Note: I personaggi come al solito solo originali e sono nostri!E ce li giostriamo come ci pare^_____^

Sweet obsession

di Amy e Jar

Parte 2/3


Il freddo che era iniziato circa una settimana fa persisteva ancora, e la via illuminata anche se non ad un'ora molto tarda mostrava già solo la sua faccia notturna.
Si appoggiò ad un portone, gran brutta serata, ma non voleva pensarci oggi non aveva preso appuntamenti privati, non ne aveva voglia anzi oggi aveva deciso di finire prima del solito e al diavolo se qualcuno lo avesse cercato a volte aveva bisogno di stare un pò da solo con se stesso. 
Si rimise a camminare con eleganza, era più un moto automatico anche se non lo sembrava, aveva voglia di andare a casa.
*
Un giorno segnato in rosso sul calendario, un bigliettino sulla porta per recuperare i pacchetti che si era già dimenticato dove aveva rintanato e molti soldi in tasca, praticamente più di metà del suo stipendio. 
Una follia ma bisogna fare follie ogni tanto per sapere di essere insani come il resto del mondo.
E quello era il suo giorno di sana pazzia.
Il riscaldamento dell'auto creava una ampolla di calore all'interno dell'abitacolo. Scostò un pelucchio di qualche peluche o gatto dal cruscotto vellutato e si accostò al marciapiede.
"Ehy boy" chiamò Max con voce seria sogghignando.
*
Sobbalzò, appena si riprese, nel girarsi se lo vide davanti, e si avvicinò alla sua auto.
"Ciao come mai da queste parti?"
L'ultima persona che credeva di rivedere era lui, una settimana, era passata una settimana.
Gli sventolò sotto il naso una mazzetta di soldi e si senti apostrofare con un 'Monta su!' il suo corpo si porto dentro l'auto senza fiatare ma la sua mente cercava di elaborare la cosa, che stava facendo?
Era salito senza dire nulla, che intenzioni aveva Konrad? E dove aveva preso tutti quei soldi non credeva che i poliziotti guadagnassero tanto, non riusciva a capirlo che voleva?
*
"Prima che tu fiati questo è il mio stipendio e non mi guardare con quegli occhioni" un sorriso luminoso si stampò su quelle labbra sottili che scoprivano una fila di allineati denti bianchissimi se non fosse stato per un canino più spostato che rendeva tutto meno perfetto.
"Per quanto tempo bastano questi soldi?" glieli mise in grembo accelerando. 
Max li contò meticolosamente passando al punta delle dita sul bordo facendoli frusciare.
"L'intera notte direi" rispose fissandolo interrogativo.
"Bene allora stanotte sei impegnato quindi taci" gli disse ironico imponendogli il silenzio.
Aveva in serbo una bella sorpresa.
*
Bastavano e avanzavano , non poteva replicare ma la sua mente non smise di elucubrare sulla cosa, però la sua curiosità ebbe il sopravento, si mise più comodo, e cerco di rilassarsi mentre osservava attentamente la città scorrere attraverso il finestrino. 
Dove aveva intenzione di portarlo?
*
Si fermarono davanti a un piccolo ristorante molto discreto. Ci andava ogni tanto ma gli piaceva tantissimo. Sembrava una taverna più che un ristorante.
Osservo i soffitti a botte in mattoni a vista. Salutò all'entrata prendendo un piccolo tavolo accanto a una pianta e un quadro dell'epoca del pointillisme.
"Prego siediti" disse a Max spostandogli la sedia e facendolo acocmodare. 
*
Sorrise, un invito a cena, era tutto matto davvero, e lo stava pagando, beh almeno era una serata diversa da quella che gli si prospettava, e come al solito aveva saltato la cena che per lui era il pranzo, e ora aveva un certo appetito, in fondo poteva anche divertirsi un pò quella sera, "Come mai ti è saltata in mente un'idea così balzana?" era curioso, maledettamente curioso, altro dei suoi difetti.
*
"Avevo voglia di buttare via il mio stipendio non si può?" appoggiò il mento al dorso della mano osservandolo con un sorriso sornione da stregatto mentre aspettavano che li servissero.
"Uhmmm io non mi sono ancora impicciato degli affari tuoi..." socchiuse gli occhi "di un po' hai una ragazza o un ragazzo o sei ancora single?"
*
Scosse la testa, "Konrad, credi davvero che un tipo che fa quello che faccio io per vivere trovi un sacco di persone che lo vorrebbero al loro fianco?
Cioè, ok, un no era più semplice vero?"
Si mise a sbocconcellare svogliato un pò di pane, non si era aspettato una domanda del genere, e aveva risposto con un tono amaro, non glielo doveva però, lo aveva portato fuori a cena e ora in cambio gli faceva il muso?
Si stava comportando come, beh come se fosse con un amico stava, aveva mai avuto? Perdendo la definizione di 'cliente' con lui ecco la verità, e questo non andava per niente bene.
*
Konny sgranò gli occhi per poi fissare il bicchiere dispiaciuto. Lasciava che il vetro scorresse sotto un suo polpastrello " Beh secondo me sei una persona che ha molto da dare ma in fondo hai ragione anche io una volta non ero disposto a sacrificarmi per Jordan" sorrise "ma ora lo farei e spero ci siano persone migliori di me al mondo" ringraziò il cameriere che li aveva serviti "Su non fare quel musetto e mangia" si portò alla bocca un bel boccone sorridendo come a incitare quel ragazzo biondo a fare lo stesso.
*
Gli stava dando davvero una grande compagnia accidenti lo pagava anche per essere presente e non per fare il povero derelitto, cerco di rimanere in linea con se stesso, e gli sorrise mentre iniziava a mangiare e gli versava nel calice del vino.
"Su basta parlare di cose tristi mi hai invitato a cena e stai spendendo un capitale, direi che come situazione da l'idea del comico no?" e gli sorrise di nuovo roteando gli occhi, in modo buffo.
*
Lui gli ringhiò in modo plateale reggendo fra i denti un pezzo di carne a mo' di cane incazzato e finalmente poté sentire Maximilian ridere. 
Lo guardava e rideva fino ad avere le lacrime agli occhi e quando trovò un minimo di serietà boccheggiando per respirare gli passò un tovagliolo per pulirsi.
"Hai una bella risata" esclamò senza pensarci troppo perché era la verità. 
Somigliava al suono cristallino dei calici pieni di vino quando brindano, una pozza di acqua fluida colpita da un sasso e tante altre cose. 
Spesso gli capitava di fare complimenti considerandoli come normali apprezzamenti.
*
Contegno, contegno gli urlava la sua testa, ma c'era mancato poco che si strozzasse con il cibo, per quella scenetta.
Era pazzesco, beh però era divertente, l'atmosfera si era rilassata e lui non si sentiva così bene da anni forse, come se fosse a casa sua.
Sorrise e lo minacciò con una forchetta che aveva un raviolo in punta, "Vuoi farmi ridere fino a scoppiare?"
*
Era bello stare con lui. era come stare con Jordan ma ora era ben conscio quanto fossero diversi.
Aveva pianificato quella serata per una intera settimana, si stava massacrando di lavoro per fottersi l'intero stipendio in quella serata eppure sentiva di non essersi mai sentito così bene in vita sua.
Afferrò il raviolo con un solo colpo di denti lasciando Max attonito poi osservò l'insalata nel piatto e tirandola su con al punta delle dita lasciò allibito Max uscendosene con un "E' dello stesso colore dei tuoi occhi oh oh oh Max dagli occhi di insalata"
*
Gli spiattellò una delle sue migliori boccacce dai tempi in cui portava i calzoni corti, anche perché era più o meno da allora che nessuno lo chiamava più Max.
Doveva essere una visione folle, boccaccia e rosso come un gambero, infatti Konrad scoppiò anche lui a ridere.
"Ahi Ahi Ahi quasi quasi mi offendo e gli punto un altro raviolo sul naso.
Aveva voglia di vederlo di nuovo mangiarlo, si stavano spingendo in una zona molto intima per essersi visti solo due volte.
*
Passarono così la cena ingozzandosi come maialini prima di Natale e scherzando come se fossero amici di vecchia data o amanti. Quando furono troppo pieni anche solo per emettere una risata che non paresse un rantolo Konny chiese il conto e pagò dando una mancia lauta al cameriere che li aveva sopportati tutta la sera.
La volta celeste era come un velo nero alato sulle loro teste.
"Una volta era pieno di stelle prima che ci fossero tutti questi palazzi credo" sussurrò fissando il cielo in cerca della luna.
L'atmosfera era riscaldata da un leggero venticello caldo che lambiva ogni cosa con le sue mille dita umide e tiepide.
*il tempo giusto per fare l'amore* ma quel pensiero lo fece arrossire così violentemente che ringraziò la notte che celava le espressioni nel suo manto oscuro.
Si infilò con il capo in auto per poi uscire appoggiando dei pacchetti sul cofano della propria auto.
"Per te" disse solo rivolto a Max. Un cartellino con su un gattino disegnato a mano (Konny aveva passato la notte per dipingerlo) augurava "Happy Birthday to my Sweet Obsession"
*
Per un attimo si mise a guardare alternativamente i pacchetti e Konrad, come lo aveva saputo?
Poi pensò che la polizia doveva avere i suoi dati anagrafici, accidenti si senti arrossire, era una situazione così strana....
Prese il primo pacchetto il più piccolo, e spuntò fuori un elegante accendino color oro e argento, una specie di ammonimento a non domandare più a nessuno di accendergli?
Gli venne da sorridere.
Apri anche gli altri per ritrovarsi in mano un paio di scarpe in pelle nera stupende, e il suo profumo preferito, ma ...quanto avevano parlato di lui, Konrad e Jordan?
Si sentiva felice e imbarazzato e poi il biglietto era il colpo più forte, 'Sweet Obsession' , rimase senza parole non era abituato a regali e per di più così azzeccati...
*
Konrad si appoggiò al tetto dell'auto poggiando il mento sulle braccia conserte "Sono felice che ti piacciano. Questo qui invece" alzò un pacchettino piccolo incartato malamente con della carta da regalo marrone con scritte dorate "Me lo diede Jordan prima di ...beh si insomma ci siamo capiti da darti in una occasione speciale. Credo che oggi lo sia" sospirò poggiandolo sul tetto a pochi centimetri da se.
Non riusciva ancora a dire la parola morto perché dirlo era come ammettere con se stesso che era sparito dalla sua vita.
Si stava attaccando a mere illusioni.
*
Lo raccolse tremando leggermente, una cosa per lui da Jordan, lo apri lentamente, con il cuore il gola, e quando si ritrovo in mano il braccialetto che tanto gli aveva invidiato, e che Jordan portava solo qualche volta perché lo definiva il suo miglior portafortuna, cominciarono a rotolargli delle lacrime sulle guance, non avrebbe dovuto piangere, ma lui non aveva avuto nulla che glielo ricordasse, fin'ora e lasciò che le lacrime scorressero senza arginarle.
*
Gli passò di fianco. La mano di Konny cercò i capelli di Maximilian e vi si intrecciarono massaggiandoli e carezzandoli piano. Scivolò sulla guancia bollente, tra le lacrime saline.
D'istinto lo abbracciò, per quanto gli fosse difficile vista la differenza d'altezza.
Sentiva le lacrime bagnare anche il suo collo, le guance bollenti di Max bruciargli la pelle.
"Ti manca vero?" gli sussurrò trovando dentro di se una forza che non sapeva di avere. Max era come un uccellino fra le sue braccia. pareva così indifeso...
Sussultò quando sentì quelle labbra carnose posarsi sulle sue con disperazione come se volesse rubargli il fiato dai polmoni, svuotarlo.
Regolò il proprio respiro con il ritmo di quel bacio affondando in quell'oblio notturno di malinconia e tristezza.
*
Quando riuscì a pensare di nuovo si staccò da quelle labbra, e gli si appoggiò addosso, era troppo, troppo dolore assieme e troppa gioia mischiati, come sempre il dolore offuscava la gioia, e ora sentiva il bisogno di qualcuno, almeno per quella notte, "Andiamo da qualche parte, per favore, dove vuoi tu" avrebbe voluto dire 'possiamo andare a casa tua?' ma non ne aveva trovato il coraggio.
*
Gli passò un braccio intorno alla vita stringendolo forte a se.
"Andiamo da me" disse sicuro senza attendere una risposta che tanto non arrivò.
Il tragitto fu silenzioso e fu ancora silenzio quello che ebbe finché non si gettarono a sedere esausti in cucina con Cesare che trotterellava o meglio rotolava sul tavolo per fare le feste ai nuovi arrivati probabilmente aspettandosi qualche croccantino che non tardò ad arrivare da parte del suo padrone.
Konny si sedette intrecciando le dita a quelle di Max "Non dovremmo piangere lo sai? Lui ci teneva perché fosse un giorno speciale"
*
"Lo è" sussurrò, diede ancora uno sguardo al braccialetto che ora era al suo polso destro.
Si portò le loro mani vicino al viso e cominciò a baciare le sue dita che si alternavano alle proprie.
Aveva addosso un bisogno fisico di scordare anche per un attimo solo ogni cosa, desiderava perdersi tra le braccia a cui appartenevano le mani che stringeva.
*
Lui gli sorrise alzandosi "Ti va di andare in camera da letto?" poi arrossì di quel doppio senso "è solo perché di la ci possiamo sedere un po' più comodi..." si incespicò mille volte su quelle parole arrossendo fino alle punte dei capelli.
Scoppiò a ridere di se stesso "sono un vero deficiente e ho il sex appeal di un raviolo"
Cesare passò gattonando e strusciandosi per ringraziare dei croccantini. 
"Un raviolo con un gatto obeso..."
*
Sorrise avvicinandoglisi, "Raviolo dici? Proviamo" le sue labbra si posarono all'angolo della sua mascella, e prosegui assaggiandogli la pelle fino a morsicargli leggermente il mento, "Ottimo sapore"
*
Lui sospirò stringendolo a se "Sei molto dolce...e sensibile"gli sussurrò mordendogli il lobo dell'orecchio piano.
*
"Sembra che ci vogliamo mangiare a vicenda, credo"
E mimò il gesto di rimorsicargli il mento, mentre intrecciava le dita alle sue, "Andiamo ?".
*
Finirono con un tonfo sul letto e quasi Max ruppe una costola a Konny cadendogli addosso malamente.
"Temo che tu mi abbia malamente tentato di uccidere" tossicchiò voltandosi e accucciandoglisi dietro.
Si sedette dietro alla schiena di Max e gli sciolse i capelli un po' arruffati iniziando a pettinarglieli piano con le dita "Sono bellissimi" gli sussurrò immergendovi il viso e aspirandone il profumo.
*
"Non volevo davvero..." sussurrò mentre incrociava le braccia dietro il suo collo, sfiorandogli la pelle nuda e sensibile, scoprendone la consistenza, deliziosa.
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"Non importa lo so che mi ami solo per i miei soldi" disse con tono cinematografico per poi scoppiare a ridere mentre mordeva la pelle del collo di Max come se fossero due animali.
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"Oddio sono stato scoperto!" gemette con voce piagnucolosa "ora non mi vorrai più...." mentre spostava il proprio corpo contro il suo, struscandoglisi addosso e spostando le sue mani ad accarezzargli le cosce coperte ancora dai pantaloni.
*
"Piccolo micetto vizioso che non sei altro" sospirò poggiandogli le mani sul petto stimolando con deboli carezze quasi casuali i capezzoli che man mano presero consistenza e turgore
*
Mugolò ansimando lievemente, mentre il suo corpo rispondeva aumentando i suoi movimenti del bacino in una mimica sensuale come se Konrad lo stesse gia possedendo.
Gli afferrò una mano per cominciare a leccargli i polpastrelli pieno di desiderio.
*
Era veramente bellissimo con quello sguardo velato dal piacere e le labbra semichiuse attorno alle sue dita.
Sembrava un cucciolo libidinoso nato per fare sesso e forse era così, forse ogni suo cliente finiva per pensarlo....
Era come la tela di un ragno che ti stringe e ti blocca...i suoi occhi come nodi intorno al cuore, lacci impossibile da sciogliere.
"Sei bellissimo, sei la creatura più bella e sensuale che abbia mai visto" 
Gli carezzò il capo piano.
*
Allontanò la bocca dalle sue dita per spingerlo sul letto lungo disteso, gli si mise sopra, e gattonò fino a mettere i loro visi l'uno di fronte all'altro.
Rimase un attimo a guardarlo, con uno sguardo indeciso, poi si abbasso per sfiorargli le labbra con le sue, e rifuggire ancora, e rituffarsi ad assaporarle, sapeva che non era da lui essere così preso da qualcuno, anche solo la parola preso non rientrava nella sua routine, Ma aveva voglia di dargli molto di più di quello che aveva fin'ora concesso ad altri, se ne sarebbe probabilmente pentito la mattina successiva ma ora non ci voleva pensare.
*
Lo vedeva a pochi centimetri da se così lascivo da fargli perdere la testa.
Gli passò le mani sui muscoli tesi del dorso fino a fermarsi laddove i calzoni mordevano la carne morbida come velluto.
Gli chiese il tacito permesso di continuare.
Le mani erano bramose di scoprire , le labbra di baciare, i denti di mordere...
Lentamente le posizioni cambiarono.
Stringeva fra le ginocchia la più dolce delle ossessioni nel giorno del compleanno e questo sottile piacere lo inebriava col suo calore.
Si piegò per baciarlo mentre gli abbassava i calzoni "Buon compleanno" sorrise su quelle labbra denudandolo.
*
Lo avvolse con le braccia rispondendo al suo calore, aiutandolo a spogliarlo, e cominciando a spogliare lui come se fosse uno dei suoi regali e forse lo era, almeno per quella notte.
Scivolò lungo il suo collo in una strada di baci umidi, giocando in un altalenarsi di carezze e di fughe, sentendo la sua pelle bollire al suo tocco.
*
Gli morì il respiro in gola quando anziché i soliti boxer si ritrovò di fronte a un perizoma sottile e nero che lasciava ben poco all'immaginazione sopratutto in quel momento.
Jordan non portava biancheria e lo trovava sexy ma questo...oh questo era molto di più di quanto le sue coronarie reggessero "WOW" esclamò sospirando emozionato.
Peccato che fosse così silenzioso...
*
Ridacchiò soddisfatto mentre con aria sorniona cominciava a slacciare il nodo che legava il perizoma, poi la sua espressione si rabbuiò per un attimo "Non si slega..."
"Provi tu?" e si girò un pò di fianco per offrirgli una vista migliore.
*
"Sei un angioletto con le corna sai?" rise Konny sciogliendo con i denti quel nodo e osservando la stoffa che scivolava scoprendo totalmente quel corpo longilineo e sottile.
Lo voltò abbastanza per abbracciarlo posando le labbra nell'incavo della sua spalla.
"Mi piace abbracciarti..." gli sussurrò con la voce scivolosa fra loro. 
avrebbe voluto rimanere così per sempre.
*
Gli appoggiò il mento sulla spalla, mentre con dita leggere percorreva la sua spina dorsale stuzzicandolo leggermente, creando piccole figure geometriche solcando la sua pelle tesa, "Anche a me..." in un bisbiglio pieno di desiderio.
Poi cominciò anche a usare le unghie cominciando a graffiarlo leggermente, nei punti più sensibili.
*
"Oh oh aha ah ha ah ah ti preeegoooooooo il solleticcccooooooo" scoppiò a ridere contorcendosi ma l'altro pareva troppo divertito per accorgersi che a forza di ridere Konny era in bilico sul bordo del letto...
"Ahi!" quando cadde per terra il tonfo risuonò nella camera seccò tra le risate.
"Ahiaaaaaa" si lamentò continuando a ridere come un bambino.
*
La sua testa sbuco oltre il bordo, e scese facendo attenzione a non calpestarlo, gli si mise a cavalcioni sopra.
"Oh porca miseria, scusami " gli accarezzò il viso "Dove ti fa male?"
*
"Il sedere ho battuto una culata impressionante...ahi ahi" disse massaggiandosi con innocenza la parte lesa.

*
Si rimise il piedi e lo aiutò ad alzarsi mentre gli finiva di togliere i pantaloni, "Ti darò un bacino sulla bua e vedrai che passerà tutto così mi farò perdonare vuoi?"
Poi gli infilò le mani dentro i boxer aderenti , accarezzandogli la parte illesa' "Posso?".
*
Deglutì a fatica annuendo.
*
Tirò fuori le mani per agganciare due dita ai lati dei suoi fianchi e sfilare anche quell'ultima barriera, poi gattonò portandosi alle sue spalle "Vediamo dove ti farà più male?" e gli poso un lieve bacio , "Forse qui?" e poi un'altro "Oppure qui?" mentre lo continuava a baciare cominciò ad accarezzargli i fianchi e la pelle tesa dello stomaco, l'ombelico, con dita carezzevoli e delicate.
*
Chinò il capo sconfitto. I suoi sensi che si scioglievano come magma liquido affluendo in un unico pulsante centro di calore. 
Avrebbe voluto prenderlo fra le sue braccia  e baciarlo come in quelle pellicole in bianco e nero, un bacio da spezzare il fiato in gola come Rodolfo Valentino o Sean Connery e invece si limitava a gemere a occhi chiusi intrecciando le loro dita in una unica carezza sul suo corpo.
*
La sua lingua comincio a creare cerchi concentrici sulle sue natiche finche non cominciò a esplorarle nel mezzo, affondando in esse, solleticandole, e ogni tanto mordicchiandole.
Mentre le sue mani si avvicinavano al sesso di Konrad che pulsava circondandolgielò decise.
*
Sobbalzò di scatto al contatto con quel invasore umido e caldo.
"Mio dio...please stop" implorò "è troppo..." si perché era abbastanza eccitato senza dover aver bisogno di ulteriori stimolazioni e involontariamente Max aveva toccato il suo punto debole.
Si chinò scoprendo ancora di più la zona e premendo la fronte contro il tappeto ansimando e gemendo come un gattino in calore
*
Maximilian cominciò con una delle due mani una danza sul centro del suo piacere, mentre con l'altra gli stringeva una natica per aprirlo ancora di più, continuando a scendere finche incontrò quello a cui mirava, e vi premette le labbra succhiandolo e leccandolo.
*
Il cervello aveva staccato la corrente e c'era solo il corpo. Un corpo bollente e teso al piacere, annegato in una polla di profumi caldi che sanno di sesso e ricordi...
Seguiva quegli affondi morbidi come se fosse un amplesso sensoriale.
Ogni senso accresciuto all'inverosimile e il cuore che batteva nelle orecchie coprendo i suoi gemiti soffocati dal tappeto su cui pareva volersi annullare tanto vi sprofondava il viso.
*
Un ultimo affondo per poi allontanarsi e inumidirsi un dito, e ricominciare a esplorare il suo calore con quello, per poi aggiungerne un secondo, mentre la sua mano continuava a dar piacere al suo sesso bollente.
Gli si appoggiò addosso quasi lo volesse inglobare in se, gli voleva dare tutto il piacere di cui era capace.
*
"Maxy, Maxy ....ti prego o..." la voce falsata dal piacere in un sussurro roco e basso "ti prego o finirò per finire prima di te..." cercò di voltare il capo per vederlo ma in quella posizione ne scorgeva solo la frangia e un lembo di pelle.
Non abbastanza, non abbastanza per cercare di leggere nei suoi occhi.
*
"Lasciati andare per favore" gli sussurrò in un ansito roco, aumentando la velocità ricominciando a baciargli i glutei, e infilandogli un altro dito, voleva occuparsi solo di lui, voleva dargli tutto quello che poteva senza pensare a se, aveva sempre dato e preso, per la prima volta voleva solo dare.
*
Scosse la testa come se non lo capisse e ricacciò i propri gemiti in gola. 
L'ultimo movimento razionale fu prendere il cuscino e gettarlo davanti a se soffocandoci il viso. Il lino fresco della fodera fu uno schiaffo sulla sua pelle calda e gli fece riacquistare un po' di controllo quel tanto per resistere ancora un paio di minuti. Spinse indietro il bacino impalandosi su quel dito.
Pregò di non avergli fato male ma lo voleva. desiderava fare l'amore... ma forse per Max era importante non farlo.... non capiva più niente e si limitò a rimanere in quella posizione stringendo i pugni fino a che non gli fecero male.
*
"Non ti nascondere così, voglio sentirti , voglio capire se ti piace, voglio darti piacere, dimmelo ti piace? Ne vuoi di più?" il tutto sussurrato sulla pelle del suo fondoschiena alitandogli il suo calore addosso. 
"Voglio che ti lasci andare fammi sentire quello che provi, Sei così bello mentre godi"
*
La coscienza vacillò sul baratro del piacere e mise il piede in fallo...precipitò.
Venne con un gemito strozzato quasi un grido affondato tra il materiale sintetico del cuscino e il tappeto.
Il fiato corto, il corpo umido di sudore...
Si abbandonò mormorando le sue scuse senza neppure alzare il viso dalla sua trappola di lino.
Finché il cuore non si fosse calmato...l'anima sopita un po'...
*
Gli si distese a fianco senza pudore per la sua erezione, "Grazie, io volevo poterti insomma...." come poteva spiegargli che si era spesso preso piacere senza darne e per la prima volta aveva desiderato il contrario?
Era felice, come se il piacere che gli aveva dato potesse rappresentare qualcosa anche per lui, ma se non glielo spiegava? E come poteva ? Non sapeva trovare parole, lo abbracciò sospirando cercando di passargli a pelle la sua gioia.
Era davvero felice.
*
Konny trovò il coraggio di voltarsi e lo vide abbracciato e con l'aria...felice? Era così semplice la felicità?
Sorrise posandogli un bacio sullo zigomo ricambiando quell'abbraccio "Possò aiutarti a finire l'opera?" lo sussurrò imbarazzato come un bambino delle elementari alla sua prima cotta.
Si odiava quando non poteva fare a meno di comportarsi così.
Gli carezzò la schiena con le dita sentendo la pelle rabbrividire sotto al loro tocco un po' freddo.
"Sei una persona speciale" glielo sussurrò prima di pensarlo.
Voleva che Max lo sapesse.
*
Il suo sorriso si ampliò solo per accorgersi in quel momento che stava sorridendo, "Vediamo andando in ordine direi, sei vuoi e grazie ma credo sia tutto merito tuo..." e appoggiò il viso all'incavo del suo collo, voleva sentirsi coccolato, voleva averlo vicino , "Si ,vorrei un pò di coccole" lo disse senza vergogna, perché lo desiderava davvero.
*
"Allora prima occupiamoci di lui e dopo torniamo sul lettone a coccolarci"
ridacchiò lasciando scendere una mano sul pene di Max ancora eretto.
Scese lentamente impugnandolo e chiedendosi se Max preferiva avere le sue labbra sulla bocca o molto molto più in basso.
Glielo domandò chiaramente con lo sguardo sussurrando un tacito "guidami".
*
Max si impossesso delle sue labbra con desiderio per poi alzare il collo lasciando che le labbra di Konrad trovassero la strada per esso e per scendere pian piano più giù, mentre i suoi ansiti di piacere cominciavano a diventare sempre più forti.
*
Scivolò intorno al suo membro baciandolo piano. Era bello. Si era assurdo ma non avrebbe potuto definirlo meglio.
Non era corto ma neppure troppo lungo era così adatto e perfetto in quella lieve curvatura...
Lo lecco piano, come se lo stesse carezzando, studiandone le vene sotto il tocco gentile e il profumo. Quell'odore di maschio e di pulito che lo faceva tremare talmente era inebriante.
Si concentrò solo sulla punta che sensibile pareva sull'orlo dell'orgasmo... 
*
Abbassò le mani sulla sua testa intrecciando le dita sulle corte ciocche di capelli, lo accompagnava nel suo andirivieni, mentre la sua gola dava sfogo al suo piacere,
Poi apri gli occhi e quando lo vide mentre si occupava di lui, diede un ultimo colpo di reni, gemendo "Per favore spostati...stò...".
*
Era troppo impegnato a osservare quel viso trasfigurato dal piacere per rendersi conto di cosa stesse per accadere e quando lo capì riuscì solamente a spostarsi abbastanza perché il seme di Maximilian lo colpisse in pieno viso.
Colando creava scie bollenti di calore sulla pelle delicata del viso.
*
Appena riuscì a riprendere fiato con una certa parvenza di normalità, riaprì anche gli occhi.
"Scusa..." era talmente preso che non era riuscito ad avvertirlo in tempo. 
Lo fece sedere sul letto, e poi gli prese il viso tra le mani, cominciando a baciarlo leccando via il suo seme, dal suo viso e dal suo collo.
"Mi dispiace"
*
Sorrise "Non importa. Solo che non sono abituato sai io e Jordan usavamo il condom ...per le malattie..."
Socchiuse gli occhi godendosi quella sensazione stranissima. 
"Non ti devi dispiacere"gli baciò la punta delle dita portandosele alla labbra dopo aver controllando rapidamente che non fossero sporche di seme. 
"Mi hai regalato una nottata magnifica"
*
"Spero tu non mi vorrai tacchiare come rovina atmosfera, ma ti assicuro che sono sanissimo, nel lavoro che faccio non posso avere insicurezze comunque la colpa è mia, credo tu mi abbia distratto troppo" e lo distese sul letto abbracciandolo e ricominciando a dargli piccoli baci dove pensava di non averlo ancora fatto.
*
Rise. Ridacchiò e poi scoppio a ridere per il solletico e perché era felice.
Felice come non era da quando Jordan era scomparso.
"Si si mi ricordo tu sei quello strafissato" lo abbracciò ricambiando i baci e le carezze, coccolandolo come un peluche. Il suo bambolotto. 
"Sei un cucciolotto" gli rise sulle labbra, tremando sulla sua pelle.
*
"Questa non me l'aveva mai detta nessuno", e si spostò al suo fianco per poterlo tenere abbracciato senza pesargli addosso.
Era stato incosciente, impulsivo, un vero disastro, eppure era così contento , rimase a fargli le fusa e a carezzare i suo corpo con il sorriso sulle labbra.
*
Si addormentarono così, quasi contemporaneamente. I pensieri si poggiarono su un cuscino di piume e felicità inebriandosi di quel profumo speziato.
*


 
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