Note: I personaggi come al solito solo
originali e sono nostri!E ce li giostriamo come ci pare^_____^
Sweet obsession
di Amy e
Jar
Parte 1/3
Le
luci al neon illuminavano uno dei più affollati quartieri della città, o
almeno erano i più affollati in altri orari... e allo stesso tempo quelli
più percorsi da due specie umane che non avevano mai nutrito la più grande
simpatia l'uno per l'altro, i poliziotti e le marchette, come mettere
insieme l'acqua santa e il diavolo, e lì la pula passava spesso, i
residenti erano sempre più indignati che poi lo fossero anche le mogli o i
rispettivi mariti, l'una verso l'altro o viceversa dimostrava solo quanto di
'qualità' fosse l'offerta, sempre che un termine simile possa essere
accettato dai più.
Era passata da un bel pezzo l'Ora delle Streghe, e per la via illuminata ora
passeggiavano sporadici passanti e molti giovani, e la maggior parte di essi
non lasciavano la zona se non accompagnati in macchina....
Maximilian si osservò mentre passava per l'ennesima volta davanti alla
solita vetrina domandandosi se era il caso di sciogliersi i capelli.
*
Le luci si immergevano in una notte senza stelle. La luce della modernità
aveva soffocato i più begli occhi della notte, quelli a cui centinaia di
volte aveva sospirato e pregato: per amore, per disperazione, per felicità...
Le uniche stelle che ora brillavano erano quelle dei neon colorati che
lanciavano i loro gridi fluorescenti tra le ombre di alti palazzi.
E tra essi, come lingue oscure e brillanti allo stesso tempo, fuochi fatui
della società centinaia di ragazzi passeggiavano mettendo sul banco il loro
corpo.
Non riusciva a ricordarsi un tempo in cui anche lui utilizzava quegli
orribili epiteti verso quelle tristi creature della notte. Era passato
troppo tempo.
"Andiamo Konrad!" si incitò da solo rallentando per l'ennesima
volta.
Lo osservava.
Da giorni era diventata la sua ossessione.
Perché che lo volesse o no quel ragazzo alto e longilineo gli ricordava una
figura che ancora si aggirava nella sua mente, tra i sensi di colpa e le
frasi non dette.
I fari delle auto gli guizzavano addosso come mille lingue luminose e lui
pareva pascersi a quel tocco. Si metteva in mostra, ondeggiava e lasciava
che le lunghe dita stringessero la cintura bassa dei calzoni.
Lo voleva. lo voleva come non voleva da molto tempo.
Era qualcosa che travalicava l'interesse, era passione, mania.
Spesso aveva pensato di andare da uno psichiatra ma nulla e nessuno avrebbe
potuto concepire il desiderio di possessione come lo concepiva lui. Riempiva
ogni cosa, ogni idea, ogni attimo.
Era il latte, lo zucchero, l'aria, il sole, la notte, il rosolio, il
sangue...era tutto.
Lo seguì costeggiando il marciapiede. I soldi in tasca e il cuore in gola.
*
Maximilian sorrise tra sé e sé, era un riso amaro, beh sembrava che
qualcuno fosse interessato, finse di frugarsi nelle tasche anche se sapeva
dove si trovava quello che cercava, tirò fuori un pacchetto di sigarette, e
poi si guardò sconsolato le tasche dove non sembrava esserci l'accendino,
chissà a chi avrebbe potuto chiederlo.
Continuò a camminare accostandosi però con passo sicuro al bordo del
marciapiede aspettando la prossima mossa del tizio in macchina.
*
Konrad sorrise ampiamente continuando a stingere fra le labbra la propria
sigaretta. Era certo che avrebbe fatto quella mossa e nonostante lui non
fumasse quella sera si era portato un pacco delle sigarette che il ragazzo
fumava sempre.
Lo osservava da troppi giorni per non prepararsi in modo adeguato.
Con un gesto delicato della mano prese il pacchetto dal cruscotto e ne
estrasse un accendino tipo zippo.
Il meccanismo di accensione sfrigolò nel caos asettico della città.
"Prego"sorrise dolcemente come sapeva fare e come non poteva
impedirsi di fare.
Sweety-sexy come lo definivano gli altri...deficiente come si definiva lui
stesso.
*
Si avvicinò con il suo sorriso a 'sessantaquattrodenti' come lo definiva
lui, e si appoggiò con eleganza al finestrino aperto, "Grazie ne ho
proprio bisogno" quasi un bisbiglio come se fossero gia complici in
qualche modo.
Dovette trattenersi dal ridere, l'uomo era esasperato e nervoso e lo zippo
che gli aveva offerto sembrava irrimediabilmente scarico.
"Posso?" e nel dirlo allungò le dita delle mani per circondare
quelle di lui, e si mise a provare anche lui.
"Credo sia scarico...".
L'uomo era riparato in parte dalla luce nell'abitacolo della macchina e non
riusciva a vederlo bene però era sicuramente ancora più imbarazzato.
Si scorto una ciocca di capelli dal viso e la spostò con grazia dietro
l'orecchio, per infilarsi un pò, solo un poco con la testa nell'auto, nulla
di offensivo, un gesto amichevole "Possiamo provare usando la tua
no?"
*
Konrad sorrise debolmente sporgendosi abbastanza perché fosse comodo
accendere la sigaretta in quel modo, ignorando il proprio cuore che batteva
fortissimo. Si sentiva un perfetto coglione privo di qualsiasi tipo di sex
appeal e per l'ennesima volta maledisse la sua aria da cucciolo che spuntava
sempre e solo nei momenti in cui avrebbe voluto essere sexy.
Comunque era gentile senza essere sguaiato.
Si ritrovò immerso in quegli occhi verdi come giade mentre inspirava il
fumo fissandoli con una intensità che pochi riescono ad avere. Ma era
sempre stato così, se teneva a una cosa quella lo assorbiva totalmente.
Incontrò quelle iridi e vi rimase incatenato e le incatenò finché le
sigarette non si accesero separando quel contatto tra loro.
Ridacchiò gettando nel cruscotto lo zippo "robaccia" fece
spallucce come se tutto fosse già passato.
*
Sorrise di nuovo, soffiando via il fumo aprendo la bocca e facendolo uscire
in un cerchio perfetto, che evaporò nell'aria.
"Grazie ancora non avrei saputo come fare, purtroppo ormai non avrei
trovato neanche un locale aperto."
Prese un'altra boccata e aggiunse "Posso ricambiare in qualche
modo?...."
lasciò la frase in sospeso aspettando una qualsiasi reazione.
*
Konny espirò il fumo dalle narici pensando velocemente finché un rumore
sordo che proveniva dallo stomaco del prostituto non gli diede lo spunto
migliore e dopo una sana risata di entrambi propose.
"Che ne dici se facciamo un paio di chiacchiere davanti a una
cioccolata calda e una torta tutto spesato da me?" la voce era una
carezza gentile.
Avrebbe voluto essere più spavaldo, più sessuale, più animale ma più
cercava di ruggire più quello che emetteva diveniva un flebile miagolio da
gattino sperduto in cerca del suo gomitolo preferito.
*
Era una vita che non veniva invitato solo a mangiare qualcosa, o aveva perso
il suo sex-appeal o doveva tornare al suo vecchio dopobarba, cercò di
trattenere le risate, e sorrise, beh era uscito tardi e non aveva davvero
mangiato nulla, fare due chiacchiere per una volta non poteva essere la fine
del mondo, no?
"Perché no?"
Lo guardò interrogativo, poi aggiunse "Conosci la pasticceria
all'angolo con il ponte per uscire dalla città? Non è lontano e poi deve
essere ancora aperto, se ti va."
*
"Certo ci abito praticamente sopra. Dai sali su" gli rispose il
poliziotto aprendogli la portiera.
L'auto nera partì con un movimento sciolto. Sul cofano lucido e
metallizzato le luci si riflettevano. L'arbre magicque a forma di gattino
dondolava appena profumando l'aria di un dolce profumo agrumato, un
agrodolce che saturava l'aria senza coprire gli altri odori.
*
Maximilian si accomodò incrociando i piedi e allungando le gambe, quella
macchina gli piaceva, e anche il tizio sembrava come dire interessante? Per
ora non si voleva azzardare a considerazioni più profonde.
"Piacere comunque mi chiamo Maximilian" era talmente agitato che
l'aveva preso su senza domandargli neppure il nome, era un fatto strano
visto che lo aveva invitato solo a mangiare però era la sua incertezza a
farlo apparire molto diverso da come lo si poteva giudicare dal suo aspetto
esteriore, non voleva definirlo dolce, però era quello che gli era passato
per la testa.
*
"Maximilian? Che nome altisonante.Credo derivi da massimus. Una radice
latina" sorrise rallentando al semaforo rosso. Una coppia di
fidanzati attraversò velocemente mano nella mano.
Konrad li seguì con lo sguardo presentandosi con un tono casuale "Io
mi chiamo Konrad".
"Ah, Konny?"chiese la voce dell'altro con sicurezza.
Konrad roteò teatralmente gli occhi agitando una mano "Per carità così
mi chiamano i miei colleghi...brr...mi fa venire i brividi quel nick! Fa
tanto pastorella delle fiabe.." poi aggiunse mimando la vocina
tremolante di uno dei suddetti personaggi "le mie pecore signore dove
sono le mie pecore?"
*
Si mise a ridere stringendo i denti, era assolutamente folle, "Ed è
per non sembrare una timida pastorella che sei riuscito a trovare un gattino
rosso come questo?" e diede un colpetto al suddetto con il dito. Un
arbre magique a forma di gatto..
"Però è davvero carino dove sei riuscito a trovarlo?"
*
Konny rispose con una risatina "amiche". Sai quando esci con le
donne e quelle si attaccano a qualunque bancarella venda cose carine. Loro
sanno che adoro i gatti e così, non conoscendo limiti mi riempiono di
oggettini simili. Però non me ne lamento"sorrise "Ti piacciono i
gatti?" lentamente parcheggiò a un isolato di distanza anche perché
era un vero inferno trovare un posto libero a quell'ora e non gli pareva
gentile ritirarla nel garage per ora.
*
"Ne ho uno a casa che purtroppo fa da padrone mi sa, ed è un po'
matto"
definirlo solo matto era lieve, però si stava sbilanciando non doveva
cominciare a parlare di cose personali non doveva certo farlo entrare nella
sua vita si ricordò.
"Su andiamo? Ho paura di avere davvero fame" e usci dalla macchina
rimettendosi il cappotto chiuso fino alla fine, faceva davvero un freddo
cane.
*
Camminarono in silenzio "Freddino eh? Cavolo non dovrebbe essere
stagione per un freddo simile..."si cacciò le mani nelle tasche dei
pantaloni.
"Ohh nooo" esclamò Konrad fermandosi davanti alla serranda
abbassata della pasticceria dove un cartello fluorescente con scritto in
chiare lettere "chiuso per lutto" strideva con quel biancore
sporco di spray e scritte.
"Ok ...hai idee?" fece Konny piegandosi a grattare la testa a un
gattino che provvidenzialmente era giunto in quel momento reclamando un po'
di cibo "Ohhhh...Bonnie non posso portarti ora su non vedi che sono in
compagnia?"
sussurrò alla micina che invece parve spalancare ancora di più la bocca in
un miagolio disperato.
Konny la prese in braccio "ecco il guaio di nutrire i gatti
randagi"
*
"Beh non voglio che la lasci qui a patire poverina" e si avvicinò
a sua volta per elargire alla gattina dei delicati grattini sotto il mento e
dietro le orecchie.
"Forse è meglio che le dai da mangiare..." lasciò la frase in
sospeso forse era rischioso ma voleva vedere se lo invitava su da lui.
*
Konny le batté un dito in testa con delicatezza come a rimproverarla
benevolmente di tanta insistenza "Beh se ti va potresti venire su da
me" e il suo sguardo era piuttosto incerto .Aveva paura che gli
rispondesse no e ne avrebbe avuto tutto i motivi di questo mondo, primo fra
tutti che era uno sconosciuto.
Spense in terra la sigaretta poi la raccolse con una mano mentre con l'altra
sorreggeva Bonnie e la gettò nella spazzatura.
Il mondo era già abbastanza sporco per non doverlo sporcare ulteriormente.
*
"Beh in fondo mi devi ancora una cioccolata calda mi sa, o
sbaglio?"
E così lo vide rilassarsi in un'espressione bellissima, era sua comune
opinione che chi amasse i gatti non poteva essere davvero pericoloso, e poi
ora sotto le luci dei lampioni senza le ombre del abitacolo era quasi sicuro
di averlo gia visto, forse non era la prima volta che lo vedeva passare per
la strada 'più famosa della città' ma non riusciva a ricordarselo. Era un
azzardo, ma aveva proprio voglia di mettere qualcosa nello stomaco.
*
Il portone si aprì al secondo tentativo mentre Konrad ci si era appoggiato
bestemmiando contro il "caro" amministratore che non voleva
cambiare il meccanismo di entrata e rischiò quasi di fracassarsi l'osso del
collo.
Mentre Bonnie miagolava sommessamente pregustando il sicuro pasto Konny ebbe
il tempo, mentre apriva la porta di casa di controllare che Max fosse ancora
alle sue spalle e provò un senso di piacere nello scorgere i suoi
capelli biondo cenere al di sopra della propria spalla mentre era intento a
osservare i due vasi di piante enormi posti accanto alla sua porta.
"Era troppo grigio sai mi piacciono le piante" gli spiegò
deponendo la micina in terra.
"Prego entri pure" una luce soffusa si diffuse nell'ambiente.
*
"Grazie" appese all'ingresso il cappotto anche se avrebbe
preferito tenerlo su ancora un po', ora era lui a sentirsi un po' spaesato
in quella casa, ora che era entrato non sapeva cosa sarebbe successo. Ma era
stata una sua scelta, non poteva più tirarsi indietro.
"Bene, Signore che cosa offre la casa?"
Il suo stomaco stava facendogli capire di volere la sua completa attenzione
e solo allora fece un paio di calcoli mentali, era quasi un giorno intero
che non metteva qualcosa in bocca.
Forse era meglio dire nello stomaco....
*
Konrad arrivò in quel momento chiudendo la scatoletta per gatti. La gettò
e con un ampio sorriso aprì l'enorme frigo all'americana che nella sua
luminescenza irreale si rivelò assolutamente pieno di qualsivoglia cosa.
Compresa una appetibilissima torta con panna e fragole.
"Tutto ciò che lei vuole..." si voltò giusto in tempo per
togliere velocemente dalla vista di Max una torta a forma di pene ma a
quanto pareva era troppo tardi.
"Colleghi..." ringhiò accantonandola in un angolo.
*
Si batte una mano sulla fronte, "Certo che non ci vanno leggeri mi
sembra, credo che preferirò l'altra".
Diede un altro buffetto alla gatta, lasciando in bella vista il suo sedere
per poi tirarsi su e andare tranquillo a mettersi seduto appoggiando i
gomiti al tavolo "Sono talmente fortunato da avere la possibilità
anche della cioccolata?"
Ora si stava scaldando appena arrivato si sarebbe volentieri lanciato sopra
i fornelli a cuocersi, era il suo peggior difetto quello di patire tanto il
freddo.
*
Konny si avvicinò alla segreteria ma la bloccò non appena la voce di un
suo collega cominciò ad annunciare che "Cazzo Konny rispondi al
cellulare abbiamo avuto un codic.." ma la segreteria si bloccò sotto
l'impulso della sua mano e tacque.
Si voltò come se nulla fosse avvicinandosi al riscaldamento e aumentandolo.
"Soffri molto il freddo"gli sorrise "sei un
mezzosangue?" aveva visto il colore ambrato della pelle ma solo ora si
era ritrovato a chiederselo.
Mise la cioccolata sul fuoco per mescerla.
*
Scosse la testa, "No questa si chiama lampada integrale sono di pelle
chiara, e rimedio così" si passò un dito sulla guancia "E ti
assicuro che sto molto meglio cosi" poi saltò sulla sedia quando la
gatta si strusciò sulle sue gambe, "Ahhhhh sei tu" la prese in
braccio e se la mise in grembo per coccolarla a dovere.
*
"Hai dei tratti molto fini, ti danno un aria nobile...secondo me con la
tua pelle bianca li esalteresti" mormorò sovrappensiero.
Era teso anche se era riuscito a fermare la segreteria prima che rivelasse
molto più di quanto non volesse c'erano molte altre cose che lo avrebbero
potuto indirizzare verso il suo lavoro e allora addio Maximilian.
Una figura oscura strisciò sul pavimento e balzò con un tonfo sul tavolo.
Konny fece in tempo a voltarsi per vedere sobbalzare con un grido soffocato
Max. Davanti a lui quello che pareva essere una specie di palla di pelo lo
fissava con gli occhi verdi sonnacchiosi.
"Giù di li, giù Cesare!" lo minacciò Konrad con il cucchiaio e
il gattone di tutta risposta lambì con la lingua la cioccolata che si era
depositata sulla superficie metallica.
"Oddio mi spiace che ti abbia spaventato!"
Gettò il cucchiaio nel lavandino e verso la cioccolata in ampie tazze.
"Via di li!" cercò di imporre al gatto brandendo questa volta la
confezione di panna montata per poi risolversi a trasportare di peso il
gatto sul termosifone.
Si lasciò andare con un sospiro sulla sedia solo per scattare di colpo in
piedi.
*
Maximilian per poco non fece cadere la sua tazza, "Cosa succede?"
sembrava che si fosse punto con qualcosa, o non sapeva, però gli ricordava
quella volta che la sua amica Ginger si era seduta sui suoi stessi
orecchini, però lei aveva urlato, lui no, forse non portava orecchini....
Il suo senso dell'umorismo stava peggiorando con la fame.
*
Konrad era finito in una di quelle sit commedy americane o in uno stupido
libro scritto da una autrice psicopatica che si divertiva a fargli capitare
di tutto!
"Oliver..." disse con una espressione assolutamente allibita
ponendo un piccolo cazzettino camminante a molla sulla tavola "Maximilian
ricordati una cosa: mai dare le chiavi di casa tua a dei colleghi!"
Tastò le sedia e vi si sedette sicuro di non trovare altre sorprese..o
almeno lo sperava!
Gli porse una abbondante fetta di torta.
Ora che lo guardava così da vicino notava le piccole somiglianze e le
grandi differenze fra lui e Jordan.
*
Si mise a sbocconcellare con calma anche se aveva davvero fame, doveva
dimostrarsi educato, avrebbe voluto vedere se lo avesse ancora interessato
nel caso lo vedesse infilare la testa nel frigo come faceva spesso e uscirne
con una coscia di pollo freddo in mano o meglio in bocca.
Si concentro sulla torta e sulla cioccolata, aveva evitato di ridere al
souvenir, a lui non sarebbe dispiaciuto che qualcuno ogni tanto lo venisse a
trovare però quel tipo di ricordini non erano il massimo.
*
"Comunque quel simpatico orso che prima è saltato sulla tavola è il
mio gatto obeso Cesare...o meglio l'allegro soprammobile di casa".
In effetti Cesare si era spaparanzato sul davanzale, poco sopra il
termosifone e tutto pareva fuorché un gatto.
"In effetti mi ha un po' spaventato" confessò Max bloccando a
mezz'aria il cucchiaino e guardando con un sopracciglio alzato il gattone.
"Io dovrei andare al bagno" gli occhi verdi lo fissarono e Konny
si sentì in paradiso.
L'oggetto del suo desiderio era al di la del tavolo, in casa sua.
"Si certo la toilette è qui seguimi" si alzò con un gesto
meccanico come se l'avesse mostrata centinaia di volte, ma quando arrivarono
più o meno a un paio di centimetri dalla porta un orribile pensiero si
impossessò della sua mente "no aspett..." come nelle peggiori gag
si inciampò sul tappeto indiano e fini per schiacciare contro al muro il
povero Max..
*
Quando si rese conto che lo stava schiacciando al muro, riuscì solo a
pensare *per fortuna che pensavo fosse un uomo timido*.
Appena riprese fiato, se lo sentì scappare dalle dita, si era allontanato
di scatto ed era rosso come un semaforo, Maximilian lo guardò incerto,
Konny gli indicò il tappeto, "Ahhh sei inciampato " si risistemo
i capelli che gli erano finiti sul viso nell'assalto che aveva appena
subito, cominciava a credere davvero che Konrad volesse solo
chiacchierare....
"Beh posso andare in bagno?"
*
Konrad avrebbe voluto dire di no ma prima che il suo cervello elaborasse una
balla che reggesse Maximilian aveva già chiuso la porta della toilette alle
sue spalle.
"Attendiamo la mortteeee" ripeté a bassa voce con la stessa voce
da chiesa di poche ore prima. Bonnie si allontanò circospetta senza
badargli troppo.
Tornò a sedersi sulla sedia della cucina, fissando i resti della torta e
facendo camminare il cazzetto sulla tavola.
L'occhio gli cadde sulla foto appoggiata sulla mensola in cui Jordan perdeva
lo sguardo in un cielo uggioso, con al sigaretta che pendeva dalle labbra
sottili di ragazzo.
Lo aveva amato...anzi lo amava ancora e lo cercava spasmodicamente in Max.
"Sono un coglione" sussurrò poggiando la fronte sul tavolo,s
consolato.
*
Maximilian resto in contemplazione di quella giacca da poliziotto ricordando
finalmente dove lo aveva visto, la retata di due settimane fa!
Lui era quello che aveva fatto abbassare i manganelli agli altri.
Che significava?
Si sbrigò deciso ad andarsene.
Ritornò in cucina, e questa volta la sua voce risuonò fredda, "C'è
nulla che tu debba dirmi ? Anzi domando io che gioco stai giocando di
grazia?" e lo ritrovò con quell'aria sconsolata che gli bloccò la
voce e non riuscì ad aggiungere tutto quello che voleva.
*
Konny si aspettava quella domanda. Aveva cercato una risposta ma sembrava
che il suo cervello si fosse totalmente disconnesso.
"Niente. Sono fuori servizio, non è per lavoro è solo per
me...credimi non sarei mai riuscito a fingere di essere una testa di cazzo
sfigato così ...è solo perché lo sono di mio" scosse la testa
massaggiandosi i capelli cortissimi e scuri.
"Non mi chiedere perché ma tu eri diventato la mia ossessione. E' che
sei diverso dagli altri ." non riusciva a spiegarsi ma assurdamente ora
che non doveva fare colpo la sua voce sembrava molto più serena
"Sembri quasi due gradini più in alto di tutti. Non so se capisci ciò
che voglio dire." si appoggiò allo schienale della sedia socchiudendo
gli occhi.
Max lo fissò come se avesse una domanda precisa, una prova schiacciante da
chiedergli e quella domanda arrivò sferzando l'aria con una precisione
agghiacciante.
"Bene tirati giù i calzoni se è la verità(1)". Secco e deciso
come solo un ragazzino può essere.
La domanda rimbalzò nella testa mentre Konny cercava di captarne il
significato e quando esso giunse ai neuroni riuscì solo ad esclamare un
"Oh" mentre si alzava e socchiudendo ulteriormente gli occhi
imbarazzato lasciava che i pantaloni calassero lasciandolo solo in quei
boxer grigi scuro elasticizzati che tanto amava Jordan.
*
Max si avvicinò con aria decisa gli prese con le dita l'angolo dei boxer,
"Io intendevo tutto" e glieli calò fino alle ginocchia.
"Ora cosa hai voglia di dirmi?"
*
"Ehm...che mi sento nudo non va bene vero?" sorrise imbarazzato
sentendosi un deficiente e per la prima volta ebbe veramente voglia di
piangere ma da qualche parte trovò il coraggio di non farlo ma si limitò a
mordersi un labbro.
"Che hai ragione ad essere incazzato" e aveva avuto ragione anche
Jordan a esserlo quando lui era sparito come un fantasma, quando gli aveva
negato il suo amore.
*
Si senti una merda, anche lui una volta aveva quell'espressione addosso,
quando si doveva costringere agli inizi e sapeva cosa voleva dire sentirsi
mortificato a morte, beh si girò e gli disse "Scusami, ti credo,
avanti rivestiti."
I suoi occhi caddero sulla mensola, "Jordan? Tu lo conoscevi?"
cavolo era stato uno dei pochi con cui avesse mai parlato, poi a un certo
punto era diventato il fantasma di se stesso, e non era più riuscito a
parlargli.
Aveva sentito dire che era innamorato di un poliziotto ma non sapeva molto
altro che si trattasse del suo ospite?
*
Si irrigidì di colpo mentre si riallacciava i calzoni.
Cosa poteva dire?
"Si...stavamo insieme" ma *stare insieme* non era il termine
giusto.
Compenetrarsi, amarsi, capirsi, cogliersi, condividere i propri silenzi e le
proprie paure..oh niente avrebbe mai potuto rendere ciò che provavano.
Si chiese se avesse parlato ad alta voce visto che si ritrovò a fissare di
nuovo gli occhi verdi in cui si era perso molte volte e di nuovo essi lo
assorbirono fino a portarlo lontano.
Gli stessi occhi.
*
Non sapeva quasi nulla, a parte che era stato trovato imbottito di
barbiturici, e questo era l'uomo che Jordan aveva amato, sospirò, *ora che
faccio?* sapeva che stava facendo una cazzata lo sapeva quando l' aveva
pensata e quando si rese conto che stava per farla non si fermò lo stesso,
gli prese il mento fra le mani e lo baciò un bacio leggerò non se ne dava
un vero motivo , ma si sentiva in colpa perché quegli occhi che lo avevano
guardato per più di un ora avevano un 'aria cupa e piena di dolore e e e
non lo sapeva neppure perché avrebbe voluto rimediare.
*
"Panna.."sorrise leccandosi le labbra. Max lo guardò
interrogativo "Uh?" Le labbra di Konny si piegarono in un dolce
sorriso "Sai di panna e cioccolata"
Si aggiustò la maglia "Vestito mi sento molto meno ridicolo...beh
almeno finché non mi inciamperò in qualcos'altro"
*
"Puoi sempre decidere di ritornare nudo non eri mica male sai? "
strinse gli occhi sembrava che lo volesse sedurre anche se gli aveva chiesto
solo una chiacchierata, al diavolo doveva andarsene a casa, non poteva
interessarsi ad un poliziotto già era uscito parecchio dal suo standard con
lui.
Doveva cercare di allontanarsi, ma più tempo passava più il suo cervello
tirava fuori azioni e parole di altro genere.
*
Konrad sorrise a quel complimento forse un po' forzato "E tu un
adorabile mitomane" Si cacciò le mani nelle tasche dei calzoni
perdendo per un attimo quell'espressione docile e solare e fu come se una
nuvola avesse oscurato un bellissimo sole estivo.
"Sai...Jordan mi parlava spesso di te" si fissò la punta della
scarpa imbarazzato "ma non so perché mi ero fatto tutta un'altra idea
di te" alzò degli occhi che parevano piombo fuso tanto erano liquidi.
Non tristi ma melanconici...
*
Si ritrovò un attimo spiazzato, non credeva di essere stato un loro
argomento di conversazione, "Adesso purtroppo per te mi hai
incuriosito, su dimmi che idea ti eri fatto, e non credere di scampare alla
domanda so essere testardo come un mulo ti avverto" e si sedette di
nuovo ad aspettare la risposta già dimentico della decisione precedente di
andarsene subito.
*
Osservò la luce soffusa della stanza perdendosi in essa cercando una giusta
inflessione nella voce che non mostrasse quanto fragile era in quel momento.
"Beh che sei testardo me lo ha detto lui è molto...era" la voce
si incrinò, persa fra i labirinti intricati dei pensieri "molto fiero
di te. Però non mi aveva mai detto fisicamente come fossi ti immaginavo
assolutamente diverso e sopratutto non così bello a pensarci bene sono un
po' geloso a pensare che hai diviso buona parte di giorni con il mio Jordan"
ridacchiò portandosi una mano alla bocca come i bambini quando ne pensano
qualcuna delle loro.
*
Si mise a osservarsi le scarpe lucidate alla perfezione, era una delle sue
tante manie, era un pò che non le contava ma doveva avere circa una
quarantina di paia di scarpe appena non erano più nuovissime le scartava,
una delle tante sue manie, Jordan lo prendeva spesso in giro per questo, ora
non sapeva cosa dire, ed era difficile lasciarlo senza parole.
"Insomma la tua era un 'idea fisica' differente ? E io che mi ero
preoccupato pensando ti avesse raccontato qualche mio abominevole
segreto!"
Ora si sentiva il sedere inchiodato a quella sedia, che ci faceva in casa di
un poliziotto a parlare di Jordan?
Voleva tornarsene a casa , voleva rimanere , già anche rimanere ma per fare
cosa? Non era una situazione che credeva di poter riuscire a gestire al
meglio, e la cosa lo metteva in un'evidente stato di agitazione.
*
Lo guardò e gli bastò uno sguardo per capire quanto imbarazzato fosse.
"Oh scusami io..beh....credo di averti annoiato a sufficienza coi miei
sciocchi ricordi. Dai ti accompagno a casa tanto suppongo di sapere la
strada" bofonchiò rimettendosi la giacca e prendendo le chiavi
dell'auto.
Quando Jordan era vivo abitava praticamente accanto a Max. *Era* perché non
riusciva ad ammetterlo? Jordan non c'era più ed era colpa sua.
Stirò un sorriso di carta stagnola.
"Quanto ti devo?Per le ore intendo...non conosco le tue tariffe"
le guance si soffusero di un lieve rossore.
*
"Stasera offre la casa allora" gli uscì di bocca prima che
collegasse il cervello al resto del corpo, diavolo si stava rammollendo?
Cominciava a credere di avere i criceti nel cervello, ma ormai lo aveva
detto, e comunque sia andava bene lo stesso non era certo in bolletta.
Si alzò per andare a prendersi il cappotto.
Era una serata strana, e lui la stava seguendo e forse superando, domattina,
ma beh domani pomeriggio si sarebbe dato del rincitrullito e non voleva
rovinarsi il sonno prima, si ritrovo in cucina di nuovo ad osservare Konrad
mentre si abbottonava.
*
Konrad scosse la testa "Ne faccio una questione d'onore fatti pagare e
non rompere" gli piazzò un bel sorriso a pochi centimetri dalla
faccia, praticamente poteva sentire il loro respiro che si mescolava tanto
erano vicini.
Un sorriso tipo Krusty il Clown.
*
Ridere non lo credeva possibile però lo fece, aveva un'espressione troppo
assurda.
"Ok fatti tuoi, vediamo, sarò salato allora, così impari"
Ci pensò un momento guardando l'orologio, e disse il suo prezzo abituale
adattato al fatto che avevano solo chiacchierato.
Comunque questo lo faceva sentire meglio non avrebbe mai voluto perdere la
sua fama di freddo calcolatore, era immeritata ma lo sapeva solo lui, e ora
anche Konrad.
*
"OOKKKEIIII capo" disse mettendogli i bigliettoni in mano. Si era
preparato psicologicamente lavorando oltre che come poliziotto creando un
paio di siti web giusto per avere dei soldi in più e facendo gli
straordinari quindi dividersi da quella somma non gli pesò troppo..si
insomma niente infarti o sbiancamenti.
*
Li ripose con calma in un portafoglio in una tasca interna.
"Visto che sai dove abito non ti darò indicazioni per strada
andiamo?" e lo prese tranquillamente a braccetto quando si richiusero
la porta alle spalle, e Maximilian con una mano reggeva la busta di plastica
con un contenitore e della torta, Konrad non aveva voluto sentire ragioni, e
lui aveva accettato questo voleva dire che prima o poi si sarebbero rivisti
doveva ridargli il contenitore...
*
(1) se è in servizio come poliziotto non può denudarsi sarebbe contro la
legge.
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