente...

Ma che stava pensando! In fondo lui detestava Kaharot! Gli aveva usurpato il posto di guerriero più forte della galassia. E ora al posto di misurarsi con lui scambiava effusioni con quella... odiava le donne! Beh, non tutte naturalmente. Con Bulma era diverso. L’aveva sempre capito, gli aveva sempre voluto bene senza condizioni, non gli aveva mai fatto richieste impossibili per il suo carattere, riusciva a fargli confessare cose impossibili e tirava fuori lati della sua personalità che non pensava di avere... era quasi più un’amica che una moglie... se non fosse che ci andava a letto.

Ma le altre donne... e soprattutto quella... . l’avrebbe uccisa più che volentieri (non mi sta molto simpatica Chichi... si capisce? NdA)

"Muoviti, Kaharot, è tardi!"

"Si, si, arrivo." Lasciò la moglie e si girò verso di lui con gli occhi che brillavano. Vegeta se ne accorse e se ne preoccupò: sembrava pazzo di gioia! Forse era perché dopo tanto tempo poteva combattere con lui? O perché avrebbe approfittato dell’occasione propizia per vendicarsi di averlo quasi ucciso, quando lo aveva colpito facendolo svenire mentre era Majin Vegeta? Poteva pure darsi... in effetti Kaharot si era allenato per quasi un anno con la reincarnazione di Majin Bu, e doveva essere diventato fortissimo! Non che lui non si fosse allenato, ma non credeva di poter ancora competere ad armi pari con Kaharot...

Ecco, l’aveva fatto di nuovo. Aveva messo in dubbio da solo la sua superiorità. Era uno dei motivi principali per cui odiava Kaharoth, insieme a quello di sentirsi strano e a disagio ogni volta che lo guardava in faccia e soprattutto quando gli sorrideva anche per una sciocchezza. Kaharot gli faceva mettere in dubbio tutto quello che sapeva e aveva imparato ad essere, riusciva a sgretolare la sua identità di unico principe dei Saiyan solamente battendolo in duello e con che facilità, poi!

L’avrebbe pagata cara, questa sua arroganza! Bastava solo che acquisisse quella tecnica e si allenasse un altro po’... ..

Forse.

"Aaaaaah! E’ ora di piantarla, Vegeta!" si impose "Lo batterai e basta!"

Non riusciva neppure ricordarsi da quanto tempo desiderava sconfiggerlo. Anni, mesi, giorni... dalla prima volta che lo aveva visto, così sicuro di sé, arrabbiato, imponente e... forte, terribilmente forte. Non solo nel corpo, anche nello spirito.

Non si arrendeva mai, non si piegava, continuava a perseguire il suo scopo anche a costo della vita. Non aveva rivali. Non poteva continuamente mentire a sé stesso e considerarsi superiore, ma si era autoimposto che lo avrebbe superato. Soprattutto perché voleva la sua stima.

Già, sentiva che Kaharot lo considerava solo un bambino capriccioso e sciocco, che cercava ostinatamente di raggiungere un punto in cui sapeva non sarebbe mai potuto arrivare. E quel punto era lui.

Quante volte si era sentito come un bambino indifeso davanti a quell’uomo spaventosamente perfetto?

Quante volte si era reso conto del suo sguardo quasi di scherno mentre osservava gli sforzi che faceva per raggiungerlo?

Quante volte, a ragione, si era sentito dire di non essere ancora abbastanza forte per lui?

Il solo fatto di non potersi far rispettare da lui, di non essere per lui altro che un inutile e vanaglorioso rivale, mai alla sua altezza, lo faceva stare male in un modo che non credeva possibile.

Giurò a sé stesso che gli avrebbe tolto dalla faccia quella espressione di indulgenza da padre preoccupato per il figliolo che voleva crescere troppo in fretta.

Era talmente perso nei suoi pensieri che non si accorse che Goku aveva ormai lasciato la moglie e si dirigeva verso di lui con aria felice, quasi eccitata.

Quando se ne accorse era già vicino a lui e protendeva una mano verso la sua spalla.

"Andiamo." disse, e in un lampo Vegeta si ritrovò trasportato in un luogo sconosciuto, con una vegetazione completamente diversa da quella a lui familiare, completamente deserto, a parte la presenza di un piccolo draghetto blu.

"Questo è il compagno di giochi di mio figlio Goten!" spiegò indicandoglielo. "L’ho lasciato qui ieri in modo da poter ritrovare la sua aura e poter tornare qui ad allenarmi con te. Che ne dici, ti piace la nostra nuova palestra?"

"Meglio di niente." mormorò, scontroso come al solito. Ma si sentiva stranamente irrequieto. La calma, il silenzio quasi irreale che li circondavano lo rendevano nervoso, non sapeva spiegarsi perché. Non sembrava un luogo fatto per allenarsi, con tutto quel verde, quel cielo decisamente troppo azzurro, le onde che si infrangevano sulla spiaggia... . insomma, uno di quei posti da cartolina dove di solito si andava a far vacanza. Non era da Kaharot scegliere un posto del genere. Si voltò a guardarlo sospettoso mentre mandava via il draghetto in modo che non venisse coinvolto nel loro scontro. Anche se era un allenamento erano pur sempre due Saiyan, non si sapeva a che punto potevano arrivare!

E finalmente il suo rivale si girò verso di lui.

E di nuovo quello sguardo di ebbra felicità che gli aveva scorto sul volto appena qualche minuto prima.

Ma questa volta fu talmente rapido che Vegeta si convinse di essersi solo lasciato confondere dalla luce del sole.

Ora lo stava guardando con quel suo solito mezzo sorriso arrabbiato, come se stesse pregustando il piacere di battersi. Lo fronteggiava apertamente, come sempre, eccitato all’idea di combattere, con quell’espressione sicura di sé che assumeva ad ogni combattimento.

"Allora, Vegeta, sei pronto?"

"Lo sono sempre stato!"

E si lanciarono immediatamente all’attacco. Colpo su colpo, senza tregua, schivare, attaccare, colpire, parare... come sempre, entrambi avevano perso ogni altro pensiero che non fosse quello della battaglia in cui erano concentrati. Nulla importava più, rivalità, superiorità, odio, rispetto... ora contavano solo loro due, le loro menti concentrate, i loro muscoli tesi allo spasmo, i colpi in sempre più rapida successione, l’adrenalina che scorreva devastante nel loro corpo accendendo i loro sensi con il crescere dello scontro.

Una sovreccitazione comune ad entrambi, ritrovata solo nel combattimento, che non finiva mai, non li stancava mai, che continuavano a cercare saziandosene con avidità. Era un po’ come fare l’amore... ugualmente appagante, ugualmente inebriante... non ne avrebbero avuto mai abbastanza.

Era ormai pomeriggio inoltrato quando si fermarono entrambi ansanti. Non si erano resi conto neppure del passare del tempo. Erano talmente presi che soltanto il brontolare dei loro stomaci, proverbialmente mai sazi, riuscì a fermarli.

Fu Goku il primo ad accorgersene.

"Ehi, Vegeta, facciamo una pausa, ok? Sto morendo di fame!" esclamò asciugandosi la fronte con un braccio. "Fiuuuuuu! Non credevo fossi arrivato a questo livello!"

"Mmh." Goku lo guardò scendere verso terra. Aveva deciso di portare in aria il combattimento per non rovinare quel paradiso per cui aveva progettato ben altro... Si accorse che Vegeta era stranamente accigliato. E non gli sembrava di aver fatto molto per meritarsi la sua ira.

Scese con lui e non appena i loro piedi toccarono il suolo si sedette con un tonfo a gambe incrociate sulla sabbia. Recuperò il contenitore del suo pranzo e si accorse che Vegeta non aveva portato nulla con sè.

"Ma Vegeta, tu non mangi?" gli domandò con un onigiri fra i denti.

"Certo che mangio!" esclamò tirando fuori dalla tasca una capsula, che gettata al suolo si rivelò essere un contenitore con cibo per ben più di due persone... .

Il suo sguardo rimaneva perennemente scuro, come se avesse improvvisamente scoperto qualcosa di molto poco gradito.

Goku osservò il suo pasto "Ma guarda che bel pranzetto, non c’è che dire, anche tu hai una mogliettina davvero premurosa!"

Vegeta seguitò a mangiare senza badargli.

"A proposito, come sta? E’ da tanto che non la vedo! Ma non credo sia cambiata molto... e i tuoi suoceri come stanno? E tuo figlio? Un giorno di questi vorrei passare a trovarli, non vorrei che mi ritenessero un maleducato, sono stati molto gentili con me e... "

"Basta!" esclamò Vegeta col tono più astioso del suo repertorio.

Goku lo guardò sorpreso. "Ma che hai oggi? Sei più scontroso del normale, che ti è successo?"

"Sei tu! E’ colpa tua"

"Mia?!" lo fisso stupito.

"E non fare il finto tonto, mi pareva di avertelo già detto! Non voglio la tua pietà, quando combatti con me, combatti e basta!, Con tutta la tua forza! Non sopporto che tu abbia pietà di me!"

Se ne era accorto, allora. Certo, non era stupido, ed era un ottimo combattente, per cui non poteva non averlo notato nonostante tutti gli sforzi di Goku per non darlo a vedere. Ma come poteva usare con lui tutta la sua forza, rischiando di ferirlo, se non peggio? Non era ancora pronto per combattere al suo livello... e, nonostante a Goku dispiacesse pensarlo, probabilmente non lo sarebbe mai stato.

Chinò un attimo la testa per riflettere. Lo aveva offeso col suo comportamento, lo sapeva, ma non poteva fare altrimenti. Non poteva rischiare di fargli del male.

"Forse hai ragione." gli disse "Ma questo era solo un allenamento. E quando avrai perfezionato le tue tecniche sarò felicissimo di affrontarti senza trattenermi. Ma ora no. E non perché mi ritenga superiore, ma perché sarebbe inutile. Non servirebbe a niente ad entrambi. E inoltre..." guardò il mare davanti a sé "... non credere che ti abbia tenuta nascosta chissà quale potenza inaudita. Te ne sarai reso conto, vero, che sei progredito più velocemente di me in questi otto mesi?"

Vegeta lo guardò incredulo. Non credeva ad una parola.

"Non sto mentendo. Hai aumentato notevolmente la tua forza. Più di quanto abbia fatto io. Potrei anche prendermela per questo!"

E si voltò a guardarlo negli occhi.

E per l’ennesima volta Vegeta percepì, questa volta con sicurezza quel suo inquietante strano sguardo.

"Ma mi fa sempre piacere vedere come diventi più forte." dichiarò sorridendogli ma con negli occhi ancora tracce di quel fastidioso bagliore.

Distolse gli occhi stizzito. Che aveva Kaharot da guardarlo così?

"Se lo dici tu!" sbottò per rompere il silenzio che si era creato. Finirono di mangiare in totale silenzio.

"E ora..." disse Goku alzandosi e passando le mani sui pantaloni della tuta per eliminare i granelli di sabbia "... spetta a me rispettare la parte del patto."

Vegeta lo guardò con stupore. "EH?!"

"Il teletrasporto, no? Non ti interessava impararlo?"

"Già, certo." Stava pensando a tutt’altro in quel momento. Il comportamento di Kaharot continuava ad avere qualcosa di strano.

"Bene. Prima di tutto devi imparare a riconoscere un’aura, ma non come fai adesso. Devi saper riconoscere dove si trova esattamente, quindi dai fondo a tutta la tua concentrazione. Pronto?"

"Hn..." e sotto i suoi occhi Kaharot scomparve. Lo cercò con la mente, pensando che sicuramente gli sarebbe comparso dietro per sorprenderlo. Stava per voltarsi quando se lo vide comparire davanti a qualche centimetro di distanza.

"No, così proprio non ci siamo." Gli annunciò severo. "Non devi cercare di prevedere le mie mosse, devi sentirmi, avvertire la mia presenza un attimo prima che io compaia! Non sei per nulla concentrato!"

Come se fosse facile con lui a due passi che lo torreggiava facendolo sentire impotente. Non era la prima volta che provava questa sensazione. Lo faceva sentire un cucciolo smarrito, bisognoso di protezione, quasi avesse paura e allo stesso tempo bisogno dell’uomo di fronte a lui. Che lo fissava col suo solito sguardo benevolo.

"Prova di nuovo!" gli urlò quasi, la rabbia e l’impotenza mal celate e una gran voglia di scappare per toglierselo di torno. Era troppo, troppo vicino per i suoi gusti. E di nuovo Goku lo sorprese, stavolta comparendogli a qualche centimetro dal fianco destro. Sentiva il suo respiro mentre gli parlava.

"Ti avevo avvertito che sarebbe stato difficile e avresti avuto bisogno di molta concentrazione."

Ma perché si ostinava a comparirgli sempre a così poca distanza? Spazio ce n’era, ma pareva che lo facesse apposta a comparirgli a qualche centimetro, come per sfidarlo a reagire. Il fatto di non potersi neppure difendere con la forza da quella specie di violenza psicologica, che sentiva ogni volta che Kaharot gli appariva così vicino, lo irritava immensamente. Maledetto Kaharot, lo sapeva e lo faceva apposta!

"Concentrati di più!" e sparì di nuovo.

Continuarono così per tutto il pomeriggio, Goku a sparire e riapparire al suo fianco e Vegeta a spazientirsi con lui e con se stesso per la propria mancanza di concentrazione, e per l’assurda sensazione che gli suscitava la vicinanza di Kaharot.

Era ormai buio quando decisero (anzi più che altro fu Goku ad imporlo) di smetterla. Erano tutte e due stremati, soprattutto per lo sforzo mentale ed era ormai ora di farsi una bella dormita.

"Riprendiamo domani." Fu l’ordine perentorio. "O ti stancherai troppo e non raggiungerai il risultato."

Di nuovo! Di nuovo lo trattava come un bambino. Aveva voglia di spaccargli la faccia, ma non avrebbe potuto. In realtà era troppo stanco anche per pensarlo. Non pensava che sarebbe stato così snervante... Era sul punto di svenire. Perciò si limitò a rispondergli brusco "Se lo dici tu."

Stava già per spiccare il volo e tornare a casa quando si accorse che Goku era dietro di lui.

"Aspetta." Gli passò una mano intorno alla vita, appena il tempo per Vegeta di voltarsi a guardarlo stupito, prima di vederlo portarsi due dita sulla fronte, e si ritrovò davanti alla sua casa.

"Così ne approfitto per salutare tua moglie e gli altri. E poi non mi sembravi in condizione di volare."

Vegeta rimase per un attimo immobile e stordito. L’unica cosa di cui si rendeva conto era che la mano intorno alla sua vita si stava soffermando più di quanto avrebbe dovuto. Riprese la lucidità e si staccò brusco.

"Chi ti credi di essere per dirmi cosa devo fare? So badare benissimo a me stesso! E staccati da me, soprattutto!" era arrabbiato, talmente furioso come non lo era mai stato. Con Kaharot, con se stesso, con tutto il mondo, possibilmente. Cos’era che non andava da un giorno a questa parte? Possibile che tutte le volte che c’era di mezzo quell’idiota si dovesse sentire sempre così a disagio? Era tutta colpa di Kaharot, come sempre. Come si permetteva di avvicinarlo e di mettergli le mani addosso in quel modo? Accidenti a lui!

"Bah!" esclamò stizzito, e si voltò verso casa, seguito da Goku, dirigendosi immediatamente verso la doccia, salutando appena la moglie e il figlio. Goku invece si fermò a chiacchierare con loro per un bel pezzo, e non vedendolo ritornare si congedò senza salutarlo.

Vegeta era ancora sotto la doccia. Da quanto stava lì? Un’ora forse. Non gli importava. L’acqua tiepida continuava a formare rivoletti tra i suoi muscoli ben formati, rinfrescandoli e tonificandoli, e si sentiva rinascere. E soprattutto poteva fermarsi a riflettere e trarre le dovute conclusioni su quello che era accaduto. Perché qualcosa doveva pur essere accaduto, no? Se si sentiva così strano!

Era cominciato tutto appena aveva rivisto Kaharot, anzi, da quando Kaharot gli aveva lanciato quello sguardo spiazzante. Non riusciva a toglierselo dalla testa, quell’espressione di gioia mal contenuta e di... quasi di passione, si. E con l’allenamento non era andata molto meglio, quel suo continuo avvicinarsi, il sentire il suo fiato sul collo, e soprattutto quel quasi abbraccio... . si passò un braccio intorno alla vita fissandosela perplesso, aveva provato uno strano calore a quel contatto... . di sicuro era la stanchezza, non c’era alcun dubbio, in fondo cos’altro poteva essere? E poi non avrebbe più permesso che accadesse una cosa del genere. Sarebbe stato a distanza di sicurezza da quel momento, gli ci mancava solo di farsi intimorire da quello stupido Saiyan di livello inferiore...

Uscì dalla doccia con indosso solo un asciugamano, e decise di dormire in salotto; non voleva incontrare Bulma, sapeva di non essere proprio al top della forma in quel momento e non avrebbe saputo cosa rispondere se lei se ne fosse accorta e avesse iniziato a far domande.

Ma neanche quando si fu disteso sul divano riuscì a trovare pace, non riusciva a togliersi dalla mente la presenza di Kaharot che ormai era diventata così ingombrante da non lasciare spazio ad altro.

L’alba lo colse appena un’ora dopo essersi addormentato. Era ancora piuttosto stanco, ma come il giorno prima si recò in volo alla casa del suo più grande problema. Questa volta era già sulla soglia che lo aspettava, e Vegeta sentì un brivido corrergli lungo la schiena: sarebbero andati ancora all’isola col teletrasporto? Di nuovo quel braccio attorno alla sua vita? Non lo avrebbe permesso!

"Bene, sei puntuale oggi, andiamo!" disse all’altro senza quasi guardarlo in faccia e quasi scappando via, senza neppure aver toccato terra.

"Ma Vegeta, che fai, scappi? Andiamo col teletrasporto, no? Ti ricordo che non sai dov’è l’isola!" fece Goku a qualche metro da lui, con un’espressione quasi divertita.

"Dannazione, è sempre più veloce!" pensò Vegeta. "Non riuscirò a seminarlo... "

"Scappare chi?! E da te, poi? Ma non farmi ridere!"

Ma la strafottenza sparì quasi subito dal suo volto quando vide la mano di Goku salire lentamente verso il suo viso. Non riusciva né a muoversi, né tanto meno a distogliere lo sguardo dalle dita che ormai avevano quasi raggiunto la meta. Stava già per assaporare la sensazione di sentirle scivolare lungo la sua guancia quando si accorse che si erano fermate, e sulla sua spalla. E come per magia si ritrovò con Goku in quel piccolo paradiso naturale. Il suo corpo era ancora irrigidito dalla sensazione di totale sgomento (e abbandono, al tempo stesso) che lo aveva attanagliato quando credeva che Kaharot lo avrebbe toccato, ma l’espressione di dolcezza con cui il suo rivale lo guardava, lo fece un po’ riscuotere. Fissò per un attimo gli occhi nei suoi, perdendosi in quella dolcezza infinita. Non lo aveva mai visto usare quello sguardo affettuoso nemmeno con la sua famiglia, e ora lo rivolgeva a lui...

Si accorse troppo tardi di essersi imbambolato a guardarlo e di essere notevolmente arrossito, ma questo lo fece riprendere del tutto. Ormai aveva perso tutta la sua baldanza, e si staccò da lui con un gesto brusco, senza dire nulla. Solo dopo essere sceso a terra ebbe il coraggio di mormorare "Allora, iniziamo l’allenamento... .", senza tanta convinzione. Comunque, quello gli sembrava l’unico modo per distogliere la mente dalle sensazioni che lo stavano tormentando in quel momento, o da un giorno a questa parte, o anzi, ancor più precisamente, da quando conosceva quel... quel... .

"Fatti sotto!" si lanciò all’attacco senza neppure riflettere, voleva solo dimenticarsi di tutto per un attimo, e quale cura migliore di un bello scontro con uno dei guerrieri più forti dell’universo?

Anche Goku sembrava pensarla allo stesso modo, la sua espressione cambiò radicalmente e tutto passò in secondo piano. Come al solito non si resero neppure conto dello scorrere del tempo e fu il sole ormai alto a riportarli alla realtà. Quasi di comune accordo smisero senza una parola e Vegeta scendendo a terra si portò a dieci metri circa al rivale, non volendoselo sentire di nuovo tanto vicino. Si sentiva un’idiota a comportarsi in quel modo, ma avrebbe preferito qualsiasi umiliazione piuttosto che riprovare quel dannato vuoto allo stomaco che lo stava opprimendo.

Goku non disse niente, ma sorrise tra sé divertito senza che Vegeta se ne accorgesse. Pareva avesse visto giusto, dopotutto... ma forse era ancora presto per cantar vittoria. Non aveva ancora la completa certezza che Vegeta... ma lo avrebbe scoperto presto.

Appena finito il pasto si alzò e si avvicinò a lui. Si era accorto che lo guardava di sottecchi come se lo temesse, e represse a stento una risatina.

"E’ ora, no? Ci siamo riposati abbastanza, ora possiamo riprovare col teletrasporto."

Vegeta aveva occupato tutto il tempo del pranzo, oltre che a cercare di stare più alla larga possibile da Kaharot, a riflettere su un possibile motivo per farlo stare lontano senza fargli capire quanto lo turbasse. Ma non ne trovò uno abbastanza valido, e così si limitò a guardarlo in cagnesco e a sputare un rabbioso "Si, ma credo di aver capito perché mi deconcentro: vedi di piantarla di comparirmi così vicino o mi distrarrai e sarà tutto inutile."

E si allontanò di qualche passo. "Speriamo mi dia retta... " Non aveva finito neppure di pensarlo che si ritrovò davanti un sorridente Goku, appena teletrasportato, che mormorò a due dita dal suo naso: "E come fai a percepirmi da lontano se hai tutti questi problemi a farlo da vicino?"

Sussultò come se lo avessero percosso, ma allora quell’idiota non voleva proprio capire!

"Piantala, baka! Muoviamoci e basta coi giochetti! Sono stufo di te!" Non sapeva più ormai come mascherare l’imbarazzo. Così si buttò anima e corpo nel suo allenamento, ma come previsto per un bel pezzo non successe nulla.

Ormai pensava solo a Kaharot e all’effetto devastante che aveva su di lui, alle reazioni del suo corpo, allo strano calore che gli saliva al viso per poi defluire al ventre mentre l’oggetto della sua attenzione si spostava con velocità pazzesca da un lato all’altro facendosi sempre più vicino.

E ad un certo punto, proprio mentre era perso in questi pensieri, lo sentì. Come se ne fosse diventato parte, come se la sua mente non fosse più sua, ma appartenesse ad un’altra volontà. Come se non fosse più lui ma parte integrante di un’altra persona; e quella persona era Kaharot, il SUO Kaharot.

Poteva sentire il suo calore, i suoi pensieri che lo incoraggiavano dolcemente e capì anche qualcos’altro: quello che Goku provava per lui non era odio, nè rivalità, né disprezzo, ma tutt’altro.

E la cosa che lo spaventava di più era che qualunque cosa fosse, si era reso conto di ricambiarla. Si accorse a mala pena di ciò che aveva appena pensato, perché aveva appena scoperto di poterlo ora avvertire con tutti i suoi sensi e di aver anche intuito dove sarebbe apparso.

Aprì gli occhi e lo vide, dove lo aveva immaginato, con di nuovo quel bellissimo sorriso stampato sul volto, che gli sussurrava con dolcezza "Ce l’hai fatta, sei riuscito a trovarmi... "

"Si, e ora... non sparire più ... ... "si aggrappò di peso alla sua spalla, la vista annebbiata e le forze che a poco a poco se ne andavano e perse i sensi.

Rumore di onde che si infrangevano sul bagnasciuga... il canto di un gabbiano, un’ombra che andava e veniva sul suo viso, la sensazione di qualcosa di bagnato sulla fronte e di una mano che stringeva forte la sua, imprigionandola in un dolce calore... .

Non voleva aprire gli occhi, era troppo bello rimanere così, circondato dalla pace, quasi protetto dalla presenza che sentiva accanto... ... non si chiese neppure cosa fosse successo, non voleva saperlo. Voleva solo che quel sogno (se di un sogno si trattava) non finisse in quel momento. Ma una voce bassa e roca mormorò accanto a lui:

"Stai meglio ora? Sciocco, non dovevi sforzarti così, non hai neppure dormito, ma ti sei voluto allenare lo stesso... avresti potuto dirmelo... non te lo permetterò più... ."

Cos’era quella dolce pena che sentiva in quella voce che sembrava così lontana? Preoccupazione, ansia... ma stava davvero male? Si sentiva in perfetta forma, non c’era motivo di essere così preoccupati per lui. Nel frattempo la voce continuava a carezzargli l’orecchio, sempre più dolce "Non ti preoccupare, ti rimetterai presto in sesto, ti è bastato un po’ di riposo e un po’ d’acqua fresca, ma sarà meglio smettere, non voglio vederti di nuovo svenire tra le mie braccia, ho temuto per la tua vita... avrei dovuto proteggerti meglio, sapendo che è così pericoloso, mi dispiace, mi dispiace... "

Sentiva le parole diventare sempre più vicine e reali ad ogni secondo che passava. Il proprietario della voce sembrava davvero tanto in pena per lui: ma perché poi? Non si era mai sentito tanto bene in vita sua!

Non voleva che l’altro continuasse e sentirsi in colpa, doveva rassicurarlo, anche se non sapeva cosa dirgli... E in un lampo ritornò alla realtà: la sensazione di completa appartenenza a Kaharot, l’averlo finalmente individuato e poi tutta la sua energia scivolata via e lo svenimento... spalancò gli occhi come se gli avessero versato addosso dell’acqua gelata e si guardò intorno.

Era ancora là, in una piccola insenatura, all’ombra di un’enorme palma. Una pezzuola bagnata gli scivolò dalla fronte quanto raddrizzò la schiena, la testa che ancora girava e la mano... la mano intrappolata in un’altra. E finalmente lo vide, colui che gli aveva parlato con tanta preoccupazione e dolcezza, che ancora trasparivano dai suoi occhi. Rimase a fissarlo per un lasso di tempo incredibilmente lungo, stupito di quello che aveva appena sentito, dall’incredibile dispiacere che leggeva sul suo volto per quello che era successo e sentendolo vicino come non mai, la mano ancora stretta nella sua.

Si sentì per l’ennesima volta come un bambino. Ed aveva ormai raggiunto la quarantina. Ma si rese conto che davanti a Kaharot era inutile fingere, non c’era nessun altro in tutto l’universo in grado di fargli provare quelle sensazioni. E ora, dopo aver condiviso insieme a lui l’esperienza di appartenere totalmente a qualcun altro capiva che quel tarlo che si era insinuato nella sua mente da ormai tanto tempo aveva un solo nome: amore.

Sospirò abbassando lo sguardo rassegnato, fissando la sabbia, quasi sul punto di piangere per ciò che aveva scoperto.

Non sapeva cosa dire, mentre la sua mano non faceva nulla per divincolarsi e quella di Goku nulla per lasciare la presa.

"Lo senti ora?" mormorò Goku.

Vegeta trasalì e incontrò il suo sguardo, ma fu solo un secondo. Non riusciva a sostenerlo, quello sguardo.

"Cosa?" ebbe solo la forza di mormorare piano.

"Quello che ho sempre sentito io." Vegeta sgranò tanto d’occhi e finalmente trovò la forza di fissarlo stupefatto. Ora quei neri occhi specchiati nei suoi lo avvolgevano con tenerezza infinita. Lo attiravano come una calamita. Si rese appena conto di quel che succedeva, che quegli occhi diventavano più vicini, che una mano gli sfiorava gentilmente la nuca spingendola in avanti e che un respiro caldo si avvicinava lentamente alla sua bocca. E chiuse gli occhi.

Due labbra calde, ferme e morbide sfiorarono le sue, e si ritrovò improvvisamente stretto in un abbraccio appassionato, le mani vaganti tra i capelli dell’uomo che ora stava sopra di lui, il corpo completamente aderente al suo in una muta domanda, mentre le loro bocche si incontravano fameliche, quasi voraci, come a voler recuperare il tempo perduto. L’altro si spostò appena in modo da poter far scorrere una mano lungo il suo viso, la sua gola, il suo torace, lentamente, dolcemente. Fu quasi con dispiacere che le loro bocche si staccarono in cerca d’aria, e Goku appoggiò la fronte sulla sua, per dirgli:

"L’ho sempre saputo, non poteva finire altrimenti, ma quando per la prima volta ti ho teletrasportato con me ne ho avuto la certezza." Ansimava ancora per il bacio appena dato "Hai provato anche tu quella sensazione, non è vero? Di essere totalmente fuso in me. Sapevo già da tempo quello che provavi, proprio perché teletrasportandoti ho acquisito tutti i tuoi pensieri e reazioni. E’ questo il vero potere del teletrasporto, ricongiungersi ad una persona diventando i suoi pensieri, facendoli parte di te, ed è per questo che so quello che provi. E quando sei venuto a chiedermi di insegnarti il teletrasporto, io... " sorrise "... ho capito che avevo ancora qualche speranza di farti rendere conto dei tuoi sentimenti e di portarti a conoscenza dei miei."

Lo guardava con dolcezza, ancora sopra di lui, ancora così vicino. Vegeta non trovava il coraggio di rispondere, di reagire, e soprattutto di negare, perché quel che aveva detto Kaharot era tutto vero, tutto... .. Arrossì con timidezza abbassando lo sguardo, ma Goku non glielo permise, gli afferrò il volto tra le mani e lo avvicinò a sé.

"No, guardami negli occhi... " e lo baciò di nuovo. E di nuovo Vegeta non poté fare altro che arrendersi a quella dolce violenza, a quelle labbra che premevano sulle sue, al calore che sentiva rimescolarsi nel ventre. Si abbandonò alle sue stesse sensazioni, beandosene, avendo finalmente trovato quello per cui tanto aveva lottato: la completa appartenenza a Kaharot.

Kaharot che lo stringeva a sé spasmodicamente, quasi per paura che scomparisse dalle sue braccia, che alternava i baci a dolci sussurri, che gli stava facendo perdere la testa soltanto sfiorandolo con la punta delle dita...

Lo voleva, ah, come lo voleva e l’aveva sempre voluto!

Si inarcò sotto di lui aderendo ancora di più al suo corpo, mentre emozioni contrastanti gli si affollavano nella mente: era davvero sicuro di quanto stava succedendo? Stava baciando un uomo, per di più il suo peggior nemico... lui, il principe dei Saiyan, un uomo orgoglioso come nessuno e per giunta sposato, stava impazzendo dal desiderio per quel corpo che lo avvinghiava a sé. Ma anche se avesse potuto non sarebbe riuscito a trovare una buona ragione per interrompere tutto, lo desiderava con tutto se stesso e la debolezza gli annebbiava la mente, quanto bastava per spegnere le sue già misere resistenze. Per una volta il suo orgoglio avrebbe taciuto e lui avrebbe avuto quello che aveva sempre desiderato, si disse.

E si lasciò trasportare dalle sensazioni. Goku aveva ormai sfilato quasi del tutto la sua canottiera blu alla ricerca della calda pelle del suo torace "Come pretendi che io non ti desideri poi, se porti vestiti così aderenti?" gli sussurrò divertito mentre vi faceva scorrere la lingua, avvertendo il suo sapore salato. Vegeta rabbrividì a quel contatto e infilò le mani all’interno della tuta di Goku, aprendola e lasciando scivolare le braccia dietro la sua schiena. Quando la lingua di Goku arrivò a lambirgli un capezzolo Vegeta sussultò e mormorò rocamente un "no" ma Goku non si fermò "Sei proprio sicuro di non volerlo?" e riprese a tormentarlo dolcemente, facendo scorrere la lingua sul suo petto mentre gli accarezzava i capezzoli con le dita, fermandosi poco dopo per mormorargli in un orecchio: "Spogliami anche tu... "

Vegeta non se lo fece dire due volte e gli sfilò delicatamente la maglietta, lasciando che il torace di Goku aderisse al suo, poi portò le sue mani lungo i propri fianchi, e senza dargli tempo di reagire lo afferrò alla nuca e lo strinse a sè in un bacio quasi doloroso che esprimeva tutta la sua passione repressa.

Goku dapprima restò stupito, ma si riprese immediatamente, colmo di felicità per la completa accettazione del suo amore. Non sperava in questa reazione di totale abbandono da parte di Vegeta, ma ora sapere che lo desiderava almeno quanto lui lo riempiva di gioia. Infilò dolcemente i pollici nell’elastico dei pantaloni del suo rivale di sempre, e, mentre ricambiava il bacio, li fece lentamente scivolare via accarezzando ogni centimetro di pelle che scopriva, finché non li sfilò del tutto e si adagiò su un fianco, mentre Vegeta riprendeva fiato, per fermarsi a guardarlo.

Era davvero meraviglioso, con la pelle abbronzata che risplendeva ancora di più al sole e quei lucenti capelli neri che assumevano diverse tonalità di colore ad ogni raggio che li colpiva. Sdraiato sulla schiena, gli occhi socchiusi, il petto muscoloso che si alzava e abbassava velocemente, Vegeta si voltò verso di lui, timido, impaurito, ma sorrise, come a far capire a Goku che si fidava di lui. Era chiaro che tutte quelle nuove emozioni lo avevano sconvolto, che aveva paura di quello che gli stava accadendo così velocemente.

Goku gli posò un tenero bacio sulla fronte, seguito da tanti altri sulle guance, sulle palpebre, sul naso e lo attirò più vicino a sé con dolcezza. Vegeta ormai aveva capito che qualsiasi cosa sarebbe successa tra lui e Goku sarebbe stata assolutamente giusta e perfetta: l’avevano desiderato tutti e due per troppo tempo perché potesse essere diversamente.

Portò le mani ai suoi fianchi e gli sussurrò: "Non essere impaziente, abbiamo aspettato per anni, qualche secondo non farà differenza" e gli sfilò i pantaloni con un gesto deciso "Anche se a dir la verità la tua fretta non mi dispiace". Giacevano, ormai entrambi quasi nudi, sulla sabbia infuocata, il vento che sferzava la loro pelle, ma non ci badavano affatto. Tutto quello che riuscivano a capire era che stavano finalmente insieme, come avevano sempre voluto, e tutto il resto passava in secondo piano. La loro passione aumentava ad ogni secondo, ad ogni carezza che si faceva mano a mano più audace, ed entrambi erano affannati ed eccitati come non mai.

Vegeta sentì l’erezione del compagno premere contro la sua gamba, e arrossì rendendosi conto di essere nelle stesse imbarazzanti condizioni. Goku se ne accorse e gli sorrise.

"C’è un solo modo per risolvere questa situazione." e con un sorriso si chinò ad avvicinare il volto all’inguine di Vegeta. Vegeta capì quali erano le sue intenzioni e cercò di fermarlo divincolandosi, ma Goku bloccò con forza le sue cosce contro il terreno dicendogli: "Non fare troppi sforzi, sei ancora debole!" e così dicendo sfilò via l’unica cosa che lo divideva dalla turgida virilità di Vegeta. Si meravigliò un po’ delle sue dimensioni, certo, la tuta così aderente che indossava lasciava poco spazio all’immaginazione, ma non gli rendeva pienamente giustizia! Si chiese se lo avrebbe soffocato, ma iniziò lo stesso ad esplorarlo con la lingua, fino a che, abituatosi alla sua grandezza, lo avvolse completamente con la sua bocca.

Vegeta giaceva ormai sconfitto e pronto a quello che sarebbe successo, o almeno così credeva. Il turbinio di emozioni che lo colse appena Goku appoggiò le labbra sul suo membro fremente lo lasciò senza fiato, in balia di un godimento che non aveva mai neppure immaginato di poter provare. Si inarcò verso di lui, spingendo verso la sua bocca, e Goku quasi soffocò, ma si riprese subito accontentando il desiderio del suo nuovo amante, iniziando a succhiare e leccare più velocemente. Vegeta si rendeva conto di contorcersi e gemere vergognosamente, ma era più forte di lui; il suo respiro si faceva sempre più affannato, dalla sua gola non uscivano altro che rochi gemiti, e finalmente, in un lampo di piacere incredibile, venne nella bocca del suo compagno.

Goku lasciò che riacquistasse lucidità, fermandosi a guardarlo ansimare e calmarsi, il viso imperlato di sudore, gli occhi ancora chiusi, la lingua che passava ripetutamente sulle labbra secche. Come era sensuale in quel momento...

Glielo disse e Vegeta aprì gli occhi sorridendogli e per tutta risposta si tirò su a sedere e ribaltando le posizioni, si mise a cavalcioni sopra di lui.

"Ora tocca a me vedere come diventi sensuale... " mormorò chinandosi a sfiorargli un capezzolo con le labbra. Goku si lasciò andare a quella deliziosa sensazione, eccitandosi ancora di più. Vegeta sentiva farsi più forte la pressione del membro di Goku sulla sua coscia ad ogni suo movimento, ma era deciso a tormentarlo ancora.

"Non ti lascerò soddisfare così velocemente, te la farò pagare per tutte le volte che mi hai umiliato!" mormorò in tono volutamente minaccioso all’orecchio di Goku, mentre la sua mano scendeva in una lenta carezza fino all’inguine. Goku boccheggiò, non resisteva più, se continuava così avrebbe perso la testa e sarebbe venuto nei boxer come un’adolescente alla sua prima esperienza, mentre Vegeta non faceva nulla per aiutarlo e continuava a tormentarlo. Doveva reagire!

Prese possesso della sua bocca e lo baciò quasi con violenza, imponendosi e carezzando quanta più pelle nuda riusciva a raggiungere. Fece scivolare le sue mani lungo la spina dorsale del compagno, provocandogli un brivido e una nuova immediata erezione quando arrivò all’incavo dei glutei. Staccò una mano dal suo fondoschiena e lo accarezzò davanti, facendolo gemere e mugolare tra le sue labbra. La sua carezza salì sempre più su fino ad arrivare alle labbra di Vegeta, e staccata la bocca dalla sua, gli passò le dita sulle labbra. Vegeta le leccò, facendogli provare un nuovo brivido di piacere. No, così non andava, non voleva che Vegeta avesse la meglio, doveva fare qualcosa! Usò tutte le forze che gli erano rimaste per afferrarlo alla vita e portarlo di nuovo sotto di sé.

Vegeta lo guardò con aria falsamente arrabbiata.

"Vuoi sempre vincere, eh?"

"No, ma così mi sento più a mio agio!"

E senza lasciargli il tempo di rispondere riprese a baciarlo e accarezzarlo. Vegeta sussultò quando Goku infilò una gamba tra le sue e gli impedì di chiuderle; si sentiva molto più vulnerabile in quella posizione, e credeva di immaginare ciò che ne sarebbe seguito. Infatti la mano di Goku non tardò ad arrivare al suo membro, stimolandolo con la punta delle dita, e prese a scendere sempre più giù fino all’apertura tra i suoi glutei. Si spaventò per quella "intrusione", irrigidendosi e avvertendo delle fitte di dolore misto a panico.

Ora che si era finalmente reso conto di quel che poteva succedere, stava quasi pentendosi e decidendo di tornare indietro, ma Goku fu più veloce di lui.

Si era infatti subito accorto della sua reazione e si era reso conto di correre un po’ troppo: in effetti era la prima esperienza di quel genere per entrambi! Ma non aveva alcuna intenzione di far finire tutto così; voleva Vegeta, lo voleva a qualsiasi costo, anche se non lo avrebbe mai forzato, e allora c’era un’unica soluzione: fare in modo che fosse proprio lui a desiderarlo. Lentamente scostò la mano e posò le labbra sulle sue cosce, baciandolo e continuando lentamente a scendere, in modo da farlo abituare all’idea. Ben presto arrivò alla sua meta e Vegeta sussultò, paonazzo in volto per la vergogna.

"Che fai, stupido, levati subito da lì" lo apostrofò tra un gemito e l’altro.

"Mmh... non credo che tu voglia veramente che io smetta, ora... "

Accidenti a lui, aveva sempre ragione! Farlo smettere era l’ultima cosa che volesse al mondo, non aveva mai provato una sensazione simile in tutta la sua vita, quella lingua calda e morbida, il tocco delle sue mani, lo facevano sospirare di piacere e gli facevano desiderare qualcosa di più. Si spinse verso di lui e Goku capì che la sua idea aveva funzionato. Riprese a stuzzicarlo con le dita come poco prima, lasciando che si rilassasse e che si abituasse a lui, non perdendosi nessuna delle espressioni che passavano su quel viso tanto espressivo sia quando si trattava di esprimere rabbia che passione. Non credeva che sarebbe mai riuscito ad avere Vegeta tutto per se in questo modo, così abbandonato tra le sue braccia, che cercava il piacere come un affamato, che desiderava quello che stavano facendo almeno quanto lui. E proprio quando aveva rinunciato ad ogni speranza... si avvicinò al suo volto e lo baciò, esplorando la sua bocca, soffocandone i gemiti e giocando con la sua lingua.

Ormai Vegeta aveva perso completamente la lucidità: non sentiva altro che Kaharot, non vedeva altri che Kaharot e non voleva nient’altro che Kaharot. Si aggrappava alle sue spalle per sentirlo ancora più vicino, ma ancora non gli bastava: lo voleva in lui, dentro di lui; era spaventato da questo pensiero, ma il suo corpo bruciava talmente da non dargli pace, e nei suoi pensieri in quel momento lo spazio occupato dal desiderio era molto più grande di quello riservato alla paura. Si staccò malvolentieri da quel bacio e guardò Goku cercando i suoi occhi.

"Io... ti voglio... adesso... "non sapeva se avesse fatto la cosa giusta, ma la reazione dell’altro gli tolse ogni dubbio: un lampo di tenerezza brillò negli occhi del suo compagno che sorrise, baciandogli dolcemente fronte, palpebre, guance e naso per posarsi infine sulle sue labbra.

"Ti farà male... " mormorò, ancora contro la sua bocca.

"Scherzi?! Io sono il principe dei Saiyan, niente può farmi male!" e per convincerlo lo attirò di più verso sé.

Per tutta risposta Goku gli sorrise e prese a baciarlo sul collo, scendendo lungo la clavicola per poi arrivare al capezzolo, mentre si liberava dei boxer. Vegeta ne approfittò per osservare finalmente il compagno in tutta la sua splendente nudità, la sua pelle chiara, il corpo atletico e muscoloso, il suo torace ampio, e non poté fare a meno di stringerlo a sé.

Entrambi gemettero appena le loro virilità si trovarono a contatto, nessuno dei due avrebbe resistito molto più a lungo. Goku allargò leggermente le gambe di Vegeta, guardandolo in volto per vedere se avesse cambiato idea, ma la fermezza che lesse nel suo sguardo lo rassicurò. Sorrise e riprese a titillare l’apertura tra i glutei per un poco, poi si avvicinò di più a lui, cingendolo in un abbraccio.

Vegeta era teso come non mai, nulla nella sua vita lo aveva fatto sentire così vulnerabile e indifeso, e rabbrividì appena sentì il membro di Goku sfiorarlo tra le natiche. Goku gli passò una mano tra i capelli, seguita da un bacio.

"Andrà tutto bene, rilassati... "

E spinse il bacino, entrando in lui lentamente, poco per volta, ripetendogli in continuazione di lasciarsi andare e rilassarsi, baciandolo dappertutto e continuando a guardarlo negli occhi, nei cui angoli andava formandosi qualche lacrima. Gliele baciò, mormorandogli in un orecchio se voleva che smettesse. Vegeta per tutta risposta lo attirò di più a sè, piantandogli le unghie nella schiena, gemendo, ma piano piano si rilassò; e allora non ci fu più dolore, ma solo calore e piacere. Il piacere di sentire Kaharot dentro di lui, che si muoveva sempre più velocemente e che mormorava rocamente il suo nome con la voce spezzata dall’eccitazione. Sentiva di spingere il bacino verso di lui, per essere penetrato più in profondità, per stimolare quella sensazione particolare che ora sentiva e che lo stava portando alla follia.

"Kaharot, Kaharot... "

Ormai gemeva e urlava senza controllo, non percepiva null’altro che quel piacere soffocante che sicuramente anche Goku, eccitato e gemente quanto lui, stava provando.

"Ve-Vegeta, io... non ce la faccio più!" lo sentì mormorare con voce fievole.

"No, ti prego, aspetta... ancora... un po’... "

Goku sentiva che non avrebbe resistito a lungo, Vegeta era così dannatamente eccitante con quell’espressione accesa sul volto, che il solo guardarlo ancora sarebbe bastato per farlo venire.

"Non ce la faccio... " disse, e con un’ultima violenta spinta si svuotò dentro di lui, inarcandosi verso l’alto, non riuscendo a trattenere un sordo gemito di passione. Inondato dal suo calore, Vegeta venne poco dopo, gridando il suo nome e ricadendo ansimante sulla sabbia sotto di lui.

Giacquero entrambi immobili nel silenzio per qualche secondo, poi Goku scivolò fuori da Vegeta e si distese accanto a lui, poggiandogli un braccio attorno alla vita, sorridendo beatamente e accoccolandoglisi vicino .

Vegeta si meravigliò di se stesso, per come si era comportato e per come si stava comportando: aveva sempre detto di odiare Kaharot, di detestarlo e di volerlo battere a tutti i costi, ma forse aveva solo mentito a se stesso.

Che fosse questo che in realtà voleva? Sentire Kaharot vicino, il suo respiro sul collo, i suoi capelli mischiati ai propri, il suo braccio che lo cingeva protettivo?

Che fosse il suo amore e non la sua sconfitta quello che aveva sempre cercato?

La risposta arrivò da sola quando Kaharot aprì gli occhi e gli sorrise. Vegeta sorrise di rimando.

"Sai che sei molto più bello quando sorridi?"

Arrossì probabilmente fino alla punta dei piedi, e per dissimularlo mugugnò un "Mmh". Poi un pensiero lo colse all’improvviso.

"E così, mio caro... " gli disse con tono di superiorità "... finalmente sono riuscito a superarti in qualcosa!"

Goku lo guardò stupito. "Eh?! E quale sarebbe?"

Ma prima che Vegeta aprisse bocca aveva già intuito la risposta.

"Hai davvero poca resistenza, bello mio!"

Fu la volta di Goku di arrossire.

"E’ colpa tua... ", gli rispose senza guardarlo negli occhi "... che mi hai provocato troppo... e poi se fossi stato al mio posto probabilmente non avresti saputo fare molto meglio!"

"Ah no, eh?"

"No, ne sono sicuro!"

"Io no, quindi... proviamo!" e senza dargli il tempo di protestare gli chiuse la bocca con un bacio. Ma la sua supremazia non durò a lungo e di nuovo si ritrovò sotto il corpo del suo peggior rivale.

"E adesso come la mettiamo?" gli chiese in tono scherzosamente minaccioso Goku, mordendogli un orecchio.

"Non c’è niente da fare." pensò Vegeta "Non riuscirò mai a batterlo... "

E si abbandonò di nuovo fra le sue braccia.

Owari.



Enjouji-kun: E così la mia prima fic è finita! Vorrei ringraziare Ria-chan per essersene presa cura! E anche Goku e Vegeta, in fondo senza di loro la fic non avrei nemmeno potuto farla! Vero ragazzi?
Vegeta: Ehm... .non era necessario che lo raccontassi a tutti...
Goku: Che t'importa! Tanto l'abbiamo fatto uguale!
Vegeta: Kaharot, non dire stupidaggini! E' stato solo un momento di debolezza! Non ci provare mai... mhpf... Kaharot, che fai...
Goku: Mhpf... .indovina!
Enjuoji-kun: Ehm, credo sia meglio lasciarli soli... Anzi, no, potrebbe venirne fuori una nuova fic! Chissà quanto materiale interessante potrò raccogliere...
Vegeta: Big bang attaaaaaaaaack
Enjouji-kun: Forse no... va bé, alla prossima!


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