Strawberry fields forever

Parte X

di Francine

 

Hanamichi sgranò gli occhi, come se si fosse materializzato un fantasma sulla soglia della palestra.

Kaede, gli occhi chiusi, intento a sentire l’odore fruttato del compagno, volse le sue iridi blu verso Hanamichi, notando la sua espressione.

- Ma che cazz…?- chiese il ragazzo voltandosi nella direzione in cui guardava Hanamichi.

Sorpresa.

Rabbia.

Sgomento.

Paura.

Il capitano, il suo vice, la manager e il playmaker dello Shohoku li stavano fissando increduli dalla soglia dell’edificio.

" Sono disgustati…" pensò Rukawa rialzandosi e ricomponendosi, mentre Ayako aveva messo una mano sugli occhi per non vedere il busto nudo dell’ala piccola della squadra.

- Ayachan!- disse Ryota facendo voltare la ragazza- Non è uno spettacolo per ragazze, questo!!!- sibilò rivolto ai suoi due compagni di squadra.

- Entrate e chiudete la porta!- ordinò Akagi con voce apparentemente tranquilla.

Il ragazzo si avvicinò ai suoi due compagni lentamente, fissandoli con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.

Gli altri tre obbedirono prontamente all’ordine ricevuto, chiudendo la porta verde della palestra.

Frattanto, Akagi si era portato ad un solo passo dalla coppietta: Hanamichi, temendo quali potessero essere le intenzioni del suo capitano, si era parato davanti a Rukawa per proteggerlo.

- Senti, Gorilla, posso spiegarti tutto…- iniziò a dire cercando di non distogliere lo sguardo da quello torvo di Akagi. Se c’era una cosa che aveva imparato facendo a botte, era di non abbassare mai lo sguardo da quello dell’avversario, chiunque esso fosse.

- E cos’è che mi dovresti spiegare, Hanamichi?- chiese sarcastico Takenori, le mani sui fianchi e la testa piegata a destra, con fare interrogativo.

- Ti prego, non prendertela con lui!- esordì il ragazzo frapponendo le proprie mani- E’ solo colpa mia, lui non c’entra…-

- Da quanto tempo va avanti, questa storia?- chiese Akagi, incurante delle vive proteste di Rukawa per le parole di Hanamichi.

- Ecco…- fece questi balbettando, mentre Kaede, con un gioco di gambe da manuale, lo scavalcò parandosi di fronte al capitano.

- Dal giorno in cui abbiamo battuto lo Shoyo…- rispose fiero Rukawa fissando gli occhi di Akagi.

CIAFF.

Rukawa si ritrovò a specchiarsi sulla superficie lucida del parquet della palestra, mentre la guancia sinistra bruciava a più non posso.

- Kacchan!- sbraitò Hanamichi inginocchiandosi per aiutare il proprio ragazzo a rialzarsi da terra, ma uno schiaffo ben assestato lo mando lungo disteso.

Rukawa non ci vide più dalla rabbia: scattò in piedi e afferrò la maglia del capitano, parlandogli con un tono non molto conciliante.

- Se ti rode perché non mi sono mai filato di striscio tua sorella, prenditela SOLO con me… - gl’intimò il ragazzo- e lascia Hanamichi fuori da tutta questa storia.-

Akagi schiaffeggiò nuovamente il viso del compagno, mentre Kogure e Miyagi, rimasti in un primo momento pietrificati, accorsero per fermare l’amico.

- Fermo!!!- gridò il vice trattenendolo per un braccio- Sei impazzito?-

- Sta zitto kogure!- sibilò il ragazzo senza guardare il suo interlocutore- Questi due l’hanno proprio fatta grossa!-

Hanamichi, accorso al fianco del suo Kacchan, si alzò in piedi e iniziò a oparlere.

- Ascoltami capitano…- disse il ragazzo con tono calmo, ma deciso – So bene che amare un altro uomo non è ammesso nella nostra società, e so anche che ciò comporterà per noi l’espulsione dalla squadra, ma che tu ci creda o no, io AMO questo ragazzo!- concluse serrando i pugni e fissando Akagi dritto negli occhi.

Poiché questi non dava alcun segno di voler interromperlo, Sakuragi riprese il suo monologo.

- Ti prego! Espelli me, ma lascia a Kacchan il suo posto in squadra!- pregò il ragazzo inginocchiandosi davanti al suo capitano.

- Che cazzate dici?- sbraitò offeso Rukawa- Akagi lascialo stare, ed espelli me al posto suo!- concluse il ragazzo prendendo posto accanto ad Hanamichi.

- No, Akagi, espelli me..-

- No, me!-

- No, me!!- disse Hanamichi alzando la voce e fissando con fare perentorio Rukawa.

- NO, ME!!!!- rispose questi sfidando il proprio ragazzo.

Akagi posò le proprie mani sulle loro teste e li sbatté l’uno contro l’altro, neanche fossero due cuscini impolverati.

- E ADESSO STATEMI A SENTIRE, COGLIONI!- tuonò il Gorilla con voce che rimbombò nella palestra vuota.

Kogure e Miyagi arretrarono di un passo, mentre Ayako si avvicinò a Ryota abbracciandolo forte.

- Siete due imbecilli…- sentenziò Akagi portandosi una mano a massaggiarsi le tempie- Perché non me l’avete detto prima?- chiese con voce stanca, mettendosi a sedere davanti a quei due scriteriati.

Kaede e Hanamichi rimasero di stucco: Akagi non li considerava due pervertiti?

- Cosa avremmo dovuto dirti?- chiese Rukawa riacquistando la favella.

- Che stavate insieme, idiota!!!- sottolineò il capitano fissandolo torvo.

- Pensavamo che non avreste capito. Pensavamo che ci avreste bollato ed isolato come diversi, che avremmo perso tutto il nostro mondo…- ammise Rukawa abbassando gli occhi per la vergogna.

Akagi chinò il capo, con fare pensoso e scosse la testa.

- Mi avete deluso: pensavo vi fidaste di più di me!- rispose sospirando.

Kogure, Miyagi e Ayako si sedettero attorno a quei tre ragazzi, chiudendo un immaginario cerchio.

- Non sapevamo come l’avreste presa. Che ne potevamo sapere come la pensavi, Gorilla?- intervenne Hanamichi, prendendosi l’ennesimo pugno sulla zucca.

- E se vi avessero visto? Se questa sera, oltre quella porta, non ci fossimo stati noi, ma gli studenti della scuola o qualche abitante della cittadina?- chiese Akagi tornando a fissare Rukawa.

- Akagi ha ragione…- intervenne Kogure con fare pacato, ma ansioso- Sareste stati in grossi guai, ragazzi.-

I due abbassarono la testa: le parole del vice capitano erano, purtroppo, sensate.

- Akagi, non credi che la loro scelta sia più che giustificata?- s’intromise Ayako, tentando di perorare la causa dei suoi due amici

- Non ti ci mettere anche tu, Ayako!- la sgridò il capitano- Se li avesse visti qualcun altro li avrebbero espulsi dalla squadra e da scuola alla velocità della luce!- sentenziò il ragazzo serio.

- Che cosa hai intenzione di fare adesso, capitano?- gli chiese Rukawa spiandolo da sotto le lunghe ciglia scure.

- Che cosa dovrei fare, eh? Temi che io vi sbatta fuori per una cosa del genere?- rispose Akagi.

I due ragazzi annuirono, prendendosi per mano.

- Gorilla… ascoltami… io amo Kaede più della mia stessa vita: se qualcuno deve pagare, fa che sia io e non lui.- sussurrò Hanamichi guardando il proprio capitano con occhi supplicanti.

- No, Hanamichi, pagheremo in due la nostra diversità!- sentenziò serio Rukawa, fissando l’altro con un’espressione che non ammetteva repliche.

- Zitti, deficienti!- sbraitò Akagi affibbiando a ciascuno un sonoro pugno sulla testa.

- Non intenzione di sbattervi fuori! Sono solo deluso dal fatto che voi non abbiate ritenuto necessario informarci dello sviluppo degli eventi!-

Hanamichi e Kaede fissarono increduli Akagi: potevano rimanere in squadra?

" Se è un sogno non svegliatemi…" si disse Rukawa, mentre le lacrime cercavano di fare capolino attraverso i suoi occhi di ghiaccio.

- Non ci stai prendendo per il culo, vero Gorilla?- chiese Hanamichi sporgendosi verso il centro della squadra.

- Vuoi che ti cambi i connotati?- chiese Akagi ringhiando.

Kogure, per evitare che si riempissero di pugni, s’intromise tra i due.

- Sta tranquillo, Hanamichi, Akagi sta dicendo sul serio…- fece il ragazzo dai capelli castano chiaro mettendo una mano sulla spalla nuda di Hanamichi.

Lo sguardo sorridente di Ryota e Ayako rassicurò i due ragazzi.

- ….grazie…- disse Rukawa a nome dei due, prima che le lacrime iniziassero a scorrere sulle sue guance.

- … grazie, ragazzi… gli fece eco Hanamichi, abbracciandolo e proteggendogli il viso con il busto.

- Adesso ce ne andiamo…- disse Akagi alzandosi, mentre Ayako si asciugava una lacrima furtiva- Vi aspetto tra un’ora, dobbiamo mettere in chiaro un paio di cose.-

- Sì, capitano, ci saremo…- rispose per entrambi Hanamichi, mentre carezzava il corpo di Rukawa, scosso dai singhiozzi.

- E chiudete la porta! A chiave!- gli suggerì Ayako maliziosa, uscendo a braccetto con Ryota.

 

Chiusa la porta della palestra dietro di loro, i giocatori e la manager dello Shohoku si avviarono in silenzio verso la pensione Yamamoto.

Dopo un quarto d’ora passato nel silenzio irreale di quella notte d’estate, Kogure, osservando le lucciole lungo il greto di un ruscello, prese la parola.

- Che cosa dirai al signor Anzai?-

Akagi, che stava pensando esattamente alla stessa questione, scosse il capo.

- Ancora non lo so, ma dovrò dirglielo per forza…- sospirò il centro osservando Orione stagliarsi nel cielo notturno.

- Non credi sia il caso di dirlo anche agli altri? O quanto meno a Mitsui…- propose Kogure guardando l’amico.

- O beh, non credo che Yasuda e gli altri faranno tante storie, quanto a Mitsui, già lo sa…- disse soprappensiero Miyagi camminando abbracciato ad Ayako.

- Che cosa?- gli chiese Akagi arrestandosi di botto davanti a lui. Per poco Ryota non gli andò a sbattere contro.

- Hei, perché ti sei fermato improvvis…- tentò di dire prima che il capitano lo sollevasse di forza da terra.

- Miyagi… tu e Mitsui sapevate di quei due?- chiese con un ruggito di sottofondo Akagi.

- Ecco.. noi..- tentò di giustificarsi Ryota, maledicendosi per la leggerezza con cui aveva aperto bocca.

- Credo che Mitsui avesse intuito qualcosa a riguardo, capitano, visto che ha ideato una sorta di stratagemma per far ingelosire Hanamichi- confessò Ayako, decisa a vuotare il sacco: se dovevano andare a fondo, tanto valeva farlo portandosi dietro anche Mitsui.

- Cioè?- chiese Kogure curioso.

- Il pressing di qualche giorno fa che Mitsui fece su Rukawa… - rispose la manager- Aveva poco a che fare con le tecniche e molto con altre cose. Non ditemi che non ve ne siete accorti?-

Le facce stupite dei due ragazzi confermarono ad Ayako quanto fossero ingenui il capitano e il suo vice.

" Santo cielo! L’avrebbe capito anche quella rimbambita di mia nonna!" pensò la ragazza sospirando.

- Kogure- lo chiamò Akagi riprendendo a camminare- Ricordami di fare un discorsetto a Mitsui, quando arriviamo…-

 

Kaede aveva pianto silenziosamente finché Hanamichi non l’aveva rassicurato deponendo dei baci delicatissimi sui suoi capelli d’ebano.

A poco a poco, il ragazzo si era calmato e aveva rivolto i propri occhi in quelli nocciola dell’amato.

" Sei così bello, amore mio, anche con quest’espressione distrutta sul viso…" pensò Hanamichi sdraiandolo sul freddo parquet della palestra.

Kaede sussultò al contatto della sua pelle nuda con il freddo legno: l’altro, raccolse una maglia da terra e gli coprì il busto con fare protettivo.

- Non devi prendere freddo, Kacchan…- aggiunse scoccandogli un altro bacio sulla fronte.

Kaede cinse il collo del suo Hacchan con le sue braccia nude.

- Abbrracciami…- chiese all’altro con fare disarmante – Assicurami che è tutto finito…- aggiunse con voce stanca.

- Sì, amore mio, è tutto finito…- rispose Hanamichi sdraiandosi accanto a lui e facendo passare un braccio dietro le spalle dal ragazzo.

Rukawa si accoccolò contro il petto del compagno, chiudendo gli occhi per assaporare quella felicità tanto a lungo agognata.

- Kacchan?- gli chiese la voce di Hanamichi, mentre le grandi mani del ragazzo giocavano con i suoi capelli.

- …mh…- rispose con un mugolio appena percettibile, emesso sulla pelle nuda di Hanamichi.

- Quando andrai in America?- chiese questi, stringendogli le spalle dolcemente.

- Quando saremo entrambi pronti…- rispose Rukawa emergendo dal suo nascondiglio.

- Non credo che sarò mai pronto, né arriverò mai al tuo livello, volpastro…- ammise sconsolato Hanamichi scompigliando i capelli dell’altro.

- Sei troppo severo con te stesso…- fu la risposta che gli diede Rukawa, alzandosi e sporgendosi sul viso del compagno, rimasto immobile sul pavimento.

- Kacchan…- disse Hanamichi fissandolo nei grandi occhi blu dal perfetto taglio a mandorla.

- Sì…-

- Promettimi che tu andrai a giocare in America, anche se io non potrò venire con te…- sussurrò perdendosi in quei due zaffiri blu.

- Ma…- ribatté questi sgranando gli occhi.

- Niente "ma"…- disse Hanamichi posando un dito sulle labbra dell’altro – Prometti e basta!-

- Solo se tu prometti che starai sempre con me… e che farai di tutto per arrivare al mio livello…- propose a sua volta Kaede, scansando il dito e baciandolo delicatamente.

Hanamichi sentì un brivido caldo percorrergli la schiena fino a morire all’altezza dei reni.

- Volpastro, ricordati che stai parlando con il Re dei Rimbalzi, il Genio indiscusso del basket, la matricola d’oro della prefettur…-

Le labbra di Rukawa posero fino allo sproloquio iniziato da Hanamichi, che ricambiò immediatamente le attenzioni del suo amante.

Le mani di Kaede iniziarono a percorre tutto il corpo del ragazzo sotto di lui, gioendo del fatto di aver trasformato in realtà il sogno ricorrente degli ultimi due mesi.

Hanamichi, dal canto suo, esplorava la schiena del compagno, con presa forte e sicura.

" Non ti lascio più andare via, amore mio…" pensava il ragazzo tastando ogni centimetro della pelle di Rukawa.

Questi, staccatosi per riprendere fiato, fissò il compagno negli occhi.

- …Hana…- sussurrò all’orecchio dell’altro con voce roca e ardente- credo ci sia un problema...-

- Quale?- chiese questi preoccupato.

- Non ho la più pallida idea di come… sì, di come facciano due uomini a farlo…- ammise Kaede arrossendo.

Hanamichi divenne più rosso dei propri capelli.

- Neppure io sono un esperto…- dovette ammettere anch’egli- Ma sono sicuro che l’istinto ci dirà cosa fare…- concluse carezzando una guancia del ragazzo.

- Affidarsi all’istinto?- chiese questi inarcando un sopracciglio- Non è nel mio stile…-

- Lo so, ma lasciarsi andare può essere molto piacevole, a volte…- propose Hanamichi con uno guizzo malizioso che gli attraversò gli occhi nocciola.

Con un colpo di reni ribaltò la situazione, trovandosi sopra al suo amato volpino.

- Lasciati andare, Kacchan…- gli ripeté prima di chinarsi su di lui ed intrappolargli le labbra in un bacio in apnea.

 

- Arrivederci, signori Yamamoto.- disse Akagi inchinandosi di fronte ai padroni della pensione- Vi ringraziamo per esservi presi cura di noi, e ci scusiamo ancora se le chiassose abitudini di alcuni nostri elementi possono aver arrecato disturbo a voi e ai vostri clienti…- concluse il ragazzo fulminando con lo sguardo Rukawa e Hanamichi.

- Quante storie per la radiosveglia…- borbottò questi rivolto al proprio capitano.

- Già, peccato che si sia messa a suonare a tutto volume alle cinque del mattino…- commentò con tono acido Rukawa.

- Guarda, carino che è tutta colpa tua!- continuò Hanamichi senza essersi accorto di aver alzato la voce- Tu hai posizionato la sveglia!-

- …ma TU hai regolato il volume al massimo…- rispose freddo l’altro.

- Come osi dare la colpa a me?!!!- tuonò Hanamichi prima che l’ennesimo pugno del Gorilla s’infrangesse contro la sua testa.

- Voglia scusarli, signora…- disse Akagi inchinando a forza le teste dei due ragazzi.

La signora Yamamoto sorrise.

- Non preoccupatevi, avete portato una ventata di aria nuova in questo piccolo paesino. Spero che riusciate a coronare il vostro sogno di vincere il campionato nazionale, ragazzi…- augurò loro la donna, avvolta nel suo kimono verde.

- Grazie mille signora!!!- rispose all’unisono il club di basket.

- E’ ora che andiate, ragazzi, il pullman non aspetta certo voi…- ricordò loro la donna sorridendo.

- Allora, arrivederci!- salutò Akagi, imitato dal resto della squadra, e avviandosi verso il capolinea degli autobus.

- Arrivederci..- rispose la donna, agitando un braccio in segno di saluto.

Man mano che la pensione Yamamoto si allontanava all’orizzonte, Hanamichi fu colto da un senso di inquietudine e ansia.

- Che hai?- gli chiese Kaede avvicinandosi a lui.

- E me lo chiedi?- sospirò l’altro con una faccia da funerale.

Rukawa fissò il proprio ragazzo con aria perplessa: che diamine aveva?

- Dì un po’- chiese preoccupato- Non è che ci hai ripensato, vero?-

- No!- lo rassicurò Hanamichi- E’ solo che…--

- Solo che?…- l’incalzò Kaede.

- Solo che non potremo più dormire assieme…- sussurrò Hanamichi all’alltro, dopo essersi accertato che nessuno li stesse osservando.

Rukawa sbuffò e scosse la testa.

- Chi è causa del suo mal, pianga se stesso…- sentenziò il ragazzo allontanandosi e raggiungendo il gruppo.

- Che vorresti dire, eh?- lo raggiunse Hanamichi dando via ad un acceso battibecco che si protrasse finché Akagi, stanco della loro presenza, non li sbatté testa a testa.

- FINITELA!- disse loro il capitano con fare perentorio.

Durante il viaggio in corriera, Hanamichi si sedette accanto a Yasuda, offeso per le parole dettegli da Kaede.

" Sempre a rinfacciare…" pensava il ragazzo lanciando occhiate assassine all’indirizzo del proprio ragazzo, che fingeva d’ignorarlo.

" Sciocca scimmietta permalosa…- rideva dentro di sé Rukawa godendosi lo spettacolo- Sei adorabile, quando fai l’offeso.."

Arrivati alla piccola stazione, l’ala piccola della squadra, decisa a non voler sprecare gli ultimi minuti che aveva a disposizione con Hacchan, lo portò di peso in coda al treno.

- Che vuoi, volpastro?- chiese con poco garbo Hanamichi.

Kaede, per tutta risposta, trasse fuori dallo zaino il walkman e passò un auricolare all’altro.

- Che significa?- chiese Hanamichi guardando perplesso quel pezzo di plastica nera che il compagno gli aveva messo tra le mani.

- Indossalo…- rispose Rukawa con tono neutro, scegliendo tra le cassette che si era portato dietro.

Hanamichi obbedì e Kaede premette il tasto d’avvio.

Le note della chitarra di George Harrison si dipanarono nella mente dei due ragazzi, che, la fronte dell’uno su quella dell’altro, chiusero gli occhi e lasciarono che la musica li trasportasse lontano.

 

Let me take you down, cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.

Living is easy with eyes closed, misunderstanding all you see.
It's getting hard to be someone but it all works out, it doesn't matter much to me.
Let me take you down, cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.

No one I think is in my tree, I mean it must be high or low.
That is you can't you know tune in but it's all right, that is I think it's not too bad.
Let me take you down, cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.

Always, no sometimes, think it's me, but you know I know when it's a dream.
I think er know I mean er 'yes' but it's all wrong, that is I think I disagree.
Let me take you down, cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.
Strawberry Fields forever.
Strawberry Fields forever.

La voce di John si spense lentamente all’interno delle cuffie.

- Si sono esaurite le batterie…- constatò mestamente Rukawa estraendo le pile dallo scomparto.

- Peccato…- commentò Hanamichi rendendo all’altro l’auricolare.

- Non dirmi che ti piacciono i Beatles, Hacchan?- chiese Kaede mentre i suoi occhi s’illuminavano alla prospettiva di poter condividere qualcos’altro con il suo amato "imbecille".

- No, no,- lo rassicurò questi, smorzando ogni entusiasmo nel compagno- Mi piaceva perché tu, ieri, mi hai definito il tuo " campo di fragole"…-

Rukawa sorrise.

- Hai capito, allora…- gli disse avvicinandosi a l’altro e mettendogli una mano sulla spalla, massimo gesto che potevano compiere in pubblico.

Hanamichi annuì.

- Sciocco volpino, ricordati che stai parlando con un genio!- disse il ragazzo indicando se stesso con il pollice destro.

" E’ un pazzo megalomane, ma lo amo lo stesso…" pensò Rukawa fissando la cortissima pettinatura dell’altro.

- Scemo…- gli sussurrò ad un centimetro dal viso e dandogli un colpetto in fronte.

" Avvisiamo i signori passeggeri che stiamo per entrare in una galleria. Poiché si è verificato un guasto all’impianto d’illuminazione, vi preghiamo di evitare qualsiasi spostamento che non sia necessario e di utilizzare le apposite luci d’emergenza. Grazie"

La voce dell’altoparlante fece alzare la testa ai due ragazzi nel medesimo istante verso la fonte di quella inaspettata, quanto gradita, notizia.

- Pensi anche tu a quello che penso io? …- chiese Hanamichi con fare malizioso all’altro.

- Tu che dici?- rispose Rukawa serrando le labbra su quelle dell’altro non appena il treno imboccò la galleria.

 

Let me take you down, cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.
Strawberry Fields forever.
Strawberry Fields forever.

 

FINE

 


 

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