Disclaimer: I personaggi di FullMetal
Alchemist non mi appartengono, altrimenti Alphonse riavrebbe il suo corpo e
lui e Edward si darebbero a del sano sesso incestuoso almeno due volte al
giorno. Non fatemi causa perché tanto spendo tutti i miei soldi su eBay e
alle fiere del fumetto perciò non ho un euro
di Maddy Edward aprì gli occhi, socchiudendoli contro la luce forte che entrava dalla finestra. Gli uccellini cinguettavano e dall’esterno si sentivano provenire rumori di intensa attività umana. Doveva essere giorno fatto... Ehi, un momento. Se era giorno, perché Alphonse non l’aveva svegliato? Tirandosi indietro con una mano i capelli sciolti e un po’ scompigliati, Edward si girò sul letto e vide che suo fratello stava dormendo accanto a lui. L’alchimista non poteva credere ai suoi occhi: Alphonse era ancora immerso nel sonno! -Al... Al svegliati, è tardi.- Disse scuotendolo leggermente per la spalla. Nel toccarlo quasi fece un salto: Alphonse era caldissimo. -Al!- Edward lo scosse più forte, preoccupato. -Al, che ti succede? Non ti sarai mica ammalato!- Alphonse sbatté sonnolento le palpebre, mise a fuoco il fratello. -Ohayoo, niisan. Lasciami dormire ancora un po’... Mi sento un po’ strano oggi.- -Ci credo che ti senti strano, devi avere una febbre altissima! Vado a prendere il termometro.- Replicò Edward e si affrettò verso il bagno. Alphonse sorrise, non ancora del tutto sveglio. In realtà non si sentiva malissimo, ma gli faceva piacere vedere Edward prodigarsi per lui. Edward tornò e gli cacciò subito il termometro in bocca. Cinque minuti dopo, il verdetto fu 38,5°. -Ecco, lo vedi? Lo dicevo che hai la febbre! Si può sapere come hai fatto ad ammalarti così di punto in bianco?- -Non lo so, niisan... Forse, con la pioggia di ieri sera...- Edward sbuffò. La sera prima pioveva a dirotto. Alphonse era uscito seguendo un qualche misterioso richiamo che sentiva solo lui, ed era tornato con l’ennesimo gattino bagnato e malaticcio. -E’ tutta colpa tua, Al. Se non te ne andassi in giro a raccattare tutti i poveri mici senza casa della città, ora non saresti malato!- -Hai ragione niisan, ma... Tommy sarebbe di sicuro morto di freddo se non l’avessi raccolto io...- -Come sarebbe, ‘Tommy’? Gli ha già dato un nome? Non possiamo tenerne un altro, Al!- -Ti prego, niisan... Solo finché non gli troviamo un’altra sistemazione.- Edward sospirò e scosse la testa in segno di rassegnazione. Se Alphonse lo supplicava non c’era verso che lui riuscisse a resistergli. E poi lo stava guardando con occhi resi ancora più lucidi dalla febbre, le guance arrossate... Era bellissimo. Colto da un impulso improvviso Edward si chinò a baciarlo. -No, niisan!- Protestò Alphonse sottraendosi al bacio. -Così finirai per ammalarti anche tu.- Edward aggrottò le sopracciglia. -Non me ne importa niente. Non vorrai negarmi il bacio del buongiorno, vero?- Disse sporgendosi di nuovo verso di lui. -E invece sì! Vattene via!- Insistette Alphonse e lo spinse via da sé. La resistenza del suo fratellino non fece che far intestardire ancora di più Edward nel suo proposito. Balzò sul letto e si mise a cavalcioni sul corpo di Alphonse, prendendolo per i polsi e spingendoglieli indietro sul cuscino. Gli lanciò uno sguardo di sfida. -In queste condizioni non puoi battermi, Al... Sei troppo debole.- Catturò le sue labbra con le proprie e subito gli sembrò si essersi scottato. La bocca di Alphonse era caldissima. Mugolò nel bacio e lo approfondì, accarezzando con la lingua i denti e il palato del suo partner finché non ebbero entrambi problemi a respirare. Quando si separarono Alphonse lo guardò con un’aria di rimprovero un po’ imbronciata. Aveva le labbra gonfie e gli occhi ancora più lucidi di prima... “Così sexy”, pensò Edward. -Mmh, Al, sei così caldo...- Disse strofinandogli il viso nell’incavo tra il collo e la spalla. -Smettila niisan, mi fai il solletico se mi soffi sulla pelle!--Ah, sì?- Chiese Edward e per tutta risposta prese a mordicchiargli il collo, alternando con baci e leccatine. -Niisan! No... Smettila... Ma ti sembrano cose da fare a un malato?- Riuscì infine ad esclamare Alphonse liberandosi le mani e spingendo indietro il fratello maggiore. Edward non aveva nessuna intenzione di smetterla. -Sai Al, dicono che quando si ha la febbre bisogna sudare molto... Per far calare un po’ la temperatura corporea. Ma è inverno e per sudare hai solo due possibilità: o ti seppellisci vivo nelle coperte...- Si chinò a parlargli all’orecchio -...o fai sesso con me.- E aggiunse una leccatina tanto per sottolineare il concetto. Alphonse sentì un brivido scivolargli giù per la spina dorsale, ma non avrebbe saputo dire se era dovuto alla febbre o al desiderio. Senza aspettare la risposta di suo fratello Edward unì di nuovo le loro labbra, prolungando il bacio talmente tanto che alla fine girava a entrambi la testa per mancanza d’ossigeno. -Allora...- ansimò poi, -ti ho convinto?- -Niisan no... baka...- Fu tutto quello che rispose Alphonse. Edward decise che quello era un sì. Sbottonò con gesti rapidi la camicia del pigiama del suo fratellino e si avventò su un capezzolo, leccandolo tutto intorno all’aureola e mordicchiandolo, e poi soffiando aria fredda sulla pelle umida. Alphonse rabbrividì e infilò le mani nella capigliatura bionda del fratello, indeciso se allontanarlo o incoraggiarlo. Edward comunque lo prese per un incoraggiamento. Lasciò una traccia umida di saliva al centro del petto di Alphonse e poi scese più in basso, strappandogli gemiti lungo il percorso. Quando arrivò all’ombelico vi fece un giro attorno con la lingua e poi ve la infilò facendogli il solletico. Allungò una mano e diede un lieve pizzicotto al capezzolo che aveva fino a quel momento trascurato. Alphonse lanciò un gemito particolarmente forte e ansimò: -Niisan, smettila. Se continua così non... non riusciremo più a fermarci.- -E’ già troppo tardi Al... Non senti?- Disse Edward con voce bassa a causa della passione, e per dimostrare le sue parole strofinò il bacino contro quello di Alphonse. Questa volta gemette assieme al fratello. Le rispettive erezioni erano già più che deste, e la stoffa dei pigiami non faceva molto per nascondere all’uno lo stato dell’altro. Edward prese il viso di Alphonse tra le mani e lo baciò ancora con intensità, continuando a muovere i fianchi su quelli del suo amante. Per tutta risposta Alphonse si portò due dita alle labbra e le intromise nel loro bacio, poi abbassò i boxer che Edward usava per dormire e gli accarezzò le natiche strappandogli un mugolio impaziente. Raggiunse la sua apertura e vi introdusse prima un polpastrello e poi l’altro, muovendo delicatamente le dita all’interno. -Al, basta...- Ansimò Edward staccandosi dalle sue labbra. -Non ho bisogno di altra preparazione oggi.- Finì di sfilarsi i boxer, poi si sollevò a sedere, indietreggiò per avere più spazio e abbassò sui fianchi pigiama e slip del fratello. Senza altro preavviso appoggiò le mani sul suo petto e spinse indietro le natiche con un movimento quasi brusco, facendo entrare il sesso di Alphonse profondamente dentro di lui e mozzando il respiro a entrambi. Dopo un momento iniziò a muoversi avanti e indietro a ritmo deciso, strofinando il membro ormai dolorosamente eretto contro il ventre di Alphonse. Il ragazzo più giovane alzò lo sguardo sul suo amante. Edward era stupendo. Teneva gli occhi chiusi e si mordeva le labbra in preda alla passione, i lunghi capelli biondi gli cadevano in ciocche disordinate sulle spalle e sul collo e si appiccicavano alla pelle umida di sudore. -Niisan...- Alphonse appoggiò le mani sui fianchi di Edward assecondando i suoi movimenti. Forse per effetto della febbre si sentiva la testa vuota e leggera, e non cercò di trattenere i propri gemiti e sospiri mentre si muoveva contro il corpo del fratello e sentiva che la conclusione si faceva sempre più vicina per entrambi. -Al!...- Con una spinta più forte delle altre Edward raggiunse il suo culmine, schizzando di bianco il petto di Alphonse e chiamando il suo nome in tono quasi supplichevole. Alphonse sentì i muscoli del fratello stringersi intorno al suo sesso e lo seguì nell’orgasmo, affondando le dita nella carne dei fianchi e delle natiche. Edward crollò sul petto del fratello minore. Trovò a malapena la forza di rotolare di lato per non gravargli addosso con tutto il suo peso, e di tirare le coperte sopra di loro per non far prendere freddo al malato. Ansimarono entrambi per qualche secondo, incapaci di parlare, poi Edward si fece più vicino ad Alphonse e lo aiutò a rimettere slip e pigiama. Senza preoccuparsi di rivestirsi a sua volta lo abbracciò, strofinando il naso sulla sua spalla con fare affettuoso. -Allora, Al?- Chiese sorridendo maliziosamente. -Pensi di aver sudato abbastanza?- -Penso che sei proprio uno stupido, niisan.- Rispose Alphonse passandogli un braccio attorno alle spalle e stringendolo a sé. -Adesso ti ammalerai di sicuro.- -Non c’è problema Al.- Disse Edward sporgendosi a dare un bacio al suo fratellino. Gli fece l’occhiolino. -Se mi dovessi ammalare, mi basterà sudare un po’ per guarire.-
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