Note: I personaggi come al solito solo
originali e sono nostri!E ce li giostriamo come ci pare^_____^
Sweet obsession
di Amy e
Jar
Parte 3/3
Si
trovo a riprendere coscienza di se ancora avvolto dal suo odore, si tirò su
senza fretta, e si guardò intorno, era rimasto a dormire con lui, fece una
smorfia, si era lasciato andare troppo cercò di non pensarci oltremisura,
si alzò per stiracchiarsi un pò, aveva fatto cadere molte delle sue regole
quella notte, troppe, era che si sentiva solo, maledizione! E poi lui aveva
voluto festeggiare il suo compleanno, era stata una cosa così inaspettata e
lo aveva colpito come non se l'era aspettato.
Rimase indeciso un attimo sul da farsi poi vide un bigliettino sul comodino.
"Non so quando torno. Konrad."
Di male in peggio, però gli aveva lasciato le chiavi, poteva tornare a casa
sua, ma come poteva restituirgliele?
Lasciò stare per il momento, si vestì, avrebbe fatto la doccia a casa sua,
odiava l'idea di non potersi rimetter in ordine ma non voleva prendersi
troppa confidenza, il suo cuore che aveva sussultato quella notte era stato
rimesso a tacere dalla luce del nuovo giorno.
Uscì e prese un taxi, si ritrovo finalmente a casa dove si rilassò di
nuovo, solo per ricordare che lui sapeva dove abitava, accantonò a forza
quel pensiero.
Era ora di scoprire qualcosina lui sul conto di Konrad e sapeva come
procurarsele, si mise di buona lena al telefono e nel pomeriggio girò un
paio di posti in città per fine giornata, era arrivato ad avere un quadro
abbastanza chiaro della situazione.
Jordan innamorato aveva dovuto lasciare il campo al lavoro di Konrad che
aveva preferito il suo posto di lavoro a lui.
Perché erano cominciate a girare delle 'voci', strinse i pugni, si odio
perché non era stato lì per aiutare Jordan, era andato da sua madre, per
tenerla buona per un altro annetto, e proprio quando Jordan avrebbe avuto
più bisogno di lui.
Si era suicidato per amore, era assurdo, e ancora più assurdo che lui si
fosse reso conto solo adesso di come stava evolvendo la faccenda tra lui e
Konrad, cosa voleva fare Konrad ?
Perché lo aveva cercato ?
Era una situazione asfissiante, quella notte non voleva andare al lavoro,
poteva rischiare di incontrarlo e non ne sentiva il desiderio doveva
rimettere in sesto le sue idee.
Si stappò una bottiglia di vodka e una di aranciata e cominciò a bere.
*
Il cielo stingeva in un tramonto color pece rischiarato solo dai mille occhi
della città. Batté le mani sul tettino giusto per riscaldarsi mentre
aspettava che McLoy redigesse l'ennesimo verbale. Risse, furti, azioni
moleste: sempre la stessa nenia dall'alba fino al coricarsi del sole dietro
i palazzi.
Certo l'adrenalina non mancava ma dopo un po' ti ci abitui e allora tutto è
noiosa routine, sopratutto se hai un pensiero che ti frulla continuamente
nella testa.
Non avrebbe mai voluto che Maximilian prendesse il posto di Jordan nel suo
cuore ma che lo volesse o meno era quello che stava accadendo.
"Ohh cacchio!" esclamò solo ritrovandosi le folte sopracciglia di
McLoy aggrottate in una curiosa smorfia di stupore.
"Che ti succede Konny?" gli chiese infilandosi la penna nel
taschino e fissandolo con due grandi occhi versi che parevano pozze di acqua
sporca.
*pozze di acqua sporca?!* non era proprio la sua giornata. La radio che
trasmetteva continuamente, bloccò la loro "vivace" conversazione
annunciando il codice che equivaleva a rissa.
E' dove abita Max" sussurrò sedendosi al posto di guida.
Ne capitavano spesso ma perché richiedere che fosse la loro volante a
intervenire, che si trovava dall'altro capo della città.
La risposta era sin troppo semplice. Era una prova, l'ennesima della sua
dedizione al corpo.
Partì con una sgommata cercando di lasciare sull'asfalto anche i suoi
pensieri.
*
Aveva la testa che galleggiava in un mare di alcool, cercare di annegare i
suoi pensieri era un'impresa impossibile erano capaci di nuotare sembrava.
Continuò a trangugiare senza pensarci troppo prima o poi sarebbe crollato
sul pavimento e si sarebbe risvegliato molto probabilmente odiandosi ma già
era così perciò non faceva molta differenza.
Tirò un paio di calci alla porta di casa , quelle due checche isteriche
dell'appartamento di fronte dovevano aver ricominciato a litigare, di nuovo!
Facevano una baraonda pazzesca.
Che poi definirli 'checche' fosse inappropriato visto che erano due armadi,
non gli importava molto, era ubriaco e avrebbe fatto una passeggiatina
all'inferno se ne avesse avuto la possibilità.
*
Sette piani ai piedi. Non se li ricordava così duri. Si ritrovarono
trionfanti al sesto piano per tendersi ad ascoltare da dove provenissero
quelle specie di abbai e constatare con un sospiro distrutto che c'era
ancora un piano e da fare di corsa visto e considerato che le grida parevano
ora molto più furiose di prima.
McLoy disse qualcosa che pareva una bestemmia nella sua lingua ed estrasse
con rabbia la pistola.
"Speriamo non siano alti due metri.."
"Già" disse solo arrivando al piano e accostandosi alla porta.
Prima che riuscisse ad intervenire un piatto o qualcosa che gli somigliava
gli si sfracellò sulla testa facendolo indietreggiare e sbattere contro una
porta semiaperta finendo piedi all'aria dentro una casa sconosciuta.
"Oddio Konny? Tutto ok? Ehi scimmioni io" ma la voce di Mc Loy era
sovrastata dalla voce dei due sopradetti scimmioni e Konny rimase a fissare
il soffitto che girava sopra di lui.
*
Gli si inginocchiò accanto un pò confuso e incerto per colpa dell'alcool,
"E tu che ci fai qui? Mica volevo vederti oggi!" la voce impastata
e un pò stentorea, mentre lo fissava a pochi centimetri dal suo viso
alitandogli il suo fiato caldo sul viso.
Mentre appoggiava la bottiglia oramai quasi vuota rumorosamente per terra ,
tanto che traballò e rotolò sul pavimento.
*
Il suo mal di testa stava aumentando a dismisura "Ciao" balbettò
rimettendosi in piedi e andando da McLoy che, come una pulce isterica urlava
come un pazzo coi suoi 170 cm di altezza contro due persone alte quasi il
doppio di lui che parevano fare qualunque cosa tranne ascoltarlo.
*
"Che casinisti..." biascicò prima di alzarsi e di dirigersi
barcollando fuori della porta di casa, "Evan, Adam, smettetela di fare
i bambini qui c'è gente che amerebbe dormire! Da bravi pensateci bene alzi
la mano quello di voi due che si ricorda perché avete cominciato a litigare
avanti!" i due si guardarono incerti, per poi alzare le spalle in segno
di resa.
"Appunto !!!" e li minacciò con la bottiglia ormai vuota che
aveva raccattato dal suolo, "Filate a dormire Marsch! Che almeno finite
di fare figuracce!"
La porta si chiuse alle loro spalle mentre il silenzio era calato di nuovo.
Maximilian si sedette per terra ormai troppo ubriaco per avere un equilibrio
decente.
*
"OH, fantastico!" esclamarono all'unisono Konny e McLoy roteando
gli occhi.
McLoy si voltò con un sorriso che prometteva decisamente male
"Redigere verbale!" esclamò piazzandogli tra le mani i verbali e
la penna biro "PREGO"
Non fu un lavoro molto duro visto che nessuno dei due aveva minimamente idea
di cosa avesse scatenato quella furia totale.
Semplicemente un "Boh" fu la loro risposta.
Si massaggiò le spalle salutando i due omoni che gli chiusero la porta in
faccia pronti per un torneo di sesso e glielo si leggeva sul viso.
Poggiò la fronte al muro freddo e sporco accanto alla porta dell'alloggio
di Max.
*
Si alzò a fatica trascinandosi verso l'interno della propria 'casa dolce
casa' era troppo incerto nel camminare e si fiondò a peso morto sul divano,
lasciando la porta aperta, senza pensiero alcuno se non quello di sperare
che il mondo smettesse di girargli attorno.
*
"Tutto ok?" gli chiese Konny fermo sulla soglia della casa
"Ecco mi chiedevo se hai idea di chi abbia chiamato la polizia per quei
due..."
Sbuffò.
*
Una voce ovattata emerse dal cuscino su cui era immerso il viso di
Maximilian, "A , signora Portman, piano di ...soottoo, interno...boh...23
mi pare attento al matterello quella mena....." e si mise in silenzio
ogni tanto lamentandosi a bassa voce per il freddo o per la testa che girava
come una trottola.
*
"Mio Dio che cucciolo che sei..e un cucciolo ubriaco a quanto
pare" constatò prendendo la bottiglia di vodka vuota e gettandola nel
cestino della spazzatura.
Un brivido gli percorse la schiena.
"Fa freddissimo" cercò con lo sguardo il riscaldamento e al terzo
calcio questo si accese "Come quello della camera di Jordan".
Max sembrava un gattino ubriaco, così riverso sul divano a L coi capelli
biondo scuro che formavano una specie di aureola sulle sottili spalle,
troppo sottili per appartenere a un uomo.
Gli posò il palmo aperto fra le scapole.
"Piccolo devi vestirti e poi devo chiederti di darmi al tua
testimonianza..." la voce colò come miele fra loro.
*
Un braccio si mosse dondolando in modo incerto, "Ho freddoooooo...."
ma non fece nessun altro gesto per alzarsi oppure vestirsi, di più rimase
ancorato con il viso nel cuscino.
Non aveva sentito o meglio si, ma non aveva dato un vero significato a
quelle parole si erano perse ancora prima di trovare un qualsiasi
significato per lui.
*
"Oh MY!" beh bastava mettersi alla ricerca almeno di una
coperta...ma aveva un letto quella casa? si ci doveva essere per forza,
bastava cercare.
"Sto solo perdendo tempo si disse gettandosi sul divano della piccola
camera. Dalla porta poteva vedere Max che ondeggiava il braccio ancora in
cerca della bottiglia ormai vuota.
Fece per poggiarsi con la testa alla testiera quando-...ZUuuummmmm il divano
si estese facendogli venire un colpo. beh almeno aveva trovato il letto e
anche un cuscino!
La fortuna pareva sorridergli. Si alzò lentamente raccogliendo la coperta e
solo allora notò un cassetto semiaperto in una scrivania laccata di bianco
su cui una pigra luce rossastra si rifletteva come se fosse una superficie
specchiante.
Lo aprì troppo curioso solo per trovarvi un album di fotografie e dei
nastri.Un centinaio in tutto su cui erano meticolosamente segnati i numeri
dei giorni.Il suo diario?Che tipo strano...
Una foto scivolò dall'album.
Max con i capelli di un allucinante biondo svedese e al suo fianco Jordan
con la inseparabile sigaretta in bocca.
Due ragazzi.
Sereni.
Il cuore perse dei battiti facendolo annaspare in cerca di ossigeno. Chiuse
quel cassetto portando coperta e cuscino a quella bestiaccia ubriaca.
*
Si ritrovo ancora mezzo incosciente avvolto da delle coperte e con la testa
appoggiata ad una spalla, e un profumo lieve, "Konrad?"
bisbigliò, mentre cercava di mettere a fuoco la persona che lo teneva
stretto a se ridando un pò di calore alle sue membra intorpidite dal
freddo.
"Non mi sento tanto bene" poi rimase in silenzio per un pò.
All'improvviso sbottò "Lui si è ucciso per colpa tua perché lo hai
fatto?" e poi cominciò a piangere lacrime silenziose che gli
inondarono il viso fredde come la sua solitudine.
*
Un pugnale nel cuore sarebbe stato meno doloroso. Annaspò nuovamente in
cerca di aria. Doveva ricordarsi che in fondo soffriva di tachicardia da
stress e tutte quelle emozioni non lo facevano di sicuro stare meglio.
Si sentì mancare e dovette fare uno sforzo per mantenersi in piedi.
"Perché ho avuto paura" .
Si soffermò a sentire che gusto avevano quelle parole. amaro e salato...non
le aveva mai dette.
Facevano male, malissimo.
*
Si stacco da lui barcollando, "Anche lui, tanta da non voler più
vivere senza di te!" dolore al cuore Jordan era il suo migliore amico
lo era stato, l'unico e il solo, e non c'era più, era tornato il dolore che
aveva cercato di sotterrare e ora mordeva le carni come se si
ritrovasse di nuovo in un terreno a lui congeniale.
La coperta si afflosciò ai suoi piedi riuscendo solo a fargli perdere il
poco equilibrio che aveva e facendolo finire a terra dove finirono i suoi
pensieri almeno per il momento.
*
Gli sfiorò una guancia...era svenuto.
Lo prese in braccio senza nessuna fatica e lo portò fino al letto.
aveva ucciso Jordan e aveva ucciso anche Max.
Si accucciò al fondo del letto.
Rimase immerso in un mondo fatto di ricordi.
"Dai passami i rapporti faccio io" gli sussurrò McLoy serio.
"Oh si ecco ..." cercò di spiegare ma tutti i pensieri parevano
battere e infrangersi contro il palato. Mc Loy sorrise "Non mi devi
nessuna scusa" gli sussurrò voltandogli le spalle e uscendo.La porta
si chiuse alla sue spalle.
Poggiò la testa sullo stomaco teso di Max stringendogli una mano.
Era suo.. la sua ossessione.
*
Riapri gli occhi cominciando a maledirsi per la sbronza che aveva preso il
mal di testa postumo era mastodontico, quanto aveva bevuto?
Era riuscito ad arrivare la letto?
E come?
Aveva un bernoccolo invidiabile sul lato del capo, dove ?
Pian piano i ricordi gli tornarono riemergendo dalla nebbia alcolica in cui
ancora era avvolto.
Era svenuto?
E poi si accorse di un peso che poggiava sul suo stomaco e del calore di
un'altra mano che stringeva la sua.
Alzò il capo e sbirciò e lo vide, li addormentato con la testa poggiata
dove aveva sentito quel calore la sua destra stretta nella sua, e seduto per
terra, inginocchiato un pò di sbiego.
Perché era restato?
Dopo quello che gli aveva detto avrebbe dovuto andarsene sbattendo la porta
per non comparirgli più davanti.
*Tu lo hai ucciso*
Ora si sentiva un cretino, Jordan avrebbe dovuto cercare di vivere invece di
decidere che era meglio smettere di soffrire, e poi perché incolpare solo
lui?
Anche lui aveva le sue colpe non era stato li quando Jordan avrebbe più
avuto bisogno di lui.
Già neanche lui c'era stato, era morto da solo, abbandonato dalle due
persone che avrebbero dovuto stargli più accanto.
Risalì da quei pensieri che erano come stilettate.
Con la sinistra che era libera gli cominciò ad accarezzare lievemente i
capelli, non voleva svegliarlo.
"Non è tutta colpa tua, scusami" non credeva che avrebbe avuto la
forza di ammetterlo se fosse stato sveglio.
E alcune stille di pianto comparvero tra le sue ciglia, volto il volto verso
il cuscino, rimanendo in silenzio.
*
Aveva sentito quella frase sussurrata, aveva lasciato rotolare nella mente
quelle parole finché esse non ebbero lasciato dei grandi solchi dolorosi
fra i pensieri che spezzati scorrevano.
Strinse più forte la mano cercando dentro di se la forza per sorridere.
"Non è colpa di nessuno anche se vorremmo che fosse così Maxy. Mi ci
è voluto molto tempo per capirlo e l'ho capito oggi, mentre riposavo nel
tuo calore" gli sfiorò con la guancia il ventre.
"Io credo che forse sarebbe ora di restituirgli quella dignità e
chiudere l'album dei ricordi per poterlo vedere in futuro con più
serenità.
Lui non c'è più...e non possiamo farlo tornare ma possiamo andare avanti
lo stesso,cercando amici, cercando di vivere senza scordarlo..."
Parlava a vanvera con difficoltà perché ogni parola era una scheggia
di cuore che cadeva in terra.
"Scusami sto dicendo una marea di cazzate..:" si alzò per
carezzargli il volto e asciugargli le lacrime.
*
Lui tese le braccia perché non voleva averlo lontano, e lo strinse a se,
"Non credo proprio" poi gli chiese tenendolo sempre stretto
"Come mai mi sei venuto a cercare cosa ti ha spinto esattamente?
Pensaci prima di rispondere"
*
[01:44] <Konny> "Beh non sapevo che fossi tu ma quando ti ho
visto... sei diventata la mia ossessione. Sembravi essere...diverso dagli
altri, fiero e regale...non so se capisci" non lo guardò negli occhi
ma arrossì fino alla punta dei capelli "Avevi quel qualcosa che aveva
lui ma più forte avevi voglia di vivere e non sopravvivere"
*
"E poi?Sei arrivato tu e mi hai sconvolto le regole di vita che mi ero
imposto per andare avanti e sopravvivere, io non bacio i miei clienti e non
dormo a casa loro e un sacco di altre cose, poi gli mostrò il polso destro
dove brillava il braccialetto che gli aveva lasciato Jordan, "Aveva
detto per un giorno speciale vero? Aveva ragione" e cerco di
sorridergli ma riuscì solo a nascondere il viso nel suo torace.
*
Gli carezzò i capelli piano e per un momento desiderò con tutto se stesso
riprendere da capo, ma questa senza sbagli. Voleva riprovare con Max quello
che non era riuscito a fare con Jordan, voleva una storia normale, non
necessariamente a lieto fine...
"Max..io penso di amarti..e..beh..cioè...tu amavi Jordan?Devo
saperlo"
*perché voglio che ci anneghiamo insieme in una nuova vita* ma quello non
glielo disse e forse non glielo avrebbe detto mai.
*
Rimase un attimo in silenzio raccogliendo le idee, poi la sua voce usci
chiara e semplice "Era il mio migliore amico, avrei voluto fosse
qualcosa di più ma è stato tempo fa prima che mi accorgessi che per lui
ero e rimanevo un amico e basta"
Si ricordava ancora di come si era illuso, "Forse il mio era solo un
desiderio di avere qualcuno accanto e l'unica persona che avrei voluto era
lui, non so se fosse stato amore"
Konny sorrise passandosi una mano sui capelli cortissimi e neri. "Si
capisco...ecco..uff...cioè...volevo chiederti no...arghhh sono un
deficiente lascia stare!" l'imbarazzo gli stava portando via quel
minimo di coraggio a cui aveva attinto a piene mani raccogliendone i
granelli.
*
Lo aveva ridotto a balbettare ma aveva una risposta per quella sua
affermazione? *penso di amarti*
Era stato sin dall'inizio una cosa diversa con lui, già perché?
Aveva sempre avuto paura di qualsiasi sentimento, non erano adatti a lui, si
diceva ripercorse mentalmente gli ultimi gironi , e i momenti che aveva
passato con lui.
"Non lo so per ora non posso darti una risposta, tu mi conosci da più
tempo di quanto non ti conosca io, ti sembrerà un discorso senza senso, non
voglio dire che tu non mi piaccia, santo cielo perché è così
complicato?"
Si passo una mano tra i capelli "Voglio conoscerti meglio, sapere tutto
di te, ti conosco appena, voglio poter capire cosa mi attira tanto di te,
insomma credo che un impegno di una ventina di anni a questo scopo sia una
media ragionevole no?In fondo la vita media si sta allungando vero?" e
gli sorrise.
P.S.: Beh gli ci volle molto meno per capire cosa amasse in quell'assurdo
uomo che sorrideva sempre e arrossiva per un nonnulla e di sicuro non erano
le sue doti atletiche pari a quelle di un tricheco bendato, nè la sua
incredibile capacità a mettersi in situazioni imbarazzanti, neppure la dote
particolare di riuscire a essere dolce anche nei momenti più tristi e ce ne
furono oh se ce ne furono!
Alla fine capì che la vera cosa che amava era non riuscire a sapere perché
lo amasse.
Si trasferirono in una villetta a schiera con grande felicità dei due
scimmioni che presero l'alloggio di Max e che continuarono a litigare
follemente senza ragione, presero un cane che in breve distrusse tutte le
loro aiuole e Max si ritinse i capelli di quel biondo impossibile che lo
faceva parere una specie di levriero afgano ossigenato.
McLoy continuò a fare il poliziotto e si sposò con una olandese alta tre
volte lui che se lo portava quasi in braccio e non parlava una parola
di americano (e forse per quello andarono tanto d'accordo da sposarsi).
Beh e per quanto riguarda me che volete che vi dica? Non posso di sicuro
lamentarmi. Ho fiori freschi e Max e Konny vengono spesso a pulire la mia
lapide e parlarmi. Devo ammettere che la vita dello spirito etereo non mi
dispiace sopratutto la mia invisibilità è molto comoda in certe
situazioni...
Oh scusate ora vi devo lasciare che Max e Konny stanno per...ma questo è
un'altra storia ed è vietata ai minori quindi buona notte e usate il
preservativo!
-----------fine--------
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