DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'
NOTE: Riporto qui sotto un mini albero genealogico della famiglia Rukawa, quelli tra parentesi sono i soprannomi che ha dato loro Hanamichi.^^''
Kikyo-san: nonnina-hentai, madre di Kyosuke. Kyosuke: il capofamiglia, inventore. Katy: moglie di Kyosuke, pittrice e scultrice. Akira Sendoh: nato dal precedente matrimonio di Kyosuke (porcospino) Kaede: primogenito di Kyosuke e Katy (Kitsune=volpe ^^) Kurumi: gemella di Kazuya, ama solo il denaro e sogna di diventare miliardaria. Kazuya: gemello di Kurumi, è il più sensibile dei fratelli. È innamorato di Hikaru. Kanata: amante della lettura (Nezumi=topo) Kikyo: l'ultima arrivata in famiglia (koala)
Altri personaggi:
Hikaru Sakuragi: sorella minore di Hanamichi. Aron Tsume: matricola dello Shohoku, è invaghito di Kurumi e odia Shane (Hiyoko=pulcino) Shane Sato: matricola, ala piccola/guardia. Adora Hanamichi (Kenaga=lunga coda) Michael Kant: allenatore in seconda di Anzai
Strange Family II
capitolo I
di Gojyina-chan
“... Abbiamo visto la piscina, la palestra e la sirenetta, ora torniamo in casa che fa freddo, su!...Ma guarda un po' chi c'è! Quello lassù è tuo fratello Akira, di lui ti basti sapere che i suoi capelli sono ottimi per infilzarci i post it, così non si perdono...”
“EHI!” tuonò il diretto interessato, fermandosi a metà scalinata.
“Porcospino, sbrigati a far la doccia che tra poco è pronto! Dunque, stavamo dicendo... Questa qui è la mia casetta, la senti questa musica? È Hikaru che suona il piano. La vedi dalla vetrata, piccola? Quello seduto sul divano è... KAZUYA!STAI LONTANO DA MIA SORELLA O TI STORPIO!TI AVRANNO ANCHE PERDONATO PER...'QUELLA COSA'... MA IO NO! Mmm... Andiamo via altrimenti mi salirà la pressione alle stelle! Questo coso per terra che sembra uno zerbino, in realtà è il tuo cane. Lui non lo ha ancora capito, purtroppo... KATO! SACCO DI PULCI MALEDETTO! NON TI ATTACCARE ALLA GAMBA CHE MI FAI CADERE! NON VEDI CHE HO LA BAMBINA IN BRACCIO? Animali deficienti! OH! Fai attenzione Kikyo! Questo è l'esemplare più affascinante della famiglia. È una figura mitologica: metà volpe, metà poltrona...”
“Hn...”
“...E parla pure! Forza! Andiamo in cucina che ti preparo la pappa!” sorrise Hanamichi togliendo il capello a forma di orsetto dalla testa dell'ultima arrivata in casa Rukawa.
Appena Kikyo si ritrovò seduta sul seggiolone, iniziò a lamentarsi tendendo le braccine verso Sakuragi.
“No, piccola. Quando cucino non puoi starmi in braccio. È pericoloso, può schizzare l'olio! - le spiegò, chinandosi a darle un bacio sulla fronte – Nezumi? Le dai un'occhiata mentre preparo?” domandò al bimbo che subito uscì dall'armadietto della cucina, suscitando l'ilarità della sorellina.
“Si diverte un sacco quando lo fai! - notò il rossino, cercando le pentole – Non ho tempo per i profitterol, però potrei fare la cioccolata calda, con questo freddo sarebbe l'ideale, che ne pensi?”
“Se metti la panna montata, sì!” rispose Kanata, seduto accanto alla carrozzina.
“E se me la spruzzi addosso, è ancora meglio!” cinguetto Kikyo-san, entrando nella stanza felice e soddisfatta.
“Nonna, le è successo qualcosa di bello? È di ottimo umore!” constatò Hanamichi, oramai abituato alle sue proposte indecenti.
“Già, già! Non solo ho rimirato anche oggi il tuo bel di dietro... ma ho appena saputo che la mia più cara amica si trasferisce qui in Giappone ed è riuscita ad acquistare la casa accanto alla nostra!” rise l'anziana.
“Hn...Una tua amica? E chi è? Cleopatra?” sbadigliò Kaede che, attirato dall'odore della cioccolata, aveva abbandonato la propria tana.
“ZITTO TU, NIPOTE DEGENERE! - tuonò la nonna, prendendolo a bastonate – Sei il disonore della famiglia! La settimana scorsa avete vinto il Campionato Nazionale e non hai nemmeno 'festeggiato' alla maniera dei Rukawa! Ti diseredo!” annunciò solennemente... per la ventisettesima volta nell'arco di sei giorni e mezzo.
“Hn” sbuffò la volpe, accucciandosi su una sedia.
Lui avrebbe tanto voluto festeggiare col suo Do'hao, ma quel giorno a Kikyo-chan era venuta una febbre da cavallo e Hanamichi era tornato di corsa a casa per sincerarsi di persona delle sue condizioni. Da allora non lo aveva praticamente più visto.
“Appena sei tornato le è passato tutto!” borbottò la volpe, guardando storto la bimba a pochi passi da lui.
Oramai quella sottospecie di koala aveva quattro mesi e quasi tutti li aveva passati tra le braccia di Hanamichi.
Come se avesse sentito i suoi pensieri, Kikyo si voltò verso il fratello, rigurgitandogli il latte addosso.
“Altro che bambina! Questa è un'idrante!” sibilò Kaede, valutando lo stato pietoso della manica della sua felpa.
“È colpa tua! Anche se non capiscono le parole, i bambini percepiscono i sentimenti! - lo rimproverò il Do'hao, prendendo in braccio quel concentrato di vomito e pannolini – Vieni qui, piccola! Ti ha fatto arrabbiare questa brutta volpe, eh? Nezumi, gira la cioccolata, altrimenti si attacca e tu... TU!La vuoi smettere di prendertela con questo angioletto?” sibilò, incenerendo con lo sguardo il compagno.
“Hn” borbottò questi, rassegnato.
Contro quel koala non riusciva mai a spuntarla.
Con Kanata, poi, non se ne parlava nemmeno. Il moccioso aveva iniziato a leggere libri gastronomici, così da poter aiutare il Do'hao a cucinare. Altro che topo! Era lui la vera volpe di casa.
“Ehm... Nezumi? Quello è il tostapane. Il pentolino è lì, sul fuoco...Stai attento.” disse Hanamichi, guardando allibito il bambino che tentava di infilzare il povero elettrodomestico con il cucchiaio di legno.
“Era... impolverato...” si giustificò Kanata, arrossendo come un'aragosta.
“Kae, mi tieni la bimba? Non fare quella faccia o niente cioccolata!” lo ricattò Sakuragi, piazzandogli la sorellina in grembo.
Preparò poi le tazze, posandole sul tavolo, guardando di tanto in tanto la strana coppia. Kae sembrava un giovane papà con la figlioletta in braccio. Sorrise tra sé.
Quello era il periodo più bello della sua vita: abitava dai Rukawa da quasi otto mesi, da quattro stava insieme alla volpe, Hikaru aveva ricominciato a parlare e aveva vinto, insieme al suo compagno, il Campionato Invernale, il Torneo Interscolastico e il Campionato Nazionale.
Non solo. Lui, Kaede, Akira e Mitsui, erano stati contattati da molte Università del paese che avevano offerto loro valanghe di borse di studio e premi vari.
Nel giro di pochi mesi erano diventati molto famosi.
Al Torneo, Kaede era stato premiato come miglior MPV, mentre nei best five della competizione, erano stati premiati lui, Rukawa, Sendoh e Mitsui – con grande soddisfazione dello Shohoku- e un difensore del Kainan, squadra arrivata seconda nella competizione.
Alla fine del Campionato, il premio di MPV era stato assegnato a Mitsui, invece. Effettivamente, l'ex teppista era stato straordinario.
Insomma, non poteva andare meglio di così per il bel rossino.
O forse sì? Si chiese accigliandosi. Lui e Kaede stavano insieme da un po', eppure non erano andati più in là dei baci... non che si lamentasse. Ma forse Rukawa desiderava andare oltre... non lo sapeva, non ne avevano mai parlato. Dei due era sempre Kaede quello che si avvicinava per primo, ma Hana era molto timido. Si vergognava a fare il primo passo, anche se non avrebbe desiderato altro che farsi accarezzare dalla scorbutica volpaccia ogni momento della giornata.
“Hn!” Il ringhio di Kaede lo distolse da quei pensieri. Voltandosi verso di lui, Hanamichi scoppiò a ridere, guardando la felpa della volpe macchiata sul davanti.
“Kikyo! - esclamò Katy, entrando in cucina insieme ai gemelli, Hikaru e Akira – Di nuovo?! Strano, lo fa solo con te, Kae. Si vede che gli piaci!” sorrise poi, prendendo in braccio la bimba.
“Come un brufolo sul naso il giorno prima di una festa!” rise Sendoh, prendendosi una tazza di cioccolata fumante.
“Hn”
“Fratellino, su col morale! Abbiamo vinto il Campionato Nazionale!Ho fatto anche la rima... - disse il porcospino – Possibile che nemmeno questo ti smuova?! Hana, dovresti fare qualcosa per lui!”
“Ah, sì? Un frullato di uova e carne macinata?” domandò il rossino, con un candore disarmante.
“Hn!” guaì la volpe incompresa, passandosi una mano sul viso.
“Ragazzi miei! - esordi Kyosuke, varcando la soglia della cucina – Tra due settimane è Natale. Io e la mamma andiamo in montagna assieme alla nonna e ai bambini. Voi che programmi avete?” domandò l'uomo, che indossava un'orrenda tuta fucsia, grossa e ingombrante, che lo faceva somigliare all'omino Michelin.
“Niente di particolare, staremo a ca... Come cavolo sei conciato?!” sbottò Kurumi, guardandolo sconcertata.
“È la mia 'Sauna da passeggio'! Una tuta da indossare anche quando fai la spesa o le faccende domestiche. Dimagrisci senza accorgertene!” rispose orgogliosamente il padre.
“Se vai in giro così, ti arrestano per atti osceni in luogo pubblico! È di un colore tremendo!” gli fece notare Kazuya, sollevando un sopracciglio corvino.
“Lo so, lo so! Infatti ho già pronta la versione nera, rossa, bianca e blu! Andranno a ruba!” annunciò l'uomo per nulla scoraggiato, mentre tentava di sedersi su una sedia e afferrare la sua tazza calda. Impresa titanica data la grandezza di quella strana tuta.
Impietosito, Hanamichi gli passò prontamente la cioccolata, sorridendo tra sé. Chissà chi cavolo poteva comprarsi le invenzioni di quell'uomo!?
Pochi istanti dopo, con la famiglia ancora riunita in cucina, entrò Kuro. Saltellando sulle zampe posteriori, si piazzò al centro del grande tavolo, annusando l'aria col musetto all'insu.
“Ha visto di nuovo il reportage 'L'Australia ti ammalia'?! Bisogna bruciarlo quel dvd, dannazione!” sbottò Kurumi, spostandosi appena in tempo per non essere travolta dal cane-canguro che saltellò sino al soggiorno.
“Meglio questo di 'Adolf Hitler e il nazismo'! Ieri è andato in giro sol ciuffetto untuoso e la zampa anteriore sollevata per tutto il pomeriggio!” borbottò Akira, scuotendo il capo rassegnato.
“Provate a fargli vedere la 'Carica dei 101'. Magari rinsavisce!” propose il rossino, giocando con la piccola Rukawa.
“Ci abbiamo provato, ma si mette a imitare Crudelia DeMon...” sbottò Kanata, scuotendo il capo rassegnato.
“Allora non c'è speranza! - sospirò il rossino, accarezzando i piedini di Kikyo – Caspita quanto stai crescendo! Questi vestitini non ti entrano più!” constatò il ragazzo, sinceramente stupito.
“Vero. I miei figli sono tutti altissimi! Quando avevano dodici mesi già compravo loro i vestiti dei bambini di quattro anni! - rise Katy, guardando con orgoglio la bimba che teneva tra le braccia – Temo che anche la culla fra poco le starà stretta... Dovremmo avere un piccolo lettino in cantina, più tardi mi aiuti a prenderlo, Hana?”
“Ma certo! Kae, stai tu con Kikyo, vero?” sorrise Sakuragi, punzecchiando un po' il suo assonnato ragazzo.
“Hn!” mugugnò la volpe, sbattendo la fronte contro il tavolo di legno.
“Mmm... Meglio se ti lascio a Hiki, sai? Non mi fido di questa Kitsune narcolettica!” sentenziò l'ala grande dello Shohoku, parlando direttamente alla neonata.
“Sono più tranquilla se la tiene Hikaru, impiegheremo un bel po' di tempo a recuperare il lettino che usava Kanata da piccolo. Abbiamo quintali di roba, laggiù!” sospirò Katy, rassegnata all'idea di perdere mezza giornata di lavoro.
“Già che ci siete, potreste finalmente buttare il sacco di Kurumi. Se volete vi do una mano io!” propose Akira, posando la sua tazza ormai vuota.
“Cos'è il sacco di Kurumi?” domandò Hikaru, corrucciandosi.
“Contiene tutti i regali che la nostra sorellina ha fatto a tutti noi nel corso degli anni: la bellezza di centoquaranta portachiavi!” sibilò Kazuya lanciando un feroce sguardo accusatorio all'indirizzo della gemella.
“Temo che mia figlia sia un po' spilorcia!” sussurrò Katy, rivolgendosi al bel rossino.
“Solo un po'?! - rise il ragazzo divertito – Però è un peccato buttar via tutti quei portachiavi! Non li può riciclare in qualche modo?”
“Ma certo! Potrei fare una scultura! - esclamò l'artista, illuminandosi in viso - Hana, prendi Kikyo, vado a fare un paio di bozzetti preparatori!” annunciò la donna, depositando l'ultimogenita tra le braccia del rossino, dileguandosi poi in mansarda.
Mentre la bimba si accoccolava per bene sul petto caldo di Sakuragi afferrandogli la maglietta con la manina, sospirando beata, Sendoh sobbalzò, ricordando qualcosa di importante. “A proposito di regali! Domani, dopo gli allenamenti, usciamo a fare compere, vero Kumy? - sorrise diabolicamente, lanciando un'occhiata soddisfatta alla sorellina – Ti ricordi dei vestiti di Hana, vero?”
La giovane finse uno svenimento, che non suscitò alcuna pietà da parte del parentado.
“Ma.. io... Domani?! - si lamentò la ragazza - È troppo presto! Non sono preparata psicologicamente!E poi... - si bloccò, colta da una folgorazione – Ma certo! Non vi preoccupate, bastiamo io e Hiki. Domani, dopo gli allenamenti tieniti libero, Hana!” sorrise al numero dieci dello Shohoku, sfregandosi le mani.
Istruzioni dello stereo... No. Garanzia del lettore dvd... Nemmeno. Sconto del negozio di articoli sportivi... Neppure. Piani di distruzione di massa... Trovati!
Kaede sogghignò sinistramente, mentre camminava per la camera come un assatanato, troppo nervoso persino per dormire.
Li avrebbe sterminati. Tutti. A cominciare dalle sue sorelle!
Una che gli sputava addosso e si abbarbicava al SUO ragazzo, l'altra che lo faceva andare in giro mezzo nudo.
Altro che 'Ci pensiamo noi!'.
Kurumi aveva comprato al Do'hao dei vestiti vietati ai minori di settant'anni. Attillati, trasparenti, strappati: Hanamichi era un inno allo stupro. ...E lui lo aveva a malapena baciato!
“Ru? Vieni a letto, ho sonno...” borbottò il rossino, socchiudendo gli occhi stanchi. “Hn!” mugugnò la volpe, coricandosi al suo fianco.
Ma un bel sacco di iuta, no? Teneva caldo ed era pure economico.
“Sei contento di noi?” si sentì chiedere all'improvviso dalla voce preoccupata del suo ragazzo.
“Certo, Do'hao!Che razza di domande fai?!” sbottò allibito, sollevandosi su un gomito per poterlo guardare in faccia.
“Beh...Noi... Sai... A me sta bene.. cioè... i baci mi piacciono tanto... ma forse tu... Ok, buonanotte!” balbettò Hanamichi, cercando di voltarsi dall'altra parte.
“E no! - disse Rukawa, afferrandolo per una spalla – Che c'entrano i baci? HN! Pe... perché tu vorresti...?” domandò arrossendo appena, immaginando infiniti scenari osé.
“Non so... Tu sei quello più... Beh, con tutti i libri che scrive tua nonna...” “DO'HAO! Mica leggo quella roba, io! Ma per chi mi hai preso?! No. Non rispondere. - borbottò, nascondendo il viso sul suo petto caldo – Andiamo per gradi, ok? A me va benissimo così... Se solo non dovessi dividerti con mezza famiglia...” mugugnò adombrandosi.
“Geloso, volpe?” sorrise divertito il rossino. “Hn...”
“Tu rimani sempre il mio Rukawa preferito!” “E questo dovrebbe consolarmi, Do'hao?” chiese scettico, inarcando un sopracciglio corvino.
“Speravo di sì!” esclamò Sakuragi sbadigliando. “Hn. Dormiamo, va!” mormorò Kaede, afferrando il suo cuscino umano con entrambe le braccia, riflettendo mentre le maglie del sonno lo attanagliavano.
Era abbastanza ovvio che desiderasse toccare e baciare il proprio ragazzo, non si vergognava certo ad ammettere che con lui volesse un rapporto fisico completo, ma dopo tutto quello che aveva dovuto patire per stare con lui, attendere ancora non era un problema.
Aveva imparato ad apprezzare ogni momento, anche quei mesi interminabili in cui il rossino era andato fuori di testa, mezza scuola si era innamorata di lui e a Rukawa non restava che parlare col proprio pene frustrato.
Amava quei ricordi, perché avevano contribuito a portarlo dal suo Hana.
Voleva intraprendere il cammino del sesso, poco per volta, così da gustarsi ogni istante con la dovuta attenzione, evitando così di spaventare il suo timidissimo Do'hao.
Ma c'era un'altra motivazione che spingeva Kaede a dosare i suoi slanci d'affetto: Hanamichi era stanco. Riassettava casa, cucinava, curava il loro immenso giardino e faceva da baby sitter al koala (e al resto della famiglia), il tutto cercando di conciliare lo studio e il basket.
Quando la sera posava la testa sul cuscino crollava quasi subito e Kaede non se la sentiva di... sfiancarlo, ancora di più.
Certo, Hikaru lo aiutava tantissimo e persino lui gli dava una mano... ma il rossino non riusciva più a fare tutto quanto da solo, cosa che non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
“Do'hao!” sbagliò la volpe, addormentandosi profondamente, non prima di aver inspirato il dolce profumo di quella liscia pelle di pesca.
La palestra dello Shohoku era ancora immersa in uno stato di assoluta felicità e stravolgente entusiasmo, dovute alla vittoria del Campionato Nazionale.
Certi della loro forza, i ragazzi avevano ripreso gli allenamenti quasi subito, evitando lunghi festeggiamenti in previsione dei Campionati Invernali.
“Forza! Un ultimo giro di campo e poi partitella tre contro tre!” esclamò Michael, guardando attentamente il riscaldamento della squadra.
Ayako, seduta in panchina accanto ai gemelli Rukawa, sorrise soddisfatta. Quello era il loro momento d'oro, di sicuro la bacheca della scuola si sarebbe riempita ancora un bel po' di coppe e medaglie, prima della fine dell'anno scolastico.
“Mitsui è assente anche oggi - notò distrattamente, annotandolo sul suo quaderno – Manca da tre giorni.”
“Sarà preso dalla scelta dell'Università. Il preside ha promosso tutto il club, come premio per la vittoria, oramai Hisashi ha la testa altrove!” ipotizzò Kurumi, liquidando l'argomento con una alzata di spalle.
Kazuya abbassò lo sguardo, stringendo le mani sulle ginocchia. Non ne era del tutto sicuro. Anzi. Forse era giunto il momento di mettere al corrente i fratelli di quanto aveva scoperto sul loro compagno, anche se ciò avrebbe significato rivangare il momento più tragico di tutta la sua vita.
Ma il giovane Rukawa aveva imparato a non cercare più scorciatoie, affrontando i problemi con forza e determinazione. Non poteva tirarsi indietro.
Rukawa chiuse l'armadietto, sbirciando il meraviglioso corpo del suo ragazzo, ancora sotto la doccia.
La presenza in palestra della Akagi risvegliava in lui tutta la sua impetuosa possessività.
Non apprezzava nemmeno gli sguardi adoranti che la maggior parte degli studenti che affollavano gli spalti rivolgevano all'ignaro rossino, men che meno l'attenzione morbosa dello stesso preside, che sbavava senza ritegno sulle scarpe di Sakuragi. Ma le occhiate della babbuina, che il suo Do'hao non aveva minimamente notato, quelle proprio non le sopportava.
Appena uscito dalla cabina doccia, Hanamichi gli andò subito vicino, sorridendo allegramente.
“Oggi dobbiamo insegnare a nuotare al piccolo Nezumi, non te lo sei dimenticato, vero?” gli chiese il rossino, rivestendosi in fretta. “Hn” “Niente scuse! Ha quasi otto anni. O impara adesso o mai più!” sentenziò il ragazzo, lapidario.
Kaede annuì, troppo distratto per stare a discutere con lui. La visione di quel corpo ambrato, umido, profumato e a pochi centimetri da lui, risvegliò il sempiterno Eddy, che sollevò la testolina per guardare meglio.
“Tanto per sapere, starò a bocca asciutta ancora per molto?” volle sapere il pene, imbronciatissimo. “Hn” sospirò Kaede, rassegnato all'idea di doversi giustificare non solo davanti alla nonna, ma anche con lui.
“Non potresti trovare un compromesso? Io qui sto sempre più stretto!” si lamentò Eddy, muovendosi all'interno dei pantaloni della divisa scolastica.
“Zitto, scemo! Vuoi farmi arrestare per atti osceni in luogo pubblico?” sibilò la volpe, fulminandolo con lo sguardo.
“Ru, ma con chi cazzo stai parlando?!” sbottò Hanamichi, allibito. “Il mio!” mugugnò affranto, mentre afferrava il suo borsone, caricandolo sulla spalla.
“Eh?!” “Niente, Do'hao!” sospirò, uscendo in fretta dagli spogliatoi, non prima di aver notato l'espressione adorante della matricola dai lunghi capelli neri, puntato proprio sul suo ragazzo.
Rukawa si accigliò risentito. Adesso non poteva nemmeno più fare gli allenamenti in santa pace.
“Tutta colpa tua, Do'hao!” sentenziò, trascinando via un disorientato rossino.
Shane si richiuse la porta alle spalle, stiracchiandosi pigramente. Poteva ritenersi soddisfatto. Anche quel giorno aveva potuto ammirare la bravura di Sakuragi.
Era così vitale, luminoso, allegro e pieno di talento, che al suo fianco si sentiva capace di compiere le imprese più incredibili.
Come vincere al primo colpo il Campionato Nazionale. Era stato Hanamichi il vero trascinatore della squadra e grazie a lui, avevano raggiunto quel grande traguardo. Certo, anche i due fratelli Rukawa erano stati bravini, così come il senpai Mitsui... ma Hana li surclassava in tutto! Erano una squadra perfetta. Non fosse stato per quell'imbecille dai capelli ossigenati che perdeva occasione per dimostrare la sua stupidità.
Come in quel preciso momento, intento a fare il cretino con la nuova manager. Che idiota!
“Kumy-puccia? Ti andrebbe di andare al cinema, questo sabato?” chiese Aron, con gli occhietti a forma di cuore. “Troppo dispendioso. I film preferisco scaricarli da internet gratuitamente.” sentenziò la ragazza, raggiungendo i familiari vicino al cancello della scuola.
“Allora... usciamo a cena e poi a ballare?” riprovò la matricola, per nulla scoraggiata. “Tsk! Con i prezzi che hanno quei locali, meglio portarsi un panino da casa e una birra in lattina comprata al supermercato! - sbottò lei, accigliandosi – Bene. Io ora vado, ciao!” lo salutò, incamminandosi verso casa.
“Una figura degna di te!” sibilò una voce astiosa che conosceva fin troppo bene. “E tu che vuoi, scimunito?” tuonò il ragazzo, trovandosi faccia a faccia con il suo peggior nemico.
“Io niente, sei uno spasso!” disse il capellone, passandogli accanto con indifferenza. “Aspetta un po'! - esclamò il biondino, afferrandolo per un braccio – Si può sapere che cosa faccio di male? Almeno io ho il coraggio di provare, a differenza di qualcuno che si limita a osservare estasiato la vetrina delle caramelle senza entrare nel negozio!” lo accusò, livido in volto, poco prima di girarsi dalla parte opposta e correre via, adirato più di quanto avrebbe mai immaginato.
Non ne capiva il motivo, ma vedere quel cretino di Shane in totale adorazione del senpai Sakuragi lo irritava oltre ogni dire.
Gliel'avrebbe fatta pagare. Prima o poi sarebbe riuscito a mettersi con Kurumi e allora non lo avrebbe più guardato con quell'irritante biasimo.
Parola di Aron Tsume.
In piedi, immersi fino alla vita nella piccola piscina circolare della palestra privata dei Rukawa, i tre giocatori dello Shohoku stavano insegnando a nuotare al fratello minore. O meglio, Sendoh e Hanamichi, stavano aiutando Kanata... Kaede si era seduto sul fondale basso della piscina e lì si era addormentato quasi subito.
“Kitsune! Svegliati, Baka! - sibilò il rossino adirato – Ma ti pare il momento?!” “Hn”
“Saresti capace di ronfare nel bel mezzo di una tempesta! - sospirò il ragazzo, rassegnato al carattere assurdo della sua volpaccia – Torniamo a noi, Nezumi. Prova a nuotare da solo, io ti starò accanto per qualsiasi evenienza, ok?” sorrise il giovane, incoraggiando Kanata a muoversi in totale autonomia.
Mentre il bambino iniziava a prendere confidenza con l'acqua, giunsero Kazuya e Hikaru con Kikyo-chan in braccio. “Hana, la piccola continua a piangere e non so che fare!” esclamò la rossina, guardando il fratello disperata.
“Forse avrà fame, in effetti sarebbe anche l'ora. Hiki, nel congelatore in cucina c'è il tiramisù che ho preparato ieri, per favore mettilo sul tavolo, così sarà pronto quando arriveremo. Nezumi, per oggi abbiamo finito. Vai ad asciugarti, riprenderemo domani!” disse Hanamichi, aiutando il Kanata ad uscire dall'acqua, mentre sua sorella gli consegnava la bambina per poi tornare di corsa a casa.
“Mi cambio subito! - sorrise il piccolo – Mmm... Non sarebbe il caso di svegliarlo?” aggiunse, poi, indicando la volpe narcolettica ancora in ammollo.
“Ah, già! Lo avevo scordato. Kitsune? È l'ora della pappa!” lo prese in giro Sakuragi, scuotendogli una spalla. “Do'hao!” sbadigliò Kaede, imbronciatissimo.
“Si è svegliato il bimbo, hai visto Kikyo?” rise il rossino, rivolgendosi alla piccola. “Non dormivo affatto, Do'hao!Come avrei potuto, con la tua voce che mi perforava i timpani?- sibilò ancora il corvino, sedendosi su una sdraio, subito seguito dal compagno - E tu, mocciosa-idrante, vedi di chiudere la pompa. Per colpa tua non ho più maglioni puliti!” borbottò, guardando storto la sorellina.
“Sei davvero un mostro! Minacciare una creaturina così piccola e indifesa!” lo sgridò Hanamichi, stringendo Kikyo con maggior trasporto. La neonata apprezzò il gesto, tanto da smettere di lamentarsi e sospirare soddisfatta tra le sue grandi braccia. “Sarà anche piccola e indifesa, ma inquina più di una petroliera!” borbottò la volpe, incrociando le braccia al petto. Avrebbe tanto voluto essere al posto del koala, in quel momento. Dannazione!
Sendoh sorrise diverto, osservando 'la strana coppia' all'opera. Quei due erano davvero irrecuperabili. Però facevano quasi tenerezza, sembravano due sposini alle prese con la primogenita.
“Mmm... Akira, ti dovrei parlare un attimo...” si sentì dire da Kazuya, rimasto in disparte fino a quel momento. “Cosa c'è?” domandò sorpreso dal suo volto serio e titubante.
“Non ti ho detto tutto... riguardo le... le anfetamine, ecco...” balbettò il ragazzo, attirando l'attenzione dei fratelli. “Hn? Cos'altro hai combinato?” sibilò Kaede, improvvisamente sveglio.
“Le pasticche... io... le ho trovate per terra, al parco, è vero.... ma... - Kazuya trasse un profondo sospiro e sputò l'osso – Erano cadute dalla tasca dei pantaloni di un vostro compagno di squadra, Hisashi Mitsui.”
-FINE PRIMA PARTE-
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