DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'
NOTE: Riporto qui sotto un mini albero genealogico della famiglia Rukawa, quelli tra parentesi sono i soprannomi che ha dato loro Hanamichi.^^''
Kikyo-san: nonnina-hentai, madre di Kyosuke. Kyosuke: il capofamiglia, inventore. Katy: moglie di Kyosuke, pittrice e scultrice. Akira Sendoh: nato dal precedente matrimonio di Kyosuke (porcospino) Kaede: primogenito di Kyosuke e Katy (Kitsune=volpe ^^) Kurumi: gemella di Kazuya, ama solo il denaro e sogna di diventare miliardaria. Kazuya: gemello di Kurumi, è il più sensibile dei fratelli. È innamorato di Hikaru. Kanata: amante della lettura (Nezumi=topo) Kikyo: l'ultima arrivata in famiglia (koala)
Altri personaggi:
Hikaru Sakuragi: sorella minore di Hanamichi. Aron Tsume: matricola dello Shohoku, è invaghito di Kurumi e odia Shane (Hiyoko=pulcino) Shane Sato: matricola, ala piccola/guardia. Adora Hanamichi (Kenaga=lunga coda) Michael Kant: allenatore in seconda di Anzai
Strange Family II
capitolo X
di Gojyina-chan
Tornato a casa, Kaede sentì dei rumori provenire dalla cucina e un buon profumo di arrosto diffondersi fino al soggiorno. “Hana!” sospirò sollevato, correndo verso di lui. Voleva scusarsi per la cattiveria che gli aveva sputato addosso. Era arrabbiato, nervoso e stanco ma non aveva il diritto di trattarlo in quel modo. Hanamichi faceva parte della sua famiglia, ERA la sua famiglia. Varcata la soglia, si trovò davanti Hikaru intenta a preparare la cena e la sua delusione fu totale. “Ciao, Kaede. Cerchi qualcosa?” domandò lei, notando la sua espressione delusa. “Il Do'hao?” “Ha telefonato mezz'ora fa, ha detto che tornava tardi e mi ha chiesto di occuparmi della... cena. Va tutto bene?” chiese accigliandosi. Era una situazione troppo insolita. Lui e Hanamichi non muovevano un solo passo senza che l'altro lo sapesse. “Hn” mugugnò Rukawa, andando a rintanarsi sulla sua poltrona preferita. Avvolgendosi in un morbido plaid, finse che fosse il tepore del suo rossino e chiuse gli occhi, solo e affranto.
“Hana, mi dispiace che tu abbia litigato con Rukawa a causa mia!” sospirò Mito, passandosi il ghiaccio sull'occhio gonfio. “Non dire sciocchezze! Sei il mio migliore amico e quello è solo uno stupido!Baka!Baka Kitsune!” inveì il rossino, sedendosi sul divano con uno sbuffo stizzito. “Ho sbagliato a non avvertirlo. - ammise il ragazzo - È un fratello maggiore, dopotutto. Proprio come te!” gli fece notare, sorridendogli. “Questo non gli da il diritto di pestarti! E poi che c'entro io, scusa?!” volle sapere Sakuragi, ricominciando a innervosirsi. “Kazuya.” si limitò a dire Yohei, preparandosi alla sua sfuriata. “Questa è bella! Sono due cose completamente diverse!” tuonò infatti il numero dieci dello Shohoku, guardandolo come se fosse impazzito. “E perché, di grazia?Perché io sono il tuo migliore amico e Kazuya lo conosci appena?” azzardò ancora, continuando a passarsi la borsa del ghiaccio sulla parte lesa. “No, Baka! Perché quello lì ha portato in casa della droga e per poco Nezumi non ci rimetteva le penne!” gli ricordò Hanamichi, sbuffando insofferente. Non capiva il senso di tutto quel folle discorso. “Anche Mitsui ha fatto uso di sostanze stupefacenti, ma di lui ti preoccupi.” “Yo, taglia corto e arriva al punto.” gli intimò nervosamente. “Tu non sopporti quel ragazzo perché è cotto di Hiki. - lo illuminò, sogghignando - Solo l'idea che la sfiori con un dito ti...” “CI DEVE SOLO PROVARE IL GRANDISSIMO PORCO! LO SOTTERRO CON... Mmm... Dannazione!” sbottò arrossendo, imbronciandosi come un bambino capriccioso. “Visto? Tu immagina cosa deve aver provato Rukawa. Un ragazzo che BACIAVA la sua sorellina!” gli spiegò Mito, scuotendo il capo rammaricato. “Baka è e Baka rimane!” borbottò il rossino, iniziando a comprendere la reazione del suo ragazzo. “Parlaci, ti prego. Non voglio che ci vada di mezzo tu! Dannazione! È proprio per questo che ho aspettato tanto per dichiararmi a Kurumi, ma non è servito a niente!” sibilò Yohei, adirato con se stesso. “Ehi? - lo chiamò il rossino, preoccupato - Va bene, Yo. Appena torno a casa cercherò di sistemare le cose.” promise all'amico. Avrebbe affrontato anche quelle in sospeso, però. Non poteva sopportare l'idea di litigare con Rukawa in modo serio. Non riusciva a stare troppo tempo lontano da lui. Gli mancava già e non erano passate nemmeno tre ore dal loro ultimo incontro. Senza la volpe, non viveva.
“Oooh, guarda un po' chi abbiamo qui! Il nostro grande eroe!” sibilò Kurumi, appena rientrata in casa, trovando la causa dell'occhio nero del suo ragazzo, accucciata su una poltrona. “Non è il momento.” sibilò Kaede, con durezza. “Un cazzo! Tu adesso mi ascolti e vedi di raddrizzare bene le orecchie!” tuonò la ragazza, a pochi passi da lui. “Hn” “Cosa avresti detto se, dopo aver scoperto che tu e Hana stavate insieme, io fossi corsa da lui urlandogli 'Brutto frocio di merda!Hai traviato il mio povero fratellino, pervertito che non sei altro'? Dimmi, Kae, cosa avresti fatto?” lo sfidò con lo sguardo, posando le mani sui fianchi snelli. “Ti avrei fatto rimpiangere di essere nata e... Hn!” s'interruppe, accigliandosi pensierosamente. “Bene. Adesso sai che cosa vorrei farti in questo preciso istante!” annuì lei soddisfatta, incamminandosi verso la propria camera. “Sei la mia sorellina!” si difese Kaede, per la prima volta conscio di quello che aveva fatto. “E tu il mio fratellone, ma voglio molto bene ad Hana-chan e so che lui è l'unica persona adatta a te e non mi importa se sia un maschio, perché ti ama e si prende cura di te come nessun altro al mondo sarebbe capace di fare. Perché voglio essere certa della tua felicità, di saperti in mani sicure. Yohei fa lo stesso con me! Non vuoi che io sia felice, Kae?” domandò tristemente, fermandosi sulle scale. “Ovvio, scema. Ma... per me sei ancora la mocciosetta che rubava i miei palloni per rivenderli ai vicini!” le confidò arrossendo d'imbarazzo. “Che bei tempi! - rise lei, tornando a guardarlo – Sono sempre io, solo un po' più grande. Anche tu sei cambiato. Non sei più triste e solitario, non te ne stai tutto il tempo a guardare la televisione o a giocare a basket. Adesso parli con noi e ti diverti e sei perseguitato dalla nonna e sei... tornato te stesso. Il ragazzino che si faceva rubare i palloni pur di farmi contenta... Non credere che non me ne sia mai accorta!” gli svelò sogghignando beffarda. “Hn”arrossì il ragazzo, fingendo di guardare fuori dalla finestra. “Kae, dobbiamo seguire il nostro percorso. Non so se il mio continuerà con Yo, ma ci devo almeno provare, così come dovete fare tu e Hanamichi.” sospirò Kurumi stancamente. “Da quando sei così saggia?!” domandò il fratello, sospettoso. “Non lo so.” ammise lei, stupita. “Kumy... Non avrei dovuto...” iniziò Rukawa, imbarazzato “Kae, mi basta che risolvi la faccenda con Yohei e non mi va nemmeno che litighi con Hana a causa nostra. Non è giusto. Sistema la cosa e dimenticherò l'accaduto!” promise la sorella, salutandolo. Facile a dirsi! Non sapeva nemmeno quando sarebbe tornato, quel Do'hao. La luce improvvisamente accesa nel soggiorno della dependance, ripose alla sua domanda. Con un profondo respiro, Rukawa si alzò in piedi, deciso ad affrontare la situazione di petto.
Hanamichi rimase a lungo immobile, il letto sfatto da quella mattina gli procurava una tremenda sensazione alla bocca dello stomaco. Sembrava l'emblema della sua relazione con la volpe... “Perdonami.” sussurrò una voce poco distante, così inaspettata da farlo trasalire. Rimorso, dolore, vergogna, speranza, quelle semplici lettere grondavano di tutti quei sentimenti forti e contrastanti. Esisteva solo una persona capace di modellare le parole, rendendole uniche e pregne di significato. Kaede. A pochi passi da lui, poggiato contro lo stipite della porta, Rukawa lo stava guardando intensamente. Non lo aveva nemmeno sentito entrare, troppo concentrato a guardare le rovine del loro amore. “Ru...” sussurrò, chiudendo disperatamente gli occhi, mentre lo sentiva avvicinarsi e stringerlo a sé. “Non volevo dire quelle cose. Lo sai che... Lo sai, vero?” lo pressò quella voce, in bassi sussurri disperati. “Sì, sì! È anche colpa mia, non ti ho capito.” mormorò il rossino, abbracciandolo forte. Trasalì, sentendo scendere le mani volpine lungo la sua schiena. Di lì a poco sarebbero arrivate... lì! Si allontanò di scatto, angosciato, mentre lo sguardo di Rukawa si faceva duro e sospettoso. “Ok, adesso spiegami che cazzo ti prende, Do'hao.” ordinò irritato. “No, niente è... il caldo che...” balbettò agitato, tentando di trovare una scusa plausibile. “Sei un pessimo bugiardo. È da ieri pomeriggio che sei strano. Parla!” “Ru... Non lo so! - ammise confuso e disperato – Non ho mai dubitato di quello che sento per te, ma... l'idea di farmi... di fare... sesso, con un maschio... io non...” “Sono diventato 'un maschio', quindi! - sbottò Kaede, sputando tutto il suo disgusto – Il grande Tensai non se la sente di farselo mettere nel culo, vero? Ha una reputazione da mantenere, lui!” ironizzò, tremando di rabbia. “Mi...dispiace...” mormorò Hanamichi mortificato, abbassando il viso per non leggervi la delusione in quello di Rukawa. Tutto si svolse in pochi istante. Kaede lo afferrò violentemente, sbattendolo sul letto e salendo a cavalcioni su di lui. Senza dargli il tempo di reagire, gli abbassò fino alle ginocchia sia i pantaloni della tuta che i boxer, lasciando i suoi glutei ambrati completamente esposti al suo sguardo ferito. Abbassò il volto su di essi e cominciò a leccare l'ano vergine, che fremette sotto l'assalto di quelle nuove attenzioni. “Ah... Ru che... cosa...?” “Hai visto? - sputò il volpino con voce irriconoscibile - Kaede Rukawa sta leccando il culo ad Hanamichi Sakuragi! Dovrebbe essere umiliante, giusto?” sibilò amaramente sarcastico. “Ru!” gemette voltandosi verso di lui e ciò che vide, lo scioccò intensamente. Il suo dolce compagno. Colui che aveva giurato di amare e proteggere e rendere felice... In quel momento era l'emblema stesso del dolore e del tradimento. Lo aveva ferito profondamente. Lo dimostravano gli occhi lucidi colmi di delusione, il leggero tremore che scuoteva il suo corpo, il modo in cui stringeva le lenzuola, talmente forte da rendere bianche le nocche delle mani. E Hanamichi, finalmente, capì. “Vuoi che ti lecchi ancora un po' o preferisci incularmi tu?” ringhiò ferocemente, trattenendo a stento il desiderio di colpire quello stupido Do'hao. “No, Ru! - mormorò il rossino, posando delicatamente tre dita su quelle belle labbra – Non chiamarlo in quel modo. Il nostro è amore. Perdonami, ti prego non lo avevo ancora capito!” ammise stringendosi a lui disperatamente. “Do'hao!” sbuffò il volpino, stizzito. “Mi sono lasciato guidare da quello che credevo fosse orgoglio, invece era solo stupidità... e paura, anche. Mi dispiace di averti ferito, mi dispiace!” ripeté, stringendo la mascella con forza. Davanti a quell'espressione addolorata, Kaede capitolò, stendendosi insieme a lui sul letto per poi trarlo a sé. “Va tutto bene, piccolo.” lo rassicurò accarezzandogli la schiena tesa, nel vano tentativo di farlo calmare. “No, non è vero! Sono solo uno stupido! Non avevo capito!” continuò Hanamichi, senza trovar pace. “Hn?!” “Non avevo capito che tu sei già dentro di me. - spiegò concitato - Lo sei sempre stato. Fin dal primo momento in cui ti ho visto sulla terrazza, ricordi?” sorrise poi, guardandolo dolcemente. “Hn” annuì la volpe, accarezzandogli una guancia stranamente umida. “Kami! Come ho potuto pensare quelle cose?! Io ti amo tantissimo e non mi bastavano più solo le parole per dirtelo. Allora ho desiderato dimostrartelo anche con il mio corpo... ma poi... non lo so cosa mi sia preso. Quegli stupidi modi di dire... mi hanno scombussolato. Io... desidero darti ogni parte di me, davvero. È tutto tuo!” “Così come tu possiedi tutto di me!” gli confidò la volpe, finalmente serena. Era tornato. Il suo dolce compagno era tornato, ma il volpino voleva cancellare quella brutta espressione sul suo viso. Il dolore non si addiceva affatto allo sguardo limpido del suo Do'hao. “Sono stato un pazzo, non so cosa mi sia preso!” continuò Sakuragi, disgustato di se stesso. “Sei Do'hao...” gli ricordò la volpe, riuscendo a farlo reagire. “Ehi! Va bene che ho sbagliato, ma adesso non prenderci troppo la mano!” s'imbronciò, guardandolo torvo. “...Ma ti amo lo stesso!” concluse Kaede, baciandolo con passione. “Anch'io Ru, con tutto il mio cuore, la mia anima e il mio corpo!” dichiarò, accarezzandogli la schiena e i capelli. Rukawa ricominciò a baciare la sua bella bocca carnosa, mordendola delicatamente per poi leccarla goloso. Dai gemiti del Do'hao e dal suo modo di strusciarsi su di lui, intuì che fosse sulla strada giusta per procurargli un piacere immenso. Sakuragi terminò di sfilarsi i pantaloni e i boxer, aiutando il volpino a fare altrettante. Rimasti con indosso solo le felpe, il numero dieci dello Shohoku si bloccò sobbalzando, mentre l'occhio gli cadeva sulla finestra. “Vuoi che... mi fermi?” ansimò Kaede, tentando di calmare i battiti furiosi del proprio cuore. “No, no! Però chiudi le tende... tua nonna potrebbe...” arrossì l'altro, rabbrividendo. “Hn!” annuì il ragazzo dai capelli color pece, correndo a sigillare la finestra, per poi ritornare dal suo compagno. Rimase immobile alcuni istanti, guardandolo steso sul letto sfatto, sudato e col fiatone, i capelli purpurei scompigliati e lo sguardo di brace. Si era tolto la maglia, mostrandosi così, completamente nudo alla vista della sua volpe. “One on one, Kitsune?” domandò maliziosissimo, le labbra piegate in un sorriso scandalosamente sensuale. Nonostante la veloce migrazione a sud di quasi tutto il suo sangue, Kaede si aggrappò all'ultimo barlume di lucidità per formulare una doverosa frase di senso compiuto. “Non mi devi dimostrare niente, Do'hao.” “Lo so, Baka! Ma tu sei già qui! - gli fece notare, toccandosi il petto muscoloso, all'altezza del cuore – Adesso ti voglio sentire!” Tranquillizzato da quella risposta, il volpino si denudò completamente, gattonando sul letto. Afferrò una caviglia dei suo compagno, massaggiandogli delicatamente la pianta del piede. Aveva imparato a conoscere il suo corpo e sapeva che quel punto preciso aveva il potere di eccitare il suo Do'hao all'inverosimile. Di lì a qualche secondo, come previsto, assistette estasiato alla metamorfosi di quel sesso pulsante, che sbocciò quasi, davanti ai suoi occhi. Hanamichi si era aggrappato alle lenzuola, contorcendosi violentemente. La testa gli girava e il respiro s'era fatto pesante. Ansimava frasi incoerenti, privato di ogni controllo. Sentiva solo le scariche di piacere che quegli energici tocchi gli stavano procurando. Dalla punta dei piedi, si propagavano fino dietro al ginocchio, per arrivare alla sua intimità tremante. Kaede seviziò anche l'altro piede, incapace di staccare lo sguardo dalla virilità del rossino che ben presto si svuotò, producendo un suono che si impresse a vita nella memoria del numero undici dello Shohoku. “Ru...” si sentì chiamare da uno stravolto Hanamichi, dalle gote arrossate e gli occhi lucidi. Prima di tornare sulle sue labbra umide e socchiuse, Rukawa si premurò di ripulire per bene il ventre del suo giovane compagno, catturando ogni goccia del suo sperma caldo. “Ti adoro!” sospirò Sakuragi, sulle sue labbra gonfie. Senza perdere il contatto visivo con gli occhi azzurri del suo perverso volpino, gli afferrò un polso passandovi poi la lingua in arabesche linee umide, dimostrando che anche lui conosceva i suoi punti magici. Come a volersene sincerare, utilizzò la mano libera per controllare lo stato del suo amico Eddy, trovandolo accaldato e tremante di aspettativa. “Hana!” gemette la volpe, affondando le mani tra le sue ciocche purpuree. “Adesso, Ru!Adesso!” ansimò il giovane, fuori controllo. Voleva essere penetrato da lui, sentirlo muoversi, essere riempito di sperma. Marchiato per sempre, in un posto dove non poteva giungere nessuno sguardo umano. Sollevando un braccio, il rossino cercò nel primo cassetto del comodino la vasellina che aveva segretamente comprato mesi prima, suscitando lo stupore del suo compagno. “Era in omaggio col dvd 'Culi-in-aria'...” borbottò, arrossendo ancora di più. Sbuffando divertito, Rukawa svitò il tubetto, adagiando una buona dose di crema sia sulla mano che sul suo sesso teso. Mentre le sue lunghe dita affusolate stuzzicavano il piccolo orifizio di Hanamichi, allargandolo per bene, il Do'hao massaggiò il suo pene coprendolo interamente di vasellina. Facendo leva su un braccio, Rukawa si aiutò con una mano per facilitarsi l'accesso nella parte del corpo più sensibile del suo ragazzo. Prima di iniziare e dare libero sfogo alla loro passione, però, la volpe sentì il bisogno di rassicurare entrambi. Posando il palmo su una guancia accaldata, passò il pollice sulle labbra socchiuse di Hanamichi, come a dimostrargli che ciò che si accingevano a fare non era semplicemente sesso, ma che si stavano amando. Il Do'hao si rilassò immediatamente, annuendo commosso, dimostrandogli così che aveva capito appieno il senso di quel gesto inaspettato. Piano e con tutta la delicatezza possibile, Kaede entrò in lui fino in fondo, attendendo tutto il tempo necessario affinché il rossino non sentisse più fastidio. Passati i primi brividi di dolore, che lo avevano costretto ad aggrapparsi alle spalle della volpe con un profondo ansito, Sakuragi incominciò a sentire uno strano ma piacevolissimo formicolio che lo spinse a rilassarsi muovendo impercettibilmente il bacino. A quel semplice gesto, il piacere ricominciò a scorrere in lui, convincendolo ad aumentare il ritmo delle spinte. Annuendo alla tacita domanda di Kaede, si lasciò andare sul materasso, lasciando a lui il compito di affondare nel suo corpo ambrato. Hanamichi era come una vallata di miele fuso e lava incandescente. Caldo e di una dolcezza soffocante. Stretto al suo interno, Rukawa si muoveva sempre più rapidamente, massaggiato dalle pareti ustionanti del suo intestino. In questo modo, riuscì a toccare un punto preciso in lui che sottopose Sakuragi a una nuova ondata di folle piacere. Kaede sollevò il busto, trascinandolo con sé in modo tale che fossero entrambi seduti l'uno nell'altro. Continuando a penetrare il suo compagno, fece in modo di fargli appoggiare la schiena contro la testata del letto ricoperta di morbidi cuscini. Voleva evitargli ogni tipo di dolore: aveva appena scoperto che il suo Do'hao, a dispetto delle apparenze, sapeva essere anche molto delicato. Aggrappandosi alle sue spalle, Hanamichi ebbe un fremito di paura. Iniziava a provare una strana sensazione sconosciuta e spaventosa. Come un'onda che si ritirava improvvisamente, poco prima di un gigantesco cavallone. “Ru?... Che cosa...?!” balbettò il rosso, terrorizzato. “Shh... Va tutto bene piccolo. Ti prometto che sarà bellissimo!” ansimò al suo orecchio, riuscendo a dedicargli ancora un paio di rassicuranti carezze sul viso e sulla schiena prima di essere travolto da un violento orgasmo. Ma non volle perdersi da solo. Aumentando le spinte, riuscì a trascinare con sé il suo estasiato rossino.
La camera era satura dei loro odori. Come la quiete dopo la tempesta, i due ragazzi vollero assaporare appieno quel momento di grande comunione e dolcezza, rimanendo in silenzio, al suono del loro respiri sereni. Kaede teneva gli occhi chiusi. Steso sul corpo del suo compagno, ascoltava il battito del suo generoso cuore, mente Hanamichi gli passava distrattamente le mani lungo tutta la schiena nivea con tocchi leggeri e delicati. Un rumore secco proveniente dalla finestra li fece sobbalzare, destandoli da quel piacevolissimo torpore. “Ehi?” mormorò Kaede, restando in quella comoda posizione. “Mmm?” “Stai bene, piccolo?” “Mai stato meglio!” sorrise Hanamichi, reclamando un altro bacio morbido a fior di labbra. “Questo letto è un disastro!” notò il volpino, per nulla intenzionato a porvi rimedio. “Hai sonno?” gli chiese il rosso, giocando con i suoi capelli scuri. “No.” “Bene!” sorrise Sakuragi, separandosi inaspettatamente da lui, per dirigersi verso la porta del bagno, con sommo disappunto della bella volpe imbronciata. “Ehi!” “One on one, Kitsune?” sogghignò Sakuragi, sfacciatamente nudo e felice. “Kaede Rukawa non rifiuta mai una sfida, piccolo!” gli ricordò il ragazzo dagli occhi azzurri, rincorrendolo fino al vano doccia.
“Andiamo a festeggiare la vittoria?” chiese Kikyo, entusiasta, mentre si allontanava velocemente dalla dependance. “Ovvio! Però secondo me è stato un po' eccessivo!” borbottò Mayuka, seguendo l'amica fino a casa. “Cosa, cara?” domandò aprendo il frigo bar del soggiorno “Spiarli con lo stetoscopio!” “Sciocchezze! A mali estremi estremi rimedi! Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto, potevano pure lasciare le tende aperte, no?” sbottò stizzita mentre stappava una bottiglia bourbon. Le due anziane festeggiarono la vittoria fino a notte inoltrata, felici di aver salvato l'onore dei Rukawa. “E uno è sistemato! Akira ha fatto tutto da solo... me ne mancano solo altri quattro!” esclamò Kikyo-san, con un sorriso soddisfatto. “Non... vorrai mica...?” balbettò allibita la signora Odagi. “Per l'onore, no?” si schernì la nonnina, arrossendo appena. “Secondo me ti vuoi solo fare gli affari loro!” l'accusò Mayuka, trattenendo a stento l'ilarità. “È così che ci si mantiene giovani!” le rivelò Kikyo, per nulla pentita. Ridendo divertite, le due donne brindarono al successo appena ottenuto e a quelli futuri.
Kaede si stiracchiò soddisfatto, aspettando il ritorno del suo rossino steso sul letto sgualcito. Era venuta fame a entrambi e il suo bel Do'hao aveva pensato bene di svuotare il loro frigo per una romantica cenetta sulle lenzuola. “Bravo! Mi hai fatto aspettare un'eternità, ma ne è valsa la pena!” ammise Eddy, sollevando il capo per poter guardare in faccia il suo proprietario. “Stai zitto! Ci vuoi fare internare?” “Quante storie! Adesso che sai come si fa, te la puoi cavare anche da solo! Non ti servono più i miei consigli! Ricorda: punta e colpisci! Il resto verrà da sé! - affermò il pene, incominciando a ridere come un matto – Ho detto 'verrà'! L'hai capita?” si scompisciò alla sua stessa battuta. “Non ci credo!” borbottò Kaede, allibito. “Ru? Stai ancora parlando col tuo pene?” domandò tranquillamente Sakuragi, entrando in camera con un vassoio colpo di sushi. “H... Hn? - sobbalzò il volpino, arrossendo all'inverosimile - Chi te l'ha detto?! Akira, vero? Lo trucido a mani nude quel grandissimo...” sibilò adirato. “Me ne sono accorto da solo... sai, io... - mormorò imbarazzato, prima di stendersi accanto a lui - Ti presento Saku!” sospirò indicandogli il proprio sesso. “Hn?! Anche tu...?” sbottò incredulo passando lo sguardo dal Do'hao alla sua virilità. “Saranno gli ormoni di noi adolescenti, non saprei...” borbottò Sakuragi, meditabondo. “Ti va di zittirli definitivamente, piccolo?” propose maliziosamente, avvicinandosi alla sua dolce metà. “Con molto... piacere!” rise Hanamichi, lasciandosi nuovamente ghermire.
Canticchiando allegramente, il bel rossino stava cucinando da quasi un'ora, dando libero sfogo alla gioia che sentiva dentro. Avrebbe potuto giocare a basket, ma la palestra era occupata da Akira e Hisashi, quindi, aveva optato per la seconda delle sue passioni. Oppure era la terza? Fare l'amore con Rukawa si era guadagnato il primo posto nella classifica delle cose piacevoli da fare... e quella era dannatamente piacevole! “Ma che sorrisone! Che ti è successo?” indagò Sendoh, apparendogli alle spalle in compagnia del suo ragazzo. “No, niente. Cucinavo!” arrossì Hanamichi, spegnendo il fornello sotto all'arrosto. “Avete fatto sesso!” esclamarono i due senpai, guardandosi l'un l'altro. “Ehi! - tuonò Sakuragi, imbronciato – Kitsune ma li senti? Dì qualcosa!” “Hn!” mugugnò la volpe, rintanata sulla sua poltrona preferita. “Baka Kitsune! Quando guarda il basket non c'è verso di smuoverlo!” borbottò il rosso, andandogli vicino. “Che partita è?” chiese Mitsui, guardando la televisione incuriosito. “Non è un incontro. – gli spiegò Akira – È 'Space Jam' il film in cui recita Michael Jordan e...” Inspiegabilmente, Kaede scattò in piedi, per poi arrossire furiosamente e rannicchiarsi nuovamente nel suo morbido plaid. “Ma che cavolo ti prende?! - sbottò un allibito Hanamichi - Lo hai fatto anche l'altra volta!” gli ricordò guardandolo stranito. “Non dirmi che non lo sai!? - esclamò Sendoh, incominciando a ridere come un matto – Mio fratello scatta sull'attenti ogni volta che pronunci per intero il nome di Jordan. Prova!” lo incitò con un movimento della mano. “Davvero?! Ok! - accettò Sakuragi, incuriosito – Michael Jordan!” Rukawa si sollevò di scatto, mandando lampi dagli occhi. “Caspita! È proprio vero! - esultò il rossino – Finalmente ho trovato un modo per farlo scendere dal letto al mattino!” “Non ci provare neanche!” gli intimò la volpe, guardandolo minaccioso. “Come sei ingenuo! Adesso il problema si è aggravato, Hana-pucci! - lo avvertì Akira, gongolante – Vero fratellino?” “Hn!” ringhiò arrossendo furiosamente. “Ok, ok! Hisa andiamo a fare la doccia... Evidentemente non si può ancora scherzare sulla cosa...” commentò il porcospino, aprendo la porta dell'ingresso. “Di cosa parli, scusa? - domandò Mitsui, fingendosi stupito - Ah... vuoi dire del fatto che i due piccioncini adesso fanno SESSO!” li sfotté impunemente, guadagnandosi l'eterno amore del suo compagno. “Lo sai che effetto mi fai quando sei così bastardo?” gli sorrise maliziosamente, afferrandolo per la vita. “Non saprei... Me lo potresti illustrare dettagliatamente?Magari sotto la doccia...” aggiunse Hisashi, strizzandogli una natica soda. I due senpai si volatilizzarono nel giro di un nanosecondo, lasciando l'altra coppia basita e alquanto disgustata. “Noi non... siamo ridotti in quel modo, vero?” volle sapere Sakuragi, aggrappandosi a un braccio del volpino, con due occhioni atterriti. “Do'hao! Assolutamente no!...Credo.” aggiunse accigliato, mentre trascinava il ragazzo sul divano per un bacio appassionato. “Meno male!” sorrise Hanamichi, stringendolo forte a sé. “Hana-puuucciii?” trillò la soave vocina di Katy, apparendo allegramente nel soggiorno, incurante d'aver spezzato irrimediabilmente il loro momento di intimità. “Hn. Sterminare, annientare, distruggere!” “Stai a cuccia, Kitsune! - borbottò il rossino, alzandosi in piedi – Mi dica, signora!” “Kikyo ha fame e vuole te per la pappa! - lo avvertì, mollandogli la bambina tra le braccia – Stai attento, però. Oggi è di pessimo umore. Hanno ricominciato a spuntarle i dentini!” disse, prima di sparire nel suo studio. “Caspita, però! Di solito avviene attorno ai sei mesi.” notò il ragazzo, guardando il visino imbronciato della piccola. “Noi Rukawa siamo precoci.” mugugnò il volpino, con una non curante alzata di spalle. “Baka Kitsune?” “Hn?” “Tu lo sai che cosa ci aspetta, vero?” “Hn?!” “Kikyo-chan piangerà tutta la notte per il dolore, povera piccola... e vorrà stare ovviamente con me.” gli fece notare, lasciando che la bimba posasse la guanciotta rosea contro la sua, abbracciandolo stretto. “NO!” ansimò disperato. “Sì.” sospirò il rossino rassegnato. “No, no!” “Sì, sì!” “Li sterminerò tutti!!!” promise a se stesso, agitando il pugno. “Chiama la razza in via d'estinzione, Baka. Tra cinque minuti è pronto!” borbottò tornando in cucina per gli ultimi preparativi. “Hn...”
Ancora ferito dal colpo basso del koala che, secondo lui, aveva fatto apposta a farsi crescere i dentini per il puro piacere di rovinare il suo rapporto col Do'hao, Kaede fu anche costretto a intercettare Mito prima del consueto allenamento pomeridiano, per fare una delle cose che più odiava al mondo: scusarsi. Trovò Mito nei pressi della palestra, vicino alle fontanelle in compagnia dei tre compari del Guntai. Appena lo videro avvicinarsi, lanciarono un'occhiata d'intesa all'amico e si allontanarono velocemente, lasciandoli soli. “Hn” mugugnò Kaede, guardandolo freddamente. “Non te la potrei mai portare via.” esordì Yohei, con la massima sincerità. “Lo so.” “Le voglio bene. L'amore non può essere una colpa, giusto?” “Immagino di no.” “Giuro che non la farò soffrire ma... Dannazione! Ti sei preso il mio migliore amico e mi vorresti impedire di stare con la donna che amo! Non si sembra un comportamento un po' egocentrico?!” sbottò Mito, guardandolo storto. “Credo di sì! - ammise il volpino con uno sbuffo divertito – È... strano. Mi sembra sempre una bambina, invece... ha un ragazzo!” tentò di spiegare, faticando mostruosamente. “È esattamente quello che provo io con Hanamichi!” gli confessò, guardando verso la palestra. “Hn?” ringhiò Rukawa, fulminandolo con lo sguardo. “Non lo dico perché sta con un maschio, ma perché sta con te!” “E questo dovrebbe rassicurarmi?!” domandò inarcando un sopracciglio nero. “Hai una vaga idea di quello che ho passato a causa tua?! Serata intere a sentire il tuo nome... associato a pesanti insulti, ovviamente. - precisò, sorridendo - A saperlo che finivate insieme, due anni fa vi avrei chiusi nello spogliatoio!” “Hn” ammise comprensivo. Quando il Do'hao andava in fissa non c'era verso di fermarlo. “Spero non ci saranno altre incomprensioni tra noi!” disse Yohei, guardandolo negli occhi mentre gli tendeva la mano. “Si può fare. - concesse, stringendogliela - Basta che tieni giù le mani da mia sorella.” “Ru... Rukawa... mi stai stritolando la...” “BAKA KITSUNE! - tuonò il rossino, avvicinandosi all'obiettivo a passo spedito – Vieni dentro! Sta per iniziare l'allenamento! Perché mi guardi così?!HENTAI!” sibilò il ragazzo, arrossendo furiosamente. Al suo 'Vieni dentro', la mente perversa del bel volpino aveva incominciato a progettare milioni di modi molto poco casti per poterlo egregiamente fare. “Voi due... AVETE FATTO... OH, KAMI!” esclamò Mito incredulo, mentre si massaggiava la povera mano martoriata – EHI! E poi dici a me, eh?” sbottò accigliandosi all'indirizzo dalla volpe. “Ma che è?! Tua nonna ha messo i cartelli in giro per la città!? - borbottò Sakuragi, trascinando via il suo imbronciatissimo compagno per poi bloccarsi di botto – NON LO HA FATTO, VERO?!” chiese agitatissimo, voltandosi verso di lui. “Tsk! Do'hao! Mmm.... Spero di no!” sbuffò, con la solita noncuranza. “Kitsune apatica e insopportabile!” borbottò il rossino, salutando il suo scioccato amico con un cenno della mano, dirigendosi a passo spedito verso la palestra con la volpetta quasi in spalla intenta ad ammirare il suo bel posteriore.
-FINE DECIMA PARTE-
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