Questa fic non ha molto senso in verità, ma serviva per concludere la giornata di Hiei e Kurama. E per introdurre qualche concetto...cmq i personaggi sono del sensei Yoshihro togashi e mi spiace di averglieli sconvolti in questo modo!
 


Staying together

parte III - Candles and wine

di Jpnir

  
Cuscino. Finestra. Scrivania, sedia, armadio, muri, porta.
Hiei non c’è.
Porta, corridoio, altra stanza. Nulla.
Scale, cucina. Nulla.
Eccolo, finalmente.
“Hiei?”
“Finalmente, Kurama, hai dormito un sacco.”
“Cosa stai guardando?”
Hiei stava in piedi, di fianco ad un mobiletto sul quale erano appoggiate delle foto incorniciate.
Kurama gli si avvicinò.
“Chi sono questi?”
Hiei teneva in mano una foto di media grandezza in una cornice marrone.
Nella foto, tre ragazzi sorridenti, abbracciati l’uno all’altro, uno coi capelli biondi, gli occhi azzurri e la stessa espressione pacata di Kurama, coi capelli rossi, al centro, e dall’altra parte uno che rideva a crepapelle abbracciando gli altri due, coi capelli castani e gli occhi dello stesso colore.
Kurama sorrise, prendendo la foto dalle mani di Hiei.
“Allora?”
Kurama poggiò il dito sul ragazzo al centro della foto.
“Questo sono io, due anni fa, quando avevo i capelli corti...”
“A questo ci arrivavo da solo.”
“Questi due sono Touji Kobayashi e Kaede Sakaguchi.”
“E cioè?”
“Sono i miei migliori amici.”
Hiei si voltò involontariamente di scatto a guardare Kurama.
“Non sapevo avessi dei...dei migliori amici.”
“Sono gli unici amici che io abbia mai avuto. Stiamo...stavamo insieme praticamente tutto il giorno, prima che tu tornassi. Ma loro sanno tutto, e ovviamente non hanno nulla da dire.”
“Sanno...TUTTO?”
“Sanno che stiamo insieme. E che...”
Silenzio.Uno sguardo alla foto, un’occhiata di rimpianto per qualcosa che Hiei non capiva.
“...che ti ho aspettato per tutto questo tempo.”
Gli occhi di Hiei si fecero tristi, mentre abbassava la testa in una scusa silenziosa.
“E gli hai detto che stavo nel Makai, che sono il Jaganshi e che ho il kokuryuha tatuato sul braccio?”, disse Hiei con una punta di sarcasmo.
Kurama lo guardò storto, e sbuffando, con tono di sufficienza rispose: “No, Hiei, ovviamente no. Gli ho detto che sei andato in America negli ultimi due anni per seguire un piano di studi speciale che ti ha conferito un diploma, così ho risolto anche il problema del perchè non frequenti la nostra scuola.”
“E che diploma avrei?”
“Lingue europee. Tanto le conosci, o mi sbaglio?”
Aveva ragione. Annuì.
“E...quanti anni ho?”
“Hai la mia età.”
“...hn...”
“Hiei, ma che ora è?”
“...le tre del pomeriggio.”
“COSA?!”
Kurama era esterrefatto.
Possibile che avesse dormito così tanto? E Hiei, che cosa aveva fatto durante tutto quel tempo?
Quasi avesse intuito i suoi pensieri, Hiei disse: “Non ti preoccupare, non ho fatto nulla di male. Ho dormito anch’io, poi ho mangiato. Non ho toccato nè te nè la tua scatola rossa, Shuichi.”
Kurama gli mise il broncio. Non sopportava che Hiei lo chiamasse Shuichi, e sopportava ancora meno il fatto che Hiei usasse invece quel nome per punzecchiarlo.
Si voltò per dirigersi verso la cucina e controllare cosa Hiei avesse mangiato, poichè sapeva che se non c’era lui a controllarlo era capace di divorare il contenuto dell’intera credenza senza ritegno.
“Ti stanno bene quei pantaloni...” disse Hiei.
“Li ho messi apposta...”disse Kurama. Si fermò, si voltò, e guardò Hiei con tono di rimprovero.
“Ma dove guardi, tu?”
“Sapessi...” disse Hiei, con un sorriso malizioso che si guardò bene dal mostrare a Kurama, continuando a guardare le foto.
 
Il pomeriggio passò senza intoppi; Kurama constatò che Hiei non aveva mangiato poi così tanto (strano ma vero) e preparò la cena, mentre Hiei gli faceva compagnia in cucina, e discussero del più e del meno, soprattutto degli amici e della madre di Kurama, di cui Hiei si lamentava di non sapere nulla, e sui quali quindi Kurama ebbe da parlare per tutto il pomeriggio.
Kurama spedì poi Hiei a farsi una doccia, e nel frattempo preparò il tavolo per la cena, corredando il tutto con delle candele la cui luce soffusa tingeva di riflessi rossi gli abiti bianchi di Kurama.
Quando Hiei scese dalla scala che dal piano superiore portava direttamente alla sala da pranzo, coi capelli che per la gran fame non aveva finito di asciugare, rimase esterrefatto.
In quel momento sbucò Kurama dalla cucina, col grembiule addosso per non macchiarsi.
“Vatti a sedere,” disse con un sorriso a Hiei “io arrivo subito.” E tornò in cucina.
Hiei finì di scendere i gradini della scala, ancora con gli occhi spalancati, e si sedette a tavola. Fiutò l’aria: Kurama aveva cucinato pesce.
Sistemò il tovagliolo che si trovava a destra del suo piatto sulle ginocchia, come gli aveva insegnato Kurama: indossava uno dei completi che erano andati a comprare insieme e non voleva sporcarlo.
“Sto diventando un Ningen...” pensò.
Kurama uscì di nuovo dalla cucina, reggeva un vassoio in mano e si era tolto il grembiule.
Posò il vassoio, su cui si trovava del pesce condito con salse rosse e bianche, sul tavolo, e si sedette di fronte a Hiei, che nel frattempo aveva di nuovo spalancato gli occhi, sconvolto dalla bellezza e sensualità di Kurama in quella luce rossa e tremolante.
“Perchè non mangi, Hiei? C’è qualcosa che non va?”
“Ah...sì...cioè, sì, magio, non c’è nulla che non va...è perfetto...”
Mentre Hiei goffamente prendeva il pesce dal vassoio e lo poggiava nel suo piatto, Kurama stappò una bottiglia di vino.
Dopo circa mezz’ora si erano trasferiti sul divano, la tavola ancora apparecchiata con sopra il vassoio il cui contenuto era stato totalmente spazzolato da Hiei, e la bottiglia di vino, vuota anch’essa.
La tv accesa era sintonizzata su Mtv, e Kurama, forse anche per il fatto che era un po’ brillo, canticchiava sommessamente a ritmo col video che stavano trasmettendo.
Hiei gli prese la mano, intrecciando le sue dita a quelle di Kurama, appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Domani cosa fai?” chiese. Era ovvio che avrebbe voluto che Kurama stesse a casa con lui.
“Domani devo andare a scuola. Ho un test molto importante e poi devo recarmi al club di botanica. Mi dispiace...”
“Non importa...”disse Hiei, stringendo la mano di kurama ancora più forte.
“Ehi...cosa ti succede stasera?” chiese Kurama.
“Non lo so...”disse Hiei, voltandosi e avvicinando con la mano libera il volto di Kurama al suo.
Lo baciò, lasciando la sua mano e accarezzandogli i capelli.
Un momento dopo era sopra di lui, steso sul divano, il viso rosso per il vino e per la luce delle candele.
Separò le labbra dalle sue, lo guardò negli occhi, intensamente e...cominciò a fargli il solletico.
Kurama scoppiò a ridere “Hi...ah ah...Hiei! Cosa ca...ah ah...SME...”
Hiei rideva, divertito da quel Kurama così diverso dal solito che sotto di lui si dimenava e rideva cercando di proteggersi.
“E’ la punizione! Perchè non rimani con me!”
“Ma..ah ah.. smettila...lo sai che...non è...ah ah..”
Qualche minuto dopo, vedendo Kurama ormai senza fiato, Hiei lo lasciò andare, tornando a sedersi lì di fianco.
Kurama rimase per un po’ steso sul divano, cercando di calmersi, riprendere fiato e smetterla di ridacchiare, poi si sedette di fianco a Hiei.
“Baka...”disse.
Hiei sorrise.
Si voltò, lo abbracciò e gli sussurrò in un orecchio.
“Ti amo, Hiei, ti amo da morire...”
“E allora resta a casa, domani...”
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
“Kurama?”
“zzz....”
Kurama si era addormentato.
Hiei scoppiò in una risata isterica, poi lo prese in braccio e lo portò di sopra, adagiandolo sul suo letto.
“Hai visto che alla fine rimarrai con me domani?”, disse, e si addormentò anche lui.
fine

 


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