Genere: PWP, e direi che chi a
meno di 21 fa meglio ad astenersi SI___SI mi flescio da sola.
Commenti: La solita storiellina di studenti superiori che si tormentano,
ma poi lo fanno e lo fanno un sacco.... diciamo che non è nulla di
nuovo.... banale, sdolcinato, prevedibile.... e poi dite un pò voi
Strani
sentimenti
di Mokuren
parte I
"Maledizione a quello stupidissimo libro!"
Era ormai arrivato quasi a casa quando si era ricordato di aver lasciato
il testo di chimica nell'armadietto della scuola; nulla di male, se non
avesse dovuto preparare un compito proprio per l'indomani. Sbuffando e
maledicendo la sfortuna Jessy tornò verso quell'odioso edificio dove era
costretto a passare la maggior parte delle sue giornate.
La scuola era deserta, non l'aveva mai vista così vuota, ma era anche
vero che di solito non vi rientrava mai dopo l'orario delle lezioni. Si
diresse spedito nel corridoio dove si trovavano gli armadietti della sua
classe, voleva fare presto per poter finalmente rientrare a casa, ma,
passando davanti ad un aula, sentì un sommesso mugolio, il suo primo
pensiero fu quello di essersi immaginato quel suono pacato, ma poi lo udì
nuovamente, in maniera più chiara, proveniva da una stanza situata alla
fine di quel corridoio; ma chi poteva essere a quell'ora e cosa stava
facendo? La sua solita curiosità lo spinse ad andare a spiare più da
vicino.
Mano mano che si approssimava alla porta dell'aula sentiva che i quei
gemiti aumentavano d'intensità; non poteva sbagliare, lì c'era qualcuno
che si stava dando un gran daffare, un sorriso sornione gli si allargo
sulla faccia; che scoperta se avesse beccato Rika e Marco, quei due non
perdevano occasione per strusciarsi l'una all'altro e per sbaciucchiarsi,
ma avevano sempre affermato che il sesso ancora non faceva parte del loro
rapporto, certo, ma a chi volevano darla a bere.
Si avvicinò senza far rumore e socchiuse la porta per poter sbirciare
all'interno, ma quello che vide non era certo ciò che si era aspettato! Sdraiato
su un banco seminudo, sudato e mugolante c'era una ragazzo, che aveva
intravisto più di una volta in giro per la scuola, tra le sue gambe,
altrettanto sudato e teso, c'era un altro ragazzo, un amico di Ricky, che
in più di un'occasione si era unito al suo gruppo per andare a far
baldoria la sera.
Quei due erano avvinghiati l'uno all'altro e sembrava che stessero godendo
come non mai, quella visione bloccò Jessy li dove si trovava. Continuò a
fissarli senza riuscire a staccare gli occhi da quei due corpi eccitati
che si davano piacere fino a raggiungere l'orgasmo più totale che li fece
urlare in una maniera incredibile; in quel preciso istante si accorse di
essersi eccitato a sua volta, sentiva il suo amico premere contro la
cerniera dei jeans in un modo insopportabile e non riuscì a far di meglio
che correre in bagno per cercare di alleviare quella tensione.
Jessy si fissò la mano imbrattata; da non credere, era venuto guardando
due froci che si sbattevano, questa constatazione lo sconvolse al
punto da fargli dimenticare completamente la ragione per cui era tornato a
scuola, uscito dal bagno corse fuori e non si fermò fin quando non si fu
chiuso alle spalle la porta della sua camera; rifiutandosi di uscire
persino per cenare.
Quella che aveva appena trascorso era stata una notte d'inferno! il suo
sonno era stato tormentato da continue visioni di atletici corpi maschili
nudi e sudati che si contorcevano dal piacere grazie alle sue audaci
carezze, che venivano gemendo davanti a i suoi occhi; più di una volta si
era svegliato di soprassalto accaldato e ansante, ma cosa cavolo gli
prendeva, non si era mai interessato ai ragazzi, anzi, era da sempre
considerato un vero e proprio rubacuori, aveva avuto più ragazze lui di
tutti i suoi amici messi assieme, certo nulla di serio, ma... con molte di
loro era arrivato ad avere dei rapporti sessuali soddisfacenti. Allora
perché quei sogni?
Non se la sentiva di andare a scuola quella mattina e si mise a
bighellonare per le strade cercando di dimenticare quello che aveva visto,
ma soprattutto provato, il giorno prima. Purtroppo fu tutto inutile.
Nei giorni seguenti cercò di stancarsi il più possibile, si allenava in
palestra tutti i giorni per varie ore e rientrava a casa che era
praticamente l'alba; i suoi genitori ad un certo punto cominciarono a
preoccuparsi e fargli un sacco di domande a cui lui però non poteva dar
spiegazione non avendo la giusta risposta neppure per se; attribuì,
davanti a questi, tutto ad un periodo nero che sarebbe passato presto,
questo era almeno quello che lui sperava.
Anche a scuola non era più lo stesso, di solito scherzoso e amichevole
con tutti ora era diventato schivo e taciturno, anche Ricky, il suo
migliore amico, si era accorto per primo che c'era qualcosa che non andava
e una mattina si era deciso a chiedergli direttamente delle spiegazioni:
"Jess, ma cosa ti prende, in questi ultimi giorni sei
irriconoscibile; è successo qualcosa con i tuoi? posso aiutarti in
qualche modo? sai che puoi fidarti di me!"
Mentre parlava gli si era avvicinato e ora gli poggiava una mano sulla
spalla, quel gesto era normale, mille altre volte era capitato, quella
carezza amichevole voleva solo fargli capire che gli lui gli era vicino,
ma Jessy in quel momento non poteva sopportare di essere neppure sfiorato
soprattutto da Ricky, che in quelle ultime notti, era divenuto
l'ossessione dei suoi sogni erotici. Si vergognava di se stesso, di quei
suoi anormali desideri, anche ora, in quella situazione sentiva il suo
corpo reagire alla vicinanza dell'altro e risvegliarsi in parti
imbarazzanti.
Sconvolto ancor più di prima allontanò la mano di Ricky con rabbia e
scappò, lasciando l'amico a fissarlo fuggire sempre più preoccupato.
Jessy non aveva mai pianto, ma quella volta le lacrime gli pungevano gli
occhi in maniera insopportabile, la sua normale vita da adolescente si
stava, giorno dopo giorno, inesorabilmente, tramutando in un inferno.
Era ormai notte, Ricky per tutta la sera aveva cercato di chiamarlo, ma
lui non aveva alcuna intenzione di rispondere al telefono, era solo in
casa, i suoi genitori, erano partiti per una vacanza fissata ormai da
diversi mesi, che per poco non avevano disdetto, preoccupati per lui, alla
fine però era riuscito a convincerli che non aveva nulla di strano; con
mille discorsi li aveva finalmente persuasi, e ora era solo in quella
casa, solo con i suoi pensieri.
In quel momento si trovava sdraiato sul letto a fissare il soffitto della
sua stanza, era rimasto così, immobile, per diverse ore senza riuscire a
prendere sonno, ad un certo punto però, quasi ubbidendo ad un comando
indipendente dalla sua volontà, si alzò e si mise davanti allo specchio,
iniziando a spogliarsi lentamente mentre fissava la sua immagine riflessa;
continuò fino a rimanere completamente nudo, a quel punto prese a
carezzarsi: prima le braccia, poi il petto, scendendo sempre più giù
verso i glutei che strinse con forza; sempre osservando con attenzione le
reazioni del suo corpo, ripensando a ciò che aveva visto quella sera a
scuola, immaginando che non fossero le sue mani, ma quelle di Ricky che lo
toccavano e stimolavano; ad un certo punto si afferrò il pene e iniziò a
carezzarlo e frizionarlo via via con sempre maggior impeto, con più
decisione. Venne in maniera violenta, schizzando il suo seme sulla lucida
superficie che aveva di fronte e, solo in quel momento, osservando
quell'immagine riflessa che lo mostrava lascivo e, in un certo qual modo,
sazio; fu invaso dalla consapevolezza di ciò che gli era appena successo:
aveva raggiunto un orgasmo violento, solo carezzando e guardando il suo
corpo eccitato, sognando di fare sesso con quello che fino ad allora aveva
creduto essere il suo migliore amico.
A quel punto cadde in ginocchi, schiacciato da quella consapevolezza e
iniziò a piangere disperatamente.
Nei giorni seguenti Jessy cercò di tenere un atteggiamento normale nei
confronti dei compagni, doveva ritrovare l'antica spensieratezza che solo
gli amici riuscivano a trasmettergli, ma con Ricky proprio non ci
riusciva, ogni volta che lo incontrava la vergogna gli impediva di avere
con lui la solita aria scherzoso, non riusciva ormai più a vederlo come
il caro vecchio amico, il compagno fedele nel bene e nel male, se lo
immaginava e lo sentiva solo come l'oggetto dei suoi più bassi istinti,
dei suoi più lascivi desideri e, l'unico modo per non far capire questo
suo assurdo turbamento all'altro era quello di stargli il più lontano
possibile; Ricki, che ovviamente si era accorto di questa sua ostilità,
lo osservava da lontano senza riuscire a capire cosa stava accadendo.
Sabato sera quelli del suo gruppo decisero di ritrovarsi tutti assieme per
passare una nottata in discoteca, forse era tutto li quello che gli
occorreva, svago e nuove conoscenze e ogni cosa sarebbe tornato come
prima.
Partirono dal paese che la mezzanotte era già passata da un pezzo e si
diressero in città.
Le discoteche di la erano qualcosa di stratosferico, vi si potevano
incontrare persone di tutti i tipi, parlare, bere e ballare, ballare fino
allo sfinimento.
Sulla pista Jessy conobbe una ragazza, una bella tipa che a prima vista
sembrava pure disponibile, dopo aver ballato con lei per un bel po' si
diressero assieme al bar e consumando due aperitivi, l'adrenalina che gli
scorreva dentro quella sera lo spinse ad essere audace e a proporre
all'altra di appartarsi con lui, lei acconsentì senza far storie e,
nascostisi in un angolo buio, iniziarono a baciarsi e toccarsi. Non era
certo spiacevole, lei poi non aveva alcun tipo di inibizione e lo
carezzava con trasporto strusciandoglisi contro voluttuosamente, ma
nonostante tutto non riuscì ad eccitarsi in alcun modo; ad un certo punto
si fermo, non poteva continuare, era purtroppo tutto inutile! Si stacco
dal suo abbraccio e, per salvare almeno le apparenze, disse che non se la
sentiva di tradire la sua ragazza, probabilmente lei non bevve una sola
parola, ma non discusse, sorridendo divertita, si risistemò il vestito e
tornò in pista per poter accalappiare qualcun'altro.
Passarono varie ore prima che gli altri si decidessero a rientrare; in
macchina tutti si misero a raccontare le rispettive piccanti esperienze
vissute quella notte, anche lui raccontò la sua, omettendo però la parte
relativa al suo fallimento finale.
Quella sera era stato Ricky a portare la macchina ed ora doveva
riaccompagnare ciascuno alle rispettive abitazioni. Tutti erano ormai
scesi, rimaneva solo lui da riaccompagnare; ma, arrivati davanti al
cancello di casa sua, anziché salutarlo e ripartire Ricky posteggiò
spegnendo il motore.
"Jess, so che i tuoi genitori non sono in casa, se possibile mi
autoinviterei, almeno per stanotte, se rientro a quest'ora i miei mi
spellano vivo, meglio dire che mi son fermato da un amico per la notte
cercando poi di fargli credere che l'avevo avvertiti." Detto questo
gli sorrise speranzoso.
No! Non ora, non quella sera, non lui!
Jessy sapeva perfettamente di non potersi rifiutare, era già successo
varie volte che l'amico si fosse fermato a dormire a casa sua, ma quella
volta aveva pregato affinché questo non accadesse, non era sicuro di se
stesso, e il rimanere solo con Ricky lo terrorizzava e lo desiderava al
tempo stesso; e se non fosse riuscito a trattenersi commettendo qualche
sciocchezza? Non se lo sarebbe mai potuto perdonare, non eran cose quelle
su cui si poteva chiudere un occhio. Per Dio, lui lo voleva come amante!
Lo fissò per un attimo indeciso, poi acconsentì, non poteva fare
altrimenti, che spiegazione poteva addurre per un rifiuto?
Entrarono e salirono nella sua camera, subito Ricky si tuffo sul suo letto
sospirando:
"Finalmente! sono distrutto"
Si girò su un lato e si mise a dormire della grossa.
Jess nel frattempo si era fermato sulla porta e, solo quando sentì il
respiro di Ricky farsi regolare gli si avvicinò e lo osservò dormire,
era veramente bello, così sereno e così vicino, gli sarebbe bastato così
poco per poter vedere realizzate tutte quelle erotiche fantasie che lo
tormentavano senza tregua; un sorriso triste curvò le sue labbra, avvicinò
una mano ai suoi capelli e ne ravvio una ciocca ribelle, poi si stese a
sua volta sul letto voltandogli le spalle e cercando di tenersi il più
lontano possibile da quel corpo così caldo, vicino e terribilmente
provocante steso al suo fianco. Anche lui si sentiva distrutto, le
emozioni di quella giornata avevano prosciugato tutte le sue forze e la
consapevolezza di quel che gli stava accadendo, che si stava facendo
sempre più strada in lui, nonostante la sua ostinazione a negare, lo
sfiniva anche psicologicamente, chiuse gli occhi e dopo poco si addormentò
a sua volta.
Si risvegliò qualche ora dopo, aveva la testa poggiata sulla spalla di
Ricky, il suo naso era affondato nel suo petto e le loro gambe si erano
intrecciate assieme, poteva sentire sul viso la carezza del suo respiro e
il profumo della sua pelle era così stimolante, quella posizione,
talmente eccitante che subito il suo corpo iniziò a risvegliarsi. Jessy
richiuse gli occhi cercando di calmare i battiti del cuore e pure
qualcos'altro; quando li riaprì si trovò a fissare le profondità delle
iridi dorate di Ricky che gli sorrideva interrogativo.
A quella vista Jessy fece uno balzo all'indietro tale che fini lungo
disteso per terra.
"Hei, cosa ti prende"
Anche in quell'assurda posizione Jessy non riuscì a calmare i bollenti
spiriti, sentiva i pantaloni sempre più stretti e, di sicuro, prima o poi
anche Ricky si sarebbe accorto di qualcosa: forse era meglio se confessava
tutto, confidarsi con lui forse lo avrebbe aiutato a stare meglio; di
sicuro non poteva andare peggio di così!
Presa quella decisione si coprì il volto con le mani dicendo:
"Sono un pervertito!"
"Cosa hai detto!" Gli chiese sconcertato Ricky.
"Che sono un pervertito, oggi vi ho mentito, non sono riuscito a fare
nulla con quella ragazza, ho provato, ma non c'è stato verso, sono giorni
che mi frullano per la testa strani pensieri, non ho mai creduto di poter
essere... così.."
"Ma Jess, può capitare a tutti di far cilecca, perché tutta questa
disperazione."
"Non capisci; non si tratta di questa volta, .. io non.. NON SONO
NORMALE! Non penso più alle donne, i loro corpi non mi eccitano più,
maledetto, Maledetto, MALEDETTO quel fottuto giorno in cui ho visto quei
due fare sesso, è da allora che non penso ad altro che a farmi toccare,
carezzare, baciare da un uomo, capisci, un uomo, o tentato di smettere di
pensarci, ma non ci sono riuscito, mi sveglio nel cuore della notte sudato
ed eccitato pensando di farlo.. di farlo con un maschio.. "
Smise di parlare singhiozzando, aveva confessato tutto, ora Ricky
l'avrebbe insultato mentre se ne andava da li disgustato da ciò che lui
era diventato, magari avrebbe raccontato tutto anche agli altri per far
quattro risate alle sue spalle.. Non appena ebbe formulato quegli assurdi
pensieri gli venne quasi da ridere, sapeva perfettamente che Ricky non si
sarebbe mai comportato in un modo simile, era troppo leale, onesto e buono
per agire così, non era certo ottuso e superficiale come lui il suo Ricky,
non poteva neppure fare un paragone tra loro, quello che aveva appena
supposto era probabilmente ciò che lui avrebbe fatto in una simile
situazione, non certo il comportamento che poteva tenere Ricky. Ma di
sicuro, arrivati a quel punto, la loro amicizia sarebbe finita in quel
preciso momento schiacciata da quella terribile verità; non si poteva
voler essere amico di uno che non aspetta altro che l'occasione propizia
per scoparti.
Passarono alcuni minuti in cui nessuno dei due parlò.
Ma cosa aspettava a dire qualcosa, tutto era preferibile a quel silenzio a
quell'attesa snervante!
Poi una parola, una frase quasi sussurrata sopra la sua testa:
"Jess..hai mai pensato a me in quei termini?"
A quella domanda per poco Jessy non scoppiò a ridere, aveva sognato
praticamente solo lui, ma non poteva certo dirgli anche questo..
Ma Ricky non si era aspettato una risposta, infatti, dopo solo un attimo
di pausa riprese a parlare:
"Se è tutto qui il tuo problema, forse io ho la soluzione... se lo
desideri.. possiamo provare a fare... Beh... a far sesso noi due, così
potrai capire se la tua è solo voglia di provare qualcosa di proibito,
oppure se davvero le ragazze non ti interessano più e preferisci i
ragazzi"
Cosa aveva detto? aveva capito male! Gli era sembrato che Ricky gli aveva
appena proposto di far sesso con lui.. Certo, doveva trattarsi del solito
sogno, non poteva essere altro.
Scostò le mani dal volto e alzò lo sguardo, Ricky lo stava osservando
dalla sponda del letto, aveva sul volto un espressione seria e sensuale al
tempo stesso, improvvisamente allungò una mano verso di lui carezzandogli
prima la guancia poi le labbra con una dolcezza infinita, poi scese
sempre più giù iniziando a sbottonargli la camicia e sfiorandogli il
petto ad ogni movimento della mano, il suo corpo reagì istantaneamente a
quel lieve contatto; aveva sognato spesso, troppo spesso di poter toccare
il corpo nudo del suo amico; Ricky era uno sportivo ed il suo fisico era
molto bello, ben proporzionato e muscoloso, alla fine degli allenamenti
aveva fatto spesso la doccia con lui e gli altri, conosceva quindi
perfettamente la grazia e l'armonia di quel fisico atletico che ora gli si
concedeva senza riserve.
Ricky era riuscito a sbottonare tutta la sua camicia, ed ora gli
tormentava dolcemente i capezzoli già turgidi. Era meraviglioso, la sua
eccitazione era già tale che sentiva i pantaloni stretti in maniera
insopportabile, lo voleva toccare a sua volta, voleva sentire i loro corpi
nudi che si sfioravano eccitandosi a vicenda.
Non disse una parola, se era un sogno tanto valeva goderselo fino in
fondo!
E se non lo era.. Bè, vi avrebbe pensato in un secondo momento, ora,
l'unica cosa che voleva era quel bellissimo ragazzo!
Si alzò da terra e finì di spogliarsi in maniera sensuale davanti a
Ricky che lo fissava sempre più eccitato, poi gli si avvicinò e lo aiutò
a fare altrettanto, potendo così finalmente toccare il suo corpo e la sua
calda pelle liscia; questa era talmente levigata e setosa, sotto le sue
dita, da poter essere paragonata alla preziosa seta, seta che era tutta
sua in quel magico momento.
Rimasti finalmente nudi l'uno davanti all'altro si fissarono per un attimo
immobili, fin quando le rispettive bramosie non ebbero il sopravvento e
con impeto iniziarono a baciarsi avidamente avvinghiandosi l'uno
all'altro; le loro lingue si scontrarono, sfiorarono, carezzavano
vicendevolmente, dando e prendendo l'una dall'altra infinito piacere, la
bocca di Ricky era talmente meravigliosa, calda, umida dolce. che Jessy
non riusciva a staccarsi da lei neppure per riprendere fiato, quel baciò
fu rude e violento, racchiudeva in sè tutti i suoi bisogni e desideri
troppo a lungo repressi; i loro corpi si strusciavano in maniera sensuale
eccitandosi vicendevolmente; le sensazioni provocatagli dal sesso di Ricky
che premeva contro il suo palesandogli la sua voglia era la cosa più
stimolante mai provata.
Si buttarono così avvinti sul letto e fu Ricky a prendere nuovamente
l'iniziativa; cominciò col baciargli e mordicchiargli il lobo
dell'orecchi per poi scendere giù, lungo il collo, verso i suoi capezzoli
turgidi che iniziò a succhiare avidamente; a quel contatto Jess si inarcò
verso quella bocca, verso quelle meravigliose sensazioni che rischiavano
di sommergerlo; Ricky continuo l'esplorazione del suo corpo, incoraggiato
dalle reazioni del compagno, arrivando fino al suo inguine e al suo sesso
pulsante; inizialmente lo carezzò delicatamente con le dita, poi sostituì
a queste le labbra che lo baciarono per tutta la sua lunghezza per
continuare poi fino ad avvolgergli completamente la punta.
"OH mio Dio!"
A quel contatto umido e setoso, Jessy si sentì mancare l'aria dai
polmoni, quella calda bocca che lo stringeva, che lo succhiava, lo stimolò
al punto da portarlo al culmine del primo orgasmo; disperato cercò
di allontanarlo da sè per evitare di venirgli in bocca, ma questo non si
scostò e anzi, inghiottì avidamente il suo seme continuando a succhiare
fino a svuotarlo completamente.
Era stato fantastico, la cosa più esaltante mai vissuta, si trovava
ancora li, disteso e ansimante quando anche Ricky gli si distese a fianco:
"Sei ancora convinto di voler continuare Jess? se vuoi possiamo
fermarci?"
"Mai stato più sicuro, non ti immagini neanche quanto ti
voglio!"A quel punto non si sarebbe fermato neppure se ne fosse
andato della sua stessa vita; gli sorrise e lo afferro per la nuca
trascinandolo verso di sè per poterlo baciare ancora e ancora,
assaporando se stesso in quella calda bocca; non riusciva a saziarsi mai
di lui, lo carezzò e stuzzicò fino a portarlo quasi al limite, poi lo
fece girare mettendolo bocconi, gli baciò la nuca, il collo, le scapole,
le spalle, la vita fino ad arrivare alle sue natiche sode e invitanti;
mentre proseguiva con quella sua tortura sentiva il compagno fremere sotto
le sue dita e dalla gola di questo uscivano gemiti sempre più rochi,
intensi, mugolii di puro piacere che lo eccitarono ancor più. Ad un certo
punto non riuscì più a resistere e, afferratolo per i fianchi, lo penetrò
con decisione; in quel preciso momento, dalle labbra di Ricky, uscì un
lamento strozzato che non era certo dovuto al piacere; i suoi muscoli si
contrassero per il dolore lasciandolo singhiozzante, era stato troppo
violento, non aveva pensato ad altro che a soddisfare i suoi bisogni senza
pensare minimamente alle conseguenze, la consapevolezza di avergli
procurato dolore anziché piacere lo blocco e lentamente iniziò ad uscire
da lui.
"Fermo! Non muoverti!..Non ti preoccupare per me,... non è niente,
ora passa"
Trascorsero dei momenti terribili per Jessy, momenti in cui il senso di
colpa per ciò che aveva appena fatto si mischiava al piacere che dilagava
sempre più prepotente dai suoi lombi per diffondersi poi in tutto il suo
corpo. Si impose di stare immobile, per dare il tempo al compagno di
abituarsi alla sua presenza, ma la cosa diveniva più difficile ad ogni
momento; ad un certo punto sentì il corpo di Ricky rilassarsi e iniziare
poi a muoversi verso di lui per andargli incontro.
Stava quasi per svenire tanta era la voglia di spingersi dentro di lui,
affondando sempre più in quel corpo meravigliosamente stretto e pulsante,
ma si trattenne, voleva che anche l'altro provasse il suo stesso piacere e
non avrebbe sopportato di fargli ancora del male; quando però i suoi
glutei ondeggiarono contro il suo inguine e dalle sue labbra uscì un
mugolando di inequivocabile piacere non riuscì più a trattenersi e iniziò
a spingersi ritmicamente fuori e dentro a quell'intossicante calore,
seguendo il ritmo del suo cuore impazzito; voleva che anche per Ricky quel
momento fosse fantastico e con una mano afferrò il suo sesso stringendolo
e carezzandolo, frizionando fin quando non lo sentì fremere e contorcersi
contro gridando; vennero contemporaneamente urlando all'unisono il loro
appagamento, l'orgasmo fu violento, qualcosa di mai provato prima che lo
lascio sfinito ma appagato come non mai.
A quel punto, esausto, crollò disteso sul letto trascinando Ricky con sè.
Lo abbracciò da dietro stringendolo contro il suo petto e finalmente
sazio si addormentò.
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