DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue. Alcuni, invece, li ho inventati io, ma non temete: la differenza, balza immediatamente agli occhi! -////-' NOTE: È la prima FF che scrivo a distanza di anni...devo dire che è stato più difficile ricominciare a farlo, piuttosto che scrivere per la prima volta ç___ç Secondo me, balzella un po' troppo in alcuni punti, ma, dato il numero dei personaggi, per riuscire a realizzare 'un' opera corale', diciamo così, non sono riuscita a fare diversamente. SORRY! Dedicata a tutti coloro che hanno amato la nonnina-hentai. Questa allucinata/allucinante FF, l'ho scritta solo per voi! ^______________^
Strange Family parte I di Gojyina-chan
"Hanno chiuso il cantiere?! E adesso che farai?" La voce tesa di Mito, lo riscosse dallo stato catatonico in cui era sprofondato la sera precedente, appena ricevuta la nefasta notizia. "Non lo so…Troverò qualcos’altro!" sbuffò Hanamichi, passandosi una mano tra i capelli. "Certo, ma…E’ difficile trovare un lavoro serale a buon prezzo e…" "Non importa! – lo interruppe stancamente – Se necessario, lascerò il basket, così avrò una scelta più ampia!" "Ma…Hana…" "Yo! Devo pensare ad Hikaru! Domani sarà il suo primo giorno allo Shohoku e la retta è più costosa di quella delle Medie!" "Hana, per qualunque cosa… Lo sai, vero?" gli chiese il suo migliore amico, dandogli una spallata. "Non temere! Il Tensai ha sempre una soluzione!" sorrise il ragazzo, fingendo una tranquillità che era ben lungi dal provare…
Kaede Rukawa, asso dello Shohoku, campione di basket e ragazzo bello e tenebroso, era ufficialmente morto. A dare la triste notizia, una famiglia psicolabile e due animali domestici schizofrenici. Addio bici, addio pace, addio allenamenti tranquilli. I suoi due fratelli, Kurumi e Kazuya, iniziavano il Liceo.
"Cocco, sei pronto? Non voglio far tardi il nostro primo giorno di scuola!" trillò la sorellina, guardandolo storto, mentre trascinava il suo gemello fuori di casa. "Fratellone, andiamo prima che mi spezzi un braccio!" si lamentò Kazuya, intento ad allacciarsi una scarpa, saltellando su un piede solo. "Hn" I tre fratelli, si avviarono a scuola, camminando a passo spedito.
"Hana! Siamo qui!" Il braccio di Noma attirò l’attenzione del numero dieci. Passando in mezzo a quell'oceano umano di studenti accalcati nel cortile, raggiunse il Guntai, sottobraccio ad una bella ragazza dai lunghi boccoli rossastri e due splendidi occhioni scuri.
"Letto già il tabellone?" chiese Sakuragi, passando un braccio sulle spalle della rossina. "Siamo ancora insieme!" annunciò Takamiya, sorridendo a trentadue denti. "Fantastico! – esclamò Hanamichi – Hiki, andiamo a vedere in che sezione sei!" mormorò alla giovane. Il Guntai, si fece largo tra la folla, permettendo ai due di raggiungere i tabelloni con facilità. “Piccola, sei nella sezione F, al secondo piano e…” Le parole gli morirono in gola quando, leggendo i vari nomi elencati in ordine alfabetico, notò due cognomi odiosamente familiari.
Kazuya e Kurumi…RUKAWA?!
Rimase lì impalato, occhi e bocca spalancati, completamente attonito. Non bastava un volpino, adesso ce n’erano addirittura TRE!!! "AAAAAHHHHHH!!! E’ RUKAWAAAA!!!!"
L’urlo isterico di alcune studentesse annunciò l’arrivo del suo acerrimo nemico. Voltandosi al rallentatore, vide la folla di studenti separarsi in due, permettendo il passaggio dell’asso dello Shohoku, freddo ed impassibile come sempre.
Non era da solo.
Accanto a lui, c’era un ragazzo, di dieci centimetri più basso ed una giovane, dai lunghi capelli lisci e neri. Entrambi avevano la pelle candida e gli occhi azzurri.
Kaede lo notò subito. Era inevitabile, data l’assurdità di quella capigliatura. Con sommo stupore vide Sakuragi abbracciato ad una ragazzina… Osservandola meglio, si rese immediatamente conto dell’incredibile somiglianza tra i due. E così anche il Do’hao aveva una sorella, eh? Ad occhio e croce, però, sembrava più tranquilla della sua. "Siamo nella F!" disse Kurumi, felice di essere insieme al suo gemello. Il Kitsune lesse il nome sotto quello dei suoi fratelli. Hikaru Sakuragi. Ci aveva visto giusto, come sempre.
"Sei anche tu nella F?" chiese Kurumi, alla rossina. "Sì – intervenne Hanamichi, evitando di guardare il compagno di squadra – Lei si chiama Hikaru ed io sono suo fratello Hanamichi Sakuragi!" si presentò, con un leggero inchino.
"Ciao. Io sono Kurumi Rukawa e questi sono i miei due fratelli Kaede e Kazuya! Saluta!" la giovane tirò una gomitata sul fianco del suo gemello, mezzo imbambolato. " ’ao…" mormorò il ragazzo, con la faccia rosso fuoco. Hikaru, si limitò ad un cenno del capo.
"Mia sorella non riesce a parlare…" spiegò Hanamichi, stringendola più forte a sé. "Mi spiace! Beh, io parlo per tre, ci troveremo bene insieme! – sentenziò Kurumi, prendendo la rossina sotto braccio – Andiamo a cercare la nostra aula, ti va?" le propose la moretta.
"Hikaru, vuoi che venga con te?" chiese Hanamichi, guardando sua sorella negli occhi. La ragazza gli sorrise scuotendo la testa. Lo salutò con la mano e si allontanò con la sua nuova amica.
"Kazuya, sbrigati!!!" tuonò la volpina, quando si rese conto che il gemello era rimasto impalato come uno stoccafisso. A Kaede non sfuggì l’espressione stralunata del fratellino. Viso arrossato, pupille dilatate, sguardo beota… Kazuya era rimasto folgorato dalla bella rossina.
KAMI SAMA! Si prospettava un anno lungo e difficile! La convinzione del Kitsune, si rafforzò, quando lesse i nomi dei suoi nuovi compagni di classe… Con uno sbuffo insofferente, si diresse nella sua nuova aula.
"Ciao, Hana! - lo salutò Haruko, sorridendo felice – Che bello! Quest’anno siamo tutti insieme!" arrossì, estasiata. "Tutti….CHI?!" chiese Hanamichi, osservando i suoi quattro amici, o presunti tali, che avevano iniziato a fischiettare, guardando dappertutto fuorché lui. "Tutti! – ripeté la Akagi – Io, tu, il Guntai e…RUKAWA!!!" annunciò, arrossendo nuovamente. "CHE…CHI…COSA?!" balbettò il rosso, voltandosi a leggere il tabellone del secondo anno. Sezione G… Akagi, Mito, Noma, Osuku, RUKAWA, SAKURAGI e Takamiya?! "E-Ehm…Pensa positivo, Hana!" gli suggerì il suo ex migliore amico. "Ah, sì? – sbraitò Sakuragi – Mi spieghi come?!" "Mi verrà qualcosa in mente!" promise Yohei, sopprimendo le risate, giusto per evitare di iniziare il secondo anno con una sonora testata.
Hanamichi, finse di seguire le lezioni. Ad essere sinceri, era troppo occupato a pensare a come sbarcare il lunario che a preoccuparsi di punzecchiare il Kitsune, addirittura seduto – o meglio, sdraiato – sul banco accanto al suo, che dormiva beatamente.
Attese con impazienza la pausa pranzo, trattenendo l’impulso di prendere a testate i suoi quattro ex amici, che non mancavano di ghignare come iene, guardando i due rivali inseparabili, divenuti addirittura compagni di classe.
"Ehi, Giuda? Vai a prendere Hikaru e aspettami sulla terrazza!" brontolò il rossino, ancora corrucciato. "Ok, capo! – gli sorrise Mito – Tu dove stai andando?" "A vedere se in bacheca ci sono degli annunci di lavoro…Potrei anche fare due o tre part-time…." rispose Sakuragi, allontanandosi in fretta. Sapeva cosa stava per replicare Yohei, ma lui doveva occuparsi di sua sorella. Lei veniva prima di qualsiasi cosa, basket compreso!
Sulla terrazza, durante la pausa, il Guntai al completo osservava divertito Hikaru e i suoi nuovi amici, poco distanti da loro, mentre una sagoma conosciuta ronfava placidamente in un angolo.
"Scommetto cinquanta yen che Hana prenderà tutti a testate entro la fine della settimana!" disse Noma, lisciandosi i baffetti. "Non lo farebbe mai davanti a lei! Cento yen che implode!" propose Osuku. "Secondo me, picchierà noi!" si preoccupò Takamiya.
Mito, in silenzio, osservò la piccola Hikaru sorridere a qualche battuta della sorella di Rukawa. Kazuya, invece, rimaneva in silenzio, guardando di sottecchi la giovane Sakuragi… Sorrise tra sé. Al suo migliore amico, sarebbe esplosa la bile!
Hanamichi scorse velocemente tutti i vari fogli e foglietti attaccati sul grande pezzo di compensato. La maggior parte erano annunci di ex studenti, ormai universitari, disposti a dare ripetizioni.
KUSO!
Disperato, fece per andarsene, quando notò in un angolino un pezzo di carta violetto tutto spiegazzato e scolorito.
Erano due offerte di lavoro, allo stesso indirizzo…
‘Cercasi tutto fare per lavori domestici – dalla cucina al giardinaggio- buon prezzo, anche part-time ’
Poteva andare…Era una zona molto signorile, villette vicino al mare e…
Sussultò, leggendo il secondo annuncio.
‘Cercasi Musa Ispiratrice ragazza/o, viso particolare, bel fisico, orario flessibile’
Musa…CHE?! Mah!!! Hanamichi optò per il primo, senza alcun dubbio! Trascrisse l’indirizzo su un foglio e si ripromise di passare quel pomeriggio stesso. Pregò Kami che nessuno avesse risposto all’annuncio e raggiunse i suoi amici sulla terrazza.
KUSO! Possibile che tra tutti gli studenti della scuola, sua sorella avesse fatto amicizia proprio con i due little-volpini?! Quella si chiamava sfiga nera. Hikaru lo salutò con la mano, facendogli segno di avvicinarsi.
"Come sta andando? Ti trovi bene? Se c’è qualcuno che ti infastidisce, dimmelo che lo pesto!" le disse Hanamichi, sedendosi accanto a lei.
A gesti, Hikaru lo tranquillizzò. Stava bene, con i due Rukawa si sentiva a suo agio e molti suoi compagni attuali erano gli stessi dell’anno precedente.
Maledizione! Kurumi stava diventando la sua migliore amica.
Il rosso nascose il proprio disappunto, per il bene di sua sorella. Era da tanto che non la vedeva così serena…
Maledizione!
Con uno sbadiglio, il Kitsune uscì dal suo letargo. Stiracchiandosi pigramente, si voltò appena al suono della voce del rosso. Stava parlando con la sorellina…Non avrebbe mai immaginato che fosse così protettivo.
D'altronde, prima di quella mattina, non sapeva nemmeno che avesse una sorella...
Hikaru gesticolò qualcosa che tranquillizzò il ragazzo, permettendo alle sue labbra carnose di distendersi in un sorriso che non gli aveva mai visto… Dolce, affettuoso….gentile.
Quello, era un sorriso speciale e specifico… Un sorriso unicamente per lei…
"Piccola, oggi pomeriggio ho una cosa importante da fare…Torni a casa con Yo, ok? Ti raggiungo il prima possibile, ma tu devi andare da lui, va bene?" ancora apprensione in quella voce che aveva sempre sentito strafottente o sguaiata…
Anche quello, era solo per Hikaru… Una voce unicamente per lei…
La rossina, annuì, ricambiando il sorriso e, di nuovo, il Do’hao si tranquillizzò.
Kaede si tirò a sedere, stropicciandosi gli occhi.
"OOOHHH! Il fratellone si è destato dal letargo!" rise Kurumi, guardandolo in tralice. "Ben svegliato, ti ricordi di noi?" lo sfotté Kazuya, ghignando come la sua perfida gemella. Sarebbe stato un anno lungo e tormentoso. Un anno molto, molto lungo.
Arrivato in palestra, fu accolto da Ayako, che lo salutò festante. "Eccolo qui, il nostro bell’addormentato! Mi stavo preoccupando, sai?" "Hn" "Ho saputo che anche i gemelli hanno iniziato il liceo! Come si trovano qui?" "Hn" "Lo immaginavo! – annuì, ironicamente – Ascolta, dovresti compilarmi i nuovi moduli di iscrizione al club. Tieni!" gli disse la manager, porgendogli un foglio prestampato. "Hn" "È bello rivederti, sai?" rise ancora la giovane, seguita a ruota dal Mister, che, seduto sulla panchina, non aveva perso una battuta.
In quel momento, entrò Sakuragi, un po’ trafelato.
"Ehi, ciao Hana! - esclamò Ayako, spolverando il suo ventaglio – Pronto per un altro anno?" scherzò lei.
"Hm – borbottò il rosso, salutandola con un cenno del capo ed avvicinandosi al Mister – Nonno, ti dovrei parlare un attimo!"
I due si diressero negli spogliatoi, mentre la Sempai si affiancò all’asso della squadra mormorando un flebile “ Rukawa, sei contagioso!"
Hanamichi rilesse l’indirizzo per l’ennesima volta, e si guardò attorno, sbigottito. Doveva esserci stato un errore, non poteva essere …quella! Di fronte a sé, si ergeva la villa più grande che avesse mai visto in vita sua. Gigantesca! Tre piani, più mansarda, un giardino immenso e un piccolo edificio sul retro… Era in perfetto stile occidentale, gli mancava solo la mega piscina… Quella era l’abitazione di un divo di Hollywood o roba simile! Ricontrollò l’indirizzo che aveva preso a scuola.
KUSO!
Era stato di sicuro uno scherzo. E…adesso?
"Scusa, giovanotto, cerchi qualcuno?" chiese una voce maschile, da dietro il cancello in ferro battuto.
Hanamichi si trovò faccia a faccia con un uomo sulla cinquantina, pelle chiara, capelli neri con alcuni ciuffi bianchi sopra le orecchie e due occhi piccoli e scuri.
"Avevo letto un annuncio ma…devo essermi sbagliato…" mormorò il ragazzo. "FINALMENTE HA RISPOSTO QUALCUNO!!! – trillò l’uomo, battendo le mani – Nessuno lo ha mai fatto!" si imbronciò, aprendogli velocemente per farlo entrare.
Fu in quel momento, che Hanamichi notò il porta carta igienica che il tipo teneva sulla testa, a mo’ di cappello.
"Ti piace? E’ la mia nuova invenzione! Si chiama ‘Raffreddore tu, non mi fermi più!’ – annunciò il moro, afferrando un lembo di carta igienica, facendo finta di soffiarsi il naso – Addio pacchetti di fazzoletti in tasche e borsette! Li avremo sempre in testa, così sarà più facile e veloce, no?" sorrise l’ uomo.
Sakuragi, iniziò a capire perché nessuno rispondesse mai ai suoi annunci.
"Mi chiamo Kyo Ruky e questa è la mia casetta. Entra, accomodati!" si presentò, spostandosi di lato, per farlo entrare.
Il rosso varcò la soglia, guardandosi attorno a bocca aperta.
Anche l’arredamento, era in stile occidentale. Elegante, ma confortevole. Mobili in mogano, divani e sofà color panna, pavimenti in marmo rosa e tappeti orientali, finemente lavorati.
Un bel salotto, un paio di gradini e poi un immenso soggiorno con la TV al plasma più grande che Hanamichi avesse mai visto in vita sua. Sulla destra, iniziava una scalinata che portava ai piani superiori, mentre, di fronte a sé, vi era la porta scorrevole, leggermente aperta, che conduceva in cucina.
Un miagolio acuto lo fece trasalire.
Voltandosi di scatto, riuscì a schivare una palla di pelo rossiccia che, acquattata su un alto mobile, gli si era lanciata addosso a velocità pazzesca.
"Lui è Kato, il nostro gatto!" gli spiegò Kyo, facendolo accomodare in salotto. "Il…gatto…?!" ripeté Hanamichi, guardando l’animale soffiargli contro, emettendo una specie di pernacchia, prima di andarsene via con la coda tra le gambe. "Sai, si è offeso perché hai bloccato facilmente il suo attacco. E’ molto permaloso!" disse il padrone di casa. "A…Attacco?" "Già. Si apposta e tende agguati. Come Kato, il cameriere dell’ispettore Clusoe, quello della Pantera Rosa, hai presente? E’ per questo che gli abbiamo dato lo stesso nome!” rise il tizio, con la carta igienica in testa.
"Abbiamo anche un cane. Ti piacciono gli animali, vero?" chiese il signor Ruky, guardandolo implorante. "S...Sì, signore. Non ho problemi con..." si interruppe, notando un cucciolo completamente nero, peloso e con il musetto a punta, strisciare su due zampe lungo la parete della sala. Il batuffolo, annusando un odore estraneo, si voltò verso di lui tirando fuori la linguetta, muovendola rapidamente. "Ah! Ecco Kuro! - annunciò l'uomo - Kuro! Saluta Hana-chan!" "Mi...scusi...Cosa sta facendo attaccato al muro?!" chiese il ragazzo, allibito. "Il geco!" "Il......CHE?!" "Non sa di essere un cane, allora capita che veda un animale o in TV o in giardino e lo imiti!Quando fa la tartaruga, è davvero uno spasso!" gli spiegò, come se fosse la cosa più normale del mondo.
KAMI SAMA! Quello doveva essere un Centro di Igiene Mentale.
"Caro, stai di nuovo parlando da solo?" chiese una voce femminile alle sue spalle. Una splendida donna, dai lunghi capelli neri come la notte, con indosso un abito bianco con gli orli in pizzo, guardava con un certo disappunto Mister-Raffreddore. Appena notò il rossino, sorrise, spalancando gli enormi occhini azzurri.
"TU! SEI TU IL MODELLO? OH, KAMI! SEI PIU’ DI QUANTO AVESSI MAI OSATO SPERARE…Mmm…In effetti…Non mi aspettavo che qualcuno rispondesse all’annuncio…" borbottò corrucciandosi.
"No, Signora! Sono qui per il lavoro manuale! Io non faccio il muso espiatore…mulo spione…Insomma, quella cosa lì! E’ il primo annuncio, che mi interessa!" precisò il giovane, pregando Kami che non stesse per commettere la più grande cretinata di tutta la sua giovane vita! "Possiamo prendere sempre due piccioni con una fava!" rise la donna, scrutando Hanamichi da vicino.
"Chi ha parlato di ‘fave’?" chiese una vocina, dalla cima delle scale. Un'arzilla vecchietta, alta circa un metro e 'ho tanta voglia di crescere', con due occhietti color ghiaccio, si avvicinò al nuovo ospite appoggiandosi ad uno strano bastone in legno, con la testa in argento, raffigurante un leone. "Sei l'unico che ha avuto il coraggio di... 'venire' qui! - sorrise, beffarda - Spero che... rimarrai!" "Ah.....sì?" Ma Hanamichi, non ne era più tanto sicuro.
Il primo allenamento del nuovo anno scolastico si era appena concluso. Kaede entrò negli spogliatoi, sbuffando. Le nuove matricole, sembravano discrete, ma... "Che cavolo di fine ha fatto Sakuragi?! - tuonò il neo capitano Miyagi, sbattendo l'anta del proprio armadietto - Saltare il primo allenamento! Che testa di...!!!" "Secondo me se lo è scordato!" commentò Mitsui, dello stesso umore dell'amico. "Domani mi sente! Gli farò rimpiangere i pugni del goril...cioè...di Akagi!!!" si corresse Ryota, uscendo dalla stanza.
Kaede, sbuffò contrariato. Il Do'hao, era sempre il Do'hao!
"CHE COSAAAA???!!!" Il potente urlo di Miyagi, fece trasalire tutti i presenti. Hisashi corse fuori, trovandosi di fronte il capitano cianotico, le due manager addolorate ed il Mister contrito. Fu quest'ultimo a parlare. "Temo che Sakuragi non possa essere dei nostri quest'anno..."
"Allora, non hai trovato niente, vero?" gli domandò Mito, interpretando male la faccia sconvolta dell'amico. "Un lavoro c'è...ma è strano!" mormorò Hanamichi, pallido come un cencio. "Dimmi!" lo incitò il moretto, sedendosi sul divano di casa Sakuragi. "Come...non saprei definirlo...diciamo 'tutto-fare' per una famiglia molto ricca ma... stravagante, per usare un eufemismo!" "Tutti i ricchi sono eccentrici! Continua!" "Dunque, dovrei cucinare, occuparmi del giardino e... fare da modello per i quadri della signora..." "Sembra interessante! Ti pagano bene?" volle sapere Yohei, conoscendo la disastrosa situazione economica del rosso. "Caspita! Un bel po' di soldi...Mi hanno anche detto di trasferirmi nella loro dependance...Abitano troppo lontano da qui per fare avanti e indietro...E poi, è vicino scuola..." "Ma... Hikaru?" chiese l'amico, aggrottandosi. "Ho spiegato loro che i miei sono via per lavoro e ho una sorella. Hanno detto 'Più siamo e più si fa baldoria'.... Ma non sono certo di volerla portare in quel manicomio..." borbottò Sakuragi, ripensando ai titoli dei libri Hentai che scriveva la...'cara nonnina'.
'Se non si palpa, è superfluo', 'Uno, nessuno, meglio in centomila', 'Genital Hospital', dal quale avevano pure tratto un film. Non si era ancora ripreso da 'Meglio un uomo, oggi, che un' orgia domani' ...
Capiva perfettamente perché nessuno avesse risposto ai loro annunci di lavoro. ERANO COMPLETAMENTE MATTI!!!
"Hana, nelle tue condizioni, non ti puoi permettere di scegliere! - gli ricordò Mito - Quindi, se cucini loro il pranzo alla mattina e sistemi il giardino e prepari la cena nel tardo pomeriggio...Riusciresti a giocare a basket!" esclamò, sinceramente felice per lui.
"Forse...non saprei. Domani pomeriggio torno lì...Mi devono far conoscere i figli. Da quel che ho capito, due hanno diciotto e diciassette anni, altri due ne hanno sedici ed il più piccolo ha otto anni. Oggi non li ho visti. Erano ancora a scuola." gli spiegò Sakuragi. "Accidenti! Sono tantissimi!"disse Yohei, strabuzzando gli occhi.
"Già! Il più grande è il figlio dell'inventore pazzoide e della prima moglie. Ha il cognome di lei. La signora, partirà tra poco per ragioni di lavoro e il ragazzo si trasferirà da loro..." "Hana, mi sembra un buon posto... Accetterai, vero?" gli chiese Mito, corrucciandosi. "Lo hai detto tu...Nelle mie attuali condizioni, non posso scegliere!" sbuffò il rossino, oramai rassegnato.
Kaede era di pessimo umore, tanto che persino i gemelli evitarono di punzecchiarlo per tutto il tragitto da scuola a casa, preferendo rimanere nel più assoluto silenzio. Varcata la soglia del cancello furono accolti dai genitori e dalla nonna. Le loro facce festanti acuirono il malumore del volpino.
"Abbiamo trovato un aiutante! - annunciò il padre - Comincerà tra un paio di giorni!Andrà a stare nella dependance, perciò, dovete darmi una mano a sistemarla, ok?" "Hn" ringhiò il Kitsune, passandosi una mano sugli occhi.
Data la totale mancanza di arti culinarie della madre e l'assenza di pollice verde del papà, i suoi erano andati alla disperata ricerca di cuochi e giardinieri. Dopo il rifiuto di seri professionisti, avevano pensato bene di rivolgersi a dei giovani e baldi studenti. Era quasi un anno che Kaede stesso, aveva appeso quel volantino nella bacheca della scuola, omettendo il cognome, per evitare che le sue fans, non solo conoscessero il suo indirizzo, ma si proponessero come cameriere.... Quelle matte sarebbero state disposte a tutto, pur di stargli vicino. All'inizio qualche studente si era anche presentato... fuggendo poi a gambe levate, terrorizzato dal loro gatto o dalle avance della nonna. In breve tempo, più nessuno si era fatto vivo... Fino a quel pomeriggio, almeno.
"Ha un viso molto interessante! Ho già l'ispirazione per un quadro!!!" esultò sua madre, Katy. "E il suo culetto è sodo-sodo!" sospirò Kikyo-san. "NONNA!!!" tuonarono i tre nipoti in coro. Il tizio, doveva essere COMPLETAMENTE pazzo, per aver accettato un lavoro per loro.
Il giorno seguente, arrivati a scuola, Rukawa vide Miyagi e Ayako, puntare dritti-dritti, verso il rossino circondato dal suo Guntai. Dalle loro facce scure, intuì che sarebbe stato uno scontro bellico di immani proporzioni. Sospirando tra sé, avvertì la mancanza di Kogure...Senza il suo ruolo di pacere, lo Shohoku si sarebbe fatto a pezzi prima dell'inizio dei Campionati Invernali.
Stranamente, si trovò indeciso sul da farsi. Non voleva mostrare troppo interesse nei confronti del Do'hao...
Per una volta, fu 'salvato' da Kurumi, che si avvicinò al gruppetto di persone per salutare la sua nuova amica... Ottima scusa per andare anche lui senza destar scalpore. Non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, l'importanza del rosso per la squadra!
"Pezzo di somaro! - sentì sbraitare il capitano - Che cavolo stai combinando?!" "Hiki, piccola...Vai in classe o farai tardi!" si limitò a dire Hanamichi, sospingendo la sorellina verso l'entrata dell'edificio. "Andiamo, dai!" esclamò Kurumi, prendendo la ragazza sotto braccio, allontanandosi insieme seguite dal gemello. "Allora?" continuò Ryota, incrociando le braccia al petto. "Ho...dei problemi...di famiglia... se... se riesco a risolverli, forse...potrò iscrivermi...non ne sono ancora sicuro..." mormorò Sakuragi, evitando di guardarli in faccia. Di fronte al suo sguardo mesto, l'ira dei due ragazzi, evaporò velocemente.
"Hana...adesso che Akagi non c'è più... l'area sotto canestro è sguarnita... Cerca di tornare!" si limitò a dire Ayako, tirandogli una sonora pacca sulla spalla. Alla faccia del sesso debole!
"Ahi! Aya-chan, mi vuoi far sputare un polmone?!" sbraitò il rosso, tornando il solito... "Do'hao" sbuffò Kaede, alzando gli occhi al cielo. "Baka Kitsune! Appena torno, vedrai che ti combino! Senza il Tensai, vi sentite soli e abbandonati, vero!" rise Sakuragi, portandosi le mani sui fianchi. “Hn.”
Certe cose, non cambiavano proprio mai!
Finiti gli allenamenti, Rukawa tornò a casa insieme ai due fratelli. Quel giorno avrebbero incontrato il tutto fare... Il volpino pregò Kami che non fosse un suo tifoso, o addio pace!
"Spero che sia carino! - disse sua sorella - A scuola ce ne sono un paio veramente belli!Magari è quello del terzo anno, della B... Quello sì che è figo!" "Basta che sappia far da mangiare!Sono stufo di cibi precotti!" commentò Kazuya, sbuffando. "Hn" "Cocco? Quel ragazzo con i capelli rossi...E' bravo a basket?" gli chiese Kurumi, ad un tratto. "Hn" Non aveva voglia di parlare del Do'hao. Non dopo aver appurato di persona che gli allenamenti senza di lui, erano di una noia mortale! "Sei veramente una mummia!" sbottò la ragazza, stizzita. A passo spedito, tornarono a casa, in silenzio.
"Tra poco i ragazzi saranno qui! - trillo Katy - Sai, sono impegnati nelle attività dei Club! - spiegò la donna, pulendo i pennelli nell'acqua raggia - Tu non ne fai?" "Io... giocavo a basket, ma... quest'anno non mi sono ancora iscritto" disse Hanamichi, intento a schivare l'attacco di Kato, sbucato da sotto il divano.
Si vergognava da morire a farsi vedere conciato in quel modo dalla prole della signora. Ma se i figli avevano lo stesso tasso di follia dei genitori, allora non avrebbero badato ai suoi pantaloni di pelle neri e alla maglietta trasparente del medesimo colore, che Katy gli aveva fatto indossare.
Vane, erano state le sue proteste. Era due ore che il rossino le stava facendo da modello in soggiorno... Sigh! "A... basket?!" chiese Kikyo-san, socchiudendo gli occhi. "E-ehm...Sì, ma se questo toglie tempo al giardino, lascerò tutto!" aggiunse subito, per evitare di perdere il lavoro.
"Bellezza, per mantenere il tuo bel sederino sodo e snello, devi fare attività fisica! - borbottò la nonnina - A meno che non ne vuoi fare una, insieme a me, che non è propriamente... uno sport!" sorrise maliziosamente.
"Basket!........E' meglio!" rispose subito il rosso, staccando a fatica il gatto dalla gamba. Che bestiola insistente!
"Anche mio figlio gioca a basket!È un segno del destino!" canticchiò la signora, tornando a dipingere. "Ma...Dove, scusi?" domandò allibito. Non conosceva nessuno che si chiamasse Ruky di cognome...A meno che, non fosse una matricola, in quel caso...
La porta dell'ingresso si aprì e Sakuragi desiderò sprofondare sotto tre metri di terra. Di fronte a sé, a pochi passi, c' era... RUKAWA! Nei suoi occhi azzurri, lesse il suo stesso stupore.
Il... Do'hao?! Ok: era abbastanza folle da gareggiare con il suo parentado. Dalla sua espressione, capì che non si aspettava di vederlo... Suo padre, Kyosuke Rukawa, doveva essersi presentato con il suo... nome d' arte.
Kami Sama! Sobbalzò, notando il suo vestiario. Come cavolo lo aveva conciato, sua madre!?
"Tu...sei...Hanamichi...?!" mormorò Kurumi, sorridendo sorniona. Kaede poté sentire distintamente il registratore di cassa, impiantato nel cervellino della sorella, entrare in movimento. Dlin - Dlin - Dlin - Dlin! In perfetto stile Slot-machine, le iridi della ragazza iniziarono a girare vorticosamente, per poi fermarsi sul medesimo simbolo.
LO YEN!
Il Do'hao era nei guai. Grossi, guai!
-FINE PRIMA PARTE-
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