Sweet and Decadence
parte I
di Razorblade Kiss
Non mi ricordo molto di quella giornata. In quel momento l’unica cosa che volevo erano le sue braccia, i suoi baci. Mi abbracciò, alzandomi, tanto lui era alto e io tanto piccolo da sembrare suo figlio. La sua bocca era calda, nonostante il gelo della sua pelle. Era così forte. Così sensuale. E io ero soltanto un 19enne caduto nella tela del ragno, ma poco importava,s e il suo veleno sarebbe entrato in circolazione... Era lui che volevo, e forse anche la morte.
Era incominciato tutto quando incrociai i miei occhi con i suoi: azzurro chiaro, anche se descriverli così era poco e forse anche un insulto. Spiccavano su quella pelle bianca, levigata, i capelli corti di tutte le sfumature del biondo:dal più chiaro al più scuro, e quel corpo che forse soltanto un Dio poteva avere. Alto, molto alto, un metro e 91 credo, sedeva davanti a me con espressione da cacciatore, seduttore pronto a catturarmi. Io non volevo neppure andare quella sera in quel locale... ma furono i miei amici a portarmi... ero così impacciato, quando il suo sguardo si puntò addosso a me, quasi imprigionandomi. Sentivo quasi il suo respiro regolare sul collo, freddo come la pietra... no... non poteva essere umana, quella creatura perfetta, scolpita nel ghiaccio... Arrossì. Perchè quell’uomo mi osservava così intensamente? Ero soltanto un 19enne, nemmeno attraente. Indossavo una semplice maglietta nera, neanche avevo un fisico da risaltare... i miei capelli erano una folta criniera di boccoli castano scuro e i miei occhi erano due palle verdi... si, forse l’unica cosa che potesse andar bene nel mio corpo erano appunto gli occhi, presi da mia madre. Eppure non mi toglieva lo sguardo di dosso... avevo fin paura... un adulto che guarda spasmodicamente un giovane; di certo era soltanto un perverso che voleva sbattermi, per poi magari minacciarmi di uccidermi se avessi rivelato il fattaccio... ma non faceva nulla... solo osservarmi di sottecchi, senza mai sbattere le ciglia... unico movimento fu la nocca della mano che gli reggeva la testa, che finì stretta fra i suoi denti... Era dannatamente sexy, così... non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui... era come una calamita... Ormai non vedevo nè sentivo i miei amici di fianco a me... quegli occhi mi avevano incatenato, stregato... Quasi non me ne accorsi che si era seduto di fianco a me... Era tranquillo, seduto con le gambe incrociate,e le mani intrecciate... mi osservava.. -ciao Crhisto... Mi disse, tanto basso, da doversi concentrare per sentirlo... Un sorriso sbilenco si formò sul suo viso. Iniziai ad avere caldo, intorpidimento negli arti e fatica a respirare la sua stessa aria... -come...come fai a sapere... Dissi in un soffio, quasi mi uscissero a fatica le parole... -il tuo nome?... Mi disse,ridacchiando leggermente. -io sò tanto su di te, Crhisto... Si avvicinò a me, prendendo il mio viso fra l’indice e il medio, costringendomi ad alzare il viso e a guardarlo negli occhi... l’aria mi mancò. Sorrise compiaciuto di questo mio smarrimento, e avvicinandosi ancora di più sfiorò la mia bocca, leggero come una carezza appena accennata... era come se a pochi centimetri da me ci fosse una caramella, pronta da mangiare. La mia testa si mosse da sola, avvicinandomi sempre di più a lui... chiusi gli occhi e poggiai la mia bocca alla sua... era morbida ma fredda. Mi prese una ciocca di capelli e la strinse, avvicinandomi sempre più a lui, sentendo il suo profumo dolce. La sua lingua scivolò sulle mie labbra, chiedendomi il permesso... perchè non darglielo? Ormai ero finito in quel pasticcio... Era molto diverso... dava più scosse, su per la spina dorsale, baciare un uomo invece che una donna... era, strano ma allo stesso tempo eccitante, sentire sotto le dita la pelle liscia e la mandibola di un uomo adulto, i capelli...si, erano morbidi anch’essi, ma pungevano come aculei. L’intorpidimento generale aumentò, facendomi sentire molle e malleabile. Le sue braccia mi presero tra di loro, stringendomi. Poggiai le mani al petto, sentendolo respirare regolarmente... non come me, che annaspavo, cercando tregua a quel bacio, ma non trovandone e forse non cercandola neppure... Le palpebre si aprirono ma poco, anzi quasi niente, visto che si richiusero all’istante... Mi mordeva il labbro inferiore, sentendo i suoi denti troppo affilati... Finalmente mi lasciò respirare, anche se per poco, visto che scese sul mento fino al collo... Inizia a vergognarmi...non lo conoscevo, non sapevo chi fosse e mi lasciavo fare tutto questo... -aspe...aspetta... Ansimai, ma mi uscì come un gemito. Stringeva la morsa come se stessi cercando di scappargli, ma anche se fossi riuscito a districarmi dalle sue braccia sarei cascato a terra, per via dell’immobilità delle mie gambe... -ti prego...aspetta... Ansimai ancora...la vergogna mi assalì, quando riconobbi il vociare dei miei amici, accortisi di me e lo sconosciuto... -ti prego... Le sue mani iniziavano a toccare un po’ troppo in giro, arrivando sotto la maglietta... Ridacchiava sulla mia pelle e una conosciuta sensazione si liberò in me: mi ero eccitato. Era evidente, visto il rigonfiamento nei pantaloni... -lasciami....ti prego... La mia voce usciva come un gemito di piacere... -se me lo chiedi con questa voce,Crhisto, è difficile che qualcuno la smetta... -chi sei...non sò...nemmeno...il tuo nome... Si era fermato,e la mano che vagava tra i miei capelli si fermò. -Io sono Andrè, Crhisto...il tuo vampiro, mio caro... E con questo si alzò ridendo...
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