DISCLAIMER: Qs personaggi non sono miei,
purtroppo-.-
NOTE: volevo solo specificare che tutte le note, il carattere dei personaggi e
le varie vicente sono ispirate all'anime e non al manga dato che sono
differenti ... 1000 volte più bello l'anime! spero che qualcuno lo abbia visto
perchè ne vale veramente la pena!
NOTA2: vi prego ho bisogno di commenti, disperato bisogno
Sussurrando
nel buio di
Ki-chan
MI CHIEDO, MI CHIEDO . sei sicuro che la tua anima non ha più forza per
lottare?
Che valore dai hai tuoi desideri?
Fino dove sei disposto a spingerti per chi ami?
Andresti . fino al confine del mondo?
TU LO SAI COSA MI CHIEDO? *
Il tempo sembra non passare mai in questa palestra, il parquet sempre
lucido, le spade in legno sempre riposte in perfetto ordine nella
rastrelliera. La luce tenue del sole che placido tramonta mi accarezza
leggera la pelle filtrando dalle porte scorrevoli leggermente dischiuse.
La spada da kendo fende veloce l'aria mossa istintivamente dal mio corpo
che continua i suoi esercizi dall'allenamento mentre mi brucia ancora nel
cuore l'ennesima sconfitta.
Rivedo ancora, come in un brutto sogno, i petali della mia rosa recisa
giacere sul pavimento dell'arena.
Sento ancora la rabbia montarmi nel petto vedendo l'ennesima occasione
sprecata. Ho fallito ancora.
Sembra quasi destino che io non possa raggiungere il potere di
rivoluzionar il mondo? Perché? Non lo so, non me lo merito forse quanto
quella ragazzina dai capelli rosa? Il suo desiderio non è certo meno
assurdo del mio . un principe che gli ha rubato il cuore da piccola, beh
non è poi molto diverso dal mio, anch'io mi affanno per ritrovare il mio
principe amore? No! Certo . amicizia e questo quello che chiedo! Ma è
effimera come il suo principe . una bolla di sapone, bella, incantevole,
ma una volta scoppiata non è più possibile ritrovarla.
Eppure .
Solo, ancora al centro della stanza in posizione d'attacco, la spada,
immobile, tesa davanti a me, i capelli verdi raccolti con un piccolo
nastro, la divisa che mi avvolge leggera, lo sguardo fisso sulla punta
della katana, non un tremito, non un movimento, non un rumore, solo il
suono regolare del mio respiro che lentamente si fa più calmo fino a
tornare normale dopo lo sforzo fisico, il battito del cuore che rallenta
anch'esso.
Le palpebre si socchiudono alla ricerca di una pace sperata ma mai trovata
mentre reclino il capo e le ciocche di capelli mi solleticano il viso
ormai completamente rilassato.
Sento il rumore della porta scorrevole che si apre e si chiude alle spalle
di qualcuno, il passo leggero, il frusciare delicato della divisa
scolastica. Non ho bisogno d'aprire gli occhi, so benissimo chi è, posso
vedere la sua divisa bianchissima, il suo corpo alto e slanciato, i
capelli rossi che lunghi gli accarezzano le spalle, posso immaginare il
sorriso che gli incurva le labbra, quello strano ghigno, che tutt'ora non
sono riuscito a capire.
Posso benissimo immaginare perché è qui, ma aspetto sia lui a cominciare
a parlare e lo fa poco dopo con il suo fiato che mi solletica il collo.
Posso benissimo percepire il suo corpo dietro di me, a qualche centimetro
dal mio. Non mi muovo, ormai sono abituato al suo modo di fare anche se
alle sue parole mi irrigidisco appena, benché sapessi chiaramente cosa
avrebbe detto.
« mi hai molto deluso sai?! Io e Akyo ti abbiamo offerto una grande
opportunità »
le parole escono veloci dalle mie labbra mentre non abbandono la posizione
« non ho certo bisogno dei tuoi rimproveri . se sei venuto qui per questo
ti sarei grato se te ne andassi!»
sento la sua risata lieve riempire la stanza come un tuono, mentre io
immagino ogni suo movimento, ogni sua espressione, ogni suo cenno, non ho
bisogno di voltarmi e aprire gli occhi. Lo vedo e lo vorrei cacciare dalle
mia mente perché è lui che mi ha portato via il dolce ragazzo dai
capelli rossi con cui passavo le mie giornate, è colpa sua se quel
bambino non esiste più. Lentamente la risata si fa impercettibile e si
mescola alle sue parole
« perché sei sempre così nervoso? E comunque non sono qui per questo,
ma non ho certo intenzione d'andarmene subito, dopotutto sono appena
arrivato »
« beh allora prendi una spada e combattiamo »
mentre lo dico abbasso la spada e mi volto verso di lui con movimenti
lenti, quasi annoiati, è sempre così, ogni volta, cose se fosse scritto
un copione, sarebbe così semplice smettere questo gioco . è un gioco o
forse solo una tortura che io stesso accetto ogni volta.
Lo seguo con lo sguardo mentre raggiunge la rastrelliera e prende una
spada.
Ci posizioniamo al centro mentre la luce del sole si fa di minuto in
minuto più rossa.
Gli istanti passano mentre rimaniamo immobile con le spade strette tra le
mani. Il mio studio dell'avversario si limita a perdersi nei suoi occhi
così profondi.
Sferro il primo attacco, violento ma certamente prevedibile, soprattutto
per lui.
Ci allontaniamo nuovamente quando la sua voce mi giunge leggera
« la sposa della rosa non ha accettato il tuo diario, Utena gliel'ha
impedito! »
bugiardo! lo so che l'ha letto e ho visto quando lo buttava
nell'inceneritore ma per quel che mi interessa.
Amare quell'insulsa ragazzina senza carattere? No! La detesto con tutto me
stesso, forse ancora di più di Utena, ma mi serve!
Non sono poi molto diverso da lui . la uso per raggiungere il confine del
mondo, è solo uno strumento, noioso, irritante, ma necessario!
No me ne pento, non soffro per lei perché mi serve.
Perché sostengo d'amarla? non saprei . forse per lo stesso motivo per cui
ho consegnato il mio diario a Toga . sapevo l'avrebbe letto . volevo lo
leggesse . ma non ne so il motivo e non mi affanno nemmeno a cercarlo.
Lo vedo abbassare la spada e lasciarla cadere sul pavimento mentre mi si
avvicina lentamente. A qualche passo tende la mano verso i me e mi
accarezza lentamente la guancia mentre mi sussurra
« smettiamola, lo sai che non mi piace combattere, lo faccio solo quando
c'è una buona ragione . e sinceramente adesso non la vedo! »
allontano con rabbia il viso mentre raggiungo la rastrelliera dietro di
me, dandogli così le spalle e dicendo con rabbia
« beh allora vattene! »
Sento i suoi passi farsi sempre più vicini sento il suo petto sfiorare la
mia schiena, un braccio cingermi la vita e una mano calda sfiorarmi il
petto nudo scostando i lembi della divisa da kendo
« non dovresti arrabbiarti così spesso, il tuo bel visino da bambola è
molto più attraente quando non è contratto dalla rabbia! »
Mi volto di scatto con la collera che cresce violenta in me, la spada
ancora stretta nella mano si muove veloce verso di lui, sibila e poi
arresta la sua corsa.
Blocca con la mano la spada a qualche centimetro dal suo viso mentre
uno strano sorriso appare sulle labbra sottili.
Mi strappa la spada dalla mano e la lascia cadere poco lontano. Mi si
avvicina e mi spinge contro la rastrelliera. Il suo corpo preme violento
contro il mio. La sua gamba tra le mie, il suo petto contro il mio, le
mani che mi stringono i polsi. Immobile non reagisco, non ho paura, forse
solo rabbia.
« adesso basta giocare Kyoichi** . mi sto stufando! »
Mi dice prima di impossessarmi della mia bocca con violenza, poi
lentamente il bacio diventa più dolce, più lento mentre leggo nei suoi
occhi solo passione.
Allontana le labbra e inizia a baciarmi il collo, costringendomi sempre
contro la parete, allentando solo di poco la pressione.
Appena si allontana dalle mie labbra gli dico
« cosa ti fa pensare che io ti permetta di farlo? »
lui smette di mordermi il collo e alza il viso per guardarmi negli occhi
poi dice serio
« perché l'hai sempre fatto, fin da quando eravamo bambini . non capisco
cosa ti sia preso! »
Io non rispondo, cosa potrei dirgli? Infondo è la verità . ogni volta
lui arriva e lascio che faccia quello che vuole, perché? Quando eravamo
piccoli lo sapevo, ora no! Forse ho paura di perdere anche questo.
Sento le sue mani vagarmi sul corpo sotto la stoffa, leggere come farfalle
e dolci come il miele, a volte mi chiedo come sia possibile, come possa
esistere la dolcezza in lui, dove albergano solo indifferenza e
opportunismo.
Mi sfila la giacca, scoprendomi lentamente la pelle del torace dove
deposita innumerevoli baci fino a raggiungere il capezzolo. Al contatto
con quelle labbra fresche mi inarco verso di lui, senza nemmeno rendermene
conto, facendo aderire ulteriormente in nostri corpi e spingo indietro la
testa.
Mi spinge sul pavimento sovrastandomi con il corpo e continuando a
spogliarmi lentamente.
Sento il mio copro diventare bollente e la stoffa della sua divisa
sfregarmi fastidiosamente contro la pelle morbida mentre cerco una
spiegazione per tutto questo. Mi chiedo ogni volta perché venga da me?
Potrebbe avere mille donne e anche uomini se solo lo volesse eppure ogni
volta viene qui, in palestra, per me. Mi chiedo cosa lo spinga a farlo,
solo per farmi soffrire?
Probabile.
Sento la mano sul polpaccio salire accarezzandomi l'interno coscia fino a
sfiorarmi l'inguine per poi ricominciare a scendere e fermarsi sul
ginocchio costringendomi a divaricare le gambe.
Lo vedo slacciarsi i pantaloni e abbassarseli il tanto che basta prima di
inginocchiarsi tra le mie gambe e con le mani salde sui miei fianchi
spingersi dentro il mio corpo. Mi tendo, mi mordo il labbro nel tentativo
di soffocare un grido di dolore che mi invade violento come la sua spinta.
Mi bacia dolcemente leccando via il sangue che mi imporporava il labbro
mentre comincia la sua danza dentro di me. Chiudo gli occhi girando la
testa di lato mentre il dolore si attenua lentamente.
I suoi capelli, morbidi più della seta, mi solleticano il viso quando
esausto e senza più forze si abbandona sul mio petto. Sento il suo
respiro regolarizzarsi, il suo cuore battere più lentamente a contatto
col mio, il suo corpo sopra e ancora dentro di me.
Quando riacquista le forze si alza dal mio petto, uscendo lentamente da me
ed osservando le goccioline di sangue che macchiano il parquet.
Alza il viso per incontrare il mio sguardo giusto per vedere una lacrima
solitaria scorrermi lungo la guancia.
Senza aggiungere altro si alza in piedi e si risistema i pantaloni. Io
invece non ho la forza per fare nulla, come se me l'avesse rubata lui, così
rimango immobile disteso sul pavimento, proprio come mi ha lasciato lui,
come fossi una bambola gettata sul pavimento dal bambino che si è stufato
di giocarci.
Muove qualche passo verso la porta quando lo fermo con le mie
parole. So che non si aspettava una simile domanda ma devo sapere, forse
per soffrire ancora di più.
« perché? Perché mi fai tutto questo? »
« per tenerti legato a me »
non mi aspettavo una simile risposta, perché so che non sta mentendo e
questo forse mi fa arrabbiare ancora di più. Tuttavia la mia voce esce
stanca e per nulla arrabbiata . forse era solo un pensiero che è
diventato voce senza nemmeno rendermene conto
« per questo basterebbe la tua amicizia »
lo vedo irrigidirsi prima che il suo sguardo diventi fuoco. È di nuovo
sopra di me senza che me ne potessi rendere conto. Mi prende le spalle con
forza mentre vedo solo tristezza nei suoi occhi e rabbia nella sua voce.
Non lo avevo mai visto in questo stato e questo mi turba quanto le parole
che mi rivolge
« perché ti ostini tanto a cercare la mia amicizia?? Sai bene quanto non
mi interessi nulla di te e del mondo intero, di quanto sono falso e
insensibile! »
« mi dimostrasti la tua amicizia anni fa! »
« menzogne anche allora! »
« ne dubito! »
« beh allora sei uno stupido! Ancora più stupido perché combatti per
una cosa mai esistita! È inutile che lotti per il potere di Dios per
questo . non potrai mai ritrovare quell'amicizia! »
« il potere di rivoluzionare il mondo . i miracoli . tu stesso me lo
dissi! »
« questo è diverso. Desisti perché soffrirai solamente»
« perché ti interessi tanto a me? . è il mio desiderio, tu non centri!
»
« centro eccome! »
« ora vattene! Qui hai fatto abbastanza! »
non aggiunge altro e io lo ringrazio per questo. Poi si alza e si dirige
verso la porta dicendo
« vestiti che comincia a fare freddo, altrimenti ti ammalerai »
il suo tono è tornato quello di sempre anche se più dolce.
Apre la porta scorrevole lasciando che il vento fresco della sera invada
la palestra. Lo sento fare un respiro più profondo degli altri e fermo
sulla porta mi chiede in un sussurro
« perché cerchi con così tanto affanno la mia amicizia se io sono solo
capace di farti soffrire? »
non credo d'aver capito molto il senso di quelle parole, e dubito perfino
di averle udite, forse è solo frutto della mia immaginazione, o forse
semplicemente è la voce del vento.
Semplicemente sento il rumore della porta che si chiude alle sue spalle
confondendosi con il rumore delle cicale.
Mi stringo tra le braccia in cerca di calore.
Senza di lui sento il freddo cingermi in un triste abbraccio fino a quando
non tornerà da me.
Se il guscio dell'uovo non si spezza, il pulcino morirà senza essere
nato.
Il mondo è l'uovo di cui noi siamo i pulcino.
Se non spezziamo il guscio del mondo, moriremo senza essere nati.
Spezziamo il guscio del mondo! ***
- fine -
* questa frase viene riportata dalla copertina dell'ottava cassetta e io
l'ho presa in prestito perché era perfetta per la fic
** è il vero nome di Saionji, non viene mai chiamato per nome al
contrario di tutti gli altri personaggi che vengono chiamati per nome
*** beh questo lo sapete cos'è . cosa centra?? Credo nulla però mi piace
troppo e infondo credo sintetizzi perfettamente il carattere di Toga .
frase che è stata presa e rimaneggiata dal romanzo 'Demian' di Herman
Hesse
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