Stelle Cadenti

di Naika

 

“Una stella cadente!! Presto esprimi un desiderio!”

 

 

Pow Hanamichi

 

Respiro lentamente, lasciando che il profumo leggero di queste prime ore della sera scivoli nei miei polmoni insieme alla quieta pace che esse racchiudono.

Il giorno sta scivolando via con discrezione ma l’aria è tiepida, piacevole, e dal mare spira una brezza leggera che regala carezze affettuose all’erba del prato.

“Hana...?”

La sua voce profonda mi richiama al presente, stringo tra le braccia l’ampia coperta prima di scendere i pochi gradini che portano dalla veranda al giardino.

Non mi ero accorto che si era avvicinato e ora me lo ritrovo davanti, che mi fissa con uno sguardo lucente di curiosità.

“Ti sei addormentato do’aho?” mormora piano mentre un lieve sorriso gli piega le labbra.

Scuoto il capo con forza senza badare all’insulto, che insulto non è, “Stavo godendomi il paesaggio...” mormoro tenendo, per una volta, la voce bassa, per non coprire il canto con cui i passeri salutano il giorno e il lieve stormire degli alberi.

“Dai vieni, è pronto...” m’informa allungando una mano per prendere la mia.

Le nostre dita s’intrecciano con naturalezza mentre lo seguo, lasciando che mi conduca senza tuttavia costringerlo a trascinarmi.

“Incredibile Kit non sento odore di bruciato...” lo punzecchio annusando l’aria.

La brezza accompagna un filo di fumo candido fino al mio naso e lo stomaco brontola nel riconoscere il profumo della carne arrostita sulla griglia.

Kaede non commenta il mio scetticismo sulle sue abilità culinarie.

Sia ben inteso, scetticismo che si basa su dati scientifici ed esperienze traumatiche del suddetto tensai.

Ma per una volta la volpetta sembra aver fatto davvero le cose per bene.

Deve aver passato una giornata intera con suo padre per farsi spiegare tutti i trucchi del mestiere.

Sorrido immaginando Rukawa senior e la mia volpe alle prese davanti al barbecue, magari con un mega gambriolone bianco a fiori....

Chissà com’era buffo il mio volpacchiotto mentre cercava di non addormentarsi.

E l’ha fatto per me.

Perchè stasera non mi ha lasciato fare nulla. “Cucino io” mi ha detto al telefono, con un leggero tono di sfida che mi imponeva silenziosamente dall’astenermi da qualsiasi commento.

Il tensai ha dimostrato ancora una volta il suo affetto per il ghiacciolo standosene zitto e acconsentendo alla richiesta/imposizione.

E ho anche lasciato a casa i digestivi.

Ammetto di averli comprati dopo la sua chiamata...

Ma alla fine non li ho portati.

Un po’ di fiducia nell’impegno del mio ragazzo ma soprattutto nella sua volontà di farmi felice.

Oh sì, Kaede lo fa silenziosamente, impercettibilmente, ma ha mille piccole attenzione per me.

E mentre stendo la coperta sull’erba sorrido felice, tra me, a questo pensiero.

 

Il grande Kaede Rukawa.

L’irraggiungibile idolo di tutte le ragazze della nostra scuola.

 

Lui... si preoccupa di rendermi felice.

 

Mi raggiunge poco dopo acciambellandosi accanto a me, posando dinanzi a noi un piatto bianco, da portata, su cui fanno bella mostra di se diversi tipi di spiedini dall’odore invitante.

Ne afferrò uno, sotto il suo sguardo attento, staccando un pezzo di carne, con cauzione dovuta all’esperienza, prima di assaporare lentamente il boccone.

Con la coda dell’occhio lo vedo osservarmi attentamente.

La mia volpetta aspetta, immobile, il mio responso.

Mi verebbe la maligna idea di fingere che sia pessimo, mentre è, stranamente, veramente buono!!

Ma lo amo troppo e adoro quella luce di aspettativa trepidante che posso leggere nei suoi occhi blu ora.

Vedere Rukawa incerto è un evento più unico che raro.

Ho visto quell’espressione solo un paio di volte nei suoi occhi e sempre, solo, per me.

Il fatto di essere l’unico a mettergli delle incertezze non dovrebbe rendermi così orgoglioso.

Non è esattamente una cosa positiva.

Ma lui è incerto perchè vuole vedermi contento, perchè teme di perdermi sbagliando qualcosa e questo... ohhh... questo mi fa sentire l’uomo più felice sulla faccia della terra.

“Allora..?” mugugna impaziente.

“Delizioso....” mormorò regalandogli il mio più bel sorriso.

“Lo sapevo!” dice soddisfatto afferrando uno spiedino e addentandone un pezzo con decisione.

Ecco, è tornata la solita volpaccia antipatica.

“Che vuol dire ‘lo sapevo?” borbotto “E allora perchè hai aspettato che assaggiassi io per primo?” dico usando il lungo stuzzicadenti di legno per pungolargli un braccio candido “Dì la verità che volevi vedere se morivo avvelenato!!”

“Do’aho!!” sbotta lui lanciandomi un’occhiataccia fulminante, ma io non mi faccio certo intimorire da lui.

E poi questo è il nostro modo di giocare, e non ci rinuncerei per nulla al mondo.

Mangiamo il resto, seduti sulla coperta, avvolti dalla carezza della sera che scurisce piano, velo dopo velo, quel cielo che stanotte accoglierà i nostri sogni, tempestandosi di stelle.

Io chiacchiero come al solito raccontando a Kaede tutto  quello che mi passa per la mente mentre la mia volpetta sgranocchia uno spiedino.

Sempre lo stesso a dir la verità.

Mangia molto lentamente, Rukawa, è una cosa a cui non mi sono ancora abituato.

Io riesco a mangiare il triplo di quello che mangia lui... nello stesso tempo!!

Vabbè che poi io sono sempre di corsa e brucio tantissime energie mentre lui quando non gioca a basket... dorme.

I passatempi della kitsune sono veramente limitati.

Bhe.. questo prima di conoscere il grande tensai, ovviamente.

Adesso ogni tanto, dopo averlo supplicato per giorni, aver provato dal ricatto alle preghiere, passando per le molestie sessuali e le lacrime riesco a trascinarlo in qualche uscita.

Il problema, dice lui, non sono io, e ci mancherebbe, ma gli altri.

Lui passerebbe tutti i nostri appuntamenti su un campo da basket o su un letto.

No, non solo per fare QUELLO.

Bhe.. nei primi tempi sì, ma adesso... adesso possiamo passare ore insieme semplicemente sdraiati sul suo letto a leggere riviste, tentare di studiare o a coccolarci.

E non è che queste attività non mi piacciano... bhe studiare in effetti non mi piace... dicevo... non è che questo modo di stare con lui non mi piaccia ma io ho bisogno di muovermi, di vedere cose nuove, di sentire le opinioni di altre persone, di parlare.

Ricordo che la prima volta che gli ho chiesto di uscire con me e l’armata, e lui ha naturalmente rifiutato, ci sono rimasto malissimo.

Le ho provate tutte ma lui continuava a dirmi di no.

Alla fine sono esploso e gli ho sputato in faccia “Se non ti va di stare con me allora trovati qualcun’altro!!”

Non lo pensavo davvero, naturalmente, ma ero così arrabbiato!!

Insomma gli costava questo sforzo insormontabile accontentarmi per una volta?

Mi sono diretto a passo di marcia verso la porta della sua camera deciso a completare la mia uscita sbattendola così forte da staccarla dai cardini ma non ho fatto due passi che mi sono ritrovato imprigionato contro il suo petto.

“Do’aho ti arrendi di già...?” mi ha sussurrato all’orecchio mandandomi una lunga scarica di brividi traditori lungo la schiena.

Io mi sono voltato incazzatissimo e lui... no dico... lui mi ha sorriso.

E mi ha baciato.

Un bacio dolcissimo che mi ha lasciato con le guance in fiamme e nessun dubbio su quello che provava per me.

Alla fine è uscito con noi e credo che si sia anche divertito abbastanza.

I miei amici sono un po’ troppo rumorosi per i suoi gusti ma sanno farti sentire a tuo agio anche se non vuoi.

Adesso tutte le volte che voglio trascinarlo da qualche parte comincio una settimana prima a tampinarlo.

Sia chiaro, credo che ormai Kaede accetterebbe senza troppi problemi, anche perchè cerco sempre di scegliere posti che anche a lui possano piacere e di tenerlo lontano da folle troppo numerose, che poi nella folla finisce sempre che c’è qualche ragazza che sbava su di lui!!

Comunque dicevo... ormai non credo si farebbe più molti problemi ad accettare le mie proposte... il fatto è che lui si diverte terribilmente a vedere che cosa sono capace di inventarmi pur di convincerlo.

E devo dire che anche a me piace escogitare ogni volta qualche nuova strategia per farlo cedere.

Con lui è sempre una sfida.

Non si sa mai dove si va a finire eppure tutto questo... mi fa sentire vivo come non mai.

Continuo a raccontargli le avventure del tensai e lui ogni tanto mi punzecchia con un insulto o con un’osservazione maliziosa quando gli narro questa o quell’altra ‘impresa’ eroica, facendomi anche arrabbiare in un paio di occasioni, ma ogni volta che la vena sulla mia fronte comincia a pulsare in modo pericoloso lui mi regala la sua miglior espressione da volpe sorniona, posso quasi vedere le orecchie spuntargli tra i capelli neri e la coda ondeggiare piano dietro di lui, mentre il suo sguardo scintillante mi sfida a dargli la soddisfazione di perdere le staffe.

Ci vuole davvero una pazienza da tensai!!

Finiamo di mangiare e riponiamo gli stecchini sul piatto ormai vuoto, Kaede lo prende e si allontana per portarlo in cucina mentre io mi lascio cadere supino sulla coperta.

“Ah che scorpacciata!” esclamo beato con gli occhi chiusi “Credo di non potermi muovere per almeno un paio d’ore..” mormoro tra me e me accarezzandomi lo stomaco soddisfatto.

“Buono a sapersi...” la voce volutamente bassa e allusiva della volpe mi fa sbarrare gli occhi di scatto.

Accidentaccio a lui e ai suoi maledetti passi felpati.

“Kitsune!” esplodo “Mi hai fatto prendere un colpo!” protesto.

“Ohhh.. mi dispiace..” sussurra gattonando sulla coperta fino a me.

Perchè ha l’aria di uno che NON è affatto dispiaciuto?

“Se continui a mangiare così tanto finirai per assomigliare a quel tuo amico..” mi sussurra all’orecchio sdraiandosi accanto a me.

Reprimo un brivido nel sentire il suo respiro accarezzarmi una guancia mentre sorrido tra me nel sentirlo riferirsi a Takamiya come a ‘quel tuo amico’.

“Si chiama Nozomi Takamiya, Ru..” gli ricordo, ma lui scuote le spalle con indifferenza.

Sono sicuro che gli entra da un orecchio e gli esce dall’altro è già tanto se si ricorda il nome di Yohei.

La kitsune ha una pessima memoria soprattutto per le cose che non gli interessano.

In effetti Kaede è un ragazzo dannatamente pigro.

Bhe... tranne quando si tratta di giocare a basket o...

Ecco appunto... QUESTO.

La sua mano scivola sul mio petto fino al bordo della maglietta prima che le lunghe dita candide scivolino sotto il tessuto rosso alla ricerca della mia pelle.

“Ru siamo in giardino...” gli ricordo imbarazzato senza tuttavia riuscire a trattenere un mugolio per la lieve pressione di quelle dita fresche sulla mia cute calda.

“Do’hao... la siepe è alta, i miei non ci sono e i vicini sono al Tempio...” mi ricorda lui.

Ecco, le cose che gli interessano, quelle le ricorda tutte!!

Si accosta a me senza tuttavia appoggiarsi al mio corpo, l’unico contatto tra noi è la sua mano sul mio ventre la sua bocca che sta lievemente accarezzando il mio orecchio.

Non mi lambisce con la lingua, si limita a sfiorarmi con le labbra, o a tirare piano il lobo con i denti mentre il suo respiro scivola piano nel mio padiglione strappandomi un brivido per ogni suo soffio, la sua mano non si muove dai pochi centimetri che ha scaldato con il suo tocco, limitandosi a sfiorare dolcemente la pelle.

Le sue non sono carezze volte a farmi cedere, per il semplice motivo che:

a: non ne avrebbe bisogno,

b: abbiamo superato la fase del sesso da un po’ ormai.

La nostra non si può certo considerare una relazione normale.

Abbiamo cominciato invece che con gli appuntamenti, con le risse.

Abbiamo continuato invece che con i baci con il sesso in tutti gli angoli della palestra e della casa, sia mia che sua.

E adesso... bhe adesso un po’ di pace.

Fare sesso con Rukawa è un’esperienza devastante, totale e... esiste il termine ‘rimescolante’?

Ricordo che la prima volta, quando ci siamo trovati ansanti, esausti e incapaci persino di muoverci, sul pavimento della doccia, quel giorno di quasi un anno fa, non riuscivo più a ricordare nemmeno come mi chiamavo.

Ma se fare sesso è bello... bhe fare l’amore... fare l’Amore con Kaede è...

Non è una cosa che si può descrivere.

Potrei dire che è esaltante come toccare il cielo con un dito.

Potrei dire che è liberatorio come lanciarsi con un deltaplano nel vuoto.

Potrei dire che è lucente come liquefarsi in una colata d’oro tra le fiamme di un vulcano.

Però è tutto questo e in un certo senso, niente di ciò.

Non è una cosa che si può descrivere a parole.

Nemmeno a passare l’eternità, alla ricerca di un termine adatto.

Le prime volte, finito di fare sesso, non volevo che Kaede uscisse da me perchè il sapere legati i nostri corpi mi faceva sentire parte di lui.

Mi faceva sentire completo.

Ora è diverso.

Anche dopo aver fatto l’amore, anche solo nel stare abbracciati così, su questa coperta, mi sento parte di lui come so che lui si sente parte di me.

E questa è una cosa che non potrà cambiare mai.

Qualsiasi cosa ci accada.

Qualsiasi cosa si metta tra noi.

Dopo aver fatto l’amore non provo abbandono nel sentirlo scivolare delicatamente fuori da me.

Le sue braccia scivolano a cingermi la vita e quando appoggio la testa sulla sua spalla so che siamo completi, uniti, in una sola cosa anche senza che i nostri corpi siano intrecciati insieme.

 

La prima volta che abbiamo fatto l’Amore, abbiamo sciolto le nostre anime insieme e... non è un processo reversibile.

 

A volte questo senso di completezza e di pace, questa luce che sento risplendere dentro di me è così forte e limpida che  mi ritrovo a sorridere al mondo intero senza nemmeno rendermene conto, solo pensando a lui.

Ho visto delle ragazzine fissarmi con occhioni sgranati, alcune addirittura sospirare estasiate nel guardarmi in quei momenti.

E io, mister cinquanta rifiuti, ho sorriso loro mostrando tutta la gioia e la purezza che questo amore alimenta in me causando addirittura degli svenimenti.

Che ci posso fare se sono felice?

E le persone felici sono belle.

Gli innamorati felici poi... quelli sono stupendi.

Per fortuna che la mia volpetta è più brava di me a trattenersi!

Quella volta che in palestra gli è sfuggito un sorriso dopo una mia trovata particolarmente divertente, mezzo del suo fans club è crollato giù dagli spalti!!

“Hana...” la voce morbida della volpe mi accarezza l’orecchio riportandomi al presente.

Mi giro su un fianco mettendomi di fronte a lui, allungando il capo per posargli un bacio sulle labbra.

“Ti amo volpaccia sai?” gli sussurro piano, felice.

E allora la volpe mi regala quel suo sorriso splendente e magnifico, qualcosa di così puro e raro che da solo ha la capacità di arrestare il mio cuore e farlo esplodere di gioia, contemporaneamente.

“Ti amo anch’io do’aho...” mormora ricambiandomi il bacio.

Sospiro accoccolandomi contro di lui, il capo appoggiato alla sua spalla e lui abbandona il mio stomaco facendo scivolare la mano tra i mie capelli accarezzandoli lentamente.

Sento distintamente le sue lunghe dite scorrere sulla mia cute, sfiorandomi piano, giocare con le ciocche rosse in una carezza ipnotica.

Avverto il profumo della sua pelle, il tepore del suo petto sotto il tessuto morbido della camicia, contro la mia guancia.

E’ tutto così dolcemente piacevole.

“Ru...” sussurro piano contro il cotone azzurro “...così finirò per addormentarmi..” mormoro scherzosamente.

“Hn...” mormora abbandonando i miei capelli per far scivolare le mani lungo il viso fin sotto il mento.

Me lo fa sollevare per osservarmi negli occhi “Conosco un  metodo molto efficace per tenerti sveglio...” mi sussurra malizioso facendomi irrimediabilmente arrossire.

Detesto questa cosa.

Perchè diamine devo arrossire come una ragazzina.

Eppure quando lui mi guarda così...

“Do’aho...” sussurra dolcemente, probabilmente leggendomi in viso i pensieri.

Arrossisco ancora di più e dalla sua gola esce una bassa, morbida risata, prima che lui faccia forza sulle braccia ribaltando le nostre posizioni.

“Ru!!” protesto ma lui si limita a scoccarmi un’occhiata divertita.

Perchè è così dannatamente bello?

Perchè??

Non è giusto, protesto!!

Come faccio a far valere le mie ragioni quando un dio sceso in terra mi fissa con due oceani blu carichi di malizia e divertimento?

Già guardare Rukawa quando è serio, impassibile, o addirittura dorme ad occhi aperti, lo sguardo fisso nel vuoto, e restare indifferenti al suo fascino è impossibile.

Adesso... quando fa così... quando i suoi occhi scintillano di desiderio, divertimento e amore.... no davvero... persino il tensai si deve arrendere!!

“Non mi avevi invitato per guardare le stelle?” gli chiedo rilassandomi nel suo abbraccio.

“E’ ancora troppo presto...” mormora lanciando un’occhiata fugace al cielo che si sta tingendo di blu.

In lontananza la stella polare è già visibile, unico puntino luminoso nell’attesa che le sue sorelle la raggiungano in questa notte in cui tutto il Giappone sta con il naso per aria per esprimere il proprio desiderio.

Ma ha ragione Rukawa è ancora presto per guardare le stelle quindi posso anche concentrare la mia attenzione su di lui.

Allungo le mani affondandole nei suoi capelli neri come la notte vellutata che presto ci raggiungerà, perdendomi nei scintillii dei suoi occhi mentre lui si china a sfiorarmi le labbra.

Socchiudo le palpebre lasciandomi baciare, stringendo le braccia sulle sue spalle mentre le nostre bocche si rincorrono e si fondono, insieme ai nostri respiri.

 

....

 

“Hana...?” la sua voce attraversa l’ovattata pace del sogno, obbligandomi a socchiudere le palpebre.

Osservo il suo volto a pochi centimetri dal mio, leggermente sorpreso “Mi sono addormentato...?” constato piano.

Mi capita spesso di scivolare in un sonno esausto dopo aver fatto l’amore, è così piacevole addormentarsi tra le sue braccia mentre lui mi coccola in silenzio, attendendo che i nostri respiri tornino regolari.

“Già...” soffia, accarezzandomi un fianco, chinandosi a sfiorarmi la fronte con un bacio dolce, scostando con riverenza una ciocca rossa dal mio viso.

Mi accoccolo meglio contro di lui, facendo aderire i nostri corpi, appoggiando il bacino contro il suo fianco, la sua pelle nuda è tiepida e liscia contro la mia, strofino la guancia contro l’incavo del suo collo con un sospiro leggero, respirando il suo profumo, se potessi farei anche le fusa in questo momento!

Rukawa sorride dolcemente tirando delicatamente il tessuto leggero del lenzuolo con cui ci ha coperti.

Hey!! Aspetta un attimo e questo da  dove...??

Volpaccia hentai e calcolatrice adesso ho capito cos’era quel fagotto bianco che avevi appoggiato con cura in un angolo della coperta.

E io che pensavo fosse una tovaglia!!

Mi sollevo di scatto lanciandogli un’occhiataccia, non serve nemmeno che parli, sa benissimo a che cosa è dovuta, ma lui mi risponde semplicemente con un lieve ghigno soddisfatto mentre la sua mano scivola a percorre, con due dita, la linea della mia spina dorsale.

Rabbrividisco piano, lasciandomi sfuggire un mugolio traditrice, appoggiandomi a lui che si china a baciarmi una guancia dolcemente “Hai freddo?” mormora rimboccando il lenzuolo sulle mie spalle.

“No...” mormoro piano “....sto bene così..” sospiro.

Ed è vero, non sono mai stato meglio in vita mia.

L’erba è folta e morbida, crea un soffice materasso sotto la coperta colorata.

E poi abbiamo il soffitto più bello che si potrebbe desiderare!

Sollevo gli occhi al cielo, un manto nero tempestato di stelle e una scia luminosa che attraversa la notte veloce attrae il mio sguardo facendomi sussultare.

“Una stella cadente!! Presto esprimi un desiderio!” esclamo con infantile gioia.

Lui sorride scuotendo piano il capo ma poi lo vedo socchiudere le palpebre e mormorare un ‘fatto’.

Allora mi affretto a chiudere gli occhi anch’io ed ad affidare il mio desiderio a quell’astro lucente.

 

Piccola stella che hai attraversato l’universo a così tanti chilometri da qui, se davvero hai il potere di ascoltare ed esaudire le nostre preghiere... ti prego... proteggi questa volpe antipatica e speciale e fa che sia sempre, sempre felice.

 

Riapro gli occhi fissando lo sguardo in quello  del mio amante che mi fissa dolcemente.

“Do’aho... sarei davvero curioso di sapere che cosa hai chiesto?” mormora.

Io però scuoto il capo regalandogli una linguaccia “Non te lo dico volpaccia e non puoi nemmeno ricattarmi perchè IO non sono curioso! So perfettamente cosa hai chiesto tu!” dico tutto soddisfatto.

“Davvero?” chiede lui lasciando che un sopracciglio scivoli verso l’alto in una muta domanda.

“Certo!!” esclamo e mimando meglio che posso il suo tono di voce dico: “Voglio essere il numero uno del mondo!”

Rukawa spalanca gli occhi, fissandomi sorpreso dalla mia magnifica interpretazione di lui, prima di scuotere il capo divertito.

“Do’aho..” mormora “....hai sbagliato..”

“Come ho sbagliato??” chiedo oltraggiato. Ero sicuro che...

“Quello è un obbiettivo che raggiungerò con le mie sole forze!!” sentenzia.

Ah ecco mi pareva.

“Alla stella ho chiesto l’unica cosa che non posso realizzare da me...” mormora fissandomi serio “...l’unica cosa che mi spaventa davvero...”

Hey! Calma calma!!

Cos’è che spaventa la mia volpetta!!

Devo sapere e distruggerlo subito!!

“Ossia??” chiedo deciso a trovare la cosa-persona e ridurla in mille pezzi.

Lui scuote il capo rassegnato “Non ci arrivi?” chiede “Sei davvero un do’aho...” mi punzecchia rifilandomi un pizzicotto.

“Hey!!” protesto cercando a mia volta di pizzicarlo, ne consegue una lotta che ci vede arrenderci diversi minuti più tardi a causa dell’aggrovigliamento del lenzuolo.

Ci mettiamo dieci minuti buoni a svitarci dall’ammasso di stoffa, riuscendo in fine ad accoccolarci di nuovo uno contro l’altro.

“Ru...” chiedo dopo un lungo momento di silenzio “Davvero esiste qualcosa che ti spaventa?” chiedo serio e preoccupato.

Non voglio che sia spaventato.

Non voglio che esista qualcosa che può renderlo infelice o farlo soffrire.

“Sì...” mormora lui piano accarezzandomi la schiena.

“E... e... cos’è?” chiedo preoccupato.

 

“Vederti soffrire...”

 

Ci metto un intero secondo per comprendere il significato delle sue parole.

“Tu.. tu hai chiesto....” balbetto incredulo.

“Ho chiesto che tu possa essere sempre felice...” mormora come se stesse dicendo la cosa più ovvia.

 

Abbiamo espresso lo stesso desiderio.

Abbiamo affidato lo stesso desiderio alla stessa stella.

 

Lo stringo forte affondando il capo contro la sua spalla “Sai Ru... anch’io ho chiesto la stessa cosa...” gli rivelo piano, le guance nuovamente in fiamme.

“Hai chiesto di essere sempre felice?” chiede lui sorpreso.

 

Non ci posso credere!!

 

Questo stupida, gelida, volpe deficiente non ha capito che.... alzo lo sguardo per fulminarlo accorgendomi solo ora del sorriso dolcissimo che gli ammorbidisce i lineamenti.

“Do’aho...” sussurra scuotendo il capo piano, sollevando il viso per posarmi un bacio sulle labbra.

“Sei una stupida volpe bastarda!!” brontolo offeso per essere stato così facilmente preso in giro.

“E tu sei un do’aho ingenuo...” mormora lui, baciandomi le labbra imbronciate.

Ho già detto quanto mi è difficile resistergli quando mi guarda così?

Sospiro riappoggiandomi a lui,e Kaede fa scivolare nuovamente una mano tra i miei capelli, accarezzandomi con dolcezza.

Restiamo così, abbracciati, a guardare le stelle, scambiandoci qualche bacio e qualche ricordo sussurrato alla notte. Ha un che di intimo e che invoglia alle confidenze stare l’uno tra le braccia dell’altro dopo aver scoperto una volta ancora quanto sono in sincronia non solo le nostre anime e i nostri cuori ma addirittura i nostri desideri.

Mi viene naturale cominciare a raccontargli i miei sogni per il futuro, i miei obbiettivi nel presente, rievocare per lui i ricordi  belli, del passato. Voglio renderlo partecipe di tutta la mia vita.

E lui mi racconta a sua volta tante cose.

Sogni, aspirazioni, paure ed episodi della sua vita da cucciolo di volpe.

Questi in particolar modo mi fanno sorridere di tenerezza mentre provo ad immaginarmi il piccolo Kaede immerso con tutta la determinazione, che ancora lo contraddistingue, nell’impresa di turno.

Parliamo a lungo, finchè la voce non diventa roca di sonno e le palpebre si fanno pesanti.

Sbadiglio e Rukawa mi sorride dolcemente prima di appoggiare le labbra tra i miei capelli, posandovi un bacio leggero.

“Andiamo a letto?” mi chiede piano ma io scuoto il capo.

Voglio restare qui.

Tanto i suoi tornano dopo domani e come ha fatto notare lui, la siepe è alta, qui non ci vede nessuno.

“Dormiamo qui...” mormoro intrecciando le dita con le sue.

Lui annuisce in silenzio rimboccando meglio il lenzuolo.

“Kit...” mormoro piano.

“Hn..?” sussurra mezzo addormentato.

“Sono felice...” gli sussurro e posso immaginarlo mentre con gli occhi chiusi, sorride, mentre mi sussurra: “Anch’io..”

Mi  rilasso tranquillo contro di lui, stringendo lievemente la sua mano ascoltando il suo respiro che va facendosi regolare.

Lo guardo dormire per qualche minuto prima di arrendermi alla stanchezza e lasciar scivolare le palpebre piano.

E, dietro le ciglia che vanno abbassandosi lentamente, scorgo per un momento un’altra luminosa scia candida solcare il cielo nero.

Non ho desideri da affidarti piccola stella cadente ho già lasciato a tua sorella la mia unica richiesta, ma sono sicuro che da qualche parte c’è qualcuno che ha bisogno che tu custodisca i suoi sogni.

E spero che tu sia una brava stellina e li esaudisca come tua sorella sta esaudendo il mio.

 

 

Fine...

 

 

“Una stella cadente!! Presto esprimi un desiderio!”

 

 


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