DISCLAIMERS: nessuno tutti i protagonisti sono d nostra esclusiva invenzione!


Stelle cadenti

di Amy e StramitikaBenten

Parte 1/?


Un'altra serata di lavoro si era conclusa. Amram contava il denaro che i due uomini gli avevano porto come pagamento per i loro "Servizi", mentre Ramon se ne stava ancora raggomitolato tra le lenzuola dell'enorme letto.
Erano due clienti nuovi, e forse c'erano andati giu' un po' pesante, comunque presto se ne sarebbero andati. la somma era quella pattuita, ottimo, ora avrebbe potuto andare a farsi una doccia rilassante.
Si voltò lentamente allacciandosi i calzoni. Il letto era sfatto e, seminascosto dalle coperte il corpo ancora nudo di Ramon. 
La sua pelle dorata creava uno strano contrasto con le coperte avorio. 
"Ramon?" Amram lo chiamò a bassa voce ma l'unica risposta che gli arrivò fu un singhiozzo.
Ramon sapeva che non avrebbe dovuto piangere, lo sapeva anche troppo bene. Ma quando tutto era finito, quando i clienti se n'erano andati la malinconia e la tristezza prendevano il soppravvento, e nonostante tutto sommato il loro "lavoro" gli piacesse non riusciva a far a meno di piangere.
Ora raggomitolato nel letto disfatto, gli occhi rossi e le guance umide di pianto, tremava leggermente.
Amram si avvicino' a lui per dargli conforto, sedendosi sul bordo del letto e scostandogli il lenzuolo dal viso.
Non aveva il coraggio di guardarlo e si sentiva stupido.
Soffocò un singhiozzo più forte e sentì come l'anima lacerarsi in quella sofferenza. Perchè stava così male? Si gli avevano fatto male, erano stati violenti e lo avevano più volte umiliato col loro comportamento ma none era la prima volta. Allora perchè solo ora si sentiva cadere in pezzi come un vaso di argilla lasciato cadere? 
Amram lo osservava con quegli occhi dorati quasi lo rimproverasse. O era solo lui a leggervi rimprovero?
"Scusa" sususrrò fermando le lacrime che continuavano a solleticargli le ciglia nerissime.
Dolce piccolo Ramon...Amram si chino' a baciargli le guance umide. passandogli una mano tra i capelli. " Non ti devi scusare, forse stasera è stata un po' troppo pesante...mi spiace."
Tra loro due Amram era il piu' grande, e anche quello che aveva meno esperienza, era stato Ramon a insegnargli tutto, ma era un periodo che il suo giovane collega era strano. Lo abbraccio' stretto cercando di tranquillizzarlo.
Lo sentiva distante come non era mai stato e allo stesso tempo assurdamente vicino e debole.
Gli asciugò le lacrime con la mano sentendo le gote bollenti sotto il tocco dei suoi polpastrelli. Cosa era cambiato? Cosa lo stava lentamente uccidendo da dentro?
Si ricordava perfettamente della prima volta che era arrivato in quella città, nel giro di Paulo. Era stato venduto dai suoi genitori con la promessa che lo avrebbero trattato bene e invece si era ritrovato su una strada.
Il suo primo uomo era stato proprio Ramon. Era stato dolce e dopo aveva baciato le sue lacrime promettendogli che finchè fosse stato con lui non avrebbe dovuto temere gli altri ragazzi.
E da allora fu sempre così, ogni qual volta qualcuno degli altri disperati cercava di infilarsi nel suo letto Ramon lo rimetteva in riga. Certo non poteva fermare le mani di Paulo e dei suoi scagnozzi ma dopo gli era sempre stato vicino.
Ramon sentiva le lacrime asiugarsi. Iniziava a calmarsi e il suo respiro non era più mozzato come prima. Si allontanò di un paio di centimetri socchiudendo gli occhi per poi riaprirli lentamente come chi, uscito dal buio cerchi di abituarsi alla luce.
"Scusami...non volevo..."
Un'altro bacio a fior di labbra per rassicurarlo, per poi stendersi di fianco a lui e chiedergli: " cosa ti succede?In questo ultimo periodo..come dire..non mi sembri piu' tu..."
Che avrebbe dovuto dirgli? Lui che aveva promesso ad Amram di proteggerlo, come poteva giustificare la sua debolezza? Eppure cosi' non poteva piu' continuare. Era stanco, stanco di quel lavoro, stanco di esser sempre solo, di esser solamente un corpo senz'anima, stanco delle umiliazioni...avrebbe voluto andarsene, ma paulo non lo avrebbe certo lasciato andare. Ed era troppo vigliacco per farla finita una volta per tutte.
Rimase in silenzio non sapendo trovare le parole, affondando il volto nella spalla dell'amico.
Amram rilassò i muscoli. Il lenzuolo era macchiato di sangue. 
i loro clienti erano stati violenti ma ogni goccia di sangue era stata ampiamente ripagata. Purtroppo chi ci rimetteva il più delle volte era Ramon che con la sua aria da adolescente faceva nascere la violenza negli animi dei buon padri di famiglia.
Ora eprò si potevano riposare per un po'.
Ramon si stiracchiò sollevandosi in piedi. Sentì il pavimento ondeggiare sotto i piedi...o era lui a ondeggiare ? Riuscì a ritrovare l'equilibrio ignorando il dolore e a rivestirsi lentamente. 
Ogni movimento gli portava una violenta scarica elettrica lungo la spina dorsale.
"Sei andato a vedere i tuoi esami?" gli chiese con voce incerta il messicano passandosi una mano fra i capelli scuri cercando di districarne i nodi.
Gli esami..come avrebbe potuto scordarsene?Era una settimana che stava in paranoia per quei maleddetti esami del sangue, aveva dannatamente paura...e se avesse scoperto di esser sieropositivo? 
doveva andare giusto il giorno dopo a prender quella dannatissima busta, se avesse scoperto di esser malato che avrebbe fatto?
"ah..gli esami...devo andarli a prender domani..." cerco' di dire con noncuranza. Non voleva preoccupare l'amico e tanto meno annoiarlo con le sue paranoie.
Ramon si sedette sul letto pettinandosi i capelli con secchi colpi di spazzola "Sei nervoso vero?" *e come dargli torto?* in fondo erano solo prostituti e non sempre usavanno precauzioni. Molti clienti non le volevano e se lui tendeva a rifiutarli e forse una volta ogni mille non usava il condom, Amram invece come una precazuone il più delle volte usava la preghiera.
Strinse la spazzola fissandola intensamente "Tu no ti stanchi mai? Di tutto questo intendo..."
Ramon gli srava chiedendo se era stanco di quella vita?Che domanda...non ci mise molto a formulare una risposta, anche se era da poco che faceva quella vita, e tutto sommato il suo lavoro non gli dispiacesse beh se avesse potuto fare qualcosa di meglio non avrebbe esitato a cambiar mestiere.
Rise sommessamente scosatandosi i capelli dal volto per poi rispondere all'amico.
"Certo...se potessi credo che me ne andrei...ma non posso, non per ora almeno..e poi..dopotutto non e' poi cosi' male questa vita no?" Ossevro Ramon socchiudere gli occhi e sorridermi mentre mi fa sedere sul bordo del letto e comincia a pettinarmi i capelli. 
Amram non avrebbe saputo dire cosa stesse pensando il messicano e forse non lo aveva mai saputo. Si lludeva di saperlo, ma quanto in realtà conosceva quel ragazzino?
Le dita scure scivolarono fra i  folti capelli dorati districandone i nodi. La luce scivolava obliqua sui loro corpi.
"Stasera abbiamo finito?" chiese Amram grattandosi il setto nasale su cui un piccolissimo ematoma si stava evidenziando.
Ramon tiro' un sospiro di sollievo, prima di rispondere: "Si ...fortunatamente abbiamo finito.."
Fece scorrere le mani sul collo di Amram, abbracciandolo da dietro.  Si appoggio' all'amico, era stata davvero una serata pesante, aveva bisogno di sentirlo vicino. "Che hai fatto sul naso?" 
In effetti era una domanda naturale. "Semplice: ho preso sul naso lo sportello del forno l'altro giorno." Amram disse con un tono casuale come se fosse una cosa naturalissima.
La risata di Ramon saturò in fretta l'aria scoppiando come un fuoco d'artifico e riempiendo di una tonalità calda e vivace quella casa fredda.
"Il solito imbranato" si ritrovo' a pensare Ramon, mentre rideva di gusto. Accarezzo' i capelli del compagno baciando poi il piccolo ematoma sul naso del suo impedito Amram.
Si stacco' a malincuore dal ragazzo, ma il bisogno di una doccia era davvero urgente. Si diresse verso il bagno continuando a ridacchiare.
Si rilasso' completamente sotto il getto d'acqua calda.
Erano settimane che sentiva una oscura angoscia strizzare il suo cuore fino a togliergli il fiato. Credeva di essere forte e si sbagliava. Si era sopravvalutato sempre,attribuendosi il ruolo paterno nei confronti di Amram e solo ora si accorgeva ch in realtà l più equilibrato e forte era ora il piccolo giudeo e non lui.
Si passò una mano sullo stomaco teso lasciando schiumare il docciaschiuma. Non sobbalzò neppure quando la porta si aprì di scatto e Amram si fiondò sotto il getto d'acqua della doccia, schiacciandolo contro le pareti del box.
"Ho pensato di tenerti compagnia..." Sussurro' provocante Amram all'orecchio del giovane messicano. Scendendo a sfiorargli il collo con le labbra e tracciando cerchi di doccia schiuma sul suo corpo.
L'ebreo continuo' a mordicchiargli il collo, salendo sempre piu' su fino ad incontrare le labbra di Ramon, baciandolo dolcemente sulla bocca.
Ambedue sarebbero stati ripudiati dalle loro reigioni per quegli atti peccaminosi se loro stessi non avessero ripudiato molto
prima le loro chiese. Ramon gorgogliò una risata sputacchiando il docciaschiuma che gli aveva invaso involontariamente la bocca durante il bacio e che lo aveva tramortito di quel ripugnante gusto di sapone tipico del prodotto.
Le labbra scure si piegarono in un sorriso mentre catturava la pelle del torace dell'amico con piccoli morsi delicati...
"Chi dei due si inginocchierà stavolta?" chiese scherzosamente socchiudendo con aria maliziosa i grandi occhi verdi che assunsero una luce quasi felina.
Amram accarezzo' lentamente il corpo del messicano, chinandosi poi a succhiargli uno dei piccoli capezzoli scuri, mordicchiandolo dolcemente. Scese poi a baciargli la pelle morbida della pancia, infilandogli scherzosamente la lingua nella piccola fessura dell'ombelico.
Si godette la sensazione che dava sentirlo rabbrividire sotto le sue labbra.
Scese lentamente verso la meta. Appoggiò la lingua sulla punta del pene di Ramon mentre lo inguainava in un preservativo fruttato. 
Era strano come quella miscela di odori lo eccitasse. Carezzò per tutta la lunghezza il membro semieretto del mssicano sentendolo crescere a ogni suo umido sfioramento. Era buffo. Non poteva fare a meno di trovare ridicolo gli organi sessuali maschili così differenti dalla delicata orchidea femminile eppure proprio belli per queste loro baldanzose erezioni.
Ramon tremò quando sentì la bocca bollente di Amram circondarlo in un anello palpitante di calore che avanzava verso la base. 
Lo prese tra le labbra e inizio' lentamente a succhiarlo, mentre accarezzava lentamente la schiena del suo piccolo amico.
La pelle umida e vellutata del messicano fremeva sotto il suo tocco, mentre lo sentiva ansimare sempre piu' forte.
Prese a muovere le labbra in modo da eccitarlo ancora di piu', mordicchiando delicatamente il suo membro avvolto nel preservativo fruttato. Sentiva le mani di ramon posarsi sul suo capo, per affondare poi nei suoi lunghi capelli biondi.
Era strano sentire l'acqua scorrere fra di loro e insinuarsi in bocca costringendolo più volte a uscire dal raggio del getto d'acqua per riprendere fiato. Fiato sempre più corto per entrambi perchè se Ramon stava godendo della stimolazione della sua bocca la sola idea di poterlo sentire pulsare nella sua bocca, sentire i muscoli del messicano tendersi in modo quasi spasmodico rendeva quella fetta di piacere a Amram che l'essere attivo in quel rapporto gli stava togliendo.
Ramon osservava le labbra di Amram stringere e rilasciare ritmicamente la presa sul suo pene bollente senza però farlo uscire mai dalla bocca. Era un chiudersi e dischiudersi incalzante, un afferrare e lasciare che lo stava facendo impazzire dal desiderio. 
Lo senti' inarcare la schiena e gemere di sempre piu' forte, mentre l'acqua grondava sui loro corpi brucianti di eccitazione.
Ramon ormai al culmine dell'eccitazione venne dopo poco, graffiando le spalle del suo giovane compagno.
Per un solo attimo avevano dimenticato i loro affanni e questo per ora bastava. Amram si alzò ridendo mentre Ramon cercava di trattenere il preservativo che scivolava dal membro che lentamente stava tornando in riposo. L'unico modo fu quello di uscire sgocciolante dalla doccia bofonchiando terribili maledizioni in messicano e annodare il ribelle condom mentre il biondino ebreo si spanciava dalle risate davanti a quella scena buffa. 
Amram si avvolse un'asciugamano bianco attorno alla vita ridendo di gusto. attirandosi le occhiatacce di ramon.
Si getto sul letto ancora sfatto, voleva dormire, l'indomani sarebbe dovuto andare a prendere i risultati di quei maledetti esami e non era affatto tranquillo.
Le braccia incrociate dietro la testa e gli occhi semichiusi, mentre guardava l'amico cercare qualcosa da mettersi.
Si ritrovo' a pensare quanto quel giovane messicano avesse cambiato la sua vita.
Perso in quei pensieri, il sonno e la stanchezza presero il soppravvento, facendolo sprofondare tra le dolci e tranquille braccia di Morfeo.
Ramon guardo' con dolcezza il suo giovane amico, nonchè amante, andando poi a sdraiarsi al suo fianco, coprendo entrambi con il lenzuolo color avorio e abbracciandolo prima di cadere anche lui in un tranquillo sonno senza sogni.
L'indomani avrebbero avuto parecchio lavoro e Amram avrebbe dovuto ritirare gli esami, sarebbe stata una giornata molto faticosa. 
I raggi della luna filtravano flebili dalla finestra della piccola stanza da letto illuminandoli di una luce quasi irreale. 



FINE CAPITOLO 1

 
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