Strawberry fields forever

Parte VI

di Francine

 

 

Takenori Akagi appallottolò l’ennesimo foglio di carta e lo lanciò nel cestino dei rifiuti accanto alla propria scrivania; la pallottola di carta rotolò sull’erto mucchio di fogli arrotolati che straripavano dal cesto di plastica marrone intrecciata, posto alla destra del ragazzo.

" Così non va… Quei due restano spaiati…" pensava il ragazzo scrivendo alcuni ideogrammi su di un foglio ed unendoli tra loro con delle righe a matita.

" Allora… Kogure sta con me- ricapitolò mentalmente il ragazzo – Yasuda e Shiozaki assieme, Kakuta e Ishii… Miyagi e Mitsui… No!!! Così non va!!!!!"

- Fratellone?-

La voce pigolante di Haruko ridestò Akagi dai suoi pensieri.

Si voltò verso la porta della propria stanza e vide sua sorella sulla soglia, un bicchiere tra le mani.

- Che cosa c’è Haruko?- chiese il ragazzo appallottolando l’ennesimo foglio di quaderno e mandandolo a far compagnia agli altri che l’avevano preceduto.

- Volevo chiederti se ti va un po’ di Calpis…- disse esitante la ragazza, entrando nella stanza del fratello maggiore.

Questi sorrise e prese il bicchiere dalle mani della sorella.

- Grazie Haruko…-

- Cosa stai facendo di così impegnativo, Takenori?- chiese la ragazza sbirciando il cestino della carta straccia ormai sull’orlo dell’implosione.

- Mh?- chiese il ragazzo posando sulla scrivania il bicchiere vuoto- Sto facendo gli accoppiamenti per il ritiro…-

Prese l’ultimo foglio, lo aprì e lo pressò per bene, in modo che la sorella potesse leggere gli accoppiamenti disastrosi che stava cercando di fare da quasi un’ora.

- Cosa c’è che non va?- chiese Haruko con aria innocente al fratello - Hai messo tutti in coppia, no?-

Il ragazzo scosse la testa, chiedendosi se l’ingenuità della sorella fosse reale o meno.

- Hai notato che mancano un paio di nomi?- disse il ragazzo indicando il foglio che la sorella teneva tra le mani.

Haruko si rituffò nella lettura di quel foglio di block notes stracciato.

- Mancano il nome di Rukawa e quello di Sakuragi!- esclamò alla fine – Perché? Non dirmi che non li hai convocati?!-

Quest’ultima affermazione confermò ad Akagi i dubbi sull’intelligenza della sorella.

- Ma non dire assurdità! Sai bene che quei due piantagrane ci sono necessari come l’aria, Haruko!- rispose guardando la sorella dritto negli occhi.

- E allora dov’è il problema?- chiese la ragazza, grattandosi la testolina, che il fratello classificò immediatamente come vuota.

- IL problema è il tuo amico Sakuragi- ammise il ragazzo incrociando le braccia al petto ed appoggiando la schiena sullo schienale imbottito alle sue spalle- Con chiunque io lo metta, creerebbe dei casini…-

- E se lo mettessi con Kogure?- propose timidamente Haruko.

- Impossibile, Kogure è il mio vice e deve stare con me per studiare le strategie per la partita; il signor Anzai non si è ancora ristabilito, così non potrà venire con noi.-

- E toccherà a te fare le sue veci, giusto?- concluse Haruko.

- Esatto…- le rispose il fratello – di metterlo con Shiozaki o qualcun'altra delle riserve non se ne parla, sarebbe capace di traviarli e combinare chissà quali disastri…-

- Ad esempio?-

- Ad esempio, sgattaiolare di notte in qualche locale malfamato o fermarsi a mangiare in qualche bettola per poi darsela a gambe levate!- sentenziò Akagi, mentre una vena sulla sua tempia destra aveva cominciato a pulsare pericolosamente.

- E con Miyagi? O con Mitsui?-

- No, nel primo caso, avremmo due deficienti sotto lo stesso tetto, e non mi pare il caso di rischiare: potrebbero architettare chissà quali scherzi. Nel secondo, quei due si azzufferebbero alla prima occasione, sai bene quanto sa essere irritante Hanamichi e quanto sia, di contro, permaloso Mitsui!-

- Resta un’unica soluzione…- disse la ragazza con aria solenne

Akagi la guardò perplesso, pronto a sentire un’altra delle assurdità di sua sorella: era tanto dolce e gentile, ma ad acume era alquanto scarsa.

- E’ la soluzione più ovvia, fratellone!- continuò Haruko seria – Sakuragi e Rukawa saranno in stanza assieme!-

Takenori Akagi guardò la sorella strabuzzando gli occhi: ma era scema o cosa?

- Haruko- scandì lentamente mentre la solita vena minacciava di esplodere, tanto si era ingrossata- Se Sakuragi è pericoloso con Mitsui, Miyagi e con le altre riserve, con RUKAWA diventa una bomba ad orologeria! Non capisci che si picchierebbero al primo screzio?- concluse il ragazzo quasi in preda ad una crisi isterica.

Sua sorella, non riuscendo ad aiutarlo, gli porse il fogliaccio e fece per uscire dalla stanza.

- Ti lascio pensare, allora, fratellone…- disse chiudendosi la porta alle spalle.

Il centro dello Shohoku girò su se stesso e riprese a scribacchiare su di un altro foglio di quaderno.

" Peste! Non ne viene fuori nulla di decente! Le riserve è meglio che stiano assieme, così il quintetto base potrà solidarizzare meglio. Il problema è sempre lui, Hanamichi!"

Stracciò un altro foglio e si mise a guardare il soffitto: aveva poco tempo per trovare una soluzione.

" Domani partiamo per la penisola di Izu… Ayako verrà con noi, ma non è pensabile che dorma con Sakuragi! Anche perché Miyagi mi caverebbe gli occhi e poi ucciderebbe Hanamichi, e per quanto mi secchi ammetterlo, mi servono entrambi. Beh, l’unica soluzione è fare come mi ha consigliato Haruko…" ammise mestamente il ragazzo scrivendo per l’ennesima volta i nomi dei suoi compagni appaiandoli con delle linee rette.

- Che il Cielo ce la mandi buona…- sospirò il ragazzo fissando la propria grafia spiccare sul bianco della carta.

Il sole splendeva a più non posso in quell’afoso mattino di Luglio. La stazione sembrava presa d’assalto dai vacanzieri in procinto di partire per Tokyo o per qualche località di villeggiatura.

I membri del club di basket del liceo Shohoku stavano ritti come soldatini aspettando l’arrivo del solito ritardatario all’appuntamento per la partenza.

- Se perdiamo il treno per quell’idiota di Sakuragi, giuro che lo strozzo con le mie stesse mani!!!- ringhiava da un quarto d’ora Akagi, gli occhi pericolosamente iniettati di sangue.

- Calmati, ricordati che ci serve, se vogliamo vincere il campionato nazionale!- cercava di calmarlo Kogure, guardando a destra e a manca se apparisse la testa rossa di Sakuragi.

- Se non viene lasciamolo qui, ci raggiungerà poi…- propose Mitsui seccato per quell’attesa.

- Quello sarebbe capace di perdersi…- commentò Rukawa, la testa bassa a fissare il pavimento della banchina della stazione.

- Che c’è, Rukawa, ti preoccupi per il tuo caro Hanamichi?- gli chiese Mitsui con fare provocatorio.

L’ala piccola dello Shohoku rispose al suo senpai senza degnarsi di guardarlo in faccia.

- Mi limito ad usare la testa, invece che la lingua, Mitsui…- rispose atono il ragazzo, fissando la stessa mattonella su cui aveva posto lo sguardo da una buona mezz’ora.

- Come ti permetti?- gli rispose Hisashi avvicinandosi a lui pericolosamente.

La voce di Ayako fermò il ragazzo prima che facesse polpette dell’ala della squadra.

- Adesso basta, voi due!- disse la ragazza mettendosi in mezzo a loro, aiutata da Miyagi- Dobbiamo sempre attirare l’attenzione di tutti?-

Mitsui fece un piccolo passo indietro, chiedendosi cosa ci fosse di così interessante sulle mattonelle del pavimento della stazione.

" Perché quel presuntuoso le sta fissando da quando siamo arrivati?" si chiese il ragazzo inarcando un sopracciglio, senza ascoltare il predicozzo che gli stava facendo Ayako.

Volse anch’egli lo sguardo ai suoi piedi: dipinte sul fondo ocra del pavimento campeggiavano delle piccole foglie di fior di ciliegio.

" Sakura…- pensò Hisashi – Sta a vedere che Rukawa si è innamorato? E magari di una ragazza di nome Sakura…" pensò il ragazzo ricollegando alla sua ipotesi il comportamento sbadato che il compagno aveva assunto da un mese a quella parte.

Alzò la testa per guardare l’espressione di Rukawa, quando s’accorse che il ragazzo aveva alzato il capo e che i suoi occhi profondi… sorridevano!

Volse la testa seguendo la direzione verso cui guardava Rukawa, sentendosi di sasso non appena vide la causa dell’espressione del compagno.

Hanamichi era finalmente arrivato, dopo una corsa a perdifiato a giudicare dall’affanno e dal rossore che gl’imporporava il viso.

- Scusa… Gorilla… ma…- cercò do giustificarsi il ragazzo prima che un pugno ben assestato del capitano s’infrangesse sulla sua testa rasata.

Mitsui, lesto, girò lo sguardo verso Rukawa, notando come il ragazzo assumesse un’espressione preoccupata guardando Sakuragi pestato da Akagi.

" Avevo visto giusto…" pensò Mitsui portandosi una mano a carezzarsi il mento, con fare soddisfatto.

Akagi prese per un orecchio Sakuragi e si diresse col resto della truppa ad attendere il treno che li avrebbe portati a Yoshiwara.

Dopo un’ora, tra il treno e la corriera per il piccolo paese, la comitiva s’arrampicò su per un’erta salita alla volta della pensione Yamamoto.

Ad accoglierli trovarono una donna fragile e delicata, che sembrava stare per dissolversi da un momento all’altro.

- Buongiorno, signori…- disse la donna accogliendoli nel genkan e compiendo un inchino- Io sono Masako Yamamoto, la proprietaria di questa pensione.-

- Buongiorno, signora. Noi siamo la squadra di basket del liceo Shohoku di Kanagawa. Abbiamo prenotato delle camere…-

- Sì, il vostro allenatore, il signor Anzai, mi ha chiamato per avvisarmi che sareste arrivati oggi.- disse la donna accompagnando le sua parole con un dolcissimo sorriso.- Le vostre stanze sono pronte, se volete lasciar qui le vostre sacche, passerà mio marito tra poco per portarle nelle vostre camere.-

- Grazie mille, signora, ma preferiamo trasportarle da noi, come allenamento supplementare.- rispose Akagi a nome di tutti, incenerendo Hanamichi con lo sguardo.

Il ragazzo riprese la sacca che aveva abbandonato felice a terra e si risolse a seguire l’ordine di quel tiranno del suo capitano.

" Maledetto stacanovista di un Gorilla!" pensava il ragazzo togliendosi le scarpe e calzando un paio di geta.

La signora Masako li portò al primo piano di quella pensioncina, dicendo loro che aveva riservato l’intero piano per la squadra di basket.

- Le camere son tutte da questo lato del corridoio: le finestre si affacciano sul mare, mentre troverete il bagno là, in fondo al corridoio.- disse loro la donna, aprendo una per una le porte scorrevoli delle stanze- La signorina starà in un’altra stanza al secondo piano.- concluse rivolgendosi ad Ayako, che le sorrise affabile.

- Grazie mille, signora- le disse Akagi con un profondo inchino, seguito dal resto della squadra.

La donna ringraziò inchinandosi anch’ella e ricordando ai ragazzi gli orari della pensione circa i pasti.

Quindi, regalato l’ennesimo sorriso ai ragazzi, salì al secondo piano nel frusciare del suo yukata accompagnata da Ayako.

- Bene…- disse Akagi rivolto ai suoi uomini- qui staremo io e Kogure, così da non perdervi di vista… Kogure va pure…- concluse rivolto al suo vice, che entrò nella prima stanza del corridoio, vicino alle scale.

- Yasuda e Ishii, voi starete in quella in fondo, Shiozaki e Kakuta, voi nella penultima, Mitsui e Miyagi in questa qui alle mie spalle, e Sakuragi e Rukawa in quest’altra, attaccata alla mia e di Kogure.- disse il ragazzo depennando i nomi man mano che li pronunciava.

- HEI GORILLA SEI IMPAZZITO?- tuonò Sakuragi – Io e Rukawa nella stessa stanza? -

- Qualcosa non va, pivello?- chiese il capitano sovrastando la matricola con la sua altezza.

- Ma.. ma…- pigolò Sakuragi

- Niente ma- proseguì Akagi con fare categorico- TU, piantagrane che non sei altro sei in camera con Rukawa, che ti piaccia o no. Ed ora FILATE! AVETE TUTTI DIECI MINUTI DI TEMPO PER SISTEMARE LE VOSTRE COSE E CAMBIARVI! VI ASPETTO Giù ALL’INGRESSO FRA DIECI MINUTI DIECI! CHIARO?!!!!- tuonò il ragazzo entrando nella propria stanza.

Gli altri ragazzi scattarono all’ordine dato dal capitano, lasciando Rukawa, Sakuragi, Miyagi e Mitsui nel corridoio.

- Andiamo, Miyagi, non abbiamo tempo da perdere…- disse l’ex teppista prendendo il proprio borsone ed entrando nella propria stanza seguito dal playmaker.

- Allora?-

La voce di Rukawa destò Hanamichi dallo stupore che le parole del Gorilla gli avevano procurato.

- Cosa?…- chiese distrattamente all’altro.

- Entri da solo oppure devo prenderti in braccio?- gli chiese Rukawa fissandolo negli occhi. Hanamichi si sentì avvampare fin sopra le orecchie: prenderlo in braccio?

" Cavolo se vorrei…" pensò il ragazzo fissando il suo Kaede stagliarsi in quel corridoio buio.

- Mi hai preso per una sposina, volpaccia?- gli ringhiò invece contro, entrando con fare spavaldo nella stanza.

 

Dieci minuti dopo, l’intera squadra era all’ingresso della pensione, in tuta e scarpe da ginnastica, pronta ad attendere gli ordini del capitano Akagi.

- Allora, adesso ci alleneremo correndo sulla spiaggia e poi nell’acqua per rafforzare i muscoli- disse il capitano ad alta voce- Poi, questo pomeriggio, andremo ad allenarci nella palestra del liceo locale. Il signor Anzai si è messo in contatto con il preside e ci hanno consentito l’uso della palestra, per provare schemi e tattiche di gioco. E adesso… andiamo!-

La squadra seguì Akagi giù per la discesa, correndo per il paese tra sguardi curiosi per quell’insolito spettacolo che si manifestava sotto i loro occhi.

Corsero per la strada principale, finendo sulla spiaggia bianchissima, ancora poco popolata da turisti: alcuni bambini si erano uniti a loro, divertiti da quei ragazzi così alti che sembravano diversi dai soliti turisti noiosi.

Una bambina, che faceva parte dell’allegra combriccola, guardava Rukawa con occhi estasiati, stringendo un gattino nero tra le braccia.

Il ragazzo la fissò con i suoi occhi blu, all’apparenza freddi, per poi soffermarsi sul gattino, che protestava per esser portato via dalla spiaggia.

Il ragazzo sorrise, si avvicinò alla bambina e carezzò il micino, che iniziò a ronfare soddisfatto.

Poi si voltò verso i suoi compagni, concentrandosi sull’allenamento.

Due occhi gli fissarono la schiena al punto tale che il ragazzo si dovette voltare alla ricerca di chi mai potesse essere, convinto che le sostenitrici del suo fan club fossero rimaste a casa.

Si girò e vide Mitsui fissarlo con insistenza ed accennare un sorriso beffardo diretto al suo indirizzo.

Rukawa aggrottò le sopracciglia e squadrò torvo la guardia dello Shohoku, chiedendosi cosa mai avesse da fissarlo a quel modo.

- Inizieremo con un po’ di corsa nell’acqua- disse Akagi- a piedi nudi!-

L’acqua era un po’ fredda, ma, dato il gran caldo, essa costituiva più un piacevole refrigerio, che un fastidio.

Corsero per un paio d’ore, stagliandosi contro l’azzurro del mare e perdendosi nella brezza estiva.

- Bene, è ore di tornare alla pensione!- disse finalmente Akagi, dopo che ebbe riportato la squadra al punto di partenza.

Si rinfilarono le scarpe e corsero fino alla pensione dove trovarono ad attenderli la figlia maggiore della proprietaria, Yoko.

- Bentornati!- li accolse la ragazza con un sorriso gentile identico a quello della madre- Il vostro pranzo è pronto signori…-

- La ringrazio signorina, ci cambiamo e scendiamo subito…- rispose Akagi riponendo le proprie scarpe nell’armadietto e calzando i geta, imitato dai suoi compagni.

- Prego, fate pure…- rispose Yoko- vi serviremo il pranzo nella stanza qui accanto.- concluse la ragazza indicando una porta alla sua sinistra.

Come rientrarono nella loro camera, Hanamichi e Kaede dovettero fare i conti l’uno con la presenza dell’altro.

Il primo era teso come una corda di violino all’idea di spogliarsi davanti al suo ex, mentre l’altro si andava ripetendo che questa era la sua grande occasione per riconquistare quel testone del suo Hacchan.

Questi, che si guardava alle spalle ad ogni movimento che faceva, tremava come una foglia al pensiero che il suo adorato Kacchan era a pochi centimetri da lui e il non poterlo toccare, né tantomeno guardare lo stava facendo impazzire.

" Oddio… Kacchan è qui con me… Maledetto Gorilla, giuro che lo strozzo con le mie stesse mani!!" pensava il ragazzo togliendosi la tuta, madida di sudore, e indossando un paio di bermuda blu.

" Devo farcela! O non mi chiamo più Kaede Rukawa!" pensava frattanto Kacchan, ringraziando gli dei per aver fatto sì che finisse in camere con il suo Hacchan.

- Hai finito?- chiese all’improvviso Sakuragi, distogliendo Rukawa dai suoi propositi.

- Non ancora…- rispose questi: aveva solo una maglietta addosso, mentre cercava nel proprio bagaglio qualcosa di pulito da indossare.

- Che aspetti a vestirti, deficiente?- gli urlò Hanamichi, arrossendo nel vedere le lunghe gambe del suo ex.

- Perché sei arrossito?- chiese questi con finta ingenuità- Non mi hai mai visto nudo? Eppure, dopo ogni allenamento, facciamo la doccia insieme…- aggiunse Rukawa calcando bene la voce sulle ultime parole.

Ad Hanamichi stava per venire un infarto, ricordando la famosa doccia che aveva visto la nascita della loro storia.

Rukawa lo stava provocando, sicuro come il sole!

La voce di Mitsui, dall’altra parte del fusuma, venne in aiuto all’ala grande dello Shohoku.

- Avete finito? Dobbiamo andare a mangiare…- gracchiò l’ex teppista soffocando una risatina ironica.

- Arriviamo!- fu l’imbarazzata risposta di Hanamichi, che, ignorando le avances di Rukawa, passò oltre il compagno e uscì dalla stanza.

- Ce ne avete messo di tempo…- commentò Miyagi – E Rukawa?-

- Beh, lo sai anche tu quant’è lento, no?- rispose Sakuragi arrossendo- si stava ancora cambiando, pensa te!- disse portandosi una mano dietro la testa con fare imbarazzato.

- Sarà…- commentò Mitsui guardando il compagno di sottecchi.

- Ma sì, ma sì- disse Hanamichi iniziando a scendere le scale- E adesso andiamo, che ho una fame da lupi!!!-

Ryota e Hisashi lo seguirono dopo poco, stando ben accorti a non essere seguiti da Rukawa.

- Credo tu abbia ragione, Mitsui…- disse il playmaker al compagno, osservato il comportamento di Hanamichi.

- Già, per queste cose ho fiuto…- rispose il ragazzo sorridendo e passandosi una mano tra i corti capelli corvini.

- Secondo te stanno già insieme?- chiese Ryota guardando verso Mitsui.

- Su questo non ci metterei la mano sul fuoco- rispose questi assumendo un atteggiamento pensieroso- Credo che ci sia un problema tra loro, sorto a causa di Sakuragi…- concluse accarezzandosi il mento con la mano destra.

- E che cosa pensi di fare a riguardo?- domando Miyagi avendo intuito i pensieri del compagno.

- Ho già un piano, bello mio, ho già un piano…- rispose sornione questi entrando nella stanza da pranzo.

 

 

Glossario

Calpis: bevanda analcolica non gassata a base di latte

Fusuma: porta scorrevole da interni formata da un’intelaiatura in legno su cui sono montati dei pannelli di carta di riso.

Genkan: tradizionale ingresso delle case tradizionali. Consiste di un piccolo atrio con un mobile ad ante scorrevoli per riporre le scarpe, ed è generalmente più in basso rispetto al resto della casa

Geta: tradizionali zoccoli di legno. Su una base piana e rettangolare sollevata da terra da due regoletti trasversali, sono inseriti due cordoni di seta o velluto che formano l’infradito.

Senpai: compagno che frequenta un corso superiore.

Yukata: leggero kimono di cotone usato soprattutto d’estate.

 


 

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