Staring at the Sun
Cap. III
di Unmei
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"Dunque, vi è piaciuta la visita?"
Domandò Liang, riaccompagnandoli, nel pomeriggio, verso il palazzo di Dewei. Era compiaciuto: sapeva che la città era splendida, con la sua solenne ed armoniosa bellezza, per i suoi ampi viali bianchi e soprattutto per i magnificenti portoni d'oro scolpito dei templi.
<Un monumento alle nostre vittorie: quell'oro è tutto bottino di guerra.>
Aveva spiegato con orgoglio nel vedere l'espressione stupefatta sul volto dei suoi ospiti.
Aveva raccontato che nel suo popolo ognuno era guerriero, tutti dovevano saper combattere con destrezza ed essere sempre pronti alla battaglia: abbandonare le proprie normali attività per diventare soldati non era sentito come un peso, ma come onore.
A parte ciò aveva fatto solo un breve accenno alla loro storia e al loro modo di vivere: non sapeva quanto Dewei volesse raccontare a quella gente, e nemmeno se la somiglianza del bonzo con lui fosse solo un caso, o se veramente….. Pensò al passato lontano.
Lui era molto piccolo, quando era accaduto. Troppo piccolo per ricordare qualcosa di persona, ma erano noti a tutti i fatti che avevano dato origine a una delle loro guerre più cruente, per una volta animata da sete di vendetta, e non di semplice conquista.
"Questa città è sicuramente magnifica….. ma è strana la sua atmosfera."
"Che intende, signor Hakkai?"
"Non credo di poterlo spiegare a parole eloquenti. È come se questo splendore fosse fine a se stesso….. e costruito con il sangue."
"Ma è così, in fondo. Questa bellezza è frutto della gloria, non vuole significare e testimoniare niente altro. E per il resto….. noi crediamo nella legge del più forte. Il sangue dei deboli ha poca importanza."
Sorrise, con quella che sembrava innocente crudeltà….. come quella di un bambino che trova naturale infilzare di spilloni una lucertola.
Goku non prestava molta attenzione al discorso; non gli importava della filosofia di quella persone, o del fatto che essa facesse della guerra la propria vita. Con loro si erano mostrati amichevoli ed ospitali, pur se evidentemente prudenti, e gli avevano offerto un ricco pranzo, piacevoli ore di riposo. Tutto ciò lo rassicurava, pensando che se avessero avuto cattive intenzioni le avrebbero già palesate, ma continuava a pensare a Sanzo, separato dal resto del gruppo.
Che lui non amasse i segreti lo sapevano tutti, e continuava a domandarsi che dovesse dire lo sconosciuto a Sanzo. Goku non era così stupido da non capire che sicuramente tutto era legato alla somiglianza tra i due uomini: era proprio questo a fomentare ulteriormente la sua curiosità. Sentiva che Dewei era legato a Sanzo in maniera cruciale, ma la sua completa ignoranza del lontano passato del bonzo gli impediva di formulare ipotesi completamente convincenti.
Quando varcò i cancelli del palazzo e vide Sanzo andare loro incontro corse da lui superando gli altri, per essere il primo a salutarlo e parlargli. Cercò di trovare nella sua espressione un segno che gli lasciasse interpretare l'esito del discorso privato, ma l'assoluto controllo era tornato a dominare il suo viso. Ma nonostante ciò Goku era in grado di indovinare ancora una certa tensione, proprio a causa di quel controllo quasi eccessivo….. Sanzo era ancora preso dai suoi pensieri,e voleva schermarli a tutti i costi. Sembrava che fosse uno sforzo per lui incontrarli, come se desiderasse rimanere solo.
Il bonzo salutò il suo amante con un cenno del capo e attese l'avvicinarsi di Gojyo e Hakkai, poi si accomiatò da Liang e disse ai suoi compagni di seguirlo.
"Vi accompagnerò io alle vostre stanze."
"Dunque sosteremo qui? E per quanto tempo?"
"Questo ancora non lo so."
"Senti Sanzo - fece Gojyo - non hai proprio nulla da dirci?"
"Nulla che vi interessi."
Rispose, con un tono che significava chiaramente la chiusura del discorso. Si aspettava in realtà delle insistenze, e interiormente si stupì quando queste non arrivarono. Sembrava quasi che i suoi compagni stessero imparando a coltivare i fatti propri, ma non era troppo fiducioso al proposito.
Infine lasciò Hakkai e Gojyo davanti a due porte che si trovavano l'una di fianco all'altra.
"Ecco, queste sono le vostre camere. Avete qualche ora libera, ci rivediamo qui alle otto per andare a cena. Noi due siamo più avanti…..da questa parte, Goku."
"Anche le nostre stanze sono adiacenti?"
"Non proprio."
Rispose, allontanandosi insieme alla sua scimmietta.
"Beh, spero che non siano troppo distanti….. Questo palazzo è così grande!"
Sanzo sembrò non dargli corda, e percorsero in silenzio il tratto di corridoio; intanto Goku si guardava intorno, assorto. La giornata era volata, e lui sapeva che era accaduto qualcosa di importante, fondamentale.
Lo strano modo in cui erano stati accolti, e quell’uomo biondo. Sanzo stesso ne era rimasto chiaramente colpito, ed era adesso ancor più turbato e pensieroso; non aveva detto praticamente niente da quando si erano rincontrati, il suo sguardo era ancora quello distante che purtroppo ben conosceva. Ciò portava a Goku un vecchio e noto dispiacere: avrebbe desiderato che il bonzo si confidasse con lui, invece di isolarsi, e che gli raccontasse ciò che era successo nelle ore in cui erano stati separati. Voleva aiutarlo, se possibile, distrarlo, farlo stare bene.
Gli era insopportabile il pensiero che probabilmente Sanzo si sarebbe chiuso nella sua stanza a rimuginare, ignorandolo. Era conscio che negli ultimi giorni egli aveva dimostrato di tenere veramente la loro relazione, pur se attraverso piccoli gesti che probabilmente sarebbero parsi poco più che insignificanti agli occhi di un profano. Solo lui e pochi altri potevano capire le fosse il loro reale, importante valore, però…..
Però già non gli bastavano più. Voleva diventare indispensabile per lui, desiderato, cercato.
Sempre.
Voleva essere il centro del mondo per Sanzo, e che nessuna parte della sua vita e dei suoi pensieri gli fosse preclusa. A costo di ferirsi sui bordi taglienti del suo cuore….. a costo di restare accecato, per aver voluto guardare dritto nel sole.
"Dove vai? Guarda che è qui."
"Eh? Scusa!"
Goku tornò indietro di un paio di passi, senza accorgersene aveva superato Sanzo che ormai si era fermato. E che aveva pure un’aria abbastanza seccata.
"Ero soprappensiero."
Si giustificò, con un sorriso che più che mai lo fece sembrare un ragazzino.
"E’ la mia camera?"
Domandò guardando la porta circospetto, come se temesse che quella da un momento all’altro si spalancasse per mangiarselo in un boccone.
Sanzo non gli rispose subito; ci fu una pausa molto breve ma inspiegabilmente elettrica. O almeno, tale fu per il bonzo, che se da un lato era a disagio, dall'altro un po’ pregustava la reazione che le sue parole avrebbero causato.
"No. È la nostra camera."
L'espressione incredula di Goku a quelle parole fu tale da sfiorare lo shock, e involontariamente Sanzo sorrise, divertito. Fortunatamente fu altrettanto veloce a ricomporsi, e ad atteggiare nuovamente il viso ad un'espressione vagamente altezzosa.
"N-nostra? Cioè….. mia e tua?"
"Vedi qualcun altro in giro?"
"E l'hai….. te l'hanno…."
"Ho chiesto io una camera doppia. È quello che volevi, no?….. e probabilmente ciò di cui io ho bisogno."
"Davvero? Vuoi dire che tu….. tu senti il bisogno di stare con me?"
"Diciamo così."
Rispose Sanzo, che aveva l'intenzione di volgere poi indifferentemente lo sguardo altrove. I suoi occhi però vennero catturati da quelli di Goku, gioiosi, splendenti come polle d'oro liquido.
Il suo volto era raggiante, il sorriso sembrava uno di quelli che gli aveva rivolto in passato, da bambino, pieni di candore, felicità e gratitudine….. solo che questa volta tali emozioni erano moltiplicate e scaldate dall'amore più profondo. Era stordente, accecante, quel sorriso.
Ed esserne sia il responsabile che il destinatario di esso gli metteva quasi paura: sembrava troppo.
Goku si avvicinò a lui e gli posò le mani sulle spalle, alzandosi un po’ sulle punte per poterlo baciare; sfiorò la bocca di Sanzo, assaggiandola, succhiandogli e mordicchiandogli il labbro inferiore nel modo che, aveva scoperto quasi subito, era in grado di incendiare i sensi e gli istinti del suo bonzo.
E gli piaceva davvero tanto quel gioco, provocare, tentare e stuzzicare Sanzo che si manteneva impassibile fino al momento in cui di colpo cedeva e lo ricambiava con una dolcezza ruvida, ma piena di forza, passionale e sincera. E a Goku sembrava che ogni volta l'emozione crescesse, alimentata da se stessa. Sapeva che il suo cuore sarebbe sempre impazzito, anche solo per un bacio a fior di labbra.
"Grazie - sussurrò, abbracciandolo forte, sentendo poi, deliziato, la mano che andava a posarsi sui suoi capelli - Sul serio. Non mi aspettavo una cosa del genere."
"Perché? - domandò con calma Sanzo - Pensavo di averti già dimostrato che non è affatto vero che mi vergogno di te."
"Sì, ma a Gojyo e Hakkai, e loro sono….. beh, Gojyo e Hakkai! Credevo che davanti ad altri non avresti voluto far sapere che stiamo insieme."
In un certo senso, quelle parole provocarono un dolore sottile ma terribilmente pungente a Sanzo. Era vero che solo fino a qualche giorno prima non voleva che nessuno sapesse della loro storia, ed ora che aveva cambiato idea si rendeva conto di quanto il suo comportamento doveva aver ferito e sfiduciato Goku. Provando a mettersi nei suoi panni, tentò di capire le sensazioni che doveva aver provato e sentì il desiderio di cancellare ogni suo dubbio, e….. di chiedergli scusa.
"Non….. non aspettarti che io cammini per strada tenendoti per mano, o che faccia altre sdolcinatezze simili. Non accadrà mai, ma dipende solo dal mio carattere. A parte questo, non dubitare mai….. di ciò che provo per te."
Sanzo la parola 'amore' non l'aveva ancora pronunciata, e forse non l'avrebbe fatto mai.
Probabilmente aveva solo bisogno di tempo….. o magari quella parola era davvero per lui un tabù insormontabile, ma Goku poteva farne a meno, perché ciò che il suo bonzo gli aveva appena detto per lui valeva quanto una dichiarazione esplicita. Si sporse ancora una volta a baciarlo con seducente lentezza, e dopo tornò ad essere la solita scimmietta chiassosa.
"Dai, andiamo! Voglio vedere la stanza!"
Esclamò, afferrando la mano di Sanzo; spalancò la porta ed entrò.
***
La prima cosa che Goku notò su il divano di velluto rosso cupo, che sembrava terribilmente avvolgente e comodo, perfetto per accoccolarvisi pigramente come gatti e scambiarsi baci e carezze, stuzzicarsi e provocarsi prima di passare alle fresche lenzuola del letto. Goku pensò che non aveva mia avuto occasione di amoreggiare con Sanzo su un divano, e decise che era una cosa da provare al più presto.
Osservò poi le basse librerie stipate di volumi, i delicati dipinti alle pareti, le lampade dai paralumi di carta sottile. Corse alla finestra e guardò fuori, trovandosi di fronte lo splendido e tranquillo spettacolo di un grande giardino fatto di erba smeraldina e aggraziati alberi, fiori dai colori accesi, laghetti cristallini in cui il cielo e il verde si specchiavano, ponticelli arcuati e fontane, ninfee leggiadre e pietre bianche.
"Guarda….. che bello!
"Sì. Molto. Troppo."
Sembrò distante ed la voce di Sanzo, e quando Goku si voltò a guardarlo lo vide pensieroso; solo poco prima gli aveva aperto una piccola parte del suo cuore, e non voleva che già tornasse a chiudersi in se stesso. Gli allacciò le braccia intorno alla vita e appoggiandosi a lui gli parlò quietamente.
"Cosa c’è? Sei strano da quando siamo arrivati qui. È per qualcosa che ti ha detto quell’uomo? Quello che….. ti somiglia così tanto?"
Sentì Sanzo respirare profondamente, lento, come se cercasse una calma interiore che in realtà non provava. Percepì l'irrigidirsi dei suoi muscoli, e gli parve anche di cogliere il rincorrersi dei pensieri.
"Sì….. è per qualcosa che mi ha detto."
Ammise alla fine, a voce bassa.
"E ti preoccupa? Vuoi….. parlarne?"
Ecco, condividere. Essere d'aiuto a Sanzo, offrirgli un appoggio, anche se lui proclamava sempre di non averne bisogno. Goku non si sarebbe arreso, su questo: avrebbe insistito e persistito fino a quando Sanzo avrebbe ceduto, se non altro per esasperazione.
Quando egli si girò verso di lui si trovò il cuore in gola al suo sguardo, che sembrava perforargli la testa e il cuore.
Per un attimo, un breve istante dovuto all'esperienza di tanti anni, temette di averlo irritato, e che Sanzo si sarebbe divincolato da lui per poi lasciarlo solo. Ma al contrario il bonzo posò una mano sulla sua guancia, e ne tracciò lo zigomo con il pollice.
"Penso che tu abbia il diritto di sapere. Avevo già deciso di parlarti, ma da giorni continuo a rimandare….. quest'ultimo fatto sembra uno sprono al farlo al più presto. Ma è un discorso che non ho voglia di fare adesso. Sarà domani sera, e dovessi tirarmi indietro, tu assillami come al solito."
"Io non ti assillo affatto! Lo faccio solo per il tuo bene! Non voglio che - "
"Zitto adesso."
Sanzo gli chiuse la bocca con un bacio improvviso, brusco e veloce. Quello non era un brutto modo per far tacere la stupida scimmia, ed era anche più efficace dell'harisen.
"È stata una giornata pesante, e non è ancora finita. Non hai voglia di rilassarti? - gli sussurrò poi, sulle labbra - Abbiamo entrambi bisogno di un bel bagno."
***
Non poteva fare a meno, mentre Sanzo si spogliava e lavava, di fissarlo, ipnotizzato dai suoi movimenti spontaneamente eleganti, dalla pelle così bianca tesa su muscoli snelli e nervosi. A volte pensava che fosse bello in maniera irreale. Non sembrava quasi un comune essere umano….. come poteva davvero esserlo, se riusciva a conservare una certa grazia anche quando era sbronzo perso?
Aveva un aspetto etereo, ecco….. anche se poi il suo carattere era quanto di meno celestiale si potesse immaginare. E a volte, quando lo guardava, il cuore gli si stringeva di nostalgia, e non capiva perché. L'aveva rivelata a Sanzo tanti anni prima, la sensazione di averlo già incontrato, di conoscerlo da tempo, e qualcosa in quella percezione lo spaventava, come se temesse che nascondesse un terribile dolore.
"Smetti di stare lì imbambolato e vieni a lavarti!"
Un istante dopo aver udito queste parole, Goku fu investito da una secchiata d'acqua quasi gelida.
"Argh! Ma sei impazzito? Che freddo!"
"Mica vorrai entrare nella vasca prima di esserti lavato, scimmia incivile?"
"Potevi usare dell'acqua tiepida, no?"
"Sì, ma così almeno ti ho dato una svegliata. E poi sembravi troppo pensieroso, temevo che ti andasse in fumo il cervello."
"Cosa? E dire che io stavo pensando a te!"
"Oh, finiscila. E siediti sullo sgabello se vuoi che ti lavi la schiena."
Goku obbedì, segretamente compiaciuto, come sempre era quando riceveva attenzioni da parte di Sanzo. Esse non erano mai da dare per scontate, questo lo sapeva bene, così si rilassò, godendosi l'energica strigliata come fossero carezze.
"Quanto ci fermeremo qui?"
"Non lo so."
"È bello questo posto, mi piacerebbe rimanerci un po'."
"Sarebbe pericoloso, per gli abitanti della città."
"Però queste persone sono tutte addestrate alla battaglia, sai? Sin da ragazzini, per tutta la vita, anche in tempo di pace….. Ce l'ha raccontato quel tipo, Liang."
"Una città fortezza, di arte e guerra."
Disse Sanzo in tono un po' assente, ripetendo parole che gli erano state dette solo poco prima, e poi restò in silenzio, con le mani ferme sulle spalle di Goku.
Forse per una specie di istinto la scimmietta avvertì l'intensificarsi del turbamento di Sanzo, e assolutamente non voleva che si rattristasse in un momento come quello, che a lui sembrava quasi perfetto. Si voltò, egli incrociò le braccia dietro il collo.
Lo guardò negli occhi, provò a sondare i suoi pensieri, a fare un passo in quel mare profondo….. a volte aveva paura di annegarvi, o di smarrirsi tra le sue tempeste.
Era ancora vicino il tempo in cui era convinto di non avere speranze, per i suoi sentimenti, perché Sanzo era così diverso da lui che sicuramente non avrebbe trovato nulla da amare in un ragazzino specializzato nell'irritarlo, nel dargli preoccupazioni. Dopotutto egli era la luce splendente del sole, fulgida ed impalpabile, che scendeva dal cielo come una divinità tra i mortali….. mentre lui era figlio della terra stessa, quanto di più materiale potesse esserci. Sembrava impossibile che la luce scintillante amasse la terra che sporca le mani…..
"Perché mi ami?"
Era la domanda che esitava sulle labbra di Goku, e non sapeva che era la stessa che avrebbe desiderato porgergli Sanzo.
Goku baciò il chakra sulla fronte del suo innamorato, poggiando per alcuni lunghi secondi le labbra su di esso; a volte gli sembrava che quel punto scarlatto fosse un onere gravoso per Sanzo, un simbolo che se da un lato gli garantiva onori ovunque andasse, dall'altro gli tracciava la vita anche contro la sua volontà. Forse un bacio avrebbe portato via un po' di dolore e preoccupazione….. aveva sentito dire che funzionava, per esempio con i bambini che si sbucciavano un ginocchio. Non che lo sapesse per esperienza diretta: quando da piccolo capitava che si facesse male a quel modo Sanzo lo disinfettava, gli metteva un bel cerotto….. ma niente bacio! Sorrise tra sé e pensò che sarebbe stato divertente rimediare in qualche modo una spellatura per poi andare dal suo bonzo a pretendere un bacio guaritore. Avrebbe proprio voluto vedere la sua faccia!
Sentì il naso pizzicare, e si staccò da Sanzo, voltandosi e cercando di trattenere un piccolo starnuto, ma con scarsi risultati.
"Entriamo nella vasca, prima di infreddolirci del tutto."
Disse il monaco, alzandosi e tendendogli una mano.
***
Un bagno caldo è spesso una panacea per gli acciacchi dell'anima, e in quel caso sembrava esserlo particolarmente. Quando Goku si sedette l'acqua gli arrivò quasi alle spalle e lo fece sospirare di piacere; inoltre Sanzo vi aveva versato degli oli, ed essa aveva assunto un irreale colore azzurro-viola e un profumo fatto apposta per cullare l'olfatto. Goku reclinò la testa sul bordo della vasca, deliziato. "Non ti ci abituare troppo - lo riprese Sanzo - Presto torneremo a polvere ed alberghi da quattro soldi. Senza vasche da bagno."
"Uhhmm….. potremmo riempire d'acqua il retro di Hakuryu."
"Parlane con Hakkai."
Rispose il bonzo, come se l'idea fosse fattibile.
"E ora lasciami riposare, sono stanco."
Aggiunse poco dopo.
Goku rimase tranquillo per un po', godendosi il bagno e tracciando cerchi nell'acqua, muovendo gambe e braccia per creare piccole onde e poi farsi accarezzare da esse. Guardò le pareti a mosaico della stanza, gli asciugamani blu scuro che li attendevano, ampi e morbidi, quando sarebbero usciti dalla vasca. Guardò Sanzo, che stava con gli occhi chiusi e le braccia abbandonate; era certo però che non dormisse, perché il suo volto non era completamente rilassato. Era come se continuasse a pensare e pensare e non riuscisse a lasciarsi davvero andare a quel momento di pace.
Essere così meditabondo non poteva certo fargli bene, e Goku ebbe la sensazione che un semplice massaggio alle spalle non sarebbe stato sufficiente a distenderlo. Pensò ad un'alternativa, e sentì un calore fulmineo che aveva poco a che fare con quello del bagno; non se ne rese conto, ma si fece anche di un bel colore rosso acceso in viso.
Scivolò silenzioso dalla parte di Sanzo, prese fiato come un nuotatore che sta per tuffarsi, e poi effettivamente si infilò sott'acqua.
Pochi istanti dopo fu Sanzo stesso ad avvampare improvvisamente, spalancando gli occhi e drizzando la schiena, disorientato e sbalordito. E incredulo. Per un attimo si chiese se fosse solo un inganno dei suoi sensi….. magari poteva capitare, chissà, un connettersi sbagliato degli impulsi nervosi e provavi sensazioni di cose che in realtà non stavano accadendo affatto. Ma quando circospetto abbassò lo sguardo constatò che i suoi sensi erano più che mai a posto: c'era proprio la testolina bruna di Goku tra le sue gambe.
Quella piccola scimmia ingorda…… ed evidentemente anche depravata….. gli stava….. sott'acqua….. il pensiero ebbe l'effetto di stordirlo ancora di più.
Socchiuse gli occhi e si sentì scivolare leggermente, rapito dalle ondate di piacere che cominciavano a crescere, e percepì il proprio respiro farsi più veloce e profondo.
Poggiò la mano sulla testa di Goku, intrecciando le dita ai capelli bagnati. Tornò a guardare verso di lui, perché era una visione semplicemente troppo eccitante….. e notò le bollicine che risalivano: troppe, evidente segno che stava finendo le scorte d'ossigeno, ma invece di tornare su a prendere fiato il ragazzino continuava a darsi da fare.
Quella vista infranse l'incantevole bozzolo di piacere sessuale e riattizzò il caratteraccio del bonzo, che si strappò letteralmente Goku di dosso, riportandolo in superficie.
"Razza di idiota, stavi cercando di affogarti?"
Lo rimproverò, mentre quello, gocciolante, riprendeva fiato a grandi boccate, paonazzo. Avrebbe voluto rispondere, ma aveva un tale bisogno di aria che ancora non ci riusciva, e si lamentò ad alzare una mano facendo un cenno di attesa, come a dire 'aspetta un momento'. Ma Sanzo continuò nella sua tirata.
"Che idea brillante! Se almeno fossi capace di rimanere in apnea….. ma era troppo pensarci, vero? Chissà poi come avrei dovuto spiegare il tuo annegamento in vasca da bagno!"
Goku aveva un'espressione avvilita. Subì il rimprovero con lo sguardo basso, timoroso di aver solo fatto peggiorare l'umore di Sanzo. Quando la sfuriata si concluse rialzò titubante la testa, e parlò con tono dispiaciuto e preoccupato.
"Non….. non ti è piaciuto neanche un po'?"
Chiese.
Sanzo sospirò, scostandosi i capelli dalla fronte.
Oh, dannazione a quella voce e a quegli occhioni che tante volte lo facevano sembrare un bambino….. un uomo non può ricevere un tale sguardo da cucciolo fedele e restare indifferente. L'arrabbiatura gli scemò in un attimo.
"Non sto dicendo che non mi piaceva, ma solo che prima di fare certe cose dovresti assicurarti di esserne completamente capace."
Ammise, e il viso di Goku tornò ad illuminarsi.
"Ho capito! Allora se mi allenerò potrò provarci ancora, vero?"
"E poi tutti credono che il pervertito sia il kappa."
Borbottò Sanzo, alzando gli occhi al cielo. Lo disse con un tono di mezzo tra il melodrammatico e la derisione, ma con autentico buon umore. Anche se in un modo diverso da quello progettato, il piano di Goku aveva avuto successo, cosa di cui il sorriso di Sanzo era prova.
"Vieni qui."
Disse poi, prendendo Goku per un polso e tirandoselo a cavalcioni, cominciando immediatamente a baciarlo, mordicchiandogli il labbro, segnando la linea della mascella e scendendo sul collo, per poi andare fargli il solletico alla delicata e rosea conchiglia dell'orecchio, con la punta della lingua.
Goku si offrì il più a lungo possibile, ma infine non resistette a cercare ancora una volta le labbra e la bocca di Sanzo. Soffocò in essa i suoi gemiti rumorosi, quando sentì le mani di lui accarezzargli le natiche, piccole e sode….. stringerle e massaggiarle, stropicciarle e poi aprirle, una cosa che gli faceva sempre girare la testa per l'eccitazione.
Sanzo lo guidò, facendolo lentamente sedere sul suo membro eretto, fino ad essere completamente dentro di lui, nel suo calore. Accompagnò i suoi movimenti, ma lasciò che fosse Goku a decidere il ritmo e a prendersi tutto il piacere che desiderava, mentre il loro bacio si era ormai fatto frenetico e scomposto. In quel momento per Sanzo non esisteva niente al mondo oltre il ragazzo che stava su di lui, e non aveva altro obiettivo se non quello di sentire il piacere di Goku esplodere, e il suo respiro affannato….. di vedere i suoi occhi offuscati da una nebbia di sensualità, desiderio e appagamento. Quando aveva Goku tra le braccia tutto l'amaro della sua vita veniva sommerso ed annullato da un miele dorato come gli occhi del suo giovane amante.
Goku raggiunse in fretta l'estasi, quando la destra di Sanzo si infilò tra loro e iniziò a masturbarlo. Inarcò violentemente la schiena e così sfuggì al bacio, e un grido gli volò dalle labbra. Il bonzo fu lesto a riprendersi la sua bocca, per baciarlo ancora e per zittirlo, e continuò a muoversi dentro di lui, al limite di se stesso….. ancora poco, prima di arrivare a sua volta ad un orgasmo violento che gli fece esplodere un vivido biancore davanti agli occhi.
Rimasero quieti a recuperare un po' d'energie, e Goku non si mosse da in braccio a Sanzo, anzi, si appoggiò al suo petto e chiuse gli occhi, beato e sorridente. Era stato bellissimo fare l'amore, ne era ancora inebriato, ma preferiva ancora di più quando era Sanzo a stare sopra di lui….. perché gli piaceva sentire il suo peso addosso, gli piaceva allacciargli le gambe intorno alla vita e stringerlo, imprigionarlo…..
Per assicurarsi che fosse veramente suo, perché ogni profonda spinta li legasse di più, per fargli così capire quanto desiderava che si appartenessero per sempre.
Come già era, ancora prima che si incontrassero.
Fine Cap. 3