Aaah, finalmente è finita! Grazie, Hiwatari sensei! Spero che non mi bastonerai dopo averla letta!

Scusatemi tutti! *inchino* *inchino* . Non è colpa mia! C’era già tutto nella mia testa! Perdonate i personaggi che parlano tanto! È solo una piccola scena da delirio! Non pensavo di finirla! Polvere di diamanti!

Come tutti sapete, i diritti eccetera amen.


Stregati dalla luna

di Sei-chan


Shyuh…

Come sei bello quando sorridi… adoro i tuoi occhi, il tuo viso, ti adoro, Shyuh… anche se tu non lo immagini nemmeno, non è vero? C’è qualcun altro nel tuo cuore, qualcuno che non potrai mai avere, che ama qualcuno che non potrà mai avere, come io non potrò mai avere te… Shyuh… vorrei non aver accettato di rimanere quassù, sulla base… non potrò mai sfuggire da te, dalla tua bellezza, dalla tua indifferenza…

- …torta. L’ha fatta Mokuren- disse Shyusuran a Shion, versandogli del tè.

- Ci ho messo anche delle uvette. Spero che ti piacciano…- sorrise Mokuren. Shion non si svegliò dal suo sogno ad occhi aperti.

- Shion? Ehi, ci sei, Shion? La torta!- esclamò Shyuhkaido, toccandogli il braccio.

- Cosa?- Shion si riscosse, e guardò i sei scienziati che lo fissavano stupiti con un’aria assente. – Sì, certo, ne farò una domattina, ok?- disse alzandosi e andandosene via.

- Ma che cos’ha?- disse Shyusuran. – Che strano che è, certe volte!-

- Da qualche giorno mi sembra un po’ assente…- disse Gyokuran - … ma non lo fa apposta!-

Shion era rimasto accanto alla porta ad ascoltare quello che i ragazzi dicevano di lui. Tipico di Gyoku cercare di prendere le sue difese! Non c’era niente di più patetico, niente che odiava di più al mondo!

- Per me gli farebbe bene restare un po’ di tempo nella serra… Le piante mi rilassano sempre!- disse Mokuren, e Shion sorrise. I ragazzi smisero di parlare di lui e Shion si allontanò. Forse le piante l’avrebbero rilassato davvero… chissà se Mokuren aveva ragione. Entrò nella serra e fece una passeggiata. Guardò l’orto: era carino come le ragazze lo avevano sistemato. La verdura formava un bell’insieme di colori. Quando era a casa non avrebbe mai pensato di distrarsi con dei pomodori! Continuò a camminare. Trovò un bell’angolino, in cui c’era una piccola pianta con dei fiori in boccio. Si sedette lì sotto e sospirò. L’aria lì dentro era migliore, e si sentiva davvero meglio. Pensò di rimanere per una mezz’ora, giusto il tempo di schiarirsi le idee e di farsi passare i pensieri, ma lasciò vagare la mente per conto suo, in mezzo al verde e alle piante, e si addormentò senza neanche accorgersene.

Non si ricordava l’ultima volta che aveva dormito così bene. Incredibile, soprattutto per il fatto che era sdraiato sul metallo freddo, come si accorse quasi subito. Si stropicciò gli occhi e si tirò su… e gli sembrò di stare ancora sognando. Era circondato da una foresta di steli d’erba, che mentre restava seduto lo superavano di tutta la testa. Erano alti più di mezzo metro e dovette farsi strada a tentoni per cercare la porta, dato che tutte le pareti erano coperte da rampicanti. Uscì in qualche modo e mentre ritornava verso la sua camera incontrò Gyoku e Hiragi, e dietro di loro si nascondeva Mokuren, che arrossì non appena lo vide.

- Oh, Shion! Ehm… sai che è successo? Le… le piante sono cresciute un po’…-

- Be’, le taglieremo- ribatté Shion freddamente. In realtà non voleva essere cattivo, perché gli aveva fatto piacere quella sorpresa nella serra, e l’aveva trovata divertente, ma in presenza di Gyoku non riusciva a non essere brutale. Mokuren singhiozzò dietro i ragazzi.

- Ma come è successo?- chiese ancora Shion.

- Io… io mi sentivo un po’ giù… e le piante mi hanno chiesto di cantare… solo un po’…-

- Sì, ma, Shion si sono danneggiati anche i computer… le piante ci sono cresciute dentro…-

Oh, no, pensò Shion. Li avevo appena riparati! Ma non disse nulla per non ferire ulteriormente Mokuren, dato che non ne aveva l’intenzione.

Dopo colazione si mise subito all’opera imprecando una volta di più contro quel vecchiume su cui era costretto a lavorare. Non gli dispiaceva che le piante li avessero strapazzati per bene, se non fosse perché poi gli toccava ancora metterci le mani. A casa era abituato a lavorare sulle apparecchiature più moderne…

- Ahia!- distrattamente si era chiuso le dita nello sportello di un quadro di controllo. In quel momento si spalancò la porta. C’era Shyuh.

- Ehi, Shion! Tutto bene con i nostri macchinari? Hai bisogno di una mano?-

Shion sorrise. – No, no, è tutto a posto, mi sono soltanto chiuso…-

- Bene, allora se non hai bisogno andiamo ad aiutare Mokuren con le piante!- esclamò Shyuh senza lasciarlo finire. Dietro a lui anche Gyoku lo salutò con la mano, prima che la porta si chiudesse. Improvvisamente, quella giornata che era cominciata così bene si rabbuiò. Shion era furioso. Lavorando vicino al condotto di aerazione poteva sentire che gli altri, benché strappare le piante gli costasse fatica, chiacchieravano ridendo e sembravano divertirsi un mondo. Non sentiva bene quel che dicevano, ma era arrabbiato perché non si ricordavano di lui. Gyoku e Shyuh erano andati da lui giusto pro forma, tanto sapevano che avrebbe detto che non aveva bisogno. Non un cane che venisse a fargli compagnia! Ad un tratto sentì Enjyu chiedere a voce alta se qualcuno voleva un tè, e la sentì uscire mentre gli altri accettavano entusiasti. Attese speranzoso, quasi aggrappandosi a quella speranza, ma quando Enjyu tornò nella serra nessuno, di nuovo, parve pensare a lui.

Che stupido che sono! Come posso aspettarmi che qualcuno i ricordi di me? Stanno così bene fra loro, chiunque sta meglio senza di me! Persino quel “buon samaritano” di Gyoku questa volta mi ha scordato… è quello che gli piacerebbe fare sempre,se io non glielo impedissi! Scommetto che nessuno verrà a chiamarmi per il pranzo… buon per loro! Vorrà dire che non li disturberò con la mia presenza!

Eppure tu… forse tu dovresti ricordarti di me. Tu non ferisci mai nessuno, io lo so. Per te è una colpa se una persona soffre… ma forse anche tu staresti meglio in un mondo dove io non ci fossi… in un mondo dove Gyoku starebbe meglio. In un mondo dove le ombre di Gyoku non si possano mai vedere.

- Shion! Che ci fai ancora qui! Il pranzo è quasi pronto, se vuoi farti una doccia ti conviene sbrigarti!-

- Enjyu…- disse Shion, ma la donna andò via senza ascoltarlo. -… grazie, Enjyu-.

- Shion non ha il diritto di comportarsi così freddamente con Mokuren! Lei sentiva solo nostalgia di casa, non va maltrattata!-

- Che strano che tu oggi non lo difenda, Gyoku…- disse Shyusuran con leggerezza.

- E’ che il suo comportamento è inammissibile! Mokuren è scoppiata a piangere in mezzo a tutti!-

- In effetti però avrebbe dovuto controllarsi- concluse Shyusuran e si allontanò.

Shion aveva sentito tutto. A tavola non gli era riuscito di comportarsi cordialmente con Mokuren… anche se non aveva ragioni per prendersela con lei. Quella mattina era stato quasi contento del guaio che lei aveva combinato! Eppure un po’ di colpa l’aveva… era per causa sua che tutti lo avevano abbandonato, non perché aveva cantato ma perché era stata costretta a strappare tutte le piante, e siccome era una kicie tutti si erano sentiti in dovere di aiutarla. Lui, siccome era un orfano di guerra, nessuno si era sentito in dovere di aiutarlo… di portargli del tè.

Oh, no, stava ritornando quello stupido complesso! Erano anni che non si sentiva più perseguitato come “orfano di guerra”! Quella stramaledetta base gli stava dando alla testa! No, non riusciva a perdonare Mokuren… avrebbe dovuto avercela anche con gli altri, ma lei era una kicies… e lo faceva impazzire il fatto che si fosse dimenticata di lui. No, non lei, ma… c’era qualcun altro a cui avrebbe voluto stare a cuore… ma non riusciva a fargliene una colpa. E su Mokuren poteva sfogarsi.

- Non è arrivata posta per lui, non è vero? Mi sento in colpa quando la porta a noi, ha un’aria così abbattuta…-

- Mi sembra che oggi abbia ricevuto qualcosa…-

- Una lettera dalla sua ragazza?- disse Hiragi scherzosamente, ma l’occhiata che gli gettò Gyoku lo gelò all’istante.

- Forse è il caso che vada a vedere come sta… era un po’ pallido, avete notato anche voi?- Shyuh uscì il più in fretta possibile, non gli andava di stare a sentire se Gyoku avesse deciso di spiattellare le vicende delle ragazze a cui Shion aveva spezzato il cuore… e sapeva che in quel momento era capace di farlo.

- Ehi, Shion…- Shyuh aveva bussato e poi si era azzardato ad entrare. Shion gli dava le spalle  e guardava lo schermo della posta. C’era uno strano animale che si muoveva.

- Che c’è?-

- Shion, stai bene? Ti ho visto un po’ giù prima, c’è qualcosa che…oh…- Shion aveva tenuto il suo viso nascosto a Shyuh finché ci era riuscito, ma poi l’amico l’aveva visto.

Stava piangendo.

- Che cosa c’è, non stai bene?- Shyuh si allarmò. Lui era il medico e se Shion stava male avrebbe dovuto capirlo subito.

Shion si asciugò gli occhi e riprese la sua abituale espressione imperturbabile.

- Niente- sorrise. – Solo la posta…-

- Quello è il tuo gatto? Mi sembra un animale un po’ strano…-

- E’…un ricordo… l’ho dovuto lasciare alle lian ma mi manca molto… lui…- Shion guardò Shyuh, chiedendosi se avrebbe capito. – Lui… stava con me anche se non glielo chiedevo…-

Shyuh annuì, imbarazzato. Ora che avrebbe dovuto dire? Che cosa si aspettava Shion?

- Vedi, non… non mi era utile ma avevo bisogno di lui… e non serviva un motivo…-

- Shion… che cosa mi vuoi dire? Non capisco…-

- Lo sapevo, non fa niente…- sospirò Shion.

- No, ora me lo devi dire… senti, forse non sono un genio, ma ho capito che hai qualcosa che non va… qualcosa che ti abbiamo fatto noi. Non sarai ancora arrabbiato per le piante o… oh cielo…-

- Non ci avete minimamente pensato, vero? Quando fate tutti gruppo attorno a Mokuren improvvisamente diventate sei, non è vero? Io compaio solo quando… per infastidirvi.

- Ci sei rimasto male quando non io e Gyoku non siamo rimasti? Ma sai benissimo che non avremmo saputo dove mettere le mani e ti avremmo dato solo fastidio!-

Shion lo guardò intensamente. – Va bene, come non detto. Ora ti sei scaricato la coscienza? Puoi anche andare-.

 

E così Shion se l’era presa… forse si era offeso sentendo che loro, nonostante tutto, si divertivano. Forse era un po’ geloso… di Mokuren? Il fatto che tutti fossero con lei e lui invece non potesse… ma certo, forse a Shion piaceva Mokuren! Shyuh sorrise. Non l’aveva mai visto prendersela così tanto per una ragazza, forse stavolta era proprio quella giusta! Già, solo che era una kicies! Shion non si sceglieva certo la via più semplice, accidenti a lui!

- Allora, come sta Shion?- gli chiese Enjyu incontrandolo in corridoio.

- Niente, solo un piccolo attacco di nostalgia…-

- Anche lui? Ci dev’essere un virus, allora… anche Shyusuran è appena scoppiata a piangere nella torre…-

- Oh, no, e ora sta bene?-

- Mokuren la sta consolando… le sta facendo vedere la sua casa col sarces, io sono venuta a prenderle un bicchiere d’acqua ma torno su subito e…-

- Glielo vuoi chiedere anche tu, eh? Mi sa che vengo anche io…-

Tornarono insieme sulla torre, e trovarono che anche tutti gli altri li avevano preceduti. Tutti tranne Shion… forse era il caso di chiamarlo, ma probabilmente non voleva far vedere agli altri che aveva appena pianto. Più tardi gliel’avrebbe detto e avrebbe convinto Mokuren ad andare anche da lui.

- Cosa è successo sulla torre? C’era un po’ di casino prima…-

- Sì, Shyusuran ha avuto un attacco di nostalgia e Mokuren l’ha consolata facendole vedere la sua casa… e dopo l’ha fatta vedere a tutti! Non ti ho chiamato perché…-

- Hai fatto bene- tagliò corto Shion – Dopotutto io una casa non ce l’ho- e si allontanò come seccato. Shyuh sapeva che la sua casa era stata distrutta dalla guerra, e Shion era comunque troppo piccolo per averne un ricordo; il tempio in cui era stato allevato non l’aveva mai considerato casa sua e forse si sarebbe sentito a disagio con gli altri, entusiasti… una volta di più si chiese che cosa avrebbe potuto fare per Shion, e una volta di più concluse che non poteva fare proprio niente. Forse non poteva nemmeno Sarjarim.

C’è solo un posto che considero la mia casa… solo un posto dove mi sento al sicuro. Non indovini qual è, vero, Shyuh? Nessuno lo indovinerebbe. È chiuso qui dentro di me, e soltanto lì mi sento al sicuro… a casa. Sì, a casa. Io non provo nostalgia, non è per quello che mi hai visto piangere… Kyaah jr… e Kyaah e Lazlo… solo loro potrebbero capire… solo loro hanno voluto formare una famiglia con me, anche solo per finta… ma la mia casa e la mia famiglia vera è solo una, e io lo so. E so che anche se lo desidero tanto, non accadrà mai. Era per questo che piangevo, ma nessuno di voi lo saprà mai. Non vi importa…

Shion era sceso in cucina per mangiare una fetta di torta (Mokuren sembrava non fare altro dalla mattina alla sera e Shion di certo non la voleva offendere!) e aveva deciso di farsi anche una tazza di tè. Mentre aspettava che l’acqua bollisse aveva ripensato a Kyaah, alla lettera che le lian gli avevano scritto per dirgli che stava bene e si comportava molto educatamente, e il pensiero gli era subito corso al loro primo incontro… sembrava che l’animale l’avesse quasi riconosciuto… ricordava ancora benissimo la sensazione che gli aveva dato il posare le sue dita sulle zampe del gatto attraverso le sbarre… e aveva ricordato quegli settantotto giorni che erano stati migliori di tutti gli altri… svegliarsi con Kyaah sul letto e dormire abbracciato e caldo con lui… questo era quello che gli mancava… com’era bella quella sensazione… ancora adesso, pensandoci, gli veniva un caldo e un sonno…

Mokuren entrò in cucina e lo trovò addormentato come un bambino sul tavolo. Sorrise e gli si avvicinò, prendendo la sua testa sulla spalla e poggiando la fronte contro la sua. Lui era l’unico che non si era presentato a cercare l’immagine di casa sua e lei voleva fargli quel regalo. Liberò il sarces chiudendo gli occhi, e chiamò nella mente di Shion… le immagini che vide furono diverse da quelle di tutti gli altri. Non c’erano case e prati verdi o laghi o montagne, ma solo un viso. Un viso in tutte le sue espressioni, ora rideva, ora era serio, ora socchiudeva gli occhi in un grande sorriso… cosa voleva dire, quella era la “casa” per Shion?

Il ragazzo si svegliò di colpo. Mokuren si spaventò.

- Voi kicies entrate sempre senza permesso nella testa delle persone?-

- Io… mi dispiace, volevo farti vedere la tua casa, ma… mi sembrava che anche tu soffrissi di nostalgia. Quello che ho visto…-

- Sì, è la mia casa. I suoi occhi sono l’unico posto dove mi sento a casa mia, l’unico posto per cui sento nostalgia…-

Una casa che per lui sarebbe sempre stata chiusa a chiave, ironia della sorte. Anche Mokuren doveva averlo capito.

- Be’, io… non lo dirò a nessuno, comunque, Shion… davvero. Scusa se ho…-

Shion alzò le spalle. – Tanto sapevo già dove stava il mio cuore- e sorrise. Mokuren uscì e lui rimase di nuovo solo.

Già, proprio chiusa a chiave. E per cercare di dimenticare ne aveva già aperte, di porte, ma nessuna era la sua. Soltanto quando quel viso era felice lo era anche lui. Era triste che ora fosse infelice per qualcuno che non sapeva nemmeno quasi della sua esistenza.

 

Lazlo è morto.

Che cosa? Non era possibile… non dopo così poco tempo… Lian, non è vero, non è vero… Se questo è un sogno, devo riuscire a svegliarmi.

Sono sveglio. È un sogno. Non sono passati solo settantotto giorni, è passato molto di più…

Aveva bisogno solo di un bacio. Lazlo gli aveva insegnato a volerli, e adesso… Si ricordò che non era neanche andato sulla sua tomba a salutarlo, e non solo perché gliel’aveva detto la lian.

 

- Sì, ma lei deve imparare a controllarsi! Sembra che siamo venuti qui per strappare piante!-

Il nuovo incidente della canzone di Mokuren era stato solo l’ultimo pretesto per far scoppiare la lite fra Shion e Gyokuran. Shion non ce l’aveva affatto con Mokuren, ma il fatto che Gyoku lo braccasse ogni minuto per ergersi a paladino della kicies era un’occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire.

- Basta ragazzi, non litigate!- implorò Mokuren.

- Fatti da parte, donna!- disse Shion con un finto gesto drammatico. Mokuren non poté fare a meno di ridere. Da quando avevano quel segreto, erano diventati molto più complici, anche se gli altri non l’avevano minimamente notato. Era per questo che Mokuren era molto più spaventata del solito: anche se Shion non era arrabbiato sul serio con lei, invece con Gyoku non stava affatto scherzando.

- Ehi! Non la puoi trattare così!-

- E perché? Con tutti i casini che combina! Sembra una kicies, ma in realtà è solo una rompiscatole!-

- Come ti permetti!-

Successe tutto in un attimo. Gyoku perse il controllo e si gettò contro Shion cercando di colpirlo, e Shion a sua volta colpì il suo braccio col taglio della mano, violentemente. Aveva reagito senza nemmeno pensarci, ma era sconcertato: non si aspettava che Gyoku alzasse le mani contro di lui né che i suoi riflessi fossero così fulminei e incontrollabili.

Gyoku urlò, tenendosi il braccio. Mokuren sembrava sconvolta, e in quel momento, attirata dal baccano, entrò Shyusuran.

- Ma che è successo?-

- Mi ha rotto il braccio!- gridò Gyoku fuori di sé. – Mi ha rotto il braccio!-

Shyusuran si spaventò ed uscì subito chiamando Hiragi. Quando il comandante arrivò, tirandosi dietro tutti gli altri scienziati, Gyoku stava ancora urlando e Shion aveva un’espressione perfettamente calma e serena, anche se stringeva forte il pugno della mano destra, senza darlo a vedere.

- Shion!- disse Hiragi – Ti rendi conto di quello che hai fatto? Qui non possiamo tollerare la violenza gratuita… hai qualcosa da dire?-

- No- disse Shion, impassibile. – Gyoku le ha prese perché se lo meritava-.

- Shion!- gridò Mokuren, ma il ragazzo non le diede retta.

- Se le meritava e gliele ho date! E sono contento per quello che ho fatto!-

- Allora non ho altra scelta… dovremo chiuderti in isolamento per… fin quando non ti sarai calmato-. Hiragi e Shyuhkaido lo scortarono fuori, e Shion vide l’odio sulla faccia di Gyoku e il disprezzo su quella di Enjyu e Shyusuran, e anche sui due ragazzi che lo stavano scortando. Solo Mokuren sembrava sull’orlo delle lacrime e quando Shion uscì, scoppiò a piangere.

- Mokuren!- la soccorse Enjyu. – Che cos’hai? Ti sei spaventata?-

- Shion stava per colpire anche lei- disse asciutto Gyoku. Mokuren voleva ribattere qualcosa ma prima voleva sapere perché Shion si era lasciato accusare. A cena litigarono: Mokuren non voleva parlare a Gyoku e Shyusuran non era d’accordo che Shion stesse isolato: dopotutto, avrebbero potuto parlargli ed erano a conoscenza del suo caratteraccio… e anche Enjyu e Shyuh notarono era stato un episodio isolato e bisognava dargli il beneficio del dubbio. Ma Gyoku restò fermo sulle sue posizioni, e Hiragi non voleva farsi influenzare dagli umori di suoi sottoposti: se dava e toglieva le punizioni a caso…

Gyoku era dell’opinione che dovessero lasciare a digiuno Shion. Le donne si opposero recisamente e Shyusuran gli portò la cena, senza entrare nella stanza e senza parlare con lui; Shion restò nell’angolo più buio finché lei non se ne fu andata e non si alzò nemmeno dopo, lasciando intatto il vassoio del cibo. Più tardi Enjyu passò a ritirarlo e notò che non l’aveva minimamente toccato.

- Stai bene, Shion?-

Nessuna risposta. Shion teneva il viso girato verso la parete.

- Shion, non hai fame?-

- Come sta Gyoku?- le disse sprezzante girandosi appena. – Scommetto che si sta ancora lamentando, vero?-

- Be’, tu non dovevi colpirlo, ma… non si è fatto niente. Ti lascio qui la cena?-

- Ma no, portala via-

- Se vuoi più tardi ti porto del dolce… quando nessuno mi vede-.

- Non ti preoccupare- concluse Shion, gelido, e non le rispose più. Non si mosse nemmeno per andare a letto, perché non dormì. Sperava almeno che Gyoku per quello che aveva subito fosse eletto “eroe del mese”… non toccò nemmeno la colazione, e stavolta Enjyu lo tartassò finché non si alzò e si mise davanti a  lei, dietro al vetro.

- Senti, non ho fame e non ho voglia di mangiare. Se lo dici a Gyoku lo fai contento, non sei innamorata di lui? E allora lasciami in pace-.

- Anche se lo hai picchiato rimani sempre un essere umano. Io non sono d’accordo a lasciarti qui dentro, se lo vuoi sapere- ribatté la donna, acida.

Shion rimase sconcertato.

- Enjyu…- disse a bassa voce, e lei restò ad ascoltare per un po’; ma Shion non disse più niente.

A portargli il pranzo fu Mokuren, ed entrò per essere sicura che lo prendesse.

- Shion, ti senti male? Enjyu mi ha detto che non vuoi mangiare-.

- Vai via-.

- Shion, perché non hai detto la verità? Perché ti sei preso la colpa? È Gyoku che ha tentato di colpirti!-

- Non volevo rovinare l’immagine santa e pura che Gyoku si è fatto su questa base… se adesso qui dentro ci fosse lui sarebbero tutti sconvolti… Se ci sono io è normale-.

- Sbagli, sono tutti sconvolti lo stesso… Gyoku si sta isolando, ma Hiragi non vuole lasciarsi convincere a farti uscire… Shion, ma non è colpa tua!-

- E’ meglio così, alla fine l’ha sempre vinta lui… starebbe malissimo se si rendesse conto che il suo animo è violento proprio come il mio…-

- Non dirmi che stai qui dentro per lui! E comunque… gli altri devono sapere la verità… ma Shion, che cos’hai?- Mokuren aveva notato che Shion si stringeva la mano destra e che il suo dito mignolo era gonfio e livido. Lo toccò, ma Shion la scostò subito.

- Ahia!-

- Ti fa male?-

- Ah… no, non è niente… questa sera mi passa-.

- Ma dai, non ha un bell’aspetto… fammi vedere… è meglio che chiami Shyuh, eh? Magari è rotto…-

- No, è tutto a posto… davvero…-

Mokuren non si lasciò convincere, e tornò pochi minuti dopo con Shyuh.

- Dai, Shion, non fare il bambino!-

- Ma l’ho già detto a lei, non è niente!-

- Il dottore sono io, se permetti… accidenti, è proprio rotto! Ti fa male?- chiese Shyuh, ma appena vide le lacrime agli occhi di Shion capì da solo. Nel frattempo era arrivata anche Enjyu, che si preoccupò moltissimo appena vide Shyuhkaido.

- Oddio, Shion sta male?-

- Ma no, non ti preoccupare… vieni, andiamo via, lasciamolo tranquillo…- disse Mokuren, e le due donne si allontanarono.

- E’ da ieri, non è vero? Perché non mi hai chiamato subito?-

- Non era il caso…-

- E perché? Guarda che ho capito… ho capito che non hai cominciato tu… se non l’avessi fermato, adesso avresti il naso rotto, invece della mano! Gyoku non si è fatto niente, a parte il livido, anche se continua a dire che il suo braccio non tornerà mai più come prima. Ho capito da come lo tratta Mokuren che sta raccontando solo delle balle… perché non hai detto la verità?-

- Tu a chi avresti creduto? Al sant’uomo ferito o al demonio?-

- Stupido… dai, adesso devo fasciartelo… stringi i denti-.

- Ah! Macellaio!- disse Shion dolcemente

- Finito. C’era bisogno di tante scene? Fra pochi giorni sarà come nuovo. Shion… Enjyu mi ha detto che non mangi. Sei sicuro di stare bene?-

Shion annuì, e Shyuh non riuscì a cavargli un’altra parola di bocca. Alla fine, Shion si trovava sempre in mezzo ai guai, e non pareva che gli importasse molto. Invece Shyuh era convinto che gli importava eccome, e che faceva di tutto per dimenticarsene, per levarsi dalla testa che era un essere umano e voleva disperatamente essere trattato come tale, come tutti.

 

Dio, che male…

Shyuh, sarai un bravo medico ma me l’hai distrutta, questa mano, altroché… e così hai capito tutto anche tu? Non posso mica far notare a Gyoku che era lui a volermi picchiare, lui vive in funzione della cattiveria gratuita di Shion… se non ci fossi io, sarebbe soltanto una persona frustrata che soffoca i suoi istinti per piacere alla gente… invece con me diventa davvero buono, diventa davvero il difensore dei deboli e degli oppressi, il paladino del quieto vivere… Shyuh, Mokuren, come pensate che io possa distruggere così le sue certezze? Il suo teatro personale si sfascerebbe, il suo ruolo cambierebbe radicalmente…

E cambierebbe anche il mio. Chi farebbe caso a me, poi? Da chi elemosinerei un attimo di attenzione? Da voi, forse? Da te, amore mio?

- Dai, almeno oggi mangia qualcosa, altrimenti non me ne vado! Ti prego, starai male, altrimenti!-

- Ti preoccupi per me, Enjyu? Sei davvero ammirevole-.

- Shion, non sto scherzando, guarda che vado a prendere una sedia!-

Improvvisamente Shion si alzò e si mise davanti a lei. Enjyu dimenticò il vetro per un attimo e istintivamente si tirò indietro.

- Enjyu…-

- Si?- disse lei, un po’ tremante. Shion aveva uno strano sguardo.

- Enjyu… che diresti se io… ti chiedessi se vuoi sposarmi?-

Enjyu trattenne il fiato per un attimo, ma poi il suo viso si rabbuiò.

- Mi arrabbierei molto, Shion, perché saprei che mi stai prendendo in giro!- disse in un fiato, trattenendo a stento le lacrime, e poi corse via. Shion scosse la testa e sbatté forte il pugno sul tavolo.

- Oh, cavolo, Enjyu!-

A portargli la cena e a ritirare il vassoio del pranzo ancora intatto, quella sera, fu Shyuh. Entrò senza chiedergli il permesso, tanto più che Shion era sdraiato sul letto guardando il muro.

- Shion, lo sai che Enjyu è sconvolta? Ha detto che non sarebbe più venuta a portarti da mangiare e che ti sei preso gioco di lei, e neanche Shyusuran vuole vederti. Spero tu sia contento. Ehi, Shion, mi ascolti? Shion?-

Shion sussultò. – Eh? Che c’è?-

- Ma stavi dormendo?-

- No, no, scusa, stavo pensando… non avevo mica intenzione di ferire Enjyu, davvero… è lei che ha frainteso…-

- Guarda, non so che le hai detto, ma le è venuta una crisi di pianto,e  se non ne avevi intenzione…-

Shion abbassò gli occhi.

- E va bene, adesso fammi vedere questa mano… mi sembra che stia migliorando!-

- Ah, sì? A me fa un male cane!-

- Ti ho portato qualche antidolorifico… Shion, ma cos’è quella faccia? Hai un’aria strana, non è che hai la febbre?-

- Sai, Shyuh, lo sai che cosa mi manca?-

- Che cosa?-

- La pioggia. Sai, quel rumore che fa sul tetto, contro le finestre… mi manca molto-.

- Be’, forse abbiamo delle registrazioni della pioggia su KK… se vuoi…-

- No, non sarebbe la stessa cosa… ah, quanto mi manca…- Shion rise.

- Ecco, mi stai prendendo in giro! Lo sapevo che non dovevo cascarci-.

- Guarda che dico la verità… Shyuh-.

Improvvisamente Shion era diventato serio. Con quell’espressione in viso era decisamente inquietante… ma anche terribilmente bello. Shyuh non riuscì ad inventarsi una scusa per togliersi dai piedi.

Shion lo guardava intensamente. Shyuh era così vicino… oh, troppo. Si gettò a faccia in giù sul letto sperando che se ne andasse; ma avrebbe dovuto intuire che…

Shyuh si chinò su di lui, cercando di guardarlo in viso per capire che cosa gli era preso… di nuovo quello sguardo inquietante. Gli fece venire i brividi, ma… in un attimo le labbra di Shion si catapultarono sulle sue. Shion era più forte: riuscì a fargli appoggiare la testa sul letto senza interrompere il bacio, e per un attimo, prima di riprendersi dalla sorpresa, anche Shyuh lo assecondò, assaporandolo con gli occhi chiusi. Ma l’illusione durò poco: Shion sentì subito i muscoli delle sue braccia, prigionieri della sua stretta, gonfiarsi nel tentativo di liberarsi da lui. Shyuh cominciò a divincolarsi.

- No, Shion!- gridò. Shion lo guardò un attimo, stranito, quel corpo sotto il suo che strattonava per liberarsi. Shyuh si accorse che non lo vedeva davvero: i suoi occhi erano offuscati da qualcosa.

- Oh, mio dio!- gemette Shyuh, comprendendo, lottando ancora più violentemente per sfuggire. Fece leva sulle gambe per scaraventare Shion giù dal letto: non ci riuscì del tutto, lo fece solo spostare finché rimase appoggiato sul letto con un solo ginocchio, ma fu abbastanza per alzarsi e scappare… solo che nella fretta restò intrappolato fra Shion ed il muro. Cercò di afferrare qualcosa per tirarglielo, ma una forza improvvisa lo gettò contro la parete, stordendolo. Il sarces. Quello di Shion era più forte del suo, innegabilmente, ed il tentativo di controbattere contribuì soltanto a sfinirlo. E Shion ne approfittò.

Si gettò di nuovo contro di lui, baciandolo brutalmente, e Shyuh si accorse con orrore che era anche eccitato… voleva arrivare fino in fondo! Cominciò a colpirlo alla cieca, gridando di stargli lontano, ma fu facile per l’altro afferrargli i polsi ed immobilizzarlo, e poi con una torsione costringerlo a girarsi contro il muro, tremante per il dolore al braccio.

La mano di Shion si tuffò fra i bottoni della sua tunica, sotto la biancheria. Shyuh fu sorpreso da un conato di vomito. Continuò a divincolarsi con tutte le sue forze, ma otteneva solo che Shion si eccitasse di più; nondimeno, lo stava innervosendo perché non collaborava… lo colpì ancora un paio di volte, finché smise di dibattersi, e poi con uno sguardo lubrico lo spogliò completamente, tornando a gettarlo sul letto.

Oddio, piangeva. Che razza di uomo isterico! pensò Shion, infastidito da quei deboli pugni piagnucolanti… facciamola finita. Ormai era andato fin troppo oltre per aspettare ancora.

Appena Shyuh vide che Shion si stava spogliando abbastanza per fargli del male, tirò fuori tutta la sua forza e se lo tolse di dosso, correndo lontano da lui, nell’angolo. Era nudo e sfinito, e adesso non poteva far altro che piangere e supplicare Shion di smetterla…

Shion si avvicinò furioso a Shyuh. Non voleva fargli male, ma ora… se la metteva così… Shyuh si accasciò a terra, e Shion lo vide. Lo vide davvero, fu come tornare a galla dopo essere rimasto sott’acqua troppo a lungo. Shyuh si era rannicchiato contro l’angolo, piangendo, scosso da violenti tremiti, e lui era lì, in piedi, parzialmente svestito, in atteggiamento inequivocabile. Si sentì svenire. Ma che cosa aveva cercato di fare? Doveva essere impazzito, ma non ricordava che cosa aveva fatto Shyuh per spingerlo a tanto… per quel che ne sapeva poteva anche essersi limitato a prendergli la mano per esaminare il dito rotto, ma lui si era represso per troppo tempo… e stare lì da solo, non l’avrebbe mai ammesso, lo portava a un nervosismo che non aveva mai provato, ma… cercare di “sfogarsi” con Shyuh, con colui che…

Si buttò sul letto, col cuore a pezzi, ma non riuscì a piangere. Shyuh nell’angolo, gettato lì come un pupazzo continuava a piangere piano come un bambino che chiedesse aiuto. Shion aveva paura, temeva che Shyuh non lo avrebbe mai perdonato… proprio adesso che aveva capito i sentimenti che aveva verso di lui… o almeno, una parte di quei sentimenti.

- Shyuh…- lo chiamò piano, avvicinandosi e posandogli il suo vestito sulle spalle. – Shyuh, ti prego, perdonami… forse è meglio che torni… nella tua camera-.

Improvvisamente Shyuh si alzò e corse fuori della cella, senza nemmeno rivestirsi, e senza guardarlo in faccia. Shion cadde in ginocchio in quell’angolo dove Shyuh si era rifugiato e desiderò di morire lì, in quel momento, e che Sarjarim  lo punisse molto più di quanto non avesse fatto finora.

Shyuh, amore mio, che cosa ti ho fatto?

Sono… un essere spregevole, non dovevo nemmeno pensare a te… al tuo amore… ma non sai quanto ti volevo… e tu non lo immaginavi neanche, non pensavi che un tuo amico potesse farti qualcosa del genere… e tu credevi che fossi tuo amico! No, io non sono tuo amico… non lo volevo essere prima, e ora… non potrò esserlo mai più! Io ti amo, sei tu la mia casa, sei l’unico rifugio che avessi, e ora… 

Si alzò di corsa e andò in bagno, e vomitò finché non si sentì del tutto vuoto e sfinito. Non aveva più niente nella testa, se qualcuno gli avesse parlato, non avrebbe potuto nemmeno accorgersi di ascoltarlo.

 

- Shion, insomma, ti sei guardato allo specchio? Sei così pallido che se ti alzassi in piedi sverresti, Shion, mi ascolti? Devi mangiare qualcosa, è più di una settimana che non tocchi cibo!-

Mokuren era preoccupata. Attraverso il vetro non riusciva ad essere del tutto sicura che respirasse, e il suo sarces era talmente debole che avrebbe potuto benissimo non esserci… entrò per essere sicura.

- Shion, non fare così, parlami, guardami!-

- Che cosa gli ho fatto… che cosa gli ho fatto, sono… un mostro!- mormorava il ragazzo come una litania, il viso sfatto dalle lacrime, i capelli spettinati e gli occhi spenti.

- Ho… ho visto Shyuh… non era in forma, ieri, dopo che è venuto da te… non voglio chiederti che cosa è successo, ma…-

Le sue parole provocarono un altro sfogo di singhiozzi, e lei temette davvero che Shion soffocasse, in quel momento.

- Forse non dovrei dirtelo, ma… è a letto con la febbre. Non molto, ma… sai che è cagionevole…-

- Io… io…-

Mokuren gli toccò la fronte. Lo sospettava, anche lui aveva la febbre; scottava molto più di Shyuh, questo è sicuro.

- Shion, ascolta… prendi almeno una tazza di tè, se vuoi… vuoi che te lo faccia vedere di nuovo?-

- No!- Shion la allontanò con una forza che non si aspettava dal suo corpo indebolito. – Ora…ora non lo posso guardare!…- Se Mokuren avesse cercato Shyuh nella sua mente, avrebbe visto solo il suo volto che lo implorava di smetterla, di non torturarlo… di non violentarlo. E grazie al cielo si era fermato prima…

Mokuren lo abbracciò, cullandolo, non come una kicies, ma come una donna, come l’amica, la madre e la sorella che Shion non aveva mai avuto, finché lui non si addormentò. Mokuren pregò silenziosamente perché Shion non si ammalasse più gravemente di come era già, perché di sicuro ne sarebbe morto.

Per fortuna non accadde. Le donne discussero di continuo con Gyoku e Hiragi per far uscire Shion dalla cella e curarlo, ma Gyoku sostenne che Shion aveva fatto il ribelle fino ad allora, rifiutandosi di mangiare per punirli, e che non perdeva occasione per minare la loro tranquillità… come aveva fatto prendendo crudelmente in giro Enjyu.

- Non si è mai curato di me, ma ora che gli torna utile contro Shion sembra che debba proteggermi dai mali del mondo… l’ha chiuso lì dentro perché se l’era presa con te, ma ora che anche tu lo difendi è solo una questione di principio!-

- Vuole essere l’unico gallo del pollaio…- continuò Shyusuran. Sia loro che Shyuhkaido evitavano di parlargli, anzi Shyuhkaido non parlava con nessuno, e Gyoku era rimasto isolato dietro un muro di silenzio… ma insisteva nel tenere Shion malato e digiuno nella cella finché non si fosse scusato.

Mokuren e le ragazze prepararono per Shion alcuni infusi di erbe che lo tirarono un po’ su. Shyuh ogni tanto passava davanti alla cella, ma non alzava nemmeno lo sguardo da terra; nonostante questo, Mokuren lo convinse a riprendere a mangiare. Cominciò a sentirsi meglio, e da quel che gli diceva la kicies Shyuh non sembrava avercela con lui, anche se aveva spesso uno sguardo perso nel vuoto e le lacrime agli occhi. Probabilmente aveva capito che Shion non lo vedeva semplicemente come un amico e si stava chiedendo quali fossero i suoi sentimenti, sosteneva Mokuren, anche se il medico non si era mai confidato con lei.

E poi, una decina di giorni dopo, Shyuhkaido ricomparve sulla porta della cella di Shion con un sorriso.

- Sono venuto a vedere come sta la tua mano- gli disse amabilmente. Shion era emozionato e anche imbarazzato mentre lui gli si sedeva disinvoltamente accanto per guardargli la mano… e gli parve di impazzire quando in un istante le labbra di Shyuh lo toccarono. A parti invertite, pensò Shion, e si stava lasciando andare quando avvertì il tremito e la rigidezza del volto di Shyuh. Si tirò indietro.

- No- disse.

- Shion…-

- No. Tu… tu non sei sincero, lo sento. Mi vuoi punire?-

- No! No, assolutamente. L’altro giorno… sono stato precipitoso, avrei dovuto lasciarmi andare di più…-

Ma ti stavo violentando! avrebbe voluto urlare Shion. No, tutto questo non va bene… tu non vuoi davvero.

- Shion, ti prego, facciamo l’amore…- Shyuh si sdraiò sul letto e cercò di attirare Shion sopra di sé. Questi gli prese il viso fra le mani, e gli sorrise.

- Shyuh, che cosa c’è? Perché ti vuoi buttare via così? Oh, ho capito… Gyoku ti ha rifiutato, vero?-

- No!- disse precipitosamente Shyuh, ma la sia fretta ed il suo sarces lo tradirono immediatamente. Uno dei suoi segreti, che Shion conosceva bene, era che se si agitava la sua mente, per chi ne aveva il potere, diventava un libro aperto.

- Ti ha scacciato, vero? Scommetto che ti ha detto senza mezzi termini che… che gli fai schifo! Scommetto che non vuole più avere niente a che fare con te…- Aveva colto nel segno.

- Shion, smettila, ti prego…-

- Uno come lui non ti merita. Non si merita nessuno, lui ama solo sé stesso e l’impressione che sa dare agli altri… e lo sai. Ma perché tutti quanti vi lasciate abbagliare da uno come lui? Shyuh, tu ormai l’hai capito, io ti amo, ma… non potrei mai volerti solo per fare un dispetto a Gyoku… non potrei mai volerti se anche tu non vuoi, specialmente dopo quel che è successo. Io… sono certo che anche tu non vuoi che sia così…-

Shyuh piegò la testa e scoppiò a piangere. Shion aveva capito perfettamente! E lui che voleva “usarlo” per vendicarsi di Gyoku, avrebbe voluto mostrargli che poteva usare il suo corpo come voleva, anche se a lui faceva schifo… voleva vendicarsi mostrandogli di preferire Shion, al contrario delle donne che correvano da lui con il cuore infranto dal ragazzo di Shia…

- Shion, ti prego, perdonami…-

- Non sono io che ti devo perdonare. Sono… contento che tu sia venuto da me, credevo di aver rovinato tutto…-

- Anche… anche se amo Gyoku?-

- Non posso cambiare i tuoi sentimenti… come non posso cambiare i miei. Ma posso sperare che tu sia felice-.

- Non avrei mai pensato di sentirti parlare così… forse non sono io che sono malato, ma è lui…-

Shion annuì, ma quando Shyuh se ne fu andato, fu invaso dallo sconforto; non perché Shyuh gli aveva confessato di amare Gyoku e non lui, ma perché ricordava le parole della lian Kasshu.

“Quand’è che ci si sente felici?”

“Quando si può amare qualcuno e quando si può sentire che questo qualcuno è felice”

“… un giorno incontrerai la persona di cui vorrai veramente la felicità”

E’ per questo che sono triste per te, Shyuh. Se mi avessi detto che sei felice con Gyokuran, avrei cercato di essere anche io felice per te, ma se tu soffri, che cosa dovrei fare, Shyuh? Io voglio davvero che tu sia felice, non m’importa di me, spezzami il cuore se puoi essere felice… io ti amo. È lui che non ti ama… se ti volesse anche solo un po’ di bene non ti avrebbe cacciato via come un insetto fastidioso… forse non vuole ricambiarti, è giusto, ma ti ha fatto piangere! E anch’io. Non vorrei mai farti piangere, preferisco piangere io per te…

 

- Shion… ecco, mi sembrava giusto dirtelo. Shyuh si è ammalato di nuovo. Ma stavolta… è una cosa grave. Ha la febbre altissima-.

- Cosa?- Shion era sbiancato. Shyuh…

- E’ successo… dopo l’ultima volta che è stato qui da te-.

- Cosa?- ripeté Shion. Non aveva in mente altro. Tre giorni? Shyuh stava male già da tre giorni e nessuno gliel’aveva detto?

- Appena è uscito da qui… insomma, è svenuto, e Gyoku l’ha soccorso…-

- Gyoku!-

- … e c’è dell’altro. Gyoku dice che è per qualcosa che gli hai fatto tu, e non ti vuol far uscire almeno finché Shyuh non si sveglia e gli dice come sono andate le cose-.

- No! Mokuren, devi farmi uscire, io… io devo vederlo, ti prego…-

- Ma io, Shion… e va bene, dammi un quarto d’ora, vado a mettermi d’accordo con le ragazze-.

Mokuren uscì, e tornò di corsa poco dopo. A Shion quei minuti che aveva passato attaccato alla porta erano sembrati ore, anni. Quando la kicies gli aprì corse subito nella stanza di Shyuh, incurante del fatto che Gyoku o Hiragi avrebbero potuto scoprirlo; ma Enjyu e Shyusuran facevano i pali alle estremità dei corridoi e Mokuren vigilava fuori dalla porta. Se Gyoku si fosse avvicinato, l’avrebbero trattenuto abbastanza per permettere a Shion di scappare.

Shion si inginocchiò vicino a Shyuh, che aveva il volto sudato e arrossato.

- Shyuh… Shyuh, mi senti? Non sapevo che tu… stessi male… scusami…- Shion non sapeva che altro dirgli. Aveva solo voglia di piangere, di gridare e di scuoterlo finché non si fosse svegliato. Non aveva nemmeno il coraggio di prendergli la mano, ma moriva dalla voglia di stringerlo…

- Dai, Shion, andiamo, sembra che stia arrivando qualcuno…- lo chiamò Mokuren Tornò in tutta fretta alla cella, e con l’aiuto delle ragazze continuò quelle visite segrete per i cinque giorni successivi, ma Shyuh non dava alcun segno di miglioramento. Mokuren lo consolava dicendo che se era per quello non peggiorava neanche, e almeno era un bene, ma il quinto giorno c’era un’espressione diversa sul viso della kicies.

- La febbre si è alzata ancora…- gli disse gravemente. Shion si sentì mancare la terra sotto i piedi. Sedette accanto al letto tenendogli la mano – nel frattempo aveva superato la sua paura- e parlandogli, illudendosi che la sua voce potesse aiutarlo a riprendersi. Cercava anche il suo sarces, cercava di parlargli con i poteri della mente, ma Shyuh non lo sentiva e non gli rispondeva. E Shion stava cominciando ad arrendersi.

Non avrebbe mai voluto abbandonarlo, ma pareva che Gyoku avesse scelto proprio quel momento per andarlo gentilmente a trovare, e Mokuren dovette letteralmente strapparlo via dalla sedia con la forza.

Non può andare peggio di così, pensava Shion torturandosi fra le lacrime senza riuscire a dormire.

Invece poteva.

Mokuren corse a svegliarlo nel cuore della notte, in vestaglia e coi capelli in disordine, e lui riuscì a capire soltanto poche parole sconnesse perché anche lei stava piangendo. Era successo qualcosa a Shyuh… era peggiorato ancora? Non poteva… sarebbe morto… il pensiero lo tagliò in due come un colpo di spada. Non stette ad ascoltare la donna e corse subito da Shyuh. Si sentiva come se gli avessero strappato un pezzo di cuore e lui dovesse correre per riprenderlo, altrimenti sarebbe morto. 

Shyuh respirava a fatica, e scottava in una maniera impressionante. Shion e Mokuren si inginocchiarono accanto a lui, ma non c’era niente che potessero fare. Ad un tratto Shion gridò:

- Tu sei una kicies! Salvalo con il tuo potere, ti prego!-

Il ragazzo non si spiegò perché a Mokuren venne quasi una crisi isterica. Pianse ancora più forte, e poi si alzò barcollando, balbettando qualche parola fra i singhiozzo e poi accasciandosi contro il muro. Shion l’afferrò per le spalle e la scosse, incitandola ad aiutare Shyuh. Mokuren cercò di tapparsi le orecchie con le mani, facendo di no con la testa, poi all’improvviso gridò:

- Non posso! Noi kicies non possiamo guarire! Non posso, io so soltanto cantare!!-

Shion la guardò come da lontano, con uno sguardo sfinito:

- E allora canta-.

- Non servirebbe a niente… solo a fare altro caos. Mi dispiace, io non posso…-

Mokuren si era calmata. Shion la strinse fra le braccia finché lei non si staccò e tornò da Shyuhkaido. Shion gli tenne la mano, e Mokuren gli raccontò del suo amico Sev Ohlu che avrebbe voluto aiutare più di ogni altra cosa al mondo, e che invece aveva dovuto abbandonare, e di suo padre che le diceva che i kicies possono solo cantare e piangere, e che anche lei era disperata e avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare Shyuh o un altro dei suoi amici. Avrebbe dato anche la sua vita e la sua kicie, se fosse stato necessario.

- E io che credevo che voi kicies foste solo dei privilegiati! Non avrei mai creduto che… una di loro mi dicesse che anche loro piangono… voi siete i prediletti di Sarjarim-.

- La kicie mi ha fatto solo soffrire fino adesso-.

- Non c’è differenza fra un kicie sarjarian e un orfano di guerra!- disse Shion un po’ sollevato. Avrebbe voluto tanto che con qualche parola di chiarimento anche Shyuh potesse guarire…

- Vado a prendere un po’ d’acqua, va bene? Torno subito…- disse Mokuren. Shion posò la testa sulle coperte accanto a Shyuh e chiuse gli occhi. Da quella posizione poteva sentire chiaro, anche se debole, il battito del suo cuore. Se non avesse saputo che era febbricitante, avrebbe detto che stava soltanto dormendo. Il suo battito era molto regolare, e Shion si lasciò cullare piano. Era come una musica rilassante, e anche il suo cuore si adeguò a quel ritmo… tenendo la mano di Shyuh, pian piano scivolò nel dormiveglia.

 

Com’è caldo e bello il tuo sarces… sembra una luce dorata. È dello stesso colore dei tuoi occhi, Shyuh… devi stare davvero bene qui dentro, ecco perché non ti vuoi svegliare!

Vorrei stare per sempre qui anche io… dentro di te… starei bene nel tuo cuore, è così grande… stai sorridendo, vero? Chissà se stai sognando… forse posso riuscire a vedere che cosa sogni… stai sognando me? Spero di no, altrimenti sarebbe un incubo!

Sul serio, Shyuh, ci stai facendo morire di preoccupazione… le ragazze sono disperate, almeno per la povera Shyusuran, che si sta strappando tutti i capelli, dacci un segno, riprenditi! Fallo per loro, se non vuoi farlo… per me.

Ci manchi tantissimo, Shyuh, mi manchi tantissimo. Ti prego, non mollare, non sono pronto… a perderti. Shyuh, ti prego…

 

- Shion, presto, sta arrivando Gyoku!-

- Eh?- Shion si svegliò di colpo, doveva essersi appisolato accanto a Shyuh.

- Dai, sbrigati, se ti trova…-

- Shion…-

Mokuren ammutolì.

- Shion…-

Entrambi guardarono verso Shyuh. Era lui che stava mormorando, sembrava dare segni di vita, finalmente.

- Che è successo, Shion?-

- Non… lo so-.

Si erano scordati di Gyoku. Adesso Shion sentiva che l’altro gli stringeva la mano, pur restando incosciente.

- Mokuren, mi stringe la mano!-

- Che succede qui?-  Gyoku era entrato senza che nessuno lo fermasse.

- E tu che ci fai qui? Come sei uscito? Torna subito in cella, o Hiragi…-

- Adesso basta, Gyoku, hai parlato anche troppo! Esci subito, Shion resterà con Shyuh finché vorrà!-

Mokuren spinse fuori Gyoku e si chiuse la porta alle spalle, e Shion sentì che stavano litigando animatamente, ma smise presto di ascoltarli, e tornò a concentrarsi su Shyuh. Non ricordava che sogno stava facendo prima di essere svegliato, ma non vedeva l’ora di riprovare. Era stata una sensazione talmente bella…

 

Kyaah…

È il tuo gatto, vero?

Kyaah lo mangia, il sarces… perché non gliene dai un po’?

Mi piacerebbe conoscerlo… se stare qui è così simile a dormire con lui…

Allora, vieni, se ti svegli poi potrai conoscerlo.

Gyoku è lì?

No… lui non c’è.

Meno male. Il suo viso non è la prima cosa che vorrei vedere, ora come ora.

E cosa vorresti vedere?

Qualcuno che mi vuole davvero bene… qualcuno che è venuto a prendermi fino in fondo al mio animo.

Shyuh, io ti…

Lo so. Sono felice che sia proprio tu, sì, questo mi rende veramente felice..

 

Shion aprì gli occhi, in tempo per vedere gli occhi di Shyuh aprirsi e affogarsi nei suoi. Gli sembrò che il cuore gli scoppiasse nel petto e che stesse volando a dieci metri da terra, leggero come un palloncino.

 

Avevi ragione, lian Kosshu!

 

- … non ti permetterò di…-

Mokuren non era riuscito a trattenere oltre Gyoku. Entrando videro Shyuh sorridente, con gli occhi aperti, e Shion che stupidamente piangeva affondandogli il viso nel petto. Furono dieci secondi che nessuno notò, ma che avrebbero potuto costare a Gyoku la vergogna più grande della sua vita. Il suo viso era diventato completamente di fuoco ed i muscoli del suo viso erano completamente svenuti, facendogli spalancare la bocca fin quasi all’ombelico. Avrebbe quasi pianto. Quel buono a nulla di Shion era riuscito a far guarire Shyuh, mentre lui era stato a trovarlo ben due volte e non era riuscito nemmeno a farlo muovere! (a tutti i fan di Gyoku: mi dispiace […mica tanto…] ma Gyoku mi sta proprio antipatico! Lo odio! Lo detesto! Lo aborro! Spero si sia capito. Grazie a tutti) Quando Mokuren lo guardò, si era ripreso quasi del tutto. Con voce soltanto un po’ alterata, disse:

- Shion, è meglio che torni nella cella. Domattina ce la vedremo. Mokuren, prenditi cura di Shyuh. Buon anno… buona notte-.

- Starà bene?- rise Shion quando se ne fu andato.

- Per me è impazzito del tutto. Shyuh non si è svegliato per lui che è Sarjarim sceso in terra e l’ha fatto per te? Assurdo-.

- Mi sono perso qualcosa?- chiese candidamente Shyuh, ed entrambi l’abbracciarono.

Quando Shion ritornò nella sua cella, deciso a riposare per un paio d’ore, si accorse che non c’era verso di dormire, con il cuore che gli batteva a mille e la testa ancora posata sulla pelle tenera di Shyuh. Tuttavia quando Gyoku venne ad esigere la sua vendetta – e magari un piccolo sacrificio umano- si sentiva ancora leggero e contento,e gli sorrise, perfino.

- Shion, vogliamo sapere come hai fatto ad uscire da qui. C’è qualcuno che ti ha aiutato?-disse subito Gyoku.

- A parte che non ho capito bene quand’è che sei diventato comandante supremo della stazione e dio dell’universo – Hiragi arrossì fino alle orecchie – be’, non l’immagini come sono uscito?- Mokuren fece un passo avanti, ben decisa che Shion non si prendesse la colpa anche stavolta. – Ho usato il sarces-  concluse. Le tre ragazze rimasero interdette, ma Gyoku era deciso a credere a Shion. Per una volta nella vita.

- Sei un demonio! Perché diavolo continui a ribellarti, dannazione? Se fossi rimasto qui tranquillo a quest’ora saresti anche potuto essere fuori. Ma no, lui deve sempre strafare! Anche se la cella è a prova di sarces, lui si impegna per uscire lo stesso, certo! Shion, tu di qui non verrai mai fuori se continui così! Adesso aumenteremo la sicurezza della cella, e guai a te se uscirai ancora, ma sarà impossibile! Hai capito?-

- La tua parola è legge- lo prese in giro Shion. – Sicuro che respirare non ti serva?-

- Shion, ma perché l’hai fatto? Così ti puniscono sempre per niente, avresti dovuto dire la verità!- piagnucolò Shyusuran.

- No, sarebbe sembrato solo un ammutinamento, e avrei seminato la discordia. Dai, è andato tutto bene…-

- Lui ha ragione, ragazze, anche se Gyoku è furioso Hiragi non potrà non tener conto che Shion che ha svegliato Shyuh, e Shyuh stesso dirà che non è stato male per colpa di Shion… uscirai presto, vedrai!-

Mokuren era proprio una kicies. Non soltanto era in grado di rendere l’aria pura e dolcissima, ma riusciva a dissolvere la tensione in un attimo.

- Grazie, Mokuren!-

- Ora dormi, altrimenti cadi per terra quando meno te l’aspetti!-

Shion decise di seguire il suo consiglio. D’improvviso si sentiva molto stanco e molto desideroso del calore del suo letto, senza contare che era guardato a vista da Gyoku e nessuno avrebbe potuto farlo uscire, nemmeno Mokuren. La kicies comunque lo aggiornava sulla rapida ripresa di Shyuh e sulla difesa che anche lui stava portando avanti per tirarlo fuori, e tutti avevano la sensazione che Hiragi stesse per cedere.

Comunque passarono altri cinque giorni senza avvenimenti notevoli. Sei giorni dopo il suo risveglio, fu Shyuh a venire a ritirare il vassoio del suo pranzo, e ne approfittò per entrare e sedersi con lui.

- Allora, come sta la tua mano?-

- Molto bene, grazie, Mokuren me l’ha curata al posto tuo-.

- Sembra che tu e lei vi intendiate benissimo-.

Shion arrossì. – Già, è molto buona con me… credo che lei pensi che dentro non sono come appaio fuori!-.

- Shion, quella… sincronizzazione, che abbiamo fatto quando ero malato… com’era stare dentro di me?-

- Shyuh, era bellissimo. Era tutto caldo e dorato, e ho pensato che non sarei mai voluto andarmene… mi sentivo…-

- Sai, Mokuren mi ha detto che cosa… che cosa ti ha fatto vedere quando avete guardato la tua casa…- ora toccò a Shyuh arrossire.

- Be’, ormai devi averlo capito, io mi sento bene se sto con te… come adesso-.

- Shion… voglio che tu stia bene, voglio che stia bene davvero-.

Il medico si avvicinò per baciarlo, come aveva fatto quando Gyoku l’aveva respinto.

- Non è né per Gyoku né per nessun altro, questa volta. Solo per te. E per me. Ci siamo solo noi due, Shion-.

Shion si sentì invadere da un’ondata di calore quando Shyuh lo toccò. Teneva le mani sulle sue spalle e la sua bocca era timidamente poggiata su quella di Shion; questi aveva voglia di attraversare quella barriera, ma non era certo dei sentimenti di Shyuh. Lo allontanò dolcemente.

- Shyuh, sei sicuro? Io… voglio che sia proprio quello che desideri… solo quello che vuoi tu. Non importa se non accadrà nulla fra di noi, dev’essere solo quello che vogliamo entrambi-.

- Perché, tu non vuoi? Io sono sicuro, non sono mai stato più sicuro di qualcosa durante la mia vita… voglio stare con te, Shion. Voglio darti il mio corpo… come tu mi hai dato tutto di te. Senza che io ti costringessi-.

Shyuh si mise in piedi davanti a Shion e si fece scivolare di dosso la tunica. Sotto non aveva niente, ed era bellissimo. Shion fece per raccogliere il suo abito e rimetterglielo, ma il medico si sedette sul letto, accanto a lui, e Shion non osò muoversi. Shyuh si diceva sicuro, ma forse era confuso, e lui sapeva che sarebbe stata la sua prima volta.

- Shion, non ti piaccio più?  Quando penso a te… mi batte forte il cuore, io… io mi sono innamorato di te! Ne sono certo!-

- E’ solo perché qualche giorno fa ti ho svegliato dal coma. Se vuoi dimostrarmi la tua gratitudine, questo mi basta, non…-

- Io voglio te! Ti prego, possiamo essere felici… entrambi. Voglio che tu sia davvero a casa tua… dentro di me-.

Gli occhi di Shyuh erano sinceri. Non gli avevano mai mentito, perché non ne erano capaci. Ora lui gli si offriva, ed era la cosa che Shion desiderava di più al mondo… ma non a prezzo della sua infelicità. Adesso Shyuh voleva essere suo…

Shion lo spinse con delicatezza sul letto, sotto di lui, baciandolo e violando le sue labbra con la lingua. Shyuh rispose immediatamente, si lasciò andare e prese a carezzare la testa di Shion, imprimendo un leggero ritmo al bacio. Shion si staccò e lo guardò: era ansante e sorridente, e si sentì le lacrime agli occhi da quanto era felice. Si spogliò rapidamente e si lasciò guardare prima di sdraiarsi di nuovo su Shyuh. Voleva accarezzarlo tutto, godere e fargli godere di tutto, portarlo al piacere per mano senza farlo spaventare e senza fargli male. Doveva innanzitutto combattere con la sua voglia matta di averlo al più presto, con l’urgenza che quel corpo di alabastro gli dettava. Lo baciò sul collo e Shyuh rispose con dei gemiti divertiti. Forse gli stava facendo il solletico! Le dita di Shyuh si immergevano nei suoi capelli e lo massaggiavano voluttuosamente, e sembravano impazienti di cominciare qualcosa di nuovo. Shion gli afferrò i polsi e gli stese le braccia lungo i fianchi,poi gliele lasciò e cominciò a baciarlo più sotto, sul petto, accarezzandogli l’addome e il ventre. Shyuh non sapeva che fare; si mosse sotto Shion e sentì fra le gambe il membro dell’altro contro il suo. Shion si sollevò un poco seguendo il suo sguardo. Rise vedendo che anche lui era completamente eccitato.

- Che c’è?- gli chiese. Shyuh non rispose. Mosse un paio di volte la mano ma non andò mai a toccarlo. Shion allora glielo accarezzò lui, strappandogli un ansito d’estasi; Shyuh piegò una gamba cercando di godere il più possibile di quella carezza; voleva ricambiare quell’onda pulsante di piacere, e cominciò ad accarezzare il petto dell’altro con le mani aperte, regolando la pressione su quella che l’altro faceva sul suo sesso. Continuò a scendere man mano che il piacere cresceva, e timidamente cercò di ricambiare la carezza intima di Shion. Quest’ultimo cadde quasi in delirio quando sentì quel tocco, e smise di accarezzare Shyuh, in attesa. Anche Shyuh si fermò, temendo di aver sbagliato.

- Sì… bene…- bisbigliò Shion, cercando di controllarsi. Ma non era più possibile. Cominciò a spingere nella mano di Shyuh, guidandolo con la sua, mentre portava l’altra ad accarezzarlo dietro, sotto l’apertura. Raggiunse il piacere, e fu l’orgasmo più intenso della sua vita. Si premette contro Shyuh e cercò di pensare a lui, che non era ancora venuto. Gli accarezzò le natiche e l’interno delle cosce, facendolo tremare convulsamente, e facendolo sussultare dalla sorpresa quando gli accarezzò il membro con la lingua. Shyuh strinse i denti, cercando di contrastare le spinte convulse del suo bacino nella bocca di Shion, ma ben presto fu inutile, e lasciò che il suo corpo si lasciasse andare e si liberò nella bocca dell’altro.

- Oh, mi dispiace, io…-

Shion lo zittì baciandolo. La sua lingua assaggiò il sapore del suo seme dalla bocca di Shion, e il suo corpo si lasciò guidare di nuovo da quello dell’altro nelle carezze e nei baci. C’erano zone del suo copro che non credeva nemmeno di avere, ed ora le avvertiva così sensibili ed eccitate… Shion era caldo e tenero sopra di lui, e improvvisamente sentì di nuovo un calore e una tensione salire dal suo inguine. Vide che anche Shion aveva di nuovo un’erezione e si chiese se adesso toccava a lui, ma… Shion aveva altri piani in mente, e Shyuh sapeva quali. Era stato lui stesso a dirgli che voleva tenerlo dentro di sé. La sua apertura pulsava, e la paura che aveva prima si era dissolta, espulsa con il suo seme quando Shion l’aveva portato all’orgasmo.

Shion vi girò attorno stimolandolo con i polpastrelli, poi portò di nuovo la testa fra le sue gambe, e si assicurò di lubrificarlo prima con la lingua e poi con le dita che spinse all’interno. Shyuh si irrigidì, impreparato.

- Dai… rilassati… starai meglio…-

- Sì… sì…-

Il respiro caldo di Shion fra le sue cosce lo stava facendo impazzire. Appena l’altro tornò sopra di lui o accarezzò con veemenza, ansioso di ricambiarlo. Shion spinse via la sua mano troppo irruente sorridendogli: - Piano, Shyuh…-

- Dimmelo, se vuoi che smetta…- gli sussurrò Shion, togliendo le dita da dentro di lui

- No, continua… con…tinua- gemette Shyuh, preso di sorpresa dal membro dell’altro che si appoggiò fra le sue natiche. Shion continuò ad accarezzarlo e a baciarlo, cominciando a muovere impercettibilmente i fianchi verso di lui, spingendo lentamente.

- Ah!- Shyuh puntò le mani contro il petto di Shion, opponendosi alla penetrazione, ma trasformò il suo gesto in una carezza, tranquillizzato dal sorriso dell’altro.

- Rilassati, Shyuh, o ti farà male…- Shion sperava che Shyuh si lasciasse andare, perché altrimenti sarebbe stato terribile per lui e poi perché, al punto in cui era arrivato, non sarebbe riuscito a tirarsi indietro anche se lui non voleva più… per fortuna Shyuh respirò profondamente, cercando di calmare il tremito che lo scuoteva, rilassò i muscoli e aprì un po’ di più le gambe, affidandosi completamente a lui. Shion si mosse lentissimamente, il più piano possibile, e Shyuh gettò indietro la testa, sorpreso da quel piacere insolito. Shion cercò di moderare le sue spinte per dargli modo di abituarsi al dolore, che comunque, a giudicare da come Shyuh pareva godere, doveva essere sopportabile. Gli passò le mani sotto le ginocchia facendogli piegare le gambe e spingendosi più profondamente. Shyuh lo aiutò intrecciando le gambe sulla sua schiena e afferrandogli le spalle, aggrappandosi completamente a lui. Il suo sesso era stretto fra i loro corpi, e vibrava reclamando una carezza. Shion vi strinse attorno una mano, strofinandolo con delicatezza, ma Shyuh mise la sua mano su quella dell’altro facendola muovere più forte, più stretta, desiderando solo avere piacere, e piacere.

Shion affondava il viso sopra la sua spalla, e usava la lingua e i denti per moltiplicare le stimolazioni e la tensione. Shyuh era del tutto fuori di sé e pensava che non avrebbe mai più ripreso il controllo. Non credeva che due corpi potessero darsi e ricevere reciprocamente tanto piacere, essere così compenetrati da godere soltanto dell’espressione dell’altro. Shion entrava sempre più profondamente in lui, sempre più veloce, e Shyuh non poteva più controllare le spinte dei suoi fianchi, uguali e contrarie a quelle dell’altro, e gli conficcava le unghie nella pelle, gridando parole sconnesse che nella sua testa dovevano essere il nome di Shion. Era bellissimo, ne voleva di più, di più… la mano di Shion che lo stringeva, ed il suo sesso dentro di lui erano sensazioni talmente vive e vivide che gli sembrava che i suoi sensi stessero impazzendo. Il suo seme schizzò fuori inondando i loro due corpi stretti e anche Shion, con un’ultima, vigorosa spinta venne dentro di lui riempiendolo con un’ondata calda che gli strappò un ultimo gemito, e poi si accasciò su di lui, restandogli dentro.

Shyuh voltò la testa da un lato e cercò di asciugarsi gli occhi prima che Shion lo vedesse. Era solo una lacrima furtiva, ma non voleva che l’altro lo vedesse! Non voleva certo piangere dopo la sua prima volta!

- Shyuh, che c’è?… ti ho fatto male?-

- No, no, è tutto a posto… anzi…-

- Shyuh, se io…-

- No! Non volevo piangere, non è colpa tua, è… è stato talmente bello, Shion!-

Shion uscì delicatamente da lui e gli si stese accanto, una mano sotto il viso.

- Shyuh…- mormorò, spostandogli dalla fronte una ciocca di capelli appiccicati dal sudore. Se gli avesse confessato che anche lui adesso aveva voglia di piangere dalla gioia! Ciò che aveva desiderato per tutto quel tempo si era finalmente avverato, e non intendeva solo il sesso, ma il fatto che Shyuh, ora, ricambiasse il suo sentimento a tal punto…

- Allora, come… come è stato? Ti piace… la tua casa?- gli chiese Shyuh guardandolo con uno sguardo malizioso che Shion non ricordava di aver mai notato sul suo viso.

- La mia casa non è solo… questo. È anche qui- gli sfiorò gli occhi- e qui – la bocca- e qui- concluse posando un dito sul suo torace, all’altezza del cuore. – Il sesso è una cosa, ma è il tuo cuore quello che voglio-.

- Tu non sei mai contento- disse Shyuh sorridendo. – Ma questa volta ti va male, perché da me avrai tutto quello che desideri-.

Shion tornò sulle sue labbra e le baciò, e Shyuh lo ricambiò con tenerezza, con voluttà, sentendosi ancora invadere d’amore. Poi Shion si alzò a sedere e tirò le coperte sopra di loro, nascondendoli in un nido caldo che li avrebbe protetti, almeno per un po’; Shyuh gli circondò la vita con le braccia e prese la sua testa contro il petto. Quando parlò, Shion si sorprese ad ascoltare intensamente le vibrazioni che salivano dal suo petto, e quasi non sentì quello che l’altro gli diceva.

- Sai, finora, mi sono sempre sentito “diverso”, e non mi piaceva… non mi piacevo… e anche adesso con Gyoku…-

- Gyoku?-

- Sì, quello che mi ha detto, come mi ha respinto… ho sempre pensato di essere sbagliato, di avere qualcosa che non va… ma quello che è successo fra noi non può essere così sbagliato…-

Shion rise piano, sorpreso da come fosse buffa la cosa vista da due prospettive così diverse fra di loro.

- Io mi sono sempre sentito diverso, per tutta la mia vita, ma non per questo… sono sempre stato l’orfano di guerra, il bambino di cui anche le lian avevano paura, il bambino che non aveva una vera famiglia ma solo un vida, quello che faceva sempre a botte, e poi quello strano ragazzino che prendeva sempre ottimi voti e non faceva amicizia con nessuno… io lo sapevo, come mi guardavano gli altri, e quello che provavo per te… era l’unica cosa normale, per me. Non mi sono mai sentito diverso o sbagliato, per questo-.

- Allora… sono contento di averti sollevato un po’ il morale!-

Shion lo strinse, e per un po’ non dissero niente. Poi Shion si alzò a sedere.

- Forse ora è meglio se torni nella tua stanza…-

- Come? Vuoi già che me ne vada?-

- No, ma… se cominciano a cercarti e ti trovano qui, scoppia il finimondo!-

- Ma perché? Non abbiamo fatto niente di male, anzi…-

Ma Shion pareva davvero temere le reazioni degli altri. Paradossalmente, adesso i ruoli si erano invertiti. Per Shyuhkaido non ci sarebbe stato niente di più naturale che gridare a tutto il mondo il suo amore per Shion, ma alla fine si lasciò convincere. Pensava che quando finalmente Shion fosse uscito dalla cella tutto sarebbe andato a posto, e invece non accadde nemmeno questo. Shion si rifiutava di rendere pubblica la loro storia, e Shyuh ci stava male. Era forse perché non lo riteneva alla sua altezza?

Anche Shion si stupiva del fatto che continuava a trovare scuse con tutti. Soprattutto con Mokuren, non era riuscito nemmeno a  confidarle che ormai lui e Shyuh stavano insieme… e anche se la kicie aveva capito qualcosa, ad ogni sua domanda Shion glissava, insospettendola ancora di più. Fu Shyusuran a fargli capire che cosa c’era che non andava.

- Ragazzi, questa è l’ultima consegna di materiale! Col prossimo carico arriveranno i nuovi sette sfigati che si chiuderanno qui dentro! Propongo un brindisi!-

Mentre la ragazza gli versava da bere, Shion si accorse che la sua reazione era diversa da quella di tutti gli altri. Loro brindavano perché fra tre settimane soltanto, finalmente, sarebbero tornati a casa, sul loro pianeta, sulla terraferma in un posto con tanto sole, aria vera… e tutti i loro amici e parenti. Lui avrebbe voluto rimanere lì ancora perché… sì, perché lassù aveva Shyuhkaido tutto per sé, e in verità nessuno gli rubava la sua attenzione… gli altri cinque, in fondo, erano un male necessario e non erano poi così fastidiosi. Ma tornati a casa… Shyuh aveva i suoi genitori, i suoi fratelli, i suoi amici… e Shion aveva solo lui. Avrebbe dovuto dividerlo con tutti gli altri e… gliene sarebbe rimasto ben poco. Voleva tenere il loro amore tutto per sé anche lì sulla base perché nessuno li disturbasse, nessuno desse loro fastidio e interrompesse il loro equilibrio. No, non voleva che altre persone si mettessero in mezzo… divenne freddo, impercettibilmente più distante da Shyuh, che se ne accorse ma fece finta di niente. D’altra parte, anche lui era emozionato per il ritorno e un po’ preoccupato per come sarebbero andate ora le cose fra di loro.

Le autorità avevano deciso di tenere segreto per qualche settimana il loro rientro, in modo da acquisire senza problemi i dati che avevano riportato dalla base lunare e per controllare se ci fossero state contaminazioni o problemi. Avevano avuto il permesso di contattare soltanto gli stretti familiari, e Shion non aveva chiamato nessuno. Assistette da lontano ai saluti che le persone che li attendevano rivolgevano alla navicella da quando l’avevano vista. Nessuno salutava lui. Appena scesi, gli altri scienziati si fiondarono nelle braccia dei loro parenti; vide che Mokuren abbracciava una donna senza capelli e con gli occhi grandi; Gyoku era circondato dalla sua famiglia, e i fratelli gli si accalcavano tutt’intorno; Hiragi baciava teneramente la sua fidanzata, e anche Shyusuran ed Enjyu erano strette fra una decina di persone, e stavano baciando e abbracciando tutti. Shyuh rideva fra le braccia di sua madre e suo padre, e lui stava in mezzo a loro, in piedi, da solo, come un deficiente. Comunque, anche se avesse avvertito la lian, dubitava che sarebbe venuta ad accoglierlo. Magari invece avrebbe portato Kyaah… si sentiva uno stupido per essersi volontariamente fatto del male. 

Improvvisamente tutti si staccarono dai loro abbracci e corsero a salutarsi l’un l’altro, vicino a Shion. Mentre viaggiavano sulla navicella si erano scambiati indirizzi e numeri di telefono, e mille promesse di risentirsi presto… Shyusuran girava ripetendo: - Hai il mio numero? Avete tutti il mio numero? Qualcuno non ha il mio numero?-

Si scambiarono baci e abbracci e grandi pacche sulle spalle, amicissimi in quel quarto d’ora dopo cui finalmente non si sarebbero rivisti mai più. Shion fu abbracciato calorosamente dalle donne, Mokuren lo tenne stretto per un bel po’, sorridendogli, Hiragi gli stinse la mano quasi piangendo e persino Gyoku lo salutava allegramente. Shyuh era restato leggermente indietro. Mentre tutti, dopo aver svolto il loro compito di bravi colleghi, tornavano dai rispettivi genitori ed amici, loro due si guardarono immobili per un lungo istante. Che succede se ti do un bacio, si chiedeva Shyuh. Si avvicinò, ma nel momento in cui stava per abbracciarlo, Shion gli afferrò la mano e gliela strinse, con trasporto sì, ma come un semplice collega. Niente di più. Quell’attimo passò e i genitori di Shyuh tornarono a reclamarlo. Il ragazzo non riuscì a dire una parola e andò via, insieme agli altri, per prendere il suo treno. Mokuren e la sua amica stavano scendendo nella sotterranea, e per un pezzo le loro strade sarebbero state le stesse.

- Vieni con noi?- disse la kicies.

- Preferisco camminare un po’. Ciao- rispose Shion, e Moodo mormorò: - Che strano tipo-.

Il cuore di Shion era talmente in subbuglio che si fece tutta la strada a piedi, e non servì nemmeno per calmarlo.

- Che disastro!-

La sua casa era davvero sconfortante. Il frigo era vuoto, e non aveva la minima voglia di fare la spesa. I teli con cui aveva coperto i mobili erano grigi di polvere. L’aria dentro sapeva di chiuso e l’elettricità era staccata. Ce ne sarebbe voluto per rimettere tutto a posto… pensò a Shyuh che avrebbe trovato tutto amorevolmente preparato dalla sua famiglia. Al diavolo! Comperò lo stretto necessario per quella sera e poi andò subito a letto. Fra la base lunare e lì c’era un jet-lag spaventoso. Sentiva tanto il bisogno di un corpo da stringere. Si era abituato troppo a Shyuh nella stazione. Adesso anche Kyaah gli sarebbe bastato.

Passarono quindici giorni. Il gatto era tornato con lui, e la lian Kosshu lo aveva rimproverato molto per non aver scritto e non averla avvertita del suo ritorno. La sacerdotessa aveva anche compreso che qualcosa era successo nel cuore di Shion, ma non gli aveva fatto domande. Quando le parlò di Mokuren, pur senza azzardare alcuna ipotesi, la lian capì che qualcosa doveva essere cresciuto dentro il suo protetto, che fosse dovuto al canto di una kicies oppure a qualcos’altro.

Adesso Shion soffriva meno perché Kyaah riusciva a consolarlo, quando pensava a Shyuh. Avrebbe voluto chiamarlo, ma se avesse risposto qualcun altro? Si sentiva un adolescente in preda alla prima cotta, e in parte era proprio così, solo che non era un adolescente e la sua non era una cotta. Ma per la prima volta si sentiva confuso, spaesato, diversamente dalle storie precedenti in cui era sempre stato spregiudicato e audace.

Poi il telefono squillò. Era una cosa strana; nonostante le promesse, nessuno degli ex compagni lo aveva ancora chiamato.

- Pronto?-

Silenzio.

- Pronto?-

- Shion?- Oddio, la sua voce!

- Shyuh!-

- Mi attaccherai il telefono?-

- No, ma… perché dovrei?-

- Shion, perché non mi hai più chiamato? È già finito tutto?-

Il cuore di Shion si aprì in due.

- Che… che cosa dici? No, non… non è finita!-

- Allora perché non mi hai voluto salutare? Perché non mi hai più chiamato?-

- Avevo paura di disturbarti… di darti fastidio. E poi… sarebbe troppo lungo da spiegare-.

- Ma mi vuoi ancora bene?-

- Certo!- aveva risposto con troppa precipitazione e trasporto, ma ormai che cosa gliene importava?

- E allora potrai spiegarmi tutto di persona. Ti va di… venire a trovarmi?-

- A… casa tua?-

- Ti prego… questo weekend, va bene? Devi solo… prendere questo treno. L’hai scritto?-

- Sì, ma… sei sicuro, Shyuh?-

- Che c’è? Non mi vuoi più rivedere? Mi sei mancato già troppo-.

- E va bene… d’accordo-.

A casa di Shyuh? Ricordava fin troppo bene l’esperienza con Gyoku, era una cosa che gli era rimasta inflitta nella mente troppo a lungo… ma anche a lui Shyuh mancava da morire. Forse ora aveva un po’ di tempo libero da tutte le persone che volevano stare con lui…

Alla stazione c’era solo lui ad accoglierlo. Non voleva imbarazzarlo davanti ad estranei mentre si buttava fra le sue braccia e lo baciava con passione.

- A casa mi spiegherai perché non mi hai chiamato- gli disse poi a mo’ di rimprovero. Non gliel’avrebbe fatta passare liscia!

- Mia madre non vede l’ora di conoscerti!-

Shion non riuscì a controllare l’imbarazzo davanti alla famiglia di Shyuh. Non sapeva davvero come comportarsi, ma loro invece sembravano proprio sapere esattamente chi avevano davanti. Letteralmente.

- E così tu sei il famoso Shion!- esclamò la madre di Shyuh. – Finalmente ti conosco, Shyuh non fa che parlarmi di te fin da prima del vostro ritorno-.

- Mamma, è più carino di quello che ci aveva detto- disse sottovoce, arrossendo, una splendida ragazzina che somigliava moltissimo a Shyuh, ma Shion la sentì lo stesso e arrossì.

A cena non si sentì un estraneo catapultato in una famiglia di alieni. Lo trattavano davvero come uno di famiglia, grazie al legame che aveva con il loro Shyuh, che fra l’altro nessuno gli fece pesare, nemmeno il padre o i fratelli di Shyuh. La sera, quando gli fecero vedere la stanza in cui avrebbe dormito, vide che aveva un grande letto matrimoniale. La sua borsa era già sul letto, e stava già per disfarla, quando entrò Shyuh lamentandosi:

- Mamma, ti avevo detto che Shion sarebbe rimasto con me! Perché hai rifatto la stanza degli ospiti? Non trattarmi come un bambino!-

- Poche storie, tesoro, qui Shion può tenere le sue cose in ordine senza dover combattere con te! Se vuoi dormirà di là ma le sue cose restano qui, intesi?-

Shion aveva assistito a quel battibecco senza parlare, ma era arrossito fino alla radice dei capelli. Shyuh e sua madre parlavano del fatto che avrebbero fatto sesso, quella notte – perché di quello si trattava- senza battere ciglio.

- Ma… che cosa…-

- Che cosa credevi? Mia madre sa che cosa c’è fra noi… lo sa fin dalla prima volta. Mi dispiace… tu volevi tenere nascosta la nostra storia, ma… non ce l’ho fatta. Ero troppo felice-.

- Oh, Shyuh…-

Che stupido che era stato! Shyuh aveva subito condiviso la sua felicità con qualcuno, mentre lui non aveva fatto altro che richiudersi in se stesso cercando di conservare intatto il loro amore… e invece, se l’avesse condiviso con qualcuno, non avrebbe fatto altro che accrescerlo.

- Shyuh, vorrei tanto che tu venissi a vivere con me-.

- Speravo tanto che me lo chiedessi! L’avevo già detto alla mamma e lei si è lamentata talmente che se adesso mi rimangiassi la parola mi caccerebbe lei con la scopa! E così potrei conoscere il tuo famoso Kyaah…-

- Sì! E c’è un’altra persona che vorrei farti conoscere…-

 

La lian Kosshu sapeva che era tutta una scusa. Shion in realtà non aveva avuto improvvisamente voglia di portare Kyaah a trovare i bambini con cui aveva vissuto tanto tempo… lo si capiva dalla sua espressione imbarazzata e da quel giovane che gli stava accanto con il viso basso.

- Buongiorno, Shion! Qual buon vento ti porta qui?-

- Salve, lian. Lui è Remsaine Shuyhkaido… Shyuh-.

La lian lo guardò intensamente.

- E’ questo il “famoso” fiore che è cresciuto nella base spaziale, allora!- esclamò alla fine, allegramente.

Shion e Shyuh arrossirono all’unisono, ma poi Shion prese la mano dell’altro.

- Sì. E siamo tornati a casa insieme-

- Molto bene. Tu sei felice, Shion?-

Il ragazzo sorrise, comprendendo immediatamente. Si voltò verso Shyuh.

- Tu sei felice, Shyuh?-

Shyuh non capiva il significato di quel discorso fra i due, ma non poté trattenere un sorriso radioso.

- Sì, certo che lo sono-.

- Lo sono anche io, lian-.

- E allora anche io sono felice. Hai capito ora?-

- Certamente. Ora possiamo tornare a casa, Shyuh-.

Sì, a casa. In tutti i sensi. Adesso Shion non era più solo.

- Shion-

- Dimmi-

- Che significava quel discorso fra te e la lian? C’è qualcosa che io non so?-

- Mmm… magari un giorno te ne parlerò. Puoi aspettare?-

- Ma certo. Posso aspettare anche per sempre. Ormai… non te ne puoi più andare!-

- Chi è che se ne vuole andare? C’è voluto un viaggio fino a KK-101 per farmi capire che…-

 

Che la mia casa è sempre stata qui vicino, ero solo io lo stupido che non la vedeva.

Si può rinascere in molti modi, molte volte, anche senza morire.

 

Che strano, questa frase gli suonava molo strana. Come se l’avesse pensata e detta qualcun altro. Ma che importava.

Importava solo che era vera.

 

 

 



Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions