Commento:
Finalmente Hiei parla un po’ di meno...rimane comunque fuori personaggio...immaginatevelo col broncio perenne in questa storia...
 


Staying together

parte II - Se riuscissi a leggerti dentro

di Jpnir

“Cosa vuoi sapere, Hiei?”
“Quello che vi siete detti tu e Ukio.”
Kurama guardava il soffittò, tenendo il suo Jaganshi stretto tra le braccia.
“L’ho lasciata. Tutto qui. Mi ha chiesto perchè non fossi andato a prenderla e io le ho detto come stanno le cose.”
“Le hai detto...come stanno REALMENTE le cose?”
“Sì. Stiamo insieme, no? Perchè avrei dovuto mentire?”
“Ma...non pensi a...”
Kurama si voltò, guardando Hiei negli occhi.
“Non capisci, Hiei? Non mi importa nulla degli altri! Non me ne importa proprio nulla, ora che sei tornato!”
“Ma nel tuo diario tu...” si bloccò, realizzando di essersi tradito.
“Cosa hai letto nel mio diario, Hiei? Adesso tocca a te rispondermi.”
“Io...”
“Hiei!”
“Beh, ho letto...un po’ tutto... a saltelli, a righe, era perchè...perchè volevo sapere cosa era successo da quando ero tornato nel Makai, ecco.”
Kurama sbuffò.
“Mi dispiace, Kurama, sul serio, mi dispiace!”
“Non...non importa...almeno ora sai come sono andate le cose. Hai letto anche l’ultima pagina?”
“...sì...”
Kurama sbuffò di nuovo, ma stavolta stette in silenzio, probabilmente ripensando a quello che aveva scritto.
“Ami Ukio?”
La domande colse Kurama alla sprovvista.
“No.”
“Davvero?”
“Se dico una cosa,vuol dire che la penso, non ti pare, Hiei?”
“E cos’ha Ukio che io non ho?”
Kurama si voltò a guardare Hiei ancora una volta.
“Ma che razza di domanda è?!”
“Tu rispondi e basta.”
“Ukio è una ragazza, Hiei, non si possono fare paragoni!”
“Sì che si può. Che cos’ ha lei che a me manca?”
“C’entra con il fatto che io...insomma, con quello che è successo ieri?”
Silenzio.
“Hiei?”
“Sì.”
Kurama stette zitto e fermo per un po’, poi si voltò, spostandosi col busto sopra Hiei, e lo baciò.
Hiei gli mise le braccia intorno al collo, ricambiando il bacio. Si vede che Kurama proprio non voleva rispondendogli. Gli accarezzò la schiena, ancora umida da prima, mentre Kurama giocava col suo ombelico, una cosa che metteva a Hiei tanti piacevoli brividi lungo la schiena.
Poi, ad un tratto, senza che Hiei neanche avesse il tempo di accorgersene, Kurama con le dita affusolate si mise a stuzzicare l’erezione di Hiei attraverso la stoffa nera dei pantaloni.
“Kurama!” disse Hiei, staccandosi dalle labbra dello Youko.
“Zitto...” disse questo, tornando a baciarlo e facendosi strada sotto i pantaloni.
Hiei era eccitato da morire, e dimenticata ogni virilità adesso gemeva tra le braccia di Kurama e inarcava la schiena e conficcava le unghie nella schiena di Kurama, proprio come lui aveva fatto la sera prima.
Stava arrivando al culmine, stringeva la schiena di Kurama morsicandogli le spalle mentre questo gli solleticava il collo con la lingua, e nel frattempo stringeva gli occhi e gemeva ogni volta che la sua pelle incontrava quella di Kurama.
A quel punto squillò il telefono.
Kurama si bloccò di colpo, mentre Hiei rimaneva avvinghiato a lui, ansimante e sudato come mai prima di allora.
“Hiei...Hiei, vado a rispondere. Aspettami qui.”
Con un rapido bacio si separò da Hiei, che si raggomitolò su se stesso nel letto.
Hiei sentì i passi di Kurama verso la stanza accanto, nonostante il sangue che gli pulsava nelle orecchie.
“Pronto?Sì, sono io mamma. Cosa? No, non ci sono andato.Non mi sentivo bene. No, non c’è bisogno che tu ritorni, avevo solo mal di testa. Quanto?Ah, ho capito. Ma no, figurati se mi dispiace. Divertiti, finche sei in vacanza, sei sempre in casa. Sì, sì, va bene. D’accordo. Anche io ti voglio bene. Ciao mamma.”
Pochi secondi dopo, Kurama si affacciò alla porta della stanza.
“Era mia madre. Starà via un’altra settimana.”
“Hn...” disse Hiei. Il suo cuore stava ancora pulsando a mille.
Kurama si diresse verso il suo armadio, era ancora nudo e voleva mettersi qualcosa addosso.
Alla fine scelsa un completo bianco di camicia e jeans che sapeva piacere ad Hiei.
“Che si fa?” disse.
Hiei avrebbe anche potuto proporre qualcosa in un’altra situazione, ma quella dannata erezione che non accennava ad andarsene gli consigliava di restarsene a letto, per lo meno per nascondere la cosa agli occhi di Kurama.
“Io resto a letto, ho sonno. Tu fai quello che vuoi.” disse allora Hiei.
“Resto a farti compagnia...”, disse Kurama, infilandosi dalla sua parte del letto sotto le coperte.
Quando Hiei aveva optato per quella scelta aveva tirato un sospiro di sollievo, poichè ovviamente neanche lui era rimasto indifferente a ciò che era successo poco prima, non capiva cosa gli fosse preso, chissà cosa stava pensando Hiei in quel momento...
Era stata tutta colpa di quella domanda che gli aveva fatto Hiei, che ancora gli risuonava in testa.
“Che cos’ha Ukio che io non ho?”
Ce ne sarebbero state di cose da dire, Ukio era più gentile, più sorridente, più rispettosa, con più iniziative...ma i lati opposti di Hiei erano anche loro parte di quell’alchimia così preziosa che lo rendeva così indispensabile a Kurama da avergli fatto piangere tutte le lacrime che aveva in corpo, e senza i quali non sarebbe stato così irraggiungibile, così perfetto, così inconquistabile, così semplicemente Hiei.
Ukio non aveva nulla per cui Kurama potesse preferire lei a Hiei.
Ma il giorno prima si era avvicinata, con quegli occhi neri così grandi e belli, e gli aveva detto “Shu-chan, è più di un mese che non stiamo un po’ da soli io e te. Mi manchi.”
Kurama si sentiva in debito, tremendamente in debito con lei che lo aveva salvato mentre stava precipitando nell’abisso della disperazione, e così le aveva dato appuntamento quello stesso pomeriggio a casa sua.
E quando si erano ritrovati soli, era successo, come al solito, l’inevitabile.
La dolcezza che danzava nelle parole, nei gesti, negli occhi, nelle mani affusolate, nella pelle chiara e nelle curve sottili di Ukio era per Kurama un afrodisiaco potentissimo, sentirsi avvolto da quel tepore pieno di dolcezza e lasciarsi cullare da quella voce dolce era la cosa più meravigliosa del mondo...
“Che cos’ha Ukio che io non ho?”
Nulla.Niente, non ha niente, non ha nulla più di te, Hiei, Hiei, mio prezioso Hiei.
Adesso lo sapeva, si sentiva sciocco e in colpa ma lo sapeva, sapeva che Hiei, anche con i suoi silenzi e la sua faccia perennemente imbronciata poteva renderlo più felice di quanto ogni tocco di Ukio avrebbe potuto fare, di quanto qualunque altra cosa avrebbe potuto fare.
“Mi dispiace...per prima...Hiei...” disse, gli occhi ancora una volta bagnati di lacrime, con la voce che per fortuna non lo tradiva.
“Mi sono solo spaventato...”pensò Hiei.
“Hn...” disse invece.
Silenzio.
“Perchè...non dici mai nulla?”
Silenzio. Ancora. Ancora silenzio.
“Perchè tu sai già quello che penso, Kurama.”
Silenzio. Singhiozzo.
Hiei si voltò, cingendo la vita di Kurama con un braccio.
“Non è vero, invece, Hiei...se solo...se solo io riuscissi a leggerti dentro...”
Silenzio.
Hiei strinse la presa, trasformandola in una carezza quasi impercettibile.
“Dormi, Kurama. Dormi e basta.”
Silenzio. Il respiro di Kurama regolare sul cuscino accanto, a pochi minuti da quando si era finalmente addormentato.
“Dici che vorresti leggermi dentro...” con un bacio Hiei gli sfiorò i capelli.
Volse lo sguardo all’armadio che celava dentro di sè tutti quegli incriminanti segreti.
“E allora, io, che cosa dovrei dire?”
 FINE
 
 

 


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