Disclaimers:
papà Inoue e gli altri aventi diritto dicono che non si dispiacciono se non uso
i loro personaggi a scopo di lucro, ma solo per divertirmi, indi per cui io ne
faccio quel che voglio!!! ^o^
St.
Valentine interlude?
di Chocolat
Hiroaki Koshino stava camminando spedito verso casa del suo ragazzo, Akira
Sendoh, una rosa rossa in mano ed un sacchettino di Lindor a forma cuore
stretto al petto.
Il cuore gli batteva veloce veloce, un po' per via della camminata, un po'
a causa dell'agitazione: quella mattina avevano di nuovo litigato, di
nuovo lui si era comportato come un cinghiale inferocito e, di nuovo,
Sendoh se n'era andato a casa, saltando gli allenamenti. Era stata la
terza volta in un mese... Questa volta, però, Koshino sentiva di averla
fatta davvero grossa: era riuscito a farlo piangere.
Lui, Akira Sendoh, il ragazzo dall'eterno sorriso che singhiozzava
accovacciato sul pavimento dei bagni, a ricreazione... Per colpa *sua*.
Eppure, lui gli voleva davvero bene... Tutta colpa di quel carattere
terribile che non riusciva mai a dominare...
Allora, aveva preso la sua decisione: era corso in palestra e, senza
neppure cambiarsi, aveva salutato velocemente Uozumi e si era congedato
immediatamente, raccontandogli che Sendoh si era sentito poco bene e aveva
chiesto gentilmente a lui di portargli gli appunti della lezione di
chimica che aveva saltato, inventandosi un fantomatico ed improbabile test
del giorno dopo.
E così, dopo un salto dal fioraio e una fuga al negozio di dolci dove
Sendoh comprava sempre qualcosa di buono per lui, Koshino si stava
dirigendo quasi di corsa a casa del suo ragazzo; in fondo, era il giorno
di San Valentino e per Akira sarebbe stata sicuramente una sorpresa
vederselo piombare in casa, inaspettatamente, con un fiore e un po' della
sua cioccolata preferita; proprio da parte sua poi, che, per paura di
mostrarsi troppo innamorato e farsi mettere quindi i piedi in testa, era
sempre così restio a lasciarsi andare anche in occasioni un po'
particolari come la festa degli innamorati... A parte il fatto che era il
primo San Valentino che avrebbero trascorso insieme...
Si allentò un po' la sciarpa di Kashemere grigio perla, regalo di Natale
di Akira, che aveva allacciato intorno al collo, sbottonandosi anche il
Barbur che indossava sopra alla divisa: la giornata era umida e freddina,
ma lui camminava talmente in fretta, desideroso com'era di raggiungere il
suo Akira-kun e fare pace con lui che ora stava cominciando a sudare;
cercò anche di rallentare un po' il passo, sicuramente in quel momento
aveva le guance e la punta del naso arrossate per lo sforzo; odiava
farsi vedere così.
Chissà se davvero Sendoh sarebbe stato contento... E se l'avesse mandato
via? In fondo, quel giorno si era arrabbiato davvero tanto... Ma no, non
era da lui... Bastava così poco, per farlo felice... E poi i suoi
genitori non sarebbero tornati dal lavoro prima di ora di cena, di sicuro
Akira non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione di rimanere un po' da
solo in casa con il suo ragazzo...
Koshino si immusonì.
"Certo, hentai com'è lui..."
Ma poi scosse la testa e scacciò quel pensiero, stava andando da Akira
per riconciliarsi, non era il momento di lasciarsi trascinare dai suoi
soliti isterismi...
...Anche perché ormai si trovava a meno di cento metri dall'abitazione di
Sendoh, una piccola e graziosa casetta su due piani, con le imposte e la
porta laccate di bianco... Luminosa come il sorriso di Akira... Koshino
arrossì e avvertì un moto di nausea per la mielosità di quella
similitudine, sorridendo suo malgrado.
Si avvicinò alla porta e allungò il dito sul campanello per suonare,
quando si accorse che la porta, in realtà, era rimasta socchiusa...
Evidentemente Akira l'aveva sbattuta in preda alla rabbia, una volta
tornato a casa, senza accorgersi così che forse lo zerbino c'era finito
in mezzo, e... Beh, pazienza, era anche meglio così, sarebbe stata
un'ulteriore sorpresa sorprenderlo con le mani sugli occhi e chiedergli :
'Indovina chi sono?'
Koshino provò di nuovo un senso di nausea a e scosse un'altra volta la
testa; certo che Akira aveva il potere di farlo rimbecillire... E dire che
sembrava esattamente il contrario!
Il playmaker del Ryonan si sfilò le scarpe ed entrò, chiudendosi la
porta alle spalle nel modo più silenzioso possibile; rivolse subito la
sua attenzione al salotto, di solito Akira quando era depresso o dopo che
avevano litigato di sdraiava davanti alla televisione e si guardava
qualche film lacrimoso in modo da riuscire a sfogare tutta la tensione
piangendo un po' su un sacchetto di patatine. Nulla, televisione spenta e
stanza vuota.
Diede allora un'occhiata in cucina, ma non pareva esserci nessuno nemmeno
lì. Magari si era semplicemente messo a letto a leggere...
Fu in quel momento che lo sentì.
Un gemito.
Inequivocabilmente un gemito di Akira, come avrebbe potuto non
riconoscerlo?
Un altro.
Koshino sorrise, arrossendo un po', fra l'intenerito e l'imbarazzato.
'Povero Akira... Ti ho lasciato troppo tempo in astinenza, ma adesso ci
penso io a te...'
Si diresse in punta si piedi su per la scala in legno, tentando di non
farla scricchiolare troppo, per raggiungere la stanza di Sendoh al piano
di sopra... eppure i cigolii che sentiva... Accidenti, se ce ne metteva di
entusiasmo, anche nel divertirsi da solo...
All'improvviso, un altro gemito fece bloccare Hiroaki sull'ultimo scalino.
'A... Akira?!?!'
Sentì improvvisamente come se centinaia di frammenti di ghiaccio
l'avessero colpito dappertutto. C'era qualcosa di profondamente sbagliato,
se lo sentiva, ma non riusciva a capire cosa... Non voleva capire...
Azzerò la distanza tre se stesso e la stanza di Sendoh con due falcate,
diede una decisa spallata alla porta, socchiusa anche quella e...
...Rimase a guardare la scena che gli si presentava davanti con la rosa
stretta convulsamente in mano, lasciando cadere i cioccolatini sul
pavimento; si sentì andare a fuoco, poi di nuovo gelare, mentre la sua
mente registrava le immagini appena acquisite dalle retine...
Sendoh, sdraiato sul proprio letto completamente nudo... 'Coperto', se
così si poteva dire, da un corpo femminile... La cui proprietaria ora si
stava affannosamente coprendo con un lenzuolo e guardava tra Akira e
Hiroaki con aria smarrita e le guance color porpora.
"Hi... Hiro-kun..."
Era la voce di Sendoh, quella? Era davvero la voce del suo Akira che
pronunciava il suo nome, ancora impastata dalla passione che stava
consumando con quella bellezza permanentata e dal trucco un po' pesante?
Gli sembrò di non riuscire a respirare, di non riuscire a muoversi, di
non riuscire nemmeno a pensare.
La ragazza si era messa a sedere, allontanandosi da Sendoh e voltandosi di
schiena.
Lui non era in grado di muovere un passo.
Anche Sendoh sembrava immobilizzato, se ne stava lì sul letto, senza
niente addosso, con gli occhi sgranati e il viso bianco come un lenzuolo.
"Cosa.. Come... Cosa...."
Koshino udì le sue stesse parole uscirgli dalla bocca strozzate, deglutì
un paio di volte per sciogliere il nodo che sentiva salirgli in gola.
"Hiro-kun... Non è come pensi... Cioè, si, è come vedi... Però
no... Insomma...."
"ZITTO!!!"
La rosa seguì il tragico destino dei cioccolatini, finendo sul pavimento
e venendo schiacciata dal piede di un Koshino che ormai aveva superato la
fase sorpresa e si stava lasciando sopraffare dalla rabbia.
"COSA VUOL DIRE NON E' COME PENSO?!?!?!? CHE OGNI VOLTA CHE
LITIGHIAMO TU TI PORTI A LETTO LA PRIMA RAGAZZA RIMORCHIATA PER
STRADA?!?!"
"Ehi, un momento..."
"SEI UN BASTARDO!!!!"
Koshino lo aveva urlato con tutto il fiato che aveva in corpo; il volto
gli si era fatto paonazzo, sentiva le giugulari pulsargli pericolosamente
contro la parete del collo e avrebbe giurato che sarebbero esplose da un
momento all'altro; meglio così, tanto in quel momento aveva solo voglia
di morire...
Sendoh si era infilato i pantaloni del pigiama che teneva sotto al cuscino
e aveva tentato di avvicinarglisi, ma lui l'aveva tenuto lontano:
"Non avvicinarti!!!! E non mi toccare!"
Ma Sendoh lo afferrò saldamente per le spalle, scrollandolo mentre gli
gridava a sua volta:
"Ma insomma, che cazzo di diritto hai di gridare in questo modo,
senza nemmeno lasciarmi parlare?!?!"
"Non mi toccare, MAIALE!!!"
"BASTA!!!! Cosa vuoi ancora da me? Mi tratti come un sacco di
immondizia, sei sempre intrattabile, ogni volta che ci ritroviamo a letto
insieme sembra quasi che io ti stia violentando per quanto partecipi... Mi
fai piangere il giorno di San Valentino... cosa pretendi da me? Questo è
il minimo che poteva capitarti!!!"
Koshino ascoltava con gli occhi sbarrati; il suo Akira non aveva mai
alzato la voce con lui, mai. E, adesso, gli stava urlando in faccia,
completamente fuori di se, scuotendolo talmente forte da mettergli
sottosopra lo stomaco...
Doveva averlo fatto soffrire davvero tanto, ma...
...In quel momento, sicuramente chi stava peggio, tra loro due, non era
Akira.
Koshino si divincolò a fatica dalle mani grandi e forti che gli
stringevano le spalle, si diresse verso le scale e le scese di corsa, in
preda alla nausea; non capiva più nulla, gli sembrava di sentire la voce
di Sendoh, lontanissima, che gli gridava di fermarsi, ma tutto era
confuso, sfocato...
Si sentì svenire e cadde sul terzultimo gradino, ruzzolando in fondo alla
scala di legno.
Trovò la forza di rialzarsi dal pavimento quando udì i passi
veloci di Akira rimbombare sugli scalini; non voleva che lo aiutasse, lo
toccasse, non voleva rivedere quegli occhi di solito così sorridenti ed
ammiccanti pieni di rabbia e di odio nei suoi confronti...
'Odio...'
Odio.
Odio!!!!
Come era arrivato a farsi odiare da Akira?!?
Una volta in piedi provò una terribile fitta al fianco destro: cadendo
dalle scale aveva preso una bella botta; strinse i denti corse verso la
porta, l'aprì goffamente, si precipitò fuori da quella casa, lontano da
Akira... Lontano dal suo ragazzo che l'aveva appena tradito.
Si tolse con rabbia la sciarpa grigia, gettandola a terra; corse, corse
senza fermarsi finché non ebbe più fiato, finché non fu costretto ad
appoggiarsi ad un muro, tossendo per lo sforzo, massaggiandosi l'anca
dolorante e trattenendo le lacrime; era per strada, non poteva mettersi a
piangere... e poi era ancora talmente sconvolto che non ci sarebbe neppure
riuscito...
Dopo essersi riposato un paio di minuti, decise di tornare in palestra;
magari, nel tempo che avrebbe impiegato per arrivarci gli allenamenti
sarebbero già terminati, ma non gli importava: sarebbe rimasto lì a
tirare a canestro fino ad accasciarsi a terra dalla stanchezza, almeno si
sarebbe sfogato un po'... E sicuramente, dopo si sarebbe sentito meglio...
Il basket riusciva sempre a farlo sentire meglio e a sfogare in modo un
po' costruttivo tutta quella dannatissima rabbia che aveva dentro... Ad
addolcire un po' quel bruttissimo carattere che quel giorno gli era
costato tanto, troppo caro...
Stava così male, in quel momento, che l'unica cosa a cui riusciva a
pensare era convincersi che tutto fosse un incubo, che presto si sarebbe
svegliato e il giorno di San Valentino sarebbe ricominciato da capo...
Ma sapeva che non sarebbe accaduto.
Quella era la punizione per aver fatto stare male Akira tante volte...
Arrivò a scuola sudato, spettinato, ansimante e zoppicando un po'; si
diresse come un forsennato verso la palestra, aprì la porta scorrevole e...
Si accorse che non c'era più nessuno.
Non si chiese nemmeno il motivo per cui gli allenamenti fossero già
terminati; solitamente, Taoka-sensei non li mollava almeno fino alle sei e
invece l'orologio, sulla parte di fronte, non segnava che le cinque
scarse... Ma non gli importava, non gli interessava nulla.
Scalciò le scarpe con rabbia e corse verso gli spogliatoi, dove aveva
lasciato il borsone da ginnastica ed anche la cartella, prima di
incamminarsi verso casa di Sendoh.
Koshino spalancò la porta degli spogliatoi, la richiuse dietro di sé,
dirigendosi a passo deciso verso il suo armadietto, senza nemmeno
accorgersi che qualcuno era appena uscito dalle docce...
...qualcuno contro cui andò a sbattere dopo pochi secondi, spaventandosi
a morte; qualcuno che indossava soltanto una T-shirt bianca, un paio di
boxer e le ciabatte da bagno.
"F... Fukuda!"Esclamò Hiroaki, guardando il compagno con gli
occhi sgranati e massaggiandosi il naso, che aveva urtato un fascio di
pettorali solidi e compatti.
Kitcho Fukuda considerò un attimo il viso del compagno, mentre lo
tratteneva per le spalle.
"Che ci fai qui, Koshino-kun? Credevo fossi a casa di Sendoh!"
Quella domanda ebbe l'effetto di uno schiaffo.
Fukuda vide le labbra di Koshino tremare leggermente e gli occhi diventare
lucidi, mentre le mani gli si stringevano a pugno intorno alla T-shirt,
all'altezza delle spalle; poi, sulle guance arrossate del giovane
playmaker si riversarono due enormi lacrimoni e Hiroaki affondò il viso
contro il petto del compagno.
"Fuku-chan... Oh, Fuku-chan!!!", singhiozzò Koshino, scoppiando
poi in un pianto disperato.
***
Fukuda rimase lì impalato qualche istante, prima di registrare tutto
quello che era accaduto negli ultimi trenta secondi.
Poi il suo sguardo, che era rimasto fisso sulla fila di armadietti di
fronte a lui, si abbassò sui capelli corvini del ragazzo che stava
piangendo aggrappato a lui; le sue braccia muscolose si chiusero in un
abbraccio intorno al corpo minuto di Koshino.
Quest'ultimo aveva cominciato a scrollarlo, tenendolo saldamente per la
maglia mentre singhiozzava.
"Perché? Perché mi ha fatto questo, perché?", continuava a
ripetere Hiroaki, picchiando leggermente la fronte contro il torace di
Fukuda.
"Non me lo meritavo... Non me lo meritavo!"
Una mano si posò sui capelli nerissimi di Koshino, accarezzandoli; poi
scese giù, sfiorando una guancia ed insinuandosi sotto il mento,
sollevandolo.
Fukuda si trovò faccia a faccia con due occhi disperati ed un faccino
tutto arrossato e bagnato di lacrime; accennò ad un sorriso intenerito,
poi appoggiò le mani sulle spalle di Koshino e lo staccò da sé,
dolcemente ma con fermezza, guardandolo negli occhi.
"Mi vuoi spiegare con calma che è successo, Koshino-kun?",
chiese il ragazzo più alto.
Koshino abbassò lo sguardo.
"Lui... Lui... Mi ha... Sendoh!!!", fu l'unica spiegazione che,
tra le lacrime, riuscì a dare al suo compagno, prima di aggrapparglisi
nuovamente, circondandogli la vita con le braccia e stringendosi a lui con
tutte le sue forze.
Tutta la rabbia, il dolore ed anche i sensi di colpa nei confronti di
Akira li stava sfogando con quelle lacrime; non gli importava niente di
sembrare patetico, che Fuku-chan pensasse pure quello che voleva... In
ogni caso, il suo compagno di squadra si era sempre comportato in
modo leale, era sicuro che non avrebbe fatto parola con nessuno di quello
che stava accadendo...
...E poi, quel petto era così confortevole, il suo abbraccio così
caldo...
'Ma che mi salta in mente?'
Avvertì nuovamente le braccia di Fukuda intorno a lui, poi si sentì
stringere contro il suo corpo muscoloso.
"Sssh, sssh... Buono, Koshino, buono...", cercava di calmarlo
Fukuda, mentre una delle sue mani aveva cominciato a scorrergli su e giù
lungo la schiena, al di sotto del giaccone che ancora indossava.
"Perché non cerchi di raccontarmi con calma quello che ti avrebbe
fatto Sendoh?"
Koshino si sforzò di tranquillizzarsi, respirando profondamente,
riuscendo così a placare i suoi singhiozzi e a riacquistare il controllo
di se stesso.
Una volta che fu più tranquillo, la consapevolezza di quello che aveva
fatto lo investì come un treno in corsa.
Si era aggrappato a Fukuda piangendo come un bambino, scoprendosi come un
idiota riguardo al suo rapporto con Sendoh...
Cosa aveva combinato?
In pochi secondi, la sua mente cercò di analizzare lucidamente la
situazione: no, forse Fuku-chan non aveva ancora capito... E poi,
comunque, una volta aveva confessato di aver avuto un'esperienza con un
altro ragazzo, sebbene tutti avessero pensato che non stesse dicendo sul
serio...
Quindi non l'avrebbe certo biasimato, se anche avesse capito... E Fukuda
era un buon amico di Sendoh, quindi doveva stare tranquillo...
Mentre Koshino era perso nelle sue elucubrazioni e cercava di
autoconvincersi che non avrebbe dovuto preoccuparsi, una strana sensazione
lo fece arrossire, imponendogli di allontanarsi, d'istinto, dal corpo a
cui era ancora avvinghiato. Era come se... Avesse sentito... Ma no,
sicuramente si era sbagliato, il forte stress che lo attanagliava gli
aveva giocato un brutto scherzo.
In ogni modo, si sciolse dall'abbraccio e guardò in faccia Fukuda,
imbarazzato, mentre si asciugava le ultime tracce di lacrime dalle guance
con il palmo delle mani.
Si accorse che il compagno lo guardava sorridendo dolcemente e si
rese conto che le sole occasioni in cui aveva scorso un'espressione
simile sul viso di Fukuda erano state le vittorie ottenute dalla squadra
del Ryonan su un campo da basket.
Arrossì ancora, nuovamente colto da uno strano imbarazzo che non riusciva
a spiegarsi bene nemmeno lui.
"G... Gomen, Fukuda... Mi sto comportando da scemo, io... Mi vergogno
così tanto...", provò a scusarsi, abbassando gli occhi e accennando
ad un inchino.
Fukuda gli appoggiò di nuovo le sue mani grandi sulle spalle e lo fece
girare su se stesso, per poi spingerlo gentilmente verso le panchine degli
spogliatoi.
"Su, su... Adesso ci sediamo e mi racconti tutto", gli disse con
la sua voce profonda e un po' roca.
Koshino strinse i denti quando il primo passo gli procurò una fitta al
fianco; Fukuda avvertì le spalle del compagno irrigidirsi sotto le sue
mani e si bloccò.
"Qualcosa non va?", chiese.
Hiroaki ricordò il ruzzolone sulle scale di casa Sendoh e si portò la
mano sull'anca, massaggiandola.
"Sono caduto dalle scale... Ho preso una bella botta", rispose,
imbarazzato.
Fukuda gli si posizionò di fianco, passandogli un braccio attorno alla
vita.
"Vieni, ti aiuto io...", offrì , lasciando che Koshino si
appoggiasse a lui, mentre raggiungevano le panchine.
Una volta seduti, Fukuda circondò con un braccio le spalle del compagno,
stringendolo un poco a sé.
Koshino continuava a tenere gli occhi bassi, nonostante la disponibilità
dimostrata da Fuku-chan non riusciva a non sentirsi uno stupido per
essersi lasciato andare a quel modo.
"Mi è venuta un'idea... Intanto, togliti il giaccone, che qui si
muore di caldo", propose Fukuda, incominciando lui stesso a sfilare
il Barbur dalle spalle di Hiroaki. Quest'ultimo assentì, aiutando l'amico
nell'operazione: in effetti, anche se fino a quel momento non ci aveva
fatto caso, nello spogliatoio già abbondantemente riscaldato l'acqua
calda delle docce che i ragazzi avevano utilizzato da poco contribuiva a
rendere l'ambiente ancora più surriscaldato...
"A proposito... Ma come mai non c'è più nessuno?" Chiese
Koshino, più per curiosità che altro.
Fukuda cominciò a sbottonargli la giacca della divisa scolastica. "Taoka
ci ha mandati a casa prima, con la scusa di regalarci un'ora di
libertà... Lo sanno tutti che passa il pomeriggio di San Valentino a
preparare una cena al lume di candela per sua moglie..."
Koshino, bloccando la mano del compagno, abbozzò un mezzo sorriso:
"La vita ne riserva, di sorprese... Taoka-sensei un romantico, chi
l'avrebbe mai detto... Dai, Fuku-chan, non mi va di giocare,
adesso...", si lamentò un po' Hiroaki, cercando di allontanare le
mani di Fukuda dalla sua uniforme.
"Non voglio farti giocare, ho un'altra idea... Su, dai, levati la
giacca..."
"Ma..."
"Si... Anche la camicia."
Koshino guardò il suo compagno di sbieco, sospettoso.
"Che intenzioni hai, Fuku-chan?", domandò, procedendo però a
sbottonarsi la camicia come richiesto.
"Sapessi... Dai, siediti qui, per terra..."
"Cosa?"
"Si, dai... Ai miei piedi..."
Fukuda prese Hiroaki per le braccia e lo guidò a sedersi sul pavimento
degli spogliatoi, di spalle a lui, con la schiena appoggiata al bordo
della panca, esattamente in mezzo alle sue gambe divaricate.
Koshino arrossì un po'... Quella posizione era così... Confidenziale.
Cosa saltava in mente a Kitcho?
Due mani grandi e calde gli si posarono sulle scapole, risalendo poi alla
base del collo, cominciando un lento massaggio; Hiroaki sospirò,
lasciandosi andare... Era proprio quello di cui aveva bisogno...
"Allora... Adesso me lo vuoi dire cos'è successo... Con Sendoh?"
Koshino trasalì leggermente. Quel 'con Sendoh' l'aveva colto un po' alla
sprovvista... Allora... Lui sapeva davvero...
Tanto valeva parlarne e sfogarsi un po'.
"Ecco... Stamattina abbiamo litigato" , cominciò Koshino,
incerto sull'angolazione dalla quale avrebbe dovuto affrontare quella
spinosa questione.
"Si, lo so" , giunse l'inattesa risposta.
"...Come?"
"Lo so. Akira mi ha raccontato a pausa pranzo. Era molto giù"
Il senso di colpa che già attanagliava Koshino gli strinse lo stomaco in
una morsa.
"Non... Non volevo farlo star male...", cercò di spiegarsi, non
sapendo bene nemmeno lui come fare a confidarsi.
Udì un lungo sospiro alle sue spalle, mentre le mani di Fukuda
proseguivano il loro lavoro sui suoi muscoli tesi.
"Hai un carattere un po' di *merda*, Koshino-kun. Lo sai questo,
vero?" Hiroaki arrossì.
"Si, lo so. Io... Vorrei non essere così, sempre scorbutico e
intrattabile, ma... E' il mio modo di reagire alla tensione e alla
stanchezza. Poi mi pento sempre, ma intento faccio star male gli altri...
Faccio star male Akira... Però... Però lui non doveva vendicarsi così,
non doveva!"
Koshino nascose il viso tra le mani e ricominciò a singhiozzare, mentre
Fukuda continuava a massaggiargli sapientemente le spalle.
"Cosa ti ha fatto?"
Hiroaki sussultò. Le labbra piene di Fuku-chan gli si erano accostate
all'orecchio e quella domanda era stata pronunciata con una voce così
roca e profonda che Koshino, per qualche strano motivo, rabbrividì.
"Ecco, lui... Io..." Koshino prese qualche respiro profondo, per
cercare di calmarsi. "Io ero andato a casa sua per chiedergli scusa e
cercare di fare pace, ma... Ma... Quando sono arrivato, Lui era già in
compagnia", concluse, con una nota di rabbia nella voce.
Le mani sulla sua schiena si fermarono un istante.
"In compagnia?", chiese Fukuda; a Hiroaki sembrò che la sua
voce avesse tremato leggermente.
"L' ho trovato a letto con una ragazza." Disse Koshino tutto
d'un fiato, incassandosi ancora di più nelle spalle.
I pollici di Fukuda scesero lungo la sua colonna vertebrale, strappandogli
un sospiro.
"Mi spiace, Koshino-kun... E... Tu come hai reagito?"
"Io... L' ho aggredito... E lui... Lui... Si è messo ad urlarmi in
faccia che mi stava bene e che era il minimo che potesse
capitarmi..."
Fukuda sospirò di nuovo, mentre prendeva delicatamente tra le dita i
lembi della T-shirt di cotone che Koshino ancora indossava e gliela
sfilava lentamente, per poi riprendere a lavorare sui muscoli sotto
alle sue mani.
"Mh... Insomma, stavolta fate sul serio...", disse poi, premendo
il pollice contro un punto particolarmente contratto.
Koshino sibilò tra i denti, trattenendo un grido di dolore.
"Non... Non avevamo mai litigato così... Lui... Lui gridava... Mi
scrollava forte... E... E... Sembrava... Mi parlava... come se mi
odiasse..."
Le mani di Fukuda risalirono lungo il collo, sempre facendo pressione con
i pollici, per poi riscendere sulle spalle.
"Beh... Devi averlo ferito davvero tanto... Ma 'sta tranquillo, Kosh...
Di certo Sendoh non ti odia. Ti chiederà anche scusa, secondo me, è
abbastanza cotto per farlo... Bisogna vedere se tu sarai disposto a
perdonarlo."
Hiroaki mugolò piano; doveva ammettere che Fukuda era davvero in gamba...
Era molto piacevole farsi massaggiare da lui, se non avesse avuto quel
peso sul cuore sarebbe stato in Paradiso...
"Nnnnh... Non lo so, Fuku-chan... Sono così confuso... Forse lo
perdonerei... Perché in fondo lo so di essere stato io, a spingerlo a
questo punto..."
"Questo è vero... ", ammise Fukuda, con un una punta di ironia
nella voce che fece vergognare tantissimo Hiroaki.
"Però... Però, lui mi ha tradito, capisci, Fuku-chan? Mi ha
tradito... Con una donna! E pure molto bella... Ahi!"
"Scusa, Kosh... Sei talmente teso..."
"No, no, non preoccuparti... Mi sta facendo benissimo..."
"Era bella?"
"Beh... si..."
Koshino si lasciò scappare un sospiro un po' più simile ad un gemito:
certo che Fukuda ci sapeva proprio fare...
"Era bella... E molto appariscente... Lei si che farebbe bella figura
accanto a lui... "
Hiroaki si sentì sommergere da un'ondata di tristezza. Era *quello* che
tanto lo preoccupava, nell'ambito del loro rapporto... Il fatto che Sendoh
si innamorasse di una ragazza.
Akira era così bello, così simpatico, sempre al centro dell'attenzione,
sia sul campo da basket che quando passeggiava con lui per strada... Le
ragazze si voltavano a guardarlo... E lui non era certo indifferente alle
lusinghe.
E Koshino si sentiva terribilmente insicuro.
Ed era fondamentalmente a causa di quell'insicurezza che trattava così
male il suo Akira... E che litigavano così di frequente.
La risata sommessa di Fukuda riscosse il giovane playmaker dai suoi
pensieri.
"Koshino-kun... Non cominciare con le paranoie! Le belle ragazze le
guardiamo tutti... Ma è a *te* che lui vuole bene, lo sai... "
"Ma una come *lei* se la potrebbe portare in giro, passeggiarci
tenendola per mano, presentarla a tutti come la sua ragazza... Dovevi
vederla... Con tutti quei riccioli... E con quel seno così...
Prosperoso!"
Le dita di Fukuda si strinsero nervosamente sui muscoli trapezi di Koshino,
facendolo sussultare dal dolore.
"Ah! F... Fuku-chan... "
"Scusa..."
"Mmmhh... No, niente... Continua, ti prego..."
'Si, continua... Mi piace tantissimo', aggiunse tra se e se, dopo un altro
sospiro.
Adesso che ci faceva caso... Faceva davvero caldo lì dentro, *troppo*
caldo. Le guance gli scottavano... E stava cominciando a rilassarsi un po'
troppo, date le circostanze... Si sentiva ancora ferito, ferito a morte,
però...
Allo stesso tempo, stava meglio. C'era qualcosa che gli stava sfuggendo...
Per qualche minuto, rimasero in silenzio.
Fukuda continuava a prendersi cura dei muscoli sempre meno tesi di Koshino,
mentre quest'ultimo si lasciava sempre più andare, sentendo che,
sorprendentemente, il dolore, la rabbia, i sensi di colpa lo stavano
lentamente abbandonando, per lasciare il posto alle sensazioni
piacevolissime che gli stavano regalando le mani esperte del suo
compagno...
Forse era meglio lasciarsi andare del tutto... Sicuramente, fra qualche
ora tutte le emozioni ed i sentimenti che aveva provato fino a poco prima
l'avrebbero riassalito, quindi perché non godersi quel momento di pace?
Ora che ci pensava... La presenza di Fuku-chan era sempre riuscita a
rasserenarlo... Non capiva nemmeno bene lui perché.
Chiuse gli occhi, abbandonandosi... Dopo qualche minuto, lasciò cadere
indietro la testa, appoggiandosi sullo stomaco marmoreo dell'amico.
Nonostante tutto, era così bello lasciarsi consolare in quel modo...
Sentirsi così coccolato e appoggiato da qualcuno...
L'ultimo movimento delle mani di Fukuda, che gli stavano massaggiando
dolcemente le clavicole, gli strappò un sospiro più rumoroso degli
altri; a Koshino sembrò che una scarica elettrica si propagasse lungo la
sua spina dorsale... E quel brivido non era stato certo provocato dal
freddo, dato che lui si sentiva scottare...
"Mmmmh... Sei davvero bravo con le mani, sai, Fuku-chan...?"
Borbottò, ormai quasi in trance e completamente abbandonato contro al
corpo del compagno.
Le mani esperte che lo stavano massaggiando si fermarono, stringendosi un
po' sulle sue spalle.
Poi, accadde qualcosa di assolutamente inaspettato: Hiroaki percepì il
fiato caldo dell'amico solleticargli l'orecchio, mentre sussurrava:
"Vuoi che ti faccia vedere davvero *quanto* sono bravo, Hiro-kun?"
Koshino spalancò improvvisamente gli occhi, ridestandosi dallo stato semi
soporoso cui si era lasciato andare.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato in quella frase, o nel modo in
cui era stata pronunciata... O nel fatto che Fukuda aveva usato quel
nomignolo.
Qualcosa che lo mise in allerta e lo fece cadere improvvisamente nel
panico. L'istinto gli disse di alzarsi immediatamente in piedi, voltarsi e
chiedere subito spiegazioni a Fuku-chan... Ma, prima che potesse farlo, le
braccia muscolose del ragazzo lo avvinghiarono in una stretta,
immobilizzandolo.
"F... Fuku-chan...", balbettò, attonito. "C... Cosa stai
facendo?"
Le labbra carnose di Fukuda premettero un po' di più contro al suo
orecchio.
"Fagliela pagare, Hiro-kun...", sussurrò, roco, prima di
mordergli dolcemente il lobo.
"N... Nani? F... Fuku-chan, senti, n... Non ho v... Voglia di
scherzare..."
La bocca del ragazzo alle sue spalle gli si posò sul collo, posandovi un
bacio sensuale.
"Non sto affatto scherzando, Koshino-kun...", puntualizzò
Fukuda, parlando con le labbra appoggiate alla sua giugulare.
"M... Ma sei impazzito, Fuku-chan?!?!"
Koshino tentò di divincolarsi, la sua solita iracondia pronta a prendere
il sopravvento per farlo uscire illeso dalla situazione assurda in cui si
era andato a cacciare... Mille stupidissime domande incominciarono a
frullargli per la testa, mentre le braccia forti di Fukuda lo trattenevano
senza il minimo sforzo.
Ma perché non se ne era andato direttamente a casa? Perché aveva
dovuto tornare in palestra? Cosa gli era venuto in mente, di confidarsi
con Fuku-chan? E perché, soprattutto, aveva dovuto fare lo *stronzo* con
Akira, quella mattina? Se solo fosse stato capace di comportarsi meglio,
non si sarebbe trovato seduto sul pavimento degli spogliatoi, stretto
nella morsa d'acciaio di due braccia fortissime...
"Si, Koshino-kun... Sono impazzito... ", sussurrarono le labbra
appoggiate al suo collo, per poi cominciare a divorarlo di baci.
"Ah... F... Fukuda! Lasciami... Smettila... Nnnnhh..."
Hiroaki tentò di divincolarsi furiosamente per qualche secondo,
artigliando con le unghie gli avambracci di Fukuda e cercando di staccarlo
da se... Ma si rese presto conto che non avrebbe potuto liberarsi...
E, soprattutto, venne assalito dalla consapevolezza che quella bocca
carnosa che stava mordicchiando e succhiando il suo collo gli stava
procurando lunghi brividi di piacere.
Come'era possibile?
Lui, Koshino il ritroso, quello che doveva sempre farsi pregare dal suo
bellissimo ragazzo per lasciarsi andare a qualche effusione, adesso si
stava letteralmente... Sciogliendo tra le braccia di qualcuno che non
aveva mai considerato più di un compagno di squadra? Lui, che aveva
accettato con tanta difficoltà l'idea di essere gay?
Smise di lottare, esausto, accasciandosi in quell'abbraccio con gli occhi
spalancati, le guance in fiamme e schiacciato da un insopportabile senso
di vergogna.
Le labbra di Fukuda raggiunsero nuovamente il suo orecchio, facendovi
vibrare una risata sommessa.
"Eri già eccitato per quello che ti hanno fatto prima le mie mani,
vero, Hiro-kun?"Gli chiese il compagno, prima di cominciare a
tracciargli con la lingua i contorni del padiglione auricolare,
mordicchiandolo ogni tanto, dolcemente.
Koshino sentì tutto il sangue affluirgli nella zona del basso ventre, con
una prepotenza tale da farlo svenire.
Sentì due lacrime bollenti scendergli sulle guance, incontrollate.
Era assolutamente... *Assurdo* quello che gli stava succedendo.
E sconvolgente.
Ma Fuku-chan, probabilmente, aveva ragione: era stato il suo modo
massaggiargli le spalle che l'aveva eccitato in quella maniera... E lui
nemmeno se ne era reso conto...
Gli aveva sciolto ogni fibra muscolare, gli aveva tolto tutta la tensione,
aveva fatto in modo che si abbandonasse al piacere che gli stavano dando
le sue mani... E adesso il suo corpo chiedeva di più... E fremeva al
contatto di quelle labbra morbidissime e calde.
'N... non è possibile', pensò febbrilmente Koshino, mentre Fukuda aveva
cominciato a stuzzicargli l'interno dell'orecchio con la lingua,
dolcemente.
"No... Non... Non voglio!" Pregò Hiroaki con voce tremante,
negando immediatamente il significato di quelle parole mentre inclinava il
capo di lato, lasciando maggior accesso alla lingua morbida di Fuku-chan.
"Certo, che lo vuoi...", replicò quest'ultimo, allentando la
stretta delle braccia e lasciando che le sue mani vagassero sul torace
nudo del ragazzo seduto ai suoi piedi. Lo accarezzò delicatamente, con la
punta delle dita, facendolo tremare da capo a piedi come una foglia.
"Nnnnnhh... No... Nooooo...", gemette Koshino, sull'orlo della
disperazione ora che aveva constatato quanto poco il suo corpo fosse
d'accordo con quanto stava comunicando a parole; le sue dita si
avvinghiarono ai polsi di Fukuda, ma ormai non aveva più la forza
per opporre una resistenza efficace... Senza contare che, comunque, il suo
compagno era di gran lunga più forte di lui e abituato a fare a botte:
non avrebbe avuto nessuna difficoltà ad averla vinta, qualunque cosa
avesse voluto fargli. Eppure... Le mani di quella specie di teppista in
quel momento, mentre lo accarezzavano, erano delicate e sensuali: le sue
dita gli stuzzicarono un attimo i capezzoli; poi, una mano salì lungo il
collo, accarezzandoglielo, chiudendosi attorno al suo mento e
costringendolo a girare il viso in modo da incontrare il suo.
Le labbra piene avevano lasciato il suo orecchio e ora si stavano posando
sulle guance arrossate, baciando via le lacrime.
"Ssshh... Stai buono, Hiro-kun... Non voglio farti male... Lo sai
anche tu che è quello di cui hai bisogno...", gli sussurrò roco
Fukuda, mentre gli baciava dolcemente le labbra. "*Facciamogliela*
pagare, Hiro-kun... Una bella vendetta... ", aggiunse, prima di
impadronirsi definitivamente della sua bocca; gli bloccò la testa
afferrando saldamente i capelli con una mano, mentre l'altra s'infilava
furtivamente nei pantaloni della divisa.
Koshino tentò di protestare, ma Fukuda ne approfittò per insinuare la
lingua tra le sue labbra.
Hiroaki fu tentato di morderla, con tutta la violenza di cui era capace;
qualcosa dentro di lui, però, lo ammonì dal compiere un'azione tanto
stupida. Dalla piega che avevano preso le cose, forse fare arrabbiare
Fukuda non sarebbe stato saggio...
...Inoltre...
Nei pochi secondi in cui Koshino era stato incerto sul da farsi, aveva
anche potuto avere un saggio di quanto bravo fosse Fuku-chan a baciare...
Chi l'avrebbe mai detto?
Hiroaki s'impose di rimanere passivo: non voleva cedere, non poteva! Lui
era un amico, un compagno di squadra... Un ragazzo come tanti! Non era il
*suo* ragazzo...
...Però...
Quando avvertì la sua mano, che chissà come era riuscita a sganciargli
la cintura e sbottonargli i pantaloni, accarezzargli l'inguine si rese
conto di essere davvero eccitato... Innegabilmente eccitato.
Koshino si lasciò sfuggire un gemito nella bocca del compagno, un attimo
prima che le labbra di Fuku-chan si allontanassero dalle sue.
La mano che lo tratteneva per i capelli lo lasciò, insieme a quella che
stava diligentemente esplorando l'interno dei suoi pantaloni; prima che
potesse reagire, di nuovo quelle braccia forti lo strinsero in una morsa e
lo sollevarono da terra senza il minimo sforzo.
"Fukuda, lasciami...", tentò di nuovo un Koshino ormai
disperato.
"Certo, Hiro-kun... Dopo che avremo finito, non ti
preoccupare...", fu la risposta di Fukuda, che lo costrinse a
sdraiarsi supino sulla panchina, inchiodandolo giù con il proprio peso.
"Fuku-chan! Ti prego... Non puoi costringermi a farlo...",
supplicò, quasi singhiozzando.
"No, infatti... Sto solo cercando di *convincerti*..."
"F... Fukuda... Mmmph..."
Le sue proteste furono nuovamente soffocate dalle generose labbra del
compagno, che si schiacciarono sulle sue quasi con violenza.
Il suo corpo era intrappolato tra il legno della panchina e 80 chili di
giocatore, le sue braccia immobilizzate sopra alla testa da una sola mano
che gli teneva bloccati entrambi i polsi; sentì Fukuda adagiarsi
completamente sopra di lui, avvertì chiaramente la sua erezione,
attraverso i boxer leggeri che indossava, premergli contro l'addome... E
sentì che con la mano libera gli stava abbassando i pantaloni, insieme
alla biancheria.
Girò il viso di lato, liberandosi dalle labbra che lo stavano divorando.
"No... No, Fukuda, lasciaaaaaaaaaaaaaaaaa...aah..."
Una mano grande e calda gli stava accarezzando sensualmente l'inguine,
facendo morire la sua protesta in un lungo gemito.
Le labbra carnose si riaccostarono al suo orecchio, stuzzicandolo
con la lingua mentre gli sussurrava:
"Ma se sei eccitato da morire... Scommetto che se ti tocco
*lì* sei già rilassato..."
"N... NO!!!"
Un'altra risata di Fuku-chan gli vibrò nell'orecchio, mentre la mano che
lo stava accarezzando si insinuò sotto ai suoi glutei; avvertì due dita
che scorrevano lungo la fenditura, fino a raggiungere la piccola apertura
che stavano cercando, cominciando ad accarezzarla con dolcezza.
"F... Fuku-chaaaaaaaaaan..." Era più un singhiozzo che una
protesta vera e propria; Koshino era *davvero* molto eccitato e se ne
vergognava da morire.
Con quale faccia avrebbe guardato Akira, da quel giorno in poi? E con
quale, invece, avrebbe affrontato Fukuda agli allenamenti?
"Mmmmh... Si.. Ti sei già bello scaldato, eh, Hiro-kun?"
Mormorò la voce profonda di Fukuda, mentre la sua bocca aveva
ricominciato a mordicchiargli il collo.
Lui si morse le labbra, dilaniato tra il desiderio di piangere, quello di
mettersi a gridare una sequela infinita di insulti e quello di lasciarsi
andare al piacere che gli stava, lentamente, ottenebrando la ragione.
Tanto, Kitcho di certo non si sarebbe fermato... Che senso aveva opporre
resistenza? Per cosa, per chi? Per Akira, che aveva appena trovato a letto
con una ragazza? Per orgoglio, quando il suo corpo lo stava tradendo così
palesemente?
Il bacino di Fukuda si spinse nuovamente contro il suo, questa volta
facendo in modo che le loro erezioni si toccassero, mentre le sue dita
agili continuavano ad accarezzarlo, stuzzicandolo.
"Nnnnnhh..."
"Ti piace, vero, Hiro-kun?"
"N... No... Ti odio... Ah!"
Si, certo che gli piaceva... Gli piaceva anche *troppo*. Come non gli era
mai piaciuto con Akira... Si sentiva sciogliere, e sapeva che molto presto
non gli sarebbe più rimasto un solo briciolo di dignità e si sarebbe
messo a supplicare Fukuda di continuare...
Improvvisamente, si rese conto che i suoi polsi erano liberi, Fuku-chan
non lo stava più trattenendo: la mano che lo aveva bloccato fino a pochi
istanti prima, infatti, stava giocando con uno dei suoi capezzoli;
Koshino si aggrappò disperatamente alla T-shirt bianca che
indossava il suo compagno, in un misero tentativo di staccarlo da lui; ma
sembrava che le forze lo avessero definitivamente abbandonato.
Cominciò a tempestare le spalle di Fukuda con deboli pugni, in un ultimo
slancio di inutile orgoglio... Anche se, a quel punto, non aveva più
senso ribellarsi.
Le labbra di Fuku-chan erano scese a seguire il percorso della mano sul
suo torace, per poi risalire e posarsi di nuovo su un orecchio; il ragazzo
si appoggiò di nuovo al corpo più esile del compagno, lasciando un'altra
volta che le loro erezioni venissero in contatto; una mano era ancora
impegnata a giocare con la piccola apertura fra i glutei, l'altra gli
accarezzava i capezzoli. Non lo tratteneva più, se non con il suo peso.
Eppure, Koshino si trovò incapace di liberarsene, divincolandosi
debolmente sotto di lui.
"Hiro-kun... Adesso ci divertiamo un po'..." Sussurrarono le
labbra morbide, prima che una lingua esperta si infilasse di nuovo nel suo
orecchio, assecondando il movimento dei fianchi, che spinsero decisi
contro i suoi.
Era troppo... Il desiderio straripò, superando le barriere dell'orgoglio
e della vergogna.
Koshino si inarcò contro il compagno, gemendo forte; circondò con le
braccia quelle spalle, che aveva preso a pugni fino a pochi attimi prima e
strinse contro di se quel corpo che lo stava facendo andare letteralmente
a fuoco.
"Mmmhh... Bravo... Bravo, Hiro-kun..:", sentì sussurrare Fukuda;
si girò un po' di lato, in modo da lasciare più facile accesso alle dita
che lo stavano accarezzando e cominciando a muoversi assieme a loro.
"Fuku-chan... Fuku-chan... Non... Non dirlo a nessuno!"
Supplicò Hiroaki, che ormai aveva perso la lucidità e si stava lasciando
dominare dal suo lato più infantile; sentì l'altro ridacchiare, lo
avvertì staccarsi dal suo orecchio ed abbassarsi.... Le labbra bollenti
percorsero ogni centimetro del suo corpo, dal collo alle spalle, ai
capezzoli, all'addome cesellato.
Improvvisamente, una delle dita che lo stava stuzzicando da un infinità
di tempo lo penetrò giusto un pochino, facendolo sussultare.
"Nnnnhhh... Fuku-chan... Ti prego..."
Allo stesso tempo, le labbra tumide di Fukuda posarono un bacio lieve sul
suo sesso pulsante.
"Cosa c'è, Hiro-kun? Cosa desideri?" Chiese la voce divertita
del ragazzo.
"Io..."
Il dito si spinse più in profondità, per poi cominciare a muoversi su e
giù.
"Aaaaahh... Fuku-chan... "
Koshino si sentiva liquefare. Non era mai stato così eccitato, così...
pronto a farsi fare tutto.
La bocca di Fukuda si chiuse intorno a lui, inghiottendolo
improvvisamente; si morse le labbra per non gridare e lasciò le spalle
del compagno per stringere le assi di legno della panca su cui era
sdraiato; quando quelle labbra morbide cominciarono a muoversi su e giù,
lui assecondò immediatamente i movimenti con i suoi fianchi, lentamente,
mentre Fukuda, con dolcezza, aveva inserito un altro dito dentro di lui.
Aveva voglia di gridare, ma si vergognava troppo; non di Fuku-chan, ma di
se stesso, di non essere mai riuscito ad eccitarsi così tanto in
compagnia del ragazzo che amava; così, si limitava a gemere
sommessamente, stringendo gli occhi e trattenendosi meglio che
poteva. Ma quando le labbra e le dita che si stavano prendendo cura
di lui lo lasciarono, non poté fare a meno di farsi sfuggire un
singhiozzo di frustrazione.
"Nnnnh... Non lasciarmi così, Fuku-chan...", si lamentò, con
il tono soffusamente infantile che caratterizzava la sua voce in alcune
occasioni e che faceva letteralmente impazzire Sendoh.
Si accorse che Fukuda si era adagiato nuovamente su di lui, quando sentì
la sua pelle calda ed il suo sussurro all'orecchio:
"Non ti lascio... Adesso ci penso io a te..."
Aprì gli occhi; Fukuda si era spogliato, ora era completamente nudo
sopra di lui; si mosse di nuovo, prendendolo per le spalle e facendolo
girare lentamente su un fianco.
Koshino venne assalito da un'improvvisa ondata di panico: cosa stava per
fare? Akira era stato l'unico e lui avrebbe giurato che sarebbe anche
stato, se non l'amore della sua vita, per lo meno il solo ragazzo.
E in quel momento, invece, era lì sdraiato su una panca degli
spogliatoi, con Fuku-chan che si stava sistemando tra le sue
gambe... E non desiderava altro che sentirlo dentro di lui, non voleva
niente se non che quella dolce tortura avesse fine... In quell'istante
Akira non c'era, non era il suo amore, era solamente la persona che
l'aveva ferito e umiliato, mentre Fukuda era lì, con lui ed era riuscito
a farlo sentire meglio, a fargli dimenticare il dolore...
"Hiro-kun... Giuro che non ti faccio male... Rimani così...
Rilassato...."
La voce di Fuku-chan tremava, mentre cercava di rassicurarlo e lo baciava
dolcemente sulla fronte.
Lui chiuse gli occhi di nuovo, cercando di calmare i battiti del suo cuore
impazzito. Aveva un po' di paura... E si sentiva emozionato come lo era
stato la prima volta. E lo desiderava con tutte le sue forze.
Sentì spingere piano contro di lui, mani grandi e calde
accarezzargli i capelli, labbra esperte continuare a posargli
piccoli baci delicati sul viso... Si aggrappò alle spalle di Fukuda,
stringendoselo contro. Lo avvertì entrare poco a poco dentro di lui e
strinse i denti, trattenendo un piccolo lamento: per quanto fosse pronto e
nonostante tutta la dolcezza che ci stava mettendo il suo partner, lui non
aveva ancora abbastanza esperienza da riuscire a rilassarsi completamente;
lanciò un breve grido quando Fukuda, con una spinta decisa, lo penetrò
completamente e, per reazione, due lacrimoni bollenti gli scesero sulle
tempie.
Ma fu solo un attimo.
Il modesto dolore che aveva provato fu immediatamente sostituito da
un'ondata di calore quando il suo compagno si mosse piano, mentre gli
asciugava le lacrime accarezzandolo lentamente con i pollici e lo baciava
sulle labbra con una delicatezza quasi reverenziale.
Hiroaki sentì come se qualcosa nel suo corpo si fosse slegato, sciolto...
Come se qualcuno avesse tolto un sigillo alla parte del suo essere più
intima e nascosta e ogni fibra muscolare si stesse allentando, lasciandolo
completamente privo di difese.
"...Va meglio, Hiro-kun?" Gli chiese Fukuda, in un sussurro,
muovendosi di nuovo e sfiorando il punto sensibile all'interno del suo
corpo.
"...S... Si...", rispose, mentre una serie di brividi lo
scuoteva da capo a piedi.
"Mmmhh.. .Si, va... Meglio... Decisamente meglio, eh?" Constatò
il compagno, divertito.
"Nnnh... Fuku-chaaaan..."
"...Si... Dimmi... Tutto..."
"Muoviti... Più... In fretta... Onegai...."
"...Ai tuoi ordini, Hiro-kun..."
Fukuda accondiscese con piacere alla richiesta, velocizzando i suoi
movimenti e venendo ripagato dai deliziosi suoni che uscivano dalla gola
del ragazzo sotto di lui.
Improvvisamente, una fitta fortissima rammentò a Koshino la caduta sulle
scale, quando il suo fianco destro si trovò premuto sulle assi di
legno della panchina su cui era steso.
Il gemito che gli uscì dalle labbra era inequivocabilmente di dolore e
Fukuda si fermò, spostandosi, in modo da non gravare troppo
con il suo peso sul corpo del compagno.
Lo baciò su una guancia, teneramente.
"Scusa, cucciolo... ", gli sussurrò tra gli ansiti, "...
Dopo ...Cercherò di... Fare qualcosa... Anche per quello... ",
aggiunse, accarezzando piano la parte esterna della coscia e l'anca
di Koshino, che gli rispose con un suono indistinto di evidente piacere,
cominciando ad assecondare le sue spinte e a baciarlo famelicamente in
qualunque posto riuscisse a raggiungere.
Dopo qualche secondo, Hiroaki iniziò ad udire distintamente anche i
gemiti di Fuku-chan, che si muoveva su di lui sempre più in fretta ed ora
aveva insinuato una mano tra i loro corpi per accarezzare la sua erezione.
Koshino gridò, sgranando gli occhi. Strinse più forte quel corpo
muscoloso contro di lui, mordendogli una spalla.
"F... Fuku-chan... S.. Sei... Sei... Fa... Favoloso...", ansimò
tra i gemiti, un attimo prima di sentire tutto il corpo tendersi come una
corda di violino e raggiungere l'orgasmo più intenso di tutta la sua
giovane vita, sommerso da un mare di brividi; dopo un altro paio di
spinte, le braccia di Fukuda lo strinsero forte e le sue labbra gli si
appoggiarono contro il collo a soffocare un grido, mentre si liberava
dentro di lui.
Rimasero così per qualche minuto, respirando affannosamente, sdraiati
sulla panca completamente nudi; quando il sudore cominciò ad
asciugarsi e l'aria, ormai raffreddata, degli spogliatoi fece
leggermente rabbrividire la pelle di Koshino, il giovane playmaker
cominciò a riprendere coscienza di se e di quello che aveva appena fatto.
Fukuda lo baciò sulla fronte, staccandosi da lui subito dopo; invertì
agilmente le loro posizioni, in modo da farlo adagiare sul suo torace,
affondando un mano nei lucidissimi capelli corvini e accarezzandogli la
schiena con l'altra.
"Koshino-kun... Come ti senti?" Gli chiese poi, continuando a
coccolarlo.
Koshino sospirò, crogiolandosi nell'abbraccio del compagno, affondando il
viso nell'incavo della sua spalla.
"Io... Non lo so. Confuso, credo. Mi sono appena vendicato di Akira
tradendolo con te... Però non mi sento in colpa... E poi..."
"...E poi?"
"... Non... Non mi ero mai... Ecco..."
"...Non ti eri mai eccitato così con Akira?"
"...Già... ", ammise Hiroaki, arrossendo suo malgrado.
"Beh... E' normale... questa volta avevi un bel po' di adrenalina da
scaricare... Avete mai provato, tu ed Akira, a far sesso subito dopo aver
litigato?"
"N... No... Di solito quando litighiamo io gli tengo il muso per
giorni interi..."
Fukuda ridacchiò, divertito. Poi posò un bacio tra i capelli del ragazzo
fra le sue braccia.
"... Siete proprio due imbecilli..."
"Fuku-chan!"
"Dai, non fare l'offeso adesso... Andiamo a farci una doccia, poi ti
do un'occhiata a quel livido... "
Koshino si alzò, lentamente, mettendosi a sedere; diede uno sguardo al
suo fianco sinistro ed impallidì: un ematoma bluastro grande quanto una
delle mani di Akira stava cominciando a lasciarsi intravedere sotto alla
pelle chiara.
"Koshino-kun... "
"Si?"
"Akira te lo dice mai che sei bello?"
"Cosa?!"
"Beh, lo sei."
"G... Grazie, Fuku-chan..."
Fukuda si mise a sua volta a sedere; allungò una mano e accarezzò una
guancia di Hiroaki, sorridendo.
"Meglio se andiamo... O ci prenderemo un accidente."
"F... Fuku-chan..."
"Si?"
"Tu sei... Stato davvero dolcissimo, con me... Non... Non me
l'aspettavo, sai? Voglio dire, che... Tu, di solito. Sei così.
Così."
"...Beh, lo sai che in certe occasioni tutti noi lasciamo intravedere
un nostro lato più nascosto...."
***
Akira Sendoh raggiunse il liceo Ryonan con il fiatone.
Si era fatto la strada di corsa, non aveva nemmeno preso la bicicletta
nella foga di raggiungere Koshino... Lo sapeva, sapeva che sarebbe andato
il palestra a sfogarsi, non si poteva sbagliare, lo conosceva troppo
bene...
Doveva assolutamente chiedergli scusa per quello che gli aveva fatto,
doveva farsi perdonare... A tutti i costi, anche a costo di buttarsi in
ginocchio davanti a lui e chiedergli perdono di fronte ai suoi compagni di
squadra.
Hiroaki era uno scorbutico, intrattabile, insensibile bastardo, quando
voleva... ma era il *suo* adorabile principe degli scorbutici...
...E, inoltre, per quanto male avesse potuto fargli, tradirlo a quel
modo... e poi, proprio con *lei*... Insomma, si era comportato davvero da
stronzo senza eguali.
Aveva tradito in una volta sola il suo ragazzo ed il suo migliore amico...
Ma avrebbe trovato la maniera di rimediare.
Ansimando, raggiunse la porta della palestra e la spalancò: vuoto totale.
Eppure... quelle scarpe sembravano proprio quelle di Kosh... Sicuramente
aveva finito di allenarsi ed ora si stava facendo la doccia... Bene.
Sendoh scrollò il capo, arrossendo. Meglio non farsi prendere da certe...
Tentazioni, in un momento così delicato. No.
L'avrebbe aspettato compostamente seduto su una panca degli spogliatoi,
poi gli avrebbe parlato con calma... Resistendo anche all'idea di
prostrarsi e baciargli le mani, che, tutto sommato, gli sembrava un po'
troppo teatrale...
...Meno male che quella buon anima di Mizuki aveva capito la situazione...
Beh, non che lei fosse in nella posizione di poter criticare qualcuno...
Dato che si trovava a San Valentino nel letto di Sendoh, invece che in
quello del *suo* ragazzo.
'Corrigli dietro, Akira! Che aspetti?! Avanti! Abbiamo fatto la nostra
cavolata, almeno cerchiamo di rimediare in tempo!' Gli aveva detto
sorridendo, mentre cercava di coprirsi con il lenzuolo e arrossiva, come
se si fosse resa conto tutto a un tratto di quello che avevano
combinato...
Lui aveva resistito un po', era ancora troppo arrabbiato con Koshino per
come l'aveva trattato quella mattina; ma, dopo neanche un'ora, si era
deciso ed era uscito di casa in tuta da ginnastica e senza nemmeno
pettinarsi, con le lunghe ciocche scure quasi completamente libere dal gel
in cui le imprigionava ogni mattina, prima di andare a scuola.
Akira aprì la porta degli spogliatoi con il cuore in gola: comunque fosse
andata quella discussione, di sicuro avrebbe passato una gran brutta
mezz'oretta...
...Ma quello che vide una volta entrato andava talmente al di là di
qualsiasi aspettativa che ogni emozione gli morì dentro, come se avesse
ricevuto una doccia gelata.
Il suo ragazzo era languidamente sdraiato su una delle panchine; indossava
solo la camicia ed i boxer erano infilati solo da una gamba, i pantaloni
appoggiati a coprire la zona dell'inguine, la giacca della divisa
arrotolata sotto alla testa a mo' di cuscino e gli occhi chiusi; Fuku-chan
sedeva un po' più in là, con indosso la tuta e le gambe di Koshino in
grembo. Gli stava massaggiando un fianco e sembrava talmente assorto nel
suo lavoro che non si accorse nemmeno che qualcuno aveva aperto la porta.
"AEHM!!!!" Si schiarì rumorosamente la voce, attirando
l'attenzione dei due ragazzi.
"Ciao Sendoh... come mai qui?" Chiese Fukuda con un mezzo
sorriso. Koshino si limitò ad un timido 'ciao', ma cercò di ricomporsi,
sollevandosi su un gomito.
"I... Io..." Akira non sapeva bene nemmeno lui cosa dire.
Arrossì, violentemente. Non si aspettava di trovare lì Fuku-chan... Non
poteva mica dirgli...
"Stavo mettendo un po' di Lasonil sulla botta di Koshino-kun... Vedi
di non spingerlo giù per le scale, la prossima volta che litigate!"
Ammonì Fukuda, in tono scherzoso.
"F... Fuku-chan!" Esclamò Hiroaki, arrossendo. "Non mi ha
spinto lui!"
"Ah... C... Cosa gli hai raccontato, Hiro-kun?" Azzardò Sendoh,
sentendosi a sua volta avvampare e provando una fastidiosa sensazione di
vuoto allo stomaco.
"Niente... Che sono caduto correndo giù dalla scale di casa...
", rispose Koshino, fingendo indifferenza.
"Beh, Sendoh. Dato che prima di andartene e bigiare gli allenamenti
mi hai raccontato di quanto ti aveva trattato male Koshino-kun..."
"Ma dai, ti sembro il tipo che spinge qualcuno giù per le scale?
Fuku-chan!" Sendoh sfoderò uno dei suoi bellissimi sorrisi, mentre
con una sana risata sfogava la tensione accumulata in quei pochi minuti
negli spogliatoi.
Per fortuna, Hiro-kun non gli aveva detto nulla... Già... Ma allora,
cos'era quella sensazione di disagio? E perché il suo amore continuava a
tenere gli occhi bassi, evitando accuratamente di guardare nei suoi?
"Akira-kun... Finisci tu, qui. Io devo scappare... Da Mizuki. L'ho
fatta arrabbiare stamattina al telefono. E meglio che tenti di farmi
perdonare."
Detto questo, Fukuda sollevò gentilmente le gambe di Koshino dalle sue
ginocchia e si alzò; guardò Sendoh negli occhi, sorridendo in modo
strano, prima di aggiungere: "Fate pace anche voi due, mi
raccomando... Quando litigate diventate anche più idioti del solito e
cominciate a giocare da schifo."
Sendoh sbatté gli occhi, disorientato.
"Chi... Chi è Mizuki?" Chiese un confusissimo Koshino.
Akira arrossì, nonostante l'imperituro sorriso sul volto.
"Oh... Una bella ricciolona con le tette grandi!" Disse allegro,
avvicinandosi alla panca e prendendo il posto occupato da Fukuda fino a
poco prima.
"E' la mia ragazza, fa la scuola d'arte... Lei e il nostro asso si
conoscono fin da bambini... I casi della vita... ", rispose Fuku-chan,
mentre raccoglieva le sue cose e si preparava ad andarsene.
"Scommetto che è venuta subito a piangere da te, Akira-kun...
Vero?" Aggiunse, voltandosi a guardare i suoi compagni da sopra una
spalla.
Nella mente di Hiroaki minuscoli frammenti di un complicato puzzle
cominciarono a prendere posto uno vicino all'altro, componendo un'immagine
precisa.
Mizuki... Una bella ricciolona con il seno grande... Amica di Sendoh fin
dall'infanzia... Che aveva litigato con Fuku-chan, il suo ragazzo, quella
mattina?
Ma, allora...
"Ehm... S... Si, Fuku-chan, veramente si... Era molto triste,
piangeva... Mi ha... Ehm... Raccontato di avere rotto in mille pezzi la
cioccolata di san Valentino che ti aveva preparato. Però non vedeva l'ora
di vederti e chiarire... Forse è davvero meglio che tu vada....",
disse Sendoh, continuando a sorridere ma con un palpabile imbarazzo che
gli aleggiava tutto attorno.
"Si, forse è davvero meglio... Ci vediamo domani. Fate i
bravi!" Replicò Fukuda, salutando i due ragazzi con un cenno della
mano e avviandosi verso l'uscita; una volta che la porta degli spogliatoi
si chiuse alle sue spalle, per qualche secondo nella stanza calò un
silenzio di tomba.
Akira e Hiroaki evitavano accuratamente di guardarsi in faccia.
Sendoh prese il vasetto di Lasonil che Fukuda aveva lasciato sulla
panchina, lo aprì e ne prese una piccola quantità su un dito, passandolo
poi tentativamente sul lividone bluastro che si stava scurendo sempre di
più sul fianco di Koshino.
Quest'ultimo non protestò, ma si limitò a sbuffare, irritato.
"...E così ti sei fatto la ragazza del tuo amico... Davvero bravo,
Akira... Complimenti." Disse poi, con un tono talmente tagliente che
avrebbe potuto facilmente affettare qualsiasi cosa si trovasse nei
paraggi.
Udì un sospiro rassegnato da parte di Sendoh.
"Beh... Se è per questo, tu ti sei fatto direttamente il mio amico.
Quindi, direi che siamo pari."
Koshino scattò a sedere come una molla.
"C... COSA?!?! Ma che ti salta in mente, Akira?" Chiese,
arrossendo furiosamente e cercando di coprirsi goffamente con i pantaloni
ciò che i boxer, infilati per metà, avevano appena lasciato intravedere.
Sendoh sorrise malizioso, sfiorando con la punta delle dita l'interno
delle cosce del suo ragazzo, che gli riposavano in grembo.
"E dai, Kosh... guarda che stai parlando con *me*. Non è che sia
proprio l'ingenuità fatta a persona... E poi so benissimo che Fuku-chan
ha sempre avuto un debole per te... Anche se lui è un amico troppo leale
per provarci... Beh... A meno che tu non ti precipiti qui a raccontargli
di avermi trovato a letto con una ricciolona dalle tette grandi!"
Hiroaki si accasciò sulla panca, inebetito.
Fuku-chan... Aveva capito...
Ecco perché quella frase... 'Facciamogliela pagare'... Ecco perché
mentre gli massaggiava le spalle gli aveva fatto improvvisamente male...
E.. Comunque...
Akira ci scherzava pure sopra?
"Hiro-kun... Senti..."
"..."
"Ti chiedo scusa per quello che ho fatto. Non avrei mai dovuto... In
nessun caso... Soprattutto con la ragazza di Fuku-chan. Mi dispiace
davvero... Ero fuori di me. Perdonami, ti prego... Sono venuto fino qua
per chiederti scusa, ero pronto anche ad inginocchiarmi ai tuoi piedi, se
ce ne fosse stato bisogno. Mi vergogno di quello che ho fatto e ancora di
più delle cose che ti ho detto... Mi avevi ferito, e ho voluto
vendicarmi. Non è stato nobile da parte mia, me ne rendo conto. L'unica
cosa che posso fare per rimediare è chiederti scusa con tutto il cuore...
Se tu vorrai perdonarmi e dimenticarti di questo piccolo incidente, giuro
che io farò lo stesso nei tuoi confronti. Non ho nessun diritto di
biasimarti..."
Sendoh sospirò di nuovo, alla fine del suo monologo di scuse e Koshino si
sentì salire le lacrime agli occhi.
Perché lui non era così?
Perché per lui non era mia stato tanto facile dire 'mi dispiace'?
Se gliel'avesse detto quella mattina, subito dopo aver litigato, dopo che
l'aveva fatto piangere... non sarebbe accaduto proprio nulla....
"Akira... "
"S... Si?"
Koshino si mise di nuovo a sedere e, quando fissò i suoi occhi neri in
quelli di Sendoh, quest'ultimo si accorse che il suo ragazzo stava
mordendosi le labbra in un disperato tentativo di non mettersi a piangere;
poi, lentamente, si mosse in modo da sederglisi sulle ginocchia,
circondandogli le spalle in un abbraccio e nascondendo il viso contro al
suo petto. Akira rimase basito per un attimo, prima di ricambiare
l'abbraccio e sospirare ancora, questa volta di sollievo.
"A... Akira.... Sei tu che mi devi perdonare. Sono insopportabile...
E scorbutico. E non faccio altro che ferirti, anche se ti voglio talmente
tanto bene da non riuscire nemmeno a dirtelo..."
Sendoh cominciò ad accarezzare dolcemente i capelli del suo Hiro-kun.
"...Io lo so che mi vuoi bene, Hiro-kun... E il tuo carattere
impossibile, beh... Fa parte di te, non riesco a non farmelo piacere... Ti
amo... Ti amo così come sei, Hiro-kun..."
Akira affondò il viso nei capelli di Koshino, depositandovi piccoli baci,
stringendo di più le braccia intorno a quel corpo minuto ed aggraziato
che riusciva a fargli perdere la ragione ogni qual volta vi posasse le
mani sopra...
"Nonostante questo..."
Il tono di voce tipico del Koshino arrabbiato gli fece sgranare gli occhi,
strappandolo dal mare di desiderio in cui già si stava perdendo.
"N... Nonostante questo?"
Sendoh avvertì le mani di Hiroaki spingere contro il suo torace, mentre
cercava di liberarsi dalla sua stretta; il viso che si ritrovò a pochi
centimetri dal suo era temporalesco e non prometteva nulla di buono.
"Nonostante ciò... quello che hai fatto rimane una cosa
gravissima."
Sentenziò Koshino.
"Ma... Ma Hiro-kun! Tu... Tu ti sei fatto. ti sei fatto.
*scopare* da Fuku-chan qui, negli spogliatoi!"
"Non vuol dire nulla! Io ero giustificato, la mia era una
vendetta!"
"Ma..."
"Niente ma!!!"
"Hiro-kun... Vuol dire che non mi perdoni?"
Sendoh aveva assunto la sua aria da
cucciolo_abbandonato_solo_e_triste e Hiroaki fu sul punto di farsi
sfuggire una risata... Solo sul punto.
Invece, si liberò completamente delle braccia di Sendoh e si alzò in
piedi, cominciando a rivestirsi.
"Beh... Si, ti perdono... Ma questa è stata troppo grave, in qualche
modo la devi scontare."
Sul viso di Sendoh si dipinse un sorriso di sfida.
"Ooooh... E come la dovrei scontare, secondo te? Astinenza per un
mese? Oppure niente pesca per due? O, ancora, svegliarmi alle cinque ogni
mattina per venire a fare jogging con te?" Chiese, incrociando le
braccia sul petto e godendosi lo spettacolo del suo ragazzo che si
infilava i pantaloni della divisa. Koshino li allacciò con calma,
sistemando con cura la camicia all'interno della cintola, muovendosi con
deliberata lentezza. Quando ebbe finito, si voltò a guardare Akira in
viso con una così evidente malizia nei begli occhi neri che l'asso del
Ryonan si sentì correre un brivido violento lungo la spina dorsale.
"No... niente di tutto questo, Aki-chan... Diciamo... Che
potresti cavartela con un regalino di San Valentino", disse Hiroaki
con voce carezzevole.
Sendoh sollevò le sopracciglia, compiaciuto dell'espressione che si era
dipinta sul volto del suo ragazzo.
"Oh... Un regalo, Hiro-kun? E di cosa si tratterebbe?"
Sul delizioso faccino quasi sempre imbronciato del playmaker del Ryonan si
schiuse un bellissimo sorriso, carico, al tempo stesso di malizia e
dolcezza.
"Diciamo... Una piccola inversione di tendenza", spiegò,
enigmatico.
Akira rimase soltanto un attimo attonito, prima di realizzare a cosa
Hiroaki si stesse riferendo. Per un istante, l'affascinante sorriso che lo
caratterizzava scomparve dal suo volto, prima che una bella
tonalità scarlatta gli tingesse gli zigomi cesellati; poi, sorrise di
nuovo, più luminoso di sempre.
"Questa te l'ha suggerita Fuku-chan, vero?" Domandò, con la
voce resa roca dell'emozione.
"...Può darsi...", rispose Koshino mentre finiva di
abbottonarsi la giacca.
"Beh... Sarà un terribile sacrificio, Hiro-kun... Ma per farmi
perdonare da te, questo ed altro!"
"Hentai..."
"Lo so..."
Sendoh allungò una mano ad afferrare un lembo della divisa di Hiroaki,
strattonandolo verso di se e circondandogli la vita con le braccia; gli
appoggiò una guancia sull'addome, stringendoselo contro con tutte le sue
forze.
"... A casa ci sono i tuoi cioccolatini che ci aspettano...
Ricominciamo da capo il San Valentino, Hiro-kun?"
Le dita di Hiroaki gli si posarono dietro alla nuca, massaggiandola
dolcemente.
"...Sei davvero melenso, Akira... "
"...Ma, Hiro-kun!"
"... E forse è proprio per questo che ti amo così tanto..."
"...Hiro-kun..."
Koshino si sciolse dall'abbraccio, per poi prendere per mano Sendoh e
farlo alzare in piedi.
"Su... andiamo a casa"
Akira passò un braccio intorno alla vita sottile del suo ragazzo,
baciandolo sulla tempia.
"Si, andiamo..."
"Akira... "
"Si?"
"Buon... Buon San Valentino, Akira."
"Buon San Valentino anche a te... Koibito"
... E così, dopo un dolcissimo bacio di rappacificazione, il desiderio
che Koshino aveva espresso scappando da casa del suo ragazzo, quel
pomeriggio, si avverò: il loro San Valentino sarebbe ricominciato da
capo... Nonostante qualche piccolo incidente di percorso!
*Owarii*
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