DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-' NOTE: È la prima FF che scrivo a distanza di anni...devo dire che è stato più difficile ricominciare a farlo, piuttosto che scrivere per la prima volta ç___ç Dedicata a tutti coloro che hanno amato la nonnina-hentai e a Lucy, sperando di non deludere le sue aspettative....(La parte più... *ç*, arriverà nel prossimo capitolo! ^ç^) Questa allucinata/allucinante FF, l' ho scritta solo per voi!
Strange Family parte II di Gojyina-chan
"Ciao! Vi presento Hana-chan!" disse Katy, staccandosi dalla tela per un istante. "Lo conosciamo, mamma. E' il fratello della mia amica Hikaru!- la interruppe Kurumi - A proposito, lei dov'è?" chiese al rossino. "Non le ho ancora parlato di questo lavoro...Glielo dirò stasera!" mormorò Hanamichi, guardando per terra. Sembrava...preoccupato. Probabilmente, si vergognava di essersi fatto beccare proprio da lui, conciato in quel modo... Come dargli torto! Però...stava bene, vestito così! Rukawa trasalì, a quel pensiero assurdo. Borbottando qualcosa di umanamente incomprensibile, salì in camera sua. Era il Do'hao! Vestito in modo incredibilmente sexy, ma era pur sempre il Do'hao!
“È LA FAMIGLIA DI RUKAWA?!" tuonò Mito, prima di scoppiare in una fragorosa risata. "Bell'amico che sei! - ringhiò Hanamichi, guardandolo storto - Invece che sfottere, aiutami a fare uscire Hikaru dal bagno! S'è chiusa dentro, appena ha saputo che cambiavamo casa!" "Oh! Perdonami! - disse l'amico, tornando di colpo serio - Aspetta, provo a parlarle io!" "Piccola, vieni fuori di lì, è arrivato Yo!" disse il ragazzo, non sortendo alcun effetto. "Hiki, verrò a trovarti tutti i giorni e poi, ci vedremo a scuola! La casa è bellissima, sai? È quella di Kurumi!Te l' ha detto, Hana, vero?" insistette il moro. "Lo sai che dentro la dependance, c'è anche un pianoforte gigantesco? Ti piace suonare, no?" continuò il fratello, sull'orlo della disperazione. La ragazza, incuriosita, aprì piano la porta. "E' bellissimo! Nessuno è capace di suonarlo...Potresti farlo tu!" le propose Sakuragi, facendole brillare gli occhi di gioia. "Bene! Prepara le tue cose, possiamo trasferirci anche domani stesso!" esultò Hanamichi, prendendola sotto braccio. Mito chiamò il Guntai e in breve tempo, i due fratelli prepararono i bagagli. Hana, detestava l'idea di essere alle 'dipendenze' del Kitsune, ma non poteva proprio fare diversamente. Guardando il visino felice della sorella, pensò che, pur di vederla serena, avrebbe sopportato qualunque cosa, Rukawa compreso.
"Kae, posso parlarti un attimo?" gli chiese Kazuya, entrando in camera sua. Togliendosi gli auricolari dalle orecchie, spense lo stereo e gli indicò di accomodarsi sul letto. "Come fai a capire di essere innamorato di una persona?" domandò il ragazzo, arrivando dritto al punto. "Non saprei…Non mi è mai capitato!" rispose sinceramente. "Allora non sai se è vero che si diventa stupidi!" sospirò depresso. "Hn" "Kuso! - imprecò, passandosi una mano tra i capelli scuri - Ma non si può amare una persona con cui non parli nemmeno, giusto?" A quella domanda, Kaede si soffermò a lungo, riflettendoci su. "Non è necessario comunicare con le parole, può bastare uno guardo...o un gesto..." "Allora sono rovinato!" gemette Kazuya, affondando la testa sul cuscino. "Hn?" "Lo capirai domani!" si limitò a bofonchiare, affranto.
Kurumi, per tutto il giorno, non parlò che del trasferimento di Hikaru, insistendo parecchio per aiutarla a traslocare. Con quattro fratelli, finalmente poteva avere una specie di sorellina tutta per sé. Tra l' altro, per attuare il suo redditizio piano, doveva assolutamente fare in modo che Hana-chan venisse a vivere con loro, il più velocemente possibile. Sfregandosi le mani, si preparò all'affare del secolo. Avrebbe guadagnato migliaia di yen, nel giro di pochi giorni! Non c' erano dubbi: era lei, la più intelligente della famiglia!
"Siamo arrivati!" annunciò Kurumi, posando un borsone vicino alla porta di casa. "Hiki, qualunque cosa tu veda, non temere! Sono un po' eccentrici, ma non pericolosi!" le ripeté Hanamichi, varcando la soglia del cancello. La ragazza annuì perplessa. Non capiva proprio il motivo di tanta ansia da parte del suo fratellone. Iniziarono a sorgerle alcuni dubbi, quando notò un piccolo cane nero, strisciare a pancia in giù sull'erba. "Non lo so, non me lo chiedere!" sospirò il ragazzo, fingendo di non vederlo. "Fa la lumaca, Do'hao!" disse una voce familiare, alle sue spalle. Sakuragi trasalì, trovandosi il volpino a pochi passi da lui. "La...lumaca..." ripeté il rosso. Aveva imparato a non chiede spiegazioni. "Hn" "Che carina!!! E' tua sorella, vero? - trillò Katy, andando ad abbracciare Hikaru - Vieni, tesoro! Ti faccio vedere la casettina-ina-ina!" canticchiò la donna, dirigendosi verso la dependance. Suo fratello, non aveva tutti i torti, a preoccuparsi per lei! "Kazuya!Porta la borsa di Hika!Su-su!" continuò la signora. La piccola Sakuragi, ringraziò il compagno di classe, con un leggero inchino. "Nn...t...prccpr! C..pen...s ...iii!!!" disarticolò il giovane, sotto gli occhi allibiti del parentado. "EH?!" chiesero in coro. "Nn...t...prccp...!- ripeté lui - C...pen...s...iiiiii!!!!!" che tradotto, voleva dire < Non ti preoccupare!Ci penso io!> Kaede, si affiancò al fratello. "Hai sentito, o no? Quando tento di parlarle, mi vengono solo mugugni strani!!!" gemette Kazuya, arrossendo furiosamente. "Hn" "Sono rovinato!" "Hn" annuì il volpino. "Non mi sei di nessun aiuto!" ringhiò il più giovane.
La dependance, era molto grande e luminosa. Appena entrati, c' era una spaziosa sala, con angolo cottura e frigo bar a destra e, sulla sinistra, un divano con un paio di poltrone e il pianoforte, alcuni mobili e una tv. In fondo, vi erano la porta della camera con due letti all'occidentale, da una piazza e mezza, con scrivania ed un armadio, nel bagno, c' era addirittura vasca idromassaggio! Il rossino, portò i borsoni nella camera, mentre Hikaru si stava ancora guardando attorno, incredula. La sua attenzione, fu catalizzata dal piano. Fece scorrere le dita affusolate sui tasti bianchi e neri, sorridendo al suono che produsse. Credeva di averlo dimenticato, invece... "Piccola, preferisci il letto vicino alla finestra, vero?" le chiese il fratello, con la solita dolcezza. Lei annuì e corse ad aiutarlo con i bagagli. Kurumi le diede una mano a sistemare i libri di scuola sugli scaffali della libreria. Forse non era stata una brutta idea, andare a vivere lì... Quel posto le piaceva!
"Signora, i bagagli posso sistemarli in seguito - disse Hanamichi, aprendo distrattamente l'armadio - Mi dovrebbe spiegare cosa desiderate che cucini per cena, così potrò iniziaaaAAAAAH!" gridò, balzando all'indietro, quando vide un ragazzino, seduto DENTRO il mobile, con un grosso libro ed una torcia in mano. "Kanata! Ecco dov'eri finito!" trillò la madre, facendo segno al bimbo di allontanarsi dal suo rifugio. “È...armadio..!" balbettò il rosso, guardando il compagno di squadra, che di certo, sembrava il più normale di tutti! "Hn. Ehi, vai in camera mia..." si limitò a dire al fratellino. "Ok! Ciao!" li salutò, uscendo tranquillamente. "È...armadio...!!!" ripeté Hanamichi, con le coronarie irrimediabilmente lese. "Alle volte si mette anche sotto i letti o nello sgabuzzino. Non farci caso!" gli consigliò Kurumi, agitando una mano con noncuranza. KAMI SAMA! Erano fuori come dei terrazzini! Hanamichi, pregò che quel genere di pazzia, non fosse contagiosa.
Kaede mostrò al rossino dove fossero stoviglie e vivande ed il funzionamento dei fornelli. Hanamichi era estasiato. Non aveva mai visto una cucina così grande. Sembrava quella di un ristorante. Lunga quasi sei metri, con un isola in marmo e le sedie alte, come quelle dei pub. Vi era anche un enorme tavolo in noce, con dodici sedie, anch’esse in legno. Il paradiso per ogni chef! "Siete intolleranti a qualche cibo?" chiese Sakuragi, armeggiando con le pentole. "No" "Preferite mangiare all'occidentale?" continuò il ragazzo. "Conosci la geografia, Do'hao?" lo sfotté il volpino. "Baka Kitsune! Posso cucinare piatti italiani, americani, cinesi e indiani!Sono il Tensai dei fornelli!" "Hn" borbottò poco convinto, il corvino. "Bellezza, a dolci come sei messo?" si informò Kikyo-san, entrando in quel momento e sedendosi su una comoda sedia. "Sono la mia specialità!" rispose, con una certa soddisfazione. "Ragazzo. Un giorno ti sposerò!- esclamò la signora - In famiglia, siamo tutti golosi, soprattutto il mio nipotino qui presente!" indicò Kaede con il suo bastone. "Hn" "Non lo avrei mai immaginato! - sogghignò il rosso - Beh! Se non avete richieste particolari...Stasera, potrei preparare il tiramisù, come dessert!" Le orecchie volpine, si drizzarono di colpo, iniziando a vibrare. "Hn...Vedi di non confondere sale e zucchero, Do'hao!"
Punto sul vivo, Sakuragi coprì i capelli purpurei con una bandana nera e si mise immediatamente al lavoro.
Rovistando i viveri in frigorifero e negli armadietti, trovò cibi prevalentemente europei... Pasta di grano, hamburger, pelati... Fin da piccolo, aveva sempre guardato, ed in seguito aiutato, la madre in cucina. Lei, era un'eccellente chef, corteggiata dai migliori ristoranti del Paese, che amava soprattutto imparare piatti stranieri. Per Hanamichi, quindi, fu uno scherzo preparare un risotto con funghi e zafferano, tre teglie di parmigiana ed un tiramisù di rara bellezza. L'occhio, aveva la sua importanza. Ricordava perfettamente gli insegnamenti della mamma, riguardo l'estetica, la presentazione, dei piatti serviti. Apparecchiò per sette, riempì di croccantini la ciotola di Kato e rimase alcuni minuti a rimuginare, indeciso su COSA dare da mangiare al cane con crisi d' identità... Decise di chiedere al volpino, sprofondato sul divano a godersi una partita di Basket alla tv. "Kitsune, è pronto. Che devo dare a Kuro?" "I croccantini del gatto vanno bene" borbottò il corvino, avvicinandosi alla porta della cucina. Appeso al muro, lì vicino, c' era un oggetto in ferro, raffigurante la faccia di un clown, con un enorme naso di plastica rosso. Kaede lo afferrò, tirandolo appena. D'improvviso, le luci dei lampadari della casa, lampeggiarono ad intermittenza una forte luce rossastra. "Quando è pronto, fai così - gli spiegò Rukawa - Si chiama 'Riunione di famiglia', è un'invenzione di papà" Hanamichi raccolse la mandibola da terra e tornò al lavoro. Pochi istanti dopo, i Rukawa affollarono la cucina. "Hana-chan?" lo chiamò Kyosuke, guardandosi attorno corrucciato. "Non...le piace...l' italiano?" chiese il ragazzo sbiancando in viso. "Lo adoro, caro! - lo rassicurò l' inventore - Ma non capisco perché tu abbia apparecchiato per sette!" "Avete quattro figli...lei e sua moglie...Kikyo-san...Siete in sette!" rispose, esitante. Il maggiore, sarebbe arrivato solo la settimana successiva... Dove aveva sbagliato?! "Hana-pucci - gli disse Kurumi, sorridendogli - Mancano i posti per te e Hiki!" gli spiegò, spostando le sedie. I fratelli Sakuragi, si guardarono negli occhi, stupiti. "Do'hao alla seconda! bofonchiò il volpino, scuotendo la testa. "Su, su! Non state lì impalati! - li esortò la nonna, prendendo posto tra loro - Bellezza, tu ti siedi vicino a me, vero?" sogghignò, sporgendosi quel tanto che bastava per ammirare il bel popò del rossino. "Il Do'hao si mette qui!" s' intromise Kaede, indicandogli la sedia tra lui e Kanata. "Uffa!" s'imbronciò l' anziana donna. "Hik...ru...t...sie...d...qu...?!" <tradotto: Hikaru, ti siedi qui?> disarticolò Kazuya, lanciando uno sguardo disperato al fratello maggiore. "Ehi, ma ti sei scimunito?!" sbottò Kurumi, guardando allibita il suo gemello - In che cavolo di lingua parli?!" chiese, mentre faceva accomodare l'amica accanto a sé. "Sono un uomo finito!" gemette il ragazzo, affondando la testa sulla spalla di Kaede. "Hn" convenne questi. "Non mi sei di nessun aiuto!"
Hanamichi passò al volpino la terza porzione di dolce. Era goloso all'inverosimile! I Rukawa avevano apprezzato la sua cucina e questo lo aveva rassicurato parecchio. Fortunatamente, Hikaru era felice di stare insieme all'amica e si sentiva sollevato dai sensi di colpa, per averla allontanata dal quartiere in cui erano nati e cresciuti. "Hana-pucci, sei da sposare!" sospirò Katy, allontanando il piatto vuoto. "L' ho prenotato io, gente! - annunciò Kikyo-san - Giù le mani da culetto d' oro!" "NONNA!" tuonarono i nipoti. Davanti alla faccia paonazza del fratello, Hikaru scoppiò a ridere fino alle lacrime. Kazuya rimase imbambolato, ascoltando la sua voce melodiosa. "Hana...ma...?!" chiese, confusa Kurumi. "Non può parlare, non ho mai detto che è muta... - bofonchiò il rossino, incupendosi - Mi potete spiegare come funziona la lavastoviglie?" chiese il ragazzo, iniziando a sparecchiare velocemente. Al volpino, non sfuggì quel repentino cambio di umore. Così, anche Mister-allegria, aveva delle zone d'ombra...
Quella sera, in camera, i due Sakuragi, percepirono con chiarezza, il cambiamento avvenuto nelle loro vite. I letti morbidi e confortevoli, una stanza nuova. Dalla finestra della vecchia casa, si veda il palazzo di fronte, mentre adesso, c' era solo verde, intorno a loro. Niente voci dei vicini, niente rumori di strada... Pace e tranquillità. Troppa! "Kami! E' incredibile! Senza la signora Miyuka che inveisce contro il marito, non riesco a dormire!" rise Hana, pensando alla corpulenta signora, che abitava al piano terra. Hikaru ricominciò a sghignazzare. "Non pensavo che anche il silenzio, potesse dar noia!" Non ricevendo segnali, si voltò verso la sorella. Si era addormentata... Beata lei! Hanamichi, invece, passò la notte quasi in bianco, riflettendo sulla situazione. Ancora non riusciva a capire se fosse stata una buona idea andar lì, oppure no . Lontano dagli amici, dalle facce familiari dei vicini e dei negozianti, circondato da pazzi psicopatici e nonnina-hentai... Gomito a gomito con... Il Kitsune. Gli era piaciuta la sua cucina. Non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma aveva spazzolato tutto... Soprattutto il dessert. Come diamine avesse fatto a crescere così taciturno, in mezzo a quella bolgia di matti, non riusciva ancora a spiegarselo! Scostò piano le coperte e si fece una doccia veloce. Attento a non fare rumore, si vestì in fretta ed uscì di casa. Era una bella mattina di inizio autunno e spirava un leggero venticello. Guardandosi attorno, alla disperata ricerca di qualcosa da fare, valutò la quantità di foglie, sparse per terra. Andò in garage a prendere la rastrelliera e si mise subito a spazzarle, ammonticchiandole in un angolo del giardino. Schivò l'attacco di Kato, appostato su un ramo e spostò il cane, Kuro, ancora in versione lumaca. Era proprio vero che gli animali, assomigliavano ai padroni. Una volta liberato il vialetto dal fogliame, si dedicò alla cura di fiori e piante, lasciati allo sbando da troppo tempo. Un sorriso malinconico, increspò le belle labbra di ciliegia. Suo padre, aveva sempre avuto il pollice verde....e il proprio nome, ne era una prova inconfutabile. Avevano passato insieme, interi pomeriggi, in giardino a piantare qualche nuovo fiore ed accudire quelli più vecchi. Ogni volta che arrivava l'inverno, il piccolo Hanamichi, piangeva sempre, davanti a quei petali freddi e i rametti spogli, ma il padre. lo rassicurava sempre. "Anche dopo l'inverno più rigido, arriverà la primavera, piccolo! Rinasceranno a nuova vita. Sempre!" Peccato che per gli umani non fosse così. Perché arrivò l'Inverno, nella vita di Hanamichi. Un lungo, freddo e doloroso inverno... Si sedette sulla montagnella di foglie rossastre, fissandosi le mani. A distanza di anni, ancora tremava al ricordo di quel terribile giorno. Tutto. In pochi istanti, perse ogni cosa. Ciò che lo tormentava maggiormente, però, era la certezza di aver rovinato l' esistenza delle persone a lui più care.
Kurumi, si svegliò molto presto, eccitata all’idea di avere la sua migliore amica, a portata di mano. Era divertente avere una sorellina, soprattutto, visto lo strano effetto che faceva al suo gemello. Affacciandosi alla finestra, notò il bel rossino, addormentato su un letto di foglie. Sfregandosi le mani, andò recuperare la foto camera digitale di Kazuya. Avrebbe voluto aspettate ancora qualche giorno, per mettere in atto il suo piano, ma…come si dice… “Carpe diem!” Appena terminò il ….lavoro, corse a chiamare Hikaru, pronta per una nuova giornata di scuola.
Qualcosa di caldo, si stava arrampicando sul suo petto… Caldo e…peloso?! Hanamichi sgranò gli occhioni dorati, posandoli su Kuro, abbarbicato su di lui, tipo… “Kami Sama! Ma proprio con me dovevi fare il koala?!” gemette il ragazzo, alzandosi a fatica dal suo giaciglio. Caspita, si era addormentato! Si fiondò in cucina, preparando la colazione alla famiglia Rukawa, tirando un sospiro di sollievo, quando si accorse che la casa, era completamente in silenzio. Meno male! Per una volta, doveva ringraziare la follia di quello strano cane, se… D'improvviso, una sirena iniziò a suonare, mentre le luci di casa, lampeggiarono velocemente. Hanamichi, con la mano, protesse gli occhi da quella fortissima luce rossa. Che cavolo stava succedendo?! "Al fuoco! Al fuoco!" gridò Kyosuke, uscendo dalla porta del suo studio, nascosto dalle scale in marmo, che portavano ai piani superiori. "Fuoco?!......Dove?" chiese allibito, il ragazzo, guardandosi attorno. "Tesoro, stavo terminando il quadro di Hana-pucci!" si lamentò Katy, affacciandosi dalla tromba delle scale al terzo piano, dove c'era la mansarda. "Ci state impiegando troppo tempo! Prendete esempio da Hana, che è già qui!" tuonò il capo famiglia, dandogli una sonora pacca sulle spalle, mentre cronometrava l' arrivo del parentado. "Hn" Kaede, ancora perfettamente addormentato, scese le scale in boxer, andando ad accasciarsi sul divano della sala. Poco dopo, giunsero anche la nonna e Kazuya. "Porca vacca! Stavo ultimando il capitolo dedicato al sadomaso!" borbottò l'anziana donna, agitando il suo bastone, sotto il naso del figlio. "Quisquilie! Ci avete impiegato più di tre minuti! Ci fosse stato un vero incendio, a quest'ora eravate belli che abbrustoliti! - li sgridò l' uomo, le mani sui fianchi - Kanata! Dov'è Kanata?!" "Sono qui!" rispose il bimbo, aprendo l'anta del mobiletto della cucina, quello accanto alla lavastoviglie. "Bravo bimbo! Vicino alla porta di servizio!" si complimentò il padre, annuendo soddisfatto. Sakuragi, era troppo sconvolto per poter dire qualcosa. Si guardava attorno, bocca aperta ed occhi sbarrati, ancora con la padella piena di bacon, in mano. "Sniff, sniff! Preparavi la colazione, bellezza?" chiese Kikyo, con lo sguardo famelico. "S...Sì, signora..." balbettò il ragazzo. "Bene! Devi sapere che di mattina i nostri...appetiti, sono insaziabili, culetto d' oro!" "NONNA!" tuonarono i due nipoti.
Il volpino, con un grande sbadiglio, si costrinse a lasciare il suo bel cantuccio per soccorrere il Do'hao, che ancora aveva Kuro aggrappato sul petto, strappandolo alle grinfie della vecchina. Se già la donna era Hentai di suo, se colta nel bel mezzo della sua fase creativa, poteva risultare letale! "Andiamo in cucina, Do'hao!" borbottò il corvino, sospingendolo nella stanza e richiudendosi la porta alle sua spalle. "Non fare niente che io non farei!" si raccomando l' anziana, sospirando. "Kit....su...ne...Sono.....le sei.....del mattino....." mormorò il rosso, ancora sotto shock. "Mio padre fa le prove anti-incendio ogni giorno alle cinque e mezza....E' anche in ritardo!" commentò guardando l'orologio. "Ogni....mattina....alle cinque....e mezza.....????!!!!" "Hn" "O... Ok...." sussurrò Sakuragi, rimettendosi ai fornelli. Pochi istanti dopo, la porta si aprì ed entrò Kazuya, paonazzo e agitato. "Chiedo asilo politico! Ha cominciato a parlare di borchie e strizza capezzoli!" gemette il ragazzo. I due diciassettenni, annuirono comprensivi e lo invitarono a sedersi al tavolo. "Va bene se vi preparo uova e bacon?" chiese il rossino, giusto per cambiare argomento. "Certo! Dopo una vita di cibi precotti, puoi fare tutto quello che ti pare!" disse il ragazzino, con l'acquolina in bocca. "Ora capisco perché il Kitsune, al mattino, ronfa dappertutto!" ridacchiò Hanamichi, ricevendo in cambio, l'immancabile "Do'hao" "Sembrate quelle famiglie americane, viste alla tv, con quello che mangiate!" commentò ancora, il cuoco di casa. "I nostri genitori e la nonna, lavorano sempre la notte, dormono per tutta la mattina e si svegliano all'ora di pranzo...- gli spiegò Kazuya - Per loro, questa sarebbe la cena, diciamo così...mentre all'una...fanno colazione...Sono un po' eccentrici!" "Ma non mi dire... - borbottò il rosso, rivolgendosi al cane e finendo di preparare la tavola - E-ehm...questo...coso, ha intenzione di rimanermi appiccicato addosso ancora per molto?" "Temo di sì, a meno che non gli trovi un altro oggetto su cui attaccarlo!" gli disse il ragazzino. "Kami Sama!" sospirò Sakuragi, affranto.
"Hana, quando torni da scuola, si sarebbe da sistemare l'appartamento sopra il garage" lo informò Kyosuke, addentando il bacon. "L'appartamento?!" chiese il ragazzo, corrucciandosi. "Sì. E' lì che si sistemerà il maggiore dei miei figli. Arriverà in settimana e frequenterà lo Shohoku. La sua attuale scuola, è troppo lontana per fare avanti e indietro da qui!" proseguì l'inventore. "Ok!" mormorò Hanamichi, notando il leggero irrigidimento di Kaede, alle parole del padre. Forse non andava d’accordo con il fratello... Chissà!
Durante la pausa pranzo, si ritrovarono tutti insieme sulla terrazza. I membri del Guntai, intenti a far gli scemi con Kurumi e Hikaru, Kazuya che guardava la rossina con un' espressione beota, Kaede che ronfava in un angolo, come al solito, e Hanamichi che fissava il cielo, malinconico e silenzioso. "Do'hao?" La voce del volpino, lo fece sobbalzare. "Cosa vuoi, Baka....." si interruppe, trovandosi sul naso un foglio di carta pre-stampato, che...'gentilmente', Rukawa gli aveva sbattuto in faccia. "Hn!" Era....l'iscrizione al Club di Basket. "Io...non so se posso..." balbettò Sakuragi, in bilico tra il dovere e il desiderio di tornare a giocare. Sua sorella, gli si avvicinò, incoraggiandolo a compilarlo. "Ma..." tentò di obiettare, interrotto immediatamente da Kurumi. "I miei dormono fino al pomeriggio e lavorano la notte. Saltano sempre il pranzo, quindi, devi solo preparare colazione e cena. Il giardino, lo puoi curare prima di venire a scuola. Per la spesa, c' è un negozietto vicino casa, aperto ventiquattro ore su ventiquattro, perciò, puoi andare a farla quando ti pare. Iscriviti!" lo incitò la ragazza. "S...Siete...sicuri che..." "ISCRIVITI, MALEDIZIONE!!! E-EHM... Volevo dire...- continuò, con più calma - Hana-pucci! Non temere! E' tutto a posto! GIOCA!" concluso, con tono stranamente minaccioso.... Tranquillizzato, o quasi, Sakuragi, si iscrisse, per il secondo anno consecutivo, al Club di Basket dello Shohoku.
Quel pomeriggio, Hanamichi spolverò e pulì l'appartamento sul garage. Il mobilio, era uguale a quello della dependance. Un ampia sala, con angolo cottura, una camera con letto matrimoniale e un bagno con ampia vasca idromassaggio. Anche la disposizione delle stanze, era simile alla casa dove vivevano lui e la sorella. Uscendo dalla porta, schivò l'agguato di Kato, appostato sotto le scale accanto ai box, e si recò nella villa, per preparare la cena, felice e soddisfatto. L'indomani, avrebbe ripreso gli allenamenti... Sentiva nostalgia persino dei fondamentali.
Il Do'hao era di buon umore, notò Kaede annusando nell'aria l'odore inconfondibile del cioccolato. Era tornato dalla palestra, dopo aver consegnato l'iscrizione del rosso ad Ayako, i compagni di squadra avevano tirato tutti un sospiro di sollievo. Ma questo, non glielo avrebbe detto nemmeno morto. "Hn" "Ciao anche a te, Kitsune! - ironizzò Hanamichi - Vaniglia o cioccolato?" gli chiese, tornando a trafficare con i fornelli. "Hn?!" "Il budino. Lo vuoi alla vaniglia o al cioccolato?" ripeté, con la pazienza che si riserva ai bambini. "Vaniglia" borbottò la volpe, nascondendo l'acquolina in bocca. "Ayako... non ha fatto storie per il ritardo della mia iscrizione, vero?" s' informò il ragazzo, servendogli il dolce. Gli era dispiaciuto non essere andato di persona, ma aveva dovuto pulire una casa in disuso da anni e Kurumi aveva....obbligato il fratello a fare da postino. "Hn. E' rimasta molto delusa" gli disse Rukawa, divorando il budino. "Da cosa?!" sobbalzò il ragazzo, preoccupato. "Sperava di non averti più tra i piedi..." "BAKA KITSUNE!!! La prossima volta, ci metterò il sale, anziché lo zucchero!" lo minacciò, brandendo il mestolo di legno. "Hn"
La potenziale rissa, fu evitata, grazie al provvidenziale suono del campanello. "Abbiamo degli ospiti!? Abbiamo degli ospiti!!!" trillò Katy, correndo giù per le scale, seguita dalla nonnina-hentai e dai gemelli. Kyosuke, ancora incredulo, si diede una veloce sistemata e si accinse ad aprire, con un gesto elegante della mano. Nemmeno il ragazzo dei giornali, si arrischiava più a varcare la soglia del cancello. Socchiuse la porta d'ingresso, sbirciò incuriosito e.... La delusione fu soverchiante. Le spalle si incassarono mestamente, mentre si spostava per lasciare entrare il nuovo arrivato. "È mio figlio! - annunciò il povero inventore, prima di voltarsi corrucciato - Non dovevi arrivare dopodomani?! Cosa hai fatto a tua madre?" gli chiese, puntandogli contro il suo miglior sguardo indagatore. "Hanno anticipato la sua partenza. L'ho appena accompagnata all'aeroporto. Vi saluta tutti e....HANAMICHI?!" sobbalzò il ragazzo, vedendo un familiare rossino, spuntare da dietro lo stipite della cucina.
Quella voce, l'aveva già sentita.... Ma dove? Sakuragi posò mestolo e pentolino, si ripulì le mani e andò in sala, per conoscere l'ultimo elemento di quella famiglia assurda. Rimase imbambolato alcuni secondi, prima di capire la situazione. Sgranò gli occhi, spalancando la bocca, completamente sotto shock. Non poteva essere vero! "Tu.......Tu......" balbettò, incredulo. "Ciao, Hana! Come stai?" sorrise il giovane, posando un borsone. "AKIRA SENDOH???!!!" tuonò Sakuragi, sbigottito.
- FINE SECONDA PARTE -
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