NOTE & DISCLAIMERS: Avevo detto che per un po? non postavo più niente.
Ma, come dice il buon vecchio Alex di Arancia Meccanica, l?ispirazione
viene a chi la sa aspettare, eccomi qui. Allora, tutto è nato dal fatto che,
qualche tempo fa, ho messo in ML un riassuntino di Swan Lake. Il mio adorato
Venus, nonché mio promotore pubblicitario, ha commentato che sembrava una
ficcia. Così mi sono detta: perché non trasformarla davvero in una ficcia?
Quindi eccola qua! La storia non è mia, ma di quel furbastro di Matthew
Bourne, che ha genialmente preso una delle più belle fiabe nonché uno dei
balletti più famosi al mondo, e l?ha riscritta in chiave yaoi (anche se lui
probabilmente non conosce questo termine^^). Però ci ho messo tanto di mio.
Quindi facciamo metà per uno. Anche i personaggi sono un po? miei, un po?
suoi. Diciamo che è una fanfic un po' particolare.
Swan lake
di Schwarze Fee
Parte 2/?
Il
cuore gli batteva nel petto all?impazzata. Fra poco sarebbe morto. Quell?idea
gli faceva solo un po? di paura. Forse, se fosse stato sobrio, ne sarebbe
stato terrorizzato, quindi, meglio così.
Era ormai a pochi centimetri dal bordo. Ancora un passo e sarebbe stato
tutto finito.
Quando dal buio uscì una voce.
-Hey! Che succede, amico? ?
Il principe si voltò e nel farlo perse l?equilibrio. Sarebbe caduto nel
lago se una mano non lo avesse afferrato.
Sbuffò. Si sentì irritato con se? stesso. Stava provando sollievo, il
sollievo di non essere caduto in quelle che adesso vedeva come le gelide
acque del lago. E questa non era una sensazione consona ad un aspirante
suicida.
Alzò gli occhi e rimase folgorato. Davanti a lui c?era un ragazzo più o
meno della sua età. Aveva i capelli biondi che fuoriuscivano scomposti da
un berretto di panno con la visiera, come andava di moda fra i teppisti
della città, e gli ricadevano sulle spalle, e i suoi occhi erano neri e
profondi. Assomigliava incredibilmente al cigno dei suoi sogni. I suoi
lineamenti erano morbidi e dolci, come quelli di un bambino, ma la sua
espressione era risoluta e fiera. Lo osservava con il mento leggermente
alzato. Indossava un giubbotto di panno grigio come il berretto, e sotto una
semplice maglietta bianca, sopra i jeans smunti e strappati sulle ginocchia.
Siegfried sentì il cuore accelerare. Non era possibile. Il ragazzo era
davvero identico al cigno. Si rese conto che lo stava guardando in modo
strano perché il ragazzo gli chiese:
-C?è qualche problema? Perché mi fissi? Stai guardando i miei occhi? Si,
in effetti sono strani. Me lo fanno notare in molti, ma io non ci posso fare
niente. ?
Il ragazzo sorrise e a Siegfried si fermò il cuore per un attimo. Quando
sorrideva il suo viso sembrava illuminarsi.
-Vieni, siediti. Mi sembra che tu non stia molto bene. Devi avere bevuto
parecchio. ?
E così dicendo lo prese per una manica e lo trascinò su una panchina,
sedendosi al suo fianco.
- Lo so che non sono affari miei, ma mi sembra che tu stessi per gettarti
nel lago. Il suicidio non è mai una buona idea. -
Il principe lo guardava sempre più stupefatto. Era talmente incantato da
lui da non riuscire nemmeno a parlare. Era la prima volta che sentiva una
sensazione simile dentro di sé. Sentiva la voce del ragazzo entrare in lui
e scendergli nell?anima come una bevanda fresca nella gola di un assetato.
Forse per l?alcool che aveva in corpo, forse per l?adrenalina che lo aveva
pervaso dopo lo spavento, forse per l?atmosfera magica ed irreale che
sentiva intorno a sé in quel momento, fece un gesto assurdo. Alzò una mano
e accarezzò la guancia del ragazzo. La sentì, calda e morbida, sotto le
dita.
Il ragazzo non si mosse, ma chiuse gli occhi. La sua voce tremava
leggermente quando disse: -Si può sempre trovare un buon motivo per vivere?
Siegfried, con un grande sforzo, riuscì a chiedere: -Per esempio?-
- Per esempio? questo?-
Il ragazzo biondo si avvicinò. Siegfried sentì due labbra calde sulle sue.
Tutto intorno a lui si sgretolò e fu spazzato via come polvere dal vento.
Sua madre, Von Rothbart, la sua vita? tutto. Ora c?erano solo quelle labbra
sul suo viso. Fece scorrere la bocca su quella pelle, dolce come miele.
Succhiò quelle labbra, fece vagare la sua lingua nella bocca del ragazzo,
poi cominciò a scendere, baciando la gola che l?altro gli porgeva
generosamente.
Le sue mani cominciarono a vagare sotto il giubbetto, strappando
smaniosamente la maglietta dai pantaloni e poi si infilarono sotto, a
toccare quella pelle, che subito si rivelò soda e compatta, e liscia come
seta.
Il ragazzo ansimava sotto il suo tocco, non sembrava affatto infastidito ne?
sorpreso da quella che in fondo era un aggressione da parte di uno
sconosciuto.
Al contrario, si concedeva a lui con semplicità, come se fosse la cosa più
naturale del mondo. Accompagnava il suo tocco con i movimenti del suo corpo,
premeva con le mani la sua testa contro di sé, mostrandogli dove baciarlo.
Siegfried fu improvvisamente colto da un timore. Si staccò dal ragazzo, e
lo afferrò per le spalle, fissandolo negli occhi. Per il momento l?incanto
era spezzato.
-Ma tu sei? voglio dire? tu non mi conosci?-
- Nemmeno tu mi conosci! ? rispose il ragazzo, con un sorriso innocente e le
guance arrossate.
- Si, ma? il tuo comportamento? io voglio sapere una cosa. Tu sei? sei?-
-Vuoi sapere se batto? E questo cosa c?entra? Non ti chiederò soldi. ?-
rispose.
La domanda sembrava averlo offeso. Si era ricomposto in fretta, sistemandosi
la maglietta e il giubbetto, e sedendosi sulla panchina un po? scostato,
stringendosi le braccia intorno al corpo. Il suo viso era imbronciato e i
suoi occhi neri mandavano scintille.
-Io volevo solo? aiutarti?-
Siegfried si sentì un verme. Il ragazzo lo aveva soltanto baciato, gli
aveva offerto, per così dire, un dito, e lui aveva tentato di prendersi
tutto il resto. Si avvicinò a lui, mettendogli un braccio intorno alle
spalle.
Il ragazzo alzò gli occhi, incontrando quelli, sorridenti, del principe.
-Sai, hai degli occhi davvero stupendi. ?- disse Siegfried.
Il ragazzo continuò a guardarlo per un po?, di traverso. Poi il suo viso
tornò ad illuminarsi. Rimasero così per qualche attimo, sorridendosi a
vicenda.
Poi Siegfried si alzò di scatto, prendendo il compagno per le maniche.
- Dai, vieni! ?
- Dove mi porti? ?
- Mi è venuta fame, cerchiamo qualcosa da mangiare! ?
Siegfried trascinò il ragazzo per mezza città, fermandosi nelle panetterie
e comperando dolci e focacce, e nei bar, uscendone con bottiglie di birra.
Per la prima volta in vita sua, Siegfried si sentiva davvero felice e si
stava divertendo come non gli era mai capitato. Quel ragazzo era un compagno
fantastico, lo seguiva dappertutto, senza mai dire di no a niente, e rideva.
Sembrava felice. Non lo conosceva, non sapeva che fosse un principe, eppure
provava piacere nello stare con lui. Non per il suo titolo, ma per lui!
Era una sensazione fantastica.
Quando tornarono al parco, stava già spuntando l?alba. Rimasero a guardare
il lago che da nero diventava blu, poi verde, poi rosa. In fondo, all?orizzonte,
uno stormo di cigni si alzò in volo.
=*=
Siegfried tornò al castello e raggiunse la sua camera di nascosto. Non
voleva farsi vedere da nessuno e tantomeno voleva vedere nessuno. Ormai
considerava Von Rothbart un nemico. Sarebbe stato molto attento e avrebbe
scoperto il perché del suo strano comportamento.
Durante la giornata si rese conto che sua madre non sapeva niente delle sue
bravate notturne, e questo lo insospettì ancora di più. Come segretario,
il barone avrebbe dovuto raccontare tutto alla regina. Invece non era stato
così. Questa era un?ulteriore prova che quell?uomo stava nascondendo
qualcosa.
omunque il principe passò la giornata distrattamente. L?unica cosa a cui
riusciva a pensare era quel misterioso ragazzo del lago. Si rese conto che
non conosceva nemmeno il suo nome.
=*=
La sera arrivò e Siegfried, indossati i suoi abiti da comune mortale, uscì
dal palazzo e tornò al lago. Il ragazzo era già la?, sulla panchina. A
quanto pareva lo stava aspettando. Il principe fu pervaso dalla gioia,
quando lo vide alzarsi e corrergli incontro. Si abbracciarono.
- Mi stavi aspettando! ?
- Si. Ieri sera mi sono divertito molto e speravo in un bis.-
- Puoi giurarci! ? disse il principe.
Si stavano avviando verso l?uscita del parco, quando alcune ombre uscirono
dall?oscurità. Il ragazzo si mise subito davanti a Siegfried, come a
volerlo proteggere. Le ombre si rivelarono presto una banda di teppisti. Il
più alto di loro, e anche il più sicuro di sé, si mise proprio davanti al
ragazzo biondo.
- Ciao, capo. Dove te ne stai andando con questo tizio? ?
- Ciao, Dave. Non è costume di questa banda che un sottoposto faccia
domande al capo. ?
Dave aveva un?aria molto seccata. Si avvicinò al principe e lo fissò con
odio.
- Capo, questo tizio non mi piace. ?
- Non ho chiesto la tua opinione. E ora andatevene. Tornate ai vostri affari.
I principe era sorpreso. Il caso stava svelando qualcosa in più sul suo
compagno d?avventure. Anche se dal suo aspetto non lo avrebbe mai detto, il
ragazzino era a capo di una banda di teppisti, e teneva testa con autorità
a una ventina di giovani, tutti quanti dall?aria piuttosto temibile, la
maggior parte dei quali più alti e palesemente più forti di lui. Siegfried
fu subito fiero del suo nuovo amico e pensò ancora una volta a quanto
assomigliasse al suo cigno, bellezza, grazia e forza fuse insieme.
Ma Dave non sembrava intenzionato a mollare. Estrasse qualcosa dalla tasca e
si sentì un click, seguito da altri click tutto intorno. I teppisti avevano
estratto dei coltelli a serramanico e ora giravano intorno, con aria
minacciosa.
Il ragazzo biondo si piazzò fra Dave e Siegfried, fissando il suo
sottoposto con rabbia.
- Dave! Ora tu metti via quell?arnese e ci lasci andare, o te ne faccio
pentire. E tu sai che posso farlo. ?
Dave fece un passo indietro, visibilmente colpito dalle parole del suo capo.
La sua espressione cambiò completamente e la sua voce assunse un tono di
supplica.
- Capo, ti prego. Non andare con lui. ?
Il ragazzo lo ignorò, e, preso Siegfried per una mano si incamminò verso
l?uscita del parco, trascinandoselo dietro. Soltanto una volta si voltò.
I teppisti non li stavano seguendo. Dave stava mettendo via il coltello con
la testa bassa.
=*=
Corsero nella notte per strade e vicoli. Alla fine Siegfried si fermò,
ansimando, con la mano sul petto.
- Fermati, ti prego. Non ce la faccio più! E poi nessuno ci sta inseguendo!
- Lo so. Non stavamo scappando. Mi piace correre, di notte, sentire il vento
sul viso. Ed è ancora più bello, sentendo la tua mano nella mia. ?
Il ragazzo si appoggiò contro il corpo caldo del principe, e questo lo
cinse immediatamente con le braccia. Ora il suo cuore stava battendo ad
altissima velocità, ma Siegfried non era certo che fosse per la corsa.
Siegfried non potè trattenere una domanda. Qualcosa gli si stava agitando
nel petto. Se fosse stato più esperto in questioni di cuore, avrebbe
riconosciuto subito quella sensazione. Gelosia.
- Chi è quel Dave? Non mi piace affatto! ?
- Oh! Non devi preoccuparti per lui. E? solo un ragazzo bravo a tenere a
bada quella banda di teppisti. ?
- E tu sei bravo a tenere a bada lui! C?è? c?è qualcosa fra lui e ??
- No, no! ? si affrettò a dire il ragazzo.
- Ma lui lo vorrebbe? ?
- Credo di si? -
Rimasero per un po? in silenzio, ascoltando l?uno i respiri dell?altro.
Poi fu Siegfried a parlare.
- Io sto bene con te ? disse ? mi piace sentirti vicino. Non faccio che
pensare a te. Non ho mai provato niente del genere. Eppure non so niente di
te, non so nemmeno il tuo nome. ?
Il ragazzo si scostò da lui, e lo fissò negli occhi.
- Il mio nome è Swan ? disse, con dolcezza.
Il principe sentì le ginocchia improvvisamente molli. Swan! Il cigno. Il
suo splendido, meraviglioso cigno. Fece per parlare, ma Swan lo stava già
trascinando via.
- Vieni, andiamo da qualche parte. ?
Il principe si sentì come se fosse ubriaco. Gli venne un?idea. Un?idea
pericolosa, ma in quel momento avrebbe affrontato le fiamme dell?inferno.
- Seguimi. Ti porto in un posto dove potremo stare? soli ?
=*=
Poco dopo erano sotto le finestre del palazzo. Swan era sbalordito.
- Cosa significa? Non vorrai entrare lì, per caso! Quello è il palazzo
reale!
- Certo che lo è! Ma non parlare e seguimi. ?
Entrarono da un passaggio che soltanto il principe conosceva. Era un piccolo
cancello nascosto fra le siepi, di cui tutti ormai avevano dimenticato
l?esistenza, ma che Siegfried aveva scovato durante una delle sue fughe,
quando era bambino.
Passarono dietro al palazzo, girando intorno alle cucine e agli alloggi
della servitù. Raggiunsero la finestra della stanza del principe, e si
arrampicarono lungo una griglia di legno che durante l?estate reggeva un
rampicante.
La camera era vuota e silenziosa. Swan si guardava in giro, con gli occhi
sgranati.
- Cosa significa questo? Tu chi sei? Ora che ci penso nemmeno io conosco il
tuo nome ?
Il principe rise. Poi tolse il berretto e si mise in posa, con una mano sul
petto e un piede su un basso sgabello.
- E? un onore e un piacere per me presentarti il principe Siegfried. Quindi,
suddito, inchinati e porgimi omaggio! ?
Swan era diventato pallido come il marmo e non riusciva più a emettere un
suono. Ma Siegfried, felice come non lo era mai stato, lo prese fra le
braccia e insieme caddero sul grande letto.
- Ma tu non sei un suddito qualsiasi. Tu sei una dolce principessa, e io
sono il re cattivo che ti ha rapita e portata nel suo castello. Ed ora,a
meno che un coraggioso principe non entri da quella finestra per liberarti,
e ti assicuro che questo non accadrà, ora ti farò mia! -
Swan lo guardava come se fosse impazzito. Cominciò a ridere. Siegfried lo
baciò come un assetato che beve da una brocca d?acqua fresca. Finalmente,
dopo tutta una vita spesa nel vuoto più assoluto, aveva qualcosa, qualcuno
per cui valesse la pena di vivere.
- Aspetta, aspetta? - disse Swan, sempre ridendo ? non si fa così, con una
principessa! Se vuoi il mio amore lo devi prima conquistare! Potrei
pretendere un duello? oppure posso chiederti di uccidere un drago! Ma? mi
accontenterò che tu mi dica? qualcosa di carino. ?
Poi si sollevò sui gomiti e rimase in attesa, con gli occhi accesi dalla
gioia.
Siegfried lo guardò, guardò le sue labbra rosse, i capelli che gli
incorniciavano il suo viso, le sue guance arrossate, e le parole
sgorgarono spontanee dalle sue labbra.
- Lascia che il profumo dei tuoi capelli inebri e sconvolga i miei sensi,
lascia che la mia anima anneghi nella notte dei tuoi occhi, lascia che la
tua bocca plachi la mia sete di baci, lascia che le mie mani si perdano
sulla tua pelle di seta. O, mia principessa, lascia che deponga il mio cuore
ai tuoi piedi, e anche se tu decidessi di calpestarlo, egli non smetterebbe
un istante di cantare di gioia! ?
Swan era rimasto a bocca aperta. Mai si sarebbe aspettato una cosa simile.
Sentì il cuore stretto in una morsa. Quelle parole bellissime era solo per
lui. Nessun orecchio mai le aveva sentite prima. Una lacrima sfuggì dai
suoi occhi, subito asciugata da un bacio.
Il principe ricominciò a baciarlo. Questa volta con più dolcezza. Gli sfilò
la maglietta e per un istante rimase incantato a guardarlo. Poi lo accarezzò,
sfiorando la pelle con la punta delle dita e osservandola con piacere
contrarsi sotto il suo tocco. Scese a baciare quella pelle, centimetro dopo
centimetro, mentre le sue mani sbottonavano i pantaloni e li abbassavano.
Appoggiò una guancia sul rigonfiamento degli slip, assaporando il calore e
la consistenza di ciò che era imprigionato sotto.
Siegfried era stupito di sé stesso. Era la sua prima volta, eppure tutto
stava accadendo in modo così naturale e semplice. Era come se quel corpo
fosse già stato suo infinite volte. E forse era proprio così, anche se
solo nei suoi sogni.
Posò le labbra sul cotone degli slip. Sentiva Swan gemere e alle sue
orecchie era il suono più bello del mondo. Abbassò l?elastico e continuò
a baciarlo, dalla base fino alla punta, stuzzicandolo con la lingua. Era
tutto così nuovo eppure così famigliare. Siegfried non riusciva a
spiegarselo.
Quando lo avvolse con le sue labbra Swan lo fermò.
- A? aspetta? prima devo dirti una cosa? -
Siegfried si bloccò, preoccupato.
- Io non voglio sapere niente, ora, niente ha importanza. Tutto ciò che
voglio in questo momento sei tu. Dopo potrai fare e dire tutto quello che
vorrai, ma ora, ti prego, non andartene o morirei. ?
Swan lo guardò, sempre più stupito e intenerito da quel suo strano
compagno.
- Non ho nessuna intenzione di andarmene, non temere! E? solo che? voglio
che tu sappia una cosa. Io non so cosa tu possa avere pensato di me quella
sera e mi dispiace se ti ho dato l?impressione di essere? beh, hai capito!
Forse ti sono sembrato troppo disinvolto, ma era solo perché quello che
stavi facendo era così bello? Quello che voglio dire è che la tua
impressione era sbagliata. Io non l?ho mai fatto per soldi, anzi, non l?ho
mai fatto per niente. Ecco, io volevo che lo sapessi. -
Siegfried capì, e ricordando quello che gli aveva detto, si sentì un
verme.
Nemmeno lui sapeva come mai l?aveva pensato. Forse era stata quella sua aria
da ragazzo di strada, o la sua incredibile bellezza, o il suo donarsi a lui
con tanta semplicità. Si era ingannato ed era stato ingiusto. Affondò il
volto nel suo grembo.
- Perdonami? io? mi dispiace? e sono felice che tu me l?abbia detto. E visto
che tu sei stato così sincero, voglio esserlo anche io. Anche per me è la
prima volta, ma ho come una sensazione da cui non riesco a liberarmi. E?
come se tu e io fossimo già stati insieme, e molte volte. Forse in un?altra
vita? ?
Swan lo strinse contro di sè. Anche lui aveva avuto quella sensazione,
quella sera, fin dal primo momento. Era stato come trovarsi di fronte ad una
vecchio amico, un amico molto intimo. Per questo lo aveva baciato, senza
problemi, senza nessuna vergogna. Ma ora non era il momento per pensarci, lo
avrebbe fatto più tardi, magari l?indomani.
=*=
Le prime luci dell?alba li sorpresero abbracciati nel letto sfatto.
Siegfried si svegliò e subito cercò il compagno. Era davvero bellissimo, e
mentre dormiva sembrava un bambino. Sentì il cuore accelerare al solo
pensiero della notte trascorsa. Rivisse nella sua mente ogni minuto, ogni
gesto, ogni parola. Ricordò il momento in cui era entrato nel corpo di Swan,
strappandogli un gemito e una piccola lacrima. Ricordò il momento in cui
aveva sentito il corpo del suo amante inarcarsi sotto di lui, preda del
piacere, e poi era stato il suo turno di esserne travolto. Era accaduto
ancora e ancora.
Alla fine erano caduti addormentati, sfiniti, uno fra le braccia dell?altro.
Swan aprì gli occhi.
- Buongiorno, mio principe ? disse con un sorriso a metà fra l?assonnato e
il malizioso ? hai dormito bene? ?
Siegfried gli tolse dal viso due ciocche con un dito.
- Non ho mai dormito così bene. E non avrebbe potuto essere altrimenti.
E gli depositò un leggero bacio sulle labbra. Rimasero abbracciati a
guardare il sole che giocava sul muro davanti a loro, mentre Siegfried
passava distrattamente le dita fra i capelli di Swan. Poi sussurrò: -Posso
farti una domanda? Com?è tua madre? ?
-Mia madre era bellissima. E? morta tanto tempo fa. Era buona e mi voleva
bene. ?
- Tu devi somigliarle molto. ? disse il principe.
- Così dicono. ? Swan sorrise.
- E dimmi, lei ti coccolava, e ti cantava ninne nanne, e stava con te quando
stavi male? ?
- Si, certo. Come tutte le madri, credo. ?
Il principe sospirò.
- Allora non erano soltanto favole? -
Swan non capì l?ultima frase del principe, ma vide che Siegfried si era
intristito.
- Perché sei triste, mio dolce principe? Ora ci sono io, con te, e non
permetterò mai più che il sorriso lasci le tue labbra. ?
Swan si accucciò contro il corpo del principe, intrecciando le gambe alle
sue. Siegfried si sentì inondare dalla tenerezza e sospirando, strinse a sé
il ragazzo, domandandosi cosa avesse mai fatto per meritare un simile dono.
Poi fu colto di nuovo dal desiderio, sentendo il sesso del compagno, ora
morbido e caldo, contro la sua coscia. Ma si trattenne. Capì che non
avrebbe fatto altro che rovinare quel momento perfetto. Il sole splendeva, i
pettirossi cantavano e lui non era mai stato così bene.
Improvvisamente sentì una sensazione terribile dentro di lui, una certezza.
In quel momento seppe che non avrebbe mai più vissuto un momento come
quello.
=*=
FINE Atto 2
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