Strawberry fields forever

parte II

di Francine


La porta della decima sezione si aprì di scatto e si richiuse con uno schianto, scorrendo velocemente nella scansia.
Kaede Rukawa varcò la porta entrando in aula come un tornado, e per poco non travolse un paio di ragazzine che avevano avuto la malaugurata idea di trovarsi sul suo cammino.
Raggiunto il suo banco, si sedette e si distese sul piano verde, chiudendo gli occhi e imponendosi di dormire immediatamente: la rabbia che provava era tale da spaccare tutto ciò che si trovava sulla sua strada, a cominciare da una testa rossa e da un'ochetta di sua conoscenza.
Dì li a poco suonò la campanella ed il professor McCartney entrò nell'aula con un sorriso formato pubblicità.
- Good evening ...- esordì con il suo spiccato accento scozzese- today, esamineremo alcuni testi di canzoni famose e proveremo, insieme of course, ad effettuare delle traduzioni più libere.-
Trasse fuori della sua ventiquattrore una risma di fotocopie che separò in diversi gruppi, per poi affidarli ad alcuni studenti.
- Lavoreremo su testi diversi- disse il professore consegnando i gruppi agli studenti che occupavano i primi banchi, affinché li distribuissero ai compagni- d'autori inglesi e americani, per vedere le differenze stilistiche esistenti tra i due paesi.-
Quindi, l'uomo tornò indietro e si appoggiò alla cattedra, attendendo che tutti avessero ricevuto le fotocopie. Dopo pochi minuti, accertatosi che gli studenti avessero tra le mani quei fogli, si sistemò gli occhiali sul naso e iniziò la lezione.
Rukawa, come aveva sentito la voce del prof. d'inglese, si era tirato su ed aveva assunto un'espressione attenta, desideroso di non perdersi neanche una delle parole che uscivano dalle labbra di quell'uomo.
Le uniche lezioni cui prestava attenzione erano quelle di Mr. McCartney, uno scozzese trapiantato in Giappone dagli anni '70: era un buffo ometto sulla quarantina, capelli castani, stile impeccabile ed un paio di occhiali dalla montatura rotonda che gli ricadevano costantemente sul naso.
- Mr. Rukawa, please- lo chiamò il professore- vorrebbe tentare di tradurre il brano che ha tra le mani?-
Solo in quel momento, Kaede vide che gli era capitato il testo di una canzone dei
Guns'n'Roses, Don't Cry.
- Vorrebbe azzardare la sua traduzione? - gli disse l'uomo aggiustandosi la montatura dalle lenti rosse.
Rukawa fece un cenno di assenso con la testa, si schiarì la voce e iniziò a leggere.
- Talk to me softly,
There's something in your eyes,
Don't hang your head in sorrow
And please don't cry
I know how you feel inside I've
I've been here before
Somethin's changin' inside you
And don't you know
Don't you cry tonight
I still love you baby
Don't you cry tonight
Don't you cry tonight
there's a heaven above you baby
And don't you cry tonight...-

La traduzione del brano fu piuttosto semplice per Rukawa, poiché i Guns'n'Roses erano uno dei gruppi che ascoltava per tenersi svegli mentre andava in giro in bici. Le parole del testo di Axl, tuttavia gli lasciarono l'amaro in bocca, come se fossero state scritte appositamente per lui.
"Don't cry" pensò il ragazzo sentendo un nodo in gola che minacciava di soffocarlo se non avesse trovato il giusto sfogo. Ricacciò indietro le lacrime, imponendosi di preservare tutto il suo proverbiale autocontrollo: non poteva certo permettere che una testa rossa mandasse in frantumi la sua reputazione di pezzo di ghiaccio. Che figura avrebbe fatto se fosse scoppiato a piangere come una mammoletta?
Come terminò l'ora d'inglese, Rukawa si lasciò cadere sul banco, stremato e stanco, e si addormentò quasi subito.
Sognò Hanamichi, ma fu un sogno guidato dalla sua gelosia: infatti, vedeva l'ala dello Shohoku correre a canestro, realizzare una schiacciata prodigiosa e poi rivolgersi verso...Haruko Akagi! Sentì il sangue gelarglisi nelle vene, mentre cercava di chiamare verso di sé Hanamichi...
- NOOOOOOOOOO!!!!- urlò Rukawa alzando di scatto la testa dal banco.
Ansimava, mentre cercava di mettere a fuoco dove si trovasse e se quello che aveva visto era realtà, oppure un orribile incubo. Si guardò intorno, riconoscendo la sua aula e il professore di matematica intento a spiegare le equazioni di primo grado. Il pover'uomo era rimasto pietrificato dall'urlo del suo studente, tanto che il gesso che aveva tra le mani era ormai ridotto a polvere bianca.
- FUORIIIIII!!!!!!!!!!- tuonò l'uomo lanciando il cancellino in testa a Rukawa, che si alzò ed uscì in corridoio tra le urla del professore e i risolini delle ragazze.
Kaede si chiuse la porta alle spalle e si appoggiò con la schiena al muro dietro di sé: il corridoio era avvolto nel silenzio totale. L'unico rumore che sentiva, proveniva dal cortile interno, dove alcune classi stavano effettuando degli esercizi a corpo libero.
Curioso, e pensando che tanto non avrebbe saputo che fare lì in corridoi per due ore, decise di affacciarsi alla finestra. Erano del primo anno come lui: le ragazze stavano effettuando dei salti alla pedana, mentre i ragazzi erano impegnati ad effettuare degli scatti sui cento metri. Appoggiò i gomiti al davanzale della finestra e riconobbe immediatamente il suo Hanamichi tra i ragazzi pronti alla partenza. Il cuore gli si fermò come lo vide nella "mise" che usava anche durante gli allenamenti di basket: era bellissimo con quella canotta azzurra che risaltava sulla pelle ambrata, mettendo in risalto la muscolatura ben delineata, e quei pantaloncini bianchi, che lasciavano vedere le sue lunghe e forti gambe. Rimase a fissarlo per un bel pezzo, tanto che anche il diretto interessato se ne accorse e gli lanciò un saluto, agitando la mano.
Rukawa si sentì arrossire fino alla punta dei capelli: ma era scemo, o cosa? Come poteva salutarlo così, come se niente fosse, quando non solo non era andato al loro primo appuntamento, ma l'aveva anche beccato con quell'oca dell'Akagi!
Si sentì fremere di rabbia e si allontanò per il corridoio, stringendo i pugni e digrignando i denti.
Hanamichi, come si era reso conto di essere osservato, aveva iniziato a guardare a destra e a manca chi mai potesse fissarlo con tanta insistenza, fin quasi a spogliarlo con gli occhi: con sua somma gioia, aveva visto il suo Kacchan affacciato ad una finestra del primo piano. Era dunque lui che lo stava fissando con tanta bramosia!
Senza pensarci, Hanamichi aveva salutato il suo ragazzo, nella speranza di potersi rappacificare con lui prima degli allenamenti di basket; tuttavia, Rukawa era arrossito e si era allontanato dalla finestra con un moto di stizza, cosa che non prometteva niente di buono.
" Ahi, ahi... è proprio arrabbiato!!" pensò Sakuragi prima di essere ripreso dal professore di educazione Fisica, che gli assegnò venti giri di campo per punizione.
" Maledetto Rukawa....- imprecava tra sé e sé Hanamichi percorrendo l'intero perimetro della scuola- Questa me la paghi!! Parola di Sakuragi!!"

Finite le lezioni, Sakuragi si diresse in palestra, accompagnato da Mito, il quale temeva che il suo amico avrebbe finito per litigare con il proprio ragazzo, invece che far pace. Mentre percorrevano il cortile interno, Hanamichi assumeva un'aria via via più feroce, tanto che persino i teppisti del terzo anno lasciarono loro libero il passo.
- Vedrai, sono sicuro che Rukawa si era seccato di aspettarti, per questo aveva quell'espressione scura in viso...- esordì Yohei come se stesse parlando del tempo.
- E allora perché non si è voltato, quando l'ho chiamato?- sbraitò Hanamichi, lanciando a Mito un'occhiata inceneritrice.
- Bah... forse era troppo seccato per averti aspettato così tanto...- azzardò Mito stringendosi nelle spalle- o forse...- accennò lanciando uno sguardo malizioso al suo amico.
- Forse?...- chiese Sakuragi, tentando miseramente di non dare a vedere quanto la cosa gli importasse.
Mito sorrise, arrestandosi davanti all'ingresso della palestra.
- Forse era geloso...-
- Ma che cazzate spari, Yohei!!!- sbottò Hanamichi, lanciando a terra la borsa- Ce lo vedi, tu, Rukawa geloso? Ma siamo seri?!!!!- concluse il ragazzo assumendo un'aria truce e portandosi le mani sui fianchi.
- Mah, i sintomi sono quelli, caro mio...- concluse Mito alzando le spalle- ...e in ogni modo, puoi sempre chiederlo al diretto interessato...- proseguì indicando con il mento un punto dietro le spalle di Hanamichi.
Questi sgranò gli occhi e si voltò: Rukawa stava arrivando con la sua solita flemma. Tuttavia, il volto del ragazzo aveva un'espressione torva, diretta verso il compagno di squadra.
Raggiunse in pochi attimi Mito e Sakuragi, oltrepassandoli come aveva fatto all'ora di pranzo, cosa che mandò in bestia Hanamichi, che lo rincorse e lo inchiodò al muro della palestra.
- Ehi, Rukawa- sibilò il rossino in faccia al suo ragazzo- si può sapere che cosa ti ho fatto? Eh?- chiese Hanamichi con la voce rotta dalla rabbia e dall'ansia.
- Lasciami andare, idiota!- gli rispose l'altro con un tono di voce gelido, che colpì l'ala dello Shohoku più di un pugno ben assestato.
Hanamichi stava per mollare la presa, quando sentì le voci di Miyagi e Mitsui intervenire.
- Ehi, voi!! La fate finita di azzuffarvi?- intimò l'ex-teppista separando i suoi compagni di squadra, mentre Ryota si frapponeva fra i due.
- Siete impossibili!- commentò il playmaker della squadra, prima che Hanamichi lo prendesse per il bavero della maglietta e lo alzasse a venti centimetri da terra.
- Perché non ti fai i cazzi tuoi, nanerottolo?- sibilò pericolosamente Sakuragi a pochi centimetri dal viso di Ryota. Questi, guardando gli occhi spiritati del suo compagno, temette seriamente di trascorrere un ulteriore periodo in ospedale a seguito del pestaggio che Hanamichi sembrava promettergli con lo sguardo.
- CHE STATE FACENDO???!!!!!!- tuonò la voce di Akagi, accorso sul posto, chiamato da Ayako.
Il capitano si avvicinò ai due e, non ottenendo risposta, sferrò un pugno ciascuno.
- Avete finito? Se avete tante energie da sprecare, perché non vi afte cento giri di campo, eh?- ordinò il ragazzo con un sorriso sadico dipinto sul viso.
Kaede e Hanamichi si diressero verso gli spogliatoi, seguiti dai commenti degli altri membri del club di basket.
Mito, che aveva osservato la scena, sorrise e si accomodò in palestra, dopo aver chiesto il permesso ad Akagi.
Frattanto i due ragazzi erano entrati negli spogliatoi, ma si erano tenuti l'uno distante dall'altro, ignorandosi a vicenda. Rukawa si cambiò velocemente e precedette Hanamichi sul campo, andando a compiere i cento giri di campo ordinatigli dal suo capitano.
Hanamichi sospirò vedendo quanta freddezza era capace di dimostrargli Kaede, quando solo il giorno prima si erano tenuti stretti stretti in riva al mare. Chinò la testa, mettendosi a sedere su una panca, la divisa indossata solo per metà.
- Sakuragi?- lo chiamò la voce di Ryota- si può sapere che hai? Perché piangi?-
Il ragazzo alzò la testa di poco, notando che le lacrime avevano iniziato a scorrere sul suo viso senza che se ne accorgesse.
" Devo avere le funzioni vitali inceppate!!!" pensò il ragazzo asciugandosi prontamente il viso.
- Che hai, mezzasega?- lo schernì la voce di Mitsui, che gli si era seduto accanto, preoccupato per quello sfogo.
- Niente, niente... sono solo un po' sotto pressione...- rispose il ragazzo alzandosi ed infilandosi i pantaloncini.
- Ma a chi la vuoi dare a bere?- lo riprese la voce di Ryota, che si ritrovò la mano di Mitsui su una spalla. Il ragazzo si voltò verso il compagno, come a chiedere perché mai l'avesse fermato: questi scosse il capo in un gesto più che eloquente.
- Lascialo stare, Miyagi...-
- Ma...- protestò quest'ultimo, voltandosi verso il ragazzo dai capelli corvini.
- Hanamichi ha un problema, ma ce ne parlerà se e quando vorrà lui- proseguì Hisashi tornando a cambiarsi- Dobbiamo rispettare i suoi tempi, Ryota...-
Quest'ultimo annuì e aprì il proprio armadietto.

Ayako fischiò per decretare la fine dell'allenamento quotidiano.
Tutti i giocatori si diressero alla spicciolata verso gli spogliatoi, ad eccezione di Sakuragi e Rukawa, cui toccava il turno di pulizia della palestra.
L'ala grande, raccattato un pallone, aveva iniziato ad effettuare dei tiri liberi, attendendo che tutti avessero sgombrato il campo; solo allora avrebbe preso il suo Kacchan e l'avrebbe messo sotto torchio per sapere cos'è che aveva fatto per meritarsi un trattamento così freddo.
" Anche a costo di inchiodarti al muro, ti farò sputare la verità, carino!" pensò Hanamichi, sbagliando l'ennesimo canestro.
- Merda!- esplose il ragazzo calciando un pallone: la sfera rimbalzò contro il muro della palestra, allontanandosi verso sinistra.
" E se Kaede fosse realmente geloso?" pensò Sakuragi, prendendo in considerazione l'ipotesi che il discorso fattogli da Mito non fosse poi tanto campato per aria.
Dal canto suo, Mito, aveva raggiunto Rukawa, e, non visto da Hanamichi, l'aveva condotto sul retro della palestra. L'atleta l'aveva seguito docilmente, anche se piuttosto seccato da quell'intrusione; tuttavia, era curioso di sapere perché mai Mito l'avesse pregato di andare con lui.
I due ragazzi si fermarono poco distante dall'edificio, in un punto dove non potessero essere ascoltati da orecchie indiscrete.
- Sei proprio arrabbiato, eh, Rukawa?- esordì Mito con una punta di falsa allegria nella voce.
- Non sono affari tuoi.- rispose secco il ragazzo dai capelli neri.
- Senti, io ho capito quello che è successo tra te e Hanamichi- proseguì l'altro, notando con la coda dell'occhio che Rukawa era arrossito - E so che se adesso sei così incazzato è perché Hanamichi ha fatto una delle sue solite cappellate...-
Rukawa prestò attenzione al discorso del ragazzo, che proseguì la difesa dell'amico.
- Ma vedi, Hanamichi non sa che cosa ha fatto per farti arrabbiare a tal punto!- disse Mito sorridendo- Lui è fatto così, è un po' ingenuo, ma sa farsi perdonare... Va da lui e chiarite questo malinteso, capito?- concluse il ragazzo assumendo un'espressione accigliata.
- Mh...- rispose Rukawa voltandosi e tornando in palestra.
Yohei, rimasto solo nel cortile, scosse il capo e si voltò, prendendo la strada di casa.
" In bocca al lupo, Hanamichi!" augurò il ragazzo al suo migliore amico, pregando che Rukawa avesse più sale in zucca dell'altro.

Hanamichi, sbagliato l'ennesimo canestro, si volse verso il cesto dei palloni, scoprendo solo in quel momento di averli usati tutti quanti. Si voltò, allora, alla ricerca del pallone più vicino, che gli venne porto da due lunghe mani affusolate.
Alzò lo sguardo e vide il suo Kacchan fissarlo con un'espressione di rimprovero negli occhi.
Hanamichi scattò in piedi, pronto a sostenere i rimproveri che l'altro gli stava per muovere. Rukawa, tuttavia, gli si avvicinò e gli diede dei consigli sulla posizione da assumere per i tiri liberi.
- Sbagli tutto...- gli disse con tono neutro- le gambe devono esse più morbide e le spalle devono essere in questa posizione..- gli disse sistemandolo come se fosse una bambolina di carta.
- Che stai facendo, Rukawa? - sbottò Hanamichi livido- Prima mi ignori volutamente, e poi mi dai anche dei consigli?-
- Ti sei chiesto perché io ti abbia volutamente ignorato, oggi?- rispose l'altro fissandolo negli occhi.
- Non dirmi che è per via ?...- chiese Hanamichi, alludendo alla decisione comune di tenere nascosta la loro relazione.
- Non solo...- puntualizzò Rukawa- Perché oggi non ti sei presentato in terrazzo?- chiese fissando l'altro e portandosi il pallone sotto il braccio destro.
- Per via degli altri... mi si erano attaccati alle calcagna, e solo all'ultimo sono riuscito a liberarmi.- confessò Hanamichi chinando il capo- Sono corso in terrazza, ma tu non c'eri più...- aggiunse guardando Rukawa come un cane bastonato.
- Ti ho aspettato per quasi tutta la pausa pranzo...- lo rimproverò questi fissandolo dritto negli occhi- Passi la presenza dell'Armata Sakuragi, ma che diamine ci facevi davanti all'aula di quell'oca dell'Akagi?-
- Ci sono passato per puro caso!- si difese Hanamichi allargando le braccia- E ti posso assicurare che la faccia che faceva non mi è piaciuta per niente, specie quando poi ti ha visto passare per il corridoio...- si rabbuiò il ragazzo dai capelli rossi.
Rukawa lasciò cadere il pallone a terra, che rotolò fino alla porta degli spogliatoi.
- Hacchan...- chiamò il ragazzo avvicinandosi verso il compagno - Hacchan... io ho pensato che tu fossi andato a trovare quell'oca...- ammise Rukawa abbassando il capo.
- Che cosa?!!!- sbraitò Sakuragi sgranando gli occhi scuri. Rukawa poté vedere quelle iridi castane accendersi, come se mille fuochi le stessero attraversando.
- Hai davvero creduto che io sia andato da lei, invece che venire da te? Ma sei scemo o cosa, Kacchan?- chiese Sakuragi avvicinandosi al corpo del suo ragazzo e cingendolo con le braccia.
- Io...io- balbettò Rukawa- non ho capito più niente quando vi ho visto... Sono uno scemo, vero?-
Per tutta risposta, Hanamichi l'abbracciò dolcemente, posando una mano sulla schiena forte del compagno ed iniziando a massaggiarlo.
- Non sai quanto piacere mi dia saperti geloso di me, Kacchan!- confessò Hanamichi all'altro, che sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Ma... io credevo che ti avrebbe dato fastidio...- disse Kaede divincolandosi dall'abbraccio per guardare negli occhi l'altro.
- Basta che non diventi soffocante...- gli spiegò Hanamichi, tornando ad abbracciarlo stretto stretto- Se tu sei geloso, significa che in un certo qual modo tu tieni a me, e non sai quanto ciò mi renda felice, amore mio...-
Rukawa ricambiò la stretta del compagno, perdendosi tra le braccia di quel ragazzo che credeva di aver perso.
- Hacchan?...- chiese Rukawa appoggiato alla spalla del suo compagno
- Cosa c'è?- chiese questi volgendo i suoi occhi nocciola verso quelli blu del compagno.
- Tu sei geloso di me?- chiese Rukawa arrossendo e nascondendo la testa nell'incavo della spalla dell'altro.
Questi, per tutta risposta, prese il suo viso fra due dita e si specchiò negli occhi dell'altro.
- Da morire!- confessò Hanamichi, arrossendo a sua volta- Se Haruko non fosse stata una ragazza, gli avrei spaccato la faccia per aver fatto certi per aver fatto certi pensieri su di te!- concluse serio.
- Ti amo, Hacchan...-
- Ti amo, Kacchan-
_ Sai...- riprese il ragazzo dai capelli rossi- per colpa tua, oggi mi son fatto venti giri di campo in più...-
- E io sono stato sbattuto fuori dall'aula perché ti stavo sognando...- aggiunse l'altro con un sorriso malizioso negli occhi- quindi direi che siamo pari, no?-
- Neanche per sogno!- lo riprese Hanamichi seguanedo la linea del suoi naso con un dito- Ho giurato a me stesso che me l'avresti pagata...-
- Idem...- rispose Rukawa baciando quel dito come arrivò alla portata delle sue labbra.
- Io avrei un'idea sul come... chissà se è la stessa che hai tu?- chiese Sakuragi all'altro prima di chinarsi a baciarlo sulla labbra.


 

 


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