Parte: 5/8
Note: Io mi sono divertita a scriverla spero che vi
piaccia. ^^
T.A.P. Tecnological Angel Project
di Naika
*** "Ho giurato di proteggerti..." ****
Brand North
"Maledizione Deran svegliati!" esclamò Brand chinò sul ragazzo
privo di sensi. Fortunatamente Lien lo aveva sentito cadere, e li aveva
avvertiti, l'avevano trovato steso tra l'erba alta tra un mare di piume e di
sangue l'ala destra spezzata, stroncato da un infarto che gli aveva
arrestato il cuore incapace di reggere allo sforzo a cui era stato
sottoposto. Deran tossì riprendendo dolorosamente a respirare e facendo
loro tirare un sospiro di sollievo. "Per fortuna che sei
immortale" mormorò Roxane osservando il ragazzo riprendere
faticosamente a vivere. "Maledizione si può sapere che cavolo hai
combinato!" esclamò furioso Brand, quando erano giunti in giardino e
l'avevano trovato morto tra l'erba aveva creduto d'impazzire, fortunatamente
il life system aveva fatto il suo lavoro ripristinando le funzioni vitali
dell'Arcangelo e riportandolo così lentamente in vita. Adesso che non era
più in pena per la sua vita però Brand era arrabbiatissimo. Deran gemette
tentando di piegare le grandi ali.
"Sta fermo stupido, hai spezzato l'ala destra cadendo"
"Portiamolo dentro" disse Roxane stendendo una coperta sul corpo
tremante del ragazzo.
Sdraiato di lato sul grande letto Deran si mosse a disagio, i polmoni gli
bruciavano e l'ala spezzata gli faceva un male incredibile, avvertiva per
tutto il corpo piccole dolorose scosse che gli provenivano ogni qualvolta
una singola cellula riprendeva il suo funzionamento, gemette contorcendosi
sulle lenzuola, il dolore lo faceva impazzire avrebbe quasi preferito
tornare a quel freddo assoluto silenzio che aveva provato quando aveva
avvertito il proprio cuore fermarsi. Roxane gli posò una mano sulla fronte
preoccupata, "Ha la febbre alta" disse rivolta a Brand che imprecò
"Dobbiamo chiamare un medico" disse Lien.
"Ma non può far scomparire le ali finché ne ha una spezzata o
rischierebbe di causare dei danni interni"
protestò Brand "E non possiamo certo portarlo all'ospedale in queste
condizioni". Brand prese a passeggiare avanti e indietro nervosamente
"Che cosa possiamo fare?" mormorò teso, vedere Deran soffrire in
quel modo gli faceva perdere tutta la lucidità di cui si vantava sempre.
"Ci vuole un veterinario!" esclamò Roxane schioccando le dita.
"Vuoi chiamare Oscar?" le chiese Lien comprendendo "E'
l'unico esperto di ali che ci possiamo permettere al momento"
"Ma è pericoloso fargli sapere come stanno le cose." Commentò
Brand "E' molto più pericoloso lasciare che gli salga la febbre,
potrebbe perdere il controllo, quanto credi che possa resistere
ancora." Disse indicando il volto pallido e madido di sudore del
ragazzo, Brand annuì "E va bene vai a chiamarlo"
"Dovrebbe essere all'ambulatorio a quest'ora ci metterò un po'"
"Baderemo noi a lui" la rassicurò Brand accarezzando dolcemente
la fronte del ragazzo nel vano tentativo di calmarlo.
Roxane frenò davanti all'ambulatorio e si precipitò all'interno,
fortunatamente data l'ora tarda non c'erano pazienti. "Signorina
Heinzer che cosa è successo?" gli chiese lui vedendola sconvolta
"Non c'è tempo per le spiegazioni è un'emergenza!" esclamò lei
afferrando la borsa del medico e il suo camice "Venga con me!" lui
la seguì anche se un po' titubante. "Si può sapere che cosa è
successo?" le chiese stringendosi alla maniglia della portiera quando
Roxane effettuò l'ennesimo azzardatissimo sorpasso "Il mio amico si è
rotto un'ala e adesso ha la febbre" gli spiegò lei alla bell'e meglio
entrando sgommando per il vialetto di casa. Oscar scese dalla macchina
prendendo la borsa di pelle scura "Non sapevo che aveste un uccellino
in casa" lei si fermò di botto e si voltò ad osservarlo, se non fosse
stato per la situazione si sarebbe messa a ridere. "Non è proprio un
uccello" disse facendogli strada, il medico la seguì sempre più
confuso "Ma.." borbottò quando entrarono nell'appartamento di
Brand "Dottore meno male che è arrivato la febbre è salita
ancora" esclamò Lien che portava tra le mani un catino d'acqua nel
quale vi erano delle bende sporche di sangue
"Mi volete spiegare cosa..." Roxane aprì la porta della stanza di
Deran perché a parole non avrebbe saputo come spiegarglielo. Oscar lasciò
cadere la borsa incapace di credere ai propri occhi.
"Mio Dio..." mormorò senza fiato. Brand che teneva una pezza
bagnata sulla fronte del ragazzo febbricitante tentando di calmarlo lanciò
un'occhiata di rimproverò a Roxane "Potevi almeno spiegargli
qualcosa" commentò.
Deran gemette "Dottore" lo pressò Roxane preoccupata.
Oscar prese la borsa e sebbene ancora frastornato esaminò l'ala spezzata,
l'osso aveva tagliato la carne fuoriuscendo di parecchi centimetri.
"Dovremo rimetterlo in asse ma per fortuna è una frattura semplice
basterà tirare" spiegò loro semplicemente.
Lien sussultò affrettandosi ad uscire dalla stanza.
"Tenetelo fermo." Brand e Roxane afferrarono Deran per le braccia
e le gambe mentre il medico cercava di
sistemare l'ala spezzata. Deran gridò scalciando quando con un gesto secco
Oscar rimise in asse le ossa spezzate, legandole poi saldamente tra loro con
le bende che Lien aveva portato. Diede al ragazzo una medicina che gli
avrebbe abbassato la febbre e dopo avergli medicato anche le ferite sulla
schiena lo coprì con cura lasciando che riposasse sorvegliato da Lien.
Brand gli porse una tazza di caffè che Oscar prese con riconoscenza
"E' quello che sembra?" chiese dopo averne bevuto una lunga
sorsata, adesso che l'emergenza era passata le mani avevano preso a
tremargli e sembrava molto scosso. Roxane lanciò uno sguardo a Brand che
fece spallucce. "A questo punto.." mormorò. "Il ragazzo è
un esperimento di una società scientifica" gli spiegò lei senza
entrare nei dettagli, "noi lo abbiamo fatto scappare".
Oscar li fissò incredulo "Credevo che queste cose succedessero solo
nei film, chi potrebbe essere tanto pazzo..." esclamò sconvolto. Brand
sospirò "Ci sono persone che non si pongono limiti pur di raggiungere
i loro scopi" Oscar scosse il capo incapace di credere a quanto aveva
visto e sentito, finì di bere il caffè e si alzò "Dottore" lo
chiamò Roxane "Quegli uomini lo stanno ancora cercando, non dite a
nessuno quanto avete visto "
Oscar annuì "State tranquilli, piuttosto chiamatemi se la febbre
dovesse salirgli di nuovo" Roxane annuì "Grazie" mormorò
quando si accomiatarono sulla porta.
"Ti fidi di lui?" le chiese Brand, Roxane annuì "è una
brava persona manterrà il segreto".
Deran si svegliò soltanto tre giorni più tardi, era ancora intontito anche
se la febbre ormai gli era scesa e le ferite si stavano cicatrizzando, il
processo di guarigione era stato straordinariamente rapido, probabilmente
dovuto all'efficienza dell'A.S.
L'ala destra era ormai completamente guarita, tuttavia il ricordo di quanto
era accaduto era indelebile nella sua mente. Era un mostro. Aveva ucciso
quell'uomo inginocchiato ai suoi piedi anche se aveva chiesto pietà e aveva
provato una profonda soddisfazione nel farlo. Nascose il capo tra le mani
sconvolto, sarebbe stato meglio che fosse rimasto sepolto sotto le macerie,
le lacrime gli scivolarono lungo le guance in silenzio, avvolse le grandi
ali intorno al corpo cercando rifugio dalla realtà. L'ala sinistra urtò il
tavolo di legno che cadde buttando a terra i libri di fisica che c'erano
sopra, "Stai cercando di distruggere casa mia" mormorò Brand che
attirato dal fracasso stava ora in piedi sulla soglia, il sorriso che aveva
sulle labbra tuttavia scomparve quando notò lo stato del ragazzo.
"Deran.." mormorò avvicinandoglisi. "Va via!" tuonò il
ragazzo avvolgendosi improvvisamente nelle fiamme, "Deran sei impazzito
cosa vuoi fare?" gli chiese preoccupato Brand impallidendo "Io
sono un mostro" mormorò il ragazzo con voce rotta, "Santo cielo
Deran non farlo" mormorò Brand pallidissimo. "Quando avevo sette
anni tentai di uccidermi nella cantina di casa mia," Deran sorrise, un
sorriso colmo di una tristezza incredibile "mi tagliai le vene con un
coltello da cucina che mia madre mi aveva dato attraverso la feritoia da cui
mi passava il cibo"
"Deran.." mormorò Brand senza sapere cosa dire impotente di
fronte a quel terribile dolore
"Voleva liberarsi di me ma non aveva il coraggio di uccidermi e così
mi diede il coltello e mi chiese di dimostrarle che l'amavo. Passai giorni
interi a tentare di morire ma continuavo a svegliarmi, giorno dopo giorno
continuavo a svegliarmi di nuovo, finché impazzii e scatenai il
terremoto." Brand sussultò, "Ma non bastò, non fu sufficiente
nemmeno quello" Deran alzò il capo a fissare il ragazzo biondo e
Brand si sentì mancare l'aria quando vide lo sguardo folle del ragazzo
"Ma ora so cosa devo fare" le fiamme crebbero d'intensità
"No!" gridò Brand andando verso di lui ma fu scaraventato
indietro da una violenta vampata di calore.
"Deran non farlo" supplicò Brand rialzandosi faticosamente
"Io sono un mostro" "Non è vero! Eri soltanto
spaventato"
"Ho ucciso i miei genitori"
"Deran..." Brand strinse i denti "Quelle persone ti avevano
fatto del male" il ragazzo sussultò piegandosi su se stesso
"No" faticava a parlare ma sorrise "Ci sono tante cose che mi
piacerebbe fare" mormorò "Ma non posso correre il
rischio..." Deran si accasciò in avanti e Brand si lanciò tra le
fiamme senza tuttavia riuscire a raggiungerlo "Deran!" "Va
via non voglio più sentire nessuno morire. Posso sentirlo sai, sento il
loro dolore, la loro paura ogni volta che chiudo gli occhi la loro
sofferenza mi soffoca" mormorò il ragazzo stancamente "Io
ho giurato di proteggerti, Deran, non permetterò a nessuno di farti
soffrire ancora, nemmeno all'Arcangelo. " Deran scosse il capo "Va
via" mormorò "E' meglio così" "Maledizione Deran, non
pensi a me?" Deran alzò il capo a fatica scorgendo le lacrime negli
occhi dell'amante "Che cosa farò io se tu scompari così!" gli
gridò disperato "Ho passato tutta la vita a cercarti e adesso che ti
ho trovato hai intenzione di lasciarmi così!" Deran scorse la sua
figura avvicinarsi e scostò le fiamme in modo che non lo toccassero, le
forze gli stavano lentamente mancando ed era così stanco di lottare, così
stanco di avere paura "Deran io ti amo!" le parole gli
giunsero lontane ma chiare. Brand l'amava? Come poteva qualcuno amarlo? Lui
era un mostro. Eppure qualcosa cambiò nel suo sguardo e le fiamme persero
d'intensità "Torna da me tesoro " mormorò Brand ansando per lo
sforzo di resistere al calore. Lo vide lì davanti a lui il volto arrossato
e quella preoccupazione dipinta negli occhi viola, Brand l'amava davvero. Le
fiamme si spensero lentamente e Brand trasse un sospiro di sollievo
precipitandosi a prendere Deran tra le braccia
"Anch'io ti amo Brand" mormorò il ragazzo prima di perdere i
sensi.
Era buio quando si riprese, Brand lo teneva protettivamente tra le braccia
steso accanto a lui.
Deran fissò quel volto addormentato accanto a lui e non riuscì a
resistere alla tentazione di accarezzarlo. Brand aprì gli occhi
perfettamente sveglio e Deran arrossì. "Pensavo che stessi
dormendo" balbettò. Brand lo spinse delicatamente sotto di se
guardandolo dritto negli occhi. "Giurami che non lo farai più!"
gli intimò serio, Deran voltò il viso di lato, ma due dita ferree lo
costrinsero a fissarlo negli occhi. "Deran..." gli intimò
"giuralo!" Deran emise un sospiro tremulo e scosse il capo
"Non posso Brand e se un giorno perdessi il controllo... se facessi
anche a te quello che ho fatto a loro?" gli chiese disperato con le
lacrime agli occhi. "Loro chi?" chiese Brand perplesso. Impallidì
quando Deran gli raccontò quanto era successo. Deran lo vide diventare
paonazzo e stringere la mascella e si sentì morire. Ecco ora anche Brand lo
temeva, "Vedi adesso anche tu pensi che io sia un mostro." Mormorò
cercando di divincolarsi dalla sua presa "Lasciami andare" esclamò
puntando le mani sul petto dell'amante ma Brand scosse il capo "No,
Deran, non ti lascerò andare. Non stavo scherzando quando ti ho detto che
ti amo." Gli pose un bacio leggero sulla guancia raccogliendo con la
lingua una lacrima salata, lo sentì rabbrividire sotto di se. "Ti
rendi conto di come mi sono sentito?" gli chiese con voce roca
posandogli un altro bacio sulle labbra "Di che cosa ho provato quando
ho creduto di perderti per sempre." Gli accarezzò i capelli
chiudendogli le labbra con le sue, Deran resistette solo pochi secondi prima
di aprire la bocca con un gemito. "Era come se mi strappassero
l'anima" mormorò staccandosi da lui e osservandolo con uno sguardo così
carico d'amore che Deran si sentì soffocare. Allungò le braccia e gliele
strinse intorno al collo. "Quando ero molto piccolo i miei mi mandarono
in una clinica psichiatrica..." mormorò, un sussurro appena udibile,
il volto nascosto contro la sua spalla "...erano terrorizzati da me,
dalla mia morbosa passione per la morte. Era una clinica bianca ed enorme
che sapeva di medicine e mi faceva tanta paura. Mi diedero una camera
imbottita in cui c'era solo un letto con le lenzuola bianche, anche le
pareti erano bianche, la porta era bianca era tutto dannatamente
bianco" mormorò con un tremito nella voce mentre un'immagine che non
riusciva a cancellare dalla mente lo tormentava. Sangue. Il suo sangue su
quelle lenzuola bianche. Brand lo sentì tremare e lo strinse più forte a sé,
non sapeva cosa Deran gli stesse raccontando e perché ma era ben conscio
che da era una confessione che Deran non aveva mai fatto a nessuno.
Che aveva bisogno di spiegargli perché si comportava così. "Mi fecero
dei test, ogni giorno mi facevano dei test e poi mi davano delle medicine
che mi annebbiavano la testa. Ed esami, tutti i giorni, esami del
sangue." Tremava sempre più forte e Brand cominciò seriamente a
preoccuparsi, che cosa gli avevano fatto?
"Non erano mai soddisfatti, volevano guarirmi ma io riuscivo a vedere
solo morte, morte e distruzione in continuazione. E così i medici
esasperati cambiavano uno dopo l'altro, per giorni, mesi, anni rinchiuso tra
quelle mura bianche." Rimase in silenzio facendo un respiro profondo,
sforzandosi di calmarsi e Brand gli accarezzò con dolcezza il capo cercando
di tranquillizzarlo, lo sentì rilassarsi e riprendere a raccontare. "E
poi è arrivato lui. L'illustre Dottor Zaccary Terg. Era diverso dagli
altri, mi trattava con gentilezza, smise di farmi fare gli esami del sangue
e cambiò le mie medicine. Avevano un sapore migliore e mi facevano fare dei
bei sogni. E poi un mattino mi disse che aveva letto la mia scheda e aveva
scoperto che fra poco avrei compiuto sei anni. "Sei un uomo ormai"
disse "Ti farò un bel regalo" e io mi sentii felice. Ero così
felice!" sorrise e c'era una luce così triste nei suoi occhi che Brand
lo strinse inconsciamente più forte a sé. Il giorno del mio compleanno
venne in camera mia e mi portò delle medicine nuove. Disse che mi sarebbero
piaciute e io le presi. Mi sentivo strano e avevo caldo, la stanza cominciò
a ruotare intorno a me e cominciai a sentire i suoni in modo ovattato
distante, avevo la gola secca e non riuscivo ad emettere suono..." La
voce di Deran si ruppe mentre un tremito violento s'impossessava di lui,
Brand lo sospinse dolcemente indietro fissandolo negli occhi terrorizzati al
ricordo "Ti ha drogato." Disse Brand stupito "Ma perché?"
Gli occhi di Deran si riempirono di lacrime e Brand sentì una morsa fredda
serragli lo stomaco "Non voleva che mi sentissero gridare" mormorò
Deran la voce ridotta ad un sussurro spezzato, tornò a fissare Brand negli
occhi e il ragazzo sentì il gelo salirgli dallo stomaco in tutto il corpo,
in quelle iridi dorate lesse un umiliazione ed una vergogna più chiara di
qualsiasi parola "Mi ha stuprato Brand" mormorò Deran scoppiando
in singhiozzi. "Io mi fidavo di lui!" gridò il ragazzo con rabbia
e dolore. Brand rimase immobile a fissare quel corpo sottile scosso dal
pianto. Non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare per mettere fine a quel
dolore straziante. Lo accarezzò con una tenerezza che non aveva mai usato
con nessuno, lo fece piano e con delicatezza per timore di ferirlo, di
spaventarlo ancora di più. Perché? Perché maledizione! Gridò contro se
stesso che non c'era stato per proteggerlo, contro il mondo intero che lo
aveva ferito. Perché aveva dovuto soffrire così tanto! Deran si asciugò
le lacrime e tornò a fissarlo negli occhi, era così vulnerabile adesso,
bastava una parola sbagliata, un gesto e l'avrebbe spezzato per sempre.
"Ho giurato a me stesso che non mi sarei fidato mai più. Di
nessuno"
Brand rispose a quel suo sguardo disperato riversando su di lui tutto il suo
amore, la sua passione, la sua preoccupazione senza nascondergli nulla
e lentamente i lineamenti di Deran si distesero. "Fa l'amore con me
Brand" mormorò Deran stringendosi a lui e posando le labbra sulle sue.
Brand rispose al suo bacio da prima con delicatezza quasi con timore ma
lentamente la passione ebbe la meglio, si disfarono in fretta dei vestiti
desiderando avvertire il contatto tra i loro corpi nudi. Brand prese a
baciarlo sul collo e sul petto mentre Deran faceva scorrere le mani sulla
schiena del compagno. Ben presto si trovarono entrambi senza fiato, Brand
fece scivolare la mano tra i loro corpi accarezzandolo e Deran s'inarcò con
un gemito soffocato, ma questa volta la mano di Brand scivolò ancora più
in basso fino a trovare la piccola apertura tra i glutei. Deran alzò i
fianchi "Brand!" gemette mentre le dita dell'amante lo
stuzzicavano. Brand alzò il capo e lo costrinse a guardarlo negli occhi
"Ti farò male Deran" l'avvertì e lui annuì allacciando le
braccia al suo collo con fiducia, come se così aggrappato a lui non avesse
più paura di niente. Brand lo baciò con dolcezza insinuando delicatamente
un dito dentro di lui, lo senti sussultare e rallentò la pressione
scivolando delicatamente avanti e indietro, Deran gemette inarcandosi contro
di lui, Brand per poco non perse il controllo quando avvertì il ragazzo
strofinarsi contro di lui, insinuò un secondo dito e lo sentì irrigidirsi
"Rilassati, amore, rilassati" gli sussurrò all'orecchio mentre lo
stuzzicava con la lingua, gli scontò di più le gambe facendo scivolare
fuori la mano per tornare poi ad accarezzarlo Deran respirava sempre più
affannosamente "Ti prego!" supplicò inarcandosi sotto quelle
carezze. Brand lo prese per i fianchi, accompagnandolo contro di se, e poi
scivolò dentro di lui il più delicatamente possibile. Deran emise un
lamento spezzato
aggrappandosi alle sue spalle e Brand lo baciò con passione e dolcezza
spingendo lentamente. Ben presto al dolore si aggiunse il piacere mentre
Brand lo accompagnava nel suo ritmico movimento spingendolo sempre più in
alto. Deran gemeva sempre più in fretta, Brand fece scivolare entrambe le
mani sui suoi glutei in una carezza esigente spingendolo verso di se, Deran
reclinò il capo all'indietro gridando quando sentì l'amante venire dentro
di lui raggiungendo l'orgasmo nello stesso istante.
Brand scostò una ciocca scura dal volto sudato di Deran "Tutto
bene?" gli chiese premurosamente, Deran annuì, Brand lo baciò con
dolcezza e raccolte le coperte le usò per coprire i loro corpi abbracciati,
Deran si sistemò tra le sue braccia posandogli il capo sul petto con un
sospiro, Brand ascoltò il suo respiro regolare sfiorargli il petto e
desiderò poterlo tenere così per sempre. "Ti amo" mormorò prima
di addormentarsi anche lui.
Deran si svegliò nell'abbraccio protettivo di Brand e gli sorrise
allungandosi sul suo petto per scoccargli un bacio sulle labbra, Brand lo
strinse a sé facendogli scivolare le mani sulla schiena e poi si fermò
colpito da un pensiero improvviso. "Come facevi a sapere che saresti
stato in grado di volare" gli chiese stupito e Deran arrossì "Non
lo sapevo" borbottò a disagio e Brand lo guardò allibito prima di
scoppiare a ridere "Al momento non mi è venuto in mente
nient'altro" protestò Deran offeso dalla sua ilarità. Brand sospirò
"Bhe, poteva andarti peggio. Per fortuna che Oscar ha curato la tua
ala" "Oscar?" chiese Deran stupito "Ma è un
veterinario!" esclamò contrariato "Non potevamo mica permetterci
di portarti all'ospedale!" gli disse Brand con un sorriso "E poi
le ali sono sempre ali" commentò il ragazzo accarezzandogli le scapole
dove le ali erano scomparse quando Deran aveva cercato di darsi fuoco. Il
pensiero lo fece rabbrividire e tornò a fissarlo serio "Promettimelo,
Deran" gli disse fissandolo negli occhi. Deran fissò quegli occhi
viola solo un istante prima di annuire "Io mi fido di te." Mormorò
arrossendo "Te lo prometto, Brand". Lui sorrise soddisfatto
ricompensandolo con un bacio.
Lucas e Marc accolsero il suo ritorno a scuola con una grande notizia.
"Lien ci ha detto che hai avuto la febbre" gli disse Marc che
grazie a Deran aveva stabilito una specie di amicizia con la ragazza che si
era maggiormente avvicinata al loro gruppo "Per fortuna che sei guarito
in tempo, tra una settimana c'è la festa dell'arte e tu devi aiutarci a
preparare gli addobbi!" esclamò felice. Deran lo fissò sorpreso
"Davvero? " chiese scettico "Il professore di scienze ci ha
diviso in gruppi, ognuno ha un compito diverso e tu fai parte del
nostro" spiegò Marc "Ma non è questa la cosa importante!"
protestò Lucas "Passeremo tutti i pomeriggi della prossima settimana
ad organizzare la manifestazione e quindi saremo esentati dai compiti per
casa! Pensa che fortuna poi, la quarta B avrà gli stessi nostri
orari!" Deran lo fissò senza capire "Sei un caso disperato"
protesto Marc "La classe di Elisabeth!" "Oh quella"
mormorò Deran ricordando la biondina, la trovava un po' inquietante. I
ragazzi non fecero altro che parlare dell'infinità di occasioni che
avrebbero avuto per abbordare le ragazze dell'altra classe durante i
preparativi per la festa, lo invitarono anche ad andare a comperare con loro
i nastri per gli addobbi, ma lui rifiutò anche perché Lien gli lanciò un
occhiata d'ammonimento non era saggio gironzolare per la città con gli
uomini della T.E.C a piede libero. Non si era ancora abituato a considerare
la ragazza come una guardia del corpo, era strano trovarsela d'un tratto
sempre alle costole.
Marc invece era al settimo cielo dato che ora aveva una buona scusa per
cercare di fare colpo su di lei.
Una cosa positiva c'era, avrebbe potuto vedere Brand tutto il giorno,
infatti con grande felicità delle ragazze della loro classe il supplente di
diritto era stato incaricato di sorvegliare il loro operato.
L'allegria di Marc e Lucas finì per contagiare anche lui, così il giorno
seguente preparò un pranzo al sacco e rimase a scuola per aiutare gli amici
a preparare l'avvenimento. Nell'aria si respirava l'entusiasmo per
l'iniziativa e tutti si davano da fare in modo più o meno utile. Fiocchi
colorati, pennarelli, e cartoncini erano sparsi per il prato davanti alla
palestra le cui porte spalancate permettevano agli addetti ai lavori di
entrare e uscire facilmente. Il preside dopo non poche insistenze aveva
permesso loro di colorare con lo spray il muro di cinta della scuola e molti
'artisti' si erano messi d'impegno per rappresentare le cose più
inverosimili. Era bello vederli affaccendarsi così tutti insieme, pensò
Deran osservando i suoi compagni di scuola, per la prima volta lì vedeva
non tanto come piccole creature indifese ma come un tutto unico dotato di un
energia e una volontà incredibile, persino i segni della morte sui loro
volti sembravano attenuarsi e sbiadire. "Hei ti sei incantato?"
gli chiese Marc passando accanto a lui con le braccia cariche di festoni.
Deran si affrettò a seguirlo raccogliendo lo spago necessario per legare i
palloncini.
"Sai Deran è anche simpatica" disse Marc a bruciapelo mentre
aiutava il ragazzo a montare il palco per il piccolo gruppo musicale che si
sarebbe esibito il giorno della festa dell'arte. Deran lo guardò senza
capire "Lien intendo" specificò lui indicando con il capo la
ragazza che unitasi al loro gruppo con Alissia ed Ellen stava ora sistemando
uno striscione. Deran osservò la ragazza dai capelli scuri, "Secondo
me ha una cotta per te!" aggiunse Marc dandogli un colpetto al fianco.
"Dovresti provarci con lei" Deran lo fissò sorpreso
"Non dire stupidaggini!" esclamò parlando un po' troppo forte e
attirando così l'attenzione delle ragazze. Lien lo fissò sorpresa e
Alissia gli sorrise, Deran si affrettò a spostare lo sguardo altrove e Marc
ridacchiò "Ma dai è ovvio" disse continuando il discorso
"Ti sta sempre appiccicata!" Deran sospiro, Marc non immaginava
neppure il motivo per cui Lien lo seguiva sempre, "Lascia stare Marc
non mi va di parlare di queste cose" "Come vuoi" disse il
ragazzo con uno strano sorrisetto in volto molto irritante.
"Vado a prendere altri chiodi in magazzino" disse allontanandosi a
grandi passi. "Che cosa gli hai detto?" gli chiese Lucas spuntando
da dietro il palco con un asse di legno tra le mani e osservando Deran
dirigersi verso l'edificio scolastico, Marc sorrise "Niente" disse
con aria innocente, Lucas scosse le spalle "Dammi una mano con
questa" esclamò.
Deran si infilò nel piccolo magazzino alla ricerca delle scatole di chiodi,
c'erano una decina di scaffali strapieni di cianfrusaglie, vecchi
materassini e palloni erano accatastati qua e la in cesti e la polvere
ricopriva il tutto abbondantemente, sospirò. "Deran?" il ragazzo
si voltò di scatto riconoscendo la voce di Lien "Che ci fai qui?"
le chiese un po' troppo bruscamente, la ragazza scosse le spalle "Sono
venuta a vedere se ti serviva una mano" disse semplicemente. "Non
ho bisogno di aiuto per trovare una scatola di chiodi e poi non mi seguire
in continuazione mi fai venire i nervi!" Lien impallidì e fece un
passo indietro. Deran sospirò pentito passandosi una mano tra i capelli
"Scusami" mormorò.
Lien scosse il capo e andò a sedersi su un cumulo di materassi.
"Capisco che non deve essere facile per te" mormorò. Lui annuì
"Perché hai scelto di essere un angelo?" le chiese a bruciapelo
curioso "Nessuno ti obbligava a farlo". Lei scosse il capo.
"Non è stato proprio così" disse e vedendo che lui corrugava la
fronte cominciò dall'inizio. "Quando dieci anni fa il nonno ti affidò
all'istituto sapeva che la T.E.C. avrebbe probabilmente usato degli angeli
per darti la caccia e sapeva anche che non aveva molto tempo per agire dato
che si era scoperto troppo per riuscire a metterti in salvo così chiese a
Brand che era il nostro vicino di casa e a Roxane che allora avevano
ventidue anni di diventare angeli" Deran corrugò la fronte perplesso
"Come ventidue anni, Brand ne dimostra ora si e no venticinque ma sono
passati più di dieci anni da allora?" Lien scosse il capo "Brand
ha cercato di spiegarmelo, la parte meccanica che compone i nostri corpi
rallenta il nostro sviluppo" spiegò. Deran scosse il capo sconvolto
"Come avete fatto con i documenti?" chiese e la ragazzina sorrise
"Li abbiamo falsificati" disse candidamente "Roxane è
bravissima in queste cose, qualche volta l'abbiamo fatto anche con il
denaro!" Deran la fissò senza parole e lei continuò "Comunque,
sia Brand sia Roxane accettarono e il nonno installò in entrambi dei
meccanismi bionici. Io all'epoca avevo una colossale cotta per Brand e lo
seguivo sempre dovunque" disse arrossendo al ricordo "Dopo
l'operazione però sia lui sia Roxane cominciarono a sperimentare le loro
nuove capacità, correvano molto velocemente e riuscivano a saltare tanto in
alto che sembrava che volassero, smisero di badare a me perché dovevano
imparare a controllare i loro nuovi poteri, erano già molto maturi per la
loro età e avevano preso molto sul serio il compito che il nonno aveva dato
loro." Sospirò arricciando una ciocca di capelli scuri alle dita.
"Ero molto arrabbiata con loro e con il nonno così decisi che per
punirli sarei scappata di casa, presi il mio orsacchiotto di peluche e un
paio di panini e me ne andai" sorrise al ricordo "Ma la mia fuga
non durò molto, ero così concentrata nella mia autocommiserazione che
attraversai la strada senza guardare e venni presa in pieno da un
automobile. I medici non poterono fare gran che, rimasi paralizzata dalla
vita in giù" Deran sussultò "E' stato allora che il nonno mi
operò" spiegò lei guardandosi le gambe.
"Deve essere stato difficile" mormorò ma lei gli sorrise
"All'inizio sì, ma avevo l'appoggio del nonno e quando lui scomparve
un anno dopo Roxane e Brand mi insegnarono a gestire la cosa e poi c'era la
mamma. Mi è successo qualche volta di desiderare una vita normale ma in
fondo ormai sono così abituata a tutto questo che probabilmente ne sentirei
la mancanza" saltò giù dai materassi "Penseranno che ci siamo
persi" commentò "Ma allora tu quanti anni hai?" le chiese
Deran affrettandosi a cercare i chiodi, lei gli sorrise ma non gli rispose e
a lui non rimase che seguire la ragazza fuori dal magazzino.
Quel pomeriggio anche l'allenamento si svolse in un clima più allegro,
Ellen, che Deran aveva scoperto essere la sorella di Jack, andò a vederli
insieme ad Alissia e Lien suscitando la felicità di Marc e Lucas anche se
quest'ultimo continuava a negare tutto. Ormai era diventato veramente bravo
tanto che riusciva a tenere testa allo stesso capitano con grande felicità
del coach che faceva grandi progetti per quell'anno.
Il giorno della festa dell'arte poi si sarebbe svolta la prima partita per
le eliminatorie ed era sicuro che avrebbero vinto. Marc sorrise quando Deran
gli soffiò la palla. "Accidenti Deran!" protestò, il ragazzo si
fermò ad osservarlo sorpreso, "Stai diventando un po' troppo
bravo" Deran sorrise rilassato. Era da tanto che non si sentiva così
bene. "Sei un mito Deran!" gridò Alissia dagli spalti sventolando
una bandierina e facendo arrossire il ragazzo. "Chiudi il becco
arpia!" tuonò Lucas dal campo "Se devi andare a starnazzare vai
fuori!" "Pensa a prendere la palla lumaca!" ribatté lei.
"Fate silenzio!" tuonò il mister riportando l'ordine.
"Deran?" il ragazzo si riscosse di scatto e arrossì prendendo lo
striscione che Marc gli teneva. Era difficile concentrarsi con Brand a pochi
metri da lui.
Il professore stava aiutando un gruppo di ragazzi a montare l'impianto
elettrico, le maniche della camicia arrotolate sulle braccia muscolose, i
jeans impolverati e i capelli legati nell'ennesima treccia gli davano un
aria leggermente selvaggia che deconcentrava del tutto il ragazzo. Una
ragazzina sfarfallò accanto all'insegnante tendendogli con un sorriso
luminoso delle prese. Marc seguì il suo sguardo e sorrise più apertamente.
"Il prof è molto corteggiato." Disse osservando con attenzione
l'espressione di Deran "Chissà quante ragazze ha avuto ai suoi
piedi!" Come previsto Deran corrugò la fronte e si affrettò a tornare
al suo lavoro "Non sono affari miei e non mi interessa!" sbottò
mentre il pensiero di tutte quelle ragazzine adoranti gli faceva bollire il
sangue nelle vene. Marc rise e poi batté con aria complice una colpetto
sulla spalla di Deran. "Sei geloso?" gli sussurrò facendolo
arrossire violentemente. "Che cavolo ti salta in mente!!" esclamò
scuotendo il capo e Marc rise di nuovo. "Ma dai se ne accorgerebbe
anche un cieco!" gli disse con un sorriso "Sei cotto mio
caro!" esclamò sventolandogli un dito sotto il naso. Deran arrossì
ancora di più "Si...si vede così tanto?" balbettò a disagio,
Marc gli passò un braccio attorno alle spalle con un sorriso "Ho un
certo intuito per queste cose, ma non credo che qualcun altro se ne sia
accorto se ti consola" Deran sospirò e Marc lo lasciò andare
scompigliandogli i capelli con affetto, lanciò un'altra occhiata in
direzione del professore e sorrise "Ahi, la mia già scarsa sufficienza
in diritto è ormai totalmente compromessa" disse e Deran seguì il suo
sguardo incontrando due occhi viola gelidi, sorrise tra sé, non era l'unico
a essere geloso.
Brand attese che Deran uscisse per accompagnarlo a casa. Di solito tornava
con Lien e la sorella per non dare adito a pettegolezzi nella scuola ma
quella sera aveva intenzione di accompagnarlo personalmente. Deran uscì
dalla palestra parlando con Marc e Lucas,quest'ultimo li salutò non appena
giunse al parcheggio inforcando il suo scooter e sparendo poco dopo oltre il
cancello. Marc gli indicò il professore fermo accanto all'auto sportiva con
un cenno del capo "Cerca di salvare la mia carriera scolastica"
gli sussurrò ad un orecchio facendolo arrossire e provocando un
irrigidimento ulteriore sul viso di Brand. Deran arrivo a fianco
dell'auto e salì, Brand mise in moto e partì senza una parola. Solo quando
si furono chiusi la porta dell'appartamento alle spalle Deran si decise a
spezzare quel silenzio pesante "Perché mi hai aspettato oggi?"
Brand lanciò un'occhiata fredda "Avevo voglia di accompagnare a casa
il mio ragazzo" a Deran non sfuggì la sottolineatura e sorrise
avvicinandosi al compagno "Sei geloso?" gli chiese appoggiandogli
una mano sul petto con fare malizioso.
Brand imprigionò la sua mano nella propria "Non mi è piaciuto quello
che ho visto oggi" il sorriso scomparve dalle labbra di Deran che si
divincolò con forza. "Neanche a me!" disse con voce tesa. Con che
diritto si lamentava per il gesto fraterno di Marc quando lui sorrideva
tutto il giorno a quelle stupide ochette! Brand lo fissò confuso dalla
rabbia che lesse nei suoi occhi. "A che cosa ti riferisci?" chiese
perplesso, Deran parve arrabbiarsi ancora di più "Mi riferisco a tutti
quei sorrisi che fai alle mie compagne di classe! Io e Marc ci domandavamo
quante di loro ti hanno chiesto di uscire!" Brand spalancò gli occhi
meravigliato e poi il suo viso si distese in un sorriso dolcissimo "Deran.."
mormorò abbracciandolo, il ragazzo s'irrigidì "Sei geloso?" gli
chiese rivolgendogli contro quella stessa domanda che egli stesso gli aveva
fatto poco prima. Depose un bacio sul collo del ragazzo facendo
rabbrividire. "Sì" mormorò Deran arrossendo, "ne sono
lusingato" mormorò Brand contro il suo collo, Deran emise un gemito
quando le lingua dell'amante l'accarezzo dietro l'orecchio.
Brand scostò con tenerezza il lenzuolo per coprire meglio il ragazzo
sdraiato accanto a sé e gli sorrise.
"Il nostro primo litigio" mormorò e Deran arrossì "Se
finiscono tutti così voglio litigare con te più spesso" mormorò e
Brand rise, una risata bassa e sensuale che gli spedì una serie di lunghi
brividi lungo la schiena. Scivolò sul petto di Brand e si puntellò su un
gomito per poterlo guardare negli occhi. "E' che io... insomma tu sei
il primo... e invece tu..." non sapeva come spiegarsi le parole gli si
appiccicavano in bocca per l'imbarazzo. "Vuoi sapere quanti amanti ho
avuto?" gli chiese Brand con un sorriso malizioso e Deran arrossì
ancora di più.
Allungò una mano per accarezzare il volto del giovane "Non tanti
quanti credi" gli disse scoccandogli un bacio sulle labbra per poi
attirarlo a se. Deran rimase immobile tra le sue braccia crogiolandosi in
quel dolce calore. "Ho avuto la mia prima storia in terza media. Era
una mia compagna di classe." Sorrise al ricordo "Era una ragazza
molto allegra e vitale un vero vulcano, è stata lei a dichiararsi io non mi
sarei mai sognato di farmi avanti ero molto timido all'epoca." Deran
provò ad immaginarselo a tredici anni ma non riusciva proprio ad
immaginarselo.
"Uscivamo la domenica per andare in discoteca o al cinema e con lei
stavo veramente bene e credevo che quello che provavo per lei fosse
attrazione almeno finché non andai una volta a casa sua a fare i compiti e
mi presentò suo fratello." Deran alzò il capo per fissarlo stupito
"Se non ci eri ancora arrivato io sono gay Deran" gli disse con un
sorriso vedendolo arrossire, gli accarezzò il capo con dolcezza. "Sono
stato molto fortunato a scoprirlo con Stephan. Ero traumatizzato all'idea di
essere attratto dal fratello della mia ragazza. Ti pensi le scenette?"
gli chiese divertito. "Comunque un pomeriggio andai a trovarla a casa e
scoprii che era uscita per fare la spesa.
Stephan mi chiese se volevo aspettarla lì e io rimasi.
C'eravamo solo noi in casa e quella consapevolezza mi rendeva nervoso e
felice allo stesso tempo. Lui stava studiando, in salotto e io me ne stavo
zitto nel mio angolino a fissarlo con sguardo adorante stando attento a non
farmi beccare. Però lui se ne accorse lo stesso. Si alzò venne da me e mi
baciò. "Se aspetto te facciamo notte" mi disse, me lo ricordo
ancora. In quella famiglia erano tutti tremendamente spigliati su queste
cose. Lui è stato il mio primo amante. E' durata sei mesi, poi ci siamo
lasciati. Lui aveva trovato un altro compagno e io mi ero reso conto che per
lui avevo solo una cotta, siamo rimasti amici e ogni tanto ci scriviamo su
sorella si è sposata tre anni fa, sono anche andato al matrimonio. La
prossima volta che gli scrivo gli parlerò anche di te è da tanto che mi
domanda se ho finalmente trovato la persona giusta." La persona giusta.
Deran si sollevò su un gomito e lo fissò con un sorriso radioso "Ti
amo Brand" lui annuì accarezzandogli i capelli scuri. "Lo
so" mormorò prima di tornare a baciarlo.
Brand aspettava tranquillamente accanto al cancello scolastico, guardò
l'orologio Deran era in ritardo, la festa dell'arte e gli allenamenti lo
tenevano molto impegnato ma non lo aveva mai visto così rilassato e anche
se avrebbe preferito passare un po' più tempo con lui era felice di vederlo
così tranquillo sembrava addirittura riuscire a dimenticare la minaccia
della T.E.C. Ma Brand non poteva permettersi di dimenticare, lanciò un
occhiata all'orologio, chissà perché non arrivava.
Raian fermò l'auto davanti all'entrata della scuola, quella era l'ennesima
scuola che visitava cercando quel misterioso ragazzo. Probabilmente era
tutto inutile pensò accendendosi una sigaretta e spegnendo il motore, ma
lui non si sarebbe arreso. Fu allora che li vide, il ragazzo dai capelli
neri camminare in fretta verso l'uscita laterale parlando con una ragazza
della sua età, sussultò quando vide l'auto sportiva che li aspettava,
sembrava proprio quella descritta da Axon, quando vide l'uomo biondo alla
guida poi non ebbe dubbi. Sorrise li aveva trovati! La T.E.C. avrebbe pagato
tutti i conti.
Il pomeriggio seguente Raian si recò a scuola cercando di non dare troppo
nell'occhio, fortunatamente nel clima di confusione generale nessuno fece
caso a lui.
Attraversò l'atrio e un paio di corridoi prima di riuscire a trovarlo,
insieme ad altri due ragazzi e alla ragazza con cui l'aveva visto il giorno
prima stavano cucendo uno striscione steso su tre cattedre allineate. I
ragazzi s'interruppero quando lo videro entrare nell'aula nella quale
stavano lavorando, notò un lampo di paura negli occhi dorati del ragazzo.
La ragazza dai capelli neri legati a coda di cavallo si mise tra lui e Deran
con uno sguardo di fuoco negli occhi blu. "Chi è lei?" gli chiese
uno degli altri due ragazzi senza percepire la tensione che era nell'aria.
Raian infilò una mano sotto la giacca per prendere il tesserino e notò la
ragazza serrare la mascella come se fosse pronta a colpire. Che cosa stava
succedendo?
"Il mio nome è Raian Zancas" disse mostrando loro il tesserino
della redazione, "Vorrei parlare con te Deran" gli disse "a
proposito dell'incendio" il ragazzo impallidì mentre i suoi compagni
lo fissavano incuriositi e perplessi. "In privato se non ti
dispiace" aggiunse vedendo che il ragazzo non si era mosso. Deran lanciò
un'occhiata preoccupata a Lien ma poi si decise a seguire l'uomo fuori della
stanza anche per evitare domande imbarazzanti da parte di Marc e Lucas.
"E' difficile trovarti lo sai ragazzo?" gli disse Raian con un
sorriso quando si chiusero le porte dell'aula di musica alle spalle. Deran
non rispose restando guardingo. "Anzi tutto quello che ti riguarda
sembra essere attentamente cancellato." Lo fissò con più attenzione
incontrando i diffidenti occhi dorati del giovane. "Ho fatto delle
ricerche su di te."
Iniziò il giornalista estraendo un blocchetto per appunti dal taschino
della giacca. "Sei stato affidato all'associazione per la cura degli
orfani dieci anni fa da un uomo che ha usato il nome di Tom Smith" fissò
il ragazzo "ho controllato e non esiste nessun signor Smith, ma mi
sembrava ovvio. Da quando sei stato affidato all'associazione hai cambiato
città con un regolarità sconcertante fino a far perdere totalmente le tue
tracce. Sei giunto qui tre mesi fa e una settimana dopo il tuo arrivo sei
stato coinvolto in una rissa" Deran rimase in silenzio e Raian continuò
"La signora Rosmary che abita vicino al cantiere abbandonato ha
chiamato la polizia quando ha visto la banda di quartiere pestare un ragazzo
che corrispondeva alla tua descrizione ma quando sono arrivati sul posto
venti minuti più tardi era rimasto solo un ragazzo di nome Carlos e per di
più la sua storia era totalmente assurda. Alcune settimane più tardi casa
tua è bruciata misteriosamente. Le analisi della scientifica hanno trovato
traccia di ceneri radioattive e addirittura il rimasuglio di una sostanza
che non sono stati in grado di identificare.
Poi all'ufficio di polizia arriva un tizio vestito di nero e quando se ne va
il capo ordina agli agenti di dimenticare tutto." Questa volta Deran
sussultò, l'uomo vestito di nero doveva essere un agente della T.E.C.
"Si può sapere che cosa sta succedendo? Chi sei tu?" Deran aprì
la bocca e poi la richiuse "Non ho intenzione di parlarne con
lei." gli disse invece, vide il giornalista serrare la mascella.
"Mi dispiace ma non posso rispondere alle sue domande" disse
dirigendosi verso la porta "Non sei stanco di vivere nella paura che ti
trovino?" Deran si bloccò voltandosi stupito "Anche mia moglie
era una giornalista, cercava il colpo del secolo quando scoprì un
organizzazione segreta chiamata T.E.C." gli spiegò l'uomo "Ma non
fu abbastanza cauta e venne uccisa" i suoi occhi si annebbiarono di
dolore per un minuto prima che riprendesse a parlare "Ho abbandonato la
polizia di New York e sono diventato giornalista anch'io, grazie alle
informazioni lasciatemi da Karen e all'aiuto di un caro amico dell'accademia
sono arrivato a te. Che cosa hai visto ragazzo di tanto terribile?" gli
chiese avvicinandosi "Quella ragazza dai capelli scuri è qui per
proteggerti giusto? Come pure quel ragazzo biondo con l'auto sportiva? Sono
agenti della T.E.C?" "Non posso rispondere alle sue domande"
ripeté Deran con meno convinzione, la mano sulla maniglia. "Fa come
vuoi ma prendi questo" gli disse tendendogli un biglietto da visita
"Potrebbe tornarti utile" Deran mise in tasca il foglietto di
carta e se ne andò.
"Ci mancava solo questa" borbottò Brand quando quella sera Deran
gli ebbe raccontato l'accaduto, "Forse se gli dicessimo come stanno le
cose lui potrebbe far arrestare gli uomini della T.E.C" propose Deran,
Roxane gli sorrise con tristezza "Il potere della T.E.C. arriva molto
più in alto di quello della polizia, nel momento stesso in cui quel
giornalista verrebbe a sapere la verità tu finiresti nei laboratori della
T.E.C." Deran sospirò incupendosi "E' meglio che tu non ti faccia
vedere a scuola per un po', come ti ha trovato lui potrebbero trovarti anche
loro." Ragionò Brand, "Credi che sia il caso di
trasferirsi?" gli chiese Lien ma il ragazzo biondo scosse la testa
"No, non ancora." Disse lanciando uno sguardo preoccupato al volto
cupo di Deran.
"Ormai la cosa sta diventando pericolosa, non possiamo più permetterci
di aspettare li abbiamo alle costole" mormorò la voce roca al di là
del filo "Catturate l'Arcangelo" "Con qualsiasi mezzo?"
chiese Greg al suo interlocutore "Naturalmente".
Continua....
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