DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-'

DEDICHE: A Neikos, Midnight e KuroiHikaru, per la loro grande pazienza.

RINGRAZIAMENTI: A Nivis e al suo dizionario magico! Grassie Bissa!!!^^

 


 


Strange Family

parte III

di Gojyina-chan


Hanamichi rimase imbambolato diversi secondi ancora, osservando incredulo l'asso del Ryonan che salutava la sua famiglia.

Akira gli andò poi vicino, col suo solito sorriso gentile.

 

“No! Sei davvero tu il ragazzo tutto fare di cui mi ha parlato papà!? Da non crederci!Mmm... Che buon profumino... Cioccolato, vero?” chiese il Sempai, dirigendosi in cucina.

 

Come un automa, il rosso lo seguì fino al piano da lavoro, dove aveva lasciato sia il budino per la volpe che la torta che stava decorando prima di essere interrotto dallo  squillo del campanello.

 

“Hai messo anche la panna montata intorno?! Ma sei bravissimo!” si complimentò Sendoh, sinceramente stupito.

 

Hanamichi si limitò ad annuire, arrossendo appena. Non era abituato a quel tipo di manifestazioni d'apprezzamento.

Per combattere il suo disagio, ricominciò a guarnire il dolce al cioccolato, grattugiandovi sopra il cocco fresco.

 

Pochi istanti ancora e la famiglia Rukawa invase la cucina, pronta per la colazione.

 

“La mamma ha sistemato tutto, prima di partire?” domandò Kyosuke, chinandosi ad aprire l'armadietto accanto alla lavastoviglie, recuperando così il piccolo Kanata.

 

“Ciao! - sorrise Akira, scompigliando affettuosamente i capelli del fratellino -  Sì, mamma ha firmato tutto. Da oggi frequenterò lo Shohoku!” annunciò, passando accanto a Sakuragi.

 

Alla notizia, la torta che il rossino teneva in mano, rischiò di sfracellarsi sul pavimento.

Kaede e Sendoh, con uno scatto fulmineo, riuscirono a salvare la colazione.

 

“Do'hao!” sbuffò la volpe, posando in tavola il prezioso vassoio.

 

“Tu... Tu ti... Tu... Ti sei iscritto a...? E farai parte del...?” balbettò Hanamichi, guardando il porcospino con gli occhi sgranati.

 

“Beh, starò qui a tempo indeterminato e il Ryonan è piuttosto lontano. Farò l'ultimo anno allo Shohoku e poi mi iscriverò all'Università di Tokyo!” gli spiegò Akira, sedendosi vicino alla nonna.

 

Il rosso prese posto accanto a lui, seguito dalla volpe.

 

“Aki! - esclamò Kurumi, entrando di corsa nella stanza e abbracciando il fratellone, felice – Ti presento la mia amica Hikaru, è la sorella di Hana!”

 

“Molto piacere! - sorrise Sendoh, facendo un leggendo inchino – Ma che carina! Sei proprio sicura di avere gli stessi geni di Sakuragi?” scherzò, guadagnandosi una gomitata da parte del numero dieci dello Shohoku.

 

Kazuya non gradì lo sguardo luminoso che Hikaru rivolse ad Akira e si chiuse in un cupo silenzio.

 

“Il nano non sarà affatto contento del tuo arrivo!” borbottò Hanamichi, sovrappensiero.

 

“Posso anche partire dalla panchina. - lo rassicurò il porcospino -  Non voglio creare tensioni in squadra... per quello basti tu!”

 

“Ma come siamo simpatici! Hai fatto un corso per corrispondenza di 'facile umorismo'?” sibilò Sakuragi imbronciandosi.

 

“Volevo solo farti reagire un po'... Quando mi hai visto hai fatto una faccia!” gli fece notare Akira, iniziando a mangiare la torta.

 

“Non... Beh! Ero solo sorpreso! Non sapevo che fossi un Rukawa...” arrossì Hanamichi, a disagio.

 

“Mmm... Ma questa torta è divina!” sospirò Sendoh, estasiato.

 

“Peccato che sia su uno squallido piattino! - sbuffò Kikyo-san – Sarebbe ancora più appetitosa se spalmata sul bel corpicino di Hana! La leccherei via usando solo la ling....”

 

“NONNA!” tuonarono i nipoti, mentre Akira si contorceva dalle risate e Sakuragi si copriva il volto in fiamme con una mano.

 

 

 

Kaede percorse il tragitto che lo avrebbe condotto a scuola, avviluppato nel migliore dei silenzi.

 

Taceva e osservava.

 

Qualche metro davanti, camminavano fianco a fianco Kurumi e la piccola Sakuragi. Sua sorella era intenta a tessere le lodi di un Sempai del terzo anno, a suo parere 'Bello come un Adone', suscitando i sorrisi della piccola rossina, che non risparmiava qualche fugace occhiata a Sendoh, poco distante da lei.

 

Kazuya passava lo sguardo da Hikaru al fratello maggiore, incupendosi sempre più.

 

Incuranti di quella fitta ragnatela di sguardi e muti dialoghi, Akira e Hanamichi continuavano il loro dibattito su chi fosse il giocatore fondamentale dello Shohoku.

 

Unico spettatore di quella scena da soap-opera, era la volpe addormentata, che rimpiangeva le sue solitarie pedalate mattutine con il walkman come unico compagno di viaggio.

 

Cos'è che aveva pensato qualche giorno prima?

Che sarebbe stato un anno molto lungo?

 

Si era sbagliato.

 

Sarebbe stato un anno terribile.

 

 

 

Sia l'annuncio del ritorno di Sakuragi, che dell'arrivo di Akira Sendoh quale nuovo componente del team dello Shohoku, furono accolti con grande gioia della squadra, composta per lo più da matricole che avevano potuto ammirare i due ragazzi e la volpe, durante le partite del campionato interscolastico e che adesso avrebbero potuto conoscere di persona.

 

Come era facilmente intuibile, Miyagi non prese bene l'arrivo del rivale di ruolo ma, forte dello sguardo rassicurante di Ayako, evitò litigi o stragi a tappeto di sorridenti porcospini e si disse ben lieto di avere nel gruppo un elemento così forte.

 

“Ragazzi, già che siamo in vena di presentazioni... - esordì Ayako - ...Vorrei comunicarvi un'altra notizia importante. Da quest'anno, oltre alla sottoscritta e ad Haruko, ci sarà una terza manager, Kurumi Rukawa!” disse, sorridendo soddisfatta, mentre la giovane entrava in palestra, salutando poi i presenti.

 

Kaede chiuse gli occhi, contando fino a cento.

Terribile?

No, no.

 

Sarebbe stato un anno orrendo!

 

“Bene, bene! - rise Anzai, scrutando i suoi giocatori – Credo proprio che quest'anno ci divertiremo!”

 

“Mister? - mormorò Ayako, porgendogli un foglio – Il preside ha dato il suo benestare!”

 

 

 

Hanamichi si guardò attorno e per la prima volta da quando, l'anno precedente, aveva messo piede in quella palestra, si sentì profondamente a disagio.

 

Kogure e Akagi non c'erano più, al loro posto, v'era un folto gruppetto di matricole, tra le quali spiccavano due tipi dalla strana capigliatura. Uno con i capelli corti, color platino e l'altro dalla lunga chioma nera che gli arrivava sino a metà schiena quasi e con le due ciocche sopra la fronte di un curioso violetto chiaro.

 

Hiyoko e Kenagaitachi.

 

Ecco come li avrebbe chiamati.

 

Uno sembrava un pulcino e l'altro una strana puzzola. Magari per il moretto, con i capelli raccolti in una 'lunga coda', poteva bastare anche un semplice Kenaga...

Ci avrebbe riflettuto in seguito.

Almeno gli animali li aveva trovati.

 

Il rossino si dilungò in simili sciocchezze ancora un po', giusto il tempo di ricacciare indietro l'assurda malinconia che lo aveva attanagliando.

Non sembrava più la squadra che aveva lasciato qualche mese prima per andare in riabilitazione.

Non lo era decisamente più.

 

Tutto era cambiato.

 

Dei suoi Sempai del terzo anno, era rimasto solo Mitsui. Aveva saputo da Ayako che il numero quattordici era stato bocciato, per cui avrebbe passato un altro anno in loro compagnia.

Hana non aveva avuto ancora modo di scambiare due chiacchiere con lui, ma intuiva dal suo sguardo cupo, che sarebbe stato più opportuno slittare la conversazione, destinandola a tempi migliori.

 

Ayako attirò la sua attenzione, mentre il sorriso educato di Kurumi andò via via trasformandosi in un ghigno quasi diabolico.

 

“Ragazzi, la scuola non ha più fondi né per pagare i nostri materiali né le trasferte che faremo durante l'anno, quindi, il preside ci ha permesso di organizzarci liberamente per raccogliere il denaro necessario alla sopravvivenza del nostro club! - annunciò Ayako, mostrando alla squadra un volantino colorato –  Tra meno di dieci giorni, si terrà un concorso di cosplayer e il premio in denaro che mettono in palio, ci garantirebbe una sicurezza economica, non solo per quest'anno, ma per i prossimi tre!”

 

“Cosplayer?!” chiese Ryota, aggrottandosi.

 

“Esatto! - sorrise Ayako -  Quei ragazzi che si travestono da personaggi di manga o anime. Ho già pensato al tema: Saiyuki! Non solo è famoso a livello mondiale, ma i quattro protagonisti sono maschi, così non sarete costretti ad indossare abiti femminili! Tra un paio di giorni, avremo due settimane di vacanze. Ho pensato che potremmo sfruttare le mattine per le prove e il pomeriggio per i soliti  allenamenti!”

 

“Saiyuki è quello con Goku, vero?” domandò Haruko.

 

“Allora siamo a posto! Abbiamo già la scimmia!” rise il neocapitano, indicando Sakuragi, che non prese bene la sua battuta.

 

“E-ehm... Ryota... Come posso dirtelo senza offenderti?” borbottò la manager, imbarazzata.

 

“Sei un deficiente!” rispose per lei Hanamichi, sogghignando beffardo.

 

“Non intendevo questo!” tuonò Ayako, tirandogli una sonora sventagliata in testa.

 

“Visto? Abbiamo sia Goku che Sanzo!” rise Miyagi, attirandosi l'imperituro odio del rossino.

 

“C'è un problema... fisico... Sai... Goku è il più piccolo... e Hana è davvero troppo alto... - gli spiegò la ricciolina, sempre più a disagio – Speravo che Goku lo potessi fare tu!” confessò candidamente, donandogli un sorriso fintamente timido.

 

“Io?! Ma perché?” volle sapere il ragazzo, imbronciandosi.

 

“E-ehm... Ryota... Come posso dirtelo senza offenderti?” ripeté la manager, ancora una volta soccorsa dal bel rossino.

 

“Sei tappo, nano!”

 

“Non glielo volevo dire così!” tuonò Ayako, ricominciando a colpirlo.

 

“Ragazzi – esordì Anzai, riportando la calma – Mi rendo conto che sia una seccatura, ma senza quel denaro dovremo dire addio a trasferte e amichevoli.”

 

“Esatto Mister! - annuì la manager – Quindi, io e le ragazze ci occuperemo di abiti e accessori e voi... Ci metterete la faccia!”

 

“Voi... Chi?!” chiesero i ragazzi in coro.

 

“Semplice! - sbottò la ragazza – Miyagi interpreterà Goku, Sendoh sarà Hakkai, Rukawa farà Sanzo e Hanamichi sarà Gojyo!”

 

Silenzio di tomba.

 

“Non ho ben presente chi sia questo Hakkai, ma per me non ci sono problemi.” disse Akira.

 

“Hn!” sbuffò Kaede, contrariato per quell'immane seccatura. D'altronde, se voleva giocare utilizzando palloni decenti, non gli restava altra scelta.

 

“Sto Gojyo chi cavolo è?!” chiese Sakuragi, guardandosi attorno, confuso.

 

“Il capellone del gruppo dalla folta chioma purpurea!” gli spiegò Kurumi, ricominciando a fissarlo intensamente.

 

Rukawa notò distrattamente il simbolo dello yen che brillava nelle iridi della sorellina.

 

Quella pazza aveva in mente qualcosa.

 

 

 

Hanamichi chiuse l'anta del suo armadietto, trattenendo uno sbuffo insoddisfatto. Il suo primo allenamento post-riabilitazione, era andato meno peggio di quanto aveva preventivato. Aveva corso, saltato, tirato a canestro e la schiena non gli aveva fatto male per niente.

 

Però aveva avuto, per tutto il tempo, una fottuta paura.

 

A causa del suo infortunio, era stato costretto a lasciare Hikaru da sola per quasi un mese. Ok, era stata ospitata dalla famiglia Mito, ma non aveva avuto il suo fratellone accanto.

Sakuragi non poteva rischiare un secondo abbandono. Erano l'uno, la famiglia dell'altra. Non avevano nessun altro al mondo e...

 

“Ehi, Hana? - lo chiamò Akira, strappandolo alle sue elucubrazioni – Hiki e i gemelli aspettano per tornare a casa, sbrigati!”

 

“Do'hao!” sbottò Kaede, prendendo il suo borsone.

 

Lo aspettavano per... tornare a casa, insieme...

 

 

 

Dopo aver salutato i genitori e la nonnina, i ragazzi si dispersero per la grande casa.

 

Kazuya si chiuse in camera sua, le ragazze si accomodarono i soggiorno a chiacchierare, mentre la volpe sprofondò su una poltrona, guardando una partita di Basket registrata qualche sera prima.

 

Hanamichi, invece, aiutò Sendoh a portare i suoi borsoni nell'appartamento sopra il garage.

 

 

 

“Caspita, Hana! Mi hai anche riempito il frigo!? Non dovevi disturbarti! - sorrise il Sempai, colmo di gratitudine – Già pulire una casa disabitata da anni, sarà stato faticoso...”

 

“Non c'è problema, è il mio lavoro. - gli fece notare il rossino, posando a terra l'ultima valigia -  Ora vado a cucinare, si cena alle otto.” lo avvertì salutandolo.

 

Sakuragi scese le scale di corsa. Giunto all'ultimo gradino, schivò l'attacco di Kato, nascosto tra le fronde di un albero. Il gatto si stampò sullo scorrimano con uno straziante miagolio.

 

Dirigendosi verso la casa principale, il ragazzo notò Kuro in mezzo al prato.

Immobile e silenzioso.

Osservandolo meglio, lo vide strizzare gli occhi e aprire piano la bocca, mentre muoveva adagio un solo, piccolo passo.

Doveva essere questa la famosa tartaruga di cui aveva parlato Kyosuke.

 

Sobbalzando violentemente, Hanamichi si ricordò della posta che il capo famiglia gli aveva chiesto di ritirare.

Corse verso il cancello, rovistando nelle tasche dei jeans alla ricerca delle chiavi che gli aveva dato l'inventore.

Aprì poi il piccolo sportello della cassetta e ...

 

Una mano pallida, gli porse gentilmente le lettere ordinatamente ammassate l'una sull'altra.

 

 

Il grido disumano del rossino, richiamò l'intera famiglia Rukawa che nel giro di qualche minuto, accorse da lui preoccupata.

 

 

“Una ma... una ma... C'è una ma...” balbettò il povero ragazzo, bianco come un lenzuolo e con una mano artigliata al petto.

 

“Oh, sì! E' una delle mie migliori invenzioni! - spiegò Kyosuke, orgoglioso – Si chiama 'Mano-mano' E' molto comoda! Ti passa tutte le lettere senza dover rovistare dentro la cassetta della posta!”

 

“Una ma... una ma...”

 

“Forse avresti dovuto avvertirlo, pà!”  gli fece notare Sendoh, mentre tirava su di peso il tremante rossino.

 

“Una ma... una ma...” continuava a ripetere sconvolto.

 

“Su, su! Da bravo, calmati Hana. Non è successo niente!” lo tranquillizzò Akira, posandogli un braccio dietro alla schiena.

 

“Una ma... una ma...”

 

“Do'hao!” sbuffò Kaede. Sbadigliando distrattamente.

 

“Ehi, tu! Baka Kitsune! Vorrei vedere te al mio posto!” s'imbronciò Sakuragi, tornando finalmente in sé.

 

Il porcospino gli scompigliò affettuosamente i capelli.

 

“Coraggio, Hana! Non è successo nulla!” lo rincuorò Kurumi, sorridendogli 'troppo' gentilmente.

 

“Ah...Sì...E' che... Niente!” borbottò Sakuragi, imbarazzatissimo, incamminandosi verso casa.

 

“Hana? - lo chiamò Akira - Per la cena di stasera... Vuoi una 'mano'?” gli chiese ridendo come un matto.

 

“Ma che simpatia di fratelli, davvero!” sibilò arrossendo, prima di correre verso la sua amata cucina.

 

 

A Kaede non sfuggì il dolce sorriso che Sendoh rivolse al rossino.

Corrucciandosi suo malgrado, tornò in sala a guardare l'N.B.A.

 

 

Hanamichi terminò di tagliare la mozzarella, giro il sugo al pomodoro e scolò la pasta. Aprì lo sportello accanto alla lavastoviglie e chiese a Kanata di passargli la teglia più grande che c'era.

 

“Grazie, piccolo! - gli sorrise, richiudendo l'anta – Cosa leggi?”

 

“Il vecchio e il mare” rispose la vocina.

 

“Mmm... Potrei fare il pesce spada di secondo. Il sugo ce l'ho, basta fare un soffritto di cipolle. Ti va?” chiese mentre adagiava i maccheroni nella teglia.

 

“Hn”

 

“Lo prendo per un sì!” rise, scuotendo la testa. Quel bambino era proprio un Kaede in miniatura.

 

“Con chi stai parlando?!” volle sapere Akira, entrando in cucina.

 

“Kanata” gli spiegò, indicandogli il mobiletto.

 

“Ti ha parlato?! Strano. Quando legge non lo fa mai... In effetti, lui legge sempre! - borbottò pensieroso – Che fai da mangiare?” domandò guardandolo cospargere la pasta di sugo e mozzarella.

 

“Pasta al forno con  mozzarella e melanzane e di secondo pesce spada al sugo. Se riesco, faccio di nuovo il tiramisù, piace a tutti!” disse Hanamichi, iniziando a tagliare la cipolla.

 

 

 

Sbuffando contrariato, Kaede abbandonò la comoda poltrona per procacciarsi l'agognata merenda che il Do'hao non aveva ancora portato.

 

Sedute sul divano poco distante da lui, Kurumi stava mostrando ad Hikaru il manga di Saiyuki, parlandole del concorso.

 

Il volpino, guardò sorpreso il suo assurdo gatto farsi bellamente coccolare dalla piccola rossina.

Riflettendo velocemente, si ritrovò a pensare che quella doveva essere la prima volta in assoluto che lo sentiva far le fusa.

 

Sembrava quasi un animale normale.

 

Rimuginandoci sopra, entrando in cucina, trovando Sakuragi in lacrime tra le braccia di Akira.

Rimase imbambolato accanto allo stipite della porta, incredulo e discretamente infastidito.

 

Non credeva che il rosso si fosse spaventato a tal punto per la storia della mano... Poi sentì nell'aria un forte odore di cipolla e intuì l'arcano.

 

 

 

Sendoh passò l'ennesimo fazzoletto di carta ad Hanamichi, trattenendo un sorriso.

 

“Stupidissime cipolle!” borbottò il rossino, imbarazzato all'ennesima potenza.

 

“Hn”

 

“Oh, Kitsune... Accidenti, la merenda! - sobbalzò Sakuragi, correndo ad aprire il frigo –  Ho fatto la mousse al cioccolato.” annunciò, portando il vassoio in salotto mentre Akira cercava le coppette e i cucchiaini.

 

Sembravano una coppia di sposini.

A quel pensiero, Kaede, inspiegabilmente si incupì.

 

“Ho anche fatto le lingue di gatto, se le volete!” disse il giovane cuoco alle ragazze.

 

Kato, rizzò il pelo guardandosi attorno sgomento. Dopo un secondo attimo di puro panico, scappò via terrorizzato.

 

“Sono biscotti, imbecille! Mica parlavo con te!”  sbottò Hanamichi, corrucciandosi.

 

“Do'hao!” sputò il volpino, più duramente di quanto avesse voluto.

 

“Ma che ho fatto?!” gli chiese il rossino, guardandolo con gli occhioni sgranati.

 

Forse furono le guance arrossate, ancora umide di pianto o il suo sguardo da cucciolo abbandonato o la confusione nei suoi occhi scuri, fattostà che Rukawa sentì un'improvvisa stretta alla bocca dello stomaco, che lo lasciò senza fiato.

 

“Hana-pucci?” trillò Kurumi, sorridendo al bel rossino – Vieni qui che ti faccio vedere Gojyo!”

 

“Chi?! Ah, sì! Il tizio... - borbottò Sakuragi, sedendosi accanto a lei – Non mi somiglia per niente!” sentenziò, dopo una breve occhiata al manga.

 

“Suvvia! Una parrucca e un bel vestito e sarete due gemelli separati nella culla! - lo incoraggiò la ragazza dall'inquietante sorriso – Ma lo sai che è uno dei più amati in assoluto? Donnaiolo, sexy e irriverente, ma con un triste passato alle spalle!”

 

“Ah, sì?” sbadigliò il giovane, passando una coppetta di mousse alla sorellina.

 

“Già! La sua matrigna cercò di ucciderlo da piccolo, ma fu salvato dal fratello maggiore. Che scena triste! In quel momento, il piccolo Gojyo desiderò morire davvero, pur di far cessare le lacrime della donna!” concluse Kurumi, sospirando commossa.

 

A quell'ultima frase, Hanamichi sbiancò paurosamente. Dopo aver lanciato uno sguardo indecifrabile alla sorella, si alzò velocemente dal divano.

 

“La pasta... L'ho lasciata nel forno...” mormorò aggrottandosi, andando a rifugiarsi in cucina.

 

“Cos'ho detto di male!?” chiese la piccola Rukawa, rivolgendosi all'amica.

 

Ma Hikaru scosse il capo, confusa quanto lei.

 

 

 

Kurumi ricominciò a sfogliare distrattamente il manga. Ormai aveva deciso e non poteva tornare indietro. Ad ostacolare il suo piano geniale, c'era solo la timidezza di Hanamichi. Doveva trovare un sistema rapido ed efficace per toglierla di mezzo. Non per sempre, ma almeno fino al raggiungimento del suo obiettivo. Era certa che, alla fine di quella storia, il rossino l'avrebbe ringraziata.

 

Come potava fare? Certo, c'era sempre 'quello'... Però non lo aveva mai testato su di un essere umano e Sakuragi era dotato di una forte personalità...

 

Però...

 

Akira.

 

Era tornato da poco... Poteva organizzargli una festa, magari nel suo appartamento sul garage... Ancora due giorni e la scuola sarebbe stata chiusa per due intere settimane... Certo. Avrebbe avuto due giorni interi per esercitarsi e, grazie all'alcol, le difese del rosso si sarebbero abbassate.

 

Non aveva certezze, ma ci doveva almeno provare.

 

“Ehi, gente! - sbottò all'improvviso, ottenendo l'attenzione dei familiari – Dopodomani potremmo organizzare una festa in onore del nostro fratellone, che ne dite?”

 

“Sarebbe carino, grazie! - sorrise Sendoh – Se non ricordo male, il giorno dopo non c'è nemmeno scuola...”

 

“Già! Ma... dove potremmo farla?” chiese la ragazza, fingendo di pensare.

 

“Usiamo il mio appartamento!” disse Akira, illuminandosi.

 

Kurumi sorrise soddisfatta.

 

“Accidenti, Aki! Hai avuto un'idea davvero geniale...”

 

 

 

L'argomento principale della cena, fu il concorso di cosplayer.

Kurumi convinse sua madre a costruire gli accessori dei personaggi e intavolarono una discussione sugli abiti da far indossare ai ragazzi.

 

“Quelli del Reload sono indubbiamente i più belli! Gojyo con i jeans attillati è uno spettacolo per gli occhi!” sentenziò Katy, battendo le mani.

 

“Mmm... - mugugnò la nonnina – Ho visto delle bellissime doujinshi, in cui Sanzo e Gojyo si rotolavano allegramente tra le lenzuola. Potreste fare...”

 

“NONNA!” tuonarono i tre nipotini, mentre Akira scoppiò a ridere divertito.

 

“Che c'è? E' un'idea originale! - borbottò Kikyo-san, imbronciata – Sul palco, Sanzo afferra il bel rossino, baciandolo con passione!” sospirò, con gli occhietti sognanti.

 

Hanamichi soffocò con la mozzarella e Akira gli porse velocemente un bicchiere d'acqua.

 

“Mmm... Adesso che ci penso, Gojyo l'ho visto anche in coppia con Hakkai... Vivono anche insieme...” rifletté la nonna.

 

“Hn!” ringhiò Kaede, allontanando il piatto con malagrazia.

 

“Che c'è, Ede?” chiese suo padre preoccupato.

 

“Troppo sale” mentì la volpe, nascondendo l'imbarazzo.

 

“A me non pare proprio!” commentò Sendoh, continuando a mangiare.

 

 

 

Kikyo osservò attentamente i suoi nipoti. Stavano crescendo decisamente bene.

Belli, forti e decisi quanto lei.

 

Ma c'era dell'altro. Lo vedeva chiaramente dall'alto della sua esperienza.

 

Sottotrame silenti... Sguardi sfuggenti... Muti linguaggi...

 

Culetto d'oro, seduto tra i suoi due nipoti più grandi, solitamente allegro e splendente, in quel momento sembrava con la mente altrove. Ciò nonostante, riusciva ad essere in perfetta sintonia con Akira.

 

Lo capiva dai loro piccoli gesti, all'apparenza insignificanti. Da come si passavano la bottiglia dell'acqua o un tovagliolo... Dal modo in cui parlavano, così calmi e rilassati.

 

Sciocchezze che nascondevano grandi verità ancora taciute.

 

Come il gesto di stizza di Kaede, sempre così pacato e silenzioso, che adesso appariva decisamente troppo nervoso e imbronciato per i suoi standard abituali. Nemmeno dopo la sconfitta contro il Kainan lo aveva visto così furioso.

 

Gli sguardi traboccanti di nostalgia che Hikaru riservava ad Akira e l'astio malcelato di Kazuya, taciturno come non lo aveva mai visto prima.

 

Kurumi, che lanciava sporadiche occhiate al bel rossino, sorridendo soddisfatta e il piccolo Kanata che, pur continuando a leggere come suo solito, alzava il viso dal libro appena udiva il suono della risata di culetto d'oro.

 

Doveva stare molto attenta. Ben presto avrebbe avuto abbastanza materiale per poter scrivere l'ennesimo best seller.

 

 

- FINE TERZA PARTE -

 

 

 

 

 

Ru: Abbiamo aspettato mesi, per sta roba?! è___é

Gj: Gooojyyyooooo *___________*

Aki: Si è impallata di nuovo  ^___^'''

Ru: Hn.

Hana: Ma perché devo fare proprio io quel tipo? Com'è che si chiama?

Gj: Gooojyyyooooo *___________*

Hana: Ah, sì! Giusto!^^

Ru: Se, se! Siamo a posto! Ci toccherà aspettare otto mesi per il 4 capitolo!

Aki-Hana: Dici? O_O'''

Ru: Ora che questa si ripiglia... -___-''

Gj: Gooojyyyooooo *___________*