Riassunto:
Schuldig ha un suo modo di fare strategie.
L'importante è che funzionino.
Disclaimer: ebbene sì, Schuldig è mio, lo possiedo tutte notti sul
tavolo della cucina. Per non parlare di tutti gli altri... Sapeste che
numeri. Però non ci faccio una lira, è tutto aggratis e in allegria.
Nota: questa fic è nata prima in Inglese e poi l’ho tradotta in
Italiano per la challenge Fanfic100_ita (http://community.livejournal.com/fanfic100_ita/)
Prompt della challenge per questa fic: Estate
Strategie
di LoLL
In un pomeriggio d’estate
troppo, troppo caldo, Yohji capì che qualcosa in Aya non andava.
Appoggiato ad un muro, gli occhi chiusi e la pelle umida, Aya sembrava
l’incarnazione della sensualità mentre si passava uno straccio bagnato sul
collo.
Mr. Culostretto in genere NON soffriva il caldo o, se lo soffriva, non lo
dava certo a vedere, anzi probabilmente lo subiva stoicamente,
considerandolo un altro modo per autoflagellarsi. Peraltro, Mr. Culostretto
e la sensualità erano due cose che vivevano su universi lontani e paralleli.
Quando lo straccio passò dal collo a sotto la T-shirt, Yohji decise che era
ora di uscire dalla stanza prima che la temperatura già rovente salisse
ulteriormente.
Solo che, proprio in quel momento, quel maledetto straccio cominciò a
tracciare piccoli cerchi intorno all’ombelico e poi a scendere sempre più in
basso. Così Yohji non riuscì fare altro che rimanere inchiodato a godersi lo
spettacolo mentre il sangue defluiva di colpo dal cervello, concentrandosi
tutto in un punto ben preciso nel bassoventre.
“Yohji?”
“Uh?” Per un attimo il cuore era balzato fuori dal petto. Non si era nemmeno
accordo che Aya lo stava guardando attraverso gli occhi socchiusi, tanto
preso era dalle evoluzioni di quello straccio.
“Yoh-jiii...”
Cos’era quel tono sornione? E cos’era quello sguardo languido e pieno di
promesse? E perché Aya stava avanzando lentamente verso di lui, con la
grazia di una pantera che sta per sventrare la sua preda?
Un sogno, sicuramente stava sognando. Yohji si pizzicò una coscia.
“Ouch!” No, decisamente non stava sognando. Quello era Aya che emanava
calore e desiderio e che lo stava trascinando nel ripostiglio lì a fianco. O
meglio, quello era il corpo di Aya posseduto probabilmente da qualche
spirito.
Yohji pensò di stare perdendo la ragione, ma le dita tiepide che gli
sbottonavo i jeans e le labbra umide che gli baciavano il collo dicevano che
c’erano modi peggiori per diventare pazzo e che quindi non si lamentasse.
“Aya... Fermati... Aya non-mnh.”
Mentre la bocca di Aya metteva a tacere ogni possibile argomentazione, la
mente di Yohji divagò un attimo su immagini di teste, testicoli ed altre
parti del corpo mozzate a colpi di katana. Più precisamente, le SUE parti
del corpo. Ma, per quanto queste immagini cercassero di avere la meglio,
c’era un’altra voce, più forte e convincente che sussurrava da qualche parte
nella sua mente “Fallo, Yohji, lo hai sempre voluto; potrebbe essere la
tua ultima occasione. Fallo...”
Fu solo venti minuti dopo che il raziocinio sembrò tornare padrone delle
loro menti. Venti minuti del più fantastico, bagnato e bollente frottage che
Yohji avesse mai potuto immaginare, venti minuti in cui aveva dato sfogo
tutte le fantasie erotiche riguardanti il suo compagno di squadra, fantasie
che avevano popolato i suoi sogni negli ultimi tempi.
E sarebbe stato ben felice di continuare se l’improvviso sguardo di orrore e
disgusto di Aya non gli avesse gelato il sangue nelle vene e spento ogni
ardore. E tutto questo dopo il più fantastico pompino che Yohji avesse mai
elargito in vita sua, tante grazie!
Guardò Aya precipitarsi fuori dalla stanza in preda allo shock e se ne
rimase lì, seduto a terra, con i pantaloni abbassati riflettendo che, quella
che stava per venire, sarebbe stata davvero una lunga, complicata notte.
***
Dall’altra parte della città.
Brad Crawford odiava l’estate. Odiava il caldo e odiava le missioni nelle
notti d’estate. Quella notte poi aveva previsto l’arrivo dei Weiβ e questo
rendeva tutto ancora più fastidioso.
L’estate poi, faceva diventare Schuldig ancora più indolente e difficile da
gestire. E, parlando di Schuldig... Non gli aveva ordinato già un’ora fa di
studiare qualcosa per rendere la missione di quella notte il più veloce
possibile?
“Schu? SCHULDIG!”
Sdraiato sul letto, con una mano ancora infilata nei pantaloni slacciati,
Schuldig stava indiscutibilmente intrattenendo se stesso piuttosto che
obbedendo agli ordini.
“Schuldig! Possibile che il tuo senso dell’opportuno non si sia mai
sviluppato di un briciolo?”
Il gelo nella voce di Brad avrebbe fatto morire di terrore chiunque. Tranne
Schuldig, che, con il sorriso soddisfatto di un grosso felino, si tolse con
calma la mano dai pantaloni e leccò con cura e attenzione tutte e cinque le
dita prima di degnare il suo capo della benché minima considerazione.
“Brad.”
“Ti avevo ordinato di pianificare qualcosa per la missione di stanotte. Ma
vedo che avevi altre priorità.” L’ironia al vetriolo nella voce di Crawford
non prometteva nulla di buono. Nessuno disobbediva a Crawford e poi la
passava liscia. Nessuno.
Ma, ancora, Schuldig non si scompose ed, elargendogli il suo più ammaliante
sorriso, si tirò a sedere.
“Au contraire, mon amour. Era proprio quello che
stavo facendo. Strategie.”
Suo malgrado, Crawford non riuscì a trattenere un sorriso divertito. Era
veramente curioso di sapere cosa si sarebbe inventato il Tedesco questa
volta.
Si avvicinò al letto e si sedette sul bordo fissando Schuldig dritto negli
occhi.
“Sentiamo, e in cosa consistono queste... strategie?”
“Beh, ho fatto un giretto nella testa di due amici comuni e...”
Senza smettere di sorridere, Schuldig chiuse gli occhi e appoggiò le mani ai
lati del volto di Crawford. Un torrente di immagini fluirono attraverso il
contatto fisico e mentale e Brad si trovò ad assistere ad uno porno-show del
tutto gratuito ed avente come star niente di meno che Abyssinian e Balinese.
Sarebbe stato anche un bello spettacolo, se non fosse che, in quel momento,
Crawford era veramente fuori dalle grazie divine. Allontanò le mani di
Schuldig con un gesto impaziente e interruppe il contatto telepatico.
“E questa sarebbe una strategia? Ti chiedo un modo di mettere i Weiβ fuori
gioco e tu pensi bene di fargli il lavaggio del cervello e regalargli un
quarto d’ora di sesso da antologia? Ma io ti risbatto a Rosenkreuz e butto
via la chiave!”
“Brad. Tu non vedi la logica in tutto questo.”
No, non la vedeva, e se Schuldig non gliel’avesse illustrata entro trenta
secondi era un uomo morto.
“Pensa solo a questo: senso di colpa. Pensa alla bella testolina tormentata
di Aya che si contorce e si dispera su quello che ha fatto, a come ha ceduto
ai piaceri della carne dimenticandosi, anche se per un attimo solo, dei suoi
doveri e dei suoi obbiettivi. E pensa all’altro gattino, Yohji, che si
sentirà il re dei bastardi, crederà di aver approfittato di Aya e non
riuscirà più a perdonarsi di ciò. Eh? Come credi che combatteranno stasera?
Io dico che saranno troppo presi dai loro sensi di colpa, completamente
sconcentrati, e che li mettiamo fuori combattimento prima ancora che se ne
rendano conto. E con Bombay e Siberian ancora inutilizzabili dopo l’ultima
volta... Io dico che è quasi una formalità e che potremmo mandarci Farf e
Nagi, e magari noi starcene qui a goderci questa bella sera d’estate...”
Per quanto allucinante, tutto ciò aveva una logica. Brad chiuse un istante
gli occhi sentendo una premonizione arrivare. E la premonizione gli piacque
molto. Quella notte se la sarebbero cavata con il minimo dispendio di
energie e il massimo divertimento.
Schuldig meritava un premio.
Senza scomporsi, Crawford si tolse gli occhiale e cominciò a sbottonarsi la
camicia. Il sorriso di Schuldig la diceva lunga.
“Devo rendertene atto, Schu, è un’idea che può funzionare.”
“Non è una semplice idea, Brad. Strategia, questa è pura strategia.”
Chiuse gli occhi e lasciò che Crawford lo ricompensasse come si meritava.
FIN
|