I personaggi di TB/X1999
appartengono alle signorine Clamp e agli altri signori che guadagnano
tanto, io no! ^^
Una serata
con Subaru-chan
di Sei-chan
Seishiro aprì
la porta. Dietro, come sempre, lo aspettava il suo Subaru-chan. Non appena
sentiva la chiave nella serratura, Subaru-chan correva a mettersi lì
dietro la porta per poter essere la prima cosa che Seishiro vedeva.
- Ciao, piccolo! Ma come siamo belli
stasera!- lo salutò affettuosamente. Subaru-chan cominciò subito ad
infastidirlo reclamando qualche coccola, che puntualmente ottenne.
Seishiro si abbassò alla sua altezza e lo stuzzicò dolcemente.
Subaru-chan prese un suo dito fra i denti e Seishiro ne approfittò per
dargli un bacio. Era incredibile, Subaru-chan si lasciava strapazzare da
lui in tutti i modi possibili, e anzi, era sempre lì pronto a reclamarne
ancora. Sapeva che non era stato mai così docile con nessuno, ma anche
Seishiro si lasciava tiranneggiare da lui come gli pareva.
- Adesso è ora di fare da mangiare, che
ne dici?-
Seishiro andò in cucina e Subaru-chan lo
seguì felice. Cercò di indurlo a giocare con lui anche mentre era ai
fornelli, ma Seishiro lo scacciò bonariamente e allora si mise su una
sedia ad osservarlo. Seishiro ogni tanto lo guardava e trovava quei
bellissimi occhi verdi fissi su di lui, e ogni tanto si avvicinava per
coccolarlo.
- Dai levati, è pronto da mangiare anche
per te!- Seishiro lo fece scendere dalla sua sedia, ma dopo aver
gironzolato attorno al tavolo con aria sofferente, Subaru-chan venne a
sedersi proprio sulle sue ginocchia. Non lo lasciava mangiare nemmeno in
pace, stava lì a disturbarlo e a dar fastidio alla sua mano che si
portava il cibo alla bocca. Seishiro scosse la testa. Subaru-chan non
mangiava mai al suo posto, l’aveva veramente viziato: veniva a
disturbare lui e pretendeva che Seishiro gli desse da mangiare con le sue
stesse mani, prendendo i bocconi dal suo piatto.
- Il dolce ce lo prendiamo sul divano, va
bene?-
Seishiro pensò di portare Subaru-chan sul
divano fra le sue braccia, ma, visto che era un gran rompiscatole, lo
lasciò in cucina e andò sul divano accendendo la TV. Subaru-chan non si
fece attendere. Andò a stuzzicare i suoi capelli da dietro la spalliera
del divano, poi la scavalcò con grazia e andò a mettersi vicino a lui.
Seishiro lo accarezzò col dorso della mano e Subaru-chan cominciò a
strusciarsi voluttuosamente contro di lui. Seishiro lo accarezzò più
insistentemente, dove sapeva che era più sensibile, facendolo mugolare
per il piacere. Poi Subaru-chan si impossessò di nuovo delle sue
ginocchia e vi si sedette come un re sul trono, continuando a strofinarsi
contro Seishiro e offrendosi il più possibile alle sue carezze.
- Oggi sei proprio in vena, eh?- lo canzonò
Seishiro, mentre Subaru-chan cominciava a leccargli il polso della mano
che lo stava accarezzando. – Vieni qui, bellissimo…-
Seishiro spinse Subaru-chan contro la sua
spalla, e lui cominciò a stuzzicargli il lobo dell’orecchio con quella
sua lingua abilissima e con i denti. Seishiro si sdraiò completamente sul
divano, guancia a guancia con Subaru-chan che era completamente sdraiato
su di lui. Era caldo, il suo corpo,ma non gli dava affatto fastidio.
Intanto aveva cominciato a leccarli il collo sconfinando qualche volta sul
viso. Seishiro si limitava ad accarezzargli pigramente la pancia e la
testa, e ogni tanto Subaru-chan afferrava la sua mano lottandoci contro
scherzosamente. Seishiro si stava appisolando, e Subaru-chan era
appoggiato nell’incavo fra la spalla e il collo, completamente
abbandonato, e dal suo respiro avrebbe potuto benissimo dormire. Quando il
film finì, Seishiro lo scosse piano con una mano, si accertò che fosse
sveglio e disse:
- Adesso è meglio che andiamo a letto,
stai cascando dal sonno anche tu, vero?-
Seishiro si mise a letto, e Subaru-chan si
fece attendere per un po’ nella speranza che Seishiro venisse a
prenderlo lui, ma non accadde.
- E’ la volta buona che vai a dormire
nel tuo letto?- gli disse Seishiro scherzosamente, anche perché ormai
erano viziati entrambi: lui non sarebbe riuscito a dormire senza
Subaru-chan nel letto. Gli fece posto ed alzò un lembo della coperta.
- Dai, vieni qui-
Subaru-chan si infilò subito sotto le
coperte iniziando a fargli solletico e a stuzzicarlo. Per un po’
Seishiro lo tenne a bada con una mano, spingendolo via ogni volta che lo
infastidiva, ma visto che Subaru-chan era sempre più insistente, si infilò
anche lui del tutto sotto le coperte, accarezzandolo quasi prepotentemente
dappertutto, con le parti che si erano invertite: adesso Subaru-chan
subiva le sue mani e cercava bonariamente di allontanarlo, spingendolo via
con tutte le sue forze. Poi Seishiro lo bloccò con le mani a pancia in su
e iniziò a punzecchiarlo con il viso, mentre Subaru-chan si dimenava
senza riuscire a liberarsi. Alla fine Seishiro lo lasciò andare, e lo
strinse quando si raggomitolò contro il suo fianco, percorrendogli il
dorso con le mani e provocando mugolii beati. Subaru-chan uscì fuori
dalle coperte e gli appoggiò il viso all’incavo del braccio, morbido e
caldo com’era, ed entrambi si addormentarono.
Quando Seishiro si svegliò, la mattina
dopo, cercò di alzarsi piano per non svegliare Subaru-chan; ma come al
solito avevano dormito troppo vicini e troppo stretti, ed al minimo
movimento di Seishiro Subaru-chan aprì gli occhi. Emerse dalle coperte
guardandolo, pronto a saltar giù e a seguirlo se fosse andato in cucina,
ma Seishiro andò in bagno, e Subaru-chan rimase composto ad aspettarlo
fuori. Era una fortuna che non lo seguisse anche in bagno, pensò Seishiro,
anche se giurava che ne sarebbe stato capace.
In cucina, preparò il suo caffè ed il
latte per Subaru-chan, e per fortuna di mattina riusciva a mangiare in
santa pace perché Subaru-chan stava composto al suo posto, e lo guardava
con quegli occhioni tristi perché sapeva che presto sarebbe uscito e
l’avrebbe lasciato solo.
- Io vado- disse Seishiro, dopo avergli
messo il pranzo accanto al latte. – Ci vediamo stasera, amore mio!-
Subaru-chan lo seguì di corsa fin sulla
porta, e rimase lì davanti nel caso Seishiro avesse cambiato idea e fosse
tornato indietro. Dopo un po’, visto che non succedeva niente, manifestò
il suo disappunto con un forte -Miao!-, corse in cucina a sgranocchiare
qualche croccantino e poi si acciambellò sul divano, ronfando e facendo
le fusa in attesa del ritorno, quella sera, del suo padroncino.
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