Una storia di New York

di Aldabra

parte II


Si svegliò completamente sudato, le immagini del sogno che lo ossessionavano.
La testa gli rimbombava fino a fargli male.
Era ancora eccitato.
Una doccia fredda.
Sono normale,sono normale, è tutto ok, è da troppo tempo che non vado a letto con una donna.
Decisi di fare una corsa per rilassarmi e promettendomi di fare una visitina in serata a quel certo locale che non frequentavo da un po' di tempo.
Mentre correvo la mia fantasia iniziò a viaggiare a ruota libera come al solito e in breve tempo mi ritrovai nelle stesse condizioni.
Mpf. Lì dietro c'è una villa abbandonata. Ma guarda cosa mi deve capitare.
All' improvviso inciampai in qualcosa che era nascosto sotto il muretto.
-Porcxxx!!!-
-Yawn.-
-Mmmmmm..-
Il ragazzo di ieri. Come è sexy. Ci mancava ora!
- Buongiorno. Visto qualcosa di bello? -
Accennava maliziosamente al rigonfiamento dei miei pantaloni.
- Aagh. Mi hai fatto un bel guaio ieri, sai? -
I suoi jeans sono strappati, coperti di sangue incrostato.possibile che non se ne fosse accorto ieri?
- Non stare a guardare! Hai un fazzoletto? Si è riaperta la ferita. Ci sei caduto proprio sopra! -
- Non ho nulla, posso accompagnarti al pronto soccorso. -
- Un altro genio! Vattene a casa e ringrazia, hai risolto il problema a quanto vedo. -
E' pieno di graffi e lividi.
- Quelli.. -
- Hm? -
- Te li sei fatti tutti ieri?
- No, scusa. Non ti sentire in colpa. Sigh... -
Ecco un altro che piange, possibile che tutti gli appartenenti al sesso femminile e simili sappiano sempre come farti sentire una merda!
- Dai, smettila.
Ecco il nostro boy scout idiota in azione.  Da quand'è che non faccio una buona azione?
Da quando è morta la mamma credo che ho smesso di credere in Dio. E come crederci?
Lui si fa vivo dopo quindici anni, quel mostro, e perché? Per ucciderla.
Chissà se anche Matt... non ci voglio nemmeno pensare. A quel modo.
Non voglio vedere un'altra persona soffrire, non lo posso sopportare.
Potrei anche impazzire.
- No, e che...sigh... tu... -
Si io mi sto ficcando in qualche guaio, ma tanto ormai ho solo da guadagnare.
Lo prendo in braccio
- Cosa fai? -
- Non puoi mica rimanere così. Hai bisogno di una medicazione. Casa mia è qui vicino. -
- ...no. -
- Shhh... solo un attimo, poi fai quello che vuoi. -
Sta ancora piangendo. Sottovoce, raggomitolato, appoggiato contro la mia spalla.
Il lamento di un bambino abbandonato.
Più ti guardo più mi si gela il sangue nelle vene.
Sembri calmarti.
- Grazie. -
Prego. Non è solo per te, è anche per me, per non impazzire, per illudermi che qualcosa si possa fare.

- Siamo arrivati. Ho le braccia a pezzi ce la fai a camminare? C'è l'ascensore. Stenditi sul divano. -
-Maledizione! Non c'è quasi nulla. Solo il disinfettante.-
- Hai fame? -
- Come... -
- Hm... -
- Come ti chiami? -
- Alexander... Alex. E tu? -
- Ma... Max -
- Uh... non ti si addice proprio. Ti fai chiamare così? -
- No, No. -
- E come? -
- Cherry. -
- Allora Cherry, stanco? Vieni. -
- No, posso dormire sul divano. -
- Non ti preoccupare. Ecco un pigiama. Che fai non ti cambi? Vuoi insanguinarmi tutte le lenzuola? -
- Ecco io. -
- Ah scusa, mi giro subito. -
Volevi vederlo vero Alex? Stai diventando un po' stranuccio. Parli pure da solo.
Oh, ma c'è lo specchio, quasi me ne ero dimenticato.
E che mi stavo perdendo!
Si metti via quei sudici jeans.
Ah che meraviglia, la linea sinuosa delle tue gambe. Come ti muovi sensualmente.
I graffi che seguono le linee del tuo corpo.
No, non ti coprire..
Si la maglietta. I capezzoli, ah che meraviglia!
Rossi, Cherry, ciliegina sto impazzendo per colpa tua.
Che c'è ti copri?
Che bella bocca che hai... calda, come deve essere calda.

- Fatto. -

- Puoi metterti qui, è grande c' entriamo. Si, si, affianco a me.non ti mangio mica, eh. (Se resisto.) -
- Se ti dà fastidio vado a dormire sul divano. Non c' è problema. -
(Dio, come sono ipocrita.)
- No, no va bene. -
- Sicuro? -
- Si. -

Cavolo! E' colpa di questo stupido ragazzo che mi confonde.









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