Parte: 1/1
Disclaimers: i personaggi non sono miei, io non ci guadagno
nulla.
Buona
lettura.
TALIMENIOS
di
Bombay
La stanza di quella locanda era
piccola, ma pulita. Nel camino ardeva un bel fuoco caldo. Alec si asciugò
distrattamente i capelli fissando la danza ipnotica delle fiamme.
Fuori stava ancora piovendo
tantissimo, il vento e l’acqua sbattevano violente sugli scuri.
Il giovane sospirò indossando
una camicia con le maniche lunghe che gli arrivava appena sopra il
ginocchio.
Seregil gli aveva detto che lo
avrebbe raggiunto subito, ma conoscendolo sapeva che probabilmente non era
ancora uscito dall’acqua.
Alec si sedette sul letto
tornando a fissare le fiamme, si strinse le ginocchia al petto ed attese,
mentre rifletteva sugli avvenimenti di quei giorni dopo la loro partenza
da Rhiminee.
Dopo un po’ Seregil lo
raggiunse con addosso solo un paio di calzoni scuri.
“Come mai così pensieroso, talì?”
domandò accostandoglisi posandogli una mano sulla testa bionda ed
arruffata.
Alec sollevò i suoi occhi
azzurri e li fissò in quelli grigi dell’altro scuotendo lievemente il
capo, mentre la mano di Seregil scendeva sulla sua guancia in una lenta
carezza ed infine le loro labbra si incontrarono.
L’arciere provò un brivido
caldo lungo la schiena a quel contatto, schiuse le labbra permettendo al
compagno di violare le sue labbra e di esplorare la sua bocca e senza che
se ne accorgesse si ritrovò steso sul letto.
“Seregil…” bisbigliò
quando la bocca umida dell’altro scese a baciargli il collo e sentendo
il suo nome si sollevò quel che bastava per guardarlo negli occhi e
perdersi in essi.
“Ecco… mi sono spesso
chiesto… come… come…”
Gli occhi grigi di Seregil
scintillarono.
“Ti fidi di me, talì?”
“Sì” mormorò mentre le mani
forti e snelle di Seregil percorrevano il suo petto al disotto del tessuto
della camicia, sollevò le braccia permettendogli di toglierla, a tentoni
cercò il bordo dei pantaloni abbassandoglieli un poco.
Seregil si alzò e si sbarazzò
dell’indumento per poi tornare sulle labbra morbide e rosa di Alec il
quale si muoveva sinuoso sotto di lui. I loro corpi nudi si sfioravano, si
toccavano, si intrecciavano e questo bastava per far gemere entrambi, con
il semplice contatto della loro pelle. Seregil non si era mai spinto oltre
ai baci ed alle audaci carezze, grazie a lui Alec aveva conosciuto un
mondo che non credeva nemmeno esistesse, ma in cuor suo sapeva che non era
ancora tutto che mancava ancora qualcosa affinché fossero entrambi
completi.
I capelli scuri di Seregil gli
sfioravano il petto mentre le sue labbra scendevano sapienti catturandogli
un capezzolo suggendolo con forza e si occupava dell’altro pizzicandolo
con la punta delle dita.
Alec gemette stordito e confuso
come gli accadeva ogni qual volta che Seregil lo toccava in quel modo, una
mano del compagno scese tra le sue gambe accarezzandolo piano,
torturandolo dolcemente.
La prima volta che lo aveva
toccato li, Alec era avvampato di vergogna e mai avrebbe pensato di
provare tanto piacere nell’essere carezzato in modo tanto intimo da
Seregil.
Seregil si sollevò portandosi
due dita alle labbra, sorridendo malizioso, osservando Alec languidamente
abbandonato sulle lenzuola che lo fissava con occhi lucidi e colmi di
desiderio ed amore.
Il giovane biondo sollevò una
mano e gli accarezzò il petto liscio gli prese un capezzolo e lo pizzicò
come Seregil aveva fatto con lui pochi istanti prima.
“Se ti faccio male dimmelo, io
mi fermerò” mormorò a pochi centimetri dalle labbra socchiuse
dell’altro.
Alec annuì e la bocca di Seregil
coprì la sua in un lungo bacio, mentre lo penetrava con un dito. Il
ragazzo lanciò un mezzo grido e spalancò gli occhi, l’altro si sollevò
osservandolo attentamente muovendo il dito dentro e fuori dal corpo
bollente del compagno, con cautela ne aggiunse un secondo ed Alec si tese
gemendo.
Quando lo sentì rilassato,
Seregil, aggiunse un terzo dito, Alec si morse le labbra, muovendosi il
bacino socchiuse gli occhi sorridendo beato, Seregil lo aveva già
stuzzicato in quel modo altre volte, ma mai così a fondo e tanto a lungo.
Quando il moro ritirò la mano
Alec emise un tremulo sospiro infastidito.
“Sei davvero sicuro?” gli
chiese scostandogli i capelli dal viso.
“Si!”
Seregil gli si accostò e
lentamente forzò, con il proprio sesso, la piccola apertura di Alec, che
gli posò le mani sulle spalle ansimando forte. Seregil si immobilizzò
facendo un enorme sforzò di volontà per non cedere alla passione, per
Alec era la prima volta e non voleva correre. Mosse il bacino in avanti
entrando un altro po’.
Alec corrugò la fronte emettendo
un chiaro gemito di dolore.
Seregil scosse la testa tirandosi
indietro, ma l’altro lo fermò e gli fece cenno con il capo di
continuare.
Il ragazzo sussultò mentre lo
sentiva avanzare dentro di sé, faceva male, ma non voleva assolutamente
tirarsi indietro era da molto che desiderava fondersi con Seregil.
“Aprì gli occhi talì”
mormorò quando fu completamente dentro.
Alec li aprì e fissò il viso
dolce e bello del compagno che prese a muoversi con spinte lente e
scandite strappando al giovane gemiti di piacere.
Ad Alec sembrò di poter toccare
il cielo con un dito quando Seregil prese ad accarezzargli il membro con
forza, ogni fibra del suo essere era invasa da un piacere profondo, lo
sentì accumularsi in un punto del proprio corpo ed esplodere
impiastricciando la mano di Seregil che, con una ultima spinta, si riversò
nel corpo accogliente del suo amante.
Dopo qualche istante, colmo di
felicità e pienamente appagato, scivolò fuori da Alec e gli si stese
accanto, lo abbracciò facendogli posare la testa sul suo petto.
“Ti amo” bisbigliò
accarezzandogli i capelli biondi.
Alec sorrise ancora stordito
“Anch’io” mormorò cullato dal respiro dell’altro.
L’arciere fu il primo a
svegliarsi, Seregil lo teneva ancora stretto tra le braccia, la sua
espressione era serena e tranquilla, gli sfiorò il viso con le dita,
scese sul collo, poi sulla spalla nuda, scese ancora scostando il lenzuolo
allontanandolo del tutto dai loro corpi, sorrise scendendo sul petto
glabro dell’altro carezzandogli un capezzolo fino a quando non divenne
turgido e sensibile.
Seregil sospirò, si stava
svegliando. Alec sorrise e con la punta delle dita gli sfiorò il membro a
riposo e prese a giocherellarci.
La mano di Seregil si posò sulla
sua fermando quella dolce tortura aprì lentamente gli occhi fissando Alec
con infinita dolcezza.
Il ragazzo gli si accostò e lo
baciò sulle labbra.
“Mi sento diverso… è
strano… è una sensazione indecifrabile…”
“Lo so” mormorò Seregil
passandogli una mano tra i capelli.
“Ora tu sei il mio talimenios
ed io il tuo” spiegò.
Alec corrugò la fonte, Seregil
gli aveva spiegato che il legame di talimenios era qualcosa di molto
profondo, ma non credeva fino a tal punto.
Seregil lo fece rotolare di lato
e si volse dandogli le spalle.
L’arciere gli posò la mano
sulla schiena, scese verso il basso e si insinuò tra le natiche del
compagno stuzzicando la piccola entrata. Gli posò la testa sulla spalla
beandosi della sua espressione tranquilla, posò le labbra sulla sua pelle
e la succhiò lentamente.
Alec si fece un po’ più audace
e spinse un dito nel corpo caldo dell’altro.
Seregil sorrise ed un gemito
soddisfatto sfuggì alle sue labbra socchiuse così il ragazzo affondò
maggiormente in lui.
Seregil aprì la bocca in
un’esclamazione muta, poi si leccò le labbra e si girò un poco
intercettando le labbra di Alec e baciandolo profondamente. “Ammetto
che, come sempre, impari in fretta” ansimò quando Alec aggiunse un
altro dito al primo.
“Ho un ottimo maestro” gli
bisbigliò all’orecchio muovendo le dita facendolo mugolare di piacere,
Seregil sorrise in tralice, si girò del tutto e Alec fu costretto ad
interrompere le sue cure.
Alec gli si mise cavalcioni, si
fissarono per lunghi istanti e fu Seregil ad abbassare lo sguardo per
primo ed Alec percepì in lui dolore ed angoscia.
“Che cosa c’è?” chiese
allarmato.
Seregil lo abbracciò e lo
strinse forte a sé “Nulla solo vecchi e dolorosi ricordi… forse un
giorno te ne parlerò, talì”
Turbato da quelle parole Alec lo
baciò con foga cercando di rassicurarlo in qualche modo.
Seregil gli prese il viso tra le
mani “Vediamo che cosa hai imparato questa notte” disse serio.
Alec lo fissò interrogativo, poi
arrossì.
“Vuoi che io… che io…”
“Si”
Quelle due semplici lettere
mormorate in quel modo fecero salire un nodo di commozione nella gola di
Alec, che si mosse lentamente, impacciato e vergognoso.
Seregil si muoveva con lui
guidandolo quando Alec si fermava timoroso di sbagliare e poi furono
uniti.
Seregil buttò indietro la testa
mordendosi le labbra, un’immagine si affacciò alla sua mente: aprì di
scatto gli occhi. Alec si muoveva sopra di lui… in lui, sul viso
un’espressione rapita dall’estasi.
Il passato era passato doveva
vivere il presente ed il futuro ed accanto a lui c’era Alec, solo lui.
Gli circondò i fianchi con le gambe e quando il getto caldo di Alec lo
invase Seregil lo seguì a sua volta.
Ansante e senza più forze
l’arciere crollò sul compagno, che gli accarezzava i capelli e la
schiena sudata. Ancora uniti dopo quell’amplesso che aveva sancito la
loro unione.
Quando i loro respiri tornarono
regolari Alec scivolò accanto a Seregil che sorrise divertito.
“Credo proprio che sarà meglio
ripartire domani” borbottò.
“Si, lo credo anch’io” rise
Alec accoccolandosi contro Seregil che lo coccolò a lungo.
Prendi ciò che il portatore di
Luce ti dona e sinne grato. Pensò Seregil sorridendo lo avrebbe fatto ogni
giorno della sua vita.
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