HanaRu
di San Valentino!!! L’idea di iniziare con un riferimento alle “valentine”
americane me l’hanno data le bellissime strisce del grande Schulz, avete
presente Charlie Brown in perenne attesa davanti alla cassetta della posta? ^_^
Ovviamente i personaggi non sono miei…sigh…
S.
Valentine's Day di
Nausicaa
Non
ci posso credere… la kitsune è lì che sta per sgranocchiare il cuore
di cioccolata che gli ho regalato per S. Valentino e io, invece, in mano
ho solo un pezzo di carta….
“Kaede,
questo cos’è?” borbotto accigliato.
“Hn?
E’ la mia valentina per te, do’aho”.
“Veramente
io speravo di poter passare il pomeriggio a ingozzarmi di cioccolata e tu
mi ti presenti con una busta…” sbaglio o ha avuto un lampo divertito
negli occhi?
“In
America si usa così…”.
E
allora? Chissenefrega di come si usa in America!!!
“Kitsune,
ma tra tutti i paesi del mondo a te doveva piacere proprio quello che ci
ha sganciato due atomiche in testa?” sbotto.
“Che
c’entra? Allora c’era la guerra e comunque il basket migliore del
mondo si gioca lì”.
E
questo chiude il discorso, ovviamente…
Sospiro
e apro il biglietto: è molto semplice, con la scritta prestampata “Buon
S. Valentino” che lui si è limitato a firmare. Una frase di suo pugno
no, eh? Troppa fatica scrivere… Questo però glielo faccio notare.
“Stupida
volpe, avresti anche potuto aggiungere qualcosa di un po’ più
personale!!”.
“Ma
l’ho fatto”.
“Dove?!”
.
“Lì
in fondo, nell’angolo destro, ho scritto una cosa…”.
“Eh?
Questa macchia da leggere con la lente d’ingrandimento?!” lo prendo in
giro; in effetti non me ne ero accorto. Guardo meglio e noto dei caratteri
occidentali scritti molto piccoli, li leggo… I love you… Oooooh… mi
ha scritto I love you…
Però
un po’ di cioccolata poteva pure regalarmela! E io che contavo di farci
merenda…
“Comunque,
quello non è il mio unico regalo per te, do’aho” lo avverto. Nei suoi
occhi scorgo un lampo goloso.
“Lo
sapevo! Dov’è il cuore?” ridacchia, già pregustandolo.
“Non
mi riferivo a quello”.
Il mio do’aho mi fissa interdetto, poi assume un’espressione molto
erotica: “Oooooh…
ho capito…
eheheh…
che bella idea, kitsune, mi hai letto nel pensiero…”.
“Non
mi riferivo neanche a quello…”.
“COOOSA?!
Kitsune, ti avverto, non irritarmi oltre o il tensai…”.
“Non
interrompermi quando parlo!” il mio tono perentorio lo zittisce, anche
se è tutto rosso in volto, segno che è arrabbiato. Io gli parlo
gentilmente: “Il mio regalo è un pomeriggio tutto per noi, va bene?
Niente allenamenti, niente basket, niente di niente, solo io e te. Solo
noi, come se non esistesse altro al mondo…”.
Hanamichi ha gli occhi sgranati: “Kaede, vedi che quando vuoi sai
essere romantico? Non come il grande tensai, naturalmente, ma nessuno può…
eh? Cosa…
stai..” deglutisce, con le guance in fiamme.
Mi sto spogliando lentamente, lasciando che la camicia mi scivoli a poco
a poco dalle spalle: “A dire il vero, prima non ti eri sbagliato…
anche questo è il mio regalo”. Lui mi è addosso in un batter
d’occhio e quasi perdiamo l’equilibrio.
“Andiamo
in camera tua, Kaede…”.
E lì finiamo subito sul futon e a dire il vero questo non c’entra
niente con S. Valentino, perché per chi si ama come noi ogni giorno è il
14 febbraio…
io gli passo le mani fra quegli assurdi capelli rossi che ho imparato ad
amare e sento un calore immenso sotto la pelle.
“Hanamichi…
sbrigati…” non voglio dirtelo, ma ho un bisogno disperato di te e so
che si allevierà solo quando ti avrò sentito dentro di me.
Le carezze di Kaede
sono lievi e fresche come neve sulla mia pelle, come l’acqua della
doccia che abbiamo fatto insieme. Ora quasi non mi dispiace più che non
mi abbia regalato il cuore di cioccolata: in fondo quello è l’aspetto
più consumistico di questa festa, mentre quello che abbiamo condiviso
fino a poco fa è autentico amore. Che mi importa della cioccolata?
Oddio… però io ci tenevo… sigh… nessuno me l’ha mai regalata…
sigh, sigh…
“Io
ho fame, do’aho: andiamo in cucina”. La mia volpe che ha fame? Strano,
lui mangia molto meno di me; comunque ho fame anch’io, quindi lo seguo.
E’
buffo, siamo ancora avvolti negli accappatoi (rosso il mio e azzurro il
suo, ce li siamo comprati personalizzati!), quando entriamo nella stanza.
“C’è
una scatola in frigo, vuoi prenderla per favore?”.
La
kitsune che mi chiede qualcosa per favore?!?! Mmm… In un altro giorno
gli risponderei di prendersela da solo, ma visto che è stato gentile…
Apro
il frigo e noto subito una grande scatola da pasticceria, la prendo e
gliela mostro.
“Questa?”.
“Ne
vedi altre?”.
“Grrr…
stupida volpe, mi bastava un sì come risposta!” ecco, sta quasi sempre
zitto, poi quando parla, parla troppo!!! Poso la scatola sul tavolo e
borbotto: “E ora?”.
Visto
che non dice niente e io mi sto spazientendo, la apro senza aspettare il
suo permesso (e poi, figuriamoci, il tensai non deve aspettare nessun
permesso) e… rimango a bocca aperta… Davanti a me c’è una
bellissima torta di cioccolata a forma di cuore… CON LA SCRITTA I LOVE
YOU!!!! Mi sto commuovendo… sento che mi sto commuovendo…
“E’
per te, do’aho”.
Io
lo guardo estasiato: “Non credevo che avresti fatto una cosa simile,
kitsune”.
“Infatti
non l’ho fatta, l’ho comprata”.
“Stupida
volpe, non intendevo questo!!! Io… io…”.
E
lui mi sorride, di un sorriso dolce e lieve: “So cosa intendevi… non
volevo regalarti il classico cuore, volevo che fosse
qualcosa di meglio”.
“Perché?”
gli chiedo in un mormorio.
“Perché
tu meriti il meglio, do’aho”.
Ora
piango… sto per piangere, me lo sento… ora sbotto a piangere…
“Infatti
stai con me” conclude Kaede. Eh? Uhm…
“Anche
tu sei fortunato a stare con il tensai, stupida kitsune!” figuriamoci se
gli lascio l’ultima parola a riguardo!!!
“Mai
detto il contrario” sussurra lui, con la sua voce più appassionata,
quella che conosco solo io.
Che
faccio? Mangio prima il dolce o gli salto addosso? Lo guardo e capisco che
ci tiene a che lo assaggi; prendo un coltello e inizio a tagliare la
torta, ma gli lancio un’occhiata maliziosa.
“Credo
sia stato inutile esserci fatti la doccia” ridacchio.
“Perché?”.
“Appena
ho finito con questo, te lo faccio capire…” e mi arriva la sua risata
leggera.
Te
lo devo far capire, Kaede, che non amo e non desidero niente tanto quanto
te…
Ce ne stiamo
abbracciati in camera mia. Nella penombra si odono solo i nostri mormorii;
ho mantenuto la promessa, ci stiamo regalando un pomeriggio solo nostro,
curandoci solo di noi, pensando solo a noi, alternando le parole agli
abbracci più appassionati, quando ci accorgiamo che non possiamo fare a
meno di volere unire i nostri corpi… lui mi vuole, glielo leggo in
faccia, è una di quelle giornate in cui non riesce a stare troppo a lungo
senza possedermi… meglio così!!
Ma
per me ora è più importante stare abbracciati, parlando di noi (almeno
ci provo…), di ciò che siamo, di ciò che proviamo. Alla fine, credo
sia questo lo spirito di S. Valentino, anche se in fondo, tra innamorati,
dovrebbe essere così tutti i giorni.
Devo
capire ancora tanti perché…
…perché
mi sento migliore quando sei vicino a me…
…che
cosa hai visto in me che andava bene per te…
…perché
sento questo vuoto quando non sei con me…
…come
fai a farmi sognare tutta una vita con te…
“Com’è
che ti amo ogni giorno di più, Kaede?”.
“Perché in
questo sei davvero un tensai, Hanamichi”.
Fine ^_^
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